Letteratura/Non dice forse/07

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Indice generale

Ma quel versetto non dice forse che... (di John Samson)

Capitoli: PREFAZIONE - 1 - 2 - 3 - 4 - 5 - 6 - 7 - 8 - 9 - 10 - 11 - 12 - 13 - 14 - 15 - 16 - 17 - 18 - 19 - 20

 

CAPITOLO 7: LA PRECONOSCENZA

Romani 8:28-30"Perché quelli che ha preconosciuti, li ha pure predestinati a essere conformi all'immagine del Figlio suo, affinché egli sia il primogenito tra molti fratelli; e quelli che ha predestinati li ha pure chiamati; e quelli che ha chiamati li ha pure giustificati; e quelli che ha giustificati li ha pure glorificati.".


In quella che i teologi chiamano: "La catena d'oro della Redenzione", Dio ci rivela la catena infrangibile che inizia nell'eternità passata, va attraverso il tempo e si proietta nell'eternità futura. Questa catena è forgiata da Dio stesso ed è composta da cinque anelli che non possono essere spezzati: Dio preconosce, predestina, chiama, giustifica e glorifica.

Notate come non vi sia che una sola ambiguità nel testo, qualcosa di non affermato esplicitamente ma che è presupposto, vale a dire la parola "tutti". La vediamo chiaramente qualora, invece che "tutti" inserissimo "alcuni di..." ottenendo l'effetto seguente:

"Perché (alcuni di) quelli che ha preconosciuti, li ha pure predestinati; (alcuni di) quelli che ha predestinati li ha pure chiamati; e (alcuni di) quelli che ha chiamato ha giustificato; e (alcuni di) quelli che ha giustificato li ha pure glorificati". Se fosse così, quale tipo di conforto e di sicurezza ci darebbe? Potremmo noi forse dire: "Chi ci potrà separare dall'amore di Cristo?".

Se fosse così, io credo che la nostra risposta sarebbe che vi sono molte cose che di fatto potrebbero separarci dall'amore di Cristo (se il presupposto inteso in questo brano fosse "alcuni"). Questo testo, allora, non avrebbe senso alcuno e certamente non ci darebbe alcun tipo di sicurezza in Cristo, proprio quello che Paolo cerca di comunicarci in questo testo di Romani 8.

Si potrebbe senz'altro dire che il 100% degli studiosi della Bibbia è d'accordo che il testo in esame implichi che tutti quelli che Dio ha preconosciuto Egli ha predestinato, che tutti quelli che Dio ha predestinato ha chiamato, che tutti quelli che Egli ha chiamato ha giustificato, e che tutti quelli che Egli ha giustificato, pure ha glorificato.

QUELLI CHE DIO HA PRECONOSCIUTO

In Romani 8:29 leggiamo:"Perché quelli che ha preconosciuti, li ha pure predestinati a essere conformi all'immagine del Figlio suo".

Il testo non lascia forse intendere che, dato che la preconoscenza precede la predestinazione, la predestinazione sia semplicemente basata sulla preconoscenza di Dio? In altre parole, dato che Dio preconosce o conosce anticipatamente (con conoscenza piena e completa) ciò che una persona farà e chi risponderà favorevolmente e con fede all'Evangelo, Egli semplicemente predestina coloro che Egli sa che avranno fede. Giusto? Certamente questo è il modo in cui per molti anni io stesso comprendevo questo testo e questo è il modo in cui a tutt'oggi molti trattano la questione della predestinazione.

Io pure ero solito indicare 1 Pietro 1:1-2 "eletti ... secondo la prescienza di Dio Padre, mediante la santificazione dello Spirito, a ubbidire e a essere cosparsi del sangue di Gesù Cristo" e presumevo che questo versetto avrebbe aggiunto maggiore peso alla mia argomentazione che l'elezione e la predestinazione siano basate sul fatto che Dio conosca in precedenza ciò che noi faremo.

A prima vista, questo certamente sembra essere un'interpretazione legittima, perché nel testo di Romani 8:29 la parola "preconosce" viene prima di "predestina".

La cosa non ci dovrebbe sorprendere. Dio, infatti, ha sicuramente bisogno di conoscere la persona che intende predestinare a qualcosa. Dio non predestina persone sconosciute ma specifici individui che Egli conosce.

