Letteratura/Non dice forse/16

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Indice generale

Ma quel versetto non dice forse che... (di John Samson)

Capitoli: PREFAZIONE - 1 - 2 - 3 - 4 - 5 - 6 - 7 - 8 - 9 - 10 - 11 - 12 - 13 - 14 - 15 - 16 - 17 - 18 - 19 - 20

 

CAPITOLO 16: ...E LA PREGHIERA E L’EVANGELIZZAZIONE?

Spesso si sente fare la domanda: “Se è Dio che elegge alcuni alla salvezza, che senso avrebbe la preghiera e l’evangelizzazione?

Abbiamo già discusso in grandi linee la questione della preghiera nel capitolo precedente. Permettetemi, così, di focalizzare qui la mia risposta sull'elemento “evangelizzazione” della questione in discussione.

Quando mi si chiede questo, di solito inizio con l’alterare la formulazione della domanda stessa. Cambierei quel “se” con “dato che”. Ecco ciò che intendo. Dato che la Divina Elezione è chiaramente insegnata nelle Scritture, sarebbe meglio chiedersi: “Dato che Dio elegge certuni alla salvezza, perché ci viene detto di evangelizzare?”.

La prima ovvia risposta a questa domanda è:Perché Dio ci dice di farlo. La stessa Bibbia che insegna la Divina Elezione in Romani, capitoli 8 e 9, pure ci dà Romani 10, che dice: “Come udranno se non c’è chi predichi” (Romani 10:24). Non c’è alcuna contraddizione fra Romani 10 e Romani 8-9.

PRESTABILITI SONO SIA I FINI CHE I MEZZI

Dio stabilisce sia i fini che i mezzi per giungervi. Il fine è che i Suoi eletti giungano alla fede salvifica. I mezzi sono: La proclamazione dell’Evangelo.

In Giovanni 10:16 Gesù dice: “Ho anche altre pecore, che non sono di quest'ovile; anche quelle devo raccogliere ed esse ascolteranno la mia voce, e vi sarà un solo gregge, un solo pastore”.

Gesù ha già pecore dal popolo ebraico. Eppure Egli sa che ha anche altre pecore “che non sono di questo ovile” (il riferimento è agli altri popoli, le Genti). Essi ascolteranno la Sua voce. Il fine è: gli eletti fra i popoli non-ebrei che giungono nel Regno. Il mezzo è: Gesù che predica ed insegna.

In Matteo, capitolo 11, vediamo ancora una volta come Gesù radica l’evangelizzazione nell’elezione e, ancora una volta, non c’è alcuna contraddizione fra le due cose…

Matteo 11 “(25) In quel tempo Gesù prese a dire: «Io ti rendo lode, o Padre, Signore del cielo e della terra, perché hai nascosto queste cose ai sapienti e agli intelligenti, e le hai rivelate ai piccoli. (26) Sì, Padre, perché così ti è piaciuto. (27) Ogni cosa mi è stata data in mano dal Padre mio; e nessuno conosce il Figlio, se non il Padre; e nessuno conosce il Padre, se non il Figlio, e colui al quale il Figlio voglia rivelarlo. (28) Venite a me, voi tutti che siete affaticati e oppressi, e io vi darò riposo. (29) Prendete su di voi il mio giogo e imparate da me, perché io sono mansueto e umile di cuore; e voi troverete riposo alle anime vostre; (30) poiché il mio giogo è dolce e il mio carico è leggero»”.

Notate come qui Gesù ci insegni:

(1) Dio nasconde delle cose ad alcuni e le riveli ad altri (Elezione sovrana);

(2) L’appello evangelistico si rivolge a tutti: “Venite a me voi tutti…”.


Per decine d’anni avevo letto queste parole ma quello che facevo era separare ciò che si trova nei versetti 25-27, che parla della Sovranità di Dio nell’elezione, da quello che segue nel testo al v. 28, dove Gesù invita tutti a venire a Lui, come se fossero due cose non collegate. Ora io vedo come siano state dette senza tirare il fiato, per così dire, e fra di loro non c’è contraddizione alcuna.

Notate pure l’esperienza dei primi Apostoli in Atti 13:

(43) Dopo che la riunione si fu sciolta, molti Giudei e proseliti pii seguirono Paolo e Barnaba; i quali, parlando loro, li convincevano a perseverare nella grazia di Dio. (44) Il sabato seguente quasi tutta la città si radunò per udire la Parola di Dio. (45) Ma i Giudei, vedendo la folla, furono pieni di invidia e, bestemmiando, contraddicevano le cose dette da Paolo. (46) Ma Paolo e Barnaba dissero con franchezza: «Era necessario che a voi per primi si annunciasse la Parola di Dio; ma poiché la respingete e non vi ritenete degni della vita eterna, ecco, ci rivolgiamo agli stranieri. (47) Così infatti ci ha ordinato il Signore, dicendo: "Io ti ho posto come luce dei popoli, perché tu porti la salvezza fino all'estremità della terra"». (48) Gli stranieri, udendo queste cose, si rallegravano e glorificavano la Parola di Dio; e tutti quelli che erano ordinati a vita eterna, credettero”.

