Letteratura/Non dice forse/14

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Indice generale

Ma quel versetto non dice forse che... (di John Samson)

Capitoli: PREFAZIONE - 1 - 2 - 3 - 4 - 5 - 6 - 7 - 8 - 9 - 10 - 11 - 12 - 13 - 14 - 15 - 16 - 17 - 18 - 19 - 20

 

CAPITOLO 14 - CHE DIRE SULLA RIPROVAZIONE?

Il XVI secolo è stato famoso almeno per due monumentali avvenimenti: la Riforma protestante e la Rivoluzione copernicana. Senza dubbio avete udito della Riforma, dove uomini come Martin Lutero sono stati suscitati da Dio per riportare la Chiesa all'unico e vero Evangelo biblico. Con i Riformatori protestanti del passato e con la sola Scrittura come unico nostro sicuro fondamento, noi affermiamo chela Giustificazione è per Grazia soltanto, attraverso la sola Fede, grazie a Cristo soltanto, ed unicamente per la gloria di Dio.

Nel 1543 Nicolò Copernico pubblica il suo trattato De Revolutionis Orbium Coelestium (La rivoluzione delle sfere celesti) dove presenta una nuova visione del mondo: il modello eliocentrico (il sole sta al centro). Prima di Copernico la gente credeva che la terra stesse al centro dell'universo, ma Copernico era stato in grado di provare che non era così, che il sole, e non la terra, che sta al centro del sistema solare. Questa scoperta è tale da scuotere sia il mondo scientifico che religioso. Le conseguenze di questa scoperta sono drammatiche. La nostra concezione del mondo è stata cambiata per sempre.

La teoria di Copernico all'inizio non riscuote molta popolarità. Anche se il trattato che ne parla era stato dedicato al Papa, essa viene considerata eretica sia rispetto ai criteri della scienza di allora che della religione. Un tale pensiero (che la terra non stia al centro dell'universo) si era rivelato così oltraggioso che molti scienziati e, tristemente, molti teologi, si erano rifiutati persino di guardare nel telescopio di Copernico, tanto le tradizioni umane, sia nel campo della scienza che della religione, erano così forti.

Eppure Copernico aveva ragione, e la sua scoperta rivoluzionaria era necessaria se si voleva progredire. Io credo che anche nella Chiesa oggi sia necessaria un'identica rivoluzione. Quel che era riconosciuto dalle generazioni passate è andato in gran parte perduto nella Chiesa moderna. L'Evangelo biblico lo si sente sempre più di rado. Certo, alcuni suoi elementi sono rimasti, ma i fatti dell'Evangelo sono presentati in maniera antropocentrica (con al centro l'uomo) e non in maniera teocentrica (con al centro Dio). Uno dei bisogni più urgenti dei nostri giorni è che di fatto la Chiesa ha bisogno di essere evangelizzata un'altra volta! Noi, la Chiesa, abbiamo bisogno di udire un Evangelo fondato sulla Bibbia ed incentrato in Dio ed in Cristo. Abbiamo bisogno d'udire di Dio com'Egli è realmente e dell'Evangelo della Grazia di Dio in Gesù Cristo com'esso è realmente! E tutto questo parte dal comprendere che Dio sta al centro e non noi.

L'uomo naturale è così ostile verso Dio che se potesse Lo ucciderebbe, anche se questo potesse significare la fine della propria esistenza. Egli pure odia il fatto che Dio è sovrano. Quando parlo di sovranità di Dio, intendo dire che Egli fa quel che vuole, quando vuole e nel modo che vuole senza dover chiedere il permesso ad alcuno.

Jonathan Edwards così ricorda la propria esperienza:

"Sin dalla mia infanzia, la mia mente è stata sempre piena di obiezioni alla dottrina della sovranità di Dio. Mi è sempre sembrata una dottrina orribile. Pure ricordo molto bene il tempo in cui sono stato persuaso e pienamente soddisfatto di questa sovranità di Dio e della Sua giustizia allorché Egli dall'eternità ha disposto quanto riguarda gli uomini, secondo il Suo sovrano beneplacito. E' allora che la mia mente ha conosciuto un meraviglioso cambiamento, rispetto a questa dottrina. La mia mente in essa ha trovato riposo e hanno trovato fine tutti i miei cavilli ed obiezioni. L'assoluta sovranità di Dio è ciò di cui la mia mente è ora sicura. Dal momento della mia prima persuasione, però, ho avuto, rispetto ad allora, un altro senso della sovranità divina. Non solo una persuasione, ma una piacevole persuasione. Quella dottrina mi è apparsa estremamente piacevole, chiara e dolce. L'assoluta sovranità è ciò che io amo attribuire a Dio. La mia prima persuasione, però, non era così".

