Letteratura/Non dice forse/08

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Indice generale

Ma quel versetto non dice forse che... (di John Samson)

Capitoli: PREFAZIONE - 1 - 2 - 3 - 4 - 5 - 6 - 7 - 8 - 9 - 10 - 11 - 12 - 13 - 14 - 15 - 16 - 17 - 18 - 19 - 20

 

CAPITOLO 8: MA GIOVANNI 3:16 NON DICE FORSE...

La domanda che di solito viene posta è: "Come potete mai conciliare Giovanni 3:16 con la vostra dottrina sull'elezione divina?".

Sono molti a presumere che non sia possibile. Di fatto, però, se guardiamo attentamente a quel testo senza presumerne il significato, Giovanni 3:16 è un meraviglioso testo biblico che in nessun modo pregiudica la verità della Elezione divina.

Si tratta certamente del versetto più famoso dell'intera Bibbia. Qui Gesù dice:"Perché Dio ha tanto amato il mondo, che ha dato il suo unigenito Figlio, affinché chiunque crede in lui non perisca, ma abbia vita eterna".Quando odono l'insegnamento biblico sull'argomento dell'elezione divina, alcuni cercano immediato rifugio in una comprensione tradizionale e, se posso dire, non biblica, di questo versetto.

Essi dicono questo: "Dio non può eleggere certuni a salvezza, perché Giovanni 3:16 dice che Dio ha tanto amato il mondo, che ha dato il suo unigenito Figlio, affinché CHIUNQUE crede in lui non perisca, ma abbia vita eterna. Quindi, Dio ha fatto la Sua parte nell'offrirci il dono della salvezza in Suo Figlio, e lascia a noi di ricevere quel dono attraverso la fede. Amen. Caso risolto!".

Sebbene questa sia una tradizione molto comune, ed una che io stesso ho sostenuto per molti anni, è necessario rilevare che, nonostante la sottolineatura che molti fanno su quel "chiunque", il testo non discute affatto chi abbia o non abbia la capacità di credere.

Qualcuno potrebbe allo stesso modo citare Giovanni 3:16 per suggerire che tutte le chiese debbano avere per terra tappeti di colore rosso...

Perché? Perché quello non è l'argomento a cui quel versetto si rivolge. Il versetto è citato spesso, ma, di fatto, non ha rilevanza alcuna per l'argomento in questione.

Per comprendere un testo nel Nuovo Testamento, dobbiamo verificare la lingua originale in cui è stato scritto, vale a dire il greco Koiné. Potrebbe essere una grande sorpresa per alcuni apprendere che nel testo greco originale di Giovanni 3:16, non c'è alcuna parola che corrisponda al nostro "chiunque" in italiano. E' stata inserito nelle nostre bibbie il termine "chiunque" per esprimere una frase difficile da esprimere in modo scorrevole in italiano.

Letteralmente, il testo dice: "affinché 'ogni credente' o 'tutti coloro che credono' in Lui, non periscano, ma abbiano vita eterna".

In essenza dice "tutti i credenti", non "chiunque". Questo è ciò che viene comunicato, Dice che non esiste nessuno che creda che non riceva vita eterna e che perisca". Sebbene le nostre traduzioni italiane dicano: "chiunque creda", il testo originale dovrebbe essere espresso più accuratamente con "ogni credente", e l'enfasi non è tanto sul "chiunque" (che in italiano ha altre sfumature), ma sulla fede. Coloro che CREDONO non avranno una conseguenza, ma ne avranno un'altra. Essi non periranno ma avranno vita eterna.

Perché? A causa del verbo principale - Dio HA DATO Suo Figlio. Dio ha dato Suo Figlio per il proposito (in greco: hina) che tutti i credenti non periscano, ma che ogni credente abbia vita eterna.

