Predicazioni/Giovanni/Quattro libertà che ci dona lo Spirito della Pentecoste

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Quattro libertà che ci dona lo Spirito della Pentecoste

Dopo la cocente sconfitta della crocifissione di Gesù, il gruppo di superstiti del movimento cristiano si ritira deluso, depresso, spaventato e privo di risorse. Aspetta solo che vengano a prendere pure loro. Qualcosa, però, improvvisamente accade che li trasforma in persone dinamiche, intraprendenti, forti, entusiaste e di successo. Li ritroviamo liberi dalla paura e arditi, con straordinarie risorse morali e spirituali, pronti a mettere sottosopra il mondo intero. Che cosa succede in loro? Ricevono quel che Gesù aveva loro promesso: lo Spirito Santo nel giorno di Pentecoste.

Quell'avvenimento lo continuiamo a celebrare insieme ad altri fatti fondamentali della fede e della storia cristiana come il Natale e la Pasqua. Non si tratta solo per noi cristiani di rievocazioni storiche, ma di realtà presenti che determinano la nostra vita. La presenza dello Spirito Santo continua ad avere per noi oggi lo stesso effetto di allora.

Lo Spirito Santo, così è la sorgente stessa di ogni autentica esperienza cristiana. Gesù paragona l'opera dello Spirito Santo a quella del vento. Non possiamo vedere il vento: conosciamo il vento dai suoi effetti. Allo stesso modo possiamo dire che possiamo conoscere lo Spirito Santo dai Suoi effetti, da ciò che fa. La difficoltà di spiegare questa realtà dell'esperienza cristiana, è messa in evidenza da Gesù stesso, quando, parlando ai Suoi discepoli dello Spirito Santo, afferma: “...lo Spirito della verità, che il mondo non può ricevere perché non lo vede e non lo conosce. Voi lo conoscete, perché dimora con voi, e sarà in voi” (Giovanni 14:17). Il testo biblico Sono molti i testi delle Sacre Scritture che ci parlano dello Spirito Santo, chi è e quale sia la sua funzione. Chi vuole presentarlo e spiegarlo, potrebbe utilmente utilizzare il testo biblico che oggi è sottoposto alla nostra attenzione, e che si trova nel vangelo secondo Giovanni al capitolo 16. Da questo testo metteremo oggi in evidenza quelle che potremmo chiamare "le quattro libertà" che ci dona lo Spirito Santo.

“Ma quando verrà il Consolatore che vi manderò dal Padre, lo Spirito di verità che procede dal Padre mio, egli testimonierà di me. E anche voi renderete testimonianza, perché siete stati con me fin dal principio». [...]. Ma vi ho detto queste cose affinché, quando sia giunto il momento, vi ricordiate che io ve le avevo dette; or da principio non vi dissi queste cose, perché ero con voi. Ma ora vado da colui che mi ha mandato, e nessuno di voi mi domanda: "Dove vai?". Anzi, perché vi ho detto queste cose, la tristezza ha riempito il vostro cuore. Tuttavia io vi dico la verità: è bene per voi che io me ne vada, perché se non me ne vado, non verrà a voi il Consolatore; ma se me ne vado, io ve lo manderò. E quando sarà venuto, egli convincerà il mondo di peccato, di giustizia e di giudizio. Di peccato, perché non credono in me; di giustizia, perché io vado al Padre e non mi vedrete più; di giudizio, perché il principe di questo mondo è stato giudicato. Ho ancora molte cose da dirvi, ma non sono ancora alla vostra portata. Ma quando verrà lui, lo Spirito di verità, egli vi guiderà in ogni verità, perché non parlerà da se stesso, ma dirà tutte le cose che ha udito e vi annunzierà le cose a venire. Egli mi glorificherà, perché prenderà del mio e ve lo annunzierà. Tutte le cose che il Padre ha sono mie; per questo ho detto che egli prenderà del mio e ve lo annunzierà” (Giovanni 15:26-27; 16:4-15).