In un altro luogo, egli scrive:

"Quando gli uomini sono decaduti, e sono diventati peccaminosi, Dio, con la Sua sovranità, ha il diritto di determinare sulla loro redenzione come a Lui piace. Egli ha il diritto di determinare se ne redimerà qualcuno oppure no. Egli avrebbe potuto, se lo avesse voluto, lasciare che tutti perissero o avrebbe potuto redimerli tutti. Oppure redimere alcuni e lasciare gli altri. E se lo fa, Egli può prendere chi vuole e lasciare chi vuole. Supporre che tutti si sono pregiudicati il Suo favore e meritano di perire, e supporre che Egli possa lasciare che qualcuno di loro non perisca, implica una contraddizione, perché suppone che quel tale abbia un qualche diritto al favore di Dio, e non sia giustamente passibile di perire, il che è contrario alla supposizione. E' giusto che Dio ordini queste cose secondo il Suo beneplacito. In ragione della Sua grandezza e gloria, per la quale Egli è infinitamente al di sopra di tutti, Egli è degno di essere sovrano, e che in ogni cosa Egli faccia ciò che Gli piace. Egli è degno di rendere Sé stesso il proprio fine e che Egli non renda altro che la Sua propria sapienza Sua regola nel perseguire quel fine senza che debba chiedere consiglio a nessuno e senza che debba rendere conto a nessuno di quel che Egli fa. E' del tutto appropriato che Colui che è assolutamente perfetto ed assolutamente savio, e fonte stessa di ogni sapienza, determini ogni cosa secondo la Sua propria volontà, anche le cose della più grande importanza. E' giusto che Egli sia sovrano in questo modo, perché Egli è l'Essere primo da cui proviene ogni altra cosa. Egli è il Creatore di tutte le cose e tutto è assolutamente ed universalmente dipendente da Lui. Quindi è del tutto giusto che Egli agisca come sovrano possessore del cielo e della terra. (da "La giustizia di Dio nella dannazione dei peccatori").

C. H. Spurgeon così predicava:

"Non c'è attributo di Dio che sia di maggior conforto ai Suoi figlioli che la dottrina della Sovranità di Dio. Nelle circostanze più avverse, nelle afflizioni più grandi, essi credono che ad ordinare le loro afflizioni sia stata la Sua sovranità, che la Sua sovranità le sovrasta e che la Sovranità le santifichi tutte. Non c'è nulla per cui i figlioli di Dio dovrebbero maggiormente sostenere di fronte ai suoi avversari che il dominio del loro Padrone su tutta la terra - la regalità di Dio su tutte le opere delle Sue mani, il trono di Dio ed il Suo diritto di sedere su quel trono. D'altro canto, non c'è dottrina più odiata di questa dai figli di questo mondo, nessuna verità che più di questa sia stata presa a calci come la grande, stupenda e più che certa dottrina della sovranità dell'infinito Jahweh. Gli uomini permetterebbero a Dio di essere dovunque, eccetto che sul Suo trono".(Sermone "La Sovranità Divina" del 4 maggio 1856 alla New Park Street Chapel, Soutwark).

In Isaia 46:8-10 Dio dichiara:"Ricordatevi di questo e mostratevi uomini! O trasgressori, rientrate in voi stessi! Ricordate il passato, le cose antiche; perché io sono Dio, e non ce n'è alcun altro; sono Dio, e nessuno è simile a me. Io annuncio la fine sin dal principio, molto tempo prima dico le cose non ancora avvenute; io dico: Il mio piano sussisterà, e metterò a effetto tutta la mia volontà". Dio consegue tutto ciò che Egli si è proposto di fare. I suoi piani non possono mai essere impediti o frustrati.

All'uomo naturale non solo non piace questa dottrina, ma verso di essa nutre un odio profondo tanto da immaginare di potersene vendicare. Come disse J. C. Ryle, "Di tutte le dottrine della Bibbia, nessuna è così offensiva alla natura umana come la dottrina della Sovranità di Dio" (Commentario su Luca 4:22-33, cfr. www.gracegems.org).

È l'uomo che vuole essere in controllo delle cose. Egli vuole essere padrone del proprio destino. Egli odia dover ammettere il fatto che Dio sieda sul Suo trono e che un giorno dovrà rendere conto di sé stesso a Lui. Più ancora di questo l'uomo odia dover essere impotente ad impedire che si realizzino i propositi ultimi di Dio. L'idea è ripugnante per "l'uomo autonomo", governato, come egli suppone, dal proprio "libero arbitrio".