Giovanni 3:16 parla di fatto di una limitazione - di una redenzione particolare, non universale. Perché chiaramente, non tutti saranno salvati. Solo coloro che credono in Cristo, i credenti in Lui, sono salvati. Il Padre ha amato il mondo in questo modo: Egli ha dato Suo Figlio con lo scopo di salvare quelli che credono. Il Figlio è dato cosicché i credenti non periscano, ma, al contrario, abbiano vita eterna. Quello è il proposito, lo scopo, del dare.

E' così che Giovanni 3:16 insegna che:

TUTTI quelli che fanno A (credere in Lui) non faranno B (periranno) ma avranno C (vita eterna)

Che cosa dice questo testo su chi crederanno o sono in grado di credere?

La risposta è ASSOLUTAMENTE NIENTE!Il testo non tratta della questione di chi crederà o di chi può credere.

Se però volete sapere che cosa dice Giovanni su chi possa esercitare fede, egli si occupa di questo argomento, ma non in questo testo. Se andate indietro di qualche versetto nel capitolo, fino a Giovanni 3:3, Giovanni cita Gesù che dice:"In verità, in verità ti dico che se uno non è nato di nuovo non può vedere il regno di Dio". Quello è chiaro, non è vero?

Gesù dice che un requisito, una condizione necessaria, deve essere soddisfatta prima che qualcuno possa entrare nel regno di Dio, cioè deve "nascere di nuovo". Entriamo nel regno di Dio attraverso la fede. Per entrare nel regno di Dio, però, dobbiamo prima essere nati di nuovo, essere rigenerati spiritualmente, essere resi spiritualmente viventi. Se PRIMA non nasciamo di nuovo, non possiamo entrare nel regno di Dio.

Questo stesso argomento è trattato da Gesù tre capitoli dopo, in Giovanni 6:44, dov'è detto:"Nessuno può venire a me se non lo attira il Padre, che mi ha mandato; e io lo risusciterò nell'ultimo giorno". Bisogna pure notare che colui o colei che è attratto dal Padre al Figlio, sarà pure fatto risorgere nell'Ultimo Giorno per ricevere vita eterna. (Giovanni 6:39-40).

In Giovanni 6:65, Gesù dice:"Per questo vi ho detto che nessuno può venire a me, se non gli è dato dal Padre".

Naturalmente, tutti coloro che esercitano fede saranno salvati. Giovanni 3:16 lo insegna chiaramente. Tutti coloro che credono in Cristo non periranno ma hanno vita eterna.

Quel che dobbiamo chiederci è: "Chi avrà fede?".

La concezione biblica e riformata è che solo gli eletti saranno portati alla fede. Nessuno può venire a Cristo fintanto che Dio non faccia qualcosa per mettere in grado quella persona di venirci.

Così, perché molti non vedono che cosa dice Giovanni 3:16 o vi leggono ciò che quel versetto non contiene (eisegesi)?

E' facile rispondere a questa domanda. E' per il modo in cui hanno udito continuamente fare uso di Giovanni 3:16. Si è sviluppata in loro un'idea preconcetta di quel che quel versetto dovrebbe dire, non riescono a mettere in questione quel presupposto per leggere in quel testo ciò che di fatto esso dice.

E' una tradizione. E se osate metterla in questione, potreste ben essere accusati di mettere in questione la stessa Parola di Dio. E quello può creare molte reazioni emotive.

Questo testo, naturalmente, è solo un esempio dei molti che potrebbero essere citati, ma mostra quanto possono essere potenti le nostre tradizioni. Dobbiamo continuamente esaminare le nostre tradizioni e mettere sotto la luce della Parola di Dio per vedere se veramente reggono. Se esse possono essere confermate da uno studio dettagliato del testo della Scrittura, possiamo essere certi che le tradizioni siano valide. Se no, allora ce ne dobbiamo liberare. Che Dio sia dichiarato verace ed ogni uomo un bugiardo ... anche se "l'uomo" qui si riferisce a tante credenze alle quali noi ci teniamo stretti, ma che non sono comprovate dalla Scrittura stessa.