Etica/Liberi veramente/Come applicare la libertà che Cristo ci ha donato (1-4): differenze tra le versioni

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<span style="background:#ffffff">Notate come si potrà godere soddisfatti dei frutti del nostro lavoro (“siederanno”). Si godrà della proprietà privata (la </span><u><span style="background:#ffffff">propria</span></u><span style="background:#ffffff">vite e il </span><u><span style="background:#ffffff">proprio</span></u><span style="background:#ffffff">fico). Si vivrà in un ambiente protetto e sicuro dove “più </span><u><span style="background:#ffffff">nessuno ci spaventerà</span></u><span style="background:#ffffff">”. Questo implica libertà da:</span>
<span style="background:#ffffff">Notate come si potrà godere soddisfatti dei frutti del nostro lavoro (“siederanno”). Si godrà della proprietà privata (la </span><u><span style="background:#ffffff">propria</span></u><span style="background:#ffffff">vite e il </span><u><span style="background:#ffffff">proprio</span></u><span style="background:#ffffff">fico). Si vivrà in un ambiente protetto e sicuro dove “più </span><u><span style="background:#ffffff">nessuno ci spaventerà</span></u><span style="background:#ffffff">”. Questo implica libertà da:</span>


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*<span style="background:#ffffff">indebite intrusioni nella nostra vita</span>  
 
*<span style="background:#ffffff">indebite intrusioni nella nostra proprietà privata</span>  
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*<span style="background:#ffffff">libertà dalla paura</span>  
 
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<span style="background:#ffffff">indebite intrusioni nella nostra proprietà privata</span>
 
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<font color="#000022"><font size="2"><font style="font-size: 10pt"><span style="background:#ffffff">Si tratta di una libertà</span></font></font></font><font color="#000022"><font size="2"><font style="font-size: 10pt"><u><span style="background:#ffffff">garantita e protetta</span></u></font></font></font><font color="#000022"><font size="2"><font style="font-size: 10pt"><span style="background:#ffffff">dal Patto che Egli ha stabilito fra Lui e noi, Suo popolo, e che costituisce la nostra “carta costituzionale” che sancisce i nostri diritti e i nostri doveri. Questa libertà non può, infatti, essere per noi considerata assoluta. Solo Dio, infatti, è sommamente libero e sovrano. Noi siamo e rimaniamo creature di Dio che, pur godendo di grandi privilegi, non possiamo che muoverci nell’ambito dei limiti della natura che creazionalmente ci caratterizza. Si tratta, però, di</span></font></font></font><font color="#000022"><font size="2"><font style="font-size: 10pt">'''<span style="background:#ffffff">ampi spazi di libertà</span>'''</font></font></font><font color="#000022"><font size="2"><font style="font-size: 10pt"><span style="background:#ffffff">, come illustrato dal racconto di Genesi 3, dove troviamo Eva che, sfidata dalle menzogne del tentatore, dice:</span></font></font></font><font color="#000022"><font size="2"><font style="font-size: 10pt">''<span style="background:#ffffff">“</span>''</font></font></font>''Del frutto degli alberi del giardino ne possiamo mangiare; ma del frutto dell'albero che è in mezzo al giardino DIO ha detto: ‘Non ne mangiate e non lo toccate, altrimenti morirete’”'' (Genesi 3:2-3). “Mangiare” di quell’unico frutto è il nostro limite, trasgredendo il quale pregiudichemmo la nostra natura e la nostra stessa libertà - difatti non potremmo mai essere “come Dio”. Quello implicherebbe, come di fatto è avvenuto, la nostra stessa morte.
<font color="#000022"><font size="2"><font style="font-size: 10pt"><span style="background:#ffffff">Si tratta di una libertà</span></font></font></font><font color="#000022"><font size="2"><font style="font-size: 10pt"><u><span style="background:#ffffff">garantita e protetta</span></u></font></font></font><font color="#000022"><font size="2"><font style="font-size: 10pt"><span style="background:#ffffff">dal Patto che Egli ha stabilito fra Lui e noi, Suo popolo, e che costituisce la nostra “carta costituzionale” che sancisce i nostri diritti e i nostri doveri. Questa libertà non può, infatti, essere per noi considerata assoluta. Solo Dio, infatti, è sommamente libero e sovrano. Noi siamo e rimaniamo creature di Dio che, pur godendo di grandi privilegi, non possiamo che muoverci nell’ambito dei limiti della natura che creazionalmente ci caratterizza. Si tratta, però, di</span></font></font></font><font color="#000022"><font size="2"><font style="font-size: 10pt">'''<span style="background:#ffffff">ampi spazi di libertà</span>'''</font></font></font><font color="#000022"><font size="2"><font style="font-size: 10pt"><span style="background:#ffffff">, come illustrato dal racconto di Genesi 3, dove troviamo Eva che, sfidata dalle menzogne del tentatore, dice:</span></font></font></font><font color="#000022"><font size="2"><font style="font-size: 10pt">''<span style="background:#ffffff">“</span>''</font></font></font>''Del frutto degli alberi del giardino ne possiamo mangiare; ma del frutto dell'albero che è in mezzo al giardino DIO ha detto: ‘Non ne mangiate e non lo toccate, altrimenti morirete’”'' (Genesi 3:2-3). “Mangiare” di quell’unico frutto è il nostro limite, trasgredendo il quale pregiudichemmo la nostra natura e la nostra stessa libertà - difatti non potremmo mai essere “come Dio”. Quello implicherebbe, come di fatto è avvenuto, la nostra stessa morte.
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*<span style="background:#ffffff">Quando siamo privi delle libertà politica, economica e religiosa, siamo soggetti del tutto o in parte ad incatenamento e asservimento.</span>  
 
*<span style="background:#ffffff">Quando non siamo liberi di adempiere alla nostra vocazione, ne risulta frustrazione.</span>  
<span style="background:#ffffff">Quando siamo privi delle libertà politica, economica e religiosa, siamo soggetti del tutto o in parte ad incatenamento e asservimento.</span>
*<span style="background:#ffffff">Quando non siamo liberi (in tutto o in parte) di adempiere alla nostra vocazione, ne risulta la povertà.</span>  
 
