Predicazioni/Marco/Notizie vere o notizie false

Da Tempo di Riforma Wiki.
Vai alla navigazione Vai alla ricerca
La versione stampabile non è più supportata e potrebbe contenere errori di resa. Aggiorna i preferiti del tuo browser e usa semmai la funzione ordinaria di stampa del tuo browser.

Ritorno


Notizie vere o notizie false?

La libertà di parola è diritto umano fondamentale che dobbiamo esigere e fare in modo che sia garantito a tutti. La possibilità di incontrare informazioni false è però sempre un rischio perché viviamo in un mondo moralmente decaduto. E’ perciò quanto mai importante esercitare il discernimento. Completamente degna di fiducia, però, è la buona notizia che riguarda il Salvatore Gesù Cristo. Non tutti, però, lo riconoscono. Egli è venuto e i suoi benefici effetti sono tangibili in chiunque la accolga. Secondo le sue promesse Egli tornerà. Come dobbiamo accogliere questa notizia? E’ quello che vedremo oggi ascoltando e commentando un brano dell’Evangelo secondo Marco.

Oggi i governi o i gestori delle reti come Facebook o Twitter ci mettono sempre più spesso in guardia contro le Fake News. Si tratta di notizie che essi considerano false, notizie non documentate o manipolate ad arte, notizie tendenziose per creare allarmismo o strumentalizzate per fini nascosti, politici o di altro genere. Sicuramente c’è chi mette in giro notizie false, per ingenuità o ignoranza, ma anche con malizia, per secondi fini. Il problema è che anche i governi ed i gestori dei social fanno spesso lo stesso. Con l’aiuto di giornalisti compiacenti e corrotti, danno informazioni abilmente manipolate o false per promuovere i loro fini non dichiarati.

Si tratta allora di una questione di fiducia. Possiamo fidarci di chi ci dà una certa notizia? Possiamo fidarci di un certo giornale o telegiornale? Possiamo fidarci dei governi? Possiamo fidarci di quanto dicono i padroni dei mezzi di comunicazione? C’è chi ingenuamente dà loro fiducia incondizionata e non si fa criticamente delle domande, non confronta fonti alternative.

Certo è che la notizia che l’antico Noè aveva dato dell’imminente diluvio universale era stata considerata dai più una “fake news”. Non l’avevano presa sul serio, non si erano così preparati come Noè e la sua famiglia ed erano tutti periti miseramente.

La venuta del Messia era stata ampiamente annunciata dagli antichi profeti di Israele, ma i più allora non ne avevano tenuto conto, non si erano documentati, non avevano studiato le Scritture e verificato. Alla nascita di Gesù, l’unico che aveva verificato accuratamente le Scritture era stato il re Erode! Egli, infatti, informandosi dalle profezie del luogo dove sarebbe nato il Salvatore, voleva impedirne la realizzazione uccidendo Gesù bambino! Che stupefacente ingenuità credere di poter impedire gli eterni propositi di Dio!

Gesù aveva ampiamente avvertito i suoi discepoli del disastro epocale che sarebbe avvenuto nella terra di Israele nello spazio temporale della loro stessa generazione. Avrebbero potuto considerarlo una “fake news” ma hanno creduto a Gesù e si sono salvati. Infatti, come vediamo nel testo del vangelo che consideriamo oggi, senso di responsabilità e vigilanza è ciò che il Signore e Salvatore Gesù Cristo insegnava ai Suoi discepoli quando prevedeva il collasso della società del Suo tempo e la distruzione di Gerusalemme. Avevamo preso sul serio le parole di Gesù, quelle che potevano sembrare una “fantasia apocalittica”. Credervi, e agire su quella base, di fatto aveva salvato i cristiani nella terribile crisi dell’anno 70 A. D. I discepoli di Gesù avrebbero preso le misure necessarie per rispondere in modo appropriato agli avvenimenti previsti. Prendere sul serio la Parola di Dio, di fatto “salva la vita”, non solo nell’aldilà, ma anche spesso “nell’aldiquà”.

