Confessioni di fede/Elvetica/18

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Indice generale

Confessione di fede elvetica del 1566

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XVIII. I ministri della Chiesa, loro istituzione ed ufficio

Nell’edificazione della Sua Chiesa, Dio fa uso di ministri

Iddio si è sempre servito di ministri, se ne serve anche oggi e se ne servirà finché avrà una Chiesa sulla terra, per riunirsi e costituirsi una Chiesa e per governarla e conservarla[1]. L’origine dei ministri e la loro istituzione è quindi antichissima, stabilita da Dio stesso e non in seguito a un qualche nuovo ordinamento inventato dagli uomini.

È certamente vero che Dio, servendosi della Sua potenza, potrebbe scegliersi una Chiesa di mezzo agli uomini senza alcun mezzo, ma Egli ha preferito trattare con gli uomini servendosi di uomini. Si deve perciò avere considerazione per i ministri, non solo perché sono ministri, ma perché sono ministri di Dio, attraverso i quali Egli guida gli uomini alla salvezza[2].

Il ministero non deve essere disprezzato

Per cui ammoniamo ognuno ad astenersi dall’attribuire all’azione segreta dello Spirito Santo ciò che è necessario per convertirci e ben educarci al punto dall’annullare il ministero ecclesiastico[3]. Dobbiamo infatti sempre ricordarci delle parole dell’Apostolo: “Ora, come invocheranno colui nel quale non hanno creduto? E come crederanno in colui del quale non hanno sentito parlare? E come potranno sentirne parlare, se non c'è chi lo annunzi? ... Così la fede viene da ciò che si ascolta, e ciò che si ascolta viene dalla parola di Cristo” (Ro. 10:14,17), e di ciò che il Signore dice nel Vangelo: “In verità, in verità vi dico: chi riceve colui che io avrò mandato, riceve me; e chi riceve me, riceve colui che mi ha mandato” (Gv. 13:20). A questo si riferisce anche la visione del macedone, che apparve all’apostolo Paolo mentre si trovava in Asia che, pregandolo, gli disse: “Passa in Macedonia e soccorrici” (At. 16:9). In un altro passo, lo stesso apostolo dice: “Noi siamo infatti collaboratori di Dio, voi siete il campo di Dio, l'edificio di Dio” (1 Co. 3:9).

Del resto, dobbiamo fare attenzione a non attribuire troppo ai ministri o al ministero[4], ricordandoci delle parole del Signore che ci dice nel vangelo: “Nessuno può venire a me se non lo attira il Padre, che mi ha mandato; e io lo risusciterò nell'ultimo giorno” (Gv. 6:44), e di queste parole dell’Apostolo: “Che cos'è dunque Apollo? E che cos'è Paolo? Sono servitori, per mezzo dei quali voi avete creduto; e lo sono nel modo che il Signore ha dato a ciascuno di loro. Io ho piantato, Apollo ha annaffiato, ma Dio ha fatto crescere; quindi colui che pianta e colui che annaffia non sono nulla: Dio fa crescere!” (1 Co. 3:5-7)[5]. Crediamo dunque che Dio ci istruisce esteriormente mediante i Suoi ministri attraverso la Sua Parola, ma che muove interiormente mediante lo Spirito Santo i cuori dei Suoi eletti perché credano, ragion per cui dobbiamo ricondurre a Dio l’onore di un simile beneficio. Di questo, però, abbiamo trattato nel primo capitolo della presente esposizione.

Chi sono i ministri e di quale sorta Iddio ne ha dati al mondo

All’inizio del mondo, Dio si è servito quindi degli uomini più eccellenti, cioè dei patriarchi, persone in gran parte semplici [ignoranti] nella sapienza mondana o filosofia [di cui parecchi non erano molto versati nella sapienza umana o filosofia], ma molto sapienti nella vera teologia [in supremo grado intendenti nella vera divina sapienza], ai quali ha spesso parlato attraverso i Suoi angeli. In effetti, i patriarchi sono stati i profeti ed i dottori del loro tempo, ai quali Dio ha prolungato la vita di centinaia di anni, proprio perché fossero come padri e luci del mondo. Mosè, poi, li ha seguiti assieme ai profeti, rinomati nel mondo intero.