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<span style="background:#ffffff">La concezione biblica di libertà, così, si sviluppa dall’interno verso l’esterno. </span>'''<span style="background:#ffffff">La libertà interiore anela a manifestarsi all’esterno per perseguire la vita senza indebite ostruzioni</span>'''<span style="background:#ffffff">. Le libertà politiche, economiche e religiose non sono contrarie alla prospettiva biblica. </span>'''<span style="background:#ffffff">Di fatto, la libertà interiore conduce irresistibilmente a quella politica, economica e religiosa</span>'''<span style="background:#ffffff">. Tutt’e tre sono necessarie per una società fiorente.</span>
<span style="background:#ffffff">La concezione biblica di libertà, così, si sviluppa dall’interno verso l’esterno. </span>'''<span style="background:#ffffff">La libertà interiore anela a manifestarsi all’esterno per perseguire la vita senza indebite ostruzioni</span>'''<span style="background:#ffffff">. Le libertà politiche, economiche e religiose non sono contrarie alla prospettiva biblica. </span>'''<span style="background:#ffffff">Di fatto, la libertà interiore conduce irresistibilmente a quella politica, economica e religiosa</span>'''<span style="background:#ffffff">. Tutt’e tre sono necessarie per una società fiorente.</span>
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<span style="background:#ffffff">Il Nuovo Testamento conferma questa proibizione:</span>
<span style="background:#ffffff">Il Nuovo Testamento conferma questa proibizione:</span>


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*<span style="background:#ffffff">Gesù lo fa di fronte al giovane ricco che lo interpella su ciò che significhi “ereditare la vita eterna”: “</span>''<span style="background:#ffffff">Tu conosci i comandamenti: "Non commettere adulterio, non uccidere, non rubare, non dire falsa testimonianza, onora tuo padre e tua madre"</span>''<span style="background:#ffffff">(Luca 18:20).</span>  
 
*<span style="background:#ffffff">Il ravvedimento di Zaccheo implica la restituzione (fino a quattro volte!) di ciò che ha defraudato: </span>''<span style="background:#ffffff">“Signore, io do la metà dei miei beni ai poveri e, se ho defraudato qualcuno di qualcosa, gli restituirò quattro volte tanto”</span>''<span style="background:#ffffff">(Luca 19:8).</span>  
<span style="background:#ffffff">Gesù lo fa di fronte al giovane ricco che lo interpella su ciò che significhi “ereditare la vita eterna”: “</span>''<span style="background:#ffffff">Tu conosci i comandamenti: "Non commettere adulterio, non uccidere, non rubare, non dire falsa testimonianza, onora tuo padre e tua madre"</span>''<span style="background:#ffffff">(Luca 18:20).</span>
*<span style="background:#ffffff">In Romani 13:9 Paolo include il non rubare nell’espressione dell’amore: </span>''<span style="background:#ffffff">“Infatti questi comandamenti: «Non commettere adulterio, non uccidere, non rubare, non dir falsa testimonianza, non desiderare», e se vi è qualche altro comandamento, si riassumono tutti in questo: «Ama il tuo prossimo come te stesso»”.</span>''  
 
*<span style="background:#ffffff">In 1 Corinzi 6:9-10, Paolo menziona i ladri abituali fra coloro che non erediteranno il regno di Dio. Paolo afferma chiaramente </span>''<span style="background:#ffffff">“Chi rubava non rubi più, ma piuttosto si affatichi facendo qualche buona opera con le proprie mani, affinché abbia qualcosa da dare a chi è nel bisogno”</span>''<span style="background:#ffffff">(Efesini 4:28).</span>  
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<span style="background:#ffffff">Il ravvedimento di Zaccheo implica la restituzione (fino a quattro volte!) di ciò che ha defraudato: </span>''<span style="background:#ffffff">“Signore, io do la metà dei miei beni ai poveri e, se ho defraudato qualcuno di qualcosa, gli restituirò quattro volte tanto”</span>''<span style="background:#ffffff">(Luca 19:8).</span>
 
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<span style="background:#ffffff">In Romani 13:9 Paolo include il non rubare nell’espressione dell’amore: </span>''<span style="background:#ffffff">“Infatti questi comandamenti: «Non commettere adulterio, non uccidere, non rubare, non dir falsa testimonianza, non desiderare», e se vi è qualche altro comandamento, si riassumono tutti in questo: «Ama il tuo prossimo come te stesso»”.</span>''
 
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<span style="background:#ffffff">In 1 Corinzi 6:9-10, Paolo menziona i ladri abituali fra coloro che non erediteranno il regno di Dio. Paolo afferma chiaramente </span>''<span style="background:#ffffff">“Chi rubava non rubi più, ma piuttosto si affatichi facendo qualche buona opera con le proprie mani, affinché abbia qualcosa da dare a chi è nel bisogno”</span>''<span style="background:#ffffff">(Efesini 4:28).</span>


I cristiani hanno accolto la proibizione biblica del furto e hanno continuato a derivarne le implicazioni. Giovanni Calvino considerava lo spostare gli altrui confini come una doppia trasgressione, essendo sia un furto che falsa testimonianza.
I cristiani hanno accolto la proibizione biblica del furto e hanno continuato a derivarne le implicazioni. Giovanni Calvino considerava lo spostare gli altrui confini come una doppia trasgressione, essendo sia un furto che falsa testimonianza.

Versione delle 17:19, 8 mag 2021

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Come applicare la libertà che Cristo ci ha donato? L’uomo e la donna liberi in Cristo promuovono uno stile di vita basato su principi biblici che favoriscono la libera iniziativa economica e una società prospera; comportamenti etici e responsabili; la protezione della proprietà privata; un ruolo limitato del governo civile.

2. La libertà applicata - sette premesse

La Bibbia sostiene la condizione ideale di libertà interiore ed esterna. La libertà biblica è definita dalla struttura della moralità nella Scrittura (leggi bibliche e comandamenti). La libertà politica, economica e religiosa è coerente con i valori biblici? In che modo possiamo applicare questa concezione sulla libertà ai vari aspetti della società? Ecco sette premesse che applicano la concezione biblica di libertà a vari aspetti della vita e dimostrano, da una prospettiva biblica, ulteriori aspetti di una società libera.

A. Le libertà interiore, politica, economica e religiosa sono interconnesse

B. Le libertà biblica è basata su un fondamento morale

C. La libertà biblica sostiene la proprietà privata

D. La libertà biblica limita il potere del governo

E. La libertà biblica e l’innovazione creativa

F. La libertà biblica tiene sempre conto della Caduta

G. La libertà biblica incoraggia il vero progresso

A. Le libertà interiore, politica, economica e religiosa sono interconnesse

Uno dei testi biblici più significativi del concetto biblico di libertà è Michea 4:4. Parla di un futuro escatologico in cui:

 

Siederanno ciascuno sotto la propria vite e sotto il proprio fico, e più nessuno li spaventerà, perché la bocca dell'Eterno degli eserciti ha parlato”(Michea 4:4).