Ascoltiamo il testo del vangelo di Marco, al capitolo 13

«Ma in quei giorni, dopo quella tribolazione, il sole si oscurerà e la luna non darà il suo splendore; le stelle del cielo cadranno e le potenze che sono nei cieli saranno scrollate. Allora vedranno il Figlio dell’uomo venire nelle nuvole, con grande potenza e gloria. Egli allora manderà i suoi angeli e raccoglierà i suoi eletti dai quattro venti, dall’estremità della terra fino all’estremità del cielo. Or dal fico imparate questa similitudine: quando i suoi rami diventano teneri e spuntano le prime foglie, voi sapete che l’estate è vicina. Così anche voi, quando vedrete accadere queste cose, sappiate che egli è vicino, proprio alle porte. In verità vi dico che questa generazione non passerà, prima che tutte queste cose siano avvenute. Il cielo e la terra passeranno, ma le mie parole non passeranno. Ma quanto a quel giorno e a quell’ora, nessuno li conosce, né gli angeli nel cielo né il Figlio, ma solo il Padre. State attenti, vegliate e pregate, perché non sapete quando sarà quel momento. È come se un uomo, andando in viaggio, lasciasse la propria casa, dandone l’autorità ai suoi servi, a ciascuno il suo compito, e al portinaio ordinasse di vegliare.Vegliate dunque, perché non sapete quando il padrone di casa verrà; se di sera, a mezzanotte, al cantar del gallo o al mattino; perché, venendo all’improvviso, non vi trovi addormentati. Ora, ciò che dico a voi, lo dico a tutti: Vegliate!» (Marco 13:24-37).

 Lungimiranza 

I discepoli di Gesù  avrebbero dovuto attendersi la distruzione di Gerusalemme nell’arco dei prossimi vent’anni. Di quegli avvenimenti vi erano “segni premonitori” da non ignorare. Gesù dice: “…Or dal fico imparate questa similitudine…”. Il ritmo delle stagioni è stato stabilito da Dio. Il cambiamento delle stagioni è segnalato da sensibili e rilevabili trasformazioni della natura. Anche gli avvenimenti della storia sono nelle mani di Dio. Egli ne è sempre la causa prima. Ciò che avviene al livello di questo mondo ne è la causa seconda. La Scrittura dice, infatti, “Il male e il bene non procedono forse dalla bocca dell’Altissimo?” (Lamentazioni 3:38). Quando le cause seconde cominciano ad operare, dice Gesù, aspettatevi i loro effetti. Siatene attenti osservatori. Quando vedrete la nazione giudaica, dice Gesù ai Suoi discepoli, minacciata da guerre, distratta da falsi Cristi e falsi profeti – e il tutto che attira l’attenzione e l’esasperazione degli occupanti romani, il disastro sarà alle porte. Soprattutto quando li vedrete perseguitarvi a causa dell’adesione a Me, saprete che sta per giungere il “momento fatale”. Quando vi proibiranno di predicare, vi allontaneranno o vi metteranno in prigione o, peggio, vi condanneranno a morte “per colmare continuamente la misura dei loro peccati; allora l’ira [di Dio] su di loro è arrivata al culmine” (1 Tessalonicesi 2:16). La rovina sarà vicina: prendete allora, fin da oggi, le misure necessarie. La maggior parte dei discepoli di Gesù che ascoltavano queste parole sarebbero stati preservati dal male che sarebbe venuto. La la giovane generazione di cristiani che stava sorgendo avrebbe visto le cose che Gesù prevedeva ed avrebbero dovuto quindi seguire le istruzioni lasciate da Cristo.  La generazione che stava maturando avrebbe visto tutte queste cose! “In verità vi dico che questa generazione non passerà, prima che tutte queste cose siano avvenute” (30).

