Predicazioni/Luca/Le solite tattiche del potere iniquo

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Le solite tattiche del potere iniquo - c’è sempre chi ci casca

Un giorno Gesù aveva chiamato a Sé i Suoi discepoli e aveva loro detto: “Come voi sapete, i capi dei popoli comandano come duri padroni; le persone potenti fanno sentire con la forza il peso della loro autorità. Ma tra voi non deve essere così!” (Matteo 20:25-26 TILC). Gesù, che noi cristiani proclamiamo Signore, vale a dire l’autorità ultima in cielo e sulla terra, ben sapeva come le autorità inique di questo mondo (comunque siano giunte al potere) abusino del loro potere e lo intendano preservare con la menzogna, l’inganno, la violenza e non di rado con l’omicidio. Lo sfacciato capovolgimento della verità che esse spesso operano e di cui si avvale la loro propaganda, rammenta i tre slogan del partito che dominava la società rappresentata nel romanzo 1984 di George Orwell (scritto nel 1949): «La guerra è pace», «La libertà è schiavitù», «L'ignoranza è forza». Nel romanzo questi slogan erano incisi sulla facciata del “Ministero della Verità” e venivano alternati all'effigie del Grande Fratello durante le proiezioni dei cinegiornali. La “dinamica del potere”, all’opera in questo mondo, Gesù non solo la conosceva e la denunciava, ma ne era stato Egli stesso diretta vittima.

Tutto questo astuto capovolgimento della verità lo troviamo illustrato nel testo del vangelo secondo Luca che esaminiamo quest’oggi. Esso fa parte del racconto del processo intentato contro Gesù, processo al quale Egli viene trascinato da personaggi senza scrupoli per i quali Egli era indubbiamente una minaccia al loro potere.

“Pilato, riuniti i capi sacerdoti e i magistrati e il popolo, disse loro: Voi mi avete fatto comparire davanti quest'uomo come sovvertitore del popolo; ed ecco, dopo averlo in presenza vostra esaminato, non ho trovato in lui alcuna delle colpe di cui l'accusate; e neppure Erode, poiché egli l'ha rimandato a noi; ed ecco, egli non ha fatto nulla che sia degno di morte. Io dunque, dopo averlo castigato, lo libererò. Ora egli era in obbligo di liberare loro un carcerato in occasione della festa. Ma essi gridarono tutti insieme: Fa' morire costui, e liberaci Barabba! (Barabba era stato messo in prigione a motivo di una sedizione avvenuta in città e di un omicidio). E Pilato da capo parlò loro, desiderando liberare Gesù; ma essi gridavano: Crocifiggilo, crocifiggilo! E per la terza volta egli disse loro: Ma che male ha egli fatto? Io non ho trovato nulla in lui, che meriti la morte. Io dunque, dopo averlo castigato, lo libererò. Ma essi insistevano con gran grida, chiedendo che fosse crocifisso; e le loro grida finirono con avere il sopravvento. Allora Pilato sentenziò che fosse fatto quello che domandavano. E liberò colui che era stato messo in prigione per sedizione e omicidio, e che essi aveano richiesto; ma abbandonò Gesù alla loro volontà” (Luca 23:13-25).

Il capovolgimento della verità

Ecco dunque come “I capi sacerdoti e i magistrati” si rivolgono alle autorità degli occupanti romani (e al loro re fantoccio, Erode) per “ottenere giustizia” contro Gesù. L’avevano, infatti, arrestato accusandolo di essere un “sovvertitore del popolo”. Che vuol dire questo?

Il termine originale greco tradotto come “sovvertitore del popolo” è “ἀποστρέφοντα τὸν λαόν”, cioè: Gesù era accusato di essere un sovversivo, un sobillatore, uno che incitava il popolo alla ribellione contro le autorità stabilite, un agitatore, un fomentatore, un provocatore. Le autorità romane, però, dopo averlo esaminato, non trovano in lui alcuna delle colpe di cui viene accusato. Gesù, dice Pilato (ed Erode concorda) non aveva fatto nulla che fosse degno di morte. Vediamo, infatti, dallo stesso racconto negli altri vangeli, come Gesù non potesse essere in alcun modo da equiparare ai rivoluzionari e sovversivi violenti di quel tempo. Gesù davanti al governatore romano Pilato aveva detto: “Il mio regno non è di questo mondo; se il mio regno fosse di questo mondo, i miei servitori combatterebbero perché non fossi dato nelle mani dei Giudei; ma ora il mio regno non è di qui” (Giovanni 18:36). Con questo Egli non intendeva dire che il suo regno fosse “di un altro mondo”, ma che le modalità della Sua signoria erano di fatto diverse da quelle praticate dai signori e dai rivoluzionari di questo mondo. Gesù aveva detto infatti ai Suoi discepoli: “... Ma tra voi non deve essere così! Anzi, se uno tra voi vuole essere grande, si faccia servitore degli altri. Se uno vuole essere il primo, si faccia servo degli altri. Perché anche il Figlio dell’uomo è venuto non per farsi servire, ma per servire e per dare la sua vita come riscatto per la liberazione degli uomini” (Matteo 6:26-28). 

