Confessioni di fede/Elvetica/12: differenze tra le versioni

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== Capitolo XIII ==
== XII. La Legge di Dio ==


L’Evangelo di Gesù Cristo, le promesse, lo Spirito e la lettera (1).
Insegniamo che mediante la Sua Legge, Dio ci ha esposto [spiegato] la Sua volontà e tutto ciò che Egli vuole che facciamo e che non facciamo [omettiamo]; ciò che è buono e giusto e ciò che è cattivo ed ingiusto.


L’Evangelo è l’opposto della Legge, perché la Legge suscita l’ira e la maledizione di Dio (2), mentre l’Evangelo ci annuncia predica] la grazia e la benedizione di Dio. Lo stesso apostolo Giovanni, infatti, ci dice: “la legge è stata data per mezzo di Mosè, ma la grazia e la verità sono venute per mezzo di Gesù Cristo” (Gv. 1:17).
Confessiamo, quindi, che la Sua Legge è buona e santa (1).


=== L’Evangelo era presente anche nell’Antico Testamento ===
=== Suddivisione della Legge ===


Tuttavia è assolutamente certo [indubitabile] che quanto sono vissuti prima della promulgazione della Legge e sotto la Legge, non sono stati affatto privati [mancanti] dell’Evangelo. Essi hanno infatti avuto promesse evangeliche evidenti ed importanti, come, ad esempio, le seguenti: “io porrò inimicizia fra te e la donna e fra il tuo seme e il seme di lei; esso ti schiaccerà il capo, e tu ferirai il suo calcagno” (Ge. 3:15); “tutte le nazioni della terra saranno benedette nella tua discendenza, perché tu hai ubbidito alla mia voce” (Ge. 22:18). Similmente: “Lo scettro non sarà rimosso da Giuda, né il bastone del comando di fra i suoi piedi, finché venga Sciloh'; e a lui ubbidiranno i popoli” (Ge. 49:10). Ugualmente: “L'Eterno, il tuo DIO, susciterà per te un profeta come me, in mezzo a te, fra i tuoi fratelli; a lui darete ascolto” (Ge. 18:15; At. 3:23).
Essa è stata scritta anzitutto “con il dito di Dio” (2) nel cuore degli uomini. Questa è chiamata la legge di natura (Ro. 2:15) (3). Poi, con lo stesso “dito” essa fu incisa sulle due tavole di Mosè ed esposta più ampiamente [diffusamente] nei suoi libri. Per maggiore chiarezza noi vi distinguiamo anzitutto la legge morale, compresa nel Decalogo o Dieci Comandamenti, contenuti nelle due tavole (Esodo 20; De. 5:6ss) ed è esposta nei libri di Mosè. In secondo luogo nella legge cerimoniale, che parla delle cerimonie e del culto [esteriore] di Dio. In terzo luogo, nella legge giudiziaria, che tratta delle cose che appartengono all’organizzazione politica [attende o cura il politico e l’economico] o all’economia [saggia amministrazione dei propri beni].


=== Due tipi di promesse anche agli antichi ===
=== Per tutta la vita ===


Ora, noi riconosciamo che gli antichi padri hanno avuto due tipi di promesse, come ne abbiamo ancora noi. Le une riguardavano le cose presenti e terrene, come le promesse della terra di Canaan, delle vittorie, e quelle che durano ancora oggi per noi come quelle del pane quotidiano. Le altre promesse riguardavano allora, come lo fanno ancora oggi, le cose celesti ed eterne, cioè la grazia di Dio, la remissione dei peccati e la vita eterna [che noi conseguiamo] mediante la fede in Gesù Cristo. Del resto, gli antichi padri non hanno solo avuto promesse riguardanti cose esteriori e terrene, ma anche le promesse spirituali e celesti in Cristo. L’apostolo Pietro, infatti, dice: “Intorno a questa salvezza ricercarono e investigarono diligentemente i profeti che profetizzarono della grazia destinata a voi” (1 Pi. 1:10), Per questo pure l’apostolo Paolo dice: “…come egli aveva già promesso per mezzo dei suoi profeti nelle sante Scritture” (Ro. 1:2). Ne consegue che gli antichi padri non sono stati completamente privi dell’intero Evangelo.
Crediamo che, mediante questa legge, ci è pienamente manifestata [insegnata] tutta la volontà di Dio relativamente a tutti i comandamenti [precetti] necessari alle diverse parti [circostanze] della vita. Diversamente, infatti, Dio non avrebbe proibito di aggiungere o togliere qualsiasi cosa alla Sua Legge né avrebbe comandato di camminare diritti in essa, senza pendere [deviarne] né a destra né a sinistra.


