Articoli/Attualità perenne del pensiero riformato

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L’attualità perenne del pensiero riformato

Una celebrazione

L'ultima domenica di ottobre è designata in molte chiese come la "Domenica della Riforma" in commemorazione di quanto è avvenuto, per la provvidenza di Dio, quasi cinque secoli fa.. Nel XVI secolo cristiani di tutt’Europa, con coraggio e determinazione, riscoprendo la Parola autorevole e normativa di Dio, cominciano ad opporsi al cristianesimo corrotto e adulterato del loro tempo, per riportarlo alla conformità con la volontà rivelata di Dio. Condotta, come suoi esponenti più noti, da Martin Lutero, Ulrico Zwingli, e Giovanni Calvino, i nomi più noti della Riforma, ma anche, per noi, da riformatori italiani come Pier Martire Vermigli, Vergerio, ed altri, le chiese ed i cristiani della Riforma si separano dagli errori del Papismo dominante e danno inizio a ciò che oggi conosciamo come il Protestantesimo. Non si tratta di una nuova religione, ma della riscoperta del cristianesimo puro e semplice, liberato dalle scorie che secoli di tradizioni alienanti e varie interferenze avevano accumulato su di esso.

La nota dominante

Qual era la nota dominante dell’antico Protestantesimo, e quale deve essere ancora oggi la nota dominante della fede e della testimonianza riformata, se essa vuole rimanere fedele allo spirito dei suoi fondatori?

Si tratta della nota dominante di tutto ciò che traspare dalla stessa Bibbia, e vorrei che la scoprissimo insieme a partire da un brano del libro dell’Apocalisse, al capitolo 7. Giovanni, autore di questo libro, vede profeticamente ciò che accadrà in cielo, quando finalmente tutto il popolo di Dio sarà riunito davanti a Lui per glorificarlo e per godere per sempre della Sua presenza.

"Dopo queste cose vidi una grande folla che nessuno poteva contare, di tutte le nazioni, tribù, popoli e lingue; questi stavano in piedi davanti al trono e davanti all'Agnello, coperti di vesti bianche e avevano delle palme nelle mani. E gridavano a gran voce, dicendo: "La salvezza appartiene al nostro Dio che siede sul trono e all'Agnello". E tutti gli angeli stavano in piedi intorno al trono e agli anziani e ai quattro esseri viventi, e si prostrarono sulle loro facce davanti al trono e adorarono Dio, dicendo: "Amen! La benedizione, la gloria, la sapienza, il ringraziamento, l'onore, la potenza e la forza appartengono al nostro Dio nei secoli dei secoli. Amen!"" (Apocalisse 7:9-12).La centralità di Dio

La grande folla degli eletti a salvezza, insieme alle creature celesti, loda e glorifica Dio, proclamando la Sua sovranità, gloria, sapienza, onore e potenza, ringraziandolo e benedicendolo.

Il popolo di Dio, così, è quello che proclama e vive la centralità di Dio. Lo sarà un giorno, davanti al Suo trono, ma questa è la nota dominante della sua testimonianza, quando esso è fedele alla sua identità e missione. Dio al centro di ogni cosa, Dio, il Dio vivente e vero, il Dio di Abraamo, Isacco e Giacobbe, quello che si è rivelato in Gesù Cristo, Colui che regge e determina ogni cosa, Dio e al quale va ogni onore e gloria per sempre. Mentre essenza stessa del peccato è l’autoglorificazione umana, la pretesa della creatura umana di essere autonoma - autosufficiente, autodeterminante, unica misura di sé stessa - essenza stessa della religione che Dio gradisce è il riconoscimento della centralità di Dio, la Sua presenza attiva, sovranità, volere, autorità normativa su ogni cosa. Il popolo che a Dio è fedele assume come elemento e criterio determinante di tutto il suo essere e condotta Dio e la Sua volontà sovrana espressa dalla rivelazione biblica. Questa è stata e deve essere ancora la nota dominante di ciò che va sotto il nome del Cristianesimo protestante.

Dio al centro di ogni cosa, il teocentrismo: questo deve essere particolarmente sottolineato oggi dove regna sovrano e svergognato l’antropocentrismo nelle sue varie forme: l’umanesimo ateo, il materialismo, il naturalismo scientifico, il razionalismo, l’umanesimo religioso, e la religione corrotta, dove Dio viene asservito al volere ed all’operare arrogante dell’uomo.

La sovranità di Dio

Mentre l’umanesimo parla solo di diritti umani (vanificandoli perché privi del punto di riferimento determinante di Dio), la Riforma protestante rivendica i legittimi diritti e la sovranità assoluta di Dio. I riformatori proclamavano come Dio non fosse ozioso spettatore dell’arbitrio umano, ma il protagonista attivo in ogni aspetto della natura e delle attività umane."Colui che ti protegge non sonnecchierà" (Salmo 121:3), dice la Bibbia. Essi insegnavano, come faceva l’Apostolo Paolo che: "in lui viviamo, ci muoviamo e siamo" (Atti 17:28). Essi erano sicuri che Dio governa sovranamente sulla Sua creazione e che ogni cosa avviene secondo i progetti e i decreti di Dio, perché tutto avviene: "secondo il proponimento di colui che opera tutte le cose secondo il consiglio della sua volontà" (Ef. 1:11). Il Creatore di ogni cosa ha diritto di fare ciò che Egli vuole con le Sue creature, esseri umani compresi? I riformatori credevano non solo che ne avesse il diritto, ma che di fatto Egli esercita la Sua volontà in modo giusto e retto: "Tutti gli abitanti della terra davanti a lui sono considerati come un nulla ed egli agisce come vuole con l'esercito del cielo e con gli abitanti della terra. Nessuno può fermare la sua mano o dirgli "Che cosa fai?"" (Da. 4:35).

