Corsi/Essere cristiani/24

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Essere cristiani

24. Lavaggio

Quando guardiamo ai due sacramenti che Gesù ci ha lasciato nell’Evangelo, ci rendiamo conto che essi non sono che un’istantanea della nostra vita di tutti i giorni: un pasto, preceduto da un lavarsi. La scelta che Gesù ha fatto di questi due avvenimenti di tutti i giorni per essere segni della grazia che ci salva, ci mostra che come senza lavarsi e senza mangiare la nostra salute fisica ne soffre, allo stesso modo, senza i loro corrispettivi evangelici, noi non troveremo salute spirituale.

Lavare via il peccato

Che cosa corrisponde al lavare il nostro corpo? Essere lavati, purificati dalla nostra colpevolezza e dal sudiciume del peccato. Senza questo “lavaggio celeste”, il nostro santo Creatore non ci accetterà presso di Sé. Pensiamo a quando i genitori non permettono ai loro figli di venire a tavola senza essersi prima lavate le mani: Dio, similmente, non ci accetterà alla Sua tavola – cioè alla comunione con Lui – fintanto che lo sporco del peccato non sia rimosso da noi.

Dobbiamo renderci conto che l’arroganza, l’egoismo, la meschinità, e la pura perversità delle nostre vite non amabili e prive di amore, per Dio, è qualcosa di impuro, offensivo, e repellente. Egli si allontana da questo con ribrezzo proprio come quando a noi si presenta qualcosa di sudicio e di repellente là dove ci aspetteremmo igiene e pulizia. Se a in un ristorante ci portassero un piatto che evidentemente non è stato lavato, ne sentireste disgusto e non lo accettereste. Allo stesso modo, secondo la Scrittura, l’atteggiamento del nostro Creatore verso persone dominante dalla sindrome anti-legge e anti-Dio che noi chiamiamo peccato, è quello di una risoluta repulsione. La Bibbia la chiama “ira”, la quale scaturirà in un “giusto giudizio” quando verrà il giorno della resa dei conti.

"Perché l'ira di Dio si rivela dal cielo sopra ogni empietà e ingiustizia degli uomini, che soffocano la verità nell'ingiustizia, ... Or essi, pur avendo riconosciuto il decreto di Dio secondo cui quelli che fanno tali cose sono degni di morte, non solo le fanno, ma approvano anche coloro che le commettono. ...Ma tu, per la tua durezza ed il cuore impenitente, ti accumuli un tesoro d'ira, per il giorno dell'ira e della manifestazione del giusto giudizio di Dio, che renderà a ciascuno secondo le sue opere: la vita eterna a coloro che cercano gloria, onore e immortalità, perseverando nelle opere di bene... tribolazione e angoscia spetta ad ogni anima d'uomo che fa il male del Giudeo" (Romani 1:18, 32; 2:5-7, 9).

La prima cosa che ci mostra la prescrizione che Gesù fa del battesimo per tutti i Suoi discepoli (Mt. 28:19), ci mostra che noi abbiamo bisogno di un lavaggio, di una purificazione. Il battesimo è una testimonianza permanente contro la nostra pretesa che Dio non tenga conto delle nostre trasgressioni, le tratti alla leggera, o che esse non abbiano importanza. Non solo questo, esso ci mostra come questo “lavaggio” possa di fatto avvenire nella nostra vita.

Sangue, fede, battesimo

Si tratta di un lavaggio radicale. Esso include sia la cancellazione della nostra colpevolezza attraverso il perdono, e la frantumazione del dominio che il peccato ha su di noi, cioè la nostra schiavitù alle motivazioni che, esaltando il nostro ego e conducendolo alla auto-indulgenza, contaminano e inquinano l’intera nostra vita. Ciò che cura questa dipendenza è un rinnovamento interiore, cioè, la rigenerazione, della quale parleremo più avanti.

Come può avvenire questo “lavaggio”? “il sangue di Gesù Cristo, suo Figlio, ci purifica da ogni peccato” (1 Gv. 1:7). Toplady, in un inno da lui composto, prega che la morte sacrificale di Gesù sia: “doppia cura del peccato… purificami dalla colpa e dalla sua forza”. Il sangue di Cristo, cioè la potenza, la virtù, insita nella Sua morte sulla croce: “…quanto più il sangue di Cristo, che mediante lo Spirito eterno offerse se stesso puro di ogni colpa a Dio, purificherà la vostra coscienza dalle opere morte per servire il Dio vivente!” (Eb. 9:14), infrangendo la potenza del peccato su di noi. Gesù disse a Pietro: «Se non ti lavo, non avrai nessuna parte con me» (Gv. 13:8).

Quand’è che veniamo così lavati? Quando crediamo, cioè quando ci affidiamo completamente a Cristo. Che ha a che fare con questo il battesimo? Questo:

  • 1) Il battesimo simbolicamente rappresenta questo lavaggio, affinché esso sia ben presente alla nostra coscienza.
  • 2) Il battesimo visibilmente lo promette, proclamando che chiunque si affida a Cristo lo riceverà.
  • 3) Il battesimo, formalmente, lo presenta, e così assicura a chi lo riceve con fede che egli realmente ce l’abbia, proprio come un diploma certifica che abbiamo completato i nostri studi.

E’ in questi tre termini: rappresentazione, promessa, e presentazione che noi comprendiamo Pietro quando dice che il battesimo è per il perdono dei nostri peccati (At. 2:38). Infatti, più tardi, Pietro definisce il battesimo: “…(non la rimozione di sporcizia della carne, ma la richiesta di buona coscienza presso Dio), che ora salva anche noi mediante la risurrezione di Gesù Cristo” (1 Pi. 3:21). Anania dice a Paolo, da poco convertito: “…ora che aspetti? Alzati e sii battezzato e lavato dai tuoi peccati, invocando il nome del Signore” (At. 22:16).

“Siete stati lavati” disse Paolo alla comunità cristiana di Corinto (1 Co. 6:11). E voi, siete stati lavati come loro?

Per lo studio biblico ulteriore

Ripuliti dalla contaminazione del peccato: (1) raffigurato (2 Re 5:1-14), (2) promesso (Ez. 36:22-32), realizzato (Tito 2:11-3:8).

Domande per la riflessione e la discussione

  • In che modo qui viene descritto il peccato?
  • Che cosa significa? Perché noi abbiamo bisogno di molto più che perdono?
  • Perché non possiamo avere comunione con Cristo senza essere stati lavati spiritualmente?