Letteratura/Il Regno del Signore/04

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Indice generale

Il regno del Signore: Gesù Cristo su tutte le cose

Introduzione - Prefazione - 01 - 02 - 03 - 04 - 05 - 06 - 07 - 08 - 09 - 10 - 11 - 12 - 13 - 14 - 15 - 16 - 17 - 18 - 19 - 20 - 21 - 22 - 23 - 24 - 25 - 26 - 27 - 28 - 29 - 30 - 31 - 32 [

La via alla teologia dei Due Regni

Per comprendere correttamente perché sorse la teologia del Due Regni/legge Naturale, è necessario comprenderla come una reazione e un’alternativa alla Teonomia e alla Ricostruzione Cristiana, un movimento iniziato da R. J. Rushdoony<ref>Rousas J. Rushdoony (1916–2001), figlio di immigrati armeni, ha studiato a UC Berkeley and the Pacific School of Religion prima di essere ordinato nella Presbyterian Church USA. Successivamente si trasferì alla Orthodox Presbyterian Church. La sua visione, incarnata in The Institutes of Biblical Law (Phillipsburg, NJ: Presbyterian and Reformed, 1973), in cui propose che la legge civile del Vecchio Testamento sia normativa per il governo civile oggi. Il suo trattamento del codice mosaico formò un’ampia prospettiva, combinata alle aspettative post-millennialiste, a formare il Movimento Ricostruzionista.</ref>. Dice VanDrunen: “È forse casualmente che nelle due passate generazioni così tante persone riformate siano state tentate d’abbracciare il movimento teonomico, e la maggioranza che ha resistito abbia per la maggiore offerto alternative tiepide e insipide?”<ref>David VanDrunen, “VanDrunen in the Hands of an Anxious Kloosterman: A Response to a Review of A Biblical Case for Natural Law,” Ordained Servant Online (December 2007) http://www.opc.org/os.html?article_id=78&issue_id=26. Vedi anche Nelson Kloosterman, in Kingdoms Apart: Engaging the Two Kingdoms Perspective, ed. Ryan McIlhenny (Phillipsburg, NJ: P&R Publishing, 2012), 90. </ref>. Nel menzionarlo non stiamo dicendo implicitamente che abbracciamo acriticamente la Ricostruzione Cristiana o condoniamo tutto ciò che è stato scritto dai suoi rappresentanti, ma semplicemente indichiamo il suo ruolo come fattore chiave nella discussione storica.

Un discepolo di Rushdoony, Greg Bahnsen (1948-1995), studiò a Westminster a Filadelfia, dove scrisse la sua tesi di dottorato su “La responsabilità teonomica del magistrato civile”, successivamente sviluppata in Theonomy in Christian Ethics<ref>Greg L. Bahnsen, Theonomy in Christian Ethics (Phillipsburg, NJ: Presbyterian and Reformed, 1977).</ref>.

Ben presto il lavoro di Bahnsen ricevette una critica feroce da Meredith Kline, nella quale compaiono gli stessi temi della dicotomia culto/cultus, così come la sua visione unica della grazia comune e dell’“etica dell’intrusione":

Qualunque sostegno si possa trovare negli standard di Westminster per la teoria di Chalcedon della politica teonomica, quando si tratta di valutarla in termini dell'unico standard infallibile della chiesa, quella teoria deve essere ripudiata come una lettura della Bibbia errata su vasta scala. ... mescola le idee bibliche del santo e del comune. L'errata interpretazione delle nazioni israelite nella teoria dello Stato di Chalcedon, porta con sé, insieme alla sua contraddizione della natura redentrice-riparatrice di quella nazione, una negazione della santità distintiva di Israele come regno messo da parte per il Signore da una speciale alleanza di redenzione.