In un precedente capitolo avevamo citato il versetto 48 per mostrare come chi giunge alla fede è perché sia stato preordinato da Dio a farlo. Ora io cito il contesto più vasto per mostrare il semplice concetto che Dio prestabilisce sia il fine (gli eletti che giungono alla fede) che i mezzi (la predicazione dell’Evangelo).

Dovremmo pure notare come il Signore aveva parlato all’Apostolo Paolo, nel più bel mezzo di una situazione di grave tensione, dicendogli di rimanere in una certa città. Perché fa questo?

...perché io sono con te, e nessuno ti metterà le mani addosso per farti del male; perché io ho un popolo numeroso in questa città». Ed egli rimase là un anno e sei mesi, insegnando tra di loro la Parola di Dio”(Atti 18:10-11).

In altre parole, il Signore dice a Paolo: “Stai qui perché ho un popolo numeroso in questa città … ho molte delle Mie pecore qui che ascolteranno la Mia voce e Mi seguiranno quando tu predicherai nel Mio nome”.

Dio prestabilisce sia il fine - le Sue pecore elette che ascolteranno la voce di Cristo - ed i mezzi - la preghiera e la predicazione dell’Evangelo a tutti. E tutti quelli che erano ordinati a vita eterna credettero.

Il fatto è che noi non sappiamo chi siano gli eletti. Essi non vanno in giro con una grande lettera E tatuata sulla loro fronte. Dobbiamo perciò andare in tutto il mondo e predicare a tutti l’Evangelo, anche se sappiamo che soltanto i Suoi eletti risponderanno con fede alla predicazione dell’Evangelo.

Senza l’elezione, l’evangelizzazione sarebbe come se un venditore ambulante che cerca di vendere i suoi prodotti in un cimitero. L’umanità è spiritualmente “morta nei falli e nei peccati”(Efesini 2:1), e solo attraverso l’atto di grazia di Dio nell’elezione, predestinazione e rigenerazione di persone specifiche, qualcuno mai giungerà a Cristo con fede. Come scrisse il dott. R. C. Sproul: “Se la decisione finale per la salvezza di peccatori decaduti fosse lasciata nelle mani di peccatori decaduti, perderemmo ogni speranza che qualcuno possa mai essere salvato” (Scelti da Dio).

Ancora,Dio prestabilisce sia i fini che i mezzi ed i mezzi sono stati altrettanto stabiliti da Dio che i fini.

A. A. Hodge una volta si è domandato: “Se Dio ha eternamente decretato che tu viva, a che serve respirare? Se Dio ha eternamente decretato che tu parli, a che serve aprire la bocca? Se Dio ha eternamente decretato che tu abbia un raccolto, a che serve seminare? Se Dio ha eternamente decretato che il tuo stomaco contenga cibo, a che serve mangiare?”.

Hodge ha risposto alle sue stesse domande dicendo: “Al fine di educarci, Dio esige che noi si faccia uso dei mezzi, altrimenti si resterà privi dei fini da cui quei mezzi dipendono. Tanti sono gli stolti che fan sì che la natura trascendentale dell’eternità e del rapporto della vita eterna di Dio alla vita nel tempo di un uomo diventi per loro una scusa per trascurare la preghiera. È la stessa stoltezza di chi rende lo stesso eterno decreto una scusa per non masticare il suo cibo o per non volontariamente riempire d’aria i suoi polmoni”.

È un ragionamento che non fa una grinza, non è vero?

È pure importante rilevare come le nostre preghiere per i non credenti sarebbero del tutto futili, se Dio non avesse il potere di portare qualcuno dalla morte spirituale alla vita. Coloro che rifiutano la sovranità divina nella salvezza di fatto presuppongono che Dio non possa veramente aiutare gli irrigenerati dando loro una nuova comprensione delle cose, perché così Dio, se lo facesse (secondo il loro sistema teologico) interferirebbe con il loro libero arbitrio. È così che, secondo quel modo di pensare, quando preghiamo per dei non credenti, Dio può solo fare qualcosa al di fuori da loro (suggerendo, incoraggiando, offrendo la grazia), ma Egli non può fare nulla dentro di loro (togliendo il loro cuore di pietra e sostituendolo con uno di carne con un desiderio positivo per Cristo). Il che, se ci pensate bene, non aiuta molto coloro che non hanno alcun desiderio per Dio e che sono morti nelle loro trasgressioni e peccati. In altre parole, non avrebbe alcun senso pregare affinché delle persone vengano a Cristo se Dio non potesse aprire i cuori. Questa era la testimonianza di Lidia, come ci informa Luca in Atti 16:14 “ Il Signore le aprì il cuore, per renderla attenta alle cose dette da Paolo”.