Nonostante questo,il fatto rimane che Dio è in controllo di ogni cosa. L'uomo non è al centro dell'universo, ma Dio! E' tempo per la Chiesa di far risuonare ancora questa verità!"Perché da lui, per mezzo di lui e per lui sono tutte le cose. A lui sia la gloria in eterno. Amen"(Romani 11:36). Ogni cosa avviene"secondo il proposito di colui che compie ogni cosa secondo la decisione della propria volontà"(Efesini 1:11).

Proprio come l'umanità doveva riaggiustare le proprie idee secondo la scoperta di Copernico, noi abbiamo bisogno di riaggiustare il nostro pensiero secondo i fatti della Scrittura. Dio è sovrano! Le cose stanno così ed in nessun altro modo! Dio è sovrano in ogni cosa, incluso il modo con il quale Egli dispensa la Sua grazia. I Riformatori dichiaravano: "Sola Gratia" (per la sola Grazia), e con quella dichiarazione essi intendevano grazia all'inizio, grazia alla fine, grazia nel mezzo, grazia che non fallisce, grazia senza mescolanza alcuna, grazia senza aggiunte, grazia che non ammette alcuna base per il nostro proprio vanto, grazia che preclude ogni motivo di gloria, se non nel Signore. Così come molti ai tempi di Copernico si erano rifiutati di guardare nel suo telescopio, molti, nel nostro tempo, rifiutano di guardare alle Scritture. Che questo non sia per voi e per me.

Quando si parla della riprovazione, non c'è alcun dubbio che si tratta non semplicemente di una questione intellettuale, ma di una questione di grande carica emotiva. E' così tanto da rendere molto difficile per chiunque fra noi di considerarla in modo anche solo vagamente oggettivo. E' così perché questa questione ha a che fare con gente concreta che deve affrontare un'eternità di estremo castigo sotto la mano del Giudizio di Dio. E' una questione estremamente difficile per tutti noi da affrontare emozionalmente. Detto questo, cerchiamo almeno di guardare a questa questione attraverso le lenti della Bibbia (che cosa Dio ci rivela al riguardo).

Ecco che cosa sappiamo. Tutti i cristiani che credono alla Bibbia affermano che Dio conosce la fine fin dall'inizio e che quindi ha una conoscenza completa del futuro. Quindi,Egli crea persone che sa benissimo finiranno un giorno all'inferno. Non c'è modo di evitare questa conclusione.

Indubbiamente Dio conosce quelle che sono le Sue pecore e quelle che non Gli appartengono (vedasi Giovanni 10:25-26) e ci sono testi biblici che parlano esplicitamente della predestinazione e della riprovazione. Uno di questi, per esempio, è 1 Pietro 2:8:"Essi, essendo disubbidienti, inciampano nella parola; e a questo sono stati anche destinati".

Anche coloro che credono sono a questo predestinati. Atti 13:48 dice:"Gli stranieri, udendo queste cose, si rallegravano e glorificavano la Parola di Dio; e tutti quelli che erano ordinati a vita eterna, credettero".

Al riguardo della Bestia in Apocalisse ci vien detto: "L'adoreranno tutti gli abitanti della terra i cui nomi non sono scritti fin dalla creazione del mondo nel libro della vita dell'Agnello che è stato immolato"(Apocalisse 13:8).

Questo versetto soltanto è sufficiente per risolvere la questione. Dio conosce l'identità di coloro che adoreranno la Bestia (e che quindi si avviano verso l'eterna perdizione) e Dio lo sapeva prim'ancora che il mondo stesso fosse creato.

Ancora una volta possiamo mettere questo in contrasto con i discepoli ai quali Gesù dice di rallegrarsi perché i loro nomi sono scritti in cielo (Luca 10:20) e con coloro che lavoravano accanto all'apostolo Paolo: "Sì, prego pure te, mio fedele collaboratore, vieni in aiuto a queste donne, che hanno lottato per il vangelo insieme a me, a Clemente e agli altri miei collaboratori i cui nomi sono nel libro della vita"(Filippesi 4:3).

Indubbiamente la dottrina della divina Predestinazione ha l'altra faccia della medaglia: quella della Riprovazione. Ecco un estratto dal libro di Lorraine Boettner: "La Dottrina riformata della Predestinazione".