Notate come si potrà godere soddisfatti dei frutti del nostro lavoro (“siederanno”). Si godrà della proprietà privata (la propriavite e il propriofico). Si vivrà in un ambiente protetto e sicuro dove “più nessuno ci spaventerà”. Questo implica libertà da:

  • indebite intrusioni nella nostra vita
  • indebite intrusioni nella nostra proprietà privata
  • libertà dalla paura

Si tratta di una libertàgarantita e protettadal Patto che Egli ha stabilito fra Lui e noi, Suo popolo, e che costituisce la nostra “carta costituzionale” che sancisce i nostri diritti e i nostri doveri. Questa libertà non può, infatti, essere per noi considerata assoluta. Solo Dio, infatti, è sommamente libero e sovrano. Noi siamo e rimaniamo creature di Dio che, pur godendo di grandi privilegi, non possiamo che muoverci nell’ambito dei limiti della natura che creazionalmente ci caratterizza. Si tratta, però, diampi spazi di libertà, come illustrato dal racconto di Genesi 3, dove troviamo Eva che, sfidata dalle menzogne del tentatore, dice:Del frutto degli alberi del giardino ne possiamo mangiare; ma del frutto dell'albero che è in mezzo al giardino DIO ha detto: ‘Non ne mangiate e non lo toccate, altrimenti morirete’” (Genesi 3:2-3). “Mangiare” di quell’unico frutto è il nostro limite, trasgredendo il quale pregiudichemmo la nostra natura e la nostra stessa libertà - difatti non potremmo mai essere “come Dio”. Quello implicherebbe, come di fatto è avvenuto, la nostra stessa morte.

La Caduta nel peccato ci ha esposto ad ogni tipo di “aggressori” che ci hanno asserviti e questo è ampiamente illustrato dalla storia di Israele. Ogni qual volta si allontanavano da quanto Dio per loro aveva disposto diventavano preda di aggressori stranieri che li asservivano da ogni punto di vista e perdevano la loro libertà e privilegi. La condizione escatologica preannunciata dai profeti è infatti quella in cui un soggetto ha la possibilità di agire o non agire senza essere impedito da terzi, da indebite intrusioni.

Il popolo di Dio, quindi, vive e promuove la libertà che è conseguenza della pace e dell’armonia con Dio nell’ambito del Suo ordinamento creazionale e che viene magnificamente espressa dal termine ebraico SHALOM.

Questa libertà è nel contempo religiosa, politica, ed economica. E’ religiosa perché non costretta da strutture istituzionali religiose che ne pretendano il monopolio. Politica perché Dio non stabilisce quale forma debba prendere le gestione della società umana - nell’ambito dei principi stabiliti dalla Sua Parola. Economica perché Dio ci lascia liberi di esplicitare la nostra vocazione e doni come riteniamo più opportuno, vale a dire,l’individuo e le famiglie sono libere di assicurarsi cibo, alloggio e vestiario sufficiente, possedere cose proprie e determinare, in base ai propri doni e meriti, la propria condizione di vita. Gli istituti giuridici della proprietà privata e della libertà di commercio e d’impresa sono la base di questa libertà. Similmente a quanto avviene alla libertà politica, anche per quella economica si può tracciare una definizione negativa di libertà,consistente nella libertà di godere e di disporre dei frutti del proprio lavoro senza vincoli e costrizioni da parte di altri, e una positiva volta a garantire a tutti la possibilità di soddisfare i propri fondamentali bisogni economici.

Per prevenire intrusioni ed attentati alla libertà è necessario evidenziare tre principi validi nella sfera umana: autodeterminazione, soddisfazione, e fioritura.Se vogliamo invertire la direzione del declino contemporaneo, dobbiamo insistere su questi tre principi. Tutt’e tre sono radicati nel messaggio biblico e moralmente giusti, corretti.

 

Ciò che è morale

Ciò che è immorale

Autodeterminazione

Catene e asservimento

Soddisfacimento

Frustrazione

Fioritura (prosperità)

Povertà

  • Quando siamo privi delle libertà politica, economica e religiosa, siamo soggetti del tutto o in parte ad incatenamento e asservimento.
  • Quando non siamo liberi di adempiere alla nostra vocazione, ne risulta frustrazione.
  • Quando non siamo liberi (in tutto o in parte) di adempiere alla nostra vocazione, ne risulta la povertà.

La concezione biblica di libertà, così, si sviluppa dall’interno verso l’esterno. La libertà interiore anela a manifestarsi all’esterno per perseguire la vita senza indebite ostruzioni. Le libertà politiche, economiche e religiose non sono contrarie alla prospettiva biblica. Di fatto, la libertà interiore conduce irresistibilmente a quella politica, economica e religiosa. Tutt’e tre sono necessarie per una società fiorente.

Il rapporto intercorrente fra queste tre libertà potrebbe essere descritto come uno sgabello a tre gambe. Se danneggiate o eliminate una delle tre gambe dello sgabello, la società diventa instabile, cade, non fiorisce. Senza libertà politica, la libertà economica è precaria. Può essere mantenuta solo per un po’, ma corre sempre il pericolo di essere controllata dai capricci dell’élite al potere. Senza libertà economica una società non potrà essere fiorente. Vi è un rapporto dimostrabile fra libertà economica ed aspettativa di vita, mortalità infantile, la qualità dell’assistenza sanitaria, i livelli di povertà, felicità, i livelli di corruzione, un ambiente pulito, libertà civili, livelli di entrate, reddito dei poveri, lavoro minorile e disoccupazione. Più una società è economicamente libera (libera dalle interferenze dello Stato o da gruppi monopolistici) meglio funzionerà in tutte queste aree1. Una società fiorente è quella in cui viene garantita libertà politica ed economica.

Valori religiosamente fondati - in particolare valori biblici, sono essenziali per una società fiorente. La terza gamba dello sgabello - valori religiosi, morali, e culturali - non deve essere trascurata. Una società si sbriciola senza una solida base morale fondata su valori religiosi. Una società libera è una società dove l’Evangelo di Cristo è diffuso e la Legge morale di Dio fatta conoscere ed applicare da coloro che la Scrittura chiama “magistrati”.