Cristo non dice tutto questo per creare allarmismo…, no, sono dichiarazioni dei propositi, dei decreti, che sono stati prestabiliti da Dio per avvertire i Suoi. Ciò che Dio rivela è un avvertimento, destinata a salvare gli avveduti che credono in Lui. Lo ignoriamo solo a nostro danno.

 Una “non rivelazione provvidenziale 

Provvidenziale, però, non è solo la rivelazione di Dio, ma anche la Sua “non rivelazione”, le cose che Egli decide di tenerci nascoste, occulte. Il tempo, “il quando” della fine del mondo, anzi, il tempo della fine di quel mondo come essi lo conoscevano, non doveva essere oggetto per loro, di speculazioni. Dobbiamo però fare molta attenzione a ciò che Dio, di fatto, ci rivela. La Scrittura dice: “Le cose occulte appartengono all’Eterno, il nostro DIO, ma le cose rivelate sono per noi e per inostri figli per sempre, perché mettiamo in pratica tutte le parole di questa legge” (Deuteronomio 29:29). La nostra naturale curiosità ci porta a volere investigare e speculare cose che non ci è dato di sapere, ma, nella nostra follia, le cose che, di fatto ci sono rivelate le consideriamo come se non avessero importanza! Sono quelle, però, le cose che devono essere oggetto della nostra attenzione, considerazione ed investigazione, per poterle ubbidire con fiducia. Il “non sapere” certe cose, di fatto è molto utile per noi, perché ci fa crescere spiritualmente, “allenandoci” alla fiducia ed all’ubbidienza verso Dio. Gesù dice: “State attenti, vegliate e pregate, perché non sapete quando sarà quel momento” (33). E’ importante “vegliare” e “pregare”, cioè sempre “stare in guardia” e rimanere in ubbidiente comunione con Cristo. Egli tornerà e, quando lo farà, ci chiederà conto della nostra “amministrazione”.

 Responsabilità da adempiere 

In una parabola Gesù chiarisce meglio il concetto. Il nostro Maestro se n’è andato affidandoci però, qualcosa, qualcosa di cui Gli dovremo rendere conto. “È come se un uomo, andando in viaggio, lasciasse la propria casa, dandone l’autorità ai suoi servi, a ciascuno il suo compito, e al portinaio ordinasse di vegliare” (34).  Gesù da lungo tempo se n’è andato fisicamente, ma tornerà. Egli ha lasciato l’amministrazione della Sua causa al popolo che Gli appartiene, la Sua chiesa. Tutti i suoi membri hanno delle responsabilità da assolvere, chi minori chi maggiori. Il “sacerdozio” è universale. Il popolo dei credenti è al servizio, in questo mondo, della causa di Dio. Ad esso sono stati dati sia privilegi che responsabilità, la facoltà, l’autorità, di gestire ciò che appartiene a Cristo. In che modo porta avanti questo compito? Tutti hanno ricevuto un compito da svolgere. L’Apostolo diceva: “Così l’uomo ci consideri come ministri di Cristo e amministratori dei misteri di Dio. Ma del resto dagli amministratori si richiede che ciascuno sia trovato fedele” (1 Corinzi 4:1,2).

Il ministro cristiano è come il “portinaio” che deve vegliare ed essere pronto ad “aprire” o “chiudere” la porta della chiesa cristiana, vegliando che vi siano solo coloro che appartengono a Cristo. Egli non deve permettere a “ladri e briganti” di entrare nella chiesa del Signore. Era capitato, ad esempi, nella Galazia: “…falsi fratelli introdottisi abusivamente, i quali si erano insinuati per spiare la nostra libertà che abbiamo in Cristo Gesù, allo scopo di metterci in servitù” (Galati 2:4). Pensate alla responsabilità di chi li aveva lasciati entrare solo per devastare e rovinare la chiesa!  Questo succede oggi com’era stato predetto dall’apostolo Pietro, quando scriveva: “Or vi furono anche dei falsi profeti fra il popolo, come pure vi saranno fra voi dei falsi dottori che introdurranno di nascosto eresie di perdizione” (2 Pietro 2:1). Tutto questo non avverrebbe se i responsabili della chiesa cristiana vegliassero diligentemente applicando la disciplina biblica. Oggi spesso si aprono “le porte” della chiesa a chiunque! Lo si lascia parlare, insegnare, influenzare la chiesa tanto che essa diventa “altra cosa” da ciò che Cristo ha voluto che fosse. Succede, però, che quando Cristo tornerà, non lo riconosceranno nemmeno e non lo faranno entrare! Il Signore Gesù, però, tornerà e, anche se non gli si aprisse la porta, entrerà quel giorno con la forza, perché ne ha diritto!