1. Lo Spirito Santo come Consolatore

La prima libertà che consideriamo, riguarda ciò che fa lo Spirito Santo nella vita di coloro che ancora non hanno un rapporto con Gesù Cristo. Nel nostro testo, Gesù chiama lo Spirito Santo: “il Consolatore”. Questa non è una traduzione adeguata del termine originale greco: “Paraclito”, che significa letteralmente “Qualcuno che è stato chiamato a stare al tuo fianco per aiutarti”. Nella Bibbia Dio assegna questa funzione, per esempio, alla donna, quando, creando Eva, dice ad Adamo: «Non è bene che l'uomo sia solo; io gli farò un aiuto che sia adatto a lui» (Genesi 2:18). Più ancora, lo Spirito Santo è Colui che Iddio mette accanto a coloro che Egli ama, come aiuto, sostegno, consigliere, avvocato, alleato, amico. L’avvocato che difende i tuoi diritti e libertà!

Gesù ci dice che parte delle funzioni che lo Spirito Santo svolge come Paraclito è persuaderci di essere davvero peccatori condannati che hanno bisogno di un Salvatore. L'idea qui è che nel mondo noi viviamo in condizione di cecità spirituale: non lo vediamo e persino ostinatamente lo neghiamo. Minimizziamo la nostra fondamentale colpevolezza, pensiamo di essere meglio di altri, tiriamo fuori scuse... Lo Spirito Santo, così, standoci accanto, è Colui che ci porta a vedere e ad ammettere la nostra reale condizione di peccatori condannati ed ad invocare il Salvatore Gesù Cristo. E' lo Spirito Santo che opera in noi questo, perché se non fosse per un'opera sovrannaturale non lo faremmo mai!

La Scrittura dice che nessuno potrebbe veramente riconoscere Cristo come Signore, se non fosse per lo Spirito Santo: “Perciò vi faccio sapere che nessuno, parlando per lo Spirito di Dio, dice: «Gesù è anatema!» e nessuno può dire: «Gesù è il Signore!» se non per lo Spirito Santo” (1 Corinzi 12:3). E' un miracolo della grazia sovrana di Dio quando una persona di tutto cuore giunge ad affidarsi a Gesù come proprio Signore e Salvatore, e questo miracolo è opera dello Spirito Santo. Altrimenti noi saremmo spiritualmente ciechi, incapaci di ricorrere a Dio nei Suoi termini, come pure spiritualmente paralizzati.

E' Dio lo Spirito Santo che ci dà questa libertà di andare al salvatore Gesù Cristo. Egli ci toglie la benda dagli occhi per poter vedere chi siamo, ci slega le mani e i piedi per andare verso di Lui, ci toglie la museruola per poterlo invocare. E Lui che ci persuade che la vita senza Dio non è vita quando pensavamo che non esistesse altra vita. Dopo aver abbracciato Gesù Cristo e cominciato a seguirlo verso la salvezza, il credente guarda indietro e riconosce che è solo grazie allo Spirito Santo che questo gli è stato possibile. Egli non addebita la cosa a sé stesso. Non è perché sia stato bravo o particolarmente aperto verso Dio, ma riconosce che è stato Dio stesso, nella Sua sovrana misericordia, a portarlo alla salvezza. Allora, riconoscente, vedrà che non è più alienato da Dio, non è più separato da Lui in condizione di perdizione spirituale, perché ha scoperto la libertà del perdono e della comunione con Dio. Là dove c'è lo Spirito del Signore, c'è la libertà della salvezza.

2. Lo Spirito Santo come Garante

La seconda libertà riguarda ciò che accade nel momento stesso in cui affidiamo la nostra vita al Salvatore Gesù Cristo. La Scrittura dice: “In lui voi pure, dopo aver ascoltato la parola della verità, l'evangelo della vostra salvezza, e avendo creduto in lui, avete ricevuto il sigillo dello Spirito Santo che era stato promesso, il quale è pegno della nostra eredità fino alla piena redenzione di quelli che Dio s'è acquistati a lode della sua gloria” (Efesini. 1:13,14). Quando riponiamo in Cristo la nostra fede, Iddio ci imprime il Suo sigillo. Lo Spirito Santo è l'autenticazione che Dio appone alla nostra fede in Cristo. Lo Spirito Santo è pure qui definito come “pegno” o “caparra”. La salvezza eterna è un dono che riceviamo da Dio grazie a Gesù Cristo. Non riguarda, però, solo il futuro. Iddio di essa ci dà oggi una caparra, un anticipo di ciò che un giorno, per grazia, riceveremo pienamente.

