Storia/Un'antica ed empia alleanza

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Un’antica ed empia alleanza

Come un tesoro perduto, il genuino cristianesimo biblico è stato sommerso dalle sabbie del tempo. Per tutti questi secoli, gran parte del cristianesimo è diventato una sintesi fra umanesimo e semantica biblica – un’autentica empia alleanza. Quasi tutto il 20° secolo è stato caratterizzato dall’abbraccio del cristianesimo con l’illuminismo all’insegna della sovranità dell’uomo. Consideriamone le conseguenze. </header>

Creati all’immagine di Dio

Contrariamente alla persuasione popolare, un Dio esiste, e noi non siamo Lui. Inoltre Dio non è una forza impersonale. Dio è un essere sprituale dotato di personalità con attributi di intelletto illimitato, emozioni, ed auto-determinazione assoluta ed immutabile, cioè di libero arbitrio. Egli è Amore, Luce, ed è il Creatore di ogni cosa.

Adamo ed Eva, il primo uomo e la prima donna, erano stati creati “all’immagine” di Dio. Dio era il loro Creatore. Adamo ed Eva le Sue creature. Non si trattava di una somiglianza fisica, ma di personalità. Adamo ed Eva assomigliavano a Dio nel fatto che possedessero intelletto, emozioni, e volontà. Dio creò la prima coppia affinché essi, e di conseguenza l’intera razza umana che sarebbe da loro scaturita, avesse potuto condividere la vita di Dio, il Suo amore, i Suoi propositi, un “rapporto nutrito” o comunione con Dio.

Poi Dio disse: «Facciamo l’uomo a nostra immagine, conforme alla nostra somiglianza, e abbia dominio sui pesci del mare, sugli uccelli del cielo, sul bestiame, su tutta la terra e su tutti i rettili che strisciano sulla terra». Genesi 1:26

Dio creò l’uomo a sua immagine; lo creò a immagine di Dio; li creò maschio e femmina. Genesi 1:27.

Dio il SIGNORE formò l’uomo dalla polvere della terra, gli soffiò nelle narici un alito vitale e l’uomo divenne un essere vivente. Genesi 2:7

Se da una parte Dio è: infinito, increato, celeste e Fonte stessa della vita; Adamo ed Eva erano: limitati, creati, terreni, e dipendenti in tutto e per tutto dal Creatore della vita. Dio è Sovrano e Supremo (al di sopra di tutti), come pure onnipotente (che può ogni cosa). Sovrano significa sopra tutti, cosa che per sua stessa definizione non può essere condivisa con altri. Egli solo è autonomo, come pure la libertà, nella sua forma più pura, appartiene soltanto a Lui. Tutte le altre creature (uomini ed angeli) possiedono solo una forma secondaria di auto-determinazione, che si può definire come volontà o capacità di scelta. Solo Dio possiede il libero arbitrio!

La CADUTA — “…e voi potrete essere come Dio persino di più !”

Adamo ed Eva erano stati creati in comunione con Dio e la loro volontà era incline a Dio. Questa inclinazione o propensità di comportamento era prodotto del Creatore e attività della creatura, cioè ubbidienza. Dio li aveva ammoniti che la loro eventuale disubbidienza sarebbe risultata in gravi conseguenze: “voi morirete”. Né Adamo né Eva compresero chiaramente che “morire” avrebbe significato non solo decadenza fisica, ma pure separazione spirituale da Dio. Di conseguenza, attraverso la tentazione e la disubbidienza (leggi Genesi 2:16,17 e tutto il capitolo 3), Adamo ed Eva morirono rispetto al loro rapporto con Dio. Istantaneamente soffrirono la separazione spirituale da Dio e la loro volontà fu cambiata e divenne incline a disubbidire (“schiavi” della disubbidienza). Essi conservarono la loro capacità di auto-determinazione (cioè volizione o capacità di scelta), ma la loro propensione di comportamento fu mutata!! Adamo ed Eva passarono da un naturale desiderio di conformarsi alla volontà di Dio ad un innato desiderio di agire indipendentemente ed in modo contrario alla volontà di Dio. La Bibbia definisce questo stato di ribellione come peccato e gli atti individuali di indipendenza come peccati.

Perciò, come per mezzo di un solo uomo il peccato è entrato nel mondo, e per mezzo del peccato la morte, e così la morte è passata su tutti gli uomini, perché tutti hanno peccato… (Romani 5:12)

La morte fisica generalizzata è pure prova che l’umanità è peccatrice. L’evento storico della disubbidienza di Adamo ed Eva viene comunemente denominato fra i cristiani come “la Caduta”. Il primo uomo “cadde” dalla sua posizione originaria, fu sottoposyo a corruzione e divenne alienato dal Creatore.

La nostra eredità

Adamo visse centotrent’anni, generò un figlio a sua somiglianza, a sua immagine, e lo chiamò Set (Genesi 5:3).

