Predicazioni/Isaia/La notte in cui per la prima volta era risuonato l’annuncio dell’Evangelo

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La notte in cui per la prima volta era risuonato l’annuncio dell’Evangelo

Il Natale ci ricorda di un evento unico nel suo genere nella storia: il Cristo, il Salvatore del mondo nasce come un essere umano. Questo era stato profetizzato centinaia di anni prima. Allora profeti ispirati d’Israele avevano predetto i più sorprendenti dettagli degli eventi che avrebbero circondato la nascita di Gesù. Isaia aveva detto:

“Poiché un bambino ci è nato, un figlio ci è stato dato, e l'impero riposerà sulle sue spalle; sarà chiamato Consigliere ammirabile, Dio potente, Padre eterno, Principe della pace, per dare incremento all'impero e una pace senza fine al trono di Davide e al suo regno, per stabilirlo fermamente e sostenerlo mediante il diritto e la giustizia, da ora e per sempre: questo farà lo zelo dell'Eterno degli eserciti” (Isaia 9:1-6).

Isaia aveva pure predetto che il Cristo sarebbe nato da una giovane ragazza, da una vergine: «Perciò il Signore stesso vi darà un segno: ecco, la giovane concepirà, partorirà un figlio, e lo chiamerà Emmanuele» (Isaia 7:14), vale a dire “Dio con noi”.

Il profeta Michea, ispirato da Dio, aveva persino indicato il villaggio dove Cristo sarebbe nato. Dice: “Ma da te, o Betlemme, Efrata, piccola per essere tra le migliaia di Giuda, da te mi uscirà colui che sarà dominatore in Israele, le cui origini risalgono ai tempi antichi, ai giorni eterni” (Michea 5:1).

Queste non erano che rapide visioni che erano state passate al popolo di Dio attraverso la voce dei profeti. Doveva però arrivare il tempo in cui la fede sarebbe divenuta certezza, il tempo in cui la profezia doveva diventare un fatto. Questo è avvenuto la prima notte di Natale, circa 2000 anni fa.

Una delle predicazioni più belle che siano state mai presentate è stata quella pronunciata da un angelo nella stessa occasione di questo evento storico: 

“In quella stessa regione c'erano dei pastori che stavano nei campi e di notte facevano la guardia al loro gregge. E un angelo del Signore si presentò a loro e la gloria del Signore risplendé intorno a loro e furono presi da gran timore. E l'angelo disse loro: “Non temete, perché ecco, vi reco la buona notizia di una grande gioia che tutto il popolo avrà: 'Oggi, nella città di Davide, è nato per voi un Salvatore, che è Cristo, il Signore” (Luca 2:8-11).

Il primo culto di Natale non si è tenuto in un tempio, in una cattedrale, o in una sinagoga, ma all'aria aperta. L'annuncio della nascita di Cristo era risuonato nei cieli. L'angelo del Signore aveva proclamato questa bella notizia a umili pastori. I pastori, anche se poveri, potevano distinguere questa voce dal cielo, al di sopra del cupo rumore della confusione della terra. Strano che queste gioiose parole non siano state pronunciate prima ai sacerdoti, o agli studiosi, o ai Farisei. Dio parla a coloro che nel loro cuore sono pronti ad ascoltare, e i pastori della Giudea avevano udito questo sermone dal cielo.

È significativo che questo sermone fosse stato pronunciato di notte. Era notte non solo perché il sole era calato, ma perché il mondo era avvolto da una pesante cappa di tenebre. Spesso accade che Dio si manifesti proprio quando le cose sono più oscure.

Era notte in Egitto, quando i figli d'Israele erano stati liberati dalla schiavitù di Faraone. Era notte quando Samuele aveva udito la voce di Dio che lo chiamava a essere profeta verso il popolo di Dio. Era notte, quando Iddio ispirava a Davide i suoi salmi più intensi. Era notte quando Paolo e Sila pregavano e cantavano lodi nel carcere di Filippi. Ed era notte quando nasceva Cristo a Betlemme, quando l'angelo del Signore aveva annunciato in tutta la gloria del Signore, che un Salvatore era stato donato.

Anche forse per molti di voi è notte. È in quelle regioni del mondo dove c’è la guerra. È notte nelle camere di un ospedale; è notte a causa della distretta e del cordoglio. Vorrei però dirvi che al di là delle nubi splende il sole. Ricevere il Cristo come personale Signore e Salvatore può portarvi gioia, entusiasmo, e gloria, come non avete mai sperimentato - se siete pronti a dare la vostra vita a Lui.