Lo Spirito Santo è il Garante. Lo Spirito Santo che dimora in noi fa sì che noi facciamo esperienza della certezza della nostra permanente riconciliazione con Dio per Sua grazia. Nella nostra vita di credenti Egli ci accompagna e non ci lascerà mai, portandoci al sicuro compimento finale della nostra salvezza. Egli certifica, autentica, il fatto che veramente siamo figli di Dio. Dice Romani 8:9: “Voi però non siete nella carne ma nello Spirito, se lo Spirito di Dio abita veramente in voi. Se qualcuno non ha lo Spirito di Cristo, egli non appartiene a lui”.

Se nella vita di una persona non c'è evidenza della presenza dello Spirito Santo, questo vuol dire che non ha veramente ancora ricevuto la grazia di Dio per mezzo della fede in Gesù Cristo. Lo Spirito Santo nel credente è il sigillo che certifica che non appartiene più a sé stesso. La sua vita è stata affidata a Dio. L'opera di Dio è stata iniziata in lui ed andrà a sicuro compimento. Iddio non lascerà le cose a metà. Non importa ciò che avviene nella sua vita, la promessa di Dio che Egli lo salverà è stata suggellata. Iddio non cambierà idea. Niente e nessuno potrà separarlo dall'amore di Dio. E' il Suo preciso impegno che fedelmente onorerà. Laddove c'è lo Spirito del Signore, vi è la libertà ispirata da questa certezza.

3. Lo Spirito Santo come Allenatore

Come Consolatore, lo Spirito Santo ci porta a Cristo. Come Garante, lo Spirito Santo ci dà la sicurezza della comunione con Dio. Che accade, però, dopo essere giunti a conoscere Gesù Cristo? L'Apostolo scrive: “Io dico: camminate secondo lo Spirito e non adempirete affatto i desideri della carne. Perché la carne ha desideri contrari allo Spirito e lo Spirito ha desideri contrari alla carne; sono cose opposte tra di loro; in modo che non potete fare quello che vorrei (...) Se viviamo dello Spirito, camminiamo anche guidati dallo Spirito” (Galati 5:16,17,25).

“Vivere” e “camminare” nello Spirito significa che la vita spirituale è un percorso da fare. La vita cristiana è un cammino da dove siamo oggi a dove Dio vuole portarci. E' un sentiero in salita. Può essere difficile. Dobbiamo lottare contro la nostra pigrizia, i nostri muscoli deboli, la tentazione di tornare indietro. Talvolta abbiamo conflitti interiori. Sentiamo forte l'attrazione e le lusinghe di questo mondo. Spesso in noi vi sono dubbi sulla destinazione finale a cui Dio ci chiama. E' il conflitto fra ciò che vorremmo fare e dove vogliamo andare. L'unico modo per resistere e proseguire il cammino è tenere il passo con lo Spirito Santo, marciare al ritmo che lui segna come conduttore.

Il rapporto del credente con lo Spirito Santo è come quello con un allenatore sportivo che si rapporta costantemente con l'atleta, lo incoraggia, lo consiglia, gli porge le risorse necessarie, Lo aiuta a raggiungere il suo potenziale atletico. Così fa lo Spirito Santo quando ci fa maturare nella fede. L'allenatore non corre per noi, ma corre al nostro fianco, invitandoci a tenere il suo passo, a seguire le sue indicazioni, a confidare nel suo incoraggiamento. Sta qui la nostra terza libertà: dato che lo Spirito Santo ci fornisce le risorse necessarie, siamo liberi di muoverci spiritualmente in avanti. Siete scoraggiati? Vorreste tornare indietro? Prestiamo ascolto allo Spirito Santo al nostro fianco.

