Liturgie/Liturgia italiana di Ginevra/Preghiera nel culto in circostanze di particolari avversità

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Preghiera in caso di avversità

Perciocché la Scrittura ci insegna che le pestilenze, le guerre ed altre simili avversità, sono visitazioni di Dio, con le quali Egli punisce i nostri peccati, quando le vediamo venire dobbiamo conoscere che Iddio è adirato contro di noi. Allora, se noi siamo veri fedeli, dobbiamo riconoscere i nostri errori, averne dolore e dispiacere in noi stessi, ritornando al Signore con vera penitenza ed emendazione di vita, pregandolo con ogni umiltà che ci perdoni. Per questa ragione, se noi vediamo alle volte che Dio ci minaccia, per non tentare la Sua pazienza, ma piuttosto prevenire il Suo giudizio, il quale altrimenti vediamo essere allora apparecchiato, è bene avere ogni settimana un giorno disputato, nel quale specialmente si trattino queste cose, facendone ammonizione al popolo, e nel quale si facciano orazioni e suppliche secondo che il tempo richiede. Di che seguita qui una forma appropriata a ciò. Per il principio del sermone, vi è la confessione generale delle domeniche, posta di sopra. Alla fine del sermone, fatte che si sono le ammonizioni, e mostrato come Iddio affligge ora gli uomini per cagione dei peccati che si commettono sopra tutta la terra, e che il mondo è dato ad ogni iniquità e scelleratezza, dopo essersi ancora esortato il popolo a ridursi ed emendare la sua vita e parimenti per pregare Iddio per impetrare misericordia, s'usa la forma dell'orazione che segue.

Iddio onnipotente, Padre celeste, noi riconosciamo in noi stessi e confessiamo, sì com'è la verità, che noi non siamo degni d'alzare gli occhi al cielo, per comparire dinnanzi al Tuo volto, e che noi non dobbiamo presumere che le nostre preghiere abbiano ad essere esaudite da Te, se Tu guardi a quello che è in noi. Di fatto, la nostra coscienza ci accusa ed i nostri peccati rendono testimonianza contro di noi, e sappiamo che Tu sei giusto Giudice che non giustifichi i peccatori e gli iniqui, ma punisci i delitti di quelli che hanno trasgredito i Tuoi comandamenti.

E così, Signore, considerando tutta la nostra vita, noi siamo confusi nei nostri cuori e non possiamo fare altro che abbandonarci e disperarci come se noi fossimo già nell'abisso della morte. Nondimeno, Signore, poiché per la Tua infinita misericordia, Ti è piaciuto comandarci che noi Ti invochiamo, fosse anche dal profondo dell'inferno, e che quanto più manchiamo in noi stessi, tanto più abbiamo il nostro rifugio nella Tua somma bontà; e poiché ancora ci hai promesso ricevere le nostre richieste e supplicazioni, non considerando punto la nostra propria dignità, ma soltanto per il nome ed i meriti del nostro Signore Gesù Cristo, il quale Tu hai costituito nostro Intercessore ed Avvocato, rinunciando ad ogni speranza umana, noi prendiamo ardire dalla sola Tua bontà, di venire dinnanzi al Tuo cospetto per invocare il Tuo santo nome, e per ottenere misericordia.

In primo luogo, o Signore, oltre agli infiniti benefici che Tu distribuisci comunemente a tutti gli uomini della terra, Tu ci hai fatte tante grazie particolari, che è impossibile raccontarle, né pur sufficientemente comprenderle. Soprattutto, Ti è piaciuto chiamarci alla conoscenza del Tuo santo Evangelo, traendoci fuori dalla miserabile servitù del diavolo nella quale eravamo, liberandoci dalla maledetta idolatria e dalle superstizioni dove noi eravamo immersi, per condurci alla luce della Tua verità. E nondimeno, per nostra ingratitudine e disconoscenza, avendo dimenticato i beni che abbiamo ricevuto dalla Tua mano, noi abbiamo deviato, discostandoci da Te, andandocene dietro alle nostre concupiscenze; non abbiamo reso quell'onore e quell'ubbidienza alla Tua santa Parola, che noi dovevamo; non Ti abbiamo esaltato e glorificato come si conveniva; e benché Tu ci avessi sempre fedelmente ammoniti con la Tua Parola, noi non abbiamo ascoltate le Tue ammonizioni.

