Letteratura/Legge/10

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Indice generale

Le istituzioni della Legge biblica, di R. J. Rushdoony

CapitoliPrefazione - Introduzione - 01 - 02 - 03 - 04 - 05 - 06 - 07 - 08 -09 - 10 - 11 - 12 - 13 - 14 - 15 - 16

 

IL DECIMO COMANDAMENTO.

1. CONCUPISCENZA

 

Il decimo comandamento è una delle più lunghe dichiarazioni di principio nel Decalogo. Nelle sue due versione dice:

Non concupire la casa del tuo prossimo; non concupire la moglie del tuo prossimo, né il suo servo, né la sua serva, né il suo bue, né il suo asino, né cosa alcuna del tuo prossimo (Es. 20:17 NR).

Non concupire la moglie del tuo prossimo; non bramare la casa del tuo prossimo, né il suo campo, né il suo servo, né la sua serva, né il suo bue, né il suo asino, né cosa alcuna del tuo prossimo (De. 5:21 NR).

È stato detto molto, da sciocchi perditempo, circa la collocazione della moglie in ciascuna di queste due frasi, prima e dopo la casa e anche che ella sia apparentemente collocata sullo stesso livello del bue e dell’asino. Gli idioti dovrebbero essere lasciati alla loro idiozia; i saggi occuperanno il loro tempo con altre questioni.

Il significato di questa legge dipende dal significato di concupire. Il resto della legge tratta con le azioni degli uomini; in questo caso tratta forse invece con le emozioni, o abbiamo travisato il significato di concupire? Noth ha indicato che concupire significa infatti molto più che l’emozione del concupire.

Il comandamento nel verso 17 è formulato con un verbo che è reso “concupire”. Ma descrive non meramente l’emozione di concupire ma include anche il tentativo di annettere qualcosa a sé illegittimamente. Il comandamento, perciò, tratta con tutte le intraprese possibili che implicano l’ottenimento del potere sui beni e le possessioni di uno del “prossimo”, che sia mediante il furto o mediante ogni tipo di macchinazione disonesta. Il primo oggetto ad essere menzionato è la casa del prossimo. Il termine “casa” può, in un senso stretto e speciale descrivere la dimora, primariamente la casa edificata, ma anche, in ogni caso, la casa-tenda del nomade; può, comunque, essere usata anche in un senso più o meno ampio o trasferito a significare, per esempio, la famiglia, o ad abbracciare tutto ciò che è incluso nella casa [1].

Pertanto, quando Esodo comincia col proibire di concupire la casa del prossimo, intende, come poi procede a specificare, la moglie, i servi, gli animali, e tutte le altre possessioni del prossimo. Primo, viene usato il termine generale casa, e poi vengono descritti aspetti specifici della “casa”. In Deuteronomio, le citazioni sono apparentemente tutte di specifici, inclusa la “casa”.

Di “concupire” Von Rad ha scritto in termini altrettanto significativi:

Se nell’ultimo comandamento la traduzione del verbo con “concupire” fosse corretta, sarebbe l’unico caso in cui il decalogo tratta, non con un’azione, ma con un impulso interiore, e quindi con un peccato d’intenzione. Ma la parola ebraica corrispondente (hamad) ha due significati, sia concupire che prendere. Include illeciti esterni intendendo: “appropriarsi” (Gs. 7:21; Mi. 2:2, ecc.) [2].

Quando Gesù citò il decimo comandamento in Marco 10:19, lo citò chiaramente come un peccato d’azione, e il testo greco usa la parola aposteresis, frodare di una cosa, ed è tradotto con “frodare”.

Le osservazioni di Noth e Von Rad non rappresentano una novità nell’interpretazione. Chiaramente, nostro Signore gli ha dato lo stesso significato, e proprio altrettanto chiaramente, ciò era conosciuto dagli studiosi cristiani in epoche precedenti. Così, il grande studioso anglicano del diciassettesimo secolo, il dr. Isaac Barrow, scrivendo sul decimo comandamento, osservò:

Questa legge è comprensiva e riassuntiva, per così dire, del resto che interessa il nostro prossimo, prescrivendo nei suoi confronti universale giustizia (donde san Marco, sembra, abbia inteso renderla con una parola: … non privare il tuo prossimo di cosa alcuna; (tradotto “frodare” in italiano, Mc. 10:19) e questo, non solo in fatti e commerci esteriori, ma in pensieri e desideri interiori, la fonte dalla quale effettivamente sgorgano… [3].

Anche Adam Clarke era consapevole del significato di concupire, e dichiarò:

Tu non concupirai, verso 17 … lo tachemod — la parola … chamad, significa un serio e forte desiderio posto su qualcosa, su cui sono concentrate e fissate tutte le affezioni, tanto che la cosa sia buona quanto che sia cattiva. Questo è ciò che comunemente definiamo concupiscenza, parola che si può prendere sia in senso buono che cattivo. Per questo se la Scrittura dice che la concupiscenza è idolatria: dice anche però concupite intensamente le cose migliori; troviamo così che questa disposizione è peccaminosa o santa a seconda dell’oggetto su cui è posta. In questo comando, la concupiscenza che viene proibita o condannata è quella posta su un oggetto proibito. Concupire in questo senso, è bramare intensamente, per poter godere come proprietà, la persona, o la cosa concupita. Trasgredisce questo comando chi con qualunque mezzo si adopera per privare un uomo della sua casa, o fattoria, mediante qualche trattativa clandestina e sottobanco col proprietario originale, ciò che in alcune nazioni è chiamato: prendere la casa e fattoria di un uomo creando una situazione ch’è troppo grande per lui (scavalcandolo). Lo trasgredisce pure chi pieno di lussuria per la moglie del suo prossimo si attiva per ingraziarsi le di lei affezioni, sforzandosi di sminuire il marito nella sua stima; e lo trasgredisce chi s’impegna a impossessarsi dei servi, bestiame, ecc., in qualsiasi maniera clandestina o ingiustificabile. Questo è un precetto morale eccellentissimo, la cui osservanza preverrà tutti i reati pubblici: poiché chi sente la forza della legge che proibisce i desideri disordinati di qualsiasi cosa di proprietà di un altro, non può mai aprire una breccia nella pace della società facendo un torto ad alcuno dei suoi membri persino ai più flebili  [4].

Il travisamento di questa legge è cominciato col pietismo il quale limitò la legge di Dio a precetti morali. La religione fu interiorizzata e perciò le azioni cessarono di essere importanti quanto il “cuore”. In aggiunta a questo, fu propagata anche l’idea che il guadagno di qualsiasi tipo fosse in qualche modo “non spirituale” talché la concupiscenza assunse un significato esclusivamente negativo.

Habacuc 2:9 ci dà un esempio del fatto che le Scritture hanno fatto una distinzione tra concupiscenza malvagia e concupiscenza buona. Il significato del passo compare esaminando ambedue le versioni Nuova Riveduta e Nuova Diodati:

Guai a colui che è avido d’illecito guadagno per la sua casa, per mettere il suo nido in alto e scampare alla mano della sventura! (NR)

Guai a chi è avido di guadagno malvagio per la sua casa, per porre il suo nido in alto e sfuggire al potere della sventura (ND).