Qual era il contenuto della predica che l'angelo del Signore aveva pronunziato quella prima notte di Natale? È importante che lo conosciamo, perché quello che era vero per Cristo allora, è anche vero per noi. Venti secoli sono venuti e passati, ma: «Gesù Cristo è lo stesso ieri, oggi e in eterno» (Ebrei 13:8).

L'angelo del Signore aveva detto per prima cosa: «Non temete!». Prima della venuta di Cristo il mondo era pieno di timore. I romani temevano la ribellione, e i loro sudditi temevano il potere di Roma. I Sadducei temevano i Farisei, ed entrambi sospettavano dei pubblicani. Il cuore della gente, dovunque, era pieno di sospetti, di paura, e di diffidenza. Cristo però può mettere fine a questo clima di paura per tutti coloro che confidano in Lui. «Non temere, o piccolo gregge, poiché al Padre vostro è piaciuto di darvi il regno» (Luca 12:32) è una frase tipica dell'insegnamento e della predicazione di Gesù.

Il mondo oggi vive nel timore. Molti di noi temono tutto a eccezione di Dio: è Dio che dovremmo temere più di tutti. Però, se noi ci lasciamo riconciliare con Dio attraverso Gesù Cristo, non dobbiamo più avere timore, perché «Nell'amore non c'è paura; anzi, l'amore perfetto caccia via la paura, perché la paura implica apprensione di castigo e chi ha paura non è perfetto nell'amore» (1 Giovanni 4:8). L'unico modo per essere liberi dalla paura è Gesù Cristo. Essere liberi dalla paura non è qualcosa che noi si possa generare in noi con la nostra propria forza: questo ce lo può dare Dio. Si tratta di un coraggio strettamente unito con Gesù, il quale viene come Colui che dissipa la paura. «Non temete!», disse l'angelo, «...è nato per voi un Salvatore».

Che cos'è che voi temete? Temete il futuro con l'insicurezza che porta? Cristo è la risposta a quel timore. Temete i fardelli della vita che talvolta sembrano più grandi di quanto voi possiate sopportarli? Cristo è la risposta a quel timore. Avete paura della morte? Cristo ha vinto la morte, e se voi riponete in Lui la vostra fiducia, potrete dire con l'apostolo Paolo: “O morte, dov'è la tua vittoria? O morte, dov'è il tuo dardo?” (1 Corinzi 15:55). Si, Cristo è la risposta alla paura.

L'angelo del Signore continua il suo sermone con queste parole: «… ecco, vi reco la buona notizia di una grande gioia che tutto il popolo avrà”. La notizia portata dall'angelo del Signore in quella prima notte di Natale era la notizia più grande che mai fosse venuta all'umanità. La notizia era buona perché rivelava che Dio non solo amava il mondo, ma che nella Persona di Suo Figlio, egli era venuto per identificarsi completamente con il genere umano.

La notizia è pure buona per noi, perché essa mostra che la potenza di Dio è più grande della potenza del male, e che Egli è pronto a condividere con noi quella potenza.

La notizia è buona perché la paura è stata sostituita dalla speranza, l'odio dall'amore, la schiavitù dalla libertà, la colpa dal perdono.

La notizia è buona perché la gioia torna a prevalere. La voce di Dio e la voce di uomini e donne non era più stata fusa nella gioia fin dai tempi in cui essi erano in comunione nel giardino dell'Eden. Una volta di più, attraverso Cristo, l'entusiasmo della comunione torna a farsi sentire fra Dio e l'uomo.

Dio non ci ha promesso di toglierci una volta per tutte dai guai, ma Egli ci ha promesso di essere con noi nell'ora dell'avversità. Ecco la buona notizia portata dall'angelo in quella prima notte di Natale: il grande "portatore di fardelli" era venuto nel mondo.

Oggi alcuni di voi sono piegati sotto un grave fardello di preoccupazioni. Oggi potete ricevere la buona notizia di Gesù, oggi potete affidare a Lui la vostra esistenza, ed egli sarà con voi attraverso le vostre preoccupazioni.

La notizia più bella fra tutte, però, è che Gesù è venuto per salvare il popolo dai loro peccati. Il Natale non potrà avere per noi il significato che deve avere senza che noi si conosca Cristo come nostro Salvatore. Perdiamo completamente il vero spirito del Natale se non conosciamo personalmente Gesù Cristo come Signore e Salvatore. Lo conoscete veramente? Siete stati alla croce e avete ricevuto Gesù Cristo come vostro Signore, Maestro, Salvatore?