Come tale, di fatto Gesù non era un’immediata minaccia al potere. Ciononostante, per i capi sacerdoti e i magistrati di Gerusalemme, Gesù era indirettamente, in qualche modo, una minaccia al loro potere iniquo, un “sovvertitore del popolo”, un sovversivo, uno che perverte, svia il popolo. Questo è vero in un altro modo. Essi, infatti, ben sembrano comprendere che, se fossero stati applicati allora i principi di Gesù, essi certo non avrebbero potuto continuare a sfruttare e opprimere il popolo traendo abbondanti profitti dalla situazione. Questo non perché sarebbero stati abbattuti, ma perché sarebbero stati chiamati alla conversione - cosa che la gente mondana aborre. Dio però spesso compie questo miracolo! 

Ricordate la predicazione di Giovanni il battezzatore, precursore di Gesù? “E la folla lo interrogava, dicendo: E allora, che dobbiamo fare? Ed egli rispondeva loro: Chi ha due tuniche, ne faccia parte a chi non ne ha; e chi ha da mangiare, faccia altrettanto. Vennero anche dei pubblicani per esser battezzati, e gli dissero: Maestro, che dobbiamo fare? Ed egli rispose loro: Non riscuotete nulla di più di quello che v'è ordinato. Lo interrogarono pure dei soldati, dicendo: E noi, che dobbiamo fare? Ed egli a loro: Non fate estorsioni, né opprimete alcuno con false denunzie e accontentatevi della vostra paga” (Luca 3:10-14). Zaccheo, esattore delle imposte, risponde alla predicazione di Gesù dicendo: “Ecco che io, o Signore, do la metà dei miei beni ai poveri: e se ho frodato qualcuno di qualcosa, gli rendo il quadruplo” (Luca 19:8).

Questo, indubbiamente non faceva comodo ai potenti e così lo accusano falsamente d'incitamento alla rivolta contro il governo, come se egli sviasse il popolo, come se Lui fosse un eversore, un sobillatore, un provocatore, un sovversivo, un masaniello… Non per nulla sia Giovanni il battezzatore che Gesù “finiscono male”, perché da sempre chi contesta i potenti, religiosi o politici che siano, non sono tollerati e il potere si avvalerà di ogni pretesto e falsità pur di toglierli di mezzo.

Simili “procedure” di menzogne e ribaltamento della verità vengono usate pure oggi contro chiunque denunci l’ipocrisia e le menzogne dei potenti e lotti per la verità. Tali menzogne sono quelle che vengono usate per coprire interessi privati - quelli propri e dei loro mandanti e corruttori. Coloro che stanno al potere, infatti, vorrebbero che la popolazione seguisse docilmente le loro direttive, come un esercito ubbidiente al suo comandante e non le mettesse minimamente in questione. Lo si è riscontrato anche recentemente sia nel caso della pandemia Covid (esagerata e sfruttata per fini politici ed economici), sia nel caso dell’operazione militare della Federazione Russa in Ucraina - che va compresa. In entrambi i casi, la narrativa che è fatta passare e credere alla maggioranza della popolazione parla di lotta per la salute pubblica e di lotta per alti ideali di libertà e integrità delle nazioni. Si tratta infatti d'ipocriti pretesti, perché tutto questo, in realtà nel primo caso nasconde interessi privati di multinazionali farmaceutiche, promozione del proprio potere e sfere d’influenza di lobby politiche, nel secondo caso i profitti dell’industria bellica - le guerre fanno loro fare grandi profitti. Chi ce ne rimette è sempre, naturalmente, popolazioni e paesi, utilizzati come massa di manovra. Si tratta sempre della stessa storia, dell’identica “dinamica del potere” che da sempre attraversa la storia di questo povero mondo. 