La libertà politica potrebbe diventare anarchia, o una maggioranza di persone e i loro rappresentanti potrebbero in qualche modo ed inesplicabilmente votare per qualcosa di male. Una nazione politicamente libera può solo elevarsi in corrispondenza al carattere di coloro che ne sono implicati[da cui la necessità della formazione del carattere cristiano]. Un’economia senza una base morale fondata religiosamente potrebbe pure essere pericolosa se non tenuta a freno dal primato della legge (Rule of Law, dove il sistema giudiziario è imparziale e indipendente2) come pure dalle coscienze informatedi coloro che vi operano. Una carenza di libertà religiosa potrebbe condurre ad una società che rifiuta di sottoporsi all’impulso profetico di valori morali religiosamente fondati3.

La Bibbia non prescrive una particolare forma di governo o un particolare sistema economico, o persino una particolare forma di religione stabilita, ma la prospettiva biblica contiene principi che conducono a libertà politiche, economiche e religiose /morali.

B. La libertà biblica è basata su un fondamento morale

La nostra cultura occidentale (prima della prevalenza del relativismo post-moderno) era fondata su basi morali radicate nella Bibbia. Jurgen Habermas, influente intellettuale marxista della “Scuola di Francoforte”, pur essendo ateo aveva riconosciuto che: “Il Cristianesimo, e nient’altro, è il fondamento ultimo della libertà, della coscienza, dei diritti umani, e della democrazia, i punti di riferimento della civiltà occidentale. A tutt’oggi non abbiamo altra opzione se in il Cristianesimo. Continuiamo a nutrirci da questa fonte. Tutto il resto sono chiacchiere post-moderne”4.

Sono molti, sia tra i credenti che i non-credenti coloro che riconoscono come queste virtù siano radicate in modo peculiare in un contesto biblico. E’ facile criticare la libertà politica ed economica, ma è importante notare come una qualsiasi critica della libertà politica ed economica sarà sempre inadeguata se non tiene in considerazione “la gamba” religiosa, morale e culturale di quello sgabello. I valori morali e spirituali fanno parte dei necessari pesi e contrappesi, controlli ed equilibri, della vita economica e sociale. Queste libertà non sussistono nel vuoto ma sono radicate nel terreno di valori morali di base (vale a dire, valori biblici).

Quando si rilevano i valori di base che sottostanno ad un’economia libera di mercato, si evidenzia: creatività, libera iniziativa iniziativa, cooperazione, civiltà (cortesia) e responsabilità. Si tratta di valori fortemente radicati nell’insegnamento biblico5. Senza queste virtù gli stessi mercati non prosperano. Allo stesso modo onestà e veracitàpermettono il formarsi della fiducia. Se una società è così corrotta tanto da essere priva della fiducia del pubblico e dove quasi ogni contratto finanziario viene violato, essa non potrà sviluppare attività economiche sane.

Altri valori sono necessari per il lavoro e la produttività. Essi includono la parsimonia nell’uso del tempo e del denaro, l’eccellenza dell’impegno personale(“servendo con amore, come a Cristo e non come agli uomini”in Efesini 6:7), il far uso della propria creatività per servire gli altri e sviluppare modi innovativi per liberare il potenziale della creazione. Valori biblici sostengono il matrimonio e sono una condizione necessaria per contrastare la povertà6.

La concezione biblica del mondo e della vita insegna che il tempo è lineare, vale a dire, possiamo imparare dal passato ed avere speranza nel futuro. Il tempo è una risorsa importante e non deve essere sprecato. “Badate dunque di camminare con diligenza non da stolti, ma come saggi, riscattando il tempo, perché i giorni sono malvagi”(Efesini 5:15-16).

La concezione biblica del mondo e della vita mette in rilievo la necessità di diligenza, impegno. “Chi rubava non rubi più, ma piuttosto si affatichi facendo qualche buona opera con le proprie mani, affinché abbia qualcosa da dare a chi è nel bisogno”(Efesini 4:28); [la donna fedele a Dio] “Si procura lana e lino e lavora con piacere con le proprie mani. Ella è simile alle navi dei mercanti: fa venire il suo cibo da lontano. Si alza quando è ancora notte per distribuire il cibo alla sua famiglia e dare ordini alle sue domestiche. Ella guarda un campo e l'acquista; col frutto delle sue mani pianta una vigna”(Proverbi 31:13-16); “Or questo dico: Chi semina scarsamente mieterà altresì scarsamente; e chi semina generosamente mieterà altresì abbondantemente”(2 Corinzi 9:6); “la vita eterna a coloro che cercano gloria, onore e immortalità, perseverando nelle opere di bene; a coloro invece che contendono e non ubbidiscono alla verità, ma ubbidiscono all'ingiustizia, spetta indignazione ed ira. Tribolazione e angoscia spetta ad ogni anima d'uomo che fa il male, del Giudeo prima e poi del Greco; ma gloria, onore e pace a chiunque fa il bene”(Romani 2:7-10).

La concezione biblica del mondo e della vita mette in rilievo la necessità del risparmio,vale a dire, il non sperperare denaro e risorse. “Nella casa del saggio c'è un tesoro prezioso e olio, ma l'uomo stolto sperpera tutto questo”(Proverbi 21:20); “Va' dalla formica, o pigro, considera le sue abitudini e diventa saggio. Essa non ha né capo né sorvegliante né padrone; si procura il cibo nell'estate e raduna le sue provviste durante la mietitura”(Proverbi 6:6-8); “Il pigro non arrostisce la sua selvaggina, ma la solerzia è per l'uomo un bene prezioso”(Proverbi 12:27); “non sono i figli che devono accumulare per i genitori, ma i genitori per i figli”(2 Corinzi 12:14).

La concezione biblica del mondo e della vita mette in evidenza tali valoritanto chela Bibbia fornisce un essenziale fondamento per la libertà di impresa.Mercati considerati da questa angolatura non sono imprigionati da ceppi e tenuti sotto controllo da briglie dei regolamenti e della burocrazia dello Stato.

Fintanto che valori come questi non sono radicati nella coscienza e nel carattere delle persone, la libertà di impresa si muove lentamente o si inceppa del tutto.

Si potrebbe aggiungere anche un altro valore, il fine ultimo o finalità: “Sia dunque che mangiate, sia che beviate, sia che facciate alcun'altra cosa, fate tutte le cose alla gloria di Dio”(1 Corinzi 10:31).

C. La libertà biblica sostiene la proprietà privata

La Bibbia sostiene l’importanza di possedere e di essere in grado di fare liberamente uso della proprietà privata. In particolare, dichiara sbagliato il rubare e il concupire ciò che appartiene ad un altro.