La concupiscenza è qui eguagliata al guadagno; ad essere condannata è la concupiscenza malvagia. Chiaramente il guadagno onesto e la pia concupiscenza non sono condannati.

San Paolo, in 1 Corinzi 12:31 ha usato la parola “concupire” nel suo senso buono; la Nuova Riveduta traduce: “Desiderate ardentemente i doni maggiori”; la Nuova Diodati: “Cercate ardentemente” – operate pressantemente e zelantemente per i doni maggiori.

Pertanto, ciò ch’è chiaramente condannato dal decimo comandamento è ogni tentativo di appropriarsi mediante frode, coercizione, o imbroglio ciò che appartiene al nostro prossimo. In base a questo principio, cause per alienazione d’affetti furono un tempo parte della legge della nazione. Il loro abuso da parte di un’epoca senza legge portò alla loro abolizione, ma il principio è corretto. Una persona che operi sistematicamente per alienare l’affetto di un marito o di una moglie per potersi appropriare di lui o di lei, talvolta assieme alle loro risorse monetarie, è colpevole di violazione di questa legge.

Questa legge proibisce in questo modo l’espropriazione mediante frode o imbroglio di ciò che appartiene al nostro prossimo. Il decimo comandamento perciò effettivamente riassume i comandamenti da sei a nove e dà loro una prospettiva aggiuntiva. Gli altri comandamenti trattano con azioni ovviamente illegali, ovvero evidenti violazioni della legge. Il decimo comandamento può venire trasgredito all’interno di queste leggi. Per citare un esempio: Davide commise adulterio con Bath-Sheba, un’azione chiaramente illegale. Le sue azioni successive furono tecnicamente entro la legge: Uriah fu posto sul fronte della battaglia e furono dati degli ordini atti ad assicurare la sua morte in battaglia. Non fu tecnicamente omicidio, ma fu chiaramente una cospirazione a uccidere, con Davide e Joab entrambi colpevoli d’omicidio.

Pertanto, una varietà di leggi nella civiltà occidentale sono basate su questo principio dell’uso fraudolento della legge per frodare o danneggiare. Molte di queste leggi legiferano contro l’aspetto di cospirazione in frode. Legiferano contro la cupida appropriazione delle proprietà del nostro prossimo mediante mezzi malvagi benché legali. La legge contro l’appropriazione disonesta è pertanto molto importante e il decimo comandamento, anziché essere una vaga appendice alla legge, ne è alla base.

Questa legge contro l’appropriazione disonesta è rivolta da Dio non meramente all’individuo, ma allo stato e a tutte le istituzioni. Lo stato può essere e spesso è colpevole quanto gli individui, e lo stato è spesso usato come mezzo legale mediante il quale altri sono frodati delle loro proprietà. La legge contro la concupiscenza malvagia è pertanto una legge particolarmente necessaria nel ventesimo secolo. Il pietismo che prima ha sabotato questa legge è ora diventato una pervasiva attitudine sociale.

Il pietismo enfatizza il cuore, le attitudini dell’uomo, e sminuisce l’importanza delle sue azioni. Le sue radici sono nel disprezzo pagano, greco e stoico, della materia contrapposta allo spirito. L’obbiettivo in queste filosofie era d’essere privo di passioni. Il vero filosofo era al di sopra del provare dolore per le cose materiali: la sua casa poteva bruciare e sua moglie e i figli morire, ed egli cercava d’essere indifferente. Pretendeva d’essere interessato solo di quelle cose che sono della mente o dello spirito.

L’influenza di questi filosofi sulla chiesa rese malvagia qualsiasi concupiscenza. Si presumeva che per essere santo l’uomo dovesse essere senza desiderio. Essere ambizioso era malvagio perché rappresentava desiderio verso cose materiali. Shakespeare e Fletcher lo rispecchiarono nella loro opera. Enrico VIII, nella quale il Cardinal Wolsey dice:

Mark but my fall, and that that ruined me.
Cromwell, I charge thee, fling away ambition:
By that sin fell the angels; how can man, then,
The image of his Maker, hope to win by it?
Love thyself last: cherish those hearts that hate thee.

(Segna solo la mia caduta, e ciò che m’ha rovinato.

Cromwell, t’impongo, scaglia via l’ambizione:

Per quel peccato caddero gli angeli; come può dunque l’uomo,

L’immagine del suo Creatore, sperare di vincere con essa?

Ama te stesso per ultimo: ti sian cari quei cuori che t’odiano.)

(Atto III, scena II).

Una tale filosofia significava che l’ambizione non ha legittimazione cristiana, e che il desiderio per cose migliori è sempre un peccato. Come risultato, la sola ambizione e desiderio legittimi erano quelli che rinunciavano al cristianesimo in favore dell’umanismo. Il pietismo ha portato il cristianesimo, tanto prima che dopo la Riforma, su falsi sentieri fatti di sentimenti contrapposti all’integrità di vita.

Il pietismo, in origine pagano e umanistico, ha nuovamente infettato l’umanesimo nell’epoca moderna. Come risultato, i progressisti che non hanno vero amore per Negri, Indiani, ed altri, saltano di causa in causa alimentando una marea di sentimento quale reale soluzione a tutti i problemi. Il risultato di tale emozionalismo pietista non è un reale avanzamento della causa di nessuno ma solo un bagno d’emozioni per i pietisti umanisti.


Note:

1 Martin Noth, Exodous; Philadelphia: Westminster Press, 1962, p. 166.
2 Gerhard Von Rad, Deuteronomy, A Commentary; Philadelphia: Westminster Press, 1966, p. 59.

3 Isaac Barrow: Works; New York: John C. Riker, 1845, III, 39.
4 Adam Clarke, Discourses on Various Subjects, II, 36 s.

 

2. LA LEGGE MESSA IN VIGORE

Nel Sermone sul Monte Gesù applicò alcune delle leggi della Scrittura al cuore dell’uomo, ovvero dichiarò che la legge non ha solo un requisito per le azioni dell’uomo ma anche per il suo cuore. Dio, essendo totale nella sua sovranità, emette una legge totale.

Alcune delle implicazioni della legge come dichiarata nel Sermone sul Monte non sono entro l’ambito della legge civile o penale (Mt. 5:21, 22, 27, 28). Odiare nostro fratello, o guardare una donna con lussuria, sono offese che Dio può giudicare, ma la corte può giudicare solo se da tali sentimenti scaturisce qualche azione.

Alcune delle implicazioni della legge, se si tramutano in azione, sono coperte dal decimo comandamento. Abbiamo citato la causa per alienazione degli affetti.

Ancor più comuni sono quelle azioni, tecnicamente legali, che violano lo spirito della legge, azioni con le quali l’uomo espropria il patrimonio di altri mediante l’abuso della lettera della legge. La legge deve essere “confermata”, cioè messa in vigore in tutte le sue implicazioni, non un crudo legalismo che usa la legge per trasgredire la legge. Questo è chiaramente richiesto in Deuteronomio 27:26:

Maledetto chi non si attiene alle parole di questa legge, per metterle in pratica!”. E tutto il popolo dirà: “Amen”.