4. Lo Spirito Santo come Donatore

Infine, se come Consolatore lo Spirito ci attira a Cristo, e come Garante lo Spirito ci rende sicuri, e come Allenatore lo Spirito ci mette in grado di muoverci in avanti, che facciamo mentre camminiamo su questo sentiero spirituale con Dio? Dice la Scrittura: “Ora a ciascuno è data la manifestazione dello Spirito per il bene comune. Infatti, a uno è data, mediante lo Spirito, parola di sapienza; a un altro parola di conoscenza, secondo il medesimo Spirito; a un altro, fede, mediante il medesimo Spirito; a un altro, carismi di guarigione, per mezzo del medesimo Spirito; a un altro, potenza di operare miracoli; a un altro, profezia; a un altro, discernimento degli spiriti; a un altro, diversità di lingue e a un altro, l'interpretazione delle lingue; ma tutte queste cose le opera quell'unico e medesimo Spirito, distribuendo i doni a ciascuno in particolare come vuole” (1 Corinzi 12:7-­11).

Il Nuovo Testamento spiega ed esemplifica ampiamente come per ogni credente Iddio dia almeno una manifestazione dello Spirito, cioè i Suoi doni. E' infatti nell'uso che fa di questi doni che il credente può manifestare l'invisibile presenza in lui dello Spirito Santo. Iddio li fornisce ad ogni credente. Non c'è alcun dubbio su di questo. Dobbiamo scoprirli ed usarli. Perché? Scopo di questi doni è il bene comune, affinché la comunità cristiana cresca e si rafforzi, vibrante, viva e sana spiritualmente. Nel testo citato ne abbiamo diversi esempi. Il Signore distribuisce questi doni come vuole. Lui ce li dà e ci incoraggia ad usarli. Tutto questo ci presenta lo Spirito come Colui che dona: sta qui la nostra quarta libertà. Dato che lo Spirito Santo impartisce ai credenti i Suoi doni, essi sono liberi di servire Dio nel migliore dei modi. Dobbiamo, però, “spacchettare” questi doni e metterli a buon uso al servizio di Dio, per la Sua gloria, per l'avanzamento del Suo regno. Quali sono gli speciali doni che vi ha dato lo Spirito Santo e come li state utilizzando?

Conclusione

La Pentecoste è dunque il giorno in cui i cristiani celebrano lo Spirito Santo che è stato dato alla Chiesa cristiana e ad ogni singolo autentico credente. Non deve essere dato ancora come se avessimo bisogno di una sua nuova effusione. C’è e basta solo avvalersene! Essa celebra una presenza speciale di Dio, una presenza invisibile, ma sensibile, reale. Il credente la percepisce nettamente. (1) Egli celebra lo Spirito Santo quando riconosce che è stato Lui a fargli aprire gli occhi sulla propria condizione di peccatore condannato che aveva bisogno del Salvatore Gesù Cristo. E Lui, infatti, che lo ha attirato a Cristo sciogliendolo dai legami che gli impedivano abbracciarlo come suo personale Signore e Salvatore. (2) Egli celebra lo Spirito Santo quando riconosce che in sé stesso ha ricevuto il sigillo e la caparra che lo assicura non solo di essere stato personalmente chiamato per grazia di Dio alla salvezza, ma che vi giungerà con certezza e che niente e nessuno potrà impedirgli di raggiungerla. (3) Egli celebra lo Spirito Santo quando Lo sente accanto a sé come un allenatore che lo mette in grado di proseguire il cammino cristiano sconfiggendo le tentazioni contrarie e rafforzandogli i suoi “muscoli spirituali”. (4) Egli celebra lo Spirito Santo quando si rallegra dei doni che ha ricevuto da Lui per il bene della comunità in cui è stato inserito e l'avanzamento del Regno di Dio e ne fa uso. A Pentecoste il cristiano celebra Colui che gli ha dato, per grazia, queste grandi quattro libertà. Gesù, parlando dello Spirito Santo, disse: “...lo Spirito della verità, che.voi lo conoscete, perché dimora con voi, e sarà in voi” (Giovanni 14:17). Si tratta di risorse a nostra disposizione. Vi avvalete voi di esse?

Paolo Castellina, riduzione di una mia predicazione del 12 maggio 2005