Strettamente parlando, tutto appartiene a Dio. Esodo 19:5 dichiara: “''tutta la terra è mia”, Esodo 9:29“la terra appartiene all'Eterno”e Levitico 25:23:“la terra è mia; poiché voi siete forestieri e affittuari con me”.Dio è il proprietario ultimo, ma ha delegato la gestionedel creato ai portatori della Sua immagine. Egli li ha chiamati a soggiogare e dominare la natura:“Siate fruttiferi e moltiplicatevi, riempite la terra e soggiogatela, e''dominatesui pesci del mare, sugli uccelli del cielo e sopra ogni essere vivente che si muove sulla terra”(Genesi 1:26-28).

Dio accuratamente preserva il diritto degli individui a conservare e far uso della loro terra e proprietà. Per esempio, due dei Dieci Comandamenti: “Non ruberai”e “Non desidererai”(ciò che appartiene al nostro prossimo) presuppongono la proprietà privata(Esodo 20:15,17). Rubare implica sottrarre ciò che appartiene ad un altro e desiderare [o concupire (desiderare con passione, bramare)] implica volere ciò che è d’altri. Il meno che si possa dire è che rubare significa appropriarsi di ciò che è di un altro senza il suo permesso. Questa proibizione è sottolineata per tutto l’Antico e il Nuovo Testamento.

Le proibizioni divine di spostare le pietre che delimitano una proprietà ricorrono cinque volte nell’Antico Testamento: “Non sposterai i confini del tuo vicino, posti dagli antenati nell'eredità che otterrai nel paese che l'Eterno, il tuo DIO, ti dà in possesso”(Deuteronomio 19:14); “Maledetto chi sposta i confini del vicino!”(Deuteronomio 27:17); “Non spostare il confine antico, posto dai tuoi padri”(Proverbi 22:28); “Non spostare il confine antico e non entrare nei campi degli orfani”(Proverbi 23:10). Nell’elenco di coloro che fanno il male, Giobbe 24:2 include: “Alcuni spostano i confini, prendono a forza le greggi e le portano al pascolo”.

Il racconto che parla della denuncia che fa il profeta Elia contro Achab e Jezebel per l’assassinio di Naboth e della loro acquisizione della sua vigna è un’illustrazione biblica classica di furto ad opera di un regnante che, in forza della sua autorità crede di poter disporre di ciò che possiede un cittadino, benché lo mercanteggi: “Naboth rispose ad Achab: «Mi guardi l'Eterno dal cederti l'eredità dei miei padri!»”(1 Re 21:3). Questi tenterà poi di giustificarlo con false accuse.

Il Nuovo Testamento conferma questa proibizione:

  • Gesù lo fa di fronte al giovane ricco che lo interpella su ciò che significhi “ereditare la vita eterna”: “Tu conosci i comandamenti: "Non commettere adulterio, non uccidere, non rubare, non dire falsa testimonianza, onora tuo padre e tua madre"(Luca 18:20).
  • Il ravvedimento di Zaccheo implica la restituzione (fino a quattro volte!) di ciò che ha defraudato: “Signore, io do la metà dei miei beni ai poveri e, se ho defraudato qualcuno di qualcosa, gli restituirò quattro volte tanto”(Luca 19:8).
  • In Romani 13:9 Paolo include il non rubare nell’espressione dell’amore: “Infatti questi comandamenti: «Non commettere adulterio, non uccidere, non rubare, non dir falsa testimonianza, non desiderare», e se vi è qualche altro comandamento, si riassumono tutti in questo: «Ama il tuo prossimo come te stesso»”.
  • In 1 Corinzi 6:9-10, Paolo menziona i ladri abituali fra coloro che non erediteranno il regno di Dio. Paolo afferma chiaramente “Chi rubava non rubi più, ma piuttosto si affatichi facendo qualche buona opera con le proprie mani, affinché abbia qualcosa da dare a chi è nel bisogno”(Efesini 4:28).

I cristiani hanno accolto la proibizione biblica del furto e hanno continuato a derivarne le implicazioni. Giovanni Calvino considerava lo spostare gli altrui confini come una doppia trasgressione, essendo sia un furto che falsa testimonianza.

D. La libertà biblica limita il potere del governo

La libertà dev’essere mantenuta nei limiti della legge, fatta applicare dal governo. Quando, però, il governo diventa troppo invadente, noi perdiamo libertà. Il dibattito sulla grandezza ed il ruolo del governo ha enormi implicazioni per la vita degli individui nel mondo intero. Importante come sia la questione, però, i cristiani sono divisi su quello che la Scrittura ha da dire sul governo. Alcuni sostengono che il governo debba essere limitato e mettono in rilievo i fondamenti biblici di quest’idea. Altri sostengono che la Bibbia parli del governo come qualcosa di esteso. Faremo qui alcune considerazioni per aiutarci a inquadrare il problema.

Il Governo è stabilito da Dio

Romani 13:1-7 è illocus classicussull’argomento del governo. E’ stato osservato come questo sia il testo più rimarchevole del Nuovo Testamento sulla responsabilità civica del cristiano.

I vers. 1 e 2 affermano:“Ogni persona sia sottoposta alle autorità superiori, poiché non c'è autorità se non da Dio; e le autorità che esistono sono istituite da Dio. Perciò chi resiste all'autorità, resiste all'ordine di Dio; e quelli che vi resistono attireranno su di sé la condanna”. Si tratta indubbiamente di un forte avallo, approvazione, della bontà intrinseca del governo. Questo avallo è rafforzato dal vers. 4:“perché il magistrato è ministro di Dio per te nel bene; ma se tu fai il male, temi, perché egli non porta la spada invano; poiché egli è ministro di Dio, un vendicatore con ira contro colui che fa il male”.Il versetto 6 chiama il magistrato (l’autorità politica) “ministro di Dio” o servitore di Dio. Indubbiamente questa designazione esclude che la magistratura debba essere considerata un male e che serva il bene solo nel senso che si tratterebbe di un male minore per contenere e contrastare mali più grandi.

Questo, naturalmente, non significa che tutte le azioni del governo siano buone. Notiamo come i termini usati in 1 e 5 siano “essere sottoposti” e “sottomessi”, non che bisogni ubbidire loro incondizionatamente.

Ciò che qui si richiede e lasottomissione, mettersi sotto l’autorità di qualcuno. Nel vers. 1 e 5 l’Apostolo sembra evitare l’uso del termine più forte “ubbidienza”, perché il credente potrebbe trovare impossibile conformarsi ad ogni richiesta del governo. Possono sorgere circostanze in cui bisogna scegliere se obbedire a Dio oppure obbedire all’uomo (Atti 5:29). Anche allora il cristiano dovrà essere sottomesso al punto che se le sue persuasioni non permettono di conformarsi, dovrà accettare le conseguenze di tale rifiuto.