Cristo, il Maestro

Dopo di loro, negli ultimi tempi, il Padre celeste ci ha inviato Suo Figlio unigenito[6] come nostro Dottore perfettissimo [Dottore di tutto l’universo], la cui sapienza divina, in Lui residente[7], è fluita su di noi mediante la Sua dottrina santissima, semplicissima, e perfettissima. Egli si è scelto infatti dei discepoli facendosene i Suoi apostoli[8], cioè ambasciatori[9]. Essi, andando per il mondo interi, hanno raccolto in ogni luogo delle chiese, mediante la predicazione dell’Evangelo; poi, secondo il comandamento di Cristo, hanno ordinato in esse pastori e dottori, mediante i cui successori il Signore ha fin qui insegnato e governato la Sua Chiesa. Come dunque Dio aveva dato al popolo antico i patriarchi, con Mosè e i profeti, così ha inviato al popolo del Nuovo Testamento il Suo unico Figlio, con gli apostoli e i dottori della Chiesa[10].

I ministri del Nuovo Testamento

Ora, i ministri del nuovo popolo sono chiamati con diversi nomi. Sono chiamati, infatti, apostoli, profeti, evangelisti, vescovi [guardiani o ispettori], anziani, pastori e dottori. Gli apostoli. Quanto agli apostoli, essi non avevano alcun preciso luogo loro assegnato per predicare, ma riunivano diverse chiese sparse in tutto il mondo[11]; dopo essere state da loro fondate, l’ufficio di apostolo è venuto meno, ma al loro posto sono succeduti, in ciascuna chiesa, i pastori. I profeti. I profeti hanno avuto da Dio anticamente la conoscenza delle cose future ed hanno anche interpretato le Scritture; ne esistono ancora oggi. Gli evangelisti. Sono stati chiamati evangelisti coloro che hanno scritto la storia evangelica ed hanno aiutato gli apostoli nel vangelo di Cristo, come Paolo ordina a Timolo di fare opera di evangelista (2 Ti. 4:5). I vescovi. Quanto ai vescovi, essi sono le sentinelle ed i sorveglianti della Chiesa, per dispensare il cibo e le cose necessarie alla Chiesa. I presbiteri. Gli anziani sono come seniori e padri della Chiesa, per governarla con il loro buono e santo consiglio. I pastori. Riguardo ai pastori, essi pascolano il gregge del Signore [vigilano sulla custodia dell’ovile del Signore] e gli procurano le cose necessarie ed utili. I dottori. L’ufficio dei dottori è quello di istruire ed insegnare la vera fede e vita. Ci sarà quindi lecito chiamare ora i ministri delle chiese: parroci, anziani, pastori, dottori, predicatori, ecc.

Gli ordini papisti

Del resto, in questi ultimi tempi, sono stati introdotti nella Chiesa di Dio molti e diversi nomi dei ministri. In effetti, alcuni sono stati nominati patriarchi, altri arcivescovi, altri suffraganei, così pure metropoliti, arcipreti, diaconi, suddiaconi, accoliti, esorcisti, cantori, e ostiari e non so quali altri, come cardinali, prevosti e priori, padri minori e maggiori. Noi, però, non ci preoccupiamo minimamente di quello che sono stati o sono tuttora, bastandoci la sola dottrina apostolica che tratta dei ministri.

Sapendo per certo che i monaci e gli ordini religiosi, non sono stati istituiti né da Gesù Cristo, né dagli apostoli, noi sosteniamo che essi non solo sono inutili alla Chiesa di Dio, ma anche sommamente pericolose [perniciosi e dannosi]. Infatti, benché un tempo, in linea con il loro nome, fossero solitari [eremiti] e vivessero con il lavoro delle loro mani, senza essere a carico di nessuno, e, ubbidendo in ogni luogo ai pastori delle chiese, come i laici, fossero tollerabili, oggi il mondo intero vede chiaramente chi siano questi frati. Infatti, con la scusa di non so quali voti, essi conducono una vita assolutamente contraria ai loro voti [ripugnante], al punto che i migliori fra di loro possono essere a ragione computati nel numero di coloro dei quali l’Apostolo dice: “Fratelli, vi ordiniamo nel nome del nostro Signore Gesù Cristo che vi ritiriate da ogni fratello che si comporta disordinatamente e non secondo l'insegnamento che avete ricevuto da noi. ... Difatti sentiamo che alcuni tra di voi si comportano disordinatamente, non lavorando affatto, ma affaccendandosi in cose futili” (2 Ts. 3:6,11). Noi non vogliamo quindi persone del genere nelle nostre chiese, ma insegniamo che non le si debba tollerare nelle chiese di Gesù Cristo [che non convenga averne].