=== Antico e nuovo nel contempo ===
=== Efficacia e motivazione della Legge ===


E tuttavia, benché gli antichi padri abbiano avuto in questo modo l’Evangelo nelle Scritture dei profeti, mediante il quale essi hanno avuto per fede la salvezza in Gesù Cristo, rimane il fatto che questo termine, Evangelo, significa propriamente il gioioso e felice messaggio [annuncio di salvezza], attraverso il quale, anzitutto da Giovanni Battista, poi da Gesù Cristo stesso, e in terzo luogo, dagli Apostoli e dai loro successori, è stato annunziato [predicato] al mondo che Dio aveva compiuto la promessa da Lui fatta all’inizio del mondo e che aveva inviato, o per meglio dire, donato, agli uomini il Suo unico Figlio e il Lui la riconciliazione con il Padre, la remissione dei peccati, ogni pienezza [e perfezione] a vita eterna. Per cui a ragione si chiama Evangelo la storia descritta dai quattro evangelisti, la quale ci attesta ed espone come queste cose sono state fatte e compiute dal Cristo e ugualmente ciò che Cristo ha insegnato e compiuto, e il fatto che tutti coloro che credono in Lui vi trovano ogni compimento e pienezza. Similmente si può chiamare propriamente [meritatamente] dottrina evangelica la predicazione e gli scritti degli Apostoli, nei quali gli Apostoli espongono in che modo il Figlio ci è stato dato dal Padre, e in Lui, tutto ciò che riguarda la nostra salvezza e la vita eterna, al punto che, se essa è vera e pura, neppure oggi deve perdere un nome così eccellente [questo insigne appellativo].
Insegniamo anche che questa Legge non è stata affatto data agli uomini perché essi fossero giustificati mediante la sua osservanza, ma perché, avendoci svelato e come mostrato [per il suo magistero ed illuminazione] la nostra infermità, il nostro peccato e la nostra condanna, dopo averci indotti a diffidare completamente delle nostre forze, noi ci convertissimo per fede a Gesù Cristo. L’apostolo dice infatti apertamente che la legge produce l’ira (4) e che attraverso la legge viene data la conoscenza del peccato (5) (Ro. 4:15; 3:20), e ai Galati: “se fosse stata data una legge capace di dare la vita [la giustificazione], allora veramente la giustizia sarebbe venuta dalla legge. Ma la Scrittura ha rinchiuso ogni cosa sotto il peccato, affinché fosse data ai credenti la promessa mediante la fede di Gesù Cristo” (Ga. 3:21-23). La legge è stata quindi il nostro pedagogo per giungere a Cristo, perché fossimo giustificati per fede [in Lui]. In effetti non esiste alcuna carne che abbia mai potuto o possa soddisfare la Legge ed adempierla a causa dell’incapacità che è annessa e resta sempre nella nostra carne, fino all’ultimo respiro della nostra vita. Per cui l’Apostolo aggiunge subito dopo: “ciò che era impossibile alla legge, in quanto era senza forza a motivo della carne, Dio, mandando il proprio Figlio in carne simile a quella del peccato [nelle sembianze della carne peccatrice] e a motivo del peccato, ha condannato il peccato nella carne” (Ro. 8:3). Ecco perché Cristo è la perfezione della Legge e [Lui] il nostro compimento [adempimento]. Egli, come ha abolito la maledizione della Legge, essendosi fatto per noi maledizione, così, avendola compiuta, ci comunica [ci fa parte] per fede il suo compimento, essendoci imputata [accreditata] la Sua giustizia e la Sua ubbidienza (6).