I "cinque punti del Calvinismo"

La Sua sovranità viene realizzata in modo particolare nella salvezza degli eletti dalla maledizione del peccato. Gli insegnamenti del riformatore Giovanni Calvino mettevano in rilievo la dottrina biblica della sovranità di Dio, e la Sia opera è spesso riassunta in quelli che più tardi saranno definiti come: "I cinque punti del Calvinismo".

Calvino, "abbassando la cresta" dell’arroganza umana, torna a ribadire la dottrina biblica della depravazione totale dell’essere umano. L’essere umano è così radicalmente contaminato dal peccato da non essere assolutamente in grado né di fare alcunché che possa essere gradito a Dio, non è in grado di liberarsi dalla maledizione del peccato che lo condanna, non ama e non può autenticamente amare Dio, non può produrre alcun autentico ravvedimento e fede, non può in alcun modo guadagnarsi la salvezza, né in tutto né in parte. L’essere umano è spiritualmente morto. Soltanto l’iniziativa sovrana di Dio, l’elezione a salvezza, può ridargli vita spirituale (farlo rinascere), affinché si ravveda, si affidi al Salvatore Gesù Cristo, e viva una vita a Dio gradita. E’ Dio, infatti che, nella massa perduta dell’umanità, decide sovranamente di chiamare un determinato numero di creature umane a salvezza, accordando loro grazia e liberandole dalla condanna che giustamente esse meriterebbero a causa del loro peccato e ribellione a Dio. L’opera del Salvatore Gesù Cristo, non ha quindi valenza universale, ma è diretta esclusivamente a salvare coloro a cui Dio decise, dall’eternità, di accordare grazia e salvezza: è redenzione limitata. Coloro poi che Dio ha eletto a salvezza verranno sicuramente a Lui, la grazia irresistibile, e persevereranno fedeli fino alla fine perché così sostenuti dalla stessa opera sovrana di Dio: la perseveranza dei santi.

L’attualità del pensiero riformato

Le dottrine della sovranità e della grazia di Dio sono particolarmente scandalose ed offensive per la mentalità moderna, imbevuta di antropocentrismo e di umanesimo, ma proprio in questo sta la provocazione, lo scandalo e la protesta della fede riformata autentica e la sua permanente rilevanza e validità.

Quattro secoli fa, i Riformatori cercarono di abbassare l’arroganza umana e di esaltare Dio. Questo obiettivo è stato portato avanti sin dall’inizio del tempo fino ad ora da coloro che desideravano conoscere l’Eterno degli eserciti. Le Chiese riformate autentiche credono che: "Il timore dell'Eterno è il principio della sapienza, e la conoscenza del Santo è l'intelligenza" (Pr. 9:10). Esse desiderano comunicare la Parola di Dio secondo l’esortazione biblica: "predica la parola, insisti a tempo e fuor di tempo, riprendi, rimprovera, esorta con ogni pazienza e dottrina" (2 Ti. 4:2), e questo affinché la Chiesa di Cristo possa beneficiare della sana dottrina che esorta un credente a conoscere più approfonditamente, amare e servire l’Iddio vero e vivente.

La Fede Riformata è così importante oggi perché molte chiese "cristiane" non insegnano e non credono più alla Bibbia. E’ spaventoso rendersi conto come molte chiese moderne, sospinte dalla spirito dell'incredulità moderna che tutto "sospetta" e critica, mettano in questione le verità fondamentali della fede cristiana, come l’autorità ultima e suprema della Bibbia, la divinità di Cristo e la Sua risurrezione. Non si può dire semplicemente: "Beh, non importa ciò in cui credi, è importante credere in qualcosa". Ciò in cui uno crede è molto importante e determina tutto ciò che tu sei, dici e fai. Degli abitanti di Berea, che avevano ricevuto la predicazione apostolica, il libro degli Atti dice: "erano di sentimenti più nobili di quelli di Tessalonica e ricevettero la parola con tutta prontezza, esaminando ogni giorno le Scritture per vedere se queste cose stavano così" (At. 17:11).

Portando avanti fedelmente anche nella nostra generazione il pensiero riformato classico, potremo così essere in sintonia con il popolo di Dio d’ogni tempo e paese e soprattutto con "la grande folla" che per grazia di Dio, insieme alle creature celesti loderà, benedirà, ringrazierà Iddio di fronte al Suo trono, dandogli ogni onore e gloria, piegandosi con gioia di fronte alla Sua sovranità, potenza e sapienza, per goderne per sempre la presenza. La Riforma, però, non è terminata. Ancora oggi i cristiani che riscoprono la Parola autorevole e normativa di Dio, devono continuare ad opporsi con coraggio e determinazione al cristianesimo corrotto e adulterato del loro tempo, per riportarlo alla conformità con la volontà rivelata di Dio. Che così possa essere.

(Sintesi di una predicazione del past. Paolo Castellina del 1996)