Adamo ed Eva non ebbero dei figli prima della Caduta. Dopo la Caduta tutti i loro figli (che includono voi e me) condividono in modo inerente la corruzione dovuta al peccato. Noi nasciamo in questo mondo all’immagine di Adamo – una corruzione dell’originale “immagine di Dio”. Noi tutti portiamo l’immagine di Adamo, siamo tutti scheggie di quell’unico blocco di pietra (eccetto Uno), nasciamo tutti in stato di indipendenza ed alienazione da Dio. Nasciamo “morti nelle trasgressioni e nei peccati”, siamo “in viaggio” verso la morte fisica.

P.S. Tenete pure conto del fatto che alcune forme di peccato non sembrano generalmente offensive a noi o alla società. Però l’essenza di base soggiacente al peccato è sempre la volontà di indipendenza o la ribellione contro Dio, per quanto l’essere umano possa apparire a volte retto, buono e nobile.

La nuova nascita e la nuova natura

L’umanità permane in uno stato di morte spirituale, con un unica propensione o “natura” ed incline verso il peccato, a meno che lo Spirito Santo non dia inizio in un individuo una “nuova nascita”, non lo ricrei “in Cristo”. La nuova nascita ci unisce alla vita di Cristo, una Vita immutabilmente incline verso la giustizia e la santità. Contrariamente a quanto afferma una fallace teoria consolidata nel mondo cristiano, il cristiano non riceve né riconquista al momento della nuova nascita il libero arbitrio. Il credente nato di nuovo, però, possiede due nature.

L’accecamento delle menti

C’è oggi un sistema erroneo di credenze che devasta la Chiesa e paralizza i cristiani. Come citato più sopra, si tratta dell’umanesimo cristiano.


L’UMANESIMO CRISTIANO

L’umanesimo cristiano è una filosofia religiosa che utilizza un vocabolario biblico, ma è fondata sul mito sociologico che l’uomo sia autonomo e che possieda il libero arbitrio. E’ un errore dalle conseguenze devastanti che ingannevolmente spinge i peccatori a credere falsamente di essere salvati, (cioè di essere cristiani), mentre di fatto sono si religiosi, ma fondamentalmente perduti. E’ un mezzo molòto diffuso mediante il quale la mente incredula viene resa cieca all’Evangelo – il vero messaggio della redenzione cristiana.

“Se il nostro vangelo è ancora velato, è velato per quelli che sono sulla via della perdizione, per gli increduli, ai quali il dio di questo mondo ha accecato le menti, affinché non risplenda loro la luce del vangelo della gloria di Cristo, che è l’immagine di Dio” (2 Co. 4:3,4).

L’umanesimo religioso è vecchio di secoli. Il problema stava al cuore stesso dell’odio e dell’opposizione incontrata dal Signore Gesù quando era in questo mondo 2000 anni fa. I leader religiosi giudei di allora (come pure di oggi) negavano quanto abbiamo ereditato dal primo Adamo, respingevano l’idea di essere schiavi del peccato, ed erroneamente credevano di possedere libero arbitrio. Possiamo vedere i termini di questo conflitto in Giovanni 8:31-47. Continuando a diffondersi questo errore, così scriveva l’apostolo Paolo ai cristiani di Roma:

“Dio infatti ha rinchiuso tutti nella disubbidienza per far misericordia a tutti (…) Ma sia ringraziato Dio perché eravate schiavi del peccato ma avete ubbidito di cuore a quella forma d’insegnamento che vi è stata trasmessa; e, liberati dal peccato, siete diventati servi della giustizia” (Romani 11:32; 6:17,18).

Nel procedere attraverso i secoli, però, il Cristianesimo ebbe sempre da combattere per rimanere libero dalla influenza corruttrice e dagli effetti devastanti dell’umanesimo religioso.

Pelagianesimo

Nella prima metà del quinto secolo, un avvocato e moralista inglese, Pelagio, cercò di riformare la Chiesa cattolica-romana. I suoi interessi si concentravano in modo giustificato nel comportamento moralmente lassista del clero e dei membri di chiesa, i quali usavano il fatto della fragilità umana come licenza per l’immoralità.

Pelagio insegnava che l’uomo non eredita da Adamo una propensione per il peccato, possiede libero arbitrio e di conseguenza costruì un sistema di moralismo razionalista. Sebbene accettasse quanto la Bibbia afferma su Adamo ed Eva, ma confidando nella ragione e nell’esperienza, insisteva che un Dio santo e buono non avrebbe comandato all’uomo decaduto quello che gli era impossibile e che chiunque volesse avrebbe potuto vivere libero dal peccato, se solo così avesse scelto. Secondo Pelagio, l’uomo sarebbe autonomo, disinibito, libero di scegliere o per Dio o contro di Lui. Inoltre, egli pure credeva erroneamente che le capacità mentali dell’uomo non erano state influenzate dalla Caduta. Pelagio e i suoi seguaci divennero gli eterni antagonisti teologici di Agostino, vescovo di Ippona (354-430), il quale cercò di difendere la verità della rovina dell’uomo alla Caduta, come registrata da Dio nella Bibbia.

Semi-Pelagianesimo

Per la fine del quinto secolo, attraverso un processo di compromesso e di conciliazione con gli insegnamenti della Bibbia, il Pelagianesimo produsse il Semi-pