Letteratura/Conforto del cristiano/Una morte preziosa

Da Tempo di Riforma Wiki.
Versione del 23 mar 2022 alle 01:04 di Pcastellina (discussione | contributi) (Creata pagina con "Ritorno ---- '''Il conforto del cristiano, di A. W. Pink, cap. 1''''''7''' = Una morte preziosa = “È preziosa agli occhi del Sign...")
(diff) ← Versione meno recente | Versione attuale (diff) | Versione più recente → (diff)
Vai alla navigazione Vai alla ricerca

Ritorno


'Il conforto del cristiano, di A. W. Pink, cap. 1'7

Una morte preziosa

“È preziosa agli occhi del Signore la morte dei suoi fedeli” (Salmi 116:15 NR)

Questa è una delle tante affermazioni confortanti e benedette della Sacra Scrittura riguardo a quel grande evento dal quale la carne tanto rifugge. Se il popolo del Signore facesse più frequentemente uno studio orante e credente di ciò che la Parola dice al momento della loro partenza da questo mondo, la morte perderebbe gran parte, se non tutto, la paura che essa generalmente ispira. Ma ahimè, invece di farlo, lasciano correre la loro immaginazione, lasciano il posto a paure carnali, camminano per vista invece che per fede. Guardando allo Spirito Santo come guida, cerchiamo allora di dissipare, alla luce della rivelazione divina, parte dell'oscurità che l'incredulità proietta anche sulla morte di un cristiano.

“È preziosa agli occhi del Signore la morte dei suoi fedeli”. Queste parole lasciano intendere che un figliolo di Dio che muore è oggetto di speciale attenzione da parte del Signore. Considerate bene queste parole. Il testo ci dice che dal punto di vista del Cielo la morte di un credente non è né orribile né spaventosa, tragica o terribile, ma "preziosa", “di gran momento”, come dice un’altra traduzione. Ciò solleva la domanda: perché la morte del Suo popolo è preziosa agli occhi del Signore? Che cosa c'è nell'ultima grande crisi che Gli è così cara? Senza pretendere di dare una risposta esaustiva, suggeriamo alcune possibili risposte:

1. Le loro persone sono preziose per il Signore. Gli sono sempre state e gli saranno sempre care. Essi sono i credenti, i Suoi figlioli, i suoi santi! Erano quelli su cui era posto il Suo amore persino prima che fosse formata la terra o i cieli. Questi sono coloro per i quali ha lasciato la sua dimora celeste e che ha acquistato con il suo sangue prezioso, dando con gioia per loro la sua vita. Questi sono coloro i cui nomi sono portati sul petto del nostro grande Sommo Sacerdote e incisi sui palmi delle sue mani. Sono il dono d'amore di Suo Padre a Lui, i Suoi figli, le membra del Suo corpo. Ecco perché tutto ciò che li riguarda è prezioso ai Suoi occhi. Il Signore ama il Suo popolo così intensamente che i capelli stessi del loro capo sono tutti contati e gli angeli sono mandati a servirli. Poiché le loro persone sono preziose per il Signore, lo è anche la loro morte.

2. Perché la morte pone fine ai dolori e alle sofferenze dei Suoi figlioli. Le nostre sofferenze hanno uno scopo perché è attraverso molte tribolazioni dobbiamo entrare nel regno di Dio (Atti 14:22), “… giacché non è volentieri che egli umilia ed affligge i figliuoli degli uomini” (Lamentazioni 3:33). Dio non è indifferente alle nostre prove e problemi. Riguardo al suo popolo antico è scritto: "In tutte le loro distrette egli stesso fu in distretta" (Isaia 63:9). «Come un padre è pietoso verso i suoi figliuoli, così è pietoso l'Eterno verso quelli che lo temono» (Salmi 103:13). Così ci viene anche detto che “ … non abbiamo un Sommo Sacerdote che non possa simpatizzare con noi nelle nostre infermità" (Ebrei 4:15).