La traduzione del Moffat:

“Una maledizione sull’uomo che non darà effetto alle parole di questa legge!” E tutta la gente risponderà: “Così sia”.

Per citarne un esempio: la legge richiede il pagamento dei debiti; il mancato pagamento è una forma di furto quanto di spergiuro. Chi presta ha effettivamente bisogno di protezione per i prestiti commerciali perché molte persone sono dei “fannulloni parassiti” e fin troppo pronti a frodare i loro creditori. Però i contratti oggi sono usualmente disonesti a causa delle molte clausole che, mentre sono intese a proteggere contro i frodatori, diventano strumenti per frodare gli stolti e gli ignoranti. Oggi le clausole “scritte in piccolo” possono includere cose come la rinuncia alla difesa, responsabilità contingente, notifiche scritte, limitazioni di competenza, esclusioni di responsabilità, clausole di condizioni di salute pre-esistente, che penalizzano tutte l’individuo nei confronti della società commerciale o assicurativa. In un mondo di responsabilità limitata molti di questi contratti re-introducono un’illegittima forma di responsabilità illimitata. Il cristiano deve essere in favore della responsabilità illimitata, ma non in questo modo a senso unico. Entrambe le parti di un contratto dovrebbero essere governate dalle sue condizioni.

In un’analisi di uno di tali contratti, Jean Carper scrisse:

Poiché riluttanti a vendere la casa nella quale erano vissuti per 35 anni, una coppia, in uno stato della sponda occidentale firmò un contratto di 2.500 dollari per farla rinnovare. Sfortunatamente, tre settimane dopo, il loro contraente morì di un attacco al cuore, e i lavori non sono mai cominciati.

Poco tempo dopo la coppia ricevette una comunicazione da una compagnia finanziaria che richiedeva il pagamento mensile per ottemperare al contratto di 2.500 dollari. La coppia scrisse, spiegando la situazione, non fece pagamenti, e non ci pensò più. Due mesi dopo lo sceriffo portò loro i documenti che notificavano che la compagnia finanziaria aveva precluso il riscatto della casa e l’avrebbe messa all’asta, a meno che avessero prodotto i contanti per coprire il contratto più le spese legali. I due cercarono aiuto in ogni direzione ma non poterono mettere insieme la somma. In questo modo, incredibilmente, per pagare un lavoro mai fatto, la casa andò all’asta. Probabilmente del valore di 30.000 dollari, un funzionario della compagnia finanziaria l’acquistò per 20.000.

In un altro stato, una vedova di 56 anni acquistò un’assicurazione RC auto da una compagnia raccomandatale dal suo agente assicurativo. La sua polizza fu cancellata un anno dopo senza spiegazioni. Poi, quasi tre anni dopo, ella ricevette una lettera da un avvocato che le ordinava di pagare allo stato 241.49 dollari perché risultava responsabile di rivendicazioni contro questa compagnia ora defunta che un tempo aveva assicurato la sua auto. Poiché la somma era al di sopra dei suoi magri guadagni, ella fu costretta a una rata mensile finché l’intero importo fu pagato.

Come possono succeder queste cose? La spiegazione è nelle “condizioni di vendita” scritte in piccolo che compaiono su contratti d’installazione, polizze assicurativa, carte di credito: su quasi tutti i documenti legali che firmate. E come molti hanno toccato con mano, il loro potenziale di provocare un disastro non si possono sottostimare [1].

Nel primo caso, la coppia aveva firmato un contratto con rinuncia alla difesa, inconsapevoli del suo significato. Nel secondo caso, secondo la signorina Carper, la vedova aveva sottoscritto la polizza con una compagnia con responsabilità contingente, che in effetti “rende il possessore della polizza un parziale proprietario della compagnia e responsabile per il suoi debiti” [2].  La  Carper cita molti altri simili esempi di contratti che frodano gli inconsapevoli.

Questi contratti hanno una caratteristica in comune: la terminologia giuridica implica responsabilità di cui il firmatario non è al corrente. Per la persona media che possiede una carta di credito, un prestito, o un debito, sarebbe necessario un’avvocato per spiegare le trappole e i laccioli di tali contratti. Queste persone, però, sono precisamente quelle che non possono permettersi un avvocato. In questo modo, proprio quelle persone che hanno bisogno della supervisione di un consigliere legale sono quelle che non ne hanno praticamente accesso.

Dalle illustrazioni citate sopra compare un altro aspetto dei contratti. Lo stato è chiaramente implicato in ambedue, e altrettanto lo sono i tribunali. Gli affari dei tribunali sono sempre più gli affari dello stato, e di potenti creditori contro persone impotenti e sciocche. Quando pressato, lo stato abolisce una forma di estorsione legale, lasciando scappatoie per molte altre. Le riforme giuridiche dell’ultimo paio di generazioni, intese a “proteggere” il piccolo, il “popolino” hanno solo lasciato queste persone ancor più vulnerabili. In più, il governo federale ha spalancato la strada per il credito più facile e in questo modo per più sfruttamento. Infatti, il governo si è vantato di aver facilitato l’acquisto della casa, ma i mutui a 30- 35 anni hanno portato a costruzioni di infima qualità, a una moltitudine di frodi, e a uno sfruttamento della gente radicato ancor più in profondità. Le riforme di uno stato che nega Dio non meritano più fiducia delle riforme di un uomo con la pistola in mano che ci deruba del nostro denaro.

Con ciò non si nega che alcuni, limitati, passi legali non siano per il bene, né che alcuni giudici istituiscano misure oneste. È la direzione basilare delle legge che ci preoccupa. (Un tassista di New York ha riportato che un ladro che lo ha derubato del suo taxi e del suo denaro gli ha restituito il necessario per tornare a casa in metropolitana con un’aria di nobiltà e generosità.)

Un esempio di riforma da parte di un giudice apparentemente premuroso è l’opera del Giudice M. Peter Katsufrakis della corte per le cause minori Divisione 4 della Corte Municipale di Los Angeles.

La corte per le cause minori, voluta come sostegno per persone ordinarie con piccole rivendicazioni e prive di mezzi per pagare gli onorari legali, è diventata un’agenzia di recupero crediti per compagnie finanziarie, negozi e servizi. La maggior parte delle loro cause erano vinte per default perché gli accusati non si presentavano. Non si presentavano perché i vari accusati potevano abitare da qualsiasi parte in California, dal confine con l’Oregon a quello col Messico e non potevano permettersi il viaggio a Los Angeles per il processo. La compagnia implicata avviava il procedimento a Los Angeles, la sua sede, sapendo che avrebbe vinto per abbandono. Il Giudice Katsufrakis fece in modo che tutti i casi simili venissero svolti nella giurisdizione in cui viveva l’accusato o dove fosse avvenuto il contratto. Shaw riportò un dialogo di un’udienza:

Il rappresentante di un appaltatore aveva fatto un accordo con una coppia di giovani sposi ed ora l’appaltatore li stava portando in causa.
“L’appaltatore non ha fatto tutto quello che il suo rappresentante aveva detto che avrebbe fatto” disse il marito alla corte.

