Confessioni di fede/Belga/Articolo 35

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Indice generale

Confessione di fede belga

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Articolo 35: Della Cena del Signore

Noi crediamo e confessiamo che il nostro Signore Gesù Cristo ha ordinato e istituito il sacramento della santa Cena (1), per nutrire e sostentare coloro che egli ha già rigenerato e innestato nella sua famiglia, che è la sua Chiesa.

Ora coloro che sono rigenerati hanno in loro due vite: (2) l'una corporale e temporale, la quale essi hanno avuto dalla loro prima nascita, ed è comune a tutti; l'altra è spirituale e celeste (3) la quale è donata nella seconda nascita, operata per la parola del Vangelo (4), nella comunione del corpo di Cristo, e questa vita non è comune che agli eletti di Dio (5). Così Dio ci ha donato per il sostentamento della vita corporale e terrena un pane terreno e materiale, adatto a questo scopo, che è comune a tutti, come pure la vita; ma per sostentare la vita spirituale e celeste che si trova nei fedeli, egli ha inviato loro un pane vivente che è disceso dal ciclo, cioè Gesù Cristo (6), il quale nutre e sostenta la vita spirituale dei fedeli, essendo mangiato, cioè applicato e ricevuto per la fede nello spirito (7).

Per rappresentarci questo pane spirituale e celeste, Cristo ha ordinato un pane terreno e visibile che è sacramento del suo corpo, ed il vino per sacramento del suo sangue (8), per certificarci che tanto realmente quanto noi prendiamo e teniamo il sacramento nelle nostre mani, e lo mangiamo e beviamo nelle nostre bocche, dal quale la nostra vita è poco dopo alimentata, altrettanto realmente per la fede (che è la mano e la bocca della nostra anima) noi riceviamo il vero corpo e il vero sangue di Cristo, nostro solo Salvatore, nelle nostre anime, per la nostra vita spirituale (9).

Ora una cosa sicura è questa: che Gesù Cristo non ci ha raccomandato i suoi sacramenti invano; pertanto egli opera in noi tutto ciò che ci rappresenta mediante questi segni sacri, sebbene la maniera oltrepassi il nostro intendimento, e ci sia incomprensibile, come segreta e incomprensibile è l'operazione dello Spirito Santo. Quindi non ci inganniamo nel dire che ciò che è mangiato è il corpo proprio e naturale di Cristo, e che è il suo proprio sangue ciò che beviamo (10), ma la maniera in cui lo mangiamo non è la bocca ma lo spirito per mezzo della fede. Così Gesù Cristo resta sempre assiso alla destra di Dio suo Padre nel cielo (11), e non cessa per questo dal comunicarsi a noi per mezzo della fede. Questo banchetto è una tavola spirituale nella quale Cristo si comunica a noi con tutti i suoi beni, e ci fa gioire in essa, tanto di lui stesso che del merito della sua morte e passione (12), nutrendo, fortificando e consolando la nostra povera anima desolata, mediante la manducazione della sua carne, e sollevandola e ricreandola mediante la bevanda del suo sangue (13).

Inoltre, benché i sacramenti siano congiunti alla realtà significata, essi non sono tuttavia ricevuti da tutti con queste due cose: il malvagio riceve sì il sacramento a sua condanna (14) ma non riceve la verità del sacramento; come Giuda e Simone il mago ricevono sì tutti e due il sacramento, ma non Cristo, che ivi è significato, cosa questa che è comunicata solamente ai fedeli.

Infine, noi riceviamo questo santo sacramento nell'assemblea del popolo di Dio con umiltà e riverenza (15) facendo fra noi una santa memoria della morte di Cristo nostro Salvatore con azione di grazie, e facendovi confessione della nostra fede e religione Cristiana. Questo è il motivo per cui nessuno che non abbia bene esaminato se stesso si deve presentare, per timore che nel mangiare di questo pane, e bevendo di questo calice, egli non mangi e beva il suo giudizio (16). In breve, attraverso l'uso di questo santo sacramento noi siamo mossi a un ardente amore verso Dio ed il nostro prossimo.

In questo noi rigettiamo tutte le zizzanie e le dannabili invenzioni che gli esseri umani hanno aggiunto e mescolato ai sacramenti, come profanazioni, e diciamo che ci si deve accontentare dell'ordine che Cristo e i suoi Apostoli ci hanno insegnato, e parlare come essi hanno parlato.


  • (1) Matteo 26:26; Marco 14:22; Luca 22:19; 1 Corinzi 11:23-24.
  • (2) Giovanni 3:6.
  • (3) Giovanni 3:5.
  • (4) Giovanni 5:23; Giovanni 5:25.
  • (5) 1 Giovanni 5:12; Giovanni 10:28.
  • (6) Giovanni 6:22-23; Giovanni 6:51.
  • (7) Giovanni 6:63.
  • (8) Marco 6:26.
  • (9) Corinzi 10:16-17; Efesini 3:17; Giovanni 6:35.
  • (10) Giovanni 6:55-56; 1 Corinzi 10:16.
  • (11) Atti 3:21; Marco 16:19; Matteo 26:11.
  • (12) Matteo 26:26 (e a seguire); Luca 22:19-20; 1 Corinzi 10:2-4.
  • (13) Isaia 55:2; Romani 8:22-23.
  • (14) 1 Corinzi 11:29; 2 Corinzi 6:14-15; 1 Corinzi 2:14.
  • (15) Atti 2:42; Atti 20:7.
  • (16) 1 Corinzi 11:27-28.