Confessioni di fede/Westminster/Culto pubblico/Cultowest14: differenze tra le versioni

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== 12. I giorni di pubblico digiuno ==
== 13. L’osservanza di giorni di pubblico ringraziamento ==


Quando grandi e considerevoli giudizi vengono inflitti ad un popolo, apparenti o imminenti, oppure da fatti straordinari che si giudichino ben meritati, come pure quando si vogliono implorare al Signore speciali benedizioni, un pubblico e solenne digiuno (che dovrà perdurare un intero giorno) è un dovere che Dio si aspetta da una nazione o da un popolo.
Quando si dovrà tenere un tale giorno, se ne dia debito avviso e, in quell’occasione, un certo tempo conveniente prima, che il popolo si possa preparare ad esso.


Un digiuno religioso richiede la totale astensione, non solo da ogni cibo (a meno che debolezze del corpo manifestamente siano sconsiglino un digiuno completo, nel qual caso, se fosse praticato, anche solo in parte, causerebbe svenimenti) ma anche da ogni lavoro, discorso, e pensiero mondano, e da ogni divertimento del corpo e cose simili (che altrimenti sarebbero legittimi), ricchi vestiti, ornamenti, e simili durante il digiuno, e molto più da qualunque cosa è per natura scandalosa ed offensiva,. come vestiti stravaganti, abitudini e gesti lascivi, ed altre vanità d’entrambi i sessi, che raccomandiamo a tutti i ministri, nei loro luoghi, di redarguire diligentemente e con zelo, sempre, ma in particolare ad un digiuno, senza rispetto di persone, come se ne presenterà l’occasione.
Quando verrà quel giorno, e la comunità (dopo essersi privatamente preparata) sarà riunita, il ministro dovrà iniziare con una parola d’esortazione, per ravvivare il popolo al dovere per cui essi si sono incontrati, e con una breve preghiera affinché Iddio assista e benedica (come avviene pure in altre occasioni di culto pubblico), secondo la particolare occasione dell’incontro.


Prima dell’incontro pubblico, ogni famiglia e persona a parte, dovranno privatamente usare ogni cura religiosa per preparare il loro cuore a tale opera solenne, e presentarsi al più presto in comunità.
Che lui faccia poi un conciso resoconto della liberazione che è stata ottenuta, o della misericordia ricevuta, o di qualunque abbia causato quella riunione della comunità, affinché tutti possano comprenderlo, od esserne rammentati, e meglio ancora colpiti nel loro cuore da essa. In quanto poi il canto dei Salmi è, più di ogni altra cosa, l’ordinanza meglio appropriata per esprimere la gioia e la riconoscenza, che si canti qualche salmo pertinente ed adatto allo scopo, prima o dopo la lettura di qualche porzione della Parola, appropriata all’occasione. Il ministro poi che dovrà predicare, proceda ad ulteriori esortazioni e preghiere prima del suo sermone, con riferimento speciale all’occasione. Dopo di questo, che egli predichi su qualche testo della Scrittura pertinente all’occasione.


Gran parte della giornata, come sarà convenientemente stabilita, dovrà essere passata nella lettura e nella predicazione della Parola, cantando Salmi adatti a risvegliare il sentimento di tale dovere, ma specialmente nella preghiera, di questo o simile tenore:
Terminato il sermone, che non solo egli preghi, come avviene pure ogni qual volta termina un sermone, rammentando le necessità della Chiesa, del Re e dello Stato (se prima del sermone questo è stato omesso), ma si allarghi in dovuto e solenne rendimento di grazie per la misericordia e la liberazione ottenuta, e in particolare per ciò che tutti sono stati convocati ad esprimere riconoscenza. Si associ questo all’umile richiesta perché Dio continui e rinnovi le Sue misericordie, come sarà necessario, e per la grazia santificante di farne giusto uso. Così, dopo aver cantato un altro Salmo, adatto alla misericordia, congedi la comunità con una benedizione, affinché possano avere tempo sufficiente per i loro pasti e rinfreschi.