Che succede a chi denuncia tutto questo? Notate il linguaggio militaresco. La guerra contro il Covid esige che le misure sanitarie che il governo ritiene efficaci nella lotta contro “il nemico” (il Covid) siano applicate fedelmente e senza esitazione (come lock down, mascherine, vaccini - largamente inutili e dannosi). Chi ne mette in questione l’efficacia, chi  resistendo non collabora è considerato un irresponsabile, un “negazionista”, un disertore, un untore (uno che malvagiamente diffonde il virus). Per questo deve essere emarginato, messo a tacere, colpito, “persuaso” a desistere, minacciato, privato persino del proprio lavoro e mezzi di sussistenza, perseguito dalle “forze dell’ordine”. Lo stesso succede oggi quando i governanti (e le forze che stanno loro dietro) dopo avere identificato il nuovo nemico da combattere come “la Russia di Putin” decidono quali debbano essere le misure che essi ritengono utili per sconfiggerlo: sanzioni economiche, boicottaggi, gli armamenti e magari, come ultima ratio, la guerra - la terza guerra mondiale! Chi mette in questione criticamente questa narrativa menzognera e ipocrita viene considerato traditore e “collaborazionista con il nemico”. Viene considerato “sobillatore” del popolo, un “eversore”, uno che mette in giro “fake news” e che per questo deve essere messo a tacere. Il potere, per servire i suoi interessi ed ambizioni, non esita nemmeno a vanificare le stesse fondamentali carte dei diritti del cittadino che diventano, come si dice “carta straccia”.

I veri sovvertitori del popolo sono loro!

In realtà, chi “sovverte il popolo” sono le autorità stesse. L'ironia, qui, infatti, è che i leader ebrei avevano accusato Gesù di pervertire il popolo, ma sono loro che di fatto lo fanno!

L’evangelista Luca non spiega direttamente perché il popolo, che aveva sempre sostenuto Gesù, ora lo abbandoni e si volga improvvisamente contro di Lui chiedendo a gran voce la Sua condanna a morte. E’ chiaro, però, che il popolo sia vittima (è sempre così) di un’abile azione di propaganda. Non sappiamo come allora il potere l’avesse messa in atto. Spesso, però, il popolo è volubile e facilmente manipolabile se “si giocano bene le carte”. 

Forse i leader ebrei avevano riunito un gruppo di persone compiacenti che, mescolate al popolo, avevano persuaso molti che esistesse “una via migliore” alla loro liberazione rispetto a quella proclamata da Gesù. Forse li avevano sedotti promettendo loro ricche retribuzioni se fossero stati d’accordo a collaborare con le autorità per liberarsi di Gesù. Forse avevano messo in giro calunnie e sospetti contro l’integrità stessa di Gesù chiamandolo seduttore e impostore. Così, infatti, lo definiranno quando, dopo averlo fatto crocifiggere, fanno mettere delle guardie di fronte alla Sua tomba. È ciò che diranno a Pilato: “Signore, ci siamo ricordati che quel seduttore, mentre viveva ancora, disse: Dopo tre giorni, risusciterò. Ordina dunque che il sepolcro sia sicuramente custodito fino al terzo giorno; che talora i suoi discepoli non vengano a rubarlo e dicano al popolo: È risuscitato dai morti; così l'ultimo inganno sarebbe peggiore del primo. Pilato disse loro: Avete una guardia: andate, assicuratevi come credete” (Matteo 27:63-65). Hanno paura di Lui persino da morto!

Sicuramente si avvalgono qui di Barabba, strumentalizzando un vero violento sovversivo. Il potere, infatti, per assicurare sé stesso non teme di sfruttare - se lo ritiene utile - personaggi come questi. Per manipolare l’opinione pubblica lo fa pure oggi quando il potere sfrutta per i suoi fini, per esempio, terroristi islamici, magari segretamente finanziati e controllati dietro le quinte. Lo sta facendo oggi “sdoganando” formazioni neo-naziste, finanziate più o meno segretamente e fatte passare per “forze patriottiche” dell’Ucraina. Tutto, infatti, può essere utile al potere iniquo per perseguire i suoi fini. Non solo, quindi, la propaganda menzognera, ma anche assassini come Barabba al tempo di Gesù. Allora come oggi al potere di fatto non importa nulla del popolo che sfrutta a piacimento per servire ai propri interessi e posizione dominante. In ogni caso, anche i Barabba sono per loro strumento “usa e getta” da eliminare a suo tempo, quando non gli servono più. Ricordate la figura di Bin Laden? Prima alleato del governo americano, e poi eliminato quando non serviva più e magari vantandosi ipocritamente di avere “eroicamente eliminato” un terrorista. Non sarà diversamente, c’è da pensarlo, per i neo-nazisti ucraini, e dello stesso presidente-attore Zelensky, un vero e proprio attore nelle loro mani: quando non sarà più utile se ne libereranno! Mettono insieme una rappresentazione artificiosa, “un teatro”, la fanno interpretare per un po’ di tempo, la maggior parte della gente crede che sia realtà, ma in effetti si tratta solo di “fiction”, di un tipico “reality show” inscenato dagli “spin doctors” (manipolatori, “consulenti di immagine”) della propaganda.  