PASSI D’AMMONIMENTO

Il principio dei fini e dei mezzi è uno strumento molto utile quando si tratta di comprendere il senso dei numerosi passi del Nuovo Testamento che contengono ammonizioni, specialmente come le troviamo nella lettera agli Ebrei. Sono molti a credere che questi testi insegnino che i veri credenti potrebbero perdere la loro salvezza. Però, come scrive Thomas Schreiner in un articolo scritto il 29 dicembre 2011 su www.credomag.com:

Dobbiamo rammentarci come i brani sono avvertimenti ed ammonimenti. In sé stessi non dicono nulla se i credenti possano o non possano di fatto decadere dalla salvezza. Non si tratta di dichiarazioni, ma di ammonimenti. Alcuni potrebbero osservare che tali ammonimenti sarebbero inutili se i credenti non potessero perdere la salvezza. Sarebbero una sciocca perdita di tempo! Questa obiezione, però, non regge se si tiene conto come gli ammonimenti sono i mezzi attraverso i quali Dio preserva i Suoi eletti. Io affermo che quei passi di ammonimento sono sempre efficaci nella vita degli eletti, cioè, quelli che sono veramente salvati prestano ascolto a quegli ammonimenti, ed è precisamente prestando ascolto a quegli ammonimenti che essi vengono preservati fino alla fine”.

Ritornando ancora una volta al tema di questo capitolo, possiamo fare le seguenti affermazioni scritturali basandoci su quel che ci è rivelato nell’Evangelo di Giovanni:

Tutti coloro che il Padre ha scelto dall’eternità per appartenergli, Egli li ha affidati al Figlio (Giovanni 6:37), e tutti coloro che Egli ha affidato al Figlio, il Figlio li conosce (Giovanni 10:3) e chiama (Giovanni 3:5). Tutti coloro che Egli chiama Lo conoscono (Giovanni 10:14) e riconoscono la Sua voce (Giovanni 10:4-5) e vengono a Lui (Giovanni 6:37) e Lo seguono (Giovanni 10:24,27). Il Figlio dà la Sua vita per le Sue pecore (Giovanni 10:11) e dà loro vita eterna (Giovanni 10:28) e li conserva nella Parola del Padre (Giovanni 17:6), tanto che neanche uno di loro andrà perduto (Giovanni 6:39) e così il Figlio ne sarà glorificato per sempre (Giovanni 17:10). Questo è il fondamento indistruttibile di una salvezza infallibile che ridonda alla fine alla gloria sia del Padre come del Figlio.

Nessuna delle pecore di Cristo rigetterà alla fine la Sua Parola. Sebbene Egli permetta che alcune delle Sue pecore resistano alla Parola per un certo tempo, essi non lo faranno per sempre. Gesù disse: “Tutti quelli che il Padre mi dà verranno a me; e colui che viene a me, non lo caccerò fuori” (Giovanni 6:37). Che promessa! E quale grande privilegio quello di condividere l’Evangelo con la gente, mentre siamo testimoni di come il Buon Pastore raccolga le Sue pecore.

Si potrebbe dire molto di più.La stessa storia della chiesa dimostra come credere nell’elezione abbia fatto tutt’altro che frustrare e vanificare le missioni, anzi, le ha promosse. Si può dimostrare molto facilmente che, nella storia della chiesa, gli uomini che sono stati maggiormente usati da Dio nella causa dell’evangelizzazione credessero appassionatamente nella grazia sovrana di Dio nell’Elezione.

Un controversialista disse un giorno: “Se pensassi che Dio avesse un popolo eletto io non mi prenderei la briga di predicare”. Quella, però, è la ragione stessa per la quale predico. Quello che renderebbe lui inattivo è lo stesso trampolino di lancio del mio zelo. Se il Signore non avesse un popolo da salvare, avrei ben poco di cui rallegrarmi nel mio ministero. Io credo che Dio salverà i Suoi eletti e pure credo che se non predico l’Evangelo io dovrò rendere conto del loro sangue” (C. H. Spurgeon -http://www.spurgeon.org/sermons/2303.htm).

"Io spero di poterci infiammare a vicenda e che ci sarà una santa emulazione fra di noi, che abbasseremo del tutto l’uomo ed innalzeremo il Signore Gesù Cristo. Nient’altro che le dottrine della Riforma lo possono fare. Tutte le altre lasciano l’uomo al suo libero arbitrio e lo rendono, in parte almeno, salvatore di sé stesso. Anima mia, non avvicinarti neppure al segreto di coloro che insegnano tali cose… Io so che Cristo è tutto in tutti. L’uomo non è nulla. Egli ha il libero arbitrio solo per andare all’inferno, ma nessuno per andare in cielo, fintanto che Dio non opera in lui secondo il Suo beneplacito" (George Whitfield, opere, p. 89-90).

"Oh l’eccellenza della dottrina dell’Elezione e della perseveranza finale dei santi! Io sono persuaso che fintanto che un uomo non giunge a credere ed a sentire queste importanti verità, egli non potrà essere savio. Quando però sarà convinto di queste ed assicurato della loro applicazione al suo cuore, allora egli indubbiamente camminerà per fede! L’amore, non la paura, lo costringe ad ubbidire". (George Whitfield, opere, p. 101).