Storia/Atanasio a Marcellino sull’uso dei Salmi nella preghiera e nel canto

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Lettera di Atanasio a Marcellino sull’uso dei Salmi nella preghiera e nel canto

Traduzione di Simone Caneparo

Atanasio detto il Grande (295 ca – 2 maggio 373) è stato un vescovo egiziano. Fu patriarca di Alessandria d'Egitto dal 328 con varie interruzioni fino al 373. Le chiese copta, cattolica e ortodossa lo venerano come santo. La Chiesa cattolica lo annovera tra i 33 dottori della Chiesa. È ricordato inoltre nel calendario anglicano e luterano. La sua festa è celebrata concordemente da tutte le Chiese il 2 maggio.


Mio caro Marcellino,

1. La tua solidità in Cristo mi riempie di ammirazione. Non solo stai sopportando egregiamente il tuo presente giudizio, con la sofferenza che ne consegue, ma stai anche vivendo sotto rigore e come mi riferisce il latore della tua lettera, impieghi il riposo imposto dalla tua recente malattia per studiare le Sacre Scritture nella loro interezza e specialmente i Salmi. Mi riferisce che tenti di cogliere la forza intrinseca e il senso di ognuno di questi. Splendido! Anche io sono devoto ai Salmi così come verso tutta la Bibbia e una volta ho discusso con un tale vecchio uomo, uno studioso che ha dedicato ingente lavoro nel Salterio del quale ha dissertato con me con grande persuasività e fascino, nonché con estrema chiarezza, mentre teneva tra le mani una copia dello stesso. Quindi mi accingo a scrivere per te le cose che costui ha detto.

I tesori speciali del Salterio

2. FIGLIO, tutti i libri delle Scritture, sia il Vecchio Testamento che il Nuovo, sono ispirate da Dio e utili per l’istruzione cosi come dice l’Apostolo; ma il Salterio riserva tesori speciali per coloro che lo studiano seriamente. Ogni libro della Bibbia ha, ovviamente, il proprio particolare messaggio: il Pentateuco per esempio narra l’inizio del mondo, le gesta dei patriarchi, l’esodo di Israele dall’Egitto, la consegna della Legge e gli ordini relativi al Tabernacolo e al sacerdozio; Giosuè, Giudici e Samuele descrivono la divisione dell’eredità , gli atti dei Giudici e degli antenati di Davide; il libro dei Re e Cronache registrano le gesta dei Re, Ezra la liberazione dall’esilio, il ritorno del popolo e la costruzione del tempio e della città. I Profeti annunciano l’avvento del Salvatore, ci istruiscono sui comandamenti, rimproverano i trasgressori e hanno una parola speciale per i Gentili. Come vedi, ognuno di questi libri è come un orto che coltiva un tipo speciale di frutto. In contrasto, il Salterio è un orto in cui oltre al suo frutto speciale coltiva anche parte di tutti gli altri.

3. Per esempio, la creazione di cui leggiamo in Genesi, è trattata nel Salmo 19 “I cieli raccontano la gloria di Dio e il firmamento annuncia l'opera delle sue mani” (1), e ancora nel 24 “la terra è del Signore, con tutto ciò che essa contiene: il mondo e i suoi abitanti. Egli stesso ne ha posto le fondamenta sui mari”. L’esodo dall’Egitto, registrato in Esodo Numeri e Deuteronomio, è appropriatamente cantato nei Salmi 87, 105, 106 e 114. “Quando Israele uscì dall’Egitto” - dice quest’ultimo - “la Casa di Giacobbe dal mezzo di un popolo straniero, Giuda divenne il santuario del Signore , Israele il Suo dominio” “Egli inviò Mosè il suo servo” dichiara Salmo 105, “e Aaronne, che Egli scelse. Egli manifestò tra di loro, nella terra di Cam, le parole dei Suoi segni e delle Sue meraviglie. Egli inviò le tenebre e vi fu il buio, e questi non obbedivano alla Sua parola. Trasformò le loro acque in sangue e sterminò i loro pesci: dalla loro terra vennero fuori tantissime rane fino a invadere le stanze del loro re. Egli parlò e apparvero mosche e zanzare in tutto il loro territorio: e cosi via troviamo le stesse cose trattate in questo Salmo e in quello successivo. In quanto al tabernacolo e al sacerdozio, il riferimento è nel Salmo 29, cantato quando il tabernacolo veniva trasportato (2). “Portate al Signore, voi figli di Dio, portate al Signore giovani arieti, portate al Signore gloria e onore”.

4. Vengono menzionate anche le gesta di Giosuè il figlio di Nun, questa volta nel Salmo 105, “Questi fondarono una città per abitarvi e seminarono i campi e piantarono vigne” perché fu sotto Giosuè che fu consegnata la terra promessa nelle loro mani. E quando leggiamo ripetutamente nello stesso Salmo, “Gridarono a YHWH (3) nella loro angoscia e Lui li liberò dalle loro tribolazioni”, a cui si riferisce il periodo dei giudici perché è allora quando questi Lo implorarono, Lui allevò giudici affinché li liberassero dai loro oppressori ogni volta che ce ne fu bisogno. Allo stesso modo, Salmo 20 ha in mente i re quando canta: “Alcuni confidano in carri e altri in cavalli, ma noi trarremo la gloria dal nome di YHWH il nostro Dio. Loro si sono piegati e sono caduti ma noi restiamo ritti in piedi”. E Salmo 126 dei Salmi Graduali parla di ciò di cui racconta Ezra “Quando il Signore riportò i reduci di Sion ci sembrava di sognare” e similarmente Salmo 122, “Mi sono rallegrato quando mi hanno detto: «Andiamo nella casa di YHWH ». O Gerusalemme, i nostri piedi sono rimasti all’interno delle tue porte o Gerusalemme! Gerusalemme è costruita in modo che sia una città che ha fratellanza all’interno di sé: in quella direzione vanno le tribù, le tribù di YHWH, come testimoni di Israele”. Vedi, quindi, che tutti i soggetti menzionati nei libri storici sono citati anche in diversi Salmi.

Il Cristo rifulge in tutto il Salterio

5. Ma quando andiamo a esaminare ciò di cui parlano i profeti, notiamo che queste cose compaiono in quasi tutti i Salmi. Salmo 50 dice, riguardo l’avvento del Salvatore e di come deve dimorare tra di noi sebbene Egli sia Dio: “Il nostro Dio verrà e non rimarrà in silenzio; lo precede un fuoco che divora”; e nel Salmo 118 leggiamo “Benedetto colui che viene nel Nome di YHWH Signore, noi vi abbiamo benedetto dalla Casa di YHWH. Dio è YHWH e Lui ci ha dato la luce. Salmo 107 canta che colui che viene è la stessa Parola del Padre: “Egli mandò la Sua Parola e li guarì, li liberò da tutte le loro sofferenze”. Perché il Dio che viene è quella stessa Parola che il Padre invia, e di questa Parola che è la voce del Padre, il Salterio canta ancora nel 45° , “Dal mio cuore sgorgano parole soavi” e anche nel 110, “fuori dal ventre, prima dell’alba, Ti ho generato”. In quale altro modo dovrebbe Dio chiamare il Suo proprio Figlio se non la Sua propria Parola e Saggezza? E colui che sa bene che è stato attraverso la Parola che Dio ha detto: “Che luce sia, che sia il firmamento. Che tutte le cose siano”, dice ancora nel Salmo 33, “dalla Parola del Signore furono creati i cieli, dal soffio della Sua bocca tutte le loro armate”.

6. E lungi dall’essere ignoranti sull’avvento del Messia, ne fa menzione per la prima volta in assoluto nel Salmo 45 “il Tuo trono, o Dio, è per sempre in eterno, lo scettro del Tuo regno è uno scettro di giustizia. Tu ami la rettitudine e detesti la malvagia. Pertanto Dio, il Tuo Dio, Ti ha unto con l’olio della felicità più che i Tuoi compagni”. Più avanti, in caso qualcuno pensi che sia venuto solo in apparenza (4), Salmo 87 mostra che Colui che sarebbe dovuto venire, avrebbe dovuto essere simultaneamente sia uomo sia Colui attraverso il Quale tutte le cose sono state create. “Madre Sion dirà Un uomo, un uomo in verità è nato in lei” che equivale a dire: “La Parola era Dio, tutte le cose sono state fatte da Lui e la Parola divenne carne”. Il Salterio non tace neanche sul fatto che Egli sarebbe nato da una vergine, anzi lo sottolinea esplicitamente nel Salmo 45 che abbiamo appena citato. “Ascolta figlia” dice “e guarda, tendi l’orecchio e dimentica il tuo popolo e la casa di tuo padre. Perché il Re ha desiderato la tua bellezza e Lui è il tuo YHWH”. Non è questo uguale a ciò che Gabriele disse: “Salve a te che sei piena di grazia, YHWH è con te”? Perché il Salterio, avendo chiamato Lui l’Unto, che equivale a Messia o Cristo, senza alcun dubbio dichiara la Sua nascita in forma umana dicendo, “Ascolta, o figlia, e guarda”; l’unica differenza è che Gabriele si rivolge a Maria con un epiteto perché lui è di un’altra razza mentre Davide la chiama sua propria figlia in quanto sarebbe stata una sua discendente.

7. Avendo quindi mostrato che Cristo sarebbe dovuto venire in forma umana, il Salterio va avanti nel mostrare che Egli può soffrire nella carne che ha assunto. È forse una previsione, che i Giudei avrebbero complottato contro di Lui, quella cantata nel Salmo 2° “Perché i pagani complottano e la gente medita su cose vane?” I re della terra si alzarono e i loro sovrani si riunirono in cospirazione contro YHWH e contro il suo Messia. E Salmo 22, parlando nella persona del Salvatore descrive la modalità della Sua morte. “Tu mi hai trascinato nella polvere della morte, una moltitudine di cani mi hanno circondato, un drappello di malfattori mi ha assediato. Hanno perforato le mie mani e i miei piedi, posso contare tutte le mie ossa. Costoro mi guardano e mi fissano. Si sono spartiti tra di loro le mie vesti e si giocano ai dadi la mia tunica”. “Hanno perforato le mie mani e i miei piedi” a cos’altro può riferirsi se non alla croce? E i Salmi 88 e 69, anch’essi parlando nella persona propria del Signore, ci dicono inoltre che Egli ha sofferto queste cose non per il Suo proprio beneficio ma per il nostro. “Tu hai fatto cadere la tua ira sopra di me” dice l’uno; e l’altro aggiunge “Ho pagato loro cose che non ho mai preso”. Perché Egli non è morto come se fosse Egli stesso soggetto alla morte: Ha sofferto per noi e portato su di sé l’ira che era la pena per la nostra trasgressione, così come dice Isaia “Egli portò su di se le nostre malattie”. Così in Salmo 138 diciamo “YHWH porterà a compimento ciò che concerne me” e nel 72° lo Spirito dice “ Egli salverà i figli dei poveri e frantumerà l’oppressore perché ha liberato dalle mani dei potenti i poveri, i bisognosi che non avevano alcuno che li aiutasse”.

8. Ma non è tutto qui. Il Salterio ulteriormente indica l’Ascensione fisica del Salvatore in cielo, dicendo nel Salmo 24 “Alzate le vostre teste, o voi cancelli! E innalzatevi, voi porte eterne! E il Re della gloria farà il Suo ingresso!” E ancora nel 47°, “Dio è asceso accompagnato da grida di giubilo, YHWH dalla voce di una tromba”. La Sessione proclama anche, in Salmo 110, “YHWH ha detto al mio Signore, siediti alla mia destra, finché non faccio dei tuoi nemici lo sgabello per i tuoi piedi”. E Salmo 9 menziona anche la imminente distruzione del diavolo, gridando “Tu siedi nel Tuo trono, Tu che giudichi la rettitudine, Tu hai rimproverato i pagani e il malefico è distrutto”. E il Salterio non nasconde che Lui riceverà tutto il giudizio dal Padre, anzi ci mostra in anticipo che Lui diverrà il Giudice di tutti in Salmo 72, “Dai i Tuoi giudizi al Re e la Tua giustizia al Figlio del Re, affinché Egli possa giudicare il Tuo popolo con rettitudine e i tuoi afflitti con giustizia”. Nel Salmo 50 ancora leggiamo, “Egli convocherà i cieli da sopra e la terra, per giudicare il Suo popolo. E i cieli dichiareranno la Sua rettitudine, perché è Dio stesso il giudice”. L’82° allo stesso modo dice “YHWH sta nell’assemblea dei potenti, tra di loro Egli giudica i giudici”. Apprendiamo inoltre, in diversi passaggi dello stesso libro, riguardo la convocazione dei Gentili, specialmente in quelle parole del Salmo 47, “Battete insieme le vostre mani, o tutti voi Gentili, gridate a YWHW con la voce del trionfo”; e ancora nel 72°, “Gli Etiopi cadranno davanti a Lui, i Suoi nemici lambiranno la polvere. I re di Tarshish e delle isole porteranno tributi, i re di Arabia e Saba Gli offriranno doni”. Tutte queste cose sono cantate nel Salterio e allo stesso modo sono mostrate separatamente negli altri libri.

Il Salterio riflette tutta la letteratura biblica

9. Il mio vecchio amico sostiene giustamente che le cose che troviamo nei Salmi riguardo il Salvatore sono contenute anche negli altri libri delle Scritture; egli sottolinea il fatto che una interpretazione è comune a tutte le altre e che tutte queste hanno solamente una voce nello Spirito Santo. Inoltre, continuò egli nel suo discorso, il contrario è vero in una certa misura perché, così come il Salterio include gli argomenti speciali di tutti gli altri libri, allo stesso modo questi spesso contengono qualcosa delle caratteristiche speciali del Salterio. Per esempio Mosè scrive un canto; Isaia fa lo stesso e Habacuc offre preghiere in forma di canto. E allo stesso modo in ogni libro incontriamo qualcosa simile di profezia, legislatura e di storia; perché lo stesso Spirito è in tutti questi e Lui, essendo in natura Uno e Indivisibile, è dato interamente a ciascuno: sebbene Egli sia diverso nelle Sue manifestazioni verso l’umanità e ciascuno che è istruito da Lui e Lo riceve amministra la parola secondo le necessità del momento. Quindi, come ho detto prima, Mosè è a volte profeta un salmista, e i Profeti occasionalmente comunicano sia leggi (come “Lavati, pulisciti. Lava il tuo cuore, detergilo dalla malvagia, o Gerusalemme”), sia registrano eventi storici come quando Daniele narra la storia di Susanna o Isaia ci racconta sul Rabshakeh e Sennacherib. Similarmente, il Salterio, la cui funzione speciale è di dar voce a canzoni, generalizza in forma cantata materie che sono trattate dettagliatamente in altri libri, così come ti ho mostrato. Addirittura a volte stabilisce leggi, come “Allontanati dall’ira e lascia andare il dispiacere, inclina il tuo cuore dal male e fai del bene. Cerca la pace e tenta di ottenerla,” cosi come ci narra la storia del viaggio di Israele e profetizza l’avvento del Salvatore, così come ho appena detto.

Il Salterio riflette tutti i movimenti dell'animo umano

10. Vedi, quindi, che la grazia di questo Spirito è comune ad ogni scrittore e a tutti i libri delle Scritture, e differisce nella sua espressione solo a seconda delle necessità e del volere dello Spirito. Pertanto è ovvio che l’unica cosa che importa ad ognuno degli scrittori è di conservare con fermezza la grazia che personalmente ha ricevuto in modo da compiere perfettamente la sua missione individuale. E, tra tutti i libri, il Salterio ha certamente una grazia veramente speciale, una scelta di qualità degna di considerazione; perché oltre alle caratteristiche che condivide con gli altri, ha una meraviglia propria e particolare, che all’interno di esso sono rappresentati e ritratti i movimenti dell’anima umana in tutte le loro grandi varietà. È come un quadro in cui vedi te stesso ritratto e osservandolo puoi comprendere e di conseguenza plasmare te stesso seguendo il modello fornito. Altrove nella Bibbia puoi leggere solo che la Legge comanda di fare questo o quello, ascolti i Profeti per apprendere sull’avvento del Salvatore oppure ti rivolgi ai libri storici per imparare le gesta dei re e di uomini pii; ma nel Salterio, al fianco a queste cose, impari riguardo te stesso. In esso trovi dipinti tutti i movimenti della tua anima, le sue mutazioni, i suoi alti e bassi, le sue cadute e le risalite. Inoltre, qualunque sia la tua particolare necessità o turbamento, dallo stesso libro puoi selezionare una forma di parole che si addicano alla situazione, di modo che non è un semplice ascoltare e andare avanti, ma imparare il modo di rimediare al tuo male. I divieti di compiere malvagità abbondano nelle Scritture, ma solo il Salterio ti dice come obbedire a questi ordini e astenersi dal peccare. Il pentimento, per esempio, viene ripetutamente comandato; ma pentirsi significa smettere di peccare e sono i Salmi a mostrarti come muoversi a pentimento e con quali parole può essere espressa la contrizione. Ancora, San Paolo dice, “l’afflizione produce perseveranza e la perseveranza esperienza, l’esperienza porta speranza e la speranza non confonde” ed è nei Salmi che troviamo scritto e descritto come devono essere affrontate le tribolazioni e che dovrebbe dire colui che è afflitto, sia nel momento della sofferenza sia quando le afflizioni cessano: l’intero processo del Suo metterci alla prova è presentato nei Salmi e ci viene mostrato esattamente con quali parole manifestare la nostra speranza in Dio. Oppure prendi il comandamento “rendi grazie in ogni cosa”. Il Salmo non solo ci esorta di essere grati, ma ci forniscono con le parole giuste da dire. Ci viene detto anche da altri scrittori che tutti coloro che vivono devotamente in Cristo subiranno persecuzioni; anche in questo caso i Salmi provvedono parole con cui sia coloro che fuggono la persecuzione sia coloro che la soffrono possano rivolgersi adeguatamente a Dio, e fa lo stesso per coloro che sono stati liberati dalla persecuzione. Siamo comandati altrove nella Bibbia di benedire il Signore e di riconoscerlo: qui nei Salmi ci viene mostrato il modo con cui fare ciò, e con quale sorta di parole la Sua maestà possa essere propriamente confessata. Infatti per ogni circostanza nella vita, troveremo che queste divine canzoni ci si addicono e soddisfano in ogni occasione le necessità della nostra anima.

11. Esiste inoltre un’altra cosa strana riguardo i Salmi: negli altri libri delle Scritture leggiamo o ascoltiamo le parole di uomini santi, come se appartenessero solo a coloro che le hanno pronunciate e non come se fossero nostre; e allo stesso modo le gesta in essi narrati sono per noi materiale da ammirare ed esempi da seguire, ma non si tratta di cose che abbiamo compiuto noi stessi. Con questo libro tuttavia, quantunque uno legga le profezie sul Salvatore con reverenza e timore reverenziale, nel caso di tutti gli altri Salmi è come se uno leggesse le proprie parole; e chiunque le ascolta è mosso nei sentimenti, come se dessero voce per lui ai più reconditi pensieri. Per rendere ciò più chiaro e come San Paolo senza il minimo timore di ripeterci, ci siano concessi alcuni esempi. I patriarchi hanno detto molte cose, tutte riferite a se stessi: anche Mosè parlò e Dio rispose. Elia ed Elishama seduti sul Monte Carmelo, implorarono il Signore e dissero “Così come è vero che YHWH vive, di fronte al cui cospetto mi trovo” e gli altri profeti, nel parlare specialmente sul Salvatore, anch’essi si rivolgevano ora verso Israele ora diretti ai gentili. Tuttavia nessuno avrebbe mai detto le parole dei patriarchi come se fossero le loro, o avrebbero osato imitare le espressioni di Mose o usare come fossero loro proprie le parole di Abramo a riguardo il grande Isacco, o su Ismaele e lo schiavo nato in casa, anche se una simile necessità li avesse quasi costretti a farlo. Neanche se alcun uomo soffre con coloro che soffrono o si trova preso dal desiderio di qualcosa di migliore, direbbe mai come disse Mosè “Mostrati a me” o “Se vuoi perdonare il loro peccato allora perdonalo, altrimenti cancellami dal Tuo libro che Tu hai scritto”. Nessuno userebbe mai come se fossero proprie, le parole di lode o di biasimo dei profeti né direbbe “YHWH vive, davanti alla cui presenza sto in questo giorno”. Perché colui che legge questi libri sta evidentemente leggendo non le sue proprie parole ma quelle di uomini santi e di quelle persone delle quali essi scrivono; ma la meraviglia del Salterio sta nel fatto che, escluse le profezie sul Salvatore e alcune riguardo i Gentili, il lettore pone tutte le parole del Salterio nelle proprie labbra come se fossero le sue; ed ognuno canta i salmi così come se fossero stati scritti per il proprio beneficio e li prende e li recita non come se qualcun altro stesse parlando o se si stessero descrivendo i sentimenti di un’altra persona, bensì come se stesso parlando in prima persona, offrendo le parole a Dio come espressioni del proprio cuore così come se egli stesso le avesse elaborate. Non le considererà come le parole dei patriarchi né come quelle di Mosè e degli altri profeti: al contrario è audace da farle proprie e considerarle scritte per sé stesso. Sia che abbia osservato la Legge oppure che l’abbia violata, i Salmi descrivono le sue proprie gesta; ognuno finisce con il trovare in essi la sua vera natura e, che sia un’anima fedele oppure un peccatore, ognuno legge in essi descrizioni di se stesso.

La particolare pregnanza del canto dei Salmi

12. Mi sembra oltretutto che, siccome i Salmi servono da specchio per coloro che li cantano, nel quale uno vede riflesso se stesso e la propria anima, non può resistere dal renderli in tale maniera che le loro parole giungono a destinazione con eguale intensità a coloro che le sentono cantare e muovono anch’essi ad una simile reazione. A volte è il pentimento che viene generato in questa maniera, come nelle parole che muovono la coscienza del Salmo 51; un’altra volta, udendo come Dio aiuti coloro che sperano e hanno fede in Lui, anche colui che ascolta gioisce e inizia a rendere grazie, come se quel grazioso soccorso fosse già suo proprio. Per fare un altro esempio, un uomo che porta le sue afflizioni nella sua mente canterà Salmo 3; Salmi 11 e 12 per esprimere la sua propria fede e preghiera; e cantando il 54°, 56°, 57° e il 142° non è come se qualcun altro fosse perseguito bensì rende lode a Dio come reazione alla propria esperienza. Ogni altro Salmo è pronunciato e composto dallo Spirito nella stessa identica maniera: come in uno specchio, i movimenti delle nostre proprie anime si rifletto in esso e le parole sono effettivamente le nostre, date a noi per servire come promemoria delle nostre mutazioni di condizione e come ordito e modello per il miglioramento delle nostre vite.

Un modello di vita

13. Questa è l’ulteriore bontà del Salvatore che essendo divenuto uomo per il nostro bene, non solo Egli ha offerto in sacrificio il Suo proprio corpo in nostra vece, affinché Egli potesse redimere tutti dalla morte ma anche, desiderando di mostrarci la Sua propria celeste e perfetta maniera di vivere, Egli espresse questo nella Sua propria persona. Era come sapendo quanto il demonio può raggirarci facilmente che Egli ci ha dato per rassicurarci la promessa della sua propria vittoria che Egli ha vinto in nostra vece. Ma Egli non si è fermato li: Egli è andato ancora oltre e Lui medesimo ha compiuto le cose che egli ci ha comandato. Pertanto ogni uomo può ascoltarlo ed allo stesso tempo vedere nel Suo comportamento un modello per il proprio, così come Egli ha ordinato “Imparate da Me, perché sono mite e di cuore umile”. In nessun’altra parte troviamo un insegnamento così perfetto come nella vita del Signore. Sopportazione, amore per l’umanità’, bontà , coraggio, misericordia, rettitudine, tutte questi sono Sue caratteristiche; e allo stesso modo nessuna virtù manca in colui che contempla la vita umana di Cristo. È come se sapendo ciò, San Paolo disse “Siate emulatori di me, così come io stesso lo sono di Cristo”. I legislatori Greci avevano sicuramente una grande padronanza del linguaggio; ma il Signore, il vero Signore di tutti, che si prende cura di tutte le Sue opere, non solo ha emanato precetti ma ha anche fornito Sé stesso come modello di come queste devono essere compiute, in modo che tutti potessero sapere ed imitarlo. E pertanto, prima di scendere tra di noi Egli ha abbozzato per noi il modello della Sua vita perfetta attraverso le parole, in questo stesso libro dei Salmi; in modo che, così come Egli ha rivelato Se stesso nella carne quale il perfetto, celeste Uomo, così nei Salmi anche gli uomini di buona volontà potessero vedere ritratto il modello di vita e in esso trovare la guarigione e la propria correzione.

14. Quindi in breve, se serve aggiungere altro per rendere chiaro il punto, l’intera divina Scrittura è maestra della virtù e della pura fede, ma il Salterio rende un quadro della vita spirituale. E, così come uno che si avvicina a un re terreno osserva le formalità in quanto ad abbigliamento, portamento e all’uso delle parole, sia mai che trasgredendo queste maniere venga reputato uno zotico, allo stesso modo uno che cerca di vivere la buona vita ed imparare circa la condotta del Salvatore nel corpo, viene in primo luogo ricordato da questo libro sacro su quale sia la condizione della propria anima, quindi fornito con parole appropriate per l’uso di un supplicante. Perché è una caratteristica di questo libro che i Salmi che lo compongono sono di tanti tipi differenti. Alcuni come il 73, 78, 114 e 115 sono nella loro forma narrativi; alcuni sono esortativi, come 32, 97 e 103; alcuni sono profetici, per esempio 22, 45, 47 e 110; altri, in tutto o in parte, sono preghiere a Dio, come lo sono 6, 16, 54, 102; altri sono confessioni, considerevolmente il 51mo , alcuni denunciano i malvagi come il 14; mentre ancora altri, come 8, 98, 117, 125 e molti altri, esprimono ringraziamento, lode e giubileo, Salmo 66 da solo fa speciale riferimento alla Resurrezione del Signore.

Una parola per ogni occasione

15. È possibile per noi, pertanto, trovare nel Salterio non solo il riflesso dello stato della nostra anima, insieme alla didattica ed esempi per tutte le condizioni possibili, ma anche una forma adatta di parole con le quali piacere il Signore in ciascuna delle occasioni che si presentano nella nostra vita, parole sia di pentimento che di ringraziamento, in modo che non cadiamo nel peccato; perché non renderemo conto solo delle nostre azioni di fronte al Giudice, ma anche per ogni parola oziosa da noi detta (Matteo 12:36). Supponi quindi, per esempio, che vuoi impartire benedizioni ad ognuno: troverai la maniera per farlo in Salmo 1 e similmente in 32, 41, 112, 119, 128. Se vuoi rimproverare la cospirazione dei Giudei contro il Salvatore, hai Salmo 2. Se sei perseguito dalla tua stessa famiglia e contrastato da molti, recita Salmo 3; e quando vuoi rendere grazie a Dio al termine della tua sofferenza, canta 4 e 75 e 116. Quando vedi il maligno che ti vuole intrappolare e vuoi che la tua preghiera giunga alle orecchie di Dio, alzati presto e canta Salmo 5; e se ti senti sotto la nube del Suo dispiacere, puoi recitare 6 e 38. Se qualcuno complotta contro di te, come Ahithophel fece contro Davide e qualcuno te lo riferisce, canta Salmo 7 e riponi la tua fiducia in Dio, che ti libererà.

16. Contemplando la redenzione dell’umanità e la grazia universale del Salvatore, canta al Signore Salmo 8; e con questo stesso Salmo o il 19° puoi ringraziarlo per il raccolto. Per la vittoria sul nemico e per la salvezza del creato, non prendere la gloria su te stesso ma, sapendo che è il Figlio di Dio che ha portato le cose ad un lieto compimento, canta a Lui il Salmo 9. E se qualcuno vuole allarmarti, canta l’ 11° , sempre confidando nel Signore. Quando vedi lo sconfinato orgoglio di molti, e il male in abbondanza così che tra gli uomini (o almeno così sembra) non rimane alcuna cosa sacra, rifugiati nel Signore cantando Salmo 12. E se questo stato di cose si protrae per lungo tempo, non disperarti come se Dio ti avesse dimenticato ma imploralo attraverso Salmo 27. Se udissi altri bestemmiare la provvidenza di Dio, non unirti a loro nella loro profanità piuttosto intercedi verso Dio usando il 14° e il 53°. E se al contrario vuoi imparare quale sorta di persona sia il cittadino del regno dei cieli, canta Salmo 15. Ancora, quando hai bisogno di pregare contro i tuoi nemici e coloro che ti mettono in difficoltà i Salmi 17, 86, 88 e 140 faranno al tuo caso; e se vuoi sapere come pregò Mosè hai il Goto (5). Quando sei stato liberato da questi nemici, canta Salmo 18; e quando sei meravigliato dall’ordine del creato e dalla buona provvidenza di Dio che è compresa in esso ed ai sacri precetti della Legge, 19 e 24 daranno voce alla tua preghiera; mentre 20 ti doterà di parole per confortare e per pregare con altri nell’afflizione. Quando tu stesso sei cibato e guidato dal Signore e gioisci nel riconoscerlo, il 23° ti attende.

17. Sei circondato dai nemici? Allora innalza il tuo cuore a Dio e canta Salmo 25, vedrai sicuramente i peccatori messi in fuga. Qualora persistano, il loro istinto omicida non spento, allora abbandona il giudizio dell’uomo e prega a Dio, il Solo Giusto, che Lui da solo giudicherà secondo la giustizia biblica, usando i Salmi 26,35 e 43. Se i tuoi avversari attaccano ancor più duramente e divengono una grande schiera che ti sbeffeggia come se tu non fossi ancora consacrato, non aver timore ma canta ancora Salmo 27. Non prestare alcuna attenzione né alla debolezza della tua umanità o alla sfrontatezza del loro attacco ma grida incessantemente a Dio usando Salmo 28. E quando desideri la giusta maniera per avvicinarti a Dio in gratitudine, con intelletto spirituale canta Salmo 29. E infine, quando dedichi la tua casa, che è la tua anima in cui ricevi il Signore e la casa dei tuoi sensi, in cui il tuo spirito dimora nel corpo, rendi grazie e canta il 30° e, dai Salmi Graduali, il 127°.

18. Ancora, quando trovi te stesso odiato e perseguitato da tutti i tuoi amici e parenti a causa della tua fede in Cristo, non disperarti per questo né abbi timore di loro, ma mettiti da parte e, guardando verso il futuro, canta Salmo 31. E quando vedi persone battezzate e redente da questo mondo malvagio, sii pieno di ammirazione per l’amore di Dio verso gli uomini, e in ringraziamento per loro canta il 32°. E ogniqualvolta un numero di voi voglia cantare insieme, se tutti sono retti e virtuosi allora usate il 33°. Quando sei caduto tra i nemici ma hai evaso per saggio rifiuto il loro cattivo consiglio, raccogli insieme un numero di uomini santi e con loro cantate il 34°. E quando vedi come siano zelanti i senza legge nei loro atti malvagi, non pensare che il male sia innato in loro, come alcuni falsi maestri insegnano, ma leggi Salmo 36 e vedrai che essi stessi sono gli artefici dei loro peccati. E se vedi gli stessi uomini malvagi tra altre scelleratezze tentare di attaccare i deboli e tu desiderassi mettere in guardia le loro vittime, di non prestar loro attenzione né di invidiarli, poiché costoro verranno presto ridotti a un nonnulla, sia a te stesso che ad altri recita il 39°; e se, quando egli attacca e tu soffri afflizione e desideri apprendere il valore della tolleranza, canta Salmo 40. Quando vedi gente povera, costretta a elemosinare il proprio pane e vuoi mostrar loro pietà, puoi plaudere coloro che hanno li hanno già aiutati e spronare altri a simili opere di misericordia usando il 41°.

19. Ancora, se sei infiammato dal desiderio per il Signore, non essere turbato dallo scherno dei tuoi nemici ma, conscio del frutto immortale che tale desiderio porta con sé, conforta la tua anima e di’ il 42°. Quando desideri ricordare dettagliatamente la gentilezza amorevole che Dio mostrò ai padri, sia durante il loro esodo dall’Egitto che nel deserto, e per meditare quanto è buono Dio e quanto privi di gratitudine siano gli uomini, hai il 44°, il 78° l’89°, il 105°, 106°, 107° e anche il 114° e il 115°. E il 46° farà al tuo caso quando dopo essere stato liberato da afflizioni corri verso Dio e vuoi rendergli grazie e proclamare tutta la Sua amorosa misericordia manifestata verso di te.

20. Ma supponi ora che tu abbia peccato ed essendo stato messo in confusione, ti stia pentendo e implorando perdono, allora hai le parole di confessione e pentimento nel Salmo 51. Oppure sei stato diffamato e vedi il calunniatore vantarsi di ciò che ha fatto: allora vai via e di’ Salmo 52. E quando ti perseguitano e ti diffamano come fecero gli Zifei e gli stranieri a Re David, non essere turbato ma con totale fiducia in Dio canta lodi a Lui, usando i Salmi 54 e 56. Se la persecuzione continua ancora a seguirti pesantemente e colui che cerca di toglierti la vita entra nella grotta in cui ti stai nascondendo (anche se egli non sa che sei li), allo stesso modo non aver paura; perché anche in tali situazioni estreme come è questa hai incoraggiamento in Salmo 57 e anche nel 142°. Può essere che il cospiratore che dia ordini affinché la tua casa venga messa sotto controllo e tuttavia tu riesci a sfuggire; allora rendi grazie a Dio e fai che Salmo 59 sia scritto nel tuo cuore come su una colonna, in memoria della tua liberazione. E se non solo i tuoi nemici ti colpiscono sui denti ma anche coloro che credevi amici ti riprendono, ti calunniano e ti feriscono profondamente, puoi sempre chiedere aiuto a Dio adoperando Salmo 55. Contro gli ipocriti e coloro che esultano nelle apparenze, rimproverali con il 58°. Ma contro coloro la cui inimicizia è tale da volerti addirittura toglierti la vita, devi semplicemente opporre la tua obbedienza al Signore, senza alcun timore ma al contrario sottomettendoti al Suo volere mentre loro crescono più feroci nella loro rabbia, e la forma delle tue parole per questo sarà dal 62° Salmo. Qualora la persecuzione ti spinga nel deserto, non avere paura come se lì tu fossi da solo in quanto Dio è con te ed all’alba puoi cantare a Lui il 63°. E se il timore dei nemici e dei loro incessanti complotti ti perseguitasse anche lì, sebbene essi siano in grande numero o talmente insistenti nel seguirti, anche allora non devi cedere; perché le frecce giocattolo di un bambino sono sufficienti a ferirli quando hai nelle tue labbra i Salmi 64, 65, 70 e 71.

21. Il 65° Salmo farà al tuo caso ogni volta tu voglia cantare lodi al Signore: e se vuoi insegnare a chiunque sulla Resurrezione, canta il 66°. Quando chiedi misericordia dal Signore, lodalo con il 67°. Quando vedi uomini malvagi beneficiati da prosperità e pace, e uomini buoni in seria difficoltà, non essere offeso o turbato da questo ma di’ Salmo 73. Quando Dio è adirato con la Sua gente, hai sagge parole di conforto in Salmo 74. Quando hai occasione di testimoniare riguardo Dio, 9, 71, 75, 92, da 105 a 108, 111, 118, 126, 136 e 138 fanno al tuo caso; e Salmo 76 quando usato intelligentemente, di dota di una risposta per i pagani e gli eretici, mostrando che la conoscenza di Dio non è affatto in loro ma solo nella Chiesa. E quando il nemico prende possesso della tua dimora o rifugio, anche se profondamente molestato e afflitto, non disperare ma prega: e quando il tuo grido è stato ascoltato, rendi grazie a Dio usando Salmo 77. E se hanno profanato la casa di Dio e ucciso i santi, gettando i loro corpi agli uccelli da preda, non essere affranto né impaurito da tali crudeltà ma, soffrendo con coloro che lo stanno soffrendo, supplica in loro vece a Dio usando Salmo 79.

22. Salmi 81 e 95 sono adatti se vuoi cantare in una festa insieme ad altri servi del Signore; e quando il nemico ancora una volta ti circonda, minacciando la Casa di Dio e unendo forze contro i Suoi santi, non aver timore né del loro numero né delle loro forza, perché hai a tua disposizione una solida ancora di salvezza in Salmo 83. Se inoltre contempli la Casa di Dio e la Sua eterna dimora, e li desideri fortemente, così come fu per l’Apostolo, allora di’ l’84°; e quando finalmente la loro rabbia si è placata e tu sei nuovamente libero, dai voce alla tua gratitudine nell’85° e nel 116°. Per vedere la differenza tra Chiesa e scisma e per confondere gli scismatici puoi dire l’87°. Per incoraggiare te stesso e altri nel timore di Dio e per mostrare quanto sia senza paura l’anima che ripone speranza in Lui, di il 91°.

23. Vuoi rendere grazie nel giorno del Signore? Allora di’ il 24°; di Lunedì, il 95°; e se è un Venerdì, le tue parole di lode sono nel 93°, perché è stato quando la Crocefissione si è compiuta che la Casa di Dio è stata costruita, poiché tutti i nemici hanno tentato di impedirlo, pertanto è appropriato cantare di venerdì una canzone di vittoria, così come è questo Salmo. Salmo 96 è adatto qualora la Casa di Dio sia stata catturata, distrutta e quindi ricostruita; e quando la terra trova riposo dalla guerra e la pace ritorna, canta “il Signore è Re” nel 97°. Vuoi cantare di Mercoledì? Allora il Salmo è il 94°; in quanto è stato nel quattro giorno dal Sabato che il Signore attraverso il Suo tradimento entrò nella Sua passione, attraverso la quale egli ci avrebbe redento e per cui Egli trionfò gloriosamente. Pertanto quando leggi nell’Evangelo come di Mercoledì i Giudei si riunirono contro il Signore, vedendolo così arditamente sfidare il diavolo per nostro conto, canta le parole del 94° Salmo. E ancora, quando vedi la provvidenza e il potere di Dio in tutte le cose e vuoi istruire altri nella Sua fede ed obbedienza, fai loro recitare il Salmo n.100. E quando hai sperimentato tu stesso il Suo potere nel giudizio (poiché la Sua giustizia è sempre temperata dalla Sua misericordia) il Salmo seguente esprimerà le tue necessità.

24. Se attraverso la debolezza della tua natura e lo sforzo della vita ti dovessi trovare destituito e povero, canta per la tua consolazione Salmo 102 ed usa i due che lo seguono per elevare il tuo cuore in riconoscente lode a Dio, come dovremmo fare in e durante ogni circostanza. I Salmi 105, 107, 113, 117, 135 e dal 146° al 150° non solo mostrano le ragioni per cui Dio debba essere lodato, ma ci dicono anche come farlo. Hai tu fede come il Signore ha ordinato e credi nelle preghiere che proferisci? Allora recita il 116° Salmo, dal decimo verso in poi. Senti come l’Apostolo che adesso puoi sforzarti nel proseguire verso la meta, dimenticando tutto ciò che sta dietro? Allora hai i quindici Salmi Graduali per ogni passo della tua avanzata.

25. Un’altra volta, forse, ti rendi conto che sei stato sviato dalle indicazioni di altri – bene, allora nel momento in cui lo percepisci, smetti di peccare e piangi, come lo fecero in passato presso le acque di Babilonia, usando Salmo 137. Siccome il valore di ognuno è precisamente provato dall’essere tentato, Salmo 139 farà al tuo caso quando ringrazi Dio per avere per una prova passata senza fallire. E se il nemico ancora una volta ti acciuffa e tu desideri essere libero, allora recita il 140°. Per preghiera e supplica, canta Salmi 5, da 141 a 143 e 146. Un qualche Golia si è mosso contro il popolo e te stesso? Non temere ma affidati a Dio come fece David e canta le sue parole nel Salmo 144. Quindi, meravigliandoti alla benevolenza di Dio verso ognuno e tenendo a mente la Sua bontà nei confronti tuoi e di tutti, lodalo ancora con le parole di David in Salmo 105. Vuoi cantare a Lui? Usa 96 e 98. Qualora, debole come sei, vieni tuttavia scelto per qualche posizione di autorità tra i fratelli, non devi vantarti come se fossi superiore a loro, piuttosto glorifica il Signore che ti ha scelto e canta Salmo 151 (6) che è specialmente il Salmo di David. E come Salmi in lode di Dio, avendo alcuni di essi il titolo Alleluia, hai i seguenti: da 105 a 107, da 111 a 118, 135, 136, da 146 a 150.

26. Se, ancora, vuoi cantare Salmi che parlano specialmente riguardo il Salvatore, troverai qualcosa in quasi tutti; ma 45 e 110 si riferiscono alla Sua Generazione dal Padre ed il Suo avvento nella carne, mentre 22 e 69 annunciano la santa croce, gli angoscianti complotti che Egli subì e quali gravi cose Egli ha sofferto per il nostro bene. Anche il 3° e il 109° mostrano i tranelli e la perfidia dei Giudei e come lo tradì Iscariota; 21, 50 e 72 Lo espongono come Giudice e predicono il Suo secondo avvento nella carne tra noi; mostrano anche la chiamata dei Gentili. Il 16° mostra la Sua resurrezione dai morti, nella carne, il 24° e il 47° la Sua ascensione in cielo. E nei quattro Salmi 93, 96, 98 e 99, sono manifestati tutti i benefici che ci derivano dalla Passione del Salvatore.

L'importanza di cantare i Salmi

27. Questo, pertanto, è il carattere del Libro dei Salmi e tali gli usi per i quali può essere adoperato, alcuni utili al rimprovero di singole anime, altri come appena detto, per anticipare l’avvento in forma umana del nostro Salvatore Gesù Cristo. Ma non dobbiamo omettere di spiegare le ragioni per cui parole di questo tipo non debbano essere semplicemente dette ma rese con melodia e canto; perché effettivamente ci sono alcune persone semplici tra di noi che, sebbene credano che le parole siano ispirate, tuttavia pensano che la ragione per cui vanno cantate sia semplicemente per renderle più piacevoli all’orecchio! Non è affatto così; le Sacre Scritture non sono progettate per solleticare palati estetici, piuttosto è per il tornaconto dell’anima che vengono cantati i Salmi. Questo è principalmente per due ragioni. In primo luogo, è opportuno che le sacre scritture debbano lodare Dio in poesia così come in prosa, perché la più libera, meno ristretta forma di verso con cui sono costruiti i Salmi, insieme ai Cantici e alle Odi (7), assicurano che attraverso di questi gli uomini debbano esprimere il loro amore verso Dio con tutta la forza e il potere che possiedono. In secondo luogo, la ragione risiede nell’effetto unificante che hanno i Salmi in coloro che cantano. Perché cantare i Salmi richiede tanta concentrazione dell’intera essenza di un uomo verso di essi che, nel farlo, la sua solita disarmonia mentale e la risultante confusione del corpo viene risolta, come se le note di diversi flauti sono unite dall’armonia in un unico effetto; di conseguenza non viene più scoperto a pensare bene e a fare male, come fece Pilato quando sebbene dicendo “non trovo alcuna causa di morte in Lui” tuttavia permise ai Giudei di fare come volevano; né desiderando il male sebbene incapace di compierlo, come fecero gli anziani nel loro peccato contro Susanna – o, per quel motivo, come fa ogni uomo che si astiene da un peccato e tuttavia desidera di compierne molti altri.

28. Ed è in ordine che la melodia possa così esprimere la nostra armonia spirituale interna, così come le parole danno voce ai nostri pensieri che il Signore stesso ha ordinato che i Salmi vengano intonati e recitati in forma cantata. Inoltre è desiderio e gioia del cuore il farlo in modo aggraziato, come è scritto “è qualcuno tra di voi felice? Che canti!” e se nelle parole vi è qualcosa di rigido, irregolare o ruvido, la musica lo smorzerà allo stesso modo in cui nelle nostre stesse anime la tristezza è alleviata quando cantiamo “perché sei allora così grave, o anima mia, che mi tormenti?” e viene ammessa la disfatta quando uno canta “i miei piedi erano quasi andati” e la paura è fermata dalla speranza al cantare :”YHWH è il mio aiuto, non avrò timore di ciò che può farmi l’uomo”.

Cantare con la lingua e l'intelletto

29. Bene, allora coloro che non leggono le Scritture in questa maniera, ovvero che non cantano le Canzoni Divine intelligentemente bensì solo per il proprio piacere, sicuramente sono da condannare, poiché la lode non si addice alle labbra di un peccatore. Ma coloro che cantano così come ho indicato, in modo che la melodia delle parole scaturisca naturalmente dal ritmo dell’anima e la sua propria unione con lo Spirito, costoro cantano con la lingua e anche con l’intelletto, e non solo loro né traggono beneficio ma anche coloro che vogliono ascoltarli. Così fu con il benedetto David quando suonò per Saul: compiacque Dio e allo stesso tempo rimosse da Saul la pazzia e la rabbia e fece tornare la pace al suo confuso spirito. Alla stessa maniera, i sacerdoti con il loro cantare contribuirono a calmare gli spiriti della gente ed aiutarono a unirli con coloro che dirigono il coro celeste. Pertanto, quando i Salmi vengono cantati, non è da alcun semplice desiderio di ascoltare musica soave piuttosto l’espressione esteriore dell’armonia interiore che si ottiene nell’anima, perché tale recitazione armoniosa è in se stessa l’indice di un cuore pacifico e bene ordinato. Il rendere lode a Dio, armonicamente su di uno strumento come cimbali bene accordati, cetra o il salterio a dieci corde è come sappiamo, un segno esteriore che i membri del corpo e i pensieri del cuore sono, come gli stessi strumenti, in proprio ordine e controllo, ognuno di essi vivendo e muovendosi insieme dal grido e dal fiato dello Spirito. E similarmente, come è scritto che “dallo Spirito un uomo vive e mortifica le sue azioni fisiche” così colui che canta accorda la sua anima, correggendo gradualmente il suo ritmo fallace cosi[ che alla fine, essendo pienamente naturale ed integrato, non ha paura di niente, ma in pacifica libertà da tutte le immaginazioni futili può applicarsi con maggiore bramosia verso le cose buone prossime. Perché un’anima propriamente ordinata dal cantare le sacre parole dimentica le proprie afflizioni e contempla con gioia solo le cose di Cristo.

30. Quindi, mio figlio, che chiunque legga questo libro di Salmi prenda il suo contenuto semplicemente come ispirato da Dio; e che ognuno selezioni da questo, come dai frutti di un orto, quelle cose di cui vede bisognoso egli stesso. Perché credo che nelle parole di questo libro sia coperta tutta la vita umana, con tutti i suoi stati e pensieri, e che nient’altro possa essere trovato nell’uomo. Perché a prescindere da ciò che cerchi, che sia pentimento e confessione, o aiuto in difficoltà e tentazione o sotto persecuzione, piuttosto che sei stato liberato da cospirazioni e tranelli o al contrario, sei triste per qualsiasi ragione oppure, vedendo te stesso progredire e il nemico sconfitto, vuoi rendere lode e grazie e benedire il Signore, per ognuna di queste cose il Salterio ti mostra cosa fare e in ogni caso le parole che vuoi sono scritte per te, e tu puoi recitarle come se fossero tue proprie.

I Salmi vanno cantati così come sono senza artifici

31. È doveroso tuttavia un avvertimento. Nessuno deve permettersi di essere persuaso da alcun motivo di qualsiasi sorta, di decorare i Salmi con materie estranee o alterarne l’ordine oppure di cambiarne le parole. Devono essere cantati e intonati senza alcun artificio così come sono stati scritti, cosicché gli uomini santi che ce li hanno dati, riconoscendo le loro parole, possano pregare con noi (8), e che lo Spirito, che ha parlato attraverso i santi, riconoscendo le stesse parole che Egli ha ispirato, possa anche Lui unirsi a noi. Perché come le vite dei santi sono più amorevoli di molti altri, così anche le loro parole sono migliori di quanto possano esserlo le nostre e sono anche di maggiore giovamento, a condizione che vengano pronunciate da un cuore virtuoso. Poiché con queste parole essi stessi compiacquero Dio e nel pronunciarle, come dice l’Apostolo, “soggiogarono regni, apportarono rettitudine, ottennero promesse, arrestarono le bocche di leoni, estinsero il potere del fuoco, fuggirono la punta della spada, furono resi forti dalle debolezze, distrussero nemici potenti in guerra, misero in fuga armate di alieni, donne ricevettero i loro morti attraverso la resurrezione”.

I Salmi sono preghiere che Dio esaudisce

32. Lasciamo pertanto che chiunque reciti i Salmi abbia una sicura speranza che attraverso di questi Dio presterà prontamente ascolto a coloro che sono bisognosi. Perche se un uomo è in afflizione quando li dice, in essi egli troverà gran conforto; se è tentato o perseguitato, si troverà più abile nell’affrontare la prova e sperimenterà la protezione del Signore, che difende sempre coloro che pronunciano queste parole. Con queste un uomo sconfiggerà il diavolo e metterà in fuga i nemici. Se ha peccato, usandole si pentirà; se non ha peccato, si troverà nel gioire che si sta protendendo verso le cose elevate e, lottando in tal modo, troverà la vittoria nel potere dei Salmi. Mai un tale uomo sarà scosso dalla verità piuttosto confuterà coloro che tenteranno di ingannarlo e a indurlo in errore; e non è alcun maestro umano che ci promette ciò, ma le stesse Divine Scritture. Perché Dio ordinò a Mosè di scrivere una grande canzone e di insegnare il popolo e a colui che Egli appuntò al comando Egli dispose anche di scrivere Deuteronomio, per averlo sempre nella sua mano e per meditare incessantemente sulle parole in esso contenute; perché queste sono sufficienti in se stesse sia per chiamare a virtù le menti degli uomini e a portare aiuto a chiunque le pondera con sincerità. È fatto certo che quando Giosuè il figlio di Nun, entrò nella terra promessa e vide gli ordini dei ranghi dei pagani e dei re degli Amoriti schierati contro di lui, di fronte a tutte quelle spade ed armi egli lesse Deuteronomio nelle orecchie di tutti e ricordò loro le parole della Legge e quindi, avendo così armato il popolo, sconfisse il nemico. Anche Re Giosia, quando trovò il libro e lo lesse interamente a tutti, smise di temere i suoi nemici. E in ogni momento in cui la guerra minacciava Israele, l’Arca in cui le tavole della Legge erano conservate veniva portata fuori dinnanzi alle schiere, ed era un sufficiente ausilio contro ogni spiegamento, eccetto quando vi era tra coloro che la portavano oppure in altre parti tra la gente , qualsiasi prevalenza di ipocrisia o di peccato, per la fede e un onesto stato mentale sono sempre necessari qualora la Legge debba essere un efficace alleato nel compimento dei voti dell’uomo.

33. E ho sentito, disse il vecchio uomo, da uomini saggi, che in tempi antichi in Israele mettevano i demoni in fuga leggendo solo le Scritture, e allo stesso modo svelarono complotti contro di loro orditi da uomini. Per questa ragione egli ha additato come degni della massima condanna coloro che trascurano le Scritture e invece usano parole ad effetto tratte da alte fonti ai fini di compiere cosiddetti esorcismi. Quelli che commettono simili cose, ha detto, giocano con le parole sacre e si offrono ai demoni come oggetti di derisione, come fecero i Giudei, i figli di Sceva, quando tentarono in tal modo di esorcizzare l’uomo ad Efeso. Dall’altro canto, i demoni temono le parole di uomini santi e non le possono sopportare; perché il Signore stesso è nelle parole delle Scritture e questi non Lo possono sopportare, come hanno dimostrato quando gridarono a Cristo “Ti prego, tormentami ma non prima del tempo”. Allo stesso modo Paolo comandò gli spiriti impuri e demoni erano soggetti ai discepoli. La mano del Signore era anche su Elisha il profeta, che profetizzò sulle acque a tre re, quando il menestrello suonò e cantò secondo il Suo ordine (Re II:3). Così vale per noi oggi: se qualcuno ha a cuore gli interessi di coloro che soffrono, che usi queste parole ed allo stesso tempo aiuterà ancor più quelli che soffrono e allo stesso tempo proverà la sua fede essere vera e forte; così Dio, percependolo, elargirà ai supplicanti una salute perfetta. Ben sapeva il santo Salmista che, quando disse nel 119°: “mediterò nei Tuoi giudica menti: e non dimenticherò le Tue parole”; e ancora “Le Tue Leggi erano le mie parole nel luogo del mio soggiornare” Perché con queste parole tutti loro mostrarono la loro salvezza, dicendo: “se la Tua legge non fosse la mia meditazione, allora io sarei perito nella mia umiliazione”. Paolo anche diede forza ai suoi discepoli con simili parole dicendo “meditate queste cose, dimorate in esse affinché il vostro progresso sia reso visibile”. E così anche tu, Marcellino, meditando i Salmi e leggendoli intelligentemente, con lo Spirito come tua guida, sarai in grado di carpire il significato di ciascuno, fin quanto tu lo desideri. E ti sforzerai anche di imitare le vite di quei santi che per primi le pronunciarono.

Fine

Note

  • 1 Le traduzioni dalle Sacre Scritture sono letterali dal testo di Atanasio, non corrispondono a versioni ufficiali
  • 2 Questo Salmo è intitolato nella Septuaginta Un Salmo di David, quando il Tabernacolo veniva trasportato.
  • 3 La scelta di usare nella traduzione in Italiano YHWH deriva dal fatto che in Ebraico il Tetragrammaton ha un significato molto più ampio che “Signore” nella Septuaginta o “l’Eterno” in Diodati et alt.., riteniamo quindi che YHWH sia più appropriato.
  • 4 Atanasio si riferisce con molta probabilità agli Gnostici .
  • 5 Intitolato, nella Septuaginta, la Preghiera di Mosè
  • 6 Questo Salmo si trova solo nella versione Greca. Una traduzione viene fornita a P. 43
  • 7 Il riferimento è probabilmente agli inni in Esodo 15:1-18, Deuteronomio 32:1-43 ed Habakkuk 3, che vengono chiamate Odi nella Septuaginta. Possono essere inclusi anche alcuni altri inni dell’Antico Testamento, come la Canzone di Anna e il Benedictus.
  • 8 Atanasio ha evidentemente una concezione non propriamente biblica sulle anime dei morti