“Non posso essere vincolato da ciò che vi ha detto”replicò l’appaltatore, indicando il suo rappresentante. “Lui non era autorizzato a fare alcun accordo. Non è mio agente. Lui …” “Aspettate un momento” tagliò corto Katsufrakis. “Non provatevi a fare il gioco delle tra carte con me. Ho visto quest’uomo qui a rappresentala altra volte, e se ora mi vuole dire che non è un suo agente autorizzato, torno indietro sui registri e annullo tutte le sentenze nelle quali egli è stato coinvolto” [3].

Le corti per cause minori, comunque, non sono condotte con molto riguardo per la giustizia e sono considerate dai giudici un’infelice posizione dalla quale sperano di essere promossi.

Il carattere delle corti, dei giudici e del sistema giuridico non può essere mantenuto a lungo se il carattere delle persone è delinquenziale e degenere. Corti e giudici non esistono in un vuoto: sono parte della fede, cultura e standard morale della gente in generale, della nazione di cui fanno parte. È un principio dei rivoluzionari che esista un profondo sfaldamento morale, che l’establishment sia malvagio per natura e in essenza, e la gente sia innocente e buona. Questo principio rivoluzionario sta alla base di quasi ogni radicalismo e conservatorismo, e porta alla mentalità che ascrive tutti i problemi alle cospirazioni e virtualmente neppure uno alla natura decaduta dell’uomo. Il cristiano ortodosso nega che esista uno sfaldamento morale tra l’establishment e le persone; invece, lo sfaldamento morale esiste tra tutte le persone non rigenerate, grandi e piccole, e i redenti di Dio. Questo sfaldamento morale non può essere coperto mediante rivoluzione ma solo per mezzo della rigenerazione. Affidarsi alle armi non è pertanto la risposta. Quando i cristiani si sono affidati alle armi nel passato, è stato di solito per auto-difesa, non come strumento di rigenerazione.

Il decimo comandamento proibisce l’utilizzo disonesto della legge per frodare il nostro prossimo. Una società che sia stabilita su un principio disonesto, su un fondamento privo della legge di Dio e contro Dio, farà inevitabilmente diventare la concupiscenza un modo di vivere, e il suo principio per ottenere ricchezza diventerà sempre più l’esproprio.

Deuteronomio 27:26 richiede che mettiamo in vigore la legge. Questo ci proibisce di “obbedire” la legge per mera negazione. Non possiamo fare la nostra corse aggirando gli ostacoli, evadendo con agilità tutte le violazioni della legge. Non c’è santità in tale percorso. Una maledizione è pronunciata su tutti quelli che non mettono in vigore la legge, che mancano di dare effetto o di “confermare” la legge obbedendola nel senso più pieno della parola. La legge deve essere obbedita dal cuore.

Note:

1 Jean Carper, “Before you Sign — Read the Fine Print”, in Family Weekly, supplemento al Santa Ana (Calif.) Register, 12 aprile, 1970, p. 13.

Ibid.

3 David Shaw, “Fair Shake, Small Claims Court Judge Leads Revolt” in Los Angeles Times, LXXXIX (Mercoledi mattina, 10 giugno, 1970), pp. 1, 18, 19.

 

3. PRIVILEGIO SPECIALE

In Romani 7:7 e 13:9, compare la parola “concupire” una traduzione della parola greca per desiderare, posarci il cuore, bramare. La parola “concupire” in questi versi fa riferimento al cercare cose proibite, ma il senso della parola “concupire” è buono o cattivo nei termini del suo contesto. La legge in Deuteronomio 5:21 condanna il concupire, desiderare, o prendere con la forza ciò che non è nostro di diritto.

Se desiderare e prendere con la forza o per legge ciò che appartiene al nostro prossimo è contro la legge di Dio, ne consegue che l’organizzazione di tale concupiscenza in un sistema è la creazione di una società anti-Dio. Un’economia di welfare — socialismo, comunismo, o qualsiasi altra forma di ordine sociale che prende da un gruppo per dare ad un altro — è pertanto trasgressione della legge di Dio organizzata in un sistema.

In una tale società, questa empia confisca può appropriarsi di ciò che appartiene al nostro prossimo chiedendo allo stato di servire quale strumento di confisca; concupire per legge non è meno peccato.

Una delle comuni giustificazioni per tale società dominata dalla concupiscenza è che si suppone sia moralmente necessaria per combattere i privilegi speciali. Il termine privilegio speciale è uno dei termini più abusati quanto dei più pericolosi. Evoca visioni di sfruttamento e di abuso e crea una situazione pregiudizievole dovunque sia usato. È un termine che ha fatto danni non indifferenti; un insulto comune dalla sinistra, è stato ampiamente raccolto e usato dalla destra. Se una cosa è definita “privilegio speciale” nella maggior parte dei casi ciò è sufficiente per destare ostilità nei suoi confronti.

La verità è che non è mai esistita nessuna società senza privilegi speciali, né è probabile che mai vi sarà. I privilegi speciali possono essere buoni o cattivi, a seconda della situazione. Un presidente ha privilegi speciali; una moglie e un marito hanno privilegi speciali l’uno con l’altro; i privilegi speciali sono un’inevitabile parte della vita.

Esaminiamo i possibili ordini sociali e il loro rapporto col privilegio speciale.

La prima possibile forma di ordine sociale è una di totale eguaglianza. Gli stati marxisti si attengono formalmente al principio: da ciascuno secondo le sue capacità a ciascuno secondo le sue necessità. In gradi diversi, tutte le società di welfare e socialiste si attengono a questo principio, benché la sua rigida interpretazione sia stata abbandonata perfino dalle nazioni comuniste. Ad ogni modo, questo principio marxista in realtà non elimina né il privilegio speciale né l’ineguaglianza. Anche se applicato nel modo più rigido, il principio marxista significa solo un’eguaglianza di ricchezza, non di lavoro. La ricchezza di chi ha successo viene data a chi fa peggio, e ai neghittosi. Privilegi speciali sono pertanto dati agli incompetenti, a chi riesce meno e ai fannulloni. Più una società marxista o qualsiasi stato cerca d’essere rigidamente egalitario, più sono radicali le ineguaglianze e i privilegi speciali che crea. Non c’è “eguaglianza” in un ordine ove uomini d’abilità vengono ostacolati o andicappati. Il privilegio speciale non è stato eliminato in Russia: un ordine moderatamente coercitivo e frequentemente ingiusto fatto di privilegi speciali è stato scambiato per un ordine sociale basato sulla coercizione totale, radicale ingiustizia, e crudeli privilegi speciali.

Un secondo possibile ordine sociale è quello ch’è stato chiamato meritocrazia. Ad un grado molto ampio questo è l’obbiettivo degli stati socialisti Fabiani, in particolare la Gran Bretagna. Il principio del servizio civile è applicato a tutto l’ordine sociale. Parkinson ha citato l’origine cinese degli esami scritti competitivi [1].  In origine, lo scopo dell’esame scritto era d’esaminare i candidati nell’educazione classica; gradualmente, il test è stato modernizzato ed esamina attitudine, fattori psicologici, e intelligenza generale.

