Predicazioni/Malachia/Nota sul mettere alla prova Dio

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Mettere alla prova Dio

Il testo biblico di Malachia 3:10 recita: "Portate tutte le decime alla casa del tesoro, perché ci sia del cibo nella mia casa, e mettetemi alla prova in questo”, dice l'Eterno degli eserciti; “vedrete se io non vi apro le cateratte del cielo e non riverso su di voi tanta benedizione che non vi sia più dove riporla".

In questo passo, il profeta Malachia sta parlando della decima, ovvero della pratica di dare il decimo della propria rendita o del raccolto alla casa di Dio. Malachia invita i fedeli a portare la decima all'ammasso per assicurarsi che ci sia cibo nella casa di Dio e sfida il popolo a mettere alla prova la fedeltà di Dio, promettendo che se lo faranno, Dio aprirà le cateratte del cielo e riverserà su di loro una benedizione sovrabbondante.

Il concetto di mettere alla prova la fedeltà di Dio è presente in diverse parti della Bibbia, tra cui anche il Salmo 95:9-11, dove si legge: "Dove mi tentarono i vostri padri, mi sfidarono, anche se avevano visto le mie opere... Per quarant'anni ho avuto in disgusto quella generazione, e ho detto: 'È un popolo che ha il cuore traviato; essi non conoscono le mie vie'".

Tuttavia, la Bibbia non vuole che i fedeli mettano alla prova Dio in senso di sfida o di dubbio, come si legge in Deuteronomio 6:16: "Non metterete alla prova il Signore, vostro Dio, come lo metteste alla prova a Massa". In questo caso, il testo sta facendo riferimento all'episodio in cui il popolo d'Israele metteva alla prova la presenza di Dio tra di loro, ponendogli delle condizioni per credere in lui.

In sintesi, il testo di Malachia 3:10 invita i fedeli a mettere alla prova la propria fedeltà a Dio attraverso la pratica della decima, ma non deve essere interpretato come un invito a mettere alla prova Dio in senso di sfida o di dubbio, come invece proibisce il Deuteronomio.

L'interpretazione del testo di Malachia 3:10 come un invito alla pratica della "decima", ovvero il versamento del decimo delle proprie entrate alla comunità cristiana o al leader religioso, è una pratica diffusa in molte chiese cristiane. Tuttavia, la questione dell'obbligatorietà o meno della decima è oggetto di dibattito tra studiosi della Bibbia e tra le diverse denominazioni cristiane.

Da un punto di vista storico, la decima era una pratica diffusa nell'antico Israele, dove veniva imposto ai contadini e ai pastori di dare il decimo del raccolto e del bestiame per finanziare il culto e il sostentamento dei sacerdoti. Anche nel Nuovo Testamento, si fa riferimento alla pratica della decima, ad esempio in Matteo 23:23, dove Gesù rimprovera i farisei per dare la decima di erbe aromatiche, ma trascurare i principi più importanti della legge.

Tuttavia, non esiste un precetto biblico che obblighi i cristiani a dare il decimo delle proprie entrate alla chiesa o al leader religioso. Inoltre, va considerato che la decima nel Nuovo Testamento non viene menzionata come obbligo per i cristiani, ma come pratica compiuta dai farisei, e che Gesù insegna a dare con generosità e a non fare del denaro un idolo.

Quindi, mentre alcuni cristiani vedono la decima come una pratica biblica legittima, altri sostengono che la Bibbia non obbliga i cristiani a darla e che la scelta di dare il proprio denaro alla chiesa dovrebbe essere motivata dalla generosità e dalla volontà di contribuire alla missione della chiesa, piuttosto che dalla pressione di una regola religiosa. In ogni caso, è importante che la scelta di dare denaro alla chiesa o a un leader religioso sia fatta in modo consapevole, libero e responsabile.

L'unica possibilità è far uso di questo testo per promuovere la generosità dei credenti, generosità le cui ricadute benefiche sul donatore saranno pure evidenti.

E' possibile utilizzare il testo di Malachia 3:10 per promuovere la generosità dei credenti, anche senza interpretarlo come un obbligo di dare la decima alla chiesa o al leader religioso. Infatti, il testo invita i fedeli a mettere alla prova la fedeltà di Dio attraverso la pratica della decima, ma soprattutto promette una benedizione sovrabbondante a coloro che si dimostreranno fedeli.

In questo senso, il testo può essere utilizzato per promuovere la generosità dei credenti come una risposta di gratitudine e di fiducia in Dio, che promette di benedire chi dona con un cuore generoso. Questo tipo di messaggio può essere molto motivante per i fedeli, che possono trovare nella pratica della generosità una fonte di benessere spirituale e di arricchimento personale, indipendentemente dall'ammontare del loro contributo.

Tuttavia, è importante non utilizzare il testo di Malachia 3:10 per esercitare pressioni sui fedeli o per promuovere una cultura del guadagno a tutti i costi, ma piuttosto per promuovere una cultura della condivisione, della solidarietà e della responsabilità verso la comunità. In questo senso, la generosità dei credenti non dovrebbe essere vista come un obbligo o una forma di tassazione, ma come un gesto di amore e di compassione verso il prossimo e verso la causa del Regno di Dio.