Tutto questo nessuno lo contesta e nemmeno potrebbe essere usato per sostenere l'una o l'altra posizione. In entrambi i sistemi la preconoscenza viene necessariamente prima della predestinazione.

La vera questione è che cosa esattamente significhi per Dio conoscere qualcuno.

Vi erano di fatto un certo numero di problemi nel modo in cui io comprendevo "precognizione" - non ultimo dei quali che la Scrittura rivela molto chiaramente che, lasciato a sé stesso, l'uomo sceglierà sempre contro Cristo a causa della sua ostile disposizione verso Dio. L'uomo, infatti, è spiritualmente morto ed ha bisogno che il suo cuore di pietra sia rimosso e sostituito con un cuore di carne prima che abbia un qualsiasi interesse nel cercare il Dio della Bibbia (Romani 3:11; 8:7-8; 1 Corinzi 2:14). Senza la rigenerazione l'uomo è nemico giurato di Dio.

Come afferma A. W. Pink, "Dio non ha eletto dei peccatori perché Egli aveva previsto che avrebbero creduto, per la semplice e sufficiente ragione che nessun peccatore giunge alla fede solo quando Dio gliela concede, proprio come nessuno può vedere fintanto che Dio non gli dia la vista" (A. W. Pink, La natura di Dio).

L'interpretazione, poi, non regge perché il verbo "preconoscere" non significa solo conoscere in anticipo azioni future, ma ha un significato molto più preciso. Il verbo "preconoscere" (in greco: "proginosko") in Romani 8:29 indica un'azione compiuta da Dio. Che cosa allora esattamente Dio compie? Il testo dice: "Quelli che ha preconosciuto".

Per comprendere correttamente il significato di questo termine biblico, piuttosto che semplicemente presumerne il significato (cosa che molti fanno) dovremmo studiarne bene le caratteristiche. Dobbiamo rivolgerci a testi biblici che abbiano Dio come soggetto di quel verbo (come in questo caso). Il significato di questo verbo, infatti, è diverso a seconda se il suo soggetto sia Dio oppure una creatura umana. Tutti converranno, infatti, sul fatto che Dio "conosce" in modo diverso dal modo in cui noi conosciamo.

Nel Nuovo Testamento troviamo il verbo "proginosko" tre volte in riferimento a Dio (Romani 8:29; 11:2; 1 Pietro 1:20).

Questo è rilevante per rispondere alla domanda: "Che cosa, o chi è conosciuto da Dio?".

In Romani 8:29 il complemento oggetto del verbo è un pronome che fa riferimento ai chiamati del vers. 28. In Romani 11:2, l'oggetto a cui si riferisce il verbo è "il Suo popolo". In 1 Pietro 1:20, l'oggetto è Gesú Cristo stesso.

Ciascuno di questi riferimenti, poi, rappresenta Dio che preconosce persone, non azioni. 1 Pietro 1:20 dice:"...preconosciuto prima della fondazione del mondo, ma manifestato negli ultimi tempi per voi" (ND). Quando Dio dice di aver "preconosciuto" Cristo, forse che intende dire che Egli semplicemente sapesse che Gesù avrebbe fatto decisioni corrette o avesse fede in Suo Padre? Certo che no. Questo parla della personale intimità del Padre con il Figlio amato.

Dire che Dio preconosca atti, fede, comportamento, scelte ecc. significa presupporre qualcosa in questo termine del quale il testo biblico non rende testimonianza. Dio "preconosce" persone, non azioni. Certo, Dio conosce, sa, quel che la gente farà, ma questo non è mai il modo in cui la Bibbia intende "preconoscere".

In che modo questo si rapporta a ciò che vediamo nell'Antico Testamento? Là incontriamo pure un termine corrispondente al "preconoscere" del Nuovo Testamento, vale a dire quello del termine ebraico "yada", al "conoscere" individui.

Per esempio, in Geremia 1:5 Dio dice a Geremia: "Prima che io ti avessi formato nel grembo di tua madre, io ti ho conosciuto; prima che tu uscissi dal suo grembo, io ti ho consacrato e ti ho costituito profeta delle nazioni".

Vediamo lo stesso concetto nel come Dio "conosce" Mosè. Esodo 33:17: "Farò anche questo che tu chiedi, perché tu hai trovato grazia agli occhi miei, e ti conosco personalmente". Anche qui vediamo la natura personale del modo in cui Dio conosce un individuo. Questo parla dell'intimità ed affetto che Dio nutriva per Mosè nel fatto che egli avesse trovato grazia agli occhi del Signore. Dio aveva scelto Mosè affinché lui diventasse recettore della Sua tenera misericordia.