Se il governo proibisce ciò che Dio comanda (come la preghiera in Daniele 6) o comanda ciò che Dio proibisce (come l’idolatria in Daniele 3), allora il credente dovrà disubbidire all’autorità umana e pagarne le conseguenze.

Il ruolo del governo è più negativo che positivo

Quando si conforma al ruolo per il quale Dio lo stabilisce, il governo è“un vendicatore con ira contro colui che fa il male”(ND), cioè “infligge una giusta punizione a chi fa il male” (NR).

Riteniamo qui la traduzione letterale “vendicatore con ira” perché il termine “vendetta” si collega a quanto già l’Apostolo aveva precedentemente detto in Romani 12:17“Non rendete ad alcuno male per male”, come pure al v. 19“Non fate le vostre vendette, cari miei, ma lasciate posto all'ira di Dio, perché sta scritto: «A me la vendetta, io renderò la retribuzione, dice il Signore»”.I singoli non devono, cioè, assumersi privatamente l’onere della vendetta, cioè del ripagare il male subito con il male (la giustizia privata), ma devono lasciare questo compito a Dio. Noi, piuttosto, dobbiamo vincere il male con il bene, fare del bene a chi si è dimostrato nostro nemico, dandogli persino, se necessario, da mangiare e da bere (Romani 12:20-21). Questo passo fa eco alle espressioni del Sermone sul Monte:“Amate i vostri nemici, benedite coloro che vi maledicono, fate del bene a coloro che vi odiano”(Matteo 5:44).Dio non ignora o si dimentica delle ingiustizie, ma a suo tempo “si vendica” contro i malfattori, come pure affida alla magistratura (coloro che governano) questo compito. Dio ha affidato anche alle autorità politiche il compito di essere strumenti della Sua giustizia.

Quando la magistratura (il governo) infligge una giusta punizione ai malfattori (Romani 13:4) svolge, per così dire, un ruolo negativo. Essa assume un ruolo negativo quandoprotegge un cittadino e lo mette in grado di perseguire, promuovendolo, ciò che è buono e legittimo. Essa crea e sostiene le condizioni di esercitare il diritto dei cittadini alla proprietà privata, alla salute ed alla vita, colpendo chi questi diritti li vorrebbe pregiudicare, impedire, sottrarre.Rimuove gli ostacoli alla fruizione di diritti.La magistratura svolgerebbe un ruolo positivo qualora fornisse direttamente qualcosa ai cittadini.

Il ruolo “negativo” del magistrato è messo in rilievo dall’ultima parte di Romani 13:4

...perché egli non porta la spada invano; poiché egli è ministro di Dio, un vendicatore con ira contro colui che fa il male”.Il versetto 3 dice: “Fa' ciò che è bene, e tu riceverai lode da essa[l’autorità]”. In questo branoil governo non ha il ruolo positivo di concedere diritti o creare beni e servizi,ma semplicemente di “lodare chi fa il bene”. Questa “lode” potrebbe includere lo speciale riconoscimento di coloro che servono in modo esemplare o semplicemente chi fanno ciò che è giusto davanti a Dio, vale a dire, chi, in questo modo, è un buon cittadino. I governanti sono chiamati a esaltare, promuovere e lodare chi fa il bene. Questo brano non proibisce necessariamente al governo di provvedere beni e servizi, ma fortemente mette in rilievo come debba sostenere il primato della legge (rule of law) ed incoraggiare il buon comportamento.

L’identico concetto lo troviamo in 1 Pietro 2:13-14:“Sottomettetevi dunque per amore del Signore ad ogni autorità costituita: sia al re come al sovrano, sia ai governatori, come mandati da lui per punire i malfattori e per lodare quelli che fanno il bene”. Questo sunto del ruolo del governo pure evidenzia la punizione dei malfattori e la lode di coloro che fanno il bene, non che esso conceda diritti o produca beni o servizi. L’accento anche qui è posto sul suo “ruolo negativo”.

Per inaugurare il Suo regno, Gesù respinge la via della politica ordinaria in questo mondo:“Il mio regno non è di questo mondo; se il mio regno fosse di questo mondo, i miei servi combatterebbero affinché io non fossi dato in mano dei Giudei; ma ora il mio regno non è di qui”(Giovanni 18:36). Gesù riconosce che “Cesare” ha un suo ruolo e che non si sostituisce e non può sostituirsi a Dio:“Rendete dunque a Cesare ciò che è di Cesare e a Dio ciò che è di Dio”(Matteo 20:21).Gesù qui limita il ruolo del regnante. “Rendete a Cesare il denaro perché è il suo denaro, l’ha stampato lui, ma non dategli fedeltà e devozione ultima, perché non gli appartiene.Gesù relativizza e non assolutizza i regnanti di questo mondo. Possiamo dare a “Cesare” parte di ciò che vuole, ma non tutto ciò che vorrebbe. Non possiamo accettare completamente il suo sistema di coercizione, il suo sistema di ingiustizie, il suo sistema di esclusione. Egli vorrebbe fedeltà assoluta ed incondizionata, obbedienza indiscriminata, maquella non gliela possiamo dare, perché appartiene solo a Dio.

Di fronte a Pilato, Gesù riconosce il fatto che Pilato può disporre in quel momento di Lui, ma dice:“Tu non avresti alcun potere su di me se non ti fosse dato dall'alto”(Giovanni 19:11) ...e quell'alto non è l’imperatore di Roma, ma Dio (che non è e non può pretendere di essere Dio)

Un altro brano significativo è 1 Timoteo 2:1-2“Ti esorto dunque prima di ogni cosa che si facciano suppliche, preghiere, intercessioni e ringraziamenti per tutti gli uomini, per i re e per tutti quelli che sono in autorità, affinché possiamo condurre una vita tranquilla e quieta in ogni pietà e decoro”. Si noti qui che il ruolo delle autorità è proteggere, garantire, una vita tranquilla e quieta, cioègarantire le condizioni in cui tutti possano esercitare i loro diritti stabiliti da Dio senza che alcuno li minacci o cerchi di sottrarli.