Il comando di Cristo rivolto agli empi nel Giudizio finale: "Andate via da me, maledetti, nel fuoco eterno, preparato per il diavolo e per i suoi angeli!" (Matteo 25:41) è il decreto di riprovazione più forte che si potrebbe immaginare ed è lo stesso in principio, sia che sia stato emesso nel tempo che nell'eternità. Ciò che è giusto per Dio fare nel tempo, non è sbagliato per Lui includerlo nel Suo piano eterno. In un'occasione Gesù stesso dichiara: "Io sono venuto in questo mondo per fare un giudizio, affinché quelli che non vedono vedano, e quelli che vedono diventino ciechi" (Giovanni 9:39). In un'altra occasione dice: "«Io ti rendo lode, o Padre, Signore del cielo e della terra, perché hai nascosto queste cose ai sapienti e agli intelligenti, e le hai rivelate ai piccoli" (Matteo 11:25).

E' difficile per noi renderci conto che l'adorabile Redentore e solo Salvatore degli uomini, sia per alcuni una tale pietra di inciampo, eppure quello è ciò che le Scritture dichiarano a Suo riguardo. Persino prima della Sua nascita era stato detto di Lui:"Ecco, costui è posto per la caduta e per l'innalzamento di molti in Israele e per essere segno di contraddizione"(Luca 2:34). Quando poi nella Sua preghiera di intercessione, nel Giardino del Getsemani, dice: "Io prego per loro; non prego per il mondo, ma per coloro che tu mi hai dato, perché sono tuoi" (Giovanni 17:9), i non eletti vengono chiaramente ripudiati.

Gesù stesso dichiara che una delle ragioni per le quali Lui stesso parla in parabole è che la verità fosse nascosta da coloro per i quali non era intesa. Lasciamo che la storia sacra parli da sé stessa:"Allora i discepoli si avvicinarono e gli dissero: «Perché parli loro in parabole?» Egli rispose loro: «Perché a voi è dato di conoscere i misteri del regno dei cieli; ma a loro non è dato. Perché a chiunque ha sarà dato, e sarà nell'abbondanza; ma a chiunque non ha sarà tolto anche quello che ha. Per questo parlo loro in parabole, perché, vedendo, non vedono; e udendo, non odono né comprendono. E si adempie in loro la profezia d'Isaia che dice:"Udrete con i vostri orecchi e non comprenderete; guarderete con i vostri occhi e non vedrete; perché il cuore di questo popolo si è fatto insensibile: sono diventati duri d'orecchi e hanno chiuso gli occhi, per non rischiare di vedere con gli occhi e di udire con gli orecchi, e di comprendere con il cuore e di convertirsi, perché io li guarisca"(Matteo 10:13-15; Isaia 6:9-10).

In queste parole abbiamo un'applicazione di quanto Gesù dice:"Non date ciò che è santo ai cani e non gettate le vostre perle davanti ai porci, perché non le pestino con le zampe e rivolti contro di voi non vi sbranino" (Matteo 7:6). Chi afferma che Gesù abbia voluto destinare la Sua verità salvifica a tutti contraddice palesemente ciò che dice Cristo stesso.Per il non-eletto la Bibbia è un libro sigillato ed è solo al vero cristiano che è dato di vedere e di comprendere queste cose. Tanto è importante questa verità che lo Spirito Santo si è compiaciuto di ripetere questo versetto di Isaia nel Nuovo Testamento per ben sei volte: Matteo 13:14-15; Marco 4:12; Luca 8:10; Giovanni 12:40; Atti 28:27; Romani 11:9-10.

Romani 9 ci spiega perché Dio voglia mai creare delle persone pur sapendo che il loro destino finale sarà l'eternità all'inferno - per dimostrare la Sua ira e per rendere noto il suo potere (vedasi passi qui sotto). Questo non ci sarà mai "digeribile" fintanto che il nostro punto di partenza nel perseguire la verità sia l'uomo e i suoi sentimenti, perché persino come uomini e donne redenti sentiamo più simpatia per i nostri compagni peccatori che per la santità e giustizia di Dio.

Pensateci per un attimo e credo che la cosa vi colpisca al cuore stesso, perché di fatto abbiamo molto più in comune, mettiamo, con Hitler e con Stalin che con la maestà, santità e gloria dell'onnipotente Iddio e questo fatto stesso rivela quanto profondo sia il nostro degrado morale e spirituale.

MA, se facciamo un grande spostamento di paradigma e vediamo la vita, l'universo e tutto il resto dal punto di vista della giustizia di Dio, tanto da glorificare in ogni suo attributo, allora tutto comincerà ad avere senso perfetto.