=== Lettera e Spirito ===
In un certo senso per noi abrogata. La Legge di Dio resta quindi abrogata per noi (7) riguardo a questo punto, al fatto che essa non può più condannarci, né può più generare su noi l’ira di Dio. Infatti, noi non siamo più sotto la Legge, ma sotto la grazia (8). Inoltre Gesù Cristo ha compiuto tutte le rappresentazioni della Legge, per cui le ombre sono svanite alla venuta del corpo, affinché in quest’ora noi abbiamo la verità e ogni pienezza in Cristo.


Questa stessa predicazione dell’Evangelo viene chiamata dall’Apostolo anche lo Spirito o ministrazione dello Spirito (2 Co. 3:6) (3), perché essa, mediante la fede, diventa viva ed efficace alle nostre orecchie, o piuttosto ai cuori dei credenti grazie all’illuminazione dello Spirito Santo. La lettera, che è opposta allo Spirito, significa infatti, qualsiasi cosa esteriore, ma principalmente la dottrina della Legge, la quale, senza lo Spirito e la fede, produce collera ed accende il peccato nei cuori di coloro che non credono con fede vera e viva. Per cui, essa viene chiamata dall’Apostolo anche ministrazione [il ministero] di morte. In effetti, si riferisce a questo la parola dell’Apostolo secondo cui la lettera uccide e lo spirito vivifica. E, senza dubbio, i falsi apostoli hanno predicato un Evangelo corrotto, mescolandovi insieme la Legge, quasi che Gesù Cristo potesse salvarci senza la Legge, come affermano gli ebioniti, discendenti dell’eretico Elione, e i nazirei, detti anticamente mineani, tutti eretici che noi condanniamo; e predichiamo solo l’Evangelo [puro e schietto], insegnando che i credenti sono giustificati unicamente per Cristo e non dalla Legge, cosa che esporremo ben presto più ampiamente trattando della giustificazione.
=== Rimane punto di orientamento ===


=== Accuse infondate contro gli evangelici ===
E tuttavia noi non rifiutiamo [rigettiamo] né disprezziamo la Legge. Dobbiamo infatti ricordarci delle parole del Signore che dice di non essere venuto per abolire la Legge e i profeti, ma per portarli a compimento (Mt. 5:17) (9).


Del resto, benché la dottrina dell’Evangelo, rispetto alla dottrina della Legge trattata dai farisei, sia sembrata essere, essendo predicata dal Cristo, una nuova dottrina, cosa che Geremia ha profetizzato anche del Nuovo Testamento, essa era, in verità, non solo una dottrina antica, ma la dottrina più antica del mondo e lo è ancora oggi nonostante che coloro che aderiscono al Papa la chiamino nuova, se la si vuole paragonare con la loro. Dio ha infatti proposto e predestinato da tutta l’eternità di salvare il mondo attraverso Cristo e, mediante l’Evangelo ha dichiarato al mondo questa Sua predestinazione e questo Suo eterno consiglio (2 Ti. 1:9,10) (4).
Allo stesso modo sappiamo che la Legge definisce per noi [la norma] i vizi e le virtù.


