Confessioni di fede/Westminster/Confessione di fede/cfw20/cfw20-3

Da Tempo di Riforma Wiki.
Vai alla navigazione Vai alla ricerca
La versione stampabile non è più supportata e potrebbe contenere errori di resa. Aggiorna i preferiti del tuo browser e usa semmai la funzione ordinaria di stampa del tuo browser.

Indice - Indice sezione - Articolo precedente - Articolo successivo

20:3 Coloro che, sotto il pretesto della libertà cristiana, praticano abitualmente un qualsiasi peccato o indulgono in qualche cupidigia, corrompono il fine [stesso] della libertà cristiana, vale a dire, dopo essere stati liberati dalla mano dei nostri nemici, noi si possa servire il Signore senza paura, alla Sua presenza, in santità e giustizia, tutti i giorni della nostra vita (399).

Testo originale

Inglese Latino
III. They who, upon pretense of Christian liberty, do practice any sin, or cherish any lust, do thereby destroy the end of Christian liberty; which is, that, being delivered out of the hands of our enemies, we might serve the Lord without fear, in holiness and righteousness before him, all the days of our life III. Qui sub prætextu Christianæ libertatis, cuivis aut cupiditati indulgent aut peccato assuescunt, eo ipso libertatis Christianæ finem corrumpunt; nempe ut e manibus inimicorum nostrorum liberati, Domino in sanctimonia et justitia coram ipso omnibus diebus vitæ nostræ absque metu serviamus.

Riferimenti biblici

­*(399)"Perché, fratelli, voi siete stati chiamati a libertà; soltanto non fate della libertà un'occasione per vivere secondo la carne, ma per mezzo dell'amore servite gli uni agli altri" (Galati 5:13); "Fate questo come uomini liberi, che non si servono della libertà come di un velo per coprire la malizia, ma come servi di Dio" (1 Pietro 2:16); "...promettono loro la libertà, mentre essi stessi sono schiavi della corruzione, perché uno è schiavo di ciò che lo ha vinto" (2 Pietro 2:19); "Gesù rispose loro: «In verità, in verità vi dico che chi commette il peccato è schiavo del peccato" (Giovanni 8:34); "...di concederci che, liberati dalla mano dei nostri nemici, lo serviamo senza paura, in santità e giustizia, alla sua presenza, tutti i giorni della nostra vita" (Luca 1:74-75).

Commento

Coloro che, sotto il pretesto della libertà cristiana, sono adusi [sono avvezzi, si assuefanno, praticano abitualmente] ad un qualsiasi peccato o indulgono [serbano in cuore] in qualche cupidigia [cupidigia, avidità, brama, voglia, bramosia, desiderio insano, passione, ambizione], [così facendo] corrompono [distruggono] il fine [la finalità, l'obiettivo] della libertà cristiana, vale a dire, dopo essere stati liberati dalla mano dei nostri nemici, servire il Signore senza paura[cupidigia, avidità, brama, voglia, bramosia, desiderio (specialmente di denaro), passione, ambizione], alla Sua presenza, in santità e giustizia tutti i giorni della nostra vita.

La libertà cristiana non ci dà licenza di peccare. Vi sono due estremi: coloro che ci sottraggono la libertà cristiana imponendoci cose che vanno al di là dell'insegnamento delle Scritture (legalismo), e coloro che fanno appello alla loro libertà in Cristo come scusa per commettere ciò che è peccato (antinomismo). Il vero cristiano evita entrambi gli estremi.