Noi abbiamo dunque peccato, Signore, noi Ti abbiamo offeso. E per tanto riceviamo confusione ed ignominia sopra di noi, riconoscendo essere gravemente colpevoli dinnanzi al Tuo giudizio; e se Tu ci volessi trattare secondo ciò che noi meritiamo, non potremmo aspettarci altro che morte e dannazione. Se, infatti, noi ci volessimo scusare, la nostra coscienza ci accuserebbe e la nostra iniquità è davanti a Te per accusarci. E con effetto, Signore, noi vediamo come, per i castighi che già ci sono avvenuti, Tu sei stato con gran ragione adirato contro di noi, perché, essendo Tu giusto e ragionevole, non affliggi i Tuoi senza ragione.

Essendo noi dunque stati battuti dalle Tue verghe, riconosciamo che Ti abbiamo provocato contro di noi. Ed al presente vediamo ancora la Tua mano alzata per punirci, per quanto le spade con le quali tu usi eseguire la Tua vendetta, siano già tratte fuori e le minacce che Tu fai contro i peccatori ed iniqui siano tutte apparecchiate.

Ora, quando tu ci punissi molto più aspramente e rigidamente, cosa che tu non hai fatto fin ora, e che per una piaga noi avessimo a ricevere cento; e che ancora tutte le maledizioni con le quali tu un tempo avevi corretto gli errori del Tuo popolo Israele cadessero sopra di noi, confessiamo che tutto sarebbe con gran ragione, e non neghiamo di averlo molto ben meritato.

Nondimeno, Signore, Tu sei nostro Padre, e noi non siamo altro che terra e fango. Tu sei nostro Creatore e noi siamo l'opera delle Tue mani. Tu sei il nostro Pastore e noi siamo il Tuo gregge. Tu sei il nostro Redentore, e noi siamo il popolo che Tu hai riscattato. Tu sei il nostro Dio e noi siamo la Tua eredità. Per questo, non ti adirare con noi, non correggerci nel Tuo furore. Non volere tenere a mente la nostra iniquità per punirla, ma castigaci dolcemente nella Tua benignità. La Tua ira è accesa per i nostri demeriti, ma ricordati che il Tuo nome è invocato su di noi e che noi portiamo la Tua impronta, le Tue insegne. Conserva piuttosto l'opera che per Tua grazia è cominciata affinché tutto il mondo conosca che Tu sei il nostro Dio e Salvatore.

Tu sai che i morti che sono nell'inferno, e quelli che Tu hai distrutto e rovinato, non Ti loderanno, ma le anime dolenti ed afflitte, i cuori contriti ed umiliati, le coscienze oppresse dal sentimento del loro male, ed affamate dal desiderio della Tua grazia, Ti daranno lode e gloria. Il Tuo popolo d'Israele Ti provocò molte volte ad ira per la sua iniquità e Tu l'affliggevi per Tuo giusto giudizio; ma quando esso si convertiva e si riduceva a Te, Tu lo ricevevi a pietà; e quantunque gravi fossero le sue offese, per amore della confederazione che tu avevi fatta con Abraamo, Isacco e Giacobbe, Tuoi servi, Tu ritiravi le tue verghe e maledizioni, le quali erano loro apparecchiate, in modo che le loro orazioni non ebbero mai alcuna ripulsa da Te. Noi, per Tua grazia, abbiamo una confederazione molto migliore da poterti allegare, cioè quella che Tu hai fatta con noi e stabilita nella mano di Gesù Cristo Salvatore nostro, la quale Tu hai voluta che fosse scritta col Suo sangue e confermata con la Sua passione e morte.

Per tanto, Signore, rinunciando a noi stessi e ad ogni umana speranza, noi ricorriamo a questa santa confederazione, per la quale nostro Signore Gesù, offrendoti in sacrificio il Suo corpo, ci ha riconciliati con Te. Riguarda dunque, o Signore, il volto del Tuo Cristo, e non il nostro, affinché per la Sua intercessione la Tua ira si plachi ed il Tuo volto risplenda su di noi con allegrezza e salute, e da ora innanzi, piacciati riceverci nel Tuo santo governo e reggerci con il Tuo Santo Spirito, che ci rigeneri in una miglior vita, per la quale sia santificato il Tuo nome, venga il Tuo Regno, sia fatta la Tua volontà anche in terra com'è fatta in Cielo. Dacci oggi il nostro pane quotidiano. Rimettici i nostri debiti come noi li rimettiamo ai nostri debitori. E non ci indurre in tentazione, ma liberaci dal male. Perché Tuo il Regno, Tua la potenza e Tua la gloria, in sempiterno. Amen.