Ne consegue evidentemente che la religione e la dottrina evangelica è, fra tutte quelle che sono state, sono e saranno, la più antica. Per cui diciamo che si sbagliano miseramente [sono in grave errore], e avanzano propositi indegni dell’eterno consiglio di Dio, quanti chiamano la religione e la dottrina evangelica una dottrina inventata di recente ed una fede che ha meno di trent’anni. Contro costoro si possono usare le parole del profeta Isaia: “Guai a quelli che chiamano bene il male, e male il bene, che cambiano le tenebre in luce e la luce in tenebre, che cambiano l'amaro in dolce e il dolce in amaro!” (Is. 5:20).
Sappiamo anche che la Scrittura della Legge è utile [o profittevole] alla Chiesa se essa viene esposta attraverso l’Evangelo, ragion per cui la sua lettura non deve essere respinta [biasimata o proscritta] dalla Chiesa. Infatti, benché il volto di Mosè fosse stato velato, l’Apostolo ci dice (10) che questo velo ci viene tolto o annullato dal Cristo.
 
Condanniamo [disapproviamo] quindi tutto ciò che gli eretici, sia antichi che moderni, hanno insegnato contro la Legge di Dio.


'''Note'''
'''Note'''


*(1) Questo capitolo della Confessione tratta in primo luogo della continuità e discontinuità fra Antico e Nuovo Testamento. “Ed egli disse loro: «Perciò ogni scriba, ammaestrato per il regno dei cieli è simile a un padrone di casa che trae fuori dal suo tesoro cose nuove e vecchie»” (Mt. 13:52).  
*(1) “Così, la legge è certamente santa, e il comandamento santo, giusto e buono” (Ro. 7:12).  
*(2) Sulla creatura umana, perché la trasgredisce, e così merita una giusta condanna.  
*(2) "Quando l'Eterno ebbe finito di parlare con Mosè sul monte Sinai, gli diede le due tavole della testimonianza, tavole di pietra, scritte col dito di DIO" (Es. 31:18); "...e l'Eterno mi diede le due tavole di pietra, scritte con il dito di DIO, sulle quali erano tutte le parole che l'Eterno vi aveva detto sul monte, di mezzo al fuoco, nel giorno dell'assemblea" (De. 9:10).  
*(3) “...il quale ci ha anche resi ministri idonei del nuovo patto, non della lettera, ma dello Spirito, poiché la lettera uccide, ma lo Spirito dà vita” (ND), “Egli ci ha anche resi idonei a essere ministri di un nuovo patto, non di lettera, ma di Spirito; perché la lettera uccide, ma lo Spirito vivifica” (Riv.).  
*(3) “...questi dimostrano che l'opera della legge è scritta nei loro cuori per la testimonianza che rende la loro coscienza, e perché i loro pensieri si scusano o anche si accusano a vicenda” (Ro. 2:15).
*(4) “Egli ci ha salvati e ci ha rivolto una santa chiamata, non a motivo delle nostre opere, ma secondo il suo proposito e la grazia che ci è stata fatta in Cristo Gesù fin dall'eternità, ma che è stata ora manifestata con l'apparizione del Salvatore nostro Cristo Gesù, il quale ha distrutto la morte e ha messo in luce la vita e l'immortalità mediante il vangelo” (2 Ti. 1:9,10).
*(4) “perché la legge produce ira; infatti dove non c'è legge, non vi è neppure trasgressione” (Ro. 4:15), cioè dichiara quale sia la base per cui Dio può essere giustamente indignato verso il comportamento umano (trasgressione – giudizio di Dio – condanna).  
*(5) “perché nessuna carne sarà giustificata davanti a lui per le opere della legge; mediante la legge infatti vi è la conoscenza del peccato” (Ro. 3:20).  
*(6) "perché il fine della legge è Cristo, per la giustificazione di ognuno che crede" (Ro. 13:4); “Cristo ci ha riscattati dalla maledizione della legge, essendo diventato maledizione per noi (poiché sta scritto: «Maledetto chiunque è appeso al legno»)” (Ga. 3:14).
*(7) Coloro che sono in Cristo.
*(8) Infatti il peccato non avrà più potere su di voi, poiché non siete sotto la legge, ma sotto la grazia” (Ro. 6:14).  
*(9) Non pensate che io sia venuto ad abrogare la legge o i profeti; io non sono venuto per abrogare, ma per portare a compimento” (Mt. 5:17).
*(10) “Ma le loro menti sono diventate ottuse; infatti, nella lettura dell'antico patto lo stesso velo rimane senza essere rimosso, perché il velo viene annullato in Cristo” (2 Co. 3:14).