Nel libro dell’Apocalisse della chiesa di Pergamo è detto che vi si tollerava la predicazione di

idee odiose al Signore Gesù. Che cosa sarebbe successo al suo ritorno? È scritto: “Così hai pure alcuni che ritengono la dottrina dei Nicolaiti, la qual cosa io odio. Ravvediti dunque, altrimenti verrò presto da te e combatterò contro di loro con la spada della mia bocca”

(Apocalisse 2:15,16). Il Signore Gesù tornerà. Molti non saranno pronti per il Suo ritorno. Alcuni persino negano che Egli possa ritornare, ma, nel momento che meno se lo aspettano, saranno presi di sorpresa e, per loro, Gesù, quel giorno, non sarà più il Salvatore, ma il giusto Giudice! Questo potrebbe pure applicarsi alla nostra vita individuale quando viviamo come se non dovessimo mai morire e presentarci di fronte a Dio. Sono molti che si fanno illusioni al riguardo. Anche per loro vi saranno delle “brutte sorprese” perché il Signore agirà in sintonia con quanto aveva da sempre annunciato nella Sua Parola, Parola che qualcuno pensa bene oggi di ignorare… Che avverrà loro quando si presenteranno proprio dinnanzi a Lui? Ci troverà forse “addormentati” nella nostra indolenza spirituale illusoriamente sicuri di noi stessi, non “in guardia”, indulgendo nell’ozio, nell’indifferenza e nella negligenza rispetto ai doveri che di fronte a Dio dobbiamo assolvere? Ecco perché anche per noi rimane valida l’esortazione del Signore: “ Ora, ciò che dico a voi, lo dico a tutti: Vegliate!»” (37).

 Conclusione 

La Parola di Dio che ci proviene dalle Scritture non è mai “fake news”. Essa proviene da chi è fedele e verace, da chi non mente! Certo si tratta una parola che dobbiamo studiare diligentemente secondo i migliori criteri grammaticali e storici, avvalendoci del ministero degli accreditati dottori che Dio ci ha inviato e in sintonia con tutta la storia della chiesa cristiana, “da fede a fede”. Senza scadere in speculazioni apocalittiche, possiamo e dobbiamo leggere criticamente “i segni dei tempi” per reagire in ogni situazione secondo la sapienza rivelata di Dio. Soprattutto, dobbiamo chiedere al Signore il dono del discernimento: questo ci permetterà di non “berci” tutto quel che sentiamo in giro, quand’anche ci provenisse da “fonti ufficiali” che ventano oggettività e fondatezza. Non è mai da prendere per “oro colato” ciò che proviene da questo mondo, ma sicuramente la Parola di Dio che ci proviene dalla Bibbia lo è. Il Salvatore Gesù Cristo è venuto in mezzo a noi esattamente com’era stato preannunciato dai proteti di Israele. L’annuncio dell’Evangelo è buona notizia di salvezza per chiunque lo accoglie con fiducia e può fare esperienza fin da oggi del suo dono. Gesù ha promesso di tornare e tornerà. Quali ne saranno i segni premonitori? Vegliamo. Siamo stati chiaramente avvertiti e nessuno potrà accampare scuse per non aver udito e per non aver saputo.