Predicazioni/Esodo/Dieci cose che dovresti sapere sui Dieci Comandamenti

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Dopo aver respinto Dio e le sue leggi morali, tanti oggi vogliono essere dio e legge a sé stessi, fare quel che ritengono più opportuno o conveniente, decidere loro quel che sia giusto o sbagliato. Si dice debba essere “la democrazia” a stabilire di volta in volta che cosa sia giusto – e che per questo le leggi cambino. Il risultato? Completo caos, ingiustizie ed oppressione. Dio, il Creatore, ha riassunto nei Dieci Comandamenti le regole di base della nostra vita che garantiscono la nostra più autentica libertà. Lo considereremo quest’oggi nelle letture bibliche e nella nostra riflessione.

10 cose che dovresti sapere sui dieci comandamenti

I dieci comandamenti, o meglio “Il Decalogo”, sono la sintesi dell’etica ebraica e cristiana e sicuramente della nostra civiltà. Esodo 20, infatti, è una delle sezioni più famose della Bibbia, anzi, uno dei pezzi più importanti della letteratura religiosa nel mondo intero. Esprimono principi immutabili di comportamento che non solo stanno alla base del Patto fra Dio ed il suo popolo eletto, ma che confessiamo essere dati dal Creatore all’intera umanità per garantirne la vita e l’armonioso funzionamento. Benché su di essi si possa dire ovviamente molto di più, oggi faremo dieci considerazioni generali rimandando ad un separato loro approfondimento.

Ascoltiamo così quanto troviamo nel libro dell’Esodo al capitolo 20.

 “Allora DIO pronunziò tutte queste parole, dicendo: «Io sono l’Eterno, il tuo DIO, che ti ha fatto uscire dal paese d’Egitto, dalla casa di schiavitù. Non avrai altri dèi davanti a me. Non ti farai scultura alcuna né immagine alcuna delle cose che sono lassù nei cieli o quaggiù sulla terra o nelle acque sotto la terra. Non ti prostrerai davanti a loro e non le servirai, perché io, l’Eterno, il tuo DIO, sono un Dio geloso che punisce l’iniquità dei padri sui figli fino alla terza e alla quarta generazione di quelli che mi odiano, e uso benignità a migliaia, a quelli che mi amano e osservano i miei comandamenti. Non userai il nome dell’Eterno, il tuo DIO, invano, perché l’Eterno non lascerà impunito chi usa il suo nome invano. Ricordati del giorno di sabato per santificarlo. Lavorerai sei giorni e in essi farai ogni tuo lavoro;  ma il settimo giorno è sabato, sacro all’Eterno, il tuo DIO; non farai in esso alcun lavoro, né tu, né tuo figlio, né tua figlia, né il tuo servo, né la tua serva, né il tuo bestiame, né il forestiero che è dentro alle tue porte; poiché in sei giorni l’Eterno fece i cieli e la terra, il mare e tutto ciò che è in essi, e il settimo giorno si riposò; perciò l’Eterno ha benedetto il giorno di sabato e l’ha santificato. Onorerai tuo padre e tua madre, affinché i tuoi giorni siano lunghi sulla terra che l’Eterno, il tuo DIO, ti dà. Non ucciderai. Non commetterai adulterio. Non ruberai. Non farai falsa testimonianza contro il tuo prossimo. Non desidererai la casa del tuo prossimo; non desidererai la moglie del tuo prossimo, né il suo servo, né la sua serva, né il suo bue, né il suo asino, né cosa alcuna che sia del tuo prossimo». Ora tutto il popolo udiva i tuoni, il suono della tromba e vedeva i lampi e il monte fumante. A tale vista, il popolo tremava e si teneva a distanza. Perciò essi dissero a Mosè: «Parla tu con noi e noi ti ascolteremo, ma non ci parli DIO perché non abbiamo a morire». Mosè disse al popolo: «Non temete, perché DIO è venuto per provarvi, e affinché il timore di lui vi sia sempre davanti, e così non pecchiate»” (Esodo 20:1-20). 

1 Mosè, che aveva ricevuto da Dio stesso le tavole di pietra su cui erano scritti, non si riferisce mai a loro come ai “dieci comandamenti”, ma alle “Dieci parole”. “Allora DIO pronunziò tutte queste parole” (20:1). Stranamente, non sono mai stati effettivamente chiamati i dieci comandamenti. Questo è il motivo per cui Esodo 20 è spesso indicato come il Decalogo, essendo deka la parola greca per “dieci” e logos che significa “parola”. Queste sono le Dieci Parole che Dio ha dato agli Israeliti sul Monte Sinai, le Dieci Parole che Dio vuole che tutti noi seguiamo. Non sono opera di Mosè. Esodo 32 dice espressamente: “'Le tavole erano opera di DIO e la scrittura era scrittura di DIO, incisa sulle tavole” (Esodo 32:16).