Versione attuale delle 18:58, 13 giu 2020


Indice generale

Confessione di fede elvetica del 1566

1 -  2 - 3 - 4 - 5 - 6 - 7 - 8 - 9 - 10 - 11 - 12 - 13 - 14 - 15 - 16 - 17 - 18 - 19 - 20 - 21 - 22 - 23 - 24 - 25 - 26 - 27 - 28 - 29  30 - -

 

 

XII. La Legge di Dio

Insegniamo che mediante la Sua Legge, Dio ci ha esposto [spiegato] la Sua volontà e tutto ciò che Egli vuole che facciamo e che non facciamo [omettiamo]; ciò che è buono e giusto e ciò che è cattivo ed ingiusto.

Confessiamo, quindi, che la Sua Legge è buona e santa (1).

Suddivisione della Legge

Essa è stata scritta anzitutto “con il dito di Dio” (2) nel cuore degli uomini. Questa è chiamata la legge di natura (Ro. 2:15) (3). Poi, con lo stesso “dito” essa fu incisa sulle due tavole di Mosè ed esposta più ampiamente [diffusamente] nei suoi libri. Per maggiore chiarezza noi vi distinguiamo anzitutto la legge morale, compresa nel Decalogo o Dieci Comandamenti, contenuti nelle due tavole (Esodo 20; De. 5:6ss) ed è esposta nei libri di Mosè. In secondo luogo nella legge cerimoniale, che parla delle cerimonie e del culto [esteriore] di Dio. In terzo luogo, nella legge giudiziaria, che tratta delle cose che appartengono all’organizzazione politica [attende o cura il politico e l’economico] o all’economia [saggia amministrazione dei propri beni].

Per tutta la vita

Crediamo che, mediante questa legge, ci è pienamente manifestata [insegnata] tutta la volontà di Dio relativamente a tutti i comandamenti [precetti] necessari alle diverse parti [circostanze] della vita. Diversamente, infatti, Dio non avrebbe proibito di aggiungere o togliere qualsiasi cosa alla Sua Legge né avrebbe comandato di camminare diritti in essa, senza pendere [deviarne] né a destra né a sinistra.

Efficacia e motivazione della Legge

Insegniamo anche che questa Legge non è stata affatto data agli uomini perché essi fossero giustificati mediante la sua osservanza, ma perché, avendoci svelato e come mostrato [per il suo magistero ed illuminazione] la nostra infermità, il nostro peccato e la nostra condanna, dopo averci indotti a diffidare completamente delle nostre forze, noi ci convertissimo per fede a Gesù Cristo. L’apostolo dice infatti apertamente che la legge produce l’ira (4) e che attraverso la legge viene data la conoscenza del peccato (5) (Ro. 4:15; 3:20), e ai Galati: “se fosse stata data una legge capace di dare la vita [la giustificazione], allora veramente la giustizia sarebbe venuta dalla legge. Ma la Scrittura ha rinchiuso ogni cosa sotto il peccato, affinché fosse data ai credenti la promessa mediante la fede di Gesù Cristo” (Ga. 3:21-23). La legge è stata quindi il nostro pedagogo per giungere a Cristo, perché fossimo giustificati per fede [in Lui]. In effetti non esiste alcuna carne che abbia mai potuto o possa soddisfare la Legge ed adempierla a causa dell’incapacità che è annessa e resta sempre nella nostra carne, fino all’ultimo respiro della nostra vita. Per cui l’Apostolo aggiunge subito dopo: “ciò che era impossibile alla legge, in quanto era senza forza a motivo della carne, Dio, mandando il proprio Figlio in carne simile a quella del peccato [nelle sembianze della carne peccatrice] e a motivo del peccato, ha condannato il peccato nella carne” (Ro. 8:3). Ecco perché Cristo è la perfezione della Legge e [Lui] il nostro compimento [adempimento]. Egli, come ha abolito la maledizione della Legge, essendosi fatto per noi maledizione, così, avendola compiuta, ci comunica [ci fa parte] per fede il suo compimento, essendoci imputata [accreditata] la Sua giustizia e la Sua ubbidienza (6).