Una meritocrazia pertanto insiste sugli esami ed è ostile alla famiglia perché la famiglia è lo strumento più importante in tutta la storia per promuovere privilegi speciali per i suoi membri. Goethe espresse la questione in questo modo:

Per poter realmente posseder ciò che erediti

Devi prima guadagnarlo col tuo merito.

Questo significa che le tasse di successione devono essere usate per distruggere il desiderio della famiglie di conferire ai propri membri privilegi speciali. Michael Young, nella sua satira sulla meritocrazia, ha dichiarato con chiarezza la questione:

L’influenza aristocratica non sarebbe mai durata così a lungo, neppure in Inghilterra, senza il sostegno della famiglia: il feudalesimo e la famiglia vanno a braccetto. La famiglia è sempre il pilastro dell’eredità. Il genitore ordinario (oggi non sconosciuto, dobbiamo dolorosamente ammetterlo) voleva passare i suoi soldi ai suoi figli piuttosto che a uno di fuori o allo stato; il figlio era parte di se stesso, e lasciandogli in eredità della proprietà si assicurava una sorta d’immortalità: il padre ereditario non moriva mai. Se i genitori avevano un’attività, un commercio di famiglia che in un senso li incarnava, erano ancor più ansiosi di passarla a qualcuno del loro sangue che la dirigesse. I genitori, controllando la proprietà, controllavano anche i loro figli; come affermazione di potere la minaccia di eliminare un figlio dal testamento aveva quasi la stessa efficacia nella Gran Bretagna industriale di quanto ne aveva avuta in quella agricola. …
Per secoli la società è stata il campo di battaglia tra due grandi principi: il principio della selezione operata dalla famiglie e quello della selezione operata dal merito….

Abbiamo dovuto sopportare i fallimenti della famiglia. Abbiamo dovuto riconoscere che quasi tutti i genitori cercheranno di ottenere ingiusti vantaggi per la loro progenie. La funzione della società, la cui efficienza dipende dall’osservanza dei principi di selezione per meriti, deve prevenire che tale egoismo faccia alcun serio danno. La famiglia è il guardiano di individui, lo stato il guardiano dell’efficienza collettiva, e questa funzione lo stato è capace di svolgerla perché i cittadini stessi sono divisi nei loro interessi. Come membri di una famiglia particolare vogliono che i loro figli abbiano ogni privilegio. … Noi sottostimiamo la resistenza della famiglia. Essa è ancora il più fertile letto di semina di sentimenti reazionari [2] .

In una società orientata alla famiglia, le persone non solo favoriscono i propri parenti e amici, ma aumentano il fattore del privilegio speciale incrementando i vantaggi di quelli che sono già più avanti o lavorano sodo e sono attrattivi. L’affermazione più offensiva che sia mai stata fatta sul privilegio speciale è probabilmente la dichiarazione di Gesù Cristo: “Poiché a chiunque ha, sarà dato e sovrabbonderà, ma a chi non ha gli sarà tolto anche quello che ha” (Mt. 25:29). Questo manifesto ricompensare iniziativa e successo è un oltraggio per molti.

In una meritocrazia, un rigido sistema d’esami determina chi avrà più istruzione e formazione avanzata e chi entrerà nelle professioni. La disponibilità di intelligenza superiore è limitata, e tutte le professioni ne hanno bisogno. Il sistema di test è inteso per individuare e sviluppare tali menti. Ciò significa che, poiché la meritocrazia possiede un ipotetico metodo scientifico per testare intelligenza e attitudine, quelli che sono bocciati sono in un senso reale dei falliti. In una società di privilegi speciali, nota Young, i falliti possono dare la colpa al sistema e rivendicare che non hanno mai avuto un’occasione; in una meritocrazia, sono costretti a concludere, su basi scientifiche, che sono inferiori. La cosiddetta eguaglianza di un metodo d’esame crea in questo modo una frattura più profonda [3].

La meritocrazia non solo crea un più profondo senso d’ineguaglianza, ma neppure porta al vertice le migliori abilità. Il metodo d’esame proviene, significativamente, dal retroterra del servizio civile. Di fatto identifica e alleva la mentalità burocratica, non l’inventore o l’imprenditore. È orientato ad una mentalità statalista, non ad una mente cristiana o libera.

In questo modo, la meritocrazia crea una nuova élite, una classe particolarmente privilegiata di intellettuali e di burocrati, che prosperano sotto il sistema d’esame. Crea una nuova classe dirigente organizzata nei termini di questi nuovi standard. La Gran Bretagna sta rimpiazzando i suoi vecchi Lord con la nuova House of Lords, costituita da intellettuali e politici laburisti. Il privilegio speciale non è stato evitato: è semplicemente stato spostato da un gruppo ad un altro. Inoltre, i funzionari statali, in ogni società socialista, danno privilegi speciali ai loro figli; la famiglia in questo modo si riafferma, ma ora rinforzata col potere di uno stato monolitico.

L’ascesa della meritocrazia ha una correlazione con la rivolta studentesca della seconda metà del ventesimo secolo. Gli studenti, in quanto prodotto delle scuole statali, hanno creduto nell’autorità della scienza e della macchina. Il computer e i suoi test abbe il suo peso. Nei termini di meritocrazia, molti si videro come potenziali falliti. Il primo grande slogan della ribellione fu preso in prestito dal computer: “Non piegare, punzonare o mutilare”[4].  Temendo di fallire nel disumano mondo della meritocrazia, molti “abbandonarono la scuola”. Il computer e i suoi test avrebbe rivelato che erano degli sciattoni? Divennero sciattoni sporchi e arruffati per protesta. Contrapposto al sistema socialista Fabiano di meritocrazia, li attrasse il primitivo comunismo egualitarista [5].

Una terza forma di società, di carattere biblico, è orientata alla famiglia. Lo stato è limitato a un ministro di giustizia, e viene data al mercato e all’iniziativa individuale la libertà di sviluppo. Allora lo stato è escluso da qualsiasi parzialità nei procedimenti giuridici. Ogni canale dello stato è allora occupato con la giustizia, non col privilegio speciale. Allora famiglie, organizzazioni, e datori di lavoro sono liberi di dare privilegi speciali a chi sembra loro opportuno.

Nella parabola dei lavoratori nella vigna, Gesù raccontò del padrone di casa che assunse uomini al mattino, metà mattina, mezzogiorno, e pomeriggio, e li pagò lo stesso ammontare. Forse per questo modo di fare ci sarà stato un fondamento economico. Spesso, a causa del tempo atmosferico, l’uva deve essere raccolta tutta in uno stesso giorno. Mentre il giorno avanzava, forse divenne più urgente prendere i lavoratori ancora disponibili prima che altri li assumessero. In tale situazione il costo del lavoro avrebbe teso ad aumentare. La parabola, però, non sembra dare alcun fondamento per una tale interpretazione. Quelli arrivati più tardi stavano inoperosi, disoccupati. I vendemmiatori protestarono per essere stati pagati con un identico salario; la paga non era al di sotto dello standard. La loro protesta era un attacco al privilegio speciale di quelli arrivati tardi che ricevettero il loro stesso salario. La risposta di Gesù è importante sia come principio religioso che economico, di fatto un principio per il tutto della vita: “Non mi è forse lecito fare del mio ciò che voglio? O il tuo occhio è cattivo, perché io sono buono?” (Mt. 20:15). Il contratto con quelli assunti per primi era stato pagato onestamente. Era privilegio del padrone della vigna dare quanto desiderava a chiunque. Il diritto di dare privilegi speciali è un aspetto basilare della libertà, e della proprietà privata. Se viene negata la libertà individuale di conferire privilegi speciali, allora sono negate la libertà e la proprietà privata.