La terza parte del sermone dell'angelo del Signore era «a tutto il popolo». La redenzione che Cristo porta non è limitata a una razza soltanto o a un gruppo selezionato di persone. È offerta a tutti. Non c'è indicazione alcuna che Dio favorisca una razza, una nazione, o una classe. La Bibbia indica che per Dio non c'è che un'unica distinzione: credenti e non credenti. Giovanni 3:16 lo dice chiaramente: «Poiché Dio ha tanto amato il mondo, che ha dato il suo unigenito Figlio, affinché chiunque crede in lui non perisca, ma abbia vita eterna» (Giovanni 3:16). La parola "chiunque crede" abbraccia ogni genere di persone. «Perché tutti hanno peccato» (Romani 3:23: 5:12), quindi tutti hanno bisogno di un Salvatore. La Bibbia dice: «...oggi, nella città di Davide, è nato il vostro Salvatore». Questo è parte della buona notizia. E' per tutti.

La cosa più triste è che persino ora, quasi 2000 anni dopo la sua nascita, molta gente al mondo non ha ancora udito la Buona Notizia e, di conseguenza, non conosce la gioia della sua salvezza.

L'ultima parte del sermone dell'angelo è la più importante: «oggi, nella città di Davide, è nato il vostro Salvatore, il Cristo, il Signore». Quel "vostro" nel sermone dell'angelo, significa proprio "di voi". È per voi che Egli ha lasciato la sua dimora celeste, è venuto sulla terra e nacque e fu messo a giacere in una mangiatoia. È per voi che egli ha portato la croce ed è stato crocefisso sul Golgota. È per voi che Egli è stato schernito dalla folla. È per voi che il suo sangue è colato dalle sue mani e dai suoi piedi. È per voi che Egli ha detto: «Padre, perdona loro» (Luca 23:34). È per voi che egli ha gridato nel suo ultimo respiro terreno: «È compiuto» (Giovanni 14:30). È per voi che è risorto dai morti. Si, «oggi, nella città di Davide, è nato il vostro Salvatore, il Cristo, il Signore».

Avete mai pensato a ciò che è successo dopo che Gesù è venuto nel mondo? Il nostro mondo ha sentito il potente impatto di Gesù Cristo. La sua compassione ha reso il mondo più compassionevole; il suo tocco di guarigione ha reso il mondo più umanitario; il suo altruismo ha reso il mondo meno egoista; il suo sacrificio ha reso il mondo più pronto a tenersi in disparte. Cristo ha fatto sorgere un arcobaleno di speranza intorno alle spalle di uomini e donne dando loro qualcosa per cui vivere. Se Cristo non fosse venuto, questo sarebbe indubbiamente un mondo senza speranza. Se Cristo non fosse venuto questo sarebbe un mondo perduto. Se Cristo non fosse venuto non vi sarebbe alcun accesso a Dio; non vi sarebbe alcuna redenzione; non vi sarebbe perdono; non vi sarebbe alcun Salvatore.

Gesù è il vostro Salvatore? Lo avete invitato nel vostro cuore? Oppure la vostra vita è simile a quel piccolo albergo affollato di Betlemme troppo affollato per ospitarvi Cristo? Se avete tutto fuorché Cristo, in realtà voi non avete nulla; ma se avete un poco di più oltre a Cristo, voi avete tutto. Fate si che queste feste siano un gioioso Natale dando a Gesù Cristo il posto che gli è dovuto nel vostro cuore.

I Magi avevano portato i loro doni di oro, incenso e mirra. Che cosa date voi al Cristo questo Natale? Il dono che Egli vorrebbe di più è il vostro cuore. Sperimentate il vero verso significato del Natale dando oggi stesso il vostro cuore a Cristo.

Nel primo Natale Dio ci ha dato Suo Figlio. Ciò che Egli vuole da voi è la resa di voi stessi a Lui, la vostra vita. Egli desidera che voi vi abbandoniate a Lui e gli dedichiate la vostra vita. Andrete a Lui, rinunciando ai vostri peccati? Ricevete Cristo come Signore e Maestro e fate si che questo sia il primo Natale in cui voi vi aprite al vero spirito di Natale. Aprite il vostro cuore e lasciate che Cristo vi entri. Che momento meraviglioso dell'anno è questo per decidersi per Lui!

(di Billy Graham, in Decision, Dicembre 1990, pp. 1-3).