Corsi/Custodisci/06: differenze tra le versioni

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'''VI.'''


'''CRISTO, SPERANZA DELLA GLORIA'''
{{Custodisci}}


'''''Leggere: Filippesi 2:5-11'''''
= VI. IL PECCATO E I SUOI EFFETTI =


Ci siamo così lasciati alle spalle l'ora più oscura della storia umana. Ci volgeremo ora a considerare ciò che Dio ha compiuto per salvare l'uomo dal peccato, dalla morte e dall'inferno, perché Egli non l'ha abbandonato alla condanna che pur meritava. Nel luogo stesso in cui Egli aveva pronunciato la Sua sentenza, infatti, Iddio ha pure proclamato quella che doveva divenire la buona notizia - l'Evangelo- per Adamo, per Eva, e per la loro discendenza.
'''Lettura biblica''': {{Passo biblico|Genesi 3}}


Nel capitolo precedente abbiamo visto come Dio aveva annunciato la Sua intenzione di capovolgere la vittoria di Satana mediante "la discendenza della donna" la quale, attraverso una sorta di ferita avrebbe vinto il serpente e la discendenza d'esso. Da questa prima promessa di redenzione apprendiamo che ''Dio Colui che dà inizio al piano di salvezza.''' L'uomo, infatti, a causa del suo peccato, non è in grado di avvicinarsi a Dio a meno che Dio stesso non intervenga in suo favore e trasformi il suo cuore tanto da '''volere''' avvicinarsi a Dio.
"Perché faccio ciò che so essere sbagliato" chiede un ragazzo a suo padre. Anche tutti noi ci facciamo spesso domande di questo tipo. Perché intorno a noi ctanto male? Perché ctanto crimine? Perché i ricchi ed i privilegiati sembrano essere inclinati ad infrangere la legge tanto quanto i poveri e degli emarginati?


Al fine di salvare l'uomo dai suoi peccati e di onorare la sua divina giustizia, Dio nell'eternità stabilisce un piano (il consiglio di pace), ristabilisce il Suo rapporto con l'uomo (il patto della grazia), quindi promette e manda sulla terra un Salvatore, il Suo unigenito Figliolo, Gesù Cristo, per compiere questa redenzione.
I filosofi a queste domande hanno fornito molte risposte, ma nessuna di queste sembra dare ragione sufficiente alla prevalere nel mondo del peccato e della malvagità. Solo la Bibbia ci può dire esattamente perché siamo come siamo.


'''Il consiglio di pace'''
La domanda di fondo che si chiede da dove è venuto il male, non è però una a cui la Bibbia dà risposta. Perché l'eterno, sovrano ed onnipotente Iddio permette al peccato di guastare il suo buon creato? Noi questo non lo sappiamo, perché a questo riguardo la Scrittura tace.


L'inizio del piano redentivo di Dio inizia nell'eternità in ciò che è stato chiamato "il consiglio di pace", o "patto di redenzione". Dio ha determinato dall'eternità di salvare parte della razza umana attraverso l'opera di Cristo. Paolo afferma: ''"...siccome in lui ci ha eletti, prima della fondazione del mondo, affinché fossimo santi ed irreprensibili dinanzi a lui nell'amore"'' (Efesini 1:4).
Possiamo avere un piccolo conforto nel sapere che il peccato non ebbe origine nell'uomo, ma fu introdotto nel mondo da Satana, il quale a sua volta è una creatura decaduta, respinta per questo dalla presenza di Dio (vedi Apocalisse 12:9). Questo misterioso evento, che avvenne nella dimensione dello spirito, può in qualche modo spiegare perché non possiamo risolvere il problema dell'origine ultima del peccato.


Quest'affermazione mostra come Dio abbia scelto alcuni in vista della salvezza (gli eletti), e i salvati debbano essere santi ed irreprensibili. Non li ha scelti perché già erano santi ed irreprensibili, ma affinché lo diventassero.
== Un patto d'opere ==


L'affermazione che troviamo subito dopo continua a descriverci l'azione di Dio nell'eternità: ''"...avendoci predestinati ad essere adottati, per mezzo di Gesù Cristo, come suoi figlioli, secondo il beneplacito della sua volontà"'' (Efesini 1:5).
L'uomo era stato originalmente creato buono. Era giusto per natura e inclinato a fare ciò che piace a Dio, perché in lui non c'era peccaminosità. Era stato creato ad immagine e somiglianza di Dio, e Dio aveva dichiarato che questo coronamento della stessa creazione era molto buono (vedi Genesi 1:31).


Questo ci dice come Egli non era affatto tenuto a salvare alcuno della razza umana, ma che era solo il suo beneplacito a renderlo possibile. Al fine d'essere giusto, tutto ciò che Dio era tenuto a fare era di abbandonarci ai nostri peccati. Il fatto però che Egli abbia scelto di salvarne alcuni può essere spiegato solo nei termini di pura grazia.
Una delle benedizioni che l'uomo aveva ricevuto era la libertà -poteva scegliere di fare ciò che voleva. Questo dono della libertà, però, comportava il rischio di fare una scelta sbagliata e perdere così la sua rettitudine. La gloria di Dio sarebbe stata naturalmente promossa se la sua creatura razionale avesse volontariamente scelto di servire Lui piuttosto che essere come un automa, incapace di fare altrimenti che obbedire a Dio.


Avendo decretato di salvarne alcuni, Dio provvede loro tutto ciò che è necessario per realizzare questo fine. Nel piano della salvezza, infatti, troviamo coinvolte tutte e tre le persone della Trinità: questo è il motivo per cui si parla di "consiglio" di pace, e da questo procede il patto della grazia. [In Zaccaria 6:13 troviamo appunto descritto un 'consiglio di pace' fra l'Eterno e Colui che ha nome 'il Germoglio']. Il Padre sceglie alcuni per essere santi ed irreprensibili, poi manda il Suo unigenito Figliolo per conseguire la loro redenzione (Efesini 1:6-8).
Dato che l'uomo era stato creato con una capacità naturale di rapportarsi in modo significativo con Dio, venne stabilito con lui un patto o alleanza, e lui godeva di comunione personate con il suo creatore.


Il Figlio consegue la nostra redenzione versando il Suo sangue, perdonando i nostri peccati e ristabilendoci in un giusto rapporto con Dio (Efesini 1:7-12). In un'altra lettera Paolo afferma che il Figlio non cercava il proprio interesse, ma quello degli eletti ''"annichilì sé stesso prendendo forma di servo e divenendo simile agli uomini; ed essendo trovato nell'esteriore come un uomo, abbassò sé stesso facendosi ubbidiente fino alla morte, e alla morte di croce"'' (Filippesi 2:7,8). Egli così consegue vittoria sul peccato, sulla morte, e sulla tomba risorgendo dai morti,
Come creatura razionale era suo dovere servire il Creatore e fare tutto ciò che gli era richiesto. Al fine di portare l'uomo alla scelta cosciente di servirlo liberamente, Dio lo pose in una situazione di prova. Egli designò uno degli alberi dell'Eden "l'albero della conoscenza del bene e del male". L'uomo poteva avvalersi liberamente di tutto ciò che l'Eden offriva, ma il fatto che era ciononostante anche lui una creatura doveva essergli sempre chiaro: aveva dei limiti, e questi limiti erano rappresentati dalla proibizione che Dio gli aveva fatto di nutrirsi del frutto di quel particolare albero.