Ancor di più, il mondo viene ridotto a qualcosa d’impersonale e meccanicista. I privilegi speciali esistono perché esistono le persone. Chi lavora sodo è ricompensato ricevendo qualcosa di più che il compenso dovuto come atto di gratitudine, o per creare incentivazione.

L’ostilità per la famiglia negli stati socialisti è dovuta al fatto che essa è un gruppo orientato al privilegio speciale. La famiglia sarà sia più dura sui suoi membri di quanto lo sarà la società, sia più generosa. In una società orientata alla famiglia, chiese, organizzazioni e comunità tendono ad essere dominate da una moralità motivata dalla famiglia e saranno personalistiche. Allora i privilegi speciali diventeranno routine. Conant ha reso chiara la sua ostilità per la famiglia come istituzione “aristocratica”, cioè un’istituzione di privilegi speciali. Per lui è aliena alla democrazia [6]. Per Conant e altri, la scuola statale è un’agenzia per favorire la democrazia e limitare il potere della famiglia.

L’atteggiamento dei vendemmiatori nella parabola era di concupiscenza; implicava un desiderio di prevenire altri dal ricevere ciò ch’era legittimamente loro. Era un attacco al “privilegio speciale”. Ogni attacco di questo tipo è un tentativo di coartare empiamente per poter attribuire privilegi nei termini dei nostri desideri.

Qualsiasi legge che cerchi di legiferare separatamente dalla legge di Dio è un caso di empia coercizione. Gli esempi di leggi di questo tipo sono molti. Turner ci dà un’illustrazione significativa:

Due persone avrebbero potuto passeggiare lungo qualsiasi strada degli Stati Uniti nel 1930 — uno con una bottiglia di whiskey sotto braccio e uno con un lingotto d’oro in tasca, e quello col whiskey sarebbe stato considerato un criminale mentre quello con il lingotto d’oro sarebbe stato considerato un cittadino ligio alla legge. Se la stessa cosa accadesse in qualsiasi città degli Stati Uniti nel 1970 , quello col whiskey sarebbe il cittadino ligio alla legge e quello col lingotto d’oro sarebbe il criminale [7].

Tali leggi promuovono l’illegalità perché violano il principio fondamentale della legge biblica: che tutti i giudizi e ogni legislazione si fonda sulla giustizia di Dio piuttosto che sulla volontà dell’uomo e le politiche dello stato.

Note:

1 C. Northcote Parkinson, Parkinson’s Law; Cambridge: The Riverside Press, 1957, p. 49 s.

2 Michael Young, The Rise of Meritocracy, 1870-2033, An Essay on Education and Equality; London: Thames and Hudson, 1958, p. 24 s.

Ibid., pp. 83-100.

4 Nota del traduttore:Già negli anni ’50 e ’60, i primi computer ricevevano le loro istruzioni alimentando enormi mazzi di schede perforate. La disposizione delle fessure perforate nelle carte determinava le istruzioni fornite dal computer. Quindi era importante che le carte fossero mantenute in ottime condizioni, tutte nell’ordine corretto, chiare e pronte per essere inserite attraverso uno slot nel computer. Una singola carta che era stata “piegata, fusa o mutilata” poteva ingombrare l’intero processo, causando ore di ritardi e richiedendo la riesecuzione di interi programmi.

5 Sul merito, vedi F. A. Hayek, The Constitution of Liberty; University of Chigago Press, 1960, pp. 85-102. (In Italiano: La società Libera; Rubbettino, 2011).

6 James Bryant Conan, Education in a Divided World, The Function of the Public School in Our Unique Society; Cambridge: Harvard University Press, 1948, p. 8.

7 W. W. Turner, The Amazing Story of the British Sovereign; Nashville, Tennessee, 1970, p.4.

 

4. REATI CONTRO IL NOSTRO PROSSIMO

Il decimo comandamento, come il nono, fa menzione del nostro prossimo, il nostro consimile. Nel decimo comandamento, la parola prossimo compare tre volte (Es. 20:17; De. 5:21). Chiaramente, l’intera seconda metà della legge tratta con i reati contro il nostro prossimo, ma il decimo comandamento è particolarmente rivolto a questo aspetto.

In Esodo 20:17 viene usata una parola per “concupire”, mentre in Deuteronomio 5:21, vengono usate due parole, la prima tradotta “desiderare” col significato di “deliziarsi in”, voglia, desiderio; la seconda, resa con “concupire” col significato di “voler possedere”, secondo l’esegesi tradizionale. Come abbiamo notato, Von Rad ha mostrato che la parola “concupire” ha due significati, sia concupire che prendere”[1].  Allora, perché il significato è diventato limitato ad un solo aspetto: l’attitudine mentale? La causa giace nel basilare dualismo del pensiero pagano e delle filosofie elleniche che hanno ampiamente influenzato il pensiero occidentale, teologia inclusa. Mente e corpo sono separati in due reami separati, e la separazione ha portato a serie conseguenze. Intento e azione sono diventati divorziati, e le conseguenze delle azioni sono state separate dalle conseguenze del pensiero. A volte, le azioni sono state ritenute irrilevanti perché la mente è stata basilare per la definizione dell’uomo. Altre volte, la mente è stata libera di indulgere in ogni bizzarria perché la responsabilità veniva ascritta solo alle azioni. Il dualismo ha in questo modo portato a una basilare irresponsabilità.

Questo comandamento, in quanto legge, si occupa delle azioni degli uomini, espropriazioni illegali e immorali di ciò che è proprietà del nostro prossimo. Basa questa varietà di azioni illegali negli intenti dell’uomo, nella sua mente. L’azione immorale comincia con un pensiero empio, e i due sono inseparabili. Il dr. Damon ci dà un’illustrazione di ciò:

I maschietti sono malelingue; credetemi, lo so. Si vantano delle loro conquiste sessuali. In segreto potranno pure sentirsi in colpa se sono stati i primi con una ragazza; questo perversamente li porta a dire ad un altro ragazzo di quanto disponibile ella fosse stata e lo spinge a “provarla”. Vuole qualcuno che condivida il suo biasimo. Ben presto, una ragazza che permetta un’intimità o delle intimità, anche se è fortunata abbastanza da non rimanere incinta, si trova a pagare un prezzo terrificante: diventa scadente. Anche se lascia una scuola e va lontano in un’altra e cerca di seppellire i propri sbagli, una sorta di passato da due soldi ha il suo modo di raggiungerla [2].