I testi or ora menzionati sono importanti, perché stabiliscono la prospettiva del Nuovo Testamento sul governo civile. L’Antico Testamento aveva stabilito una teocrazia nella quale ci si aspettava dai governanti che aderissero agli statuti divini. Oggi, però, la maggior parte di noi vive in società simili alle nazioni pagane alle quali fa riferimento Amos 1 e 2 che denunciavano la deportazione forzata della popolazione, schiavitù e omicidi. Anche oggi vi sono regimi in cui tutto questo vige normalmente. Quand’anche questi abusi non avvenissero palesemente nelle nostre nazioni, è necessario vigilare costantemente ed operare per “contenere” i poteri dei governi al minimo necessario. Si renderà così impossibile ogni abuso delle loro legittime funzioni e competenze, e garantire così il libero esercizio di tutti quei diritti inalienabili dei quali Dio stesso ci ha resi titolari. I governi devono tenere il male sotto scacco, “contenerlo”, ma spesso è pure necessario “contenere” i governi stessi affinché non travalichino i compiti ai quali essi stessi sono tenuti. La domanda che non possiamo qui oggi approfondire ècomefarlo.

Ammonizioni bibliche contro gli abusi del governo

Dalla Genesi all’Apocalisse, la Bibbia è piena di esempi e denunce di governi che abusano del loro potere. In Genesi ed all’inizio dell’Esodo, questo è evidente in egitto, dove il Faraone inizialmente oppone resistenza alla richiesta di Mosè di “lascia andare il mio popolo” (Esodo 9). Vediamo nel Faraone un tiranno totalitario dal cuore indurito che resiste e non vuole sottomettersi neppure di fronte a ripetute piaghe mandate da Dio sulla sua nazione. La Pasqua è una celebrazione che commemora la resistenza profetica a un dittatore totalitario e alla potente liberazione che Dio opera per un popolo in schiavitù.

A volte, il popolo anelava ad avere un re. Dopo la vittoria di Gedeone, gli israeliti volevano farlo diventare il loro re e stabilire così una dinastia dove i suoi figli avrebbero continuato a succedergli. Gedeone, però, dice:“Io non regnerò su di voi, e neppure mio figlio regnerà su di voi!”(Giudici 8:23). Più tardi, quando i figli di Samuele, suoi successori, erano diventati corrotti ed erano ricorsi a raccogliere tangenti dal popolo, gli Israeliti avevano a gran voce preteso di essere governati da un re che li difendesse pure da aggressori stranieri. Essi gli avevano detto:“Or dunque stabilisci su di noi un re che ci governi come avviene per tutte le nazioni”(1 Samuele 8:5). Dio aveva detto a Samuele di acconsentirvi, anche se questo significava rifiutare la sovranità di Dio. La richiesta del popolo era peccaminosa per le sue motivazioni, egoista per il tempo in cui era stata posta e codarda nel suo spirito. Gli israeliti volevano conformità e sicurezza. Ciò che non vedevano era ciò che Samuele avrebbe loro detto come ammonizione:

Questi saranno i diritti del re che regnerà su di voi. Egli prenderà i vostri figli, per destinarli ai suoi carri e farli suoi cavalieri, e perché corrino davanti ai suoi carri; per farli capitani di migliaia e capitani di cinquantine, per metterli ad arare i suoi campi, a mietere la sua messe, a fabbricare le sue armi da guerra e gli attrezzi dei suoi carri. Prenderà le vostre figlie per farne profumiere, cuoche e fornaie. Prenderà i vostri campi, le vostre vigne, i vostri oliveti, i migliori che avete, per darli ai suoi servi. Prenderà la decima delle vostre sementi e delle vostre vigne per darla ai suoi eunuchi e ai suoi servi. Prenderà i vostri servi, le vostre serve, i vostri giovani migliori e i vostri asini per usarli nei suoi lavori. Prenderà anche la decima delle vostre greggi, e voi sarete suoi schiavi. Allora in quel giorno griderete a motivo del re che avete scelto per voi, ma l'Eterno non vi risponderà”(1 Samuele 8:11-18).

Un re avrebbe “preso” da loro ed alla fine sarebbero diventati suoi schiavi! La storia dei re di Israele lo avrebbe dimostrato.Essi sarebbero stati dei “prenditori”, praticamente dei ladri.Anche “il grande” Salomone alla fine si corrompe:“Così Salomone fece ciò che è male agli occhi dell'Eterno e non seguì pienamente l'Eterno, come aveva fatto Davide suo padre”(1 Re 11:6). Non avrebbe prestato ascolto all’ammonizione del Deuteronomio sui futuri re:“Ma egli non deve procurarsi un gran numero di cavalli, né deve far tornare il popolo in Egitto per procurarsi un gran numero di cavalli, poiché l'Eterno vi ha detto: "Non ritornerete più per quella via". Non deve procurarsi un gran numero di mogli, affinché il suo cuore non si svii; e non deve accumulare per se stesso una gran quantità di argento e d'oro”(Deuteronomio 17:16-17). Salomone fa proprio tutte queste cose, stabilendo persino culti idolatrici, e contraddicendo ciò che egli stesso aveva detto:“Figlio mio, cessa di ascoltare l'ammaestramento, e ti allontanerai dalle parole di conoscenza”(Proverbi 19:27).

Salomone aveva pure imposto al popolo una tassazione onerosa, tanto che gli anziani del popolo si erano presentati al figlio Geroboamo dicendogli:“Tuo padre ha reso il nostro giogo pesante; ora tu alleggerisci la dura servitù di tuo padre e il giogo pesante che egli ci ha imposto e noi ti serviremo”(1 Re 12:4). Geroboamo respinge questa richiesta e si fa consigliare piuttosto dai giovani, e risponde loro:“Mio padre ha reso pesante il vostro giogo, ma io lo renderò più pesante ancora; mio padre vi ha castigati con fruste, ma io vi castigherò con flagelli”(1 Re 12:14). Tutto questo condurrà alla divisione del regno e al rifiuto dell’autorità di Geroboamo.Geroboamo aveva rifiutato di limitare il suo potere e gravemente sottovalutato le conseguenzee perderà così la metà del suo regno.

Sebbene la monarchia non sia in sé stessa un male, la storia di questo tipo di governo riflette la Caduta e la verità di quel proverbio che dice: “Il potere corrompe e il potere assoluto corrompe in modo assoluto”7. Sempre di nuovo governi rappresentati nell’Antico Testamento uscivano dai limiti che avrebbero dovuto caratterizzarli e dimostrano come sia importante vigilare su queste strutture di potere e protestare quando ne abusano. Ne abbiamo dati solo alcuni esempi fra i tanti - se ne potrebbero citare altri.

L’usurpazione di potere più drammatica la troviamo in Apocalisse 13:1-10.