Citerò solo più un brano dove vediamo come questo "yada" si riferisca a Dio che possiede un'intimità personale ed affetto. Amos 3:2, nel parlare di Israele dice: "Voi soli ho conosciuto fra tutte le famiglie della terra; perciò vi castigherò per tutte le vostre trasgressioni". Invece che "conosciuto" la versione CEI traduce: "eletto" e di fatto vi sono ragioni molto forti, a causa del contesto, per tradurlo in quest'ultimo modo.

Dovrebbe essere quindi ovvio che Dio non solo avesse semplicemente saputo o conosciuto su Israele (e non le altre nazioni!), e nemmeno conosciuto le azioni future degli israeliti (e non quelle delle altre nazioni!). Questo "conoscere" di Israele è intimo e personale. Parla della grazia di Dio che li sceglie come Suo popolo particolare secondo i Suoi sovrani propositi. Il verbo "yada" è pure usato in Genesi 4:1 laddove è detto che Adamo "conobbe" Eva. Risultato di questa "conoscenza" è che Eva rimase incinta, rivelando così un intimo coinvolgimento personale con lei.

Tutto questo è importante ed è riflesso coerentemente in tutta la Bibbia. Ogni qual volta questo verbo è usato nel Nuovo Testamento, insieme al significato corrispondente nell'Antico, questo ci dà una solida base per comprendere ciò che voglia dire di fatto "precognizione".

Il dott. White, nel suo libro: "La libertà del vasaio", afferma: "Quando Paolo dice: 'Coloro che ha preconosciuto', egli parla di un'azione da parte di Dio che è altrettanto 'solitaria'. teocentrica e personale di ogni altra azione in quella sequenza. Dio preconosce (sceglie di entrare in rapporto con); Dio predestina; Dio chiama; Dio giustifica; Dio glorifica. Dal principio alla fine è Dio ad essere attivo, è Dio che compie (porta a compimento) tutte queste cose".

Pre-conoscere, quindi, non indica una raccolta passiva di conoscenza infallibile delle azioni future di creature libere", ma rivela, al contrario che, dall'inizio alla fine, la salvezza è qualcosa che Dio realizza. E' Dio e Dio solo che salva, alla sola gloria del Suo nome.

Citando a questo riguardo il dott. James Montgomery Boyce nel suo commento a Romani 8:29: "...'quelli che ha preconosciuto' non significa che Dio abbia conosciuto in anticipo ciò che alcune delle Sue creature avrebbero fatto. Qui non sta affatto parlando di azioni umane. Al contrario, parla interamente di Dio e di ciò che Dio fa. Ciascuno di questi termini è così: Dio preconosce, Dio predestina, Dio chiama, Dio giustifica, Dio glorifica. Oltretutto, oggetto della precognizione divina non sono le azioni umane, ma le persone stesse che le compiono. In questo senso, può solo significare che Dio ha fissato una speciale attenzione su di loro o li ha amati in maniera salvifica.

STABILIRE IL MESSAGGIO DELLA GRAZIA

Romani 11:5-6 dichiara: 'Così anche al presente, c'è un residuo eletto per grazia. 6 Ma se è per grazia, non è più per opere; altrimenti, la grazia non è più grazia'".

Permettetemi di citare qui Mark Webb:

"Anche lo studente della Bibbia più distratto ammette che indubbiamente la Bibbia faccia uso del linguaggio dell'elezione quando parla degli eterni propositi di Dio. Ciononostante molti cercano di eludere le implicazioni di quel linguaggio rifugiandosi nel concetto spurio di 'elezione condizionale' (cioè che la scelta di Dio, o elezione, di certe persone alla salvezza sia condizionata dal Suo 'prevedere' in loro la fede) ...
Se fosse vero il concetto di 'elezione condizionale', se la scelta da parte di Dio fosse determinata dalla mia scelta di Lui, gli effetti pratici di questo insegnamento non sarebbe diverso dal caso in cui non esistesse alcuna elezione! Prova di questa affermazione la si può trovare nel fatto che i raggruppamenti che la sostengono menzionano raramente, se non mai, l'argomento. Perché poi dovrebbero farlo? A che scopo? Dato che si insegna che Dio avrebbe fatto tutto il possibile per salvare e che ora toccherebbe a noi di fare la nostra scelta, è la volontà umana che alla fin fine diventa fattore determinante e dominante nella salvezza. Ogni qual volta si rende la scelta di Dio di salvare incentrata in ciò che Egli prevede nell'uomo - sia esso le sue opere, la sua fede o le sue scelte - si pregiudica efficacemente l'intero concetto della salvezza per sola grazia! O la salvezza dipende dalla libera scelta e beneplacito di Dio - il principio cioè di 'grazia', oppure dipende da qualcosa che l'uomo produce - il che è il principio delle 'opere'. Non importa quindi tanto se questa 'cosa' che Dio prevedrebbe sia qualcosa di tangibile, veduto esteriormente nella vita umana, oppure qualcosa di intangibile, presente interiormente e veduto solo da Dio. Non importa se questo sia una cosa grande, o se sia cosa piccola. Fintanto che il 'contributo' umano è la parte critica e determinante, si ha sempre un sistema basato sulle 'opere' e non sulla grazia.
Illustriamolo in questo modo. Supponete che venite da me e dite: 'Marco, ho qui un'auto che vale 15.000 euro. Se mi dai 15.000 euro ti do la macchina. In questo caso tutti concorderemmo che non si tratta di 'grazia' ma di 'opere'.
Cerchiamo ora di mescolare i due concetti. Mettiamo che voi diciate: 'Marco, ho qui un'auto da 15.000 euro. Ti farò grazia di 14.999 euro, se tu mi paghi semplicemente 1 euro". Saremmo allora riusciti a mescolare la grazia con le 'opere'? No. Perché qual è la differenza pratica fra le due offerte? La differenza di prezzo, benché grande, cambia forse il fatto che quell'auto verrà comprata per un euro? Vedete, venite comunque a me sulla base del 'vendere' e non del 'dare'. Non avete cambiato il principio: avete semplicemente cambiato il prezzo!
Questo è esattamente il punto di Paolo in Romani 11:5-6. L'elezione 'incondizionata' è il solo concetto di elezione coerente con la salvezza gratuita, per grazia! … Intenzionalmente Dio ha progettato questa salvezza in modo tale affinché nessuno potesse gloriarsene anche solo minimamente! Non l'ha progettata affinché il vantarsene potesse essere scoraggiato e ridotto solo ad un minimo - l'ha fatto in modo tale che ogni motivo di vanto ne fosse assolutamente escluso! L'elezione fa precisamente quello(Che differenza fa? Una discussione dell'unità evangelica delle dottrine della grazia).

Come ha affermato John Hendryx,"Se Dio conoscesse alcuni che, ancora prima di crearli, avrebbero scelto di andare all'inferno, allora questa era una certezza fissa (anche prima della loro creazione); perché allora Dio ha proceduto a crearli? Ovviamente era, nella loro prospettiva, sempre nell'ambito della Sua Provvidenza che queste persone fossero perdute … o se Dio già preconosceva chi sarebbe stato salvato, allora perché essi continuano a sostenere che Egli stia cercando di salvare tutti? Certamente Dio già sa chi siano le persone che lo saranno: perché mai allora mandare lo Spirito santo a coloro che Egli già sa che lo respingeranno?"[www.monergism.com]. Alla fin fine, quando si sottopone a scrutinio questa concezione, essa logicamente pregiudica la posizione stessa che si sta cercando di affermare.

"Ma,"direbbero altri,"Dio li ha eletti in previsione della loro fede". Ora, è Dio che dona la fede, quindi, egli non avrebbe potuto eleggerli sulla base della fede che Egli prevede. Ci sono venti mendicanti in strada, ed io mi propongo di dare ad uno di loro uno scellino; ma dirà forse qualcuno che io mi sono proposto di dare a quello uno scellino, che l'ho eletto affinché ricevesse quello scellino, perché io prevedo che egli lo prenda? Questo sarebbe un discorso assurdo. Allo stesso modo, dire che Dio abbia eletto degli uomini perché aveva previsto che avrebbero avuto fede, il che è salvezza in stato germinale, anche quello sarebbe troppo assurdo per noi da ascoltare anche per un solo momento"(C. H. Spurgeon, dal suo sermone intitolato "Elezione", predicato il 2 settembre 1855, a New Park Street Chapel, Soutwark).