Uomini in colpa (e donne in colpa) vogliono ridurre altri al loro livello. Questo è un aspetto importante della loro filosofia e comportamento. Perciò uno scrittore, nel fare un’indagine sui costumi sessuali tra i funzionari di Washington, D. C., scoprì che il peccato sessuale lì non è abbastanza da fare al caso suo. La sua risposta ai problemi mondiali e nazionali è fare più peccati sessuali, perché ci sarebbero meno standard a dividerci. Senza standard, egli crede, avremmo più pace. Una colpa comune pertanto, è per lui uno strumento verso una pace comune. Che una rivista nazionale ritenuta di spessore superiore abbia pubblicato quest’articolo è un’interessante dimostrazione dei tempi. Ma lasciamo che John Corry parli per sé:

Sarebbe una cosa spettacolare per la nazione se il Presidente, il suo Consiglio dei Ministri, e un numero di altri uomini importanti a Washington, con J. Edgar Hoover che viene in mente per primo, venissero ogni tanto chiusi a chiave in un bordello, non un bordello raffinato della zona orientale di New York, ma qualcosa di più sudaticcio e immaginoso, dove qualcuno come Jean Genet ne sia l’ideatore. Questo non renderebbe più intelligenti gli uomini importanti che ci sono lì dentro, ma potrebbe renderli più simpatetici col resto di noi. Washington non dà per scontate le debolezze della carne e molte volte nemmeno le riconosce. Gli uomini importanti di Washington non sono abituati a sentirsi colpevoli come fa il resto di noi, che ci preoccupiamo continuamente che stiamo facendo qualcosa di sbagliato, ma se lo facessero, potrebbe ribaltare il paese, e inoltre gli uomini importanti potrebbero sapere di più su di noi. La colpa ti fa più gentile e tollerante verso gli altri, un reale caso di colpa da bordello potrebbe fare miracoli su … diciamo, il Dipartimento di Giustizia. Strom Thurmond piangerebbe sangue per l’uomo nero, i progressisti licenzierebbero i sindacati, e tutti vorrebbero uscire dalla guerra del Vietnam domani [3].

Se la colpa rende gli uomini “più gentili e più tolleranti verso gli altri” come crede il Corry, è strano che la storia non ne abbia dato evidenze. Dagli antichi tiranni, imperatori romani, signori del Rinascimento, ai moderni burocrati, governanti comunisti, e dittatori, la colpa ha prodotto solo maggiore colpa e una radicale brutalità.

L’errore di Corry è in parte il suo dualismo. Non arriva a riconoscere che una mente colpevole continuerà a produrre azioni colpevoli e che ci sarà un crescendo tanto di malvagità che di colpa.

I dieci comandamenti non permettono un dualismo come quello rappresentato da Corry. La legge di Dio mette in relazione ambedue la mente e il corpo dell’uomo con la legge, e unisce l’osservanza della legge da parte dell’uomo con la sua osservanza del patto con Dio.

Nel libro Common Prayer, la Colletta che precede la lettura della legge enfatizza questa unità di pensiero e azione:

Dio onnipotente, davanti al quale tutti i cuori sono aperti, tutti i desideri conosciuti, e dal quale nessun segreto è nascosto: Purifica i pensieri del nostro cuore per l’ispirazione dello Spirito santo affinché possiamo amarti perfettamente, e magnificare degnamente il tuo santo nome; per Cristo nostro Signore. Amen.

Il responso della gente alla lettura della legge è similmente fondata in questa unità: “Signore, abbi misericordia di noi, e inclina i nostri cuori a osservare la tua legge”. (La suddetta Colletta è parte anche della Liturgia della Messa nella funzione Cattolica Romana.)

Poiché la Giudea fu talmente ellenizzata durante il periodo intertestamentario, parte del Sermone sul Monte fu dedicato a una reiezione del dualismo nel nome della legge. Il legame tra la mente dell’uomo e l’omicidio e l’adulterio fu citato da Gesù come illustrazione di questo fatto (Mt. 5:21-28). In un’altra occasione, Egli dichiarò: “Non ciò che entra nella bocca contamina l’uomo, ma è quel che esce dalla bocca che contamina l’uomo” (Mt. 15:11). Dovendolo spiegare ai discepoli che non avevano compreso, aggiunse: “Ma le cose che escono dalla bocca procedono dal cuore; sono esse che contaminano l’uomo. Poiché dal cuore provengono pensieri malvagi, omicidi, adultèri, fornicazioni, furti, false testimonianze, maldicenze. Queste sono le cose che contaminano l’uomo; ma il mangiare senza lavarsi le mani non contamina l’uomo” (Mt. 15:18-20).

Il pensiero empio è dunque non meramente un fatto senza conseguenze: nella vita unificata dell’uomo è un primo passo, e quel primo passo o culmina in un’azione empia o è ritrattato da un altro passo dentro all’osservanza pattizia. I nostri pensieri finiscono con l’avere un effetto sul nostro prossimo.

Il decimo comandamento pertanto presuppone e incarna un’importante filosofia dell’uomo e della legge.

Note:

1 Von Rad, Deuteronomy. p. 59.
2 Virgil G Damon, M.D., e Isabella Taves, I Learned About Women From Them; New York: David McKay Company, 1962, p. 243.

3 John Corry, “Washington, Sex, and Power”, in Harper’s Magazine, vol. 241, n° 1442, (luglio 1970), p. 68.

 

5. IL SISTEMA

Come abbiamo visto, concupire significa sia desiderare che prendere. Ci è proibito desiderare e appropriarsi illegalmente della moglie del nostro prossimo, della sua casa, campo, servi, bestiame, o di qualsiasi altra cosa che sia del nostro prossimo. In Efesini 5:5 san Paolo chiama una concupiscenza di questo tipo una forma d’idolatria. Nella concupiscenza malvagia, un uomo prende un corso d’azione empio e lo ridefinisce come giustificabile. Gli uomini sono sempre proni a giustificare ogni loro azione. La giustificazione è una copertura necessaria per l’uomo e di conseguenza gli uomini si daranno da fare per giustificare i reati più flagranti.

Abraham Ruef, nel descrivere il corso d’azione che lo portò alla posizione centrale di potere e di corruzione nella politica di San Francisco all’inizio del ventesimo secolo, giustificò la sua posizione descrivendo la balordaggine della democrazia. Reuef si laureò all’Università di California e poi al dipartimento di giurisprudenza dell’università di California con eccezionali riconoscimenti. “La sua prima conferenza politica, ci racconta nelle sue Confessioni, gli dimostrò che il governo rappresentativo era una farsa”. Da organizzatore per un club per riforme civili, si trasformò immediatamente in un “cane sciolto” per capi politici potenti e corrotti [1].

Il principio implicato in tali azioni fu espresso bene da qualcuno parlando con chi scrive alcuni anni fa. Difese la corruzione politica dichiarando: “Quando le persone sono ladre, meritano d’essere derubate e qualcuno lo farà”. Noi non siamo, però, giustificati nel derubare un ladro perché è un ladro. La cura per la corruzione pubblica non è più corruzione.

