Confessioni di fede/Elvetica/02

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Indice generale

Confessione di fede elvetica del 1566

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II. Interpretazione delle sacre Scritture e dei padri, concili e tradizioni

L'apostolo s. Pietro dice che le sacre Scritture non sono oggetto di interpretazione particolare [di privata interpretazione] (2Pi. 1:20). Noi non approviamo perciò indifferentemente qualsiasi interpretazione che se ne potrebbe fare e, di conseguenza, non riconosciamo come vera e sincera interpretazione delle Scritture il cosiddetto senso della chiesa romana, quello cioè che i difensori della chiesa romana si sforzano di fare semplicemente accettare per buono ad ognuno.

La vera interpretazione della Scrittura

Ma riconosciamo come vera e sincera (1) [genuina ed ortodossa] interpretazione delle Scritture solo quella che, essendo presa dalle stesse Scritture (cioè secondo la proprietà della lingua nella quale sono scritte e considerate e valutate secondo le circostanze ed esposte mediante la comparazione di passi simili o diversi e anche di molti o più chiari), concorda con la regola della fede e della carità e tende soprattutto a promuovere la gloria di Dio e la salvezza degli uomini.

Le spiegazioni dei Padri

Cosi non disprezziamo neppure le interpretazioni dei santi padri, sia greci che latini, e non rifiutiamo le loro discussioni e trattazioni delle cose sacre conformi alle Scritture e tuttavia prendiamo modestamente le distanze da quei santi padri, quando troviamo che essi sostengono qualcosa che è lontano dalle Scritture o ad esse contrario. E facendolo, non pensiamo di fare loro alcun torto, visto che sono tutti d'accordo a vietare di porre i loro scritti sullo stesso piano di quelli canonici, ma comandano che li si metta alla prova per sapere se concordano o sono in disaccordo con quelli, esortandoci ad accogliere ciò che con essi concorda e a rifiutare tutto ciò che è con essi in disaccordo. Ora noi poniamo sullo stesso piano le definizioni o canoni dei concili.

Concili

Non siamo quindi disposti a tollerare che, sui problemi della religione e sulle differenze della fede, ci si costringa con le affermazioni pure e semplici dei padri o le deliberazioni dei concili e tanto meno con le tradizioni recepite o il gran numero delle persone che pensano allo stesso modo o con la prescrizione (2) di una lunga durata.

La Parola di Dio è solo giudice nelle questioni di fede

Nella causa della fede noi non ammettiamo perciò altro giudice che Dio solo, il quale decreta mediante le sue Scritture ciò che è vero o falso, ciò che si deve seguire o fuggire. Noi non acconsentiamo quindi se non ai giudizi che gli uomini spirituali hanno tratto dalla parola di Dio. [Non si può certo negare] che Geremia e gli altri profeti non abbiano gravemente condannato i concili dei sacerdoti riuniti contro la legge di Dio e che non ci abbiano diligentemente ammonito di non ascoltare affatto i padri o di seguire la voce di coloro che, camminando nelle loro invenzioni, si sono allontanati dalla legge di Dio.

Le tradizioni umane

Allo stesso modo, noi rigettiamo le tradizioni umane che, anche se adorne di bei titoli, quasi fossero divine e apostoliche, e date alla chiesa dalla viva voce degli apostoli e dalle mani dei vescovi che sono loro succeduti come persone apostoliche, confrontate con le Scritture, sono contrarie ad esse e a causa di questa loro contrarietà dimostrano sufficientemente di non essere affatto apostoliche. In effetti, come gli apostoli non hanno mai insegnato cose contraddittorie e contrarie, così le persone apostoliche non hanno mai messo in luce cose contrarie agli apostoli. E sarebbe del tutto sconveniente affermare che gli apostoli abbiano insegnato a viva voce una dottrina contraria ai loro scritti. Infatti, s. Paolo dice espressamente di aver insegnato in tutte le chiese un’unica dottrina (1 Co. 4:17). E in un altro passo dice anche: non vi scriviamo se non ciò che voi leggete e conoscete (2 Co. 1:13). Inoltre, in un altro passo, egli afferma che lui e i suoi discepoli, cioè gli uomini apostolici, hanno camminato nella stessa direzione e hanno fatto ogni cosa grazie allo stesso Spirito (2 Co. 12:18).

Gli ebrei hanno seguito a volte le tradizioni dei loro antenati, ma esse sono state profondamente rifiutate dal Signore, il quale ha mostrato loro come la loro osservanza contraddiceva la legge di Dio e che, attraverso di esse, si onorava Dio invano (Mt. 15:l s; Mr. 7:l s).


Note

(1) Sincera, nel senso di schietta, fatta senza forzare i testi e senza ricorrere ad artifici.

(2) Nel senso di cosa passata in prescrizione a motivo di una lunga tradizione e quindi inappellabile.