I ministri devono essere chiamati ed eletti

Inoltre, nessuno deve usurpare l’onore di ministro ecclesiastico, cioè attribuirselo, né per acquisto [regali], né mediante altre pratiche [maliziosi artifici], né ingerendosi ad esercitarlo di sua propria volontà.

L’ordinazione

Bisogna dunque che i ministri siano chiamati e scelti mediante un’ordinazione ecclesiastica e legittima, cioè che la chiesa li elegga, o siano quelli che sono incaricati da essa con buon ordine, senza tumulto, contesa né sedizione. E che non si scelga con superficialità il primo che si incontri, ma uomini idonei ed eccellenti nella conoscenza delle Sacre Scritture, dotati di eloquenza veramente cristiana, di prudenza semplice e non scaltra e, infine, anche di modestia e di onestà di vita, secondo il canone apostolico che l’Apostolo ci ha dato nella prima a Timoteo (cap. 3 v. 2 ss.) e a Tito (cap. 1 v. 7 ss.). E che coloro che sono stati eletti venga dato il possesso del ministero degli anziani con pubbliche preghiere e l’imposizione delle mani. Ora noi condanniamo qui tutti coloro che corrono di loro spontanea iniziativa (Gr. 23), senza essere stati scelti, inviati, né ordinati.

Condanniamo parimenti i ministri ignoranti e ai quali mancano i doni necessari ad un pastore

Tuttavia confessiamo che, nella Chiesa antica, la semplicità non nociva di certi pastori è servita maggiormente alla Chiesa che non l’erudizione e la scienza svariata, ricercata e sottile, ma un po’ troppo piena di sé, di alcuni. Per cui ancora oggi noi non rigettiamo la semplicità di alcuni che conducono una vita buona, purché non sia assolutamente ignorante.

Il sacerdozio di tutti i credenti

Del resto gli Apostoli di Cristo chiamano sacerdoti tutti coloro che credono in Cristo Gesù, non a causa del ministero, ma perché, essendo stati tutti i fedeli fatti re e sacerdoti, possono offrire a Dio dei sacrifici spirituali[12]. Il sacerdozio ed il ministero sono quindi cose molto diverse e differenti. In effetti, come abbiamo appena detto, il sacerdozio è comune a tutti i cristiani, ma non il ministero. Per cui, noi non abbiamo tolto il ministero dalla Chiesa quando abbiamo rigettato dalla Chiesa il sacerdozio papista.

Sacerdozio e sacerdoti

È noto che nel Nuovo Testamento di Cristo non vi è un sacerdozio come quello dell’antico popolo, che ha avuto un’unzione esteriore, dei paramenti sacri e diverse cerimonie che sono state figure di Cristo, il quale, venendo nel mondo e compiendo tutte queste cose, le ha anche abolite[13]. Quanto però a Lui, il Cristo, Egli resta il solo sommo sacerdote in eterno e perché non attentiamo in nulla a questo, noi non estendiamo a nessun ministro il nome di sacerdote. Nostro Signore, infatti, non ha stabilito nella Chiesa della Nuova Alleanza dei sacerdoti, i quali, avendo ricevuto il potere da qualche suffraganeo, offrissero ogni giorno in vittima e sacrificio per i vivi e per i morti la stessa carne e lo stesso sangue del Signore, ma li ha ordinati perché insegnassero e amministrassero i sacramenti.