Così, il re Erode e Pilato stesso “assolvono” Gesù, che considerano più che innocente “innocuo”. Pilato propone di far “castigare”, cioè flagellare Gesù. Il che non sarebbe stato giustificato se Gesù fosse stato innocente, ma “una lezione” …la si può sempre dare a chi gli ha fatto solo perdere tempo, o forse per dare un contentino ai leader ebraici e al popolo da loro subornato, senza ricorrere a un’ingiustificata crocifissione. Questo, però, ai capi religiosi e politici d'Israele, non basta: Gesù deve essere eliminato - come un fastidioso potenziale avversario: “Ma essi gridarono tutti insieme: Fa' morire costui, e liberaci Barabba! (...) E Pilato da capo parlò loro, desiderando liberare Gesù; ma essi gridavano: Crocifiggilo, crocifiggilo!”.

Il nome di Barabba, fra parentesi, è interessante. “Bar” significa figlio e “Abba” significa padre, quindi il suo nome significa letteralmente "figlio del padre". Alla gente vengono date due scelte: un vero Figlio del Padre (Dio) e un falso figlio del padre (un assassino). Scelgono il falso, un rivoluzionario violento, rifiutando così la pace e scegliendo la violenza. Lo stesso oggi: i guerrafondai vogliono vendere i loro armamenti. Che importa loro se la gente muore? Loro se ne stanno al sicuro nei loro uffici, lontano dai campi di battaglia. La gente per loro è solo “carne da cannone”. Pensano che alla fine, dopo aver fatto i loro profitti, le cose si risolveranno. Si sbagliano, però. Quando questo vangelo era stato scritto Gerusalemme era in rovina e la sua popolazione massacrata dalla reazione dell’impero romano. La scelta guerrafondaia del violento Barabba avrebbe trascinato pure loro, “il potere”, nel completo fallimento. Certo i Romani non avrebbero avuto scrupoli a eliminare anche la dirigenza ebraica, per quanto questa fosse stata per molti versi collaborazionista e loro alleata. Anche Ponzio Pilato - così dice la storia - non ci avrebbe guadagnato molto dalla sua presunta furbizia. Il “lavarsene le mani” di Gesù non gli avrebbe fruttato molto, se non la menzione perenne, a infamia, del suo nome nel Credo cristiano… che alla fine sarebbe stato l’unico a trionfare!

Conclusione

Il tipico armamentario del potere iniquo di questo mondo si era mobilitato contro Gesù. Bugiardi e assassini, non avevano lesinato stratagemmi di ogni genere per liberarsi di Lui. Le stesse tecniche di manipolazione sono usate oggi contro chiunque anche solo potenzialmente possa pregiudicare il loro dominio. Ne siamo coscienti e vi resistiamo oppure ci lasciamo manipolare come quella folla che gridava: "Crocifiggilo!"?

Anche molti cristiani professanti si fanno manipolare oggi e credono alla propaganda dei potentati di questo mondo. C’è da temere che pure crederanno ai falsi cristi e falsi profeti degli ultimi tempi. Gesù, però disse: “... perché sorgeranno falsi cristi e falsi profeti, e faranno grandi segni e prodigi da sedurre, se fosse possibile, anche gli eletti. Ecco, ve l'ho predetto” (Matteo 24:24-25).

Gesù stesso pure ci dice: “Se dunque il Figlio vi farà liberi, sarete veramente liberi. (...) Io dico quel che ho visto presso il Padre mio; e voi pure fate le cose che avete udite dal padre vostro (...) ora invece cercate di uccidermi, perché vi ho detto la verità che ho udita da Dio (...) Se Dio fosse vostro Padre, mi amereste, perché io sono proceduto e vengo da Dio (...) Perché non comprendete il mio parlare? Perché non potete dare ascolto alla mia parola. Voi siete figli del diavolo, che è vostro padre, e volete fare i desideri del padre vostro. Egli è stato omicida fin dal principio e non si è attenuto alla verità, perché non c'è verità in lui. Quando dice il falso, parla di quel che è suo, perché è bugiardo e padre della menzogna. A me, perché io dico la verità, voi non credete (...) Chi è da Dio ascolta le parole di Dio. Per questo voi non le ascoltate; perché non siete da Dio” (Giovanni 8:36-47). Che chi ascolta si interroghi seriamente “da che parte sta”.

Paolo Castellina, 4 aprile 2022