Storia/Il pensiero cristiano nel mondo moderno dal 1800 in poi

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Il pensiero cristiano nel mondo moderno dal 1800 in poi

La Riforma diede vita a tré confessioni di grande rilevanza nell'ambito della Chiesa occidentale — il Cattolicesimo romano (nei termini definiti al *Concilio di Trento), il Luteranesimo (nei termini definiti nella "Confessione Augustana e nella *Formula di concordia) e il Calvinismo (nei termini definiti nel * Catechismo di Heidelberg e nella Confessione di Westminster). Per gran parte del periodo che va dal 1500 al 1800 il dibattito teologico si svolse principalmente all'interno di queste confessioni — fu il periodo della cosiddetta "teologia confessionale". Nel corso di questi ultimi due secoli la situazione ha subito un notevole mutamento.

Durante i secoli medioevali e fino al 1700 circa, la verità del cristianesimo fu in larga misura indiscussa nell'ambito della cristianità. Nel Medioevo probabilmente si lottò per riuscire a stabilire una relazione tra fede e ragione. Le dispute della Riforma riguardavano la natura del vero cristianesimo. Ma la verità del cristianesimo era pressoché fuori discussione. Il xvill secolo vide nascere un importante movimento, il «deismo», che perorava la causa di una religione semplificata e "pura", basata sulla ragione, in alternativa alle superstizioni della rivelazione cristiana. Il deismo era in realtà una religione d'opposizione, anche se ciò poteva essere talvolta sottilmente camuffato sotto il pretesto di un ritorno al cristianesimo primitivo o all'essenza stessa del cristianesimo. Il deismo sfidò la chiesa dall'esterno; ciononostante, alla fine del xvill secolo la teologia delle chiese era ancora prevalentemente ortodossa. Durante i secoli XIX eXX, il quadro è cambiato in modo significativo.

Nel mondo moderno, la fede cristiana ha dovuto affrontare una vasta gamma di sfide:

• // razionalismo.In modo circoscritto nel XVII secolo, ma su scala molto più vasta durante il xvill, il cristianesimo cominciò a essere attaccato in nome della ragione. Con il deismo l'attacco prese inizialmente le forme di un concetto negativo della Divinità e della religione, ma di lì a poco si trasformò in una vera e propria opposizione a Dio e alla religione. Nel xix secolo l'ateismo e l'agnosticismo (termine coniato daT.H. Huxiey nel 1870) divennero per la prima volta parole comuni nell'Occidente cristiano. La fiducia nel potere della ragione ha avuto i suoi alti e bassi nel mondo moderno, ma l'attacco alla rivelazione è continuato senza tregua, caratterizzando un'epoca in cui sono state messe in discussione tutte le autorità tradizionali — non soltanto quelle cristiane.

La scienza. La scienza moderna spuntò nel XVII secolo su un terreno irrigato dal cristianesimo. Se da un lato le reali scoperte scientifiche hanno avuto pochissima rilevanza nel confermare o smentire il cristianesimo, la scienza moderna ha influito su di esso in vari altri modi. Il metodo scientifico comporta la verifica di ogni affermazione e l rifiuto di qualunque autorità che si ponga al di sopra della critica. Avendo riscontrato un enorme successo in campo scientifico, tale metodo ha di conseguenza incoraggiato un pari scetticismo nei confronti dell'autorità anche in campi in cui la sua applicazione non sarebbe altrettanto pertinente. La scienza moderna, poi, non soltanto ha dato origine alla tecnologia, che ha trasformato la nostra vita, ma ha anche contribuito ad attaccare alla radice il senso di dipendenza dell'uomo da Dio. Come ha ben notato Bertrand Russell, è molto più facile che preghi un pescatore su una barca a remi, che uno su un motopeschereccio. I benefici procurati dalla tecnologia, inoltre, rendono più facile vivere soltanto in funzione di questo mondo, disinteressandosi di quello a venire.

La critica storica. Nel XIX secolo affiorò la critica storica, cioè, unnuovo e più rigoroso approccio alla storia, operato da un nuovo genere di storici professionisti. Lo storico critico non ragiona più in termini di autorità, che raramente potrebbero essere messe in discussione, bensì di fonti, che devono essere analizzate e provate. Questo tipo di metodo, applicato alla storia cristiana, ha avuto effetti devastanti: i resoconti biblici sono stati esaminati spesso da parte di studiosi le cui convinzioni erano ben lungi dall'essere ortodosse, con il risultato che la Bibbia è stata considerata sempre meno come un'autorità da accettare, e sempre più come una fonte da criticare. Allo stesso modo, i resoconti della vita di Cristo sono stati analizzati nel tentativo di presentare un'immagine radicalmente nuova di Gesù. Anche la storia della dottrina cristiana è stata vagliata in modo sistematico, per metterne in luce i cambiamenti verificatisi nel corso dei secoli.

La secolarizzazione. Via via che la fede cristiana ha cessato di ricevere universale accoglienza, la società si è indirizzata verso altre basi ideologiche. Per una grossa fetta dell'umanità ciò ha determinato l'adozione di una nuova "religione" secolare: il marxismo-leninismo. Nel mondo occidentale, la società si fonda su presupposti secolari, non religiosi. La religione è sempre più considerata un affare privato, individuale, una questione di scelta personale, come quella di associarsi a un circolo tennistico. Questa evoluzione è stata incoraggiata dal sorgere di una società maggiormente pluralistica, nella quale sono praticate molteplici religioni differenti. Tutti questi cambiamenti hanno messo profondamente in discussione la teologia cristiana. Alla loro base vi è il rifiuto dell'autorità. Fino al secolo scorso, il cristianesimo era considerato quasi universalmente nel mondo cristiano come un "dato", una rivelazione di Dio da accettare per fede. Le dispute teologiche fra tradizioni confessionali diverse potevano riguardare semmai l’identità di quella rivelazione. Ma dal secolo scorso in avanti l'idea stessa di rivelazione è stata radicalmente contestata — non soltanto da non credenti, ma anche da teologi inseriti in chiese tradizionali. Vero è che mettere in dubbio l'autorità in epoca moderna ha avuto un certo valore nell'ambito della teologia: si è verificata infatti una sana confutazione di presupposti malfondati. Il problema è che, se da una parte, nei confronti delle autorità stabilite, lo scetticismo è l'anima stessa della scienza, dall'altra parte esso rappresenta il "bacio della morte" per la teologia. Qualunque religione con qualcosa di più di una superficiale somiglianza con il cristianesimo deve necessariamente fondarsi su qualche autorità. Se il cristianesimo parla di Dio che si rivela in Gesù Cristo e salva l'uomo dalla sua misera condizione, vi dev'essere una certa sottomissione a una rivelazione autorevole. Ma a che cosa occorre sottostare (se così bisogna), e in quali termini? Sono queste le domande che hanno diviso i teologi in epoca moderna. Le differenze significative esistenti fra i teologi attuali concernono sempre meno i contrasti fra confessioni diverse, per riferirsi maggiormente a tutte le confessioni. E ciò sta verificandosi anche nel caso della divisione fra protestanti e cattolici. Infatti, in misura sempre crescente gruppi di protestanti e di cattolici arrivano a scoprire che i punti che li uniscono (ad esempio, l'esperienza carismatica, il liberalismo, la «teologia della liberazione») sono tanto significativi quanto quelli che li uniscono rispettivamente ai loro fratelli protestanti o cattolici.