In un certo senso per noi abrogata. La Legge di Dio resta quindi abrogata per noi (7) riguardo a questo punto, al fatto che essa non può più condannarci, né può più generare su noi l’ira di Dio. Infatti, noi non siamo più sotto la Legge, ma sotto la grazia (8). Inoltre Gesù Cristo ha compiuto tutte le rappresentazioni della Legge, per cui le ombre sono svanite alla venuta del corpo, affinché in quest’ora noi abbiamo la verità e ogni pienezza in Cristo.

Rimane punto di orientamento

E tuttavia noi non rifiutiamo [rigettiamo] né disprezziamo la Legge. Dobbiamo infatti ricordarci delle parole del Signore che dice di non essere venuto per abolire la Legge e i profeti, ma per portarli a compimento (Mt. 5:17) (9).

Allo stesso modo sappiamo che la Legge definisce per noi [la norma] i vizi e le virtù.

Sappiamo anche che la Scrittura della Legge è utile [o profittevole] alla Chiesa se essa viene esposta attraverso l’Evangelo, ragion per cui la sua lettura non deve essere respinta [biasimata o proscritta] dalla Chiesa. Infatti, benché il volto di Mosè fosse stato velato, l’Apostolo ci dice (10) che questo velo ci viene tolto o annullato dal Cristo.

Condanniamo [disapproviamo] quindi tutto ciò che gli eretici, sia antichi che moderni, hanno insegnato contro la Legge di Dio.

Note

  • (1) “Così, la legge è certamente santa, e il comandamento santo, giusto e buono” (Ro. 7:12).
  • (2) "Quando l'Eterno ebbe finito di parlare con Mosè sul monte Sinai, gli diede le due tavole della testimonianza, tavole di pietra, scritte col dito di DIO" (Es. 31:18); "...e l'Eterno mi diede le due tavole di pietra, scritte con il dito di DIO, sulle quali erano tutte le parole che l'Eterno vi aveva detto sul monte, di mezzo al fuoco, nel giorno dell'assemblea" (De. 9:10).
  • (3) “...questi dimostrano che l'opera della legge è scritta nei loro cuori per la testimonianza che rende la loro coscienza, e perché i loro pensieri si scusano o anche si accusano a vicenda” (Ro. 2:15).
  • (4) “perché la legge produce ira; infatti dove non c'è legge, non vi è neppure trasgressione” (Ro. 4:15), cioè dichiara quale sia la base per cui Dio può essere giustamente indignato verso il comportamento umano (trasgressione – giudizio di Dio – condanna).
  • (5) “perché nessuna carne sarà giustificata davanti a lui per le opere della legge; mediante la legge infatti vi è la conoscenza del peccato” (Ro. 3:20).
  • (6) "perché il fine della legge è Cristo, per la giustificazione di ognuno che crede" (Ro. 13:4); “Cristo ci ha riscattati dalla maledizione della legge, essendo diventato maledizione per noi (poiché sta scritto: «Maledetto chiunque è appeso al legno»)” (Ga. 3:14).
  • (7) Coloro che sono in Cristo.
  • (8) Infatti il peccato non avrà più potere su di voi, poiché non siete sotto la legge, ma sotto la grazia” (Ro. 6:14).
  • (9) Non pensate che io sia venuto ad abrogare la legge o i profeti; io non sono venuto per abrogare, ma per portare a compimento” (Mt. 5:17).
  • (10) “Ma le loro menti sono diventate ottuse; infatti, nella lettura dell'antico patto lo stesso velo rimane senza essere rimosso, perché il velo viene annullato in Cristo” (2 Co. 3:14).