Letteratura/Devozioni Bavinck/La croce è mano tesa di pace

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 XXIX. La croce è mano tesa di pace 

“Poiché in lui si compiacque il Padre di far abitare tutta la pienezza e di riconciliare con sé tutte le cose per mezzo di lui, avendo fatto la pace mediante il sangue della sua croce; per mezzo di lui, dico, tanto le cose che sono sulla terra, quanto quelle che sono nei cieli” (Colossesi 1:19-20).

La croce è il simbolo centrale del Cristianesimo. Nella nostra cultura vediamo rappresentate simbolicamente vari tipi di croci, dalla cima di campanili alle collane a cui sono appese.

I bracci della croce di Gesù Cristo sono come un abbraccio che si protende in molte direzioni. Nelle braccia distese del crocifisso, Gesù Cristo si protende verso il mondo. Le sue mani contengono l’amore di Dio verso persone di ogni nazionalità, lingua, cultura e condizione.

Nella sua croce Gesù Cristo ha la capacità di unire molti elementi e popoli. La croce di Cristo riconcilia e porta pace. Come vediamo nel versetto di oggi, solo Gesù - pienamente Dio e pienamente uomo - poteva congiungere Dio dei peccatori per mezzo della sua morte. Solo attraverso Cristo e la sua croce è possibile pervenire a pace e riconciliazione fra popoli, nazioni e gruppi. Solo il Cristo crocifisso può infrangere l’ostilità e portare pace (Efesini 2:13-16).

Scriveva Bavinck: “Nella croce di Cristo, che è scandalo per i giudei e follia per i greci, il peccato e la grazia, la Legge e l’Evangelo, la colpa e il perdono si uniscono e si riconciliano. A quella Croce, Dio e il mondo, il cielo e la terra, gli angeli e gli uomini, popoli e nazioni tendono la mano della pace l’uno verso l’altro. Infatti Dio riconciliava con sé il mondo in Cristo non imputando agli uomini le loro colpe e, trionfando su ogni autorità e potenza”. La croce, in sé stessa uno strumento di odio e di distruzione, è diventata il mezzo mediante il quale il mondo può essere riconciliato con Dio.

La croce è la mano tesa della pace perché, attraverso Cristo, il peccato può essere perdonato. Attraverso Cristo, le autorità e le potenze che cercano di dividere i popoli trascinandoli verso atti peccaminosi, possono essere sconfitte tanto da liberarci dalla loro presa.

Cristo stesso è la nostra pace. Egli ci ha portato sollievo. Nelle lotte e contese del peccato, Gesù Cristo è la nostra vita!

Spunto di preghiera: Prega esprimendo il ringraziamento più intenso, profondo e riverente perché Gesù Cristo è morto in croce per noi. Prega affinché la riconciliazione, la pace, la giustizia e l’amore, irradiando da Gesù - diventino realtà per il mondo e i suoi popoli. Prega di poter vivere nell’amore riconciliante che Gesù ha manifestato nella sua croce.

[Donald K. McKim, Devozioni giornaliere con Herman Bavinck - Credere e crescere nella fede cristiana, Phillisburgh, New Jersey: P&R Publishing, 2023, capitolo XXIX, p. 85].

Citazione da “Sacrifice of Praise”, trans. John Dolfin, 2nd ed. (Grand Rapids: Louis Kregel, 1922), 65.

 L’opera di Cristo 

“L’intera vita di Cristo assume per noi un significato del tutto unico nel suo genere e un valore che va oltre a qualsiasi altro. E’ l’opera perfetta che il Padre gli ha affidato da compiere. Essa può essere considerata da diverse angolature e sotto diversi aspetti, e questo dobbiamo certo fare al fine di ottenere una visione complessiva del contenuto e dell’ampiezza di tale opera. Non dobbiamo però mai dimenticarci che si tratta di una singola opera; essa abbraccia e riempie l’intera sua vita dal concepimento alla sua morte in croce. Proprio come la persona di Cristo è una nella diversità delle sue nature, così pure la sua opera è una: è l’opera di Dio per eccellenza sulla terra. Si, e più ancora, essa si collega a ritroso nel tempo con l’eterno consiglio e la precognizione di Dio, con la sua rivelazione fra Israele e la sua guida delle nazioni. Allo stesso modo essa pure si proietta in avanti continuando in modo diverso nell’opera che Cristo sta ancora compiendo oggi nel suo stato di esaltazione. E’ un’opera che si focalizza nel tempo su questa terra ma che sorge dall’eternità. Essa ha le sue radici nell’eternità e si estende nell’eternità”.

(Da Hermann Bavinck, Magnalia Dei, 231).