La natura dei ministri nel Nuovo Testamento

L’Apostolo Paolo, in effetti, esponendo semplicemente e brevemente ciò che dobbiamo sentire e ritenere dei ministri della Nuova Alleanza o della Chiesa cristiana, e ciò che dobbiamo loro attribuire, dice: “Così, ognuno ci consideri servitori di Cristo e amministratori dei misteri di Dio” (1 Co. 4:1). Egli vuole perciò che consideriamo i ministri come ministri, che egli chiama con un termine greco[14] che indica coloro che, tirando il remo, hanno sempre gli occhi fissi sul padrone della nave o coloro che non vivono o si conducono secondo la loro volontà, ma secondo la volontà altrui, cioè dei loro maestri, dai comandi dei quali essi interamente dipendono. Il ministro della Chiesa, infatti, in tutto e per tutto nel Suo ministero, non deve affatto compiacersi di fare ciò che gli aggrada, ma deve compiere soltanto ciò che gli ha ordinato il suo Maestro. Con ciò si vuole dire qui che è Cristo il nostro Maestro e Signore al quale i ministri sono tenuti ad ubbidire in tutti i doveri che riguardano il loro ministero.

Amministratori dei misteri di Dio

L’Apostolo aggiunge, inoltre, per meglio spiegare ciò che è richiesto al ministero, che i ministri sono amministratori o dispensatori dei misteri di Dio. Ora lo stesso Apostolo, in diversi passi, e soprattutto nell’Epistola agli Efesini (cap. 3, vv. 4,9) ha chiamato misteri di Dio l’Evangelo di Cristo. Anche gli antichi hanno chiamato i sacramenti di Cristi misteri o segreti. I ministri della Chiesa sono quindi chiamati per annunciare ai fedeli l’Evangelo di Cristo ed amministrare loro i sacramenti. Leggiamo infatti nel vangelo che il servitore fedele e prudente è stato messo dal Signore a capo della Sua famiglia, per darla la razione di cibo a tempo opportuno[15]. Così pure, in un altro passo del vangelo, vediamo che un uomo, partendo per un lungo viaggio e lasciando la propria casa, dà in essa autorità ai suoi servi per amministrare i suoi beni e distribuisce ad ognuno il suo compito.

Il potere dei ministri della Chiesa

Ora possiamo dire qualcosa del potere e dell’ufficio dei ministri della Chiesa. Vi sono di quelli che hanno discusso a lungo e con grande dispendio di energie di questo potere, al quale hanno assoggettato tutto ciò che vi è di grande e di eccellente sulla terra e questo contro il comandamento del Signore, il quale, vietando ai Suoi ogni forma di dominio, ha raccomandato soprattutto l’umiltà[16].

Il Signore riserva a Sé stesso il vero potere

Di fatto, esiste un altro potere semplice e sovrano, che viene chiamato il potere dei diritto, potere dal quale tutte le cose sono sottoposte a Colui che è il Signore di tutti, cioè Gesù Cristo, come Lui stesso ne rende testimonianza, dicendo che Gli è stato dato ogni potere in cielo e sulla terra (Mt. 28:18). E ancora: “Ero morto, ma ecco sono vivo per i secoli dei secoli, e tengo le chiavi della morte e del soggiorno dei morti” (Ap. 1:18), e similmente: “Queste cose dice il Santo, il Veritiero, colui che ha la chiave di Davide, colui che apre e nessuno chiude, che chiude e nessuno apre” (Ap. 3:7). Ora il Signore riserva solo a Sé stesso questo potere e non lo cede ad alcun altro, chiunque egli sia, per restare spettatore ozioso dell’azione dei Suoi ministri. Anche Isaia dice: “Metterò sulla sua spalla la chiave della casa di Davide;egli aprirà, e nessuno chiuderà; egli chiuderà, e nessuno aprirà” (Is. 22:22), e inoltre: “per dare incremento all'impero e una pace senza fine al trono di Davide e al suo regno, per stabilirlo fermamente e sostenerlo mediante il diritto e la giustizia, da ora e per sempre: questo farà lo zelo del SIGNORE degli eserciti” (Is. 9:6). Egli, infatti, non carica le spalle altrui del Suo potere, ma se lo riserva e se ne serve ancora per governare tutte le cose.

