Predicazioni/Giovanni/Le parole non bastano: abbiamo bisogno di verbi!

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Le parole non bastano: abbiamo bisogno di verbi!

Avete mai provato a fare un discorso cancellando da esso tutti I verbi? Diventa una successione di parole statiche, magari anche belle da contemplare, ma che non porta da nessuna parte... Quando il Dio vero e vivente si esprime Egli ti coinvolge con verbi. Quando Dio entra in questo mondo nella persona di Gesù, il Cristo, Egli non viene come "conferenziere", ma come uomo che unisce sempre la parola all'azione. Ecco perché forse sarebbe meglio considerarlo non tanto come "Parola di Dio", ma come "Verbo di Dio". Dovremmo, con buona ragione, considerarlo così. Lo vediamo oggi dal prologo del vangelo secondo Giovanni.

I termini che usiamo nell'esprimerci o nel ricevere la comunicazione, esercitano su di noi un'impatto psicologico; essi suggeriscono e influenzano, più o meno consapevolmente il modo di pensare, nostro ed altrui. 

Pensiamo ai termini: "verbo" e "parola". Esse sono categorie grammaticali con un preciso significato. Il verbo è quella parte del discorso che indica soprattutto l'azione o il divenire, il movimento. Esso si contrappone alla parola, o nome, che indica sostanza o qualità: amare contrapposto ad amore, ardere contrapposto ad ardore, svolgersi contrapposto a svolta. Benché "parola" possa essere considerata nel senso di messaggio, manifestazione, espressione o comunicazione importante, più spesso "parola" suggerisce qualcosa di statico, di astratto. "Parola", infatti, suggerisce inanità e inconsistenza, contrapposta alla realtà e alla concretezza dell'operare, come in "qui ci vogliono fatti e non parole"; "a parole tutti sono buoni"; "un torrente, un mare, un diluvio di parole", come pure discorsi retorici e formali. Una parola la si contempla, la si ascolta passivamente, un verbo ti coinvolge!

Il prologo del vangelo di Giovanni presenta Gesù come Colui che da sempre era presso Dio, anzi, come Dio stesso, e che si è fatto uomo per vivere ed operare in mezzo a noi. Egli viene presentato, nell'originale greco, come il Logos di Dio. Logos è un termine ricco di significato che nelle nostre lingue non è facile trovarne un corrispettivo che corrisponda pienamente alla sua pregnanza. Nella tradizione delle chiese evangeliche, questo termine viene reso come "la Parola", mentre in quella cattolica-romana (influenzata dalle versioni bibliche latine), questo termine viene reso come "il Verbo". Qual é il termine migliore per tradurre Logos: Verbo oppure Parola? Al di là delle tradizioni da cui proviene, io tenderei a preferire "Verbo", proprio perché, coerentemente al suo uso biblico, esso suggerisce dinamismo, azione, intervento, prassi, e quindi qualcosa che va molto al di là di un semplice "discorso", per quanto autorevole possa essere. Leggiamo, però, prima il testo di Giovanni 1:1-18 in una versione che fa ricorso al termine "verbo".

"In principio era il Verbo, e il Verbo era presso Dio e il Verbo era Dio. Egli era, in principio, presso Dio: tutto è stato fatto per mezzo di lui e senza di lui nulla è stato fatto di ciò che esiste. In lui era la vita e la vita era la luce degli uomini; la luce splende nelle tenebre e le tenebre non l'hanno vinta. Venne un uomo mandato da Dio: il suo nome era Giovanni. Egli venne come testimone per dare testimonianza alla luce, perché tutti credessero per mezzo di lui. Non era lui la luce, ma doveva dare testimonianza alla luce. Veniva nel mondo la luce vera, quella che illumina ogni uomo. Era nel mondo e il mondo è stato fatto per mezzo di lui; eppure il mondo non lo ha riconosciuto. Venne fra i suoi, e i suoi non lo hanno accolto. A quanti però lo hanno accolto ha dato potere di diventare figli di Dio: a quelli che credono nel suo nome, i quali, non da sangue né da volere di carne né da volere di uomo, ma da Dio sono stati generati. E il Verbo si fece carne e venne ad abitare in mezzo a noi; e noi abbiamo contemplato la sua gloria, gloria come del Figlio unigenito che viene dal Padre, pieno di grazia e di verità. Giovanni gli dà testimonianza e proclama: «Era di lui che io dissi: Colui che viene dopo di me è avanti a me, perché era prima di me». Dalla sua pienezza noi tutti abbiamo ricevuto: grazia su grazia. Perché la Legge fu data per mezzo di Mosè, la grazia e la verità vennero per mezzo di Gesù Cristo. Dio, nessuno lo ha mai visto: il Figlio unigenito, che è Dio ed è nel seno del Padre, è lui che lo ha rivelato" (Giovanni 1:1-18).

1. "In principio era il Verbo, e il Verbo era presso Dio e il Verbo era Dio. Egli era, in principio, presso Dio: tutto è stato fatto per mezzo di lui e senza di lui nulla è stato fatto di ciò che esiste". 

Il verbo fa parte dell'essenza di Dio. Dio agisce, si muove, fa, crea, opera, lavora, produce, trasforma, edifica. Egli non è un principio astratto, una statua immobile, un oggetto fisso da essere adorato, una bocca che parla, occhi che ti scrutano. 

Dio non è il "motore immobile"[1] teorizzato dall'antico Aristotele. A parte il fatto che nemmeno Aristotele vedeva Dio come immobile, perché questa definizione la si dovrebbe meglio intendere come inamovibile, “ciò che si muove senza essere smosso” da terze parti;  oppure "primo motore" (in latino: primum movens).