2 Il Decalogo ci mostra chi è Dio. “Io sono l’Eterno, il tuo DIO, che ti ha fatto uscire dal paese d’Egitto, dalla casa di schiavitù” (20:2). La legge è un’espressione del cuore e del carattere del Legislatore. Dobbiamo pensarci bene prima di dire: “Quelle leggi non mi interessano” o prima di arrabbiarci perché non vorremmo che nessuno ci imponesse cosa fare e cosa non fare. I comandamenti non solo ci mostrano ciò che Dio vuole; ci mostrano com’è Dio. Dicono qualcosa sul suo onore, sul suo valore e sulla sua maestà. Ci dicono cosa conta per Dio. Non possiamo disdegnare la legge senza mancare di rispetto al Legislatore.

3 Il Decalogo ci distingue dall’andazzo di questo mondo. Come cristiani siamo stati innestati nel popolo che, fin da dopo la Caduta nel peccato, intendono essere fedeli ed ubbidienti a Dio. L’apostolo Pietro scrive: “voi siete una stirpe eletta, un regale sacerdozio, una gente santa, un popolo acquistato per Dio, affinché proclamiate le meraviglie di colui che vi ha chiamato dalle tenebre alla sua mirabile luce” (1 Pietro 2:9). Dobbiamo essere pronti a distinguerci, ad essere di fatto “diversi” e ad avere regole di vita che spesso il mondo non capisce. Certo, non siamo sempre le persone sante che dovremmo essere, ma è quello che Dio ci ha chiamato ad essere. Siamo il popolo di Dio, “messo a parte” per vivere secondo le vie (i criteri di condotta) stabiliti da Dio.

4 Il Decalogo non ci toglie la libertà, ma ce la fornisce e garantisce. Troppo spesso pensiamo che i Dieci Comandamenti ci limitino, come se le vie di Dio ci mantenessero schiavi e lontani dal realizzare i nostri sogni e raggiungere “il nostro potenziale”. Gesù che sempre metteva in rilievo la bontà e il valore della legge rivelata di Dio, diceva: “io sono venuto affinché abbiano la vita e l’abbiano in abbondanza” (Giovanni 10:10); come pure “Se dimorate nella mia parola, siete veramente miei discepoli; conoscerete la verità e la verità vi farà liberi” (Giovanni 8:31-32). L’apostolo Giovanni scrive: “Questo infatti è l’amore di Dio: che noi osserviamo i suoi comandamenti; e i suoi comandamenti non sono gravosi” (1 Giovanni 5:3). I dieci comandamenti non sono istruzioni su come “uscire dalla schiavitù d’Egitto”. Sono regole perché un popolo libero possa rimanere libero.

Dio non sta cercando di schiacciarci con burocrazia e regolamenti – questo è il risultato delle innumerevoli e opprimenti leggi umane. I dieci comandamenti non sono le sbarre di una prigione, ma sono come le leggi del traffico. Vi è chi dice che il mondo sarebbe un posto migliore …senza il Codice Stradale. Alcuni guidano come se fosse così! Ma anche se diventiamo impazienti quando siamo al semaforo rosso, cosa succederebbe se infrangessimo quella regola? Quando guidiamo sui un tornanti di un passo di montagna, non malediciamo i guard-rail che ci impediscono di precipitare e morire. No, qualcuno li ha messi lì con grandi spese e per il nostro bene, affinché possiamo viaggiare liberamente e in sicurezza.

5. Il Decalogo non ci è stato dati in modo che potessimo guadagnarci la salvezza.

Alcune persone vedono il cristianesimo come: Dio ha delle regole, e se seguo le regole, Dio mi amerà e mi salverà. Non è quello che è successo nella storia dell’Esodo. Gli israeliti erano un popolo oppresso e Dio disse: “Odo il tuo grido. Ti libererò perché ti amo. E quando sarai salvato, libero e perdonato, ti dirò come vivere e preservare quella condizione”. La salvezza dal peccato e la pace con Dio non è la ricompensa della nostra obbedienza; la salvezza è la ragione della nostra obbedienza. Gesù non dice: “Se obbedisci ai miei comandamenti, ti amerò”. Invece, prima lava i piedi dei discepoli e poi dice: “Se mi amate, osservate i miei comandamenti” (Giovanni 14:15 ). Tutto ciò che facciamo è solo grazie a ciò che lui ha fatto per noi.

6. Il Decalogo è più affidabile della nostra intuizione o del nostro codice culturale.

Viviamo in un’epoca paradossale in cui molti diranno: “Giusto e sbagliato è ciò che decidi per te stesso”, eppure queste stesse persone reagiscono con rabbia quando sono private di quei diritti che il Decalogo garantisce. Come cultura, possiamo essere abbastanza liberi e liberali quando si tratta di sesso, ma ci dimostriamo essere assolutamente “fondamentalisti” quando vediamo violare le rivendicazioni morali della rivoluzione sessuale. Le vecchie parolacce potrebbero non scandalizzarci più, ma ora ci sono altre parole – insulti e insulti offensivi – che metteranno presto qualcuno fuori dalla loro gentile compagnia. Siamo ancora una società con un codice morale. Bisogna solo verificare “quale” è il più salutare.