3. Perché la morte offre al Signore l'opportunità di manifestare quanto Egli sia per loro sufficiente a consolarli pienamente. L'amore non è mai così gioioso come quando si prende cura dei bisogni del suo oggetto amato, e mai il cristiano è così bisognoso e così impotente come nell'ora della morte. Ma l'estremità dell'uomo è l'opportunità di Dio. È allora che il Padre dice al suo bambino tremante: "Tu, non temere, perché io sono con te; non ti smarrire, perché io sono il tuo Dio; io ti fortifico, io ti soccorro, io ti sostengo con la destra della mia giustizia” (Isaia 41:10). È per questo che il credente può rispondere con sicurezza: "Quand'anche camminassi nella valle dell'ombra della morte,

io non temerei male alcuno, perché tu sei con me; il tuo bastone e la tua verga sono quelli che mi consolano"(Salmi 23:4). La nostra stessa debolezza fa appello alla sua forza, la nostra emergenza alla sua sufficienza. Questo principio è illustrato nelle ben note benedette parole "Come un pastore, egli pascerà il suo gregge; raccoglierà gli agnelli in braccio, se li terrà in seno, e condurrà pian piano le pecore che allattano" (Isaia 40:11). Sì, la sua forza è resa perfetta nella nostra debolezza. Pertanto la morte dei santi è "preziosa" ai Suoi occhi perché offre al Signore un'occasione benedetta per il Suo amore, grazia e potere di servire e impegnarsi per il Suo popolo indifeso.

4. Perché alla morte, il credente, figliolo di Dio va direttamente presso al Signore. Il Signore si diletta nell'avere il Suo popolo con Sé. Questo è messo in evidenza durante tutto il Suo ministero terreno. Ovunque andasse, il Signore portava con sé i suoi discepoli. Sia che si trattasse delle nozze di Cana, delle feste sante a Gerusalemme, della casa di Iairo quando sua figlia era morta, o del monte della Trasfigurazione, lo accompagnavano sempre. Com'è benedetta quella parola in Marco 3:14: "E ne costituì dodici per tenerli con sé". Ed Egli è "lo stesso ieri e oggi e in eterno". Perciò ci ha assicurato: «Quando sarò andato e vi avrò preparato un luogo, tornerò, e v'accoglierò presso di me, affinché dove son io, siate anche voi» (Giovanni 14:3).

Preziosa allora è la morte dei Suoi figlioli ai Suoi occhi, perché assenti dal corpo siamo «presenti presso il Signore» (2 Corinzi 5:8). Quando un figliolo di Dio muore, quelli che rimangono sono addolorati, ma Cristo si rallegra. La sua preghiera, infatti, era: "Padre, io voglio che dove son io, siano con me anche quelli che tu m'hai dati, affinché vedano la mia gloria che tu m'hai data; poiché tu mi hai amato avanti la fondazione del mondo" (Giovanni 17:24) e nell'ingresso in cielo di ciascuno del Suo proprio popolo, vede una risposta a quella preghiera e ne è lieto. Egli vede in ciascuno che è liberato da "questo corpo di morte" un'altra parte della ricompensa per il suo travaglio dell'anima, e ne è soddisfatto.

Per questo la morte dei suoi figlioli è preziosa per il Signore, perché gli offre motivo di gioia. È molto interessante e istruttivo tracciare la pienezza della parola ebraica qui tradotta "prezioso". Essa è anche resa come "eccellente". "O Dio, com'è preziosa la tua benignità! Perciò i figliuoli degli uomini si rifugiano all'ombra delle tue ali" (Salmi 36:7). Per quanto possa vivere degnamente o indegnamente, la morte di un figliolo di Dio è eccellente agli occhi del Signore. La stessa parola ebraica è resa anche "onorevole". "Figliuole di re sono fra le tue dame d'onore" (Salmi 45:9). Assuero chiede quindi ad Haman: "Che bisogna fare a un uomo che il re voglia onorare?" (Ester 6:6). Sì, lo scambio del cielo con la terra è veramente onorevole. Questo onore ha tutti i suoi santi. Lodate il Signore. Questa parola ebraica è anche resa "lucentezza". "Se, contemplando il sole che raggiava e la luna che procedeva lucente nel suo corso" (Giobbe 31:26).

Per quanto oscura e cupa possa essere la morte per coloro che il cristiano lascia, è splendore «al cospetto del Signore». Possa il Signore rendere preziosa questa piccola meditazione per i Suoi figlioli.