Il potere del ministro

Del resto, vi è un altro potere di ufficio o ministeriale, che è circoscritto da Colui che ha il pieno potere e che è più servizio che potere, così come un padrone darà autorità all’amministratore della sua casa e a tal fine gli darà le chiavi per introdurre in casa o per escludere da essa coloro che il Suo padrone vuole che siano introdotti od esclusi. In base a questo potere il ministro, seguendo il suo ufficio, fa ciò che il Signore gli ha ordinato di fare ed il Signore ratifica ciò che egli fa e vuole che ciò che fa il Suo ministro sia stimato e riconosciuto come azione Sua propria. A questo si devono ricondurre le espressioni del vangelo: “Io ti darò le chiavi del regno dei cieli; tutto ciò che legherai in terra sarà legato nei cieli, e tutto ciò che scioglierai in terra sarà sciolto nei cieli” (Mt. 16:19); ugualmente: “A chi perdonerete i peccati, saranno perdonati; a chi li riterrete, saranno ritenuti” (Gv. 20:23).

Del resto, se il ministro non fa tutto secondo il comandamento del Signore, ma oltrepassa i limiti del suo mandato, è certo che il suo Signore non approverà ciò che avrà fatto. L’autorità ecclesiastica dei ministri della Chiesa è quindi l’ufficio di governare la Chiesa di Dio, ma a condizione che essi amministrino ogni cosa nella Chiesa come il Signore ha ordinato mediante la Sua Parola e così facendo i fedeli stimano e riconoscono ciò che i ministri hanno fatto come se lo avesse fatto il Signore stesso. Riguardo poi alle chiavi abbiamo già detto qualcosa sopra.

Il potere dei ministri è uno, lo stesso ed uguale

Ora, a tutti i ministri nella Chiesa è dato un medesimo ed uguale potere e compito. È fuori dubbio che fin dall’inizio i vescovi o anziani hanno governato la Chiesa con una comune autorità e nessuno si è preferito all’altro o ha usurpato per sé un maggior potere o dominio sui suoi compagni. Infatti, ricordandosi delle parole del Signore: “per voi non dev'essere così; anzi il più grande tra di voi sia come il più piccolo, e chi governa come colui che serve” (Lu. 22:26), essi si sono conservati umili e, mediante reciproci uffici e servizi, si sono aiutati vicendevolmente per governare e conservare la Chiesa.

L’ordine deve essere preservato

Tuttavia, per mantenere l’ordine, si è sempre conservato qualcuno, fra questi ministri, che ha avuto il compito di riunire gli altri e di proporre loro le cose che si volevano sottoporre a deliberazione; così pure, di raccogliere le opinioni degli altri e, infine, di impedire con tutte le sue forze che non vi fosse confusione. È quello che ha fatto, come leggiamo negli Atti degli Apostoli, l’apostolo Pietro, il quale non di meno non è stato preposto agli altri, né ha ottenuto un maggiore potere rispetto ai suoi compagni (At. 6). Cipriano Martire nel libro “Sulla semplicità dei chierici”, ha detto molto bene che gli altri apostoli erano esattamente come Pietro, cioè a lui uguali compagni in onore e potere, ma l’inizio fra di loro procede dall’unità, in modo che si comprenda con questo mezzo che non vi è che una sola Chiesa[17].

Quando e come si preponga l’uno all’altro. Similmente Girolamo, concordando con Cipriano, nei suoi commenti alla lettera di Paolo a Tito[18] dice: “Prima che per istigazione del diavolo non vi fossero delle fazioni e dei partiti nella religione, le chiese erano governate dal comune consiglio degli anziani, ma da quando ognuno ritenne che quegli che aveva battezzati erano suoi e non di Cristo, si ordinò che uno degli anziani venisse eletto a presiedere sugli altri ed a lui si affidò tutta la cura della Chiesa in modo da levare con questo mezzo il seme degli scismi”. Tuttavia Girolamo non presenta questo decreto come divino, e non vuole conservarlo come tale. Subito dopo, infatti, egli aggiunge: “Come gli anziani sanno che, secondo la tradizione della Chiesa, essi sono soggetti a Colui che è posto su di loro, cosi bisogna che i vescovi sappiano che sono superiori agli anziani più per la tradizione che non per la disposizione ed il comandamento della verità del Signore, e che essi devono governare la Chiesa insieme”, ecco ciò che dice. Nessuno può quindi impedirci di ritornare all’antico ordinamento della Chiesa di Dio e di accogliere quello, piuttosto che la tradizione inventata dagli uomini.