E vidi salire dal mare una bestia che aveva dieci corna e sette teste, e sulle corna dieci diademi e sulle teste nomi di bestemmia. E la bestia che io vidi era simile a un leopardo, i suoi piedi erano come quelli dell'orso e la sua bocca come quella del leone; e il dragone le diede la sua potenza, il suo trono e grande autorità. E vidi una delle sue teste come ferita a morte; ma la sua piaga mortale fu sanata, e tutta la terra si meravigliò dietro alla bestia. E adorarono il dragone che aveva dato l'autorità alla bestia e adorarono la bestia dicendo: «Chi è simile alla bestia, e chi può combattere con lei?». E le fu data una bocca che proferiva cose grandi e bestemmie; e le fu data potestà di operare per quarantadue mesi. Essa aperse la sua bocca per bestemmiare contro Dio, per bestemmiare il suo nome, il suo tabernacolo e quelli che abitano nel cielo. E le fu dato di far guerra ai santi e di vincerli; e le fu dato autorità sopra ogni tribù, lingua e nazione. E l'adoreranno tutti gli abitanti della terra, i cui nomi non sono scritti nel libro della vita dell'Agnello, che è stato ucciso fin dalla fondazione del mondo. Se uno ha orecchi, ascolti”.

La bestia viene considerata da molti commentatori come l’impero romano di allora, ma guarda al futuro e dipinge un governo mondiale che assume in sé il peggio degli imperi finora susseguiti nella storia che esigerà adorazione e ubbidienza assoluta, ma solo i veri credenti non si conformeranno e si opporranno. Il culto della perversione delle autorità civili, ispirato da Satana è l’attacco ultimo contro il solo e vero Dio. Le tentazioni respinte da Gesù all’inizio del suo ministero pubblico (Matteo 4:8-10) riappaiono alla fine della storia nella loro forma più pervasiva e guadagna l’appoggio di tutti ad eccezione degli eletti.

Dio chiaramente approva la funzione dei magistrati e del governo come autorità. Dio sceglie il governo come strumento per sostenere l’ordine, la giustizia e il primato della legge. Per questo i cristiani devono rispettarne e valorizzarne l’autorità. Chi compone i governi, però, sono fatte di persone condizionate dalla Caduta e certo non si pongono al di sopra delle critiche. Ne risulta cheDio ha posto dei limiti ai governi specificandone le funzioni.

La maggior parte dei governi oggi espressamente si chiamano fuori dal condizionamento delle “religioni” e si dicono “laici”. I cristiani, pur riconoscendo la legittimità dei governi non possono esimersi dall’avere un atteggiamento critico verso di essi e devono vigilare affinché essi non travalichino i limiti che Dio stesso ha loro posto. La Bibbia ci fornisce molti esempi di governi che escono da tali limiti e diventano oppressivi e, come cristiani, dobbiamo impedire che assumano persino maggiore potere. Secondo Romani 3:7 è certamente giusto pagare le tasse.L’accertamento e la riscossione coattiva delle tasse è, però, in se stessa un’aggressione rivolta al diritto della proprietà naturale di se stessi e dei propri beni. Quanto più lo Stato incrementa le spese per la sicurezza sociale e la salute pubblica, tanto più la proprietà privata è espropriata, confiscata, distrutta e gli individui sono privati del reale fondamento di tutte le protezioni: l’indipendenza economica, la solidità finanziaria e il benessere personale.Eppure, secondo le parole di Giovanni Calvino: “i governanti dovrebbero rammentarsi che tutto ciò che ricevono dal popolo è proprietà pubblica, e non un mezzo per soddisfare la loro privata concupiscenza e lussuria”8.

L’intero dibattito sul governo limitato si pone fra Romani 13 ed Apocalisse 13. Dalla prospettiva di Dio, i governi hanno un ruolo legittimo, ma possono facilmente diventare tirannici. In Romani vediamo il ruolo “negativo” del governo per tenere il male sotto scacco e sostenendo il primato della legge. In Apocalisse vediamo il governo che arraffa per sé ogni cosa, incluso il culto. La Bibbia ripetutamente ci fornisce esempi di governi corrotti che usurpano la libertà, la proprietà e il denaro. Inoltre, molti governi moderni sono altamente burocratici, impersonali, inefficienti, e spesso non fondati su valori biblici. Più estesi diventano, maggiori risorse esigono dai cittadini. Questo ci conduce pure a mettere in questione se essi debbano avere un ruolo positivo nel provvedere beni e servizi che dovrebbero piuttosto essere gestiti da chiese, fondazioni non a scopo di lucro, imprese private ed altre istituzioni non governative che provvedano di beni e servizi in maniera più efficiente, economica e saggia9.

Quanto, però, deve essere limitato un governo? Se per nostra guida prendiamo Romani 13:1-7 e 1 Pietro 2:13-14, i governi dovrebbero essere limitati ad una funzione negativa: punire i malfattori e agevolare il più possibile la libera iniziativa. I cristiani sono chiamati ad affrontare questioni come queste ascoltando le ammonizioni della Scrittura, riflettendo sulle implicazioni della Caduta ed apprendendo le lezioni della storia. Più esteso sarà un governo e meno liberi saremo. Questo comporta rilevanti conseguenze alla nostra auspicata creatività ed innovazione.

Note

2in ossequio alla Rule of law, gli organi amministrativi sono sottoposti alla legge, così da evitare gli eccessi di discrezionalità, e ai giudici ordinari, per parificare il loro trattamento a quello della generalità dei privati cittadini, nel rispetto del principio della separazione dei poteri

3Vedi Richard Neuhaus,The Naked Public Square,www.shorturl.at/oMU05

5Austin Hill, Scott Rae, The Virtues of Capitalism,www.shorturl.at/azDN8

6The Poverty of Nations: A Sustainable Solution, di Wayne Grudem, Barry Asmus e Rick Warren,www.shorturl.at/bijHM

8Giovanni Calvino, “Commento al Nuovo Testamento: Romani e Tessalonicesi”, Grand Rapids, Michigan, 1995, p. 284.

9Intervenendo direttamente e deresponsabilizzando la società, lo Stato assistenziale provoca la perdita di energie umane e l’aumento esagerato degli apparati pubblici, dominati da logiche burocratiche più che dalla preoccupazione di servire gli utenti con enormi crescita di spese. La morale del resto implica la libertà e il valore morale della solidarietà obbligatoria, non libera, è nullo. In questa ottica la solidarietà deve nascere spontaneamente attraverso le forze che operano liberamente nella società, quali associazioni umanitarie e religiose. Essa non può essere imposta. Con parole secche ma efficaci l’economista Milton Friedman disse: “chiunque è libero di fare del bene, ma a sue spese”.