E benché noi non siamo pur degni di aprire la bocca per noi medesimi, e richiederti nelle nostre proprie necessità, nondimeno che T'è piaciuto commendarci che preghiamo l'uno per l'altro, noi ti preghiamo per tutti i nostri poveri fratelli e membri, i quali Tu visiti con le Tue verghe e flagelli, supplicandoti che Tu rimuova la Tua ira da essi. Ricordati, Signore, che essi sono Tuoi figlioli come noi; e se ben T'hanno offeso, non lasciar però di continuar sopra essi la Tua benignità e misericordia, la quale Tu hai promesso che essa sarebbe perpetua verso tutti i Tuoi fedeli. Piacciati dunque riguardar con pietà tutte le Tue chiese, e tutti i popoli che Tu hai ora afflitti o con peste, o con guerra, o con carestia, o con altre Tue verghe; le persone battute da malattie, prigionia, povertà, o da altre afflizioni, consolando tutti, secondo che Tu conosci essere loro di bisogno; facendo che i Tuoi castighi siano loro utili e giovevoli per la loro correzione; piacciati confermarli in buona pazienza e temperare il Tuo rigore, e alla fine, liberandoli, dar loro ampia materia di rallegrarsi nella Tua bontà e benedire il Tuo santo Nome.

Particolarmente, piacciati avere l'occhio sopra quelli che sono in travaglio per la querela [difesa militante] della Tua verità, così in generale come in particolare, per confermarli in una costanza invincibile, difenderli, e aiutarli in tutto e per tutto, rovinando tutte le pratiche e macchinazioni dei nemici loro e Tuoi, tenendo la lor rabbia a freno, e rendendoli confusi nell'ardire che si pigliano contro di Te e i membri del Tuo Figliolo. E non permettere che il Cristianesimo sia del tutto desolato; non permettere che la memoria del Tuo nome sia estinta sulla terra; non permettere che periscano quelli sopra i quali Tu hai voluto che il Tuo Nome fosse invocato; e non permettere che i Turchi [i Musulmani], i pagani ed altri infedeli, si glorino in bestemmiarti.

Noi Ti preghiamo, dunque, Padre celeste, per tutti i Principi e Signori, ai quali Tu hai commesso il governo della Tua giustizia, e particolarmente per i signori di questa Città, che Ti piaccia dare loro il Tuo Spirito, che solo è buono e veramente principale, e accrescerlo di giorno in giorno, in modo che riconoscendo essi con vera fede il Tuo Figlio Gesù Cristo, essere il Re dei re ed il Signore dei signori, secondo che Tu Gli hai data ogni podestà in cielo ed in terra, cerchino di servirli ed innalzare il Suo Regno nei loro stati e signorie, governando i loro sudditi (che sono creature delle Tue mani e pecore del Tuo pascolo) secondo il Tuo beneplacito, acciocché noi, tanto qui quanto per tutta la terra, essendo mantenuti in buona pace, Ti serviamo in ogni santità ed onestà, e liberati dal timore dei nostri nemici, Ti possiamo rendere lode tutto il tempo della nostra vita.

Noi Ti preghiamo ancora, Padre verace e Salvatore, per tutti quelli che hai costituito pastori ai Tuoi fedeli, ed ai quali Tu commessa la cura delle anime e la dispensazione del Tuo sacro Evangelo: che Tu li governi con il Tuo Spirito Santo, affinché siano trovati fedeli e leali ministri della Tua gloria, avendo sempre questo fine, che tutte le povere pecore smarrite e disperse, siano raccolte e ridotte al Signore Gesù Cristo, Principal Pastore e Principe dei Vescovi; acciocché di giorno in giorno esse facciano profitto e crescano in Lui in ogni giustizia e santità. E piacciati, all'incontro, liberare tutte le chiese dalla gola dei lupi rapaci, e di tutti i mercenari, che cercano l'utile e l'onor loro, e non la sola esaltazione del Tuo santo Nome e la salute del Tuo gregge.

Appresso, noi Ti preghiamo, Iddio sommamente benigno e Padre misericordioso, per tutti gli uomini in generale, che si come tu vuoi essere riconosciuto per Salvatore di tutto il mondo, mediante la redenzione fatta dal Tuo Figlio Gesù Cristo, tutti quelli che, trovandosi ancora nelle tenebre e nella cattività dell'errore e dell'ignoranza, sono alieni dalla Tua conoscenza, siano, per l'illuminazione del Tuo Santo Spirito e la predicazione del Tuo Evangelo, ridotti nella diritta via della salute che è il conoscere Te solo vero Iddio, e quel Gesù Cristo che Tu hai mandato. E che quelli che Tu hai già visitato con la Tua grazia ed illuminati con la conoscenza della Tua Parola, crescano ogni giorno in bene, facendosi ricchi delle Tue benedizioni spirituali; a fin che tutti insieme Ti adoriamo d'un cuore e d'una bocca, e rendiamo onore ed ubbidienza al Tuo Cristo, nostro Padrone, Re e Legislatore.