Lo stesso è Gesù: egli scende fra noi, opera, lavora, trasforma, insegna con l'esempio, guarisce, libera, lotta, prende su di sé per espiarli con il sacrificio di sé stesso, le conseguenze dei peccati del suo popolo per salvarli. Guida e riaccompagna a Dio restituendo dignità a chi l'aveva perduta. Egli è Re servo e pastore. Tutti questi, come pure altri ancora che Lo riguardano, sono verbi, non parole!

Lo stesso è la Parola di Dio così come la troviamo nelle Sacre Scritture: essa non è parola statica ma "verbo": "Infatti la parola di Dio è viva, efficace e più tagliente di ogni spada a doppio taglio; essa penetra fino al punto di divisione dell'anima e dello spirito, fino alle giunture e alle midolla, e discerne i sentimenti e i pensieri del cuore" (Ebrei 4:12). Qui non si tratta di una spada che uccide, ma di qualcosa come il bisturi del chirurgo che opera per ridare vita e salute. Difatti:

2. "In lui era la vita e la vita era la luce degli uomini; la luce splende nelle tenebre e le tenebre non l'hanno vinta". Dio è Colui che crea e che infonde vita a ciò che ha creato, ed è Lui che aveva infuso vita nella creatura umana, fatta a Sua immagine e somiglianza: "Il Signore Dio plasmò l'uomo con polvere del suolo e soffiò nelle sue narici un alito di vita e l'uomo divenne un essere vivente" (Genesi 2:7). Senza il Suo intervento, l'essere umano non è che un manufatto spento e senz'anima.

Ribelle a Dio e al Suo ordinamento, l'essere umano "muore", perde la sua sensibilità spirituale. Dio, nella Sua misericordia, però, rigenera spiritualmente coloro che si affidano al Cristo. L'apostolo scrive: "Anche voi eravate morti per le vostre colpe e i vostri peccati, nei quali un tempo viveste, alla maniera di questo mondo, seguendo (...) quello spirito che ora opera negli uomini ribelli. Anche tutti noi, come loro, un tempo siamo vissuti nelle nostre passioni carnali seguendo le voglie della carne e dei pensieri cattivi: eravamo per natura meritevoli d'ira, come gli altri. Ma Dio, ricco di misericordia, per il grande amore con il quale ci ha amato, da morti che eravamo per le colpe, ci ha fatto rivivere con Cristo: per grazia siete salvati" (Efesini 2:1-5). Come lo fa? Attraverso l'applicazione dell'opera dello Spirito Santo: "Dopo aver purificato le vostre anime con l'obbedienza alla verità (...) amatevi intensamente, di vero cuore, gli uni gli altri, rigenerati non da un seme corruttibile ma incorruttibile, per mezzo della parola di Dio viva ed eterna" (1 Pietro 1:22-23). Nulla può opporsi all'opera della grazia di Dio in Gesù Cristo, che opera attraverso il Verbo, Parola viva ed efficace.

3. Ecco così che il Verbo di Dio, il solo che possa dare vita ed illuminare la creatura umana, entra come uomo nel mondo che ha creato. E' un mondo a Lui ribelle ed ostile, ma ha il potere di trasformare in Cristo persone da nemici a amici.  "Veniva nel mondo la luce vera, quella che illumina ogni uomo. Era nel mondo e il mondo è stato fatto per mezzo di lui; eppure il mondo non lo ha riconosciuto. Venne fra i suoi, e i suoi non lo hanno accolto. A quanti però lo hanno accolto ha dato potere di diventare figli di Dio: a quelli che credono nel suo nome, i quali, non da sangue né da volere di carne né da volere di uomo, ma da Dio sono stati generati". 

Cristo Gesù entra nel mondo e si crea un popolo, un'umanità rinnovata che, ricevendone titolo per grazia attraverso la fede in Lui,  lo ama e lo serve, collaborando per il consolidamento e l'allargamento in questo mondo della legittima autorità di Dio in ogni sfera della vita, il Suo regno.

4. Ecco così come in Cristo Gesù "il Verbo si fa carne" ed opera attivamente per la redenzione di questo mondo attraverso quelli che Gli appartengono. "E il Verbo si fece carne e venne ad abitare in mezzo a noi; e noi abbiamo contemplato la sua gloria, gloria come del Figlio unigenito che viene dal Padre, pieno di grazia e di verità. (...) Dalla sua pienezza noi tutti abbiamo ricevuto: grazia su grazia. Perché la Legge fu data per mezzo di Mosè, la grazia e la verità vennero per mezzo di Gesù Cristo. Dio, nessuno lo ha mai visto: il Figlio unigenito, che è Dio ed è nel seno del Padre, è lui che lo ha rivelato" (Giovanni 1:1-18).

Sì, Dio non è un principio astratto, un idolo muto ed immobile, ma persona vivente ed operante che non solo ha creato e tutto sostiene con il suo verbo potente. In questo mondo a Lui ostile e ribelle Egli raccoglie in Cristo un popolo intraprendente che, ad imitazione di Dio stesso, è "verbo" perché opera, lavora, trasforma, sviluppa, insegna con l'esempio, guarisce, libera, si sacrifica con amore. Il progresso dell'umanità si realizza solo in questa prospettiva. L'hanno chiamata "la civiltà giudeo-cristiana", qualcosa di radicalmente diverso da ogni religione o politica di questo mondo. Forze concorrenti vorrebbero che fosse rinnegata e distrutta, ma non ci riusciranno. "La luce splende nelle tenebre e le tenebre non l'hanno vinta" e non la vinceranno, neanche con le contraffazioni, che pure sono molte. La fede cristiana autentica non sono le parole al vento di vuoti discorsi, ma verbo di Dio che ti coinvolge e ti sospinge all'azione mediante la potenza del santo Spirito di Dio. Voi, la conoscete? Ne siete partecipi?