*Si darà gloria alla grande maestà di Dio, il Creatore, Preservatore, e supremo Reggitore del mondo che ci inspiri nel migliore dei modi santa riverenza e timore di Lui.
Il ministro, però, prima del congedo, dovrà solennemente ammonirli a fare attenzione a non eccedere e far ressa, a non lasciarsi andare alla ghiottoneria ed all’ebbrezza, ed ancora più di questi peccati dopo aver mangiato e bevuto, e che la loro gioia non sia carnale, ma spirituale: questo solo rende la lode di Dio gloriosa ed essi stessi umili e sobri, e che sia il loro mangiare e la loro allegria li possa rendere più gioiosi e aperti, per celebrare le Sue lodi nel mezzo della comunità, quando ritorneranno ad essa nella parte restante della giornata. Quando l’assemblea si riunirà di nuovo, si dovrà fare la stessa procedura di preghiera, lettura, predicazione, canto dei Salmi, e maggiori e più grandi ringraziamenti, più di quelli che sono stati elevati al mattino, che dovranno rinnovarsi e continuare, per quanto il tempo permetta. In uno o in entrambi gli incontri pubblici de quel giorno, si farà una colletta per i poveri (come pure si dovrà fare nel giorno dell’umiliazione pubblica), affinché anch’essi possano gioire e rallegrarsi maggiormente con noi. Il popolo, inoltre, dovrà essere esortato, alla fine dell’ultimo incontro, a passare il resto della giornata in santi doveri, e nel rendere testimonianza di amore e di carità cristiana l’uno verso l’altro, e rallegrarsi sempre più nel signore, come conviene a coloro che fanno del Signore la loro gioia e la loro forza. 
*Si riconosca le Sue molteplici, grandi e tenere misericordie, specialmente verso la Chiesa e la nazione, per umiliare efficacemente il nostro cuore di fronte a Lui.
*Si confessino umilmente i peccati d’ogni sorta, con le loro diverse aggravanti;
*Si giustifichino i giusti giudizi di Dio, come molto meno intensi di quelli che avrebbe dovuto infliggerci;
*Si implori umilmente e di tutto cuore la Sua misericordia e grazia verso di noi, la chiesa, la nazione, per il nostro re e per tutti coloro che sono in autorità, come per tutti gli altri per i quali siamo tenuti a pregare (secondo che le attuali esigenze richiedono) con maggiore speciale importunità e zelo che in altre occasioni.
*Si applichino per fede le promesse e bontà di Dio per il perdono, l’aiuto e la liberazione dai mali che sentiamo, temiamo, o meritiamo, e per ottenere le benedizioni di cui abbiamo bisogno e che ci aspettiamo, insieme alla completa riconsacrazione di noi stessi per sempre al Signore.
 
In tutte queste richieste, i ministri, che sono la voce del popolo verso Dio, dovrebbero parlare dal loro proprio cuore, dopo aver seriamente meditato a fondo, affinché sia loro stessi che il loro popolo possano esserne molto toccati e umiliati, specialmente di dolore per i propri peccati. Che quello possa davvero essere un giorno di profonda umiliazione ed afflizione dell’anima.
 
Bisognerà fare speciale scelta di quei brani della Scrittura che dovranno essere letti per la predicazione, quelli che possano parlare in modo speciale agli uditori in questa occasione e disporli maggiormente all’umiliazione ed al pentimento; insistendo molto su quei particolari che, secondo l’osservazione e l’esperienza dei ministri, maggiormente conducono all’edificazione e riforma di quella comunità alla quale predicheranno.
 
Prima di terminare i doveri pubblici, il ministro dovrà, a nome suo proprio e in quello del popolo, impegnare il suo ed il cuore degli uditori ad appartenere al Signore, con professato proposito e risoluzione di riformare tutto ciò che fra di loro è carente o errato, ed in particolare quei peccati di cui sono stati particolarmente colpevoli, ed accostarsi a Dio, e camminare più strettamente e fedelmente con Lui in nuova ubbidienza, più che mai prima.
 
Dovrà pure ammonire il popolo, con ogni insistenza, che l’opera di quel giorno non dovrà finire con il termine dei doveri pubblici, ma che dovranno approfondirla per il resto del giorno, e l’intera loro vita, rafforzando sé stessi e le loro famiglie in privato tutti quei pii sentimenti e risoluzioni che hanno professato in pubblico, affinché quelli possano radicarsi per sempre nel loro cuore, e diventare sempre di più, per questo, un odore soave in Cristo per Dio, affinché Egli sia pacificato con loro, risponda con la Sua grazia, perdoni i peccati, ci liberi dal Suo giudizio, allontani e prevenga le piaghe, e conferisca benedizioni adatte alle condizioni e preghiere del popolo, per Gesù Cristo.
 
Accanto ai solenni e generali digiuni comandati dalle autorità, noi giudichiamo che, in altri tempi, pure le comunità possano stabilire tali giorni di digiuno, quando la divina provvidenza amministri loro speciali occasioni. Pure le famiglie potranno fare lo stesso, ma in giorni diversi da quelli stabiliti per il digiuno o per altri pubblici doveri di culto.


 
 


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Versione attuale delle 17:34, 29 mag 2020

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13. L’osservanza di giorni di pubblico ringraziamento

Quando si dovrà tenere un tale giorno, se ne dia debito avviso e, in quell’occasione, un certo tempo conveniente prima, che il popolo si possa preparare ad esso.

Quando verrà quel giorno, e la comunità (dopo essersi privatamente preparata) sarà riunita, il ministro dovrà iniziare con una parola d’esortazione, per ravvivare il popolo al dovere per cui essi si sono incontrati, e con una breve preghiera affinché Iddio assista e benedica (come avviene pure in altre occasioni di culto pubblico), secondo la particolare occasione dell’incontro.

Che lui faccia poi un conciso resoconto della liberazione che è stata ottenuta, o della misericordia ricevuta, o di qualunque abbia causato quella riunione della comunità, affinché tutti possano comprenderlo, od esserne rammentati, e meglio ancora colpiti nel loro cuore da essa. In quanto poi il canto dei Salmi è, più di ogni altra cosa, l’ordinanza meglio appropriata per esprimere la gioia e la riconoscenza, che si canti qualche salmo pertinente ed adatto allo scopo, prima o dopo la lettura di qualche porzione della Parola, appropriata all’occasione. Il ministro poi che dovrà predicare, proceda ad ulteriori esortazioni e preghiere prima del suo sermone, con riferimento speciale all’occasione. Dopo di questo, che egli predichi su qualche testo della Scrittura pertinente all’occasione.

Terminato il sermone, che non solo egli preghi, come avviene pure ogni qual volta termina un sermone, rammentando le necessità della Chiesa, del Re e dello Stato (se prima del sermone questo è stato omesso), ma si allarghi in dovuto e solenne rendimento di grazie per la misericordia e la liberazione ottenuta, e in particolare per ciò che tutti sono stati convocati ad esprimere riconoscenza. Si associ questo all’umile richiesta perché Dio continui e rinnovi le Sue misericordie, come sarà necessario, e per la grazia santificante di farne giusto uso. Così, dopo aver cantato un altro Salmo, adatto alla misericordia, congedi la comunità con una benedizione, affinché possano avere tempo sufficiente per i loro pasti e rinfreschi.

Il ministro, però, prima del congedo, dovrà solennemente ammonirli a fare attenzione a non eccedere e far ressa, a non lasciarsi andare alla ghiottoneria ed all’ebbrezza, ed ancora più di questi peccati dopo aver mangiato e bevuto, e che la loro gioia non sia carnale, ma spirituale: questo solo rende la lode di Dio gloriosa ed essi stessi umili e sobri, e che sia il loro mangiare e la loro allegria li possa rendere più gioiosi e aperti, per celebrare le Sue lodi nel mezzo della comunità, quando ritorneranno ad essa nella parte restante della giornata. Quando l’assemblea si riunirà di nuovo, si dovrà fare la stessa procedura di preghiera, lettura, predicazione, canto dei Salmi, e maggiori e più grandi ringraziamenti, più di quelli che sono stati elevati al mattino, che dovranno rinnovarsi e continuare, per quanto il tempo permetta. In uno o in entrambi gli incontri pubblici de quel giorno, si farà una colletta per i poveri (come pure si dovrà fare nel giorno dell’umiliazione pubblica), affinché anch’essi possano gioire e rallegrarsi maggiormente con noi. Il popolo, inoltre, dovrà essere esortato, alla fine dell’ultimo incontro, a passare il resto della giornata in santi doveri, e nel rendere testimonianza di amore e di carità cristiana l’uno verso l’altro, e rallegrarsi sempre più nel signore, come conviene a coloro che fanno del Signore la loro gioia e la loro forza.