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Gesù ha mai detto che fosse scritto un Nuovo Testamento?

Rispondo qui ad una domanda che mi è stata posta: "Mi è stato chiesto: 'A chi Gesù a detto di scrivere il Nuovo Testamento? E dove si legge questo nei vangeli?' Come dovrei rispondere?"

Per rispondere meglio bisognerebbe conoscere chi sia quello che ti fa questa domanda, quali motivazioni (polemiche?) abbia per farla, quali i suoi presupposti. Le domande spesso sottintendono una "agenda non dichiarata", oppure sono dei tranelli come quelle che molti rivolgevano a Gesù nel tentativo di coglierlo in contraddizione. Posso però dire il seguente:

Certo, Gesù non ha lasciato nulla di scritto da Lui personalmente né sono state registrate esplicite dichiarazioni di mettere per iscritto il Suo insegnamento `[di fatto il Gesù risorto lo dice, vedi più avanti], ma senza il Nuovo Testamento nessuno saprebbe nulla di certo su di Lui! Come ogni maestro (e filosofo) del tempo, sicuramente Gesù aveva fra i Suoi discepoli chi lo seguiva "prendendo appunti" e che (è provato) erano stati la base di quelli che sarebbero stati i vangeli. Inoltre Gesù stesso, affinché nulla del Suo insegnamento andasse perduto, promette ai Suoi apostoli (autorizzati): "il Consolatore, lo Spirito Santo, che il Padre manderà nel mio nome, vi insegnerà ogni cosa e vi ricorderà tutto quello che vi ho detto" (Giovanni 14:26). Prima della scomparsa degli apostoli, i loro discepoli si premurano di tramandare accuratamente i loro scritti: "Poiché molti hanno intrapreso a ordinare una narrazione dei fatti che hanno avuto compimento in mezzo a noi,  come ce li hanno tramandati quelli che da principio ne furono testimoni oculari e che divennero ministri della Parola,  è parso bene anche a me, dopo essermi accuratamente informato di ogni cosa dall'origine, di scrivertene per ordine, illustre Teofilo, perché tu riconosca la certezza delle cose che ti sono state insegnate" (Luca 1:1-4).

Magari ci sarebbero state le tradizioni orali come in alcune culture (e sicuramente ce n'erano fra i cristiani di autentiche), ma sarebbero state volatili, imprecise, soggette ad errore e ad essere arbitrariamente modificate ("Verba volant, scripta manent"). Prova di questo è l'apparizione più tardi di vangeli apocrifi che sarebbero stati poi sconfessati sulla base di documenti originali, come non rispondenti a verità

La fede di Israele (la nostra fede) è la fede per eccellenza del libro, della Parola scritta, comunicata, tramandata con assoluta precisione, "scolpita sulla pietra". L'Islam, venuto molto dopo, apprende molto bene da ebrei e da cristiani che, per poter essere adeguatamente diffuso, sapeva di avere l'esigenza di fornirsi di una Scrittura sacra, e ne produce una sua.

"Il SIGNORE disse a Mosè: «Scrivi questo fatto in un libro, perché se ne conservi il ricordo" (Esodo 17:14); "Poi il SIGNORE disse a Mosè: «Scrivi queste parole; perché sul fondamento di queste parole io ho fatto un patto con te e con Israele»" (Esodo 34:27); "Così parla il SIGNORE, Dio d'Israele: "Scrivi in un libro tutte le parole che ti ho dette" (Geremia 30:2);

Il Signore e Salvatore Gesù Cristo si inserisce completamente in questa tradizione ebraica, che Egli porta a compimento. Egli è la Parola (vedasi Giovanni 1). "Allora ho detto: "Ecco, vengo" (nel rotolo del libro è scritto di me) "per fare, o Dio, la tua volontà"»" (Ebrei 10:7). Il Signore Gesù risorto dice a Giovanni: "Quello che vedi, scrivilo in un libro e mandalo alle sette chiese ... Scrivi dunque le cose che hai viste, quelle che sono e quelle che devono avvenire in seguito" (Apocalisse 1:11,19), Il grande mandato di Gesù è: "Andate dunque e fate miei discepoli tutti i popoli battezzandoli nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo, insegnando loro a osservare tutte quante le cose che vi ho comandate. Ed ecco, io sono con voi tutti i giorni, sino alla fine dell'età presente" (Matteo 28:19,20). Nel contesto di Israele non vi può essere insegnamento senza "libri di testo".

Gesù, quindi, non ha comandato esplicitamente che fosse scritto il Nuovo Testamento (lo fa in quanto il Risorto), ma si tratta di implicazioni logiche buone e necessarie. Sostenere il contrario non ha senso e può nascondere, da parte di chi lo contesta, ambizioni eretiche o eversive.