Io credo che con delle menti che siano totalmente santificate in Cielo, noi ci rallegreremo che la giustizia di Dio sia completamente glorificata. Qui però, la nostra natura decaduta ci fa rabbrividire che degli essere umani come noi, per quanto cattivi siano, debbano patire il giudizio di Dio per tutta l'eternità sapendo che Dio già sapeva, anzi, aveva determinato che quella sarebbe stata la fine di quella particolare creatura prima ancora che fosse portata all'esistenza. Da questa parte del cielo è molto duro vedere come il desiderio di Dio di rendere manifesti i Suoi attributi come Rettitudine, Giustizia ed Ira, sia una valida ragione per la quale fa come fa. In Cielo, però, con menti glorificate e santificate, non avremo più problemi al riguardo.

Io penso che il seguente brano di Romani 9 mostri chiaramente come sia perfettamente giusto che Dio manifesti i Suoi attributi persino nella dannazione di "vasi d'ira preparati per la dannazione" proprio come fa nel redimere i "vasi di misericordia". E' certo che Dio pensa in questo modo:

"Che diremo dunque? Vi è forse ingiustizia in Dio? No di certo! Poiché egli dice a Mosè: «Io avrò misericordia di chi avrò misericordia e avrò compassione di chi avrò compassione». Non dipende dunque né da chi vuole né da chi corre, ma da Dio che fa misericordia. La Scrittura infatti dice al faraone: «Appunto per questo ti ho suscitato: per mostrare in te la mia potenza e perché il mio nome sia proclamato per tutta la terra». Così dunque egli fa misericordia a chi vuole e indurisce chi vuole. Tu allora mi dirai: «Perché rimprovera egli ancora? Poiché chi può resistere alla sua volontà?». Piuttosto, o uomo, chi sei tu che replichi a Dio? La cosa plasmata dirà forse a colui che la plasmò: «Perché mi hai fatta così?». Il vasaio non è forse padrone dell'argilla per trarre dalla stessa pasta un vaso per uso nobile e un altro per uso ignobile? Che c'è da contestare se Dio, volendo manifestare la sua ira e far conoscere la sua potenza, ha sopportato con grande pazienza dei vasi d'ira preparati per la perdizione, e ciò per far conoscere la ricchezza della sua gloria verso dei vasi di misericordia che aveva già prima preparati per la gloria, cioè verso di noi, che egli ha chiamato non soltanto fra i Giudei ma anche fra gli stranieri?"(Romani 9:14:24).

Chiunque faccia fatica ad accettare questo concetto comprendo che abbia bisogno di molto di più che la citazione di qualche versetto.Vi chiederei però di continuare, per così dire, a lottare con esso e di investigare ulteriormente le Scritture su questo argomento.Vi indicherò ulteriore materiale da leggere al termine di questo libro.

Io so che la mia personale lotta con questo concetto non era perché le Scritture non fossero chiare al riguardo, perché indubbiamente lo sono. Il mio problema era che A ME NON PIACEVA ciò che la Scrittura insegna, che questo non si adattava ai miei preconcetti su Dio.

Alla fine mi sono reso conto che continuare questa lotta significava oppormi a Dio stesso. Egli è il Dio che ha ispirato Romani 9 ed è proprio a Lui che un giorno dovremo rendere conto. Odierei essere trovato fra coloro che Lo hanno sfidato e dover rendergli conto della mia costante opposizione a Lui nonostante quanto afferma la verità che Egli ha rivelato.

Un'ultima cosa. Molti hanno un concetto sbagliato di questa dottrina, quello che va sotto il nome di "Uguaglianza ultimativa". Questa falsa concezione della Riprovazione sostiene che Dio operi nel reprobo per causare la sua dannazione tanto quanto Egli operi nell'eletto per causare la sua salvezza. Questo, ovviamente, non è il caso. E' vero che Dio"Fa misericordia a chi vuole ed indurisce chi vuole"(Romani 9:18), ma dobbiamo comprendere come vi siano due modi possibili a che Dio indurisca i cuori.

In un primo scenario, sarebbe Dio ad iniettare il male nell'anima di un uomo. Un tale pensiero è ripugnante ed è del tutto contrario a quanto dice la Scrittura.

Nell'altro scenario, Dio potrebbe semplicemente lasciare l'uomo nel suo stato di ribellione non impartendogli la grazia speciale che Egli dona ai Suoi eletti. La disposizione naturale dell'uomo irrigenerato è quella di opposizione a Dio. Tutto ciò che deve fare per indurire il cuore è trattenere, negare la speciale grazia che dà agli eletti lasciandoli nel loro odioso, orgoglioso e malvagio atto di sfida verso di Lui.

In tutto questo non c'è la minima traccia di ingiustizia. Dio, o dispensa la giustizia che è meritata, oppure l'indicibile misericordia che non è meritata. Nessuno, però, assolutamente nessuno, riceve ingiustizia dalla mano di Dio.