L'esistenza di Israele come regno santo con speciali garanzie di prosperità costituiva un'eccezione intrusiva nel modello delle nazioni di grazia comune. Ma la teocrazia israelita era solo un regno locale limitato, che serviva semplicemente come un modello tipico della teocrazia universale ultima, e quindi non ha effettuato l'abolizione dell'ordine della grazia comune. Quell'ordine con tutte le sue nazioni comuni riuscì a coesistere con l'Israele teocratico. Ma le teorie millenarie che attribuiscono alla fase pre-consumazione della storia dell'era messianica l'adempimento delle profezie del regno teocratico visibile, universale, santo, messianico postulano l'abrogazione dell'ordine della grazia comune prima della consumazione<ref>Meredith Kline, “Comments on an Old–New Error,” Westminster Theological Journal 41:1 (Fall 1978): 172–89.</ref>.

Kline definisce la sua visione espansiva della “grazia comune” come l'ordine regolare della storia, in cui la venuta di Israele e le istituzioni mosaiche sono un'eccezione. Chiama Israele “un modello tipico”, il che significa che non è altro che un'immagine di una realtà futura. Vorremmo sostenere che lo scopo di Dio per Israele era quello di essere un modello morale per altre nazioni, perché la legge di Dio rivelata a Mosè è uno standard universale, non una “intrusione” dell'etica futura. Per questo motivo, il concetto di “etica dell’intrusione” proibisce ai seguaci di Kline di affermare che la legge mosaica abbia rilevanza normativa al di fuori dell'Israele storico. Questa ermeneutica speculativa occupa lo sfondo della teologia 2R.

Dopo che Bahnsen replicò a Kline nell'edizione riveduta del suo libro (1984), uno sforzo concertato di molti del Seminario di Westminster Filadelfia produsse nel 1991 Theonomy: A Reformed Critique (1). Questo ha segnato un rifiuto generale del movimento teonomico da parte di molti seminari riformati conservatori. Molti hanno reagito al Movimento Ricostruzionista enfatizzando la “teologia biblica” e i concetti chiave che hanno portato all’emergere della Teologia 2R: ermeneutica storico-redentiva, teologia del pellegrino e la “spiritualità della Chiesa”<ref>Il moderno Movimento della Teologia Biblica sorse col luteranesimo tedesco ed evidenziava che la Bibbia debba essere primariamente compresa come una storia che concerne la redenzione spirituale cristocentrica. Non dovrebbe essere confusa con la teologia pattizia storica.</ref>.

Anche altri del vecchio retroterra della United Presbyterian Church (UPC) che furono influenzati da John Gerstner, un sostenitore di Tommaso d'Aquino e critico del presupposizionalismo di Van Til, abbracciarono queste prospettive. I loro punti di vista hanno trovato voce nella rivista Kerux e nella formazione del Northwest Theological Seminary. Charles Dennison, allora storico dell'OPC, insieme a John Muether e Darryl Hart, definì l'identità dell'OPC come segue:

In contrasto con la visione trasformazionista [cioè che la chiesa è chiamata a trasformare la società] di altre denominazioni conservatrici, l'OPC, nelle parole dello storico Charles Dennison, “non ha un'agenda culturale o sociale”. ... alcuni dei critici evangelici dell'OPC hanno spesso liquidato la chiesa come “irrilevante” per la sua mancanza di un'agenda sociale. Vista da un'altra prospettiva, tuttavia, è più accurato dire che l'OPC è impegnata nella “irrilevanza” del mondo per la chiesa. Come parte del nuovo ordine escatologico svelato nella venuta di Cristo, la chiesa trova la sua speranza in un regno che non è di questo mondo ... l'OPC abbandona l'aspirazione alla gloria terrena, incluso un “restaurazionismo” che anela a un ritorno a valori giudaico-cristiani, uno stato teocratico o una civiltà cristiana<ref>Darryl G. Hart and John Muether, Fighting the Good Fight: A Brief History of the Orthodox Presbyterian Church (Philadelphia: Committee for the Historian of the Orthodox Presbyterian Church, 1995), 190–92. Vedi anche History for a Pilgrim People: The Historical Writings of Charles G. Dennison, Danny E. Olinger and David K. Thompson, eds. (Committee for the Historian of the Orthodox Presbyterian Church, 2002)</ref>".

Note