I doveri dei ministri

I compiti dei ministri sono diversi, ma molti li riducono solo a due, comprendendo in essi tutti gli altri: l’ufficio della dottrina evangelica di Cristo e l’amministrazione dei sacramenti. E’ compito dei ministri quello di riunire la santa assemblea [adunare le sante adunanze] per esporre loro la Parola di Dio ed applicare tutta la dottrina all’uso ed all’utilità della Chiesa, in modo che ciò che viene insegnato sia utile agli ascoltatori e che i fedeli ne siano edificati. È compito dei ministri[19], dico, istruire gli ignoranti e spingere avanti nella via del Signore i pigri ed i lenti; consolare e confermare i pusillanimi ed i deboli di cuore e rafforzarli contro le diverse tentazioni di Satana; riprendere e redarguire [riprendere] coloro che peccano, ricondurre sulla retta via gli erranti, rialzare coloro che hanno inciampato, rimproverare e convincere i contrari [i contraddicenti], scacciare i lupi dall’ovile di Cristo, riprendere con gravità e prudenza le malvagità e i malvagi, senza chiudere gli occhi sui vizi e sui misfatti. Il loro compito è anche quello di amministrare i sacramenti, raccomandarne il vero uso e preparare ognuno [all’uso dei medesimi], mediante la sana dottrina, a riceverli, intrattenere i fedeli in santa unità e impedire [con tutto il loro potere] gli scismi [e le divisioni], catechizzare ed istruire gli ignoranti [istruire l’imperita ed ignorante gioventù], raccomandare alla chiesa le necessità dei poveri, visitare i malati e coloro che sono assaliti da diverse tentazioni, istruirli e mantenerli sul cammino della vita, comandare che in tempi di necessità si facciano preghiere pubbliche con il digiuno o la santa astinenza, e procurare, infine, con grande cura e diligenza, tutto ciò che serve alla tranquillità, alla pace ed alla salvezza delle chiese.

Affinché il ministro, però, possa realizzare meglio e più facilmente tutto questo, si richiede anzitutto che egli tema Dio [sia timorato di Dio], che preghi spesso [perseverante nelle orazioni], che sia interamente [e diligentemente] dedito alla lettura delle Sacre Scritture e vegli sempre e in ogni cosa, e, infine, che la sua vita, buona e santa, serva come torcia per illuminare tutti [dando a tutti un buon esempio con un comportamento pio, casto e cristiano].

La disciplina

Inoltre, dal momento che la disciplina è assolutamente necessaria nella Chiesa e che tutta la Chiesa antica ha usato la scomunica, e che vi sono stati anche giudizi ecclesiastici nel popolo di Dio, spetta pure ai ministri, per l’edificazione della Chiesa, di presiedere a questa disciplina secondo che verrà richiesto dalle condizioni del tempo, dalla pubblica situazione e dalla necessità. In questo si deve sempre seguire questa regola, che tutte le cose si facciano nella Chiesa per l’edificazione[20], in modo decente, onesto, senza tirannia o sedizione, senza nutrire i vizi, e senza usarne in modo indiscriminato. L’Apostolo testimonia infatti che Dio gli ha dato autorità nella Chiesa per la sua edificazione e non per la sua distruzione[21]. È lo stesso Signore, poi, che proibisce agli stessi angeli di strappare le erbacce del Suo campo, temendo che, facendolo, non strappino anche il buon grano[22].

Bisogna prestare ascolto anche ai cattivi ministri

Del resto noi detestiamo qui l’errore dei donatisti, che giudicano dell’efficacia e della nullità sia della dottrina che dell’amministrazione dei sacramenti, secondo la buona o cattiva condotta dei ministri (Mt. 23). Sappiamo infatti che si deve ascoltare la voce di Cristo anche dalla bocca dei cattivi ministri [dei peccatori], poiché il Signore ha detto: “Fate dunque e osservate tutte le cose che vi diranno, ma non fate secondo le loro opere; perché dicono e non fanno” (Mt. 23:3). D’altronde non ignoriamo neppure che i sacramenti sono santificati dall’ordinanza e dalla parola di Cristo e che sono efficaci per i fedeli anche nel caso in cui vengano loro offerti da ministri indegni. Di questa materia, Agostino, fedele servitore di Dio, ha ampiamente trattato dalle scritture contro i donatisti.