La Bibbia dice che “Il timore dell’Eterno è il principio della sapienza, e la conoscenza del Santo è l’intelligenza” (Proverbi 9:10). Il modo migliore per trovare un’istruzione morale non è ascoltare il nostro istinto, ma ascoltare Dio. Se vogliamo distinguere il bene dal male, se vogliamo sapere come vivere una bella vita, se vogliamo sapere come vivere in un modo che benedica i nostri amici e vicini, saremmo saggi se facciamo le cose non a modo nostro, ma “a modo di Dio”, il che significa prestare molta attenzione ai dieci comandamenti.

7. L’istruzione più importante della chiesa è stata basata sul Decalogo. Le chiese cristiane hanno storicamente posto i Dieci Comandamenti al centro del loro ministero di insegnamento, specialmente per i bambini e i nuovi credenti. Per secoli, l’istruzione catechistica si è basata su tre cose: il Credo degli Apostoli, il Padre Nostro e i Dieci Comandamenti. In altre parole, quando le persone chiedevano: “Come facciamo il discepolato? Come insegniamo ai nostri figli la Bibbia? Cosa devono sapere i nuovi cristiani sul cristianesimo? ” le loro risposte includevano sempre un’enfasi sui Dieci Comandamenti. Così deve ancora rimanere.

8. Il Decalogo è fondamentale per la nostra comprensione del resto della legge dell’Antico Testamento. Sebbene sia vero che la Bibbia non dice di stampare i Dieci Comandamenti in grassetto, non dovremmo sottovalutare la loro particolare statura nell’antico Israele. Venivano da Dio mentre parlava al popolo faccia a faccia (Deuteronomio 5: 1-5), e venivano dal Monte Sinai tra fuoco, nuvole, fitte tenebre e una voce forte (Deuteronomio 5: 22–27). Esodo 20 segna un culmine letterale e spirituale nella vita di Israele. Non c’è da meravigliarsi se le tavole della legge, insieme alla manna e al bastone di Aronne, erano state collocate nell’arca dell’alleanza (Ebrei 9:4). Ci sono molte altre leggi nell’Antico Testamento. Ma questi primi dieci sono fondamentali per il resto perché ne costituiscono la sintesi. I Dieci Comandamenti sono come la costituzione per Israele e ciò che segue sono gli statuti applicativi.

9. Il Decalogo è centrale per l’etica del Nuovo Testamento. Si pensi a Marco 10:17, per esempio. È qui che il giovane ricco va da Gesù e chiede: “«Maestro buono, cosa devo fare per ereditare la vita eterna?». E Gesù gli disse: «Perché mi chiami buono? Nessuno è buono, tranne uno solo, cioè Dio. Tu conosci i comandamenti: ‘Non commettere adulterio. Non uccidere. Non rubare. Non dire falsa testimonianza. Non frodare. Onora tuo padre e tua madre’»'. Qui Gesù non sta delineando un percorso per guadagnare la vita eterna. Sappiamo dal resto della storia che Gesù sta facendo cadere quel giovane in crisi, perché l’unico comando a cui ovviamente non ha obbedito è l’unico comando che Gesù salta: “non desiderare” (vv. 20-22). Ma è degno di nota il fatto che quando Gesù deve fare un utile riassunto dei nostri doveri verso Dio ed il prossimo, vada direttamente ai Dieci Comandamenti.

10. Il Decalogo rimane rilevante, anzi, fondamentale per i cristiani oggi. Possiamo osservare i comandamenti completamente o perfettamente? No. Servono per mostrarci le nostre inadempienze, il nostro peccato e condurci al Salvatore Gesù Cristo. Assolutamente. Ma i comandamenti ci mostrano anche la via per vivere, la via per amare il nostro prossimo e la via per amare Dio con tutto il cuore e l’anima. Essi prescrivono in sintesi uno stile di vita da applicare ad ogni area della nostra vita e da proporre come salutare a tutta la società.

Abbiamo più che mai ancora bisogno delle dieci parole tramandate al Sinai. Questi comandamenti sono stati cambiati in qualche modo dalla venuta di Cristo? Assolutamente no. Non esiste una “legge di Cristo” da contrapporsi a quella antica, perché con quest’ultima Gesù era perfettamente coerente. Gesù non contestava la legge mosaica, ma le tradizioni umane che la falsavano e di fatto la pervertivano. Rimane comunque vero che non possiamo osservare correttamente i Dieci Comandamenti a meno che non li osserviamo in Cristo, per mezzo di Cristo e in vista della grandezza senza limiti di Cristo. In quanto nuove creature in Cristo, la legge di Dio non è solo nostro dovere ma anche nostro gioia e diletto – se vogliamo amare Cristo come merita e come desidera. Egli disse: “Se mi amate, osservate i miei comandamenti” (Giovanni 14:15).