Lo Spirito Santo è inviato sia dal Padre che dal Figlio per assegnare agli eletti l'opera che Cristo ha compiuto sulla croce. Egli lo compie chiamandoli in modo efficace, suggellandoli (segnandoli come a Lui appartenenti per l'eternità) e garantendo loro la loro eterna eredità (vedi Efesini 1:13,14).
La prova consisteva nel fatto che era solo il preciso comando di Dio che avrebbe contraddistinto questo dagli altri alberi del giardino. Dio aveva scelto quest'albero, rispetto agli altri per mettere l'uomo davanti alla scelta di obbedire o non obbedire a Dio solo perché era Dio, e senza discutere sul significato di quest'ordine. Come creatura razionale che sapeva che Dio era il suo Creatore e che godeva di un'intima comunione con Lui, Adamo non aveva ragione per mettere in questione l'obbedienza a questo comando.


Tutte queste operazioni del Dio trino sono intese a lode della Sua gloria (Efesini 1:6,12,14).
Questa prova è comunemente chiamata "il patto d'opere". E' stata così chiamata perché il privilegio di continuare a godere delle benedizioni di Dio era condizionale all' "opera" di Adamo, cioè alla sua obbedienza. Essa è stata pure chiamata "il patto della vita", per ciò che implicava nel caso che Adamo avesse obbedito. Se avesse mangiato dell'albero proibito, sarebbe sicuramente morto (Genesi 2:17). D'altra parte, se avessero obbedito a Dio avrebbe continuato a vivere e probabilmente, dopo questo periodo di prova, avrebbe guadagnato la vita eterna.


'''Il patto di grazia'''
La Bibbia ci dice pure che Adamo non è il capostipite naturale dell'umanità, ma pure capo o rappresentante di un'alleanza che coinvolgeva pure tutti i suoi discendenti. Quando Adamo agiva, egli agiva in rappresentanza di noi tutti; quando cadde in peccato, tutti noi è come se avessimo peccato in lui (vedi Romani 5:12-19). Potrebbe anche non piacerci questa dottrina dell'imputazione a noi del peccato di Adamo quando pensiamo alla caduta, ma, quando consideriamo Gesù Cristo (il secondo Adamo), il quale opera in nostro favore nel morire in rappresentanza del popolo del patto, ci rallegriamo che egli sia il nostro rappresentante "federale" e che la sua giustizia venga imputata a noi.


Il patto di grazia è l'espressione dell'eterno consiglio di pace nella storia umana ed è stato per la prima volta annunziato subito dopo il Diluvio (vedi Genesi 3:15). Da quel momento l'intero messaggio della Bibbia è incentrato sul Signore Gesù Cristo il quale è mediatore di quel patto. '''Il patto di grazia può essere definito come la promessa che Dio fa di concedere salvezza agli eletti in Cristo, da cui la loro risposta deve essere quella della fede e dell'obbedienza'''.
Adamo, come originalmente era stato creato, e nella funzione di parte con la quale era stato stipulato questo patto, doveva servire iddio ed esserne il suo vero portavoce (profeta), il suo vero adoratore (sacerdote) e il suo vero amministratore delegato (re). Quando cadde in peccato (Genesi 3:6) egli aveva pervertito queste tre funzioni. Divenne un falso interprete del mondo e della sua realtà, e quindi falso portavoce. Egli cessò di adorare Iddio in verità, violando così la sua funzione sacerdotale. Pure il suo dominio sulla terra venne ad essere corrotto perché ora esercitava autorità per la propria gloria e non per la gloria di Dio.


Molte profezie dell'Antico Testamento predicono l'ingresso nella storia umana del mediatore del patto. Il Nuovo Testamento registra l'adempimento di molte di queste profezie messianiche negli eventi che caratterizzano la prima venuta di Cristo. In questo capitolo desideriamo considerare solo alcuni brani che spiegano la persona e l'opera di Cristo, il mediatore del patto di grazia.
== La tentazione e la caduta ==


Lo studio della persona di Cristo ci porterà ad esaminare chi lui era ed è attualmente. Naturalmente l'opera di Cristo riguarda ciò che Egli ha compiuto per la nostra salvezza.
Satana fu estremamente astuto nell'avvicinarsi ad Adamo ed Eva al fine di sedurli a peccare. Non fece un attacco diretto contro Adamo, ma si presentò alla loro stessa pari in modo molto insidioso- attraverso Eva. Dio aveva infatti identificato l'albero proibito prima di aver creato Eva (Genesi 2:15-17), così lei non aveva udito questa proibizione direttamente da Dio, ma attraverso la mediazione profetica di Adamo. Il fatto di essere stata non direttamente coinvolta nel comandamento del Signore la rese più suscettibile ad essere tentata.


'''La Persona di Cristo'''
Vediamo pure il modo in cui Satana le ha formulato la sua prima domanda suggerendole che non era ragionevole per Dio impedire loro di nutrirsi del frutto di tutti gli alberi del giardino (Genesi 3:1). Per tutta risposta Eva indicò che potevano si mangiare da tutti gli alberi, ma quando menzionò l'albero proibito, Eva disse di più di ciò che Dio aveva loro di fatto proibito. Dio aveva loro comandato di non mangiarne, ma lei aveva aggiunto: "...e non lo toccate" (Genesi 3:3). Dobbiamo fare attenzione a non far dire a Dio di più di quello che abbia effettivamente detto. Qualcuno ha detto che chi oggi proibisce ciò che Dio permette, domani permetterà ciò che Dio proibisce! Eva pare che sia caduta proprio in questo tipo di errore.


La prima cosa che noi troviamo a proposito della Persona di Cristo è l'identificazione che di lui viene fatta con l'unigenito Figliolo di Dio (Giovanni 3:16). Questo dato fondamentale lo caratterizza come della stessa natura del Padre che Lo ha mandato, Lui, il Figlio unico di Dio. Notiamo inoltre come Egli già fosse Figlio di Dio prima ancora di venire nel mondo. Il prologo dell'Evangelo secondo Giovanni rivela Gesù come l'eterna Parola, identica a Dio, che diventa carne ed prende dimora fra noi (1:1,2,14). Questo è il Figliolo eterno che il Padre ha inviato nel mondo.
Dopo aver dapprima usato un approccio indiretto, Satana ora compie il suo attacco frontale, chiama Dio un bugiardo e dice: "No, non morrete affatto" (Genesi 3:4). Vediamo allora proprio qui il fulcro di tutta la faccenda perché davanti ad Eva vengono messe due affermazioni contrarie. Dio aveva detto che se ne avessero mangiato, sarebbero sicuramente morti (Genesi 2:17), Satana affermava che questa affermazione semplicemente non era vera, e così questo metteva Eva difronte alla scelta fra verità e menzogna. Quando Eva scelse di obbedire a Satana, ella seguiva il padre delle menzogne (Giovanni 8:44).