I sinodi

Ciononostante è necessario che vi sia tra i ministri una disciplina ben regolata. Nei sinodi [ossia nelle adunanze dei ministri] si deve procedere ad una diligente investigazione sulla dottrina e sulla vita dei ministri, e quanti fra loro peccano, devono essere ripresi dagli anziani e ricondotti sulla retta via, se vogliono accettare la correzione, o deporli e cacciarli come lupi del gregge del Signore, ad opera dei veri pastori, se sono incurabili. Infatti, se sono falsi dottori non devono essere assolutamente tollerati.

E noi non condanniamo neppure i concili universali, purché siano celebrati secondo l’esempio apostolico, per la salvezza e non per la rovina della Chiesa.

L’operaio è degno della sua paga

Tutti i ministri fedeli meritano il loro salario, come buoni operai, e non fanno alcun male a ricevere il loro stipendio e tutto ciò che è necessario, sia per loro che per la loro famiglia. L’Apostolo dice infatti che queste cose sono giustamente donate dalla Chiesa e sono quindi giustamente ricevute da loro[23]. Ne consegue che gli anabattisti sono condannati dalla dottrina apostolica quando condannano ed oltraggiano i ministri che vivono del loro ministero.

Note

[1] Funzione dei ministri (servitori, strumenti di Dio): costituire, governare e conservare la comunità cristiana.

[2] Funzione: condurre persone alla salvezza in Cristo (alla conversione) ed istruirle nella Parola di Dio.

[3] Un’ammonizione contro coloro che dicono di potere fare a meno dei ministri di Dio perché Dio parlerebbe loro direttamente.

[4] Un’ammonizione contro chi attribuisce troppo ai ministri, visto che sono solo strumenti, mentre è Dio che opera.

[5] Funzione : seminare la fede e prendersi cura della sua crescita.

[6] « Dio, dopo aver parlato anticamente molte volte e in molte maniere ai padri per mezzo dei profeti, in questi ultimi giorni ha parlato a noi per mezzo del Figlio, che egli ha costituito erede di tutte le cose, mediante il quale ha pure creato l'universo » (Eb. 1:1,2).

[7] « Nel principio era la Parola, la Parola era con Dio, e la Parola era Dio. Essa era nel principio con Dio » (Gv. 1:1,2).

[8] “Quando fu giorno, chiamò a sé i suoi discepoli e ne scelse dodici, ai quali diede anche il nome di apostoli” (Lu. 6:13).

[9] « per il quale sono ambasciatore in catene, perché lo annunzi francamente, come conviene che ne parli » (Ef. 6:20).

[10]“Siete stati edificati sul fondamento degli apostoli e dei profeti, essendo Cristo Gesù stesso la pietra angolare” (Ef. 2:20).

[11] 1 Co. 12 :28 ; Ef. 4 :11.

[12] Es. 19 :6 ; 1 Pi. 2 :5,9 ; Ap. 1 :6.

[13] « dove Gesù è entrato per noi quale precursore, essendo diventato sommo sacerdote in eterno secondo l'ordine di Melchisedec » (Eb. 6:20).

[14] hyperetas.

[15] « Chi è dunque l'amministratore fedele e prudente che il padrone costituirà sui suoi domestici per dar loro a suo tempo la loro porzione di viveri? » (Lu. 12:42).

[16] Lu. 22 :25,26 ; Mt. 18 :3,4 ; 209 :24ss.

[17] De Cath Ecclesiae Unitate, cap. 4.

[18] cap. 1, v. 5.

[19] 1 Ts. 5 :12 ; Tt. 1 :9.

[20] « Cerchiamo dunque di conseguire le cose che contribuiscono alla pace e alla reciproca edificazione » (Ro. 14:19).

[21] « Infatti se anche volessi vantarmi un po' più dell'autorità, che il Signore ci ha data per la vostra edificazione e non per la vostra rovina, non avrei motivo di vergognarmi » (2 Co. 10:8).

[22] « egli rispose: "No, affinché, cogliendo le zizzanie, non sradichiate insieme con esse il grano. Lasciate che tutti e due crescano insieme fino alla mietitura; e, al tempo della mèsse, dirò ai mietitori: Cogliete prima le zizzanie, e legatele in fasci per bruciarle; ma il grano, raccoglietelo nel mio granaio" » (Mt. 13:29,30).

[23] 1 Co. 9 ; 1 Ti.5.