La carriera di Reuf illustra bene il modus operandi di un’antica struttura politica, conosciuta fin dai tempi di Abrahamo in documenti nazisti, che Hichborn chiama “il sistema”. “Il sistema” è l’organizzazione della corruzione e concussione in un ordine politico. Lavoro, affari e governo civile si uniscono per formare un radicato sistema di furto e concupiscenza che sfrutta le persone. “Il sistema”, però poggia sul fatto della già esistente corruzione della gente. Dove “il sistema” esiste, si parla molto di riforme ma non sono mai desiderate o lo sono raramente perché ogni uomo ha degli interessi nella blanda applicazione della legge, nella corruzione e nella perpetuazione del male [2].

Un gruppo di uomini ricchi, capeggiati da Rudolph Spreckels e James D. Phelan, istituirono l’investigazione che portò alla parziale scoperta del “sistema”. Le “riforme” invocate da molti al principio divennero impopolari quando le sue ramificazioni cominciarono a comparire, e Spreckels e Phelan furono bersaglio di ostilità. L’ostilità nei confronti di Phelan raggiunse perfino Washington, D. C., per prevenire che ricevesse la nomina a un ministero nell’Amministrazione Wilson [3]. La moralità di Reuef era stata sbagliata, ma il suo giudizio a questo riguardo fu corretto: la gente non voleva essere governata onestamente. Ogni uomo onesto è una minaccia per un ladro, e un uomo d’integrità è un’offesa per un bugiardo perché onestà e integrità sono un’accusa permanente per i malfattori.

Il bugiardo, il ladro, l’adultero, e chi concupisce rifiutano di cambiare, e i migliori incentivi non sono sufficienti per riformarli. Un episodio curioso della vita di Bruegel illustra questo fatto. Di Bruegel ci è detto che:

Fintantoché visse ad Anversa, stette insieme ad una ragazza che lo serviva. L’avrebbe sposata non fosse per il fatto che, avendo una marcata avversione per la verità, ella era abituata a mentire, una cosa che gli dispiaceva fortemente. Fece con lei un accordo o contratto dell’effetto che egli si sarebbe procurato una verga di legno e vi avrebbe inciso una tacca per ogni bugia che lei avesse detto, al cui scopo deliberatamente ne prese una piuttosto lunga. Se la verga fosse divenuta completamente ricoperta di tacche nel corso del tempo, il matrimonio sarebbe stato annullato e non se ne sarebbe parlato più. E infatti questo avvenne dopo poco tempo [4].

Il peccatore, anziché cambiare, cerca di rimodellare il mondo a propria immagine. Il risultato è coercizione, concupiscenza. Chi concupisce cerca di colpire l’onestà o la felicità degli altri. Gesù caratterizzò quest’attitudine con queste parole: “O il tuo occhio è cattivo, perché io sono buono?” (Mt. 20:15). Moffat rende la frase: “Serbi rancore perché io sono generoso?”

È privilegio di Dio il Creatore creare e ricreare l’uomo e il mondo. All’uomo Dio dà l’opportunità di condividere in quella ri-creazione mediante le opere della legge, lo strumento ordinato da Dio per stabilire il dominio e di portare tutte le cose prigioni di Cristo. Il malvagio, concupiscente esce da questo legittimo sentiero e cerca con mezzi empi di ricreare la sua vita e il mondo; di qui il suo assalto alla proprietà, casa, e moglie del suo prossimo.

Ecco che anche il concupiscente ha il suo “sistema”; ricerca uno stato d’affari ove con mezzi illegali vengano ottenute le conseguenze della legge. Vuole una società adatta a favorire la sua empietà e allo stesso tempo che ve lo protegga. Proprio come il “sistema” politico è l’organizzazione della corruzione e concussione in una forma di ordine politico, così il “sistema” personale è l’uso della concupiscenza e dell’empietà come strumenti per una nuova forma di ordine personale e sociale. Anziché ordine, il risultato è anarchia morale e collasso sociale.

Le definizioni per le società nelle quali l’uomo può concupire qualsiasi cosa che sia del suo prossimo possono variare: socialismo, comunismo, un’economia del welfare, ferreo individualismo, fascismo e nazional socialismo sono alcuni dei nomi conosciuti nella storia. Il loro obbiettivo è lo stesso: sotto una facciata di moralità viene creato un sistema per portar via ciò che giustamente appartiene al nostro prossimo. Furto, omicidio, adulterio e falsa testimonianza crescono tutti perché l’uomo è una unità. Se può legalizzare e “giustificare” impadronirsi della ricchezza o proprietà del suo prossimo, legalizzerà e giustificherà poi anche prendere la moglie del suo prossimo.

Più la sua professione di moralità diventa moralismo ipocrita, più cresce la forbice tra ciò che professa e ciò che fa. Ecco perché il ventesimo secolo ha visto un diffuso patrocinio del rispetto per la vita, l’abolizione della pena di morte, e una proliferazione di movimenti pacifisti. Allo stesso tempo, ha anche visto questi stessi leader creare un mondo di massiccio inquinamento e distruzione della vita, più omicidi che prima, feroci guerre mondiali e nazionali, campi di prigionia, massicce torture, riduzione in schiavitù, e tutto questo mentre si professa la più nobile moralità.

A tutto questo s’aggiunga il movimento per legalizzare l’aborto. Il deputato John G. Schmitz ha riportato:

Qui in parlamento, è stata introdotta una legislazione per consentire l’uccisione di bambini non ancor nati attraverso tutti gli Stati Uniti, e per togliere gli sgravi fiscali personali per tutti i figli dopo il secondo. Una testimonianza davanti alla Commissione Governativa per il Commercio Interno ed Estero ha rivelato che è stata fatta una proposta di legge nella legislatura dello Stato della Florida che legalizzerebbe l’uccisione di persone (eutanasia) e che un disegno di legge nello stato di Hawaii obbligherebbe la sterilizzazione di tutte le donne dopo che hanno avuto il secondo figlio. Tali legislazioni annunciano l’arrivo di un nuovo Nazismo nella nostra terra [5] .

Nelle parole di san Paolo: “Dichiarandosi di essere savi, sono diventati stolti” (Ro. 1:22). Professandosi amanti dell’umanità, si sono rivelati essere quelli che gli uomini li odiano e uccidono.

Note:

1 Franklin Hichborn, “The System” as Uncovered by the San Francisco Graft Prosecution; San Francisco: James H. Barry Company, 1915, p. 13 s.

2 Vedi Ovid Demaris, The Captive City; Lincoln Steffens, The Shame of the Cities; New York: Sagamore Press, 1904, 1957; Walter Bean, Boss Reuef’s san Francisco; Berkeley: University of California Press, 1953, 1967; Frank Gibney, The Operators, New York: Harper, 1960; lo studio importante è quello di Hichborn.

3 Hichborn, p. 456.
4 F. Grossmann, Bruegel, The Paintings; London: Phaidon Press, 1955, ed riv. 1966, p. 7 s. 5 John G. Schmitz, “Government Against Life”; Weekly News Report, 19 agosto, 1970.