Gesù stesso afferma la sua divinità più volte in molte occasioni. Una volta dice: ''"Io e il Padre siamo uno"'' (Giovanni 10:30). Quando i Giudei del Suo tempo lo accusano di rivendicare per Sé stesso la deità, Egli non lo nega. Un'altra volta Egli afferma: ''"Prima che Abramo fosse nato, io sono"'' (Giovanni 8:58). Qui Egli assume per sé stesso lo stesso nome che Dio ha rivelato essere proprio a Mosè nel roveto ardente (Esodo 3:14). Egli poi accetta l'adorazione che Gli rende Tommaso, adorazione e culto che può essere reso solo a Dio: ''"Signor mio e Dio mio!"'' (Giovanni 20:28).
Oltre a chiamare Iddio un bugiardo, Satana continuò ad ingannare Eva al riguardo degli effetti che il mangiare del frutto proibito avrebbe causato: "...ma Iddio sa che nel giorno che ne mangerete, gli occhi vostri s'apriranno, e sarete come Dio, avendo la conoscenza del bene e del male" (Genesi 3:5). Paolo ci dice che Eva in questo era stata ingannata (1 Timoteo 2:14), e lei prese del frutto e ne mangiò, come pure: "ne dette anche a suo marito che era con lei, ed egli ne mangiò" (Genesi 3:6).


E' l'apostolo Paolo che fa una delle affermazioni più chiare che troviamo nella Scrittura sulla divinità di Cristo. Egli usa il linguaggio della filosofia greca descrivendolo come Colui che era ''"in forma di Dio"'' (Filippesi 2:6).
Spesso ci si chiede quando Eva peccò la prima volta. Nonostante la sua suscettibilità ad essere tentata, ella non aveva infranto il comandamento di Dio se non quando mangiò del frutto proibito. Per definizione biblica, il peccato è la trasgressione della legge di Dio (1 Giovanni 3:4). L'unica legge che Adamo ed Eva avevano ricevuto era il comando di non mangiare dell'albero del bene e del male.


Nel pensiero greco tutto poteva essere descritto nei termini di forma e di sostanza. La forma di qualcosa è '''l'essenza''' di quella cosa. La sostanza è il materiale di cui essa è fatta. Per esempio, la forma di una sedia è tutto ciò che la rende "sedia". E' la "sedietà" della sedia. La sedia potrà essere fatta di pino, di quercia, d'alluminio oppure di plastica, ma tutte queste continueranno ad essere sedie non importa il materiale di cui sono fatte. La forma, d'altro canto, è l'essenza stessa di quella cosa. Così quando Paolo afferma che Gesù Cristo era "in forma di Dio", egli dichiara che Gesù era sostanzialmente Dio. La TILC traduce "il fatto di essere uguale a Dio", la CEI: "pur essendo di natura divina".
Satana aveva detto ad eva che se lei avesse mangiato il frutto proibito, avrebbe ottenuto conoscenza del bene e del male. Certamente essi ottennero la conoscenza del male peccando contro Dio, ma essi persero nel contempo la conoscenza del bene. Se avessero obbedito a Dio e non avessero mangiato dell'albero della conoscenza del bene e del male, essi avrebbero ottenuto una somiglianza completa con Dio nel fatto di respingere il male e la scelta consapevole del bene. In altre parole, per loro non era necessario peccare per ottenere la conoscenza del bene e del male.


Dobbiamo affermare in modo altrettanto fermo che Gesù Cristo era uomo. E' nato da una madre umana ed è vissuto sulla terra come un'autentico essere umano. Era l'unica persona ad avere due nature distinte: Dio e uomo. Nella Bibbia non troviamo mai che la prima natura si rivolga alla seconda, perché Egli è una persona sola. Ecco dunque un altro mistero che accettiamo per fede -Gesù è veramente Dio e veramente uomo, ma sempre una persona sola.
Nel leggere il racconto della tentazione di Eva, potremmo essere tentati di attribuire a lei ogni colpa. L'apostolo Paolo, però, ci dice chiaramente che fu la disobbedienza di Adamo a portare il peccato e la morte nel mondo (Romani 5;:12-19). Era il deliberato peccato di Adamo e non l'inganno fatto ad Eva che qui ci si riferisce (vedi 1 Timoteo 2:14).


Gesù Cristo è, ovviamente, la seconda Persona della Santa Trinità e, come tale, non può perdere o accantonare la Sua deità. La deità è per definizione infinita, eterna, ed immutabile. Paolo definisce il suo "svuotarsi" con la frase "prese la forma di servo"; non aveva cessato d’essere Dio, ma aveva velato, coperto quella deità con la natura umana.
== Le conseguenze della caduta ==


Nella sua natura divina Gesù aveva tutti gli attributi della deità: era onnisciente, onnipresente ed onnipotente. Nella sua natura umana Egli era limitato geograficamente ad un luogo e doveva crescere in conoscenza esattamente come noi (Luca 2:52). Era privo di peccato, però, e non soggetto agli errori che noi peccatori facciamo. Le sue due nature non erano mescolate, perché erano distinte. Egli poteva parlare ed agire da entrambe le nature. Dato che Dio non può morire, era la sua natura umana ad essere soggetta alla sofferenza ed alla morte. Avendo detto questo, però, dobbiamo rammentare che era la seconda Persona della Trinità la quale, avendo assunta la natura umana, poteva ora, in quella natura, morire.
Subito dopo aver peccato Adamo ed Eva morirono spiritualmente. Essi furono ripieni di un senso di colpa, e questo lo si vede chiaramente nel loro tentativo di coprirsi per la vergogna e poi di nascondersi da Dio (Genesi 3:7,8).


Forse possiamo meglio illustrare le implicazioni di queste due nature rendendoci conto che, anche quand'era bambino che doveva essere tenuto nelle braccia di Sua madre, Egli continuava ad essere Colui che sostiene tutte le cose con la parola della Sua potenza (Ebrei 1:3). Come questo possa essere nel contempo vero va oltre la nostra capacità di comprendere, ma questo mistero fa si che noi uniamo la nostra voce a quella di Tommaso per lodarlo ed adorarlo come nostro Signore e nostro Dio.
Prima di poter comprendere ciò che significa morte spirituale, dobbiamo comprendere che cosa vuol dire morte. Di solito parliamo di qualcuno come morto quando la vita è stata ritirata da quel corpo. Fondamentale all'idea stessa di morte, è quindi la separazione . Così l'essere umano, che era stato fatto per avere comunione con Dio, può essere considerato spiritualmente morto quando viene infranta questa comunione spirituale. Il peccato separa l'uomo da Dio -questa è la morte spirituale. Adamo ed Eva morirono nel momento stesso in cui peccarono.


'''L'opera di Cristo'''
La prova di questa comunione infranta può essere chiaramente vista nel colloquio che Adamo ed Eva ebbero con Dio dopo la caduta. Dapprima cercano di nascondersi da Dio, ma Dio li cerca e li trova (Genesi 3:8,9). Notate attentamente il fatto che essi non cercano di trovare Lui. In secondo luogo la risposta che Adamo ed Eva rivolgono a Dio, non era di pentimento, ma una colpevolizzazione di altri. Tacitamente Adamo persino incolpa Dio per avergli dato la donna che lo avrebbe trascinato a peccare (Genesi 3:12).


Il termine greco "Cristo" è una traduzione del termine ebraico "Messia" che significa "l'Unto". Quest'uso ci dà un'importante indicazione sull'opera da Lui compiuta. Egli era stato mandato sulla terra per adempiere tre compiti -quello di profeta, di sacerdote e di re.
Allora Iddio pronuncia sui ribelli le sue maledizioni. La prima maledizione viene rivolta al serpente -Satana- in cui Dio annuncia che sarebbe intervenuto ed avrebbe spezzato l'empia alleanza che Eva aveva fatto col diavolo, conseguendone vittoria attraverso la discendenza di lei (Genesi 3:15). Poi Iddio maledice Eva nell'area specifica che la rende donna, cioè, la facoltà di procreare, la quale sarebbe stata dolorosa. Ciononostante, per la sua grazia, Dio attenua il suo giudizio con la promessa che sarebbe ciononostante stata in grado di generare figlioli. La terza maledizione cade sull'uomo nel fatto che ora il terreno sarebbe stato maledetto, e che avrebbe da ora in poi guadagnato il suo cibo con il sudore della fronte. Questa maledizione è pure attenuata dalla misericordia di Dio dal fatto che l'uomo sarebbe stato effettivamente capace a garantirsi la vita tramite il lavoro. Sia l'uomo che la donna furono poi maledetti nel fatto che avrebbero sofferto anche la morte fisica.


Nell'Antico Testamento i sacerdoti ed i re venivano consacrati tramite un'unzione rituale. Abbiamo già visto nei capitoli precedenti che Adamo, come era stato originalmente creato, doveva adempiere proprio a queste tre funzioni. Nel peccare, però, egli aveva pervertito le sue responsabilità in questi tre campi.
Questi elementi della maledizione rimangono con noi a tutt'oggi. Cimiteri in tutto il mondo ci rammentano della piaga del peccato che grava sull'umanità. Se i nostri progenitori non avessero peccato, non ci sarebbero cimiteri e si sarebbe potuti continuare a vivere per sempre. Anche la creazione stessa fu disturbata gravemente dal peccato umano, perché Paolo ci dice che: "sappiamo che fino ad ora la creazione geme ed è in travaglio" (Romani 8:22).


Gesù Cristo, come Secondo Adamo è venuto per rimettere a posto ciò che il primo Adamo aveva disfatto; ecco così che lo vediamo restaurare proprio queste tre funzioni originali.
Noi non siamo solo soggetti alle miserie di questa vita, siamo pure soggetti all'eterna ira di Dio. tutti gli esseri umani che discendono da Adamo per generazione ordinaria sono passibili di tutte le pene che risultano dal suo peccato. Ogni essere umano dalla caduta di Adamo in poi, nasce con una natura di peccato. Ecco perché Davide poteva dire: "Ecco, io sono stato formato nell'iniquità, e la madre mia mi ha concepito nel peccato" (Salmo 51:5).


Come '''profeta''' Gesù era il rivelatore di Dio. Giovanni parlava di Lui nell'adempimento di questa funzione quando Lo chiamava "Parola" (Giovanni 1:1,14). Pietro rammentava ai Giudei che Mosè aveva profetizzato che Dio avrebbe fatto sorgere un profeta come Mosè (Atti 3:22; vedi De. 18:15). Egli passa poi ad identificare quel profeta nella persona di Gesù (Atti 3:17-26). Certo che, in un certo senso tutto quello che Gesù diceva e faceva rivelava Dio. Nella sua predicazione Egli agiva come profeta, perché il popolo testimoniava alla Sua grande autorità di maestro (Mt. 7:28), ed Egli parlava di sé come la verità (Giovanni 14:6). Uno dei bisogni più grandi dell'uomo peccatore era la verità ristabilita nel mondo: questo l'ha proprio fatto Gesù come un grande profeta.
Se continuiamo nel peccato rimaniamo nella morte spirituale e al di fuori della vitale comunione con Dio. Per questo Isaia descrive così il peccatore: "Ma gli empi sono come il mare agitato quando non si può calmare e le sue acque cacciano fuori fango e pantano. non c'è pace per gli empi, dice il mio Dio" (57:20,21).


Gesù pure adempiva la funzione di '''sacerdote'''. Il sacerdote ebraico veniva scelto di fra il popolo e doveva rappresentarlo davanti a Dio quando offriva sacrifici e preghiere (Vedi Ebrei 5:1). Gesù Cristo, essendo divenuto uno di noi, può ora rappresentarci difronte a Dio ed intercedere per noi. Lo scrittore di Ebrei specifica che Gesù era sacerdote secondo l'ordine di Melchisedec (Ebrei 7). Come tale, egli apparteneva ad un ordine superiore a quello dei sacerdoti nella linea di Aronne, i quali dovevano ripetere sacrifici ogni giorno. Gesù, d'altro canto, offrì a Dio un solo sacrificio valido per sempre (Ebrei 9:26,28).
Tutti coloro che muoiono fisicamente mentre ancora sono spiritualmente morti dovranno passare l'eternità nella sofferenza lontano da Dio in un posto che comunemente si chiama inferno. Felicemente, però, Iddio ha provveduto un rimedio per i nostri peccati nella persona del Suo Figliolo Gesù Cristo, il quale ha preso su di sé le sanzioni giuridiche di Dio morendo sulla croce come punizione per tutti i nostri peccati e vincendo la morte risorgendo dai morti.


Il Nuovo Testamento descrive la morte di Cristo come '''un'offerta per il peccato'''. Per esempio: ''"Poiché anche Cristo ha sofferto una volta per i peccati, egli, giusto per gli ingiusti, per condurci a Dio; essendo stato messo a morte quanto alla carne, ma vivificato quanto allo Spirito"'' (1 Pietro 3:18). ''"...ma ora, una volta sola, alla fine dei secoli, è stato manifestato, per annullare il peccato con il suo sacrificio"'' (Ebrei 9:26). Così Cristo era allo stesso tempo sacerdote e vittima. E' stato attraverso questo sacrificio, la morte di Gesù sulla croce del Calvario, che è stato pagato il prezzo del nostro peccato (vedi 1 Corinzi 15:3; Ebrei 9:14).
Non è stata solo la razza umana ad essere soggetta all'ira di Dio dal peccato di Adamo, ma pure i terribili effetti del peccato furono visibili nei loro immediati discendenti. Caino, il primo figlio di Adamo ed Eva, dimostrò quanto male vi era in lui per l'assassinio di suo fratello Abele. Da quel momento il male si sviluppa nella razza umana, come chiaramente visibile dalla discendenza di Caino (vedi Genesi 4:16-24. Sembra che Dio si sia ritirato dagli affari dell'umanità durante il primo periodo della sua storia, per risultarne solo che la malvagità aveva così pervaso l'intera razza umana che questo le aveva fatto meritare il giudizio del diluvio.


Questo aspetto dell'opera sacerdotale di Cristo è stato chiamato "l'espiazione", il quale è il termine generale usato per designare ciò che è stato compiuto per i peccatori nella sua opera vicaria (sostitutiva) culminata nel sacrificare sé stesso sul Calvario. L'opera espiatrice di Cristo è stata descritta con cinque termini che, individualmente, contengono un grande significato.
La Scrittura descrive vividamente la situazione nei giorni di Noè dopo che la linea dei pii si era mescolata con quella degli empi: "E l'Eterno vide che la malvagità degli uomini era grande sulla terra, e che tutti i disegni dei pensieri del loro cuore non erano altro che male in ogni tempo" (Genesi 6:5). Osservate come in questo brano si parli del fatto che il peccato avesse preso profonda radice nel cuore umano. La depravazione che Adamo aveva portato alla sua discendenza includeva l'intera natura umana, cosicché: "la terra era corrotta davanti a Dio; la terra era ripiena di violenza" (Genesi 6:11).


Il termine più inclusivo è quello d’'''obbedienza''', perché Gesù come sacerdote era totalmente obbediente al Padre nella sua vita e nel deporre la sua vita come sacrificio per il peccato (vedi Isaia 52:13-53:12 e Filippesi 2:8). Il secondo termine è '''sacrificio''', che è la rimozione della pena che il nostro peccato merita con una morte vicaria (vedi Giovanni 1:29 e Ebrei 9:28). Poi abbiamo il termine '''propiziazione''', che mostra che Iddio ha tanto amato gli oggetti della sua ira da dare il Suo Figliolo affinché, per il Suo sangue, potesse essere strumento per eliminare tale ira (vedi 1 Giovanni 4:10). La quarta parola è '''riconciliazione''', che riguarda l'alienazione che l'uomo ha prodotto con il suo peccato e la sua rimozione a causa della morte di Cristo sulla croce (vedi 2 Corinzi 5:18,19). L'ultimo termine è '''redenzione''', che vede l'opera di Cristo come la liberazione da quella schiavitù alla quale il peccato ci aveva consegnato e che meglio si vede nel termine '''riscatto''' (vedi Marco 10:45). Questi termini, presi insieme riassumono per noi l'opera sacerdotale che Cristo ha compiuto in nostro favore.
E' impressionante notare come la ragione addotta per non più inviare un diluvio è formulata in quasi le stesse parole di quelle usate per spiegarne il primo: "Io non maledirò più la terra a cagione dell'uomo, Poiché i disegni del cuore dell'uomo sono malvagità fin dalla sua fanciullezza" (Genesi 8:21). Ciò che qui viene aggiunto è l'affermazione che il peccato dell'uomo è operante fin dalla fanciullezza -cioè la natura peccaminosa dell'uomo la si eredita. L'essere umano nasce con essa, e non importa quante minacce di punizione o castighi gli si rivolgano, egli non la cambierà.


Che questo sacrificio sia stato accettato da Dio è dimostrato dalla risurrezione di Cristo. E' perché Cristo morì per noi ''e risorse'' che possiamo ora avere la certezza del perdono e della vita eterna (vedi 1 Corinzi 15:54-57; 1 Pietro 1:3).
Ciò di cui l'uomo ha bisogno la Bibbia lo chiama "un nuovo cuore". Ecco perché Gesù disse a Nicodemo secoli più tardi: In verità, in verità io ti dico, che se uno non è nato di nuovo, non può vedere il Regno di Dio" (Giovanni 3:3). Questo è l'unico modo possibile in cui possa essere affrontato con efficacia il problema del peccato, e questo è assolutamente necessario per la salvezza. Possiamo essere veramente riconoscenti del fatto che questa provvigione di grazia ci sia disponibile in Gesù Cristo.


Ora che Gesù è tornato in cielo Egli continua a svolgere per noi opera sacerdotale. Egli è alla destra di Dio ed intercede continuamente per noi (Romani 8:34), per questo siamo incoraggiati a venire con fiducia davanti al trono della grazia a causa del grande Sommo Sacerdote che abbiamo in Cristo Gesù (Ebrei 4:14-16). La Sua opera sacerdotale continua nella Sua opera di intercessione.
== Domande di revisione ==


Il terzo ufficio che Cristo adempie per noi come Mediatore del patto è quello di '''re'''. E' questo il governo che Egli esercita sul popolo del patto (la chiesa) e sopra tutta la terra, compito questo meglio esemplificato dalle parole "Gesù è Signore!". Egli nacque nella linea della discendenza di Davide, è stato riconosciuto Signore dagli angeli (Luca 2:11), ed adorato dai magi come re (Matteo 2:2,11).
*''1. Prima della sua caduta, l'uomo aveva in sé un qualche seme di peccato?''
*''2. Quando avvenne in pratica il primo peccato dell'uomo?''  
*''3. Perché fu il peccato di Adamo e non quello di Eva la ragione per cui esso si è trasmesso a tutta la sua discendenza?''
*''4. Quale fu l'effetto del peccato di Adamo sulla sua discendenza?''
*''5. Perché noi tutti siamo sottoposti alla maledizione per il peccato?''
*''6. Che cos'è assolutamente necessario per la nostra salvezza?''


Il ministerio di Giovanni Battista era preparatorio per la venuta del re del regno di Dio (Matteo 3:2), e la stessa predicazione di Gesù comprovava la Sua regalità (Matteo 4:23; Marco 1:15). Questo sarebbe stato il tema del suo ministerio dal principio alla fine.
== Domande di discussione ==


Gesù ha mostrato la Sua autorità di re in diverse occasioni, come il potere che aveva sulle forze della natura e nell'espellere i démoni. Egli pure spesso osserva le Sue prerogative reali. Egli asseriva d'avere autorità per edificare la Sua chiesa (Matteo 16:18), ed in effetti questo non era che l'adempimento della profezia messianica che il re-sacerdote avrebbe edificato il tempio del Signore (Zaccaria 6:12,13).
*''1. Dove è cominciato il peccato?''  
 
*''2. Perché Dio ha permesso che il peccato si insinuasse nel creato?''  
Sebbene vi siano diversi riferimenti alla signoria, regalità ed al regno di Dio attraverso tutto il ministero terreno di Gesù, non era che alla Sua risurrezione che si era manifestata appieno la sua regalità: ''"Ogni podestà mi è stata data in cielo e sulla terra"'' (Matteo 28:18).
*''3. Com'era possibile che una creatura creata buona cadesse nel peccato?''  
 
*''4. Come si può comparare la tentazione di Eva con quelle che avvengono oggi? Cin tutte queste tentazioni un modello regolare che sempre si ripete? Come possono compararsi con le tentazioni di Cristo?''
Al momento della Sua ascensione Gesù ritornò presso al trono di Dio dove ora siede alla destra di Dio come re e salvatore (Atti 2:33-35). Paolo parla della totalità della sua regalità nella sua grande preghiera per la chiesa di Efeso, dove, frase dopo frase, esalta tutta l'ampiezza di questa regalità: ''"...e qual sia verso di noi che crediamo l'immensità della sua potenza. La quale potente efficacia della sua forza Egli ha spiegata in Cristo, quando lo risuscitò dai morti e lo fece sedere alla propria destra nei luoghi celesti, al di sopra di ogni principato ed autorità e podestà e signoria, e d'ogni altro nome che si nomina non solo in questo mondo, ma anche in quello a venire. Ogni cosa Ei gli ha posto sotto i piedi, e l'ha dato per capo supremo alla Chiesa, che è il corpo di lui, il compimento di Colui che porta a compimento ogni cosa in tutti"'' (Efesini 1:19-23).
*''5. Perché Iddio lasciò che il peccato ed il male comparissero anche oltre il diluvio?''  
 
*''6. E' giusto per Dio permettere che noi ereditiamo il peccato dai nostri genitori?''
Nel pensare a chi sia ed è il Signore Gesù Cristo -sia Dio che uomo in due nature distinte ed in una persona per sempre- noi siamo ripieni di timore e di adorazione. Nel considerare poi la Sua opera in nostro favore come il sacrificio di espiazione per i nostri peccati, davvero i nostri cuori dovrebbero essere ripieni di lode e di riconoscenza. L'eternità non sarebbe lunga abbastanza per poter noi cogliere appieno la profondità di quest'opera.
 
L'apostolo Giovanni ebbe una breve visione del cielo quando vide i 24 rappresentati della chiesa cadere in adorazione difronte all'Agnello (Gesù) e cantarGli una nuova canzone: ''"Tu sei degno di prendere il libro e di aprirne i suggelli, Poiché sei stato immolato ed hai comprato a Dio, col tuo sangue, gente d'ogni tribù e lingua e popolo e nazione, e ne hai fatto per il nostro Dio un regno e dei sacerdoti; e regneranno sulla terra"'' (Apocalisse 5:9,10). Poi le miriadi di angeli si uniscono al canto e dicono: ''"Degno è l'agnello che è stato immolato di ricevere la potenza e le ricchezze e la sapienza e la forza e l'onore e la gloria e la benedizione"'' (Apocalisse 5:12). Infine è l'intera creazione si unisce al coro e canta: ''"A Colui che siede sul trono ed all'Agnello, siano la benedizione e l'onore, e la gloria e l'imperio, nei secoli dei secoli"'' (Apocalisse 5:13).
 
'''Domande di revisione'''
 
1.Chi è Gesù Cristo?
 
2. Che cos'è così importante sul fatto che Gesù sia Dio?
 
3. Che coscosì importante sul fatto che Gesù sia uomo?
 
4. Come dimostrò Gesù il suo ufficio di profeta?
 
5. Quali sono le due funzioni di un sacerdote? Descrivetele attentamente.
 
6. Come svolge Gesù la funzione di re messianico oggi?
 
'''Domande di discussione'''
 
1. Come difenderesti tu la divinità di Cristo dalla Bibbia?
 
2. Come difenderesti tu l'umanità di Cristo dalla Bibbia?
 
3. Quali implicazioni vi sono per la Chiesa oggi dal fatto che Gesù è Profeta?
 
4. Come descriveresti tu dalla Bibbia l'espiazione? Che cosa significa per te personalmente la morte di Cristo?
 
5. Che implicazioni vi sono oggi per la chiesa nel fatto che Cristo regna?

Versione attuale delle 19:24, 2 lug 2020

Indice generale

Custodisci in buon deposito (M. H. Smith)

01 - 02 - 03 - 04 - 05 - 06 - 07 - 08 - 09 - 10 - 11 - 12 - 13 - 14

 

VI. IL PECCATO E I SUOI EFFETTI

Lettura biblica: Genesi 3

"Perché faccio ciò che so essere sbagliato" chiede un ragazzo a suo padre. Anche tutti noi ci facciamo spesso domande di questo tipo. Perché intorno a noi c'è tanto male? Perché c'è tanto crimine? Perché i ricchi ed i privilegiati sembrano essere inclinati ad infrangere la legge tanto quanto i poveri e degli emarginati?

I filosofi a queste domande hanno fornito molte risposte, ma nessuna di queste sembra dare ragione sufficiente alla prevalere nel mondo del peccato e della malvagità. Solo la Bibbia ci può dire esattamente perché siamo come siamo.

La domanda di fondo che si chiede da dove è venuto il male, non è però una a cui la Bibbia dà risposta. Perché l'eterno, sovrano ed onnipotente Iddio permette al peccato di guastare il suo buon creato? Noi questo non lo sappiamo, perché a questo riguardo la Scrittura tace.

Possiamo avere un piccolo conforto nel sapere che il peccato non ebbe origine nell'uomo, ma fu introdotto nel mondo da Satana, il quale a sua volta è una creatura decaduta, respinta per questo dalla presenza di Dio (vedi Apocalisse 12:9). Questo misterioso evento, che avvenne nella dimensione dello spirito, può in qualche modo spiegare perché non possiamo risolvere il problema dell'origine ultima del peccato.

Un patto d'opere

L'uomo era stato originalmente creato buono. Era giusto per natura e inclinato a fare ciò che piace a Dio, perché in lui non c'era peccaminosità. Era stato creato ad immagine e somiglianza di Dio, e Dio aveva dichiarato che questo coronamento della stessa creazione era molto buono (vedi Genesi 1:31).

Una delle benedizioni che l'uomo aveva ricevuto era la libertà -poteva scegliere di fare ciò che voleva. Questo dono della libertà, però, comportava il rischio di fare una scelta sbagliata e perdere così la sua rettitudine. La gloria di Dio sarebbe stata naturalmente promossa se la sua creatura razionale avesse volontariamente scelto di servire Lui piuttosto che essere come un automa, incapace di fare altrimenti che obbedire a Dio.

Dato che l'uomo era stato creato con una capacità naturale di rapportarsi in modo significativo con Dio, venne stabilito con lui un patto o alleanza, e lui godeva di comunione personate con il suo creatore.

Come creatura razionale era suo dovere servire il Creatore e fare tutto ciò che gli era richiesto. Al fine di portare l'uomo alla scelta cosciente di servirlo liberamente, Dio lo pose in una situazione di prova. Egli designò uno degli alberi dell'Eden "l'albero della conoscenza del bene e del male". L'uomo poteva avvalersi liberamente di tutto ciò che l'Eden offriva, ma il fatto che era ciononostante anche lui una creatura doveva essergli sempre chiaro: aveva dei limiti, e questi limiti erano rappresentati dalla proibizione che Dio gli aveva fatto di nutrirsi del frutto di quel particolare albero.

La prova consisteva nel fatto che era solo il preciso comando di Dio che avrebbe contraddistinto questo dagli altri alberi del giardino. Dio aveva scelto quest'albero, rispetto agli altri per mettere l'uomo davanti alla scelta di obbedire o non obbedire a Dio solo perché era Dio, e senza discutere sul significato di quest'ordine. Come creatura razionale che sapeva che Dio era il suo Creatore e che godeva di un'intima comunione con Lui, Adamo non aveva ragione per mettere in questione l'obbedienza a questo comando.

Questa prova è comunemente chiamata "il patto d'opere". E' stata così chiamata perché il privilegio di continuare a godere delle benedizioni di Dio era condizionale all' "opera" di Adamo, cioè alla sua obbedienza. Essa è stata pure chiamata "il patto della vita", per ciò che implicava nel caso che Adamo avesse obbedito. Se avesse mangiato dell'albero proibito, sarebbe sicuramente morto (Genesi 2:17). D'altra parte, se avessero obbedito a Dio avrebbe continuato a vivere e probabilmente, dopo questo periodo di prova, avrebbe guadagnato la vita eterna.

La Bibbia ci dice pure che Adamo non è il capostipite naturale dell'umanità, ma pure capo o rappresentante di un'alleanza che coinvolgeva pure tutti i suoi discendenti. Quando Adamo agiva, egli agiva in rappresentanza di noi tutti; quando cadde in peccato, tutti noi è come se avessimo peccato in lui (vedi Romani 5:12-19). Potrebbe anche non piacerci questa dottrina dell'imputazione a noi del peccato di Adamo quando pensiamo alla caduta, ma, quando consideriamo Gesù Cristo (il secondo Adamo), il quale opera in nostro favore nel morire in rappresentanza del popolo del patto, ci rallegriamo che egli sia il nostro rappresentante "federale" e che la sua giustizia venga imputata a noi.

Adamo, come originalmente era stato creato, e nella funzione di parte con la quale era stato stipulato questo patto, doveva servire iddio ed esserne il suo vero portavoce (profeta), il suo vero adoratore (sacerdote) e il suo vero amministratore delegato (re). Quando cadde in peccato (Genesi 3:6) egli aveva pervertito queste tre funzioni. Divenne un falso interprete del mondo e della sua realtà, e quindi falso portavoce. Egli cessò di adorare Iddio in verità, violando così la sua funzione sacerdotale. Pure il suo dominio sulla terra venne ad essere corrotto perché ora esercitava autorità per la propria gloria e non per la gloria di Dio.

La tentazione e la caduta

Satana fu estremamente astuto nell'avvicinarsi ad Adamo ed Eva al fine di sedurli a peccare. Non fece un attacco diretto contro Adamo, ma si presentò alla loro stessa pari in modo molto insidioso- attraverso Eva. Dio aveva infatti identificato l'albero proibito prima di aver creato Eva (Genesi 2:15-17), così lei non aveva udito questa proibizione direttamente da Dio, ma attraverso la mediazione profetica di Adamo. Il fatto di essere stata non direttamente coinvolta nel comandamento del Signore la rese più suscettibile ad essere tentata.

Vediamo pure il modo in cui Satana le ha formulato la sua prima domanda suggerendole che non era ragionevole per Dio impedire loro di nutrirsi del frutto di tutti gli alberi del giardino (Genesi 3:1). Per tutta risposta Eva indicò che potevano si mangiare da tutti gli alberi, ma quando menzionò l'albero proibito, Eva disse di più di ciò che Dio aveva loro di fatto proibito. Dio aveva loro comandato di non mangiarne, ma lei aveva aggiunto: "...e non lo toccate" (Genesi 3:3). Dobbiamo fare attenzione a non far dire a Dio di più di quello che abbia effettivamente detto. Qualcuno ha detto che chi oggi proibisce ciò che Dio permette, domani permetterà ciò che Dio proibisce! Eva pare che sia caduta proprio in questo tipo di errore.

Dopo aver dapprima usato un approccio indiretto, Satana ora compie il suo attacco frontale, chiama Dio un bugiardo e dice: "No, non morrete affatto" (Genesi 3:4). Vediamo allora proprio qui il fulcro di tutta la faccenda perché davanti ad Eva vengono messe due affermazioni contrarie. Dio aveva detto che se ne avessero mangiato, sarebbero sicuramente morti (Genesi 2:17), Satana affermava che questa affermazione semplicemente non era vera, e così questo metteva Eva difronte alla scelta fra verità e menzogna. Quando Eva scelse di obbedire a Satana, ella seguiva il padre delle menzogne (Giovanni 8:44).

Oltre a chiamare Iddio un bugiardo, Satana continuò ad ingannare Eva al riguardo degli effetti che il mangiare del frutto proibito avrebbe causato: "...ma Iddio sa che nel giorno che ne mangerete, gli occhi vostri s'apriranno, e sarete come Dio, avendo la conoscenza del bene e del male" (Genesi 3:5). Paolo ci dice che Eva in questo era stata ingannata (1 Timoteo 2:14), e lei prese del frutto e ne mangiò, come pure: "ne dette anche a suo marito che era con lei, ed egli ne mangiò" (Genesi 3:6).

Spesso ci si chiede quando Eva peccò la prima volta. Nonostante la sua suscettibilità ad essere tentata, ella non aveva infranto il comandamento di Dio se non quando mangiò del frutto proibito. Per definizione biblica, il peccato è la trasgressione della legge di Dio (1 Giovanni 3:4). L'unica legge che Adamo ed Eva avevano ricevuto era il comando di non mangiare dell'albero del bene e del male.

Satana aveva detto ad eva che se lei avesse mangiato il frutto proibito, avrebbe ottenuto conoscenza del bene e del male. Certamente essi ottennero la conoscenza del male peccando contro Dio, ma essi persero nel contempo la conoscenza del bene. Se avessero obbedito a Dio e non avessero mangiato dell'albero della conoscenza del bene e del male, essi avrebbero ottenuto una somiglianza completa con Dio nel fatto di respingere il male e la scelta consapevole del bene. In altre parole, per loro non era necessario peccare per ottenere la conoscenza del bene e del male.

Nel leggere il racconto della tentazione di Eva, potremmo essere tentati di attribuire a lei ogni colpa. L'apostolo Paolo, però, ci dice chiaramente che fu la disobbedienza di Adamo a portare il peccato e la morte nel mondo (Romani 5;:12-19). Era il deliberato peccato di Adamo e non l'inganno fatto ad Eva che qui ci si riferisce (vedi 1 Timoteo 2:14).

Le conseguenze della caduta

Subito dopo aver peccato Adamo ed Eva morirono spiritualmente. Essi furono ripieni di un senso di colpa, e questo lo si vede chiaramente nel loro tentativo di coprirsi per la vergogna e poi di nascondersi da Dio (Genesi 3:7,8).

Prima di poter comprendere ciò che significa morte spirituale, dobbiamo comprendere che cosa vuol dire morte. Di solito parliamo di qualcuno come morto quando la vita è stata ritirata da quel corpo. Fondamentale all'idea stessa di morte, è quindi la separazione . Così l'essere umano, che era stato fatto per avere comunione con Dio, può essere considerato spiritualmente morto quando viene infranta questa comunione spirituale. Il peccato separa l'uomo da Dio -questa è la morte spirituale. Adamo ed Eva morirono nel momento stesso in cui peccarono.

La prova di questa comunione infranta può essere chiaramente vista nel colloquio che Adamo ed Eva ebbero con Dio dopo la caduta. Dapprima cercano di nascondersi da Dio, ma Dio li cerca e li trova (Genesi 3:8,9). Notate attentamente il fatto che essi non cercano di trovare Lui. In secondo luogo la risposta che Adamo ed Eva rivolgono a Dio, non era di pentimento, ma una colpevolizzazione di altri. Tacitamente Adamo persino incolpa Dio per avergli dato la donna che lo avrebbe trascinato a peccare (Genesi 3:12).

Allora Iddio pronuncia sui ribelli le sue maledizioni. La prima maledizione viene rivolta al serpente -Satana- in cui Dio annuncia che sarebbe intervenuto ed avrebbe spezzato l'empia alleanza che Eva aveva fatto col diavolo, conseguendone vittoria attraverso la discendenza di lei (Genesi 3:15). Poi Iddio maledice Eva nell'area specifica che la rende donna, cioè, la facoltà di procreare, la quale sarebbe stata dolorosa. Ciononostante, per la sua grazia, Dio attenua il suo giudizio con la promessa che sarebbe ciononostante stata in grado di generare figlioli. La terza maledizione cade sull'uomo nel fatto che ora il terreno sarebbe stato maledetto, e che avrebbe da ora in poi guadagnato il suo cibo con il sudore della fronte. Questa maledizione è pure attenuata dalla misericordia di Dio dal fatto che l'uomo sarebbe stato effettivamente capace a garantirsi la vita tramite il lavoro. Sia l'uomo che la donna furono poi maledetti nel fatto che avrebbero sofferto anche la morte fisica.

Questi elementi della maledizione rimangono con noi a tutt'oggi. Cimiteri in tutto il mondo ci rammentano della piaga del peccato che grava sull'umanità. Se i nostri progenitori non avessero peccato, non ci sarebbero cimiteri e si sarebbe potuti continuare a vivere per sempre. Anche la creazione stessa fu disturbata gravemente dal peccato umano, perché Paolo ci dice che: "sappiamo che fino ad ora la creazione geme ed è in travaglio" (Romani 8:22).

Noi non siamo solo soggetti alle miserie di questa vita, siamo pure soggetti all'eterna ira di Dio. tutti gli esseri umani che discendono da Adamo per generazione ordinaria sono passibili di tutte le pene che risultano dal suo peccato. Ogni essere umano dalla caduta di Adamo in poi, nasce con una natura di peccato. Ecco perché Davide poteva dire: "Ecco, io sono stato formato nell'iniquità, e la madre mia mi ha concepito nel peccato" (Salmo 51:5).

Se continuiamo nel peccato rimaniamo nella morte spirituale e al di fuori della vitale comunione con Dio. Per questo Isaia descrive così il peccatore: "Ma gli empi sono come il mare agitato quando non si può calmare e le sue acque cacciano fuori fango e pantano. non c'è pace per gli empi, dice il mio Dio" (57:20,21).

Tutti coloro che muoiono fisicamente mentre ancora sono spiritualmente morti dovranno passare l'eternità nella sofferenza lontano da Dio in un posto che comunemente si chiama inferno. Felicemente, però, Iddio ha provveduto un rimedio per i nostri peccati nella persona del Suo Figliolo Gesù Cristo, il quale ha preso su di sé le sanzioni giuridiche di Dio morendo sulla croce come punizione per tutti i nostri peccati e vincendo la morte risorgendo dai morti.

Non è stata solo la razza umana ad essere soggetta all'ira di Dio dal peccato di Adamo, ma pure i terribili effetti del peccato furono visibili nei loro immediati discendenti. Caino, il primo figlio di Adamo ed Eva, dimostrò quanto male vi era in lui per l'assassinio di suo fratello Abele. Da quel momento il male si sviluppa nella razza umana, come chiaramente visibile dalla discendenza di Caino (vedi Genesi 4:16-24. Sembra che Dio si sia ritirato dagli affari dell'umanità durante il primo periodo della sua storia, per risultarne solo che la malvagità aveva così pervaso l'intera razza umana che questo le aveva fatto meritare il giudizio del diluvio.

La Scrittura descrive vividamente la situazione nei giorni di Noè dopo che la linea dei pii si era mescolata con quella degli empi: "E l'Eterno vide che la malvagità degli uomini era grande sulla terra, e che tutti i disegni dei pensieri del loro cuore non erano altro che male in ogni tempo" (Genesi 6:5). Osservate come in questo brano si parli del fatto che il peccato avesse preso profonda radice nel cuore umano. La depravazione che Adamo aveva portato alla sua discendenza includeva l'intera natura umana, cosicché: "la terra era corrotta davanti a Dio; la terra era ripiena di violenza" (Genesi 6:11).

E' impressionante notare come la ragione addotta per non più inviare un diluvio è formulata in quasi le stesse parole di quelle usate per spiegarne il primo: "Io non maledirò più la terra a cagione dell'uomo, Poiché i disegni del cuore dell'uomo sono malvagità fin dalla sua fanciullezza" (Genesi 8:21). Ciò che qui viene aggiunto è l'affermazione che il peccato dell'uomo è operante fin dalla fanciullezza -cioè la natura peccaminosa dell'uomo la si eredita. L'essere umano nasce con essa, e non importa quante minacce di punizione o castighi gli si rivolgano, egli non la cambierà.

Ciò di cui l'uomo ha bisogno la Bibbia lo chiama "un nuovo cuore". Ecco perché Gesù disse a Nicodemo secoli più tardi: In verità, in verità io ti dico, che se uno non è nato di nuovo, non può vedere il Regno di Dio" (Giovanni 3:3). Questo è l'unico modo possibile in cui possa essere affrontato con efficacia il problema del peccato, e questo è assolutamente necessario per la salvezza. Possiamo essere veramente riconoscenti del fatto che questa provvigione di grazia ci sia disponibile in Gesù Cristo.

Domande di revisione

  • 1. Prima della sua caduta, l'uomo aveva in sé un qualche seme di peccato?
  • 2. Quando avvenne in pratica il primo peccato dell'uomo?
  • 3. Perché fu il peccato di Adamo e non quello di Eva la ragione per cui esso si è trasmesso a tutta la sua discendenza?
  • 4. Quale fu l'effetto del peccato di Adamo sulla sua discendenza?
  • 5. Perché noi tutti siamo sottoposti alla maledizione per il peccato?
  • 6. Che cos'è assolutamente necessario per la nostra salvezza?

Domande di discussione

  • 1. Dove è cominciato il peccato?
  • 2. Perché Dio ha permesso che il peccato si insinuasse nel creato?
  • 3. Com'era possibile che una creatura creata buona cadesse nel peccato?
  • 4. Come si può comparare la tentazione di Eva con quelle che avvengono oggi? C'è in tutte queste tentazioni un modello regolare che sempre si ripete? Come possono compararsi con le tentazioni di Cristo?
  • 5. Perché Iddio lasciò che il peccato ed il male comparissero anche oltre il diluvio?
  • 6. E' giusto per Dio permettere che noi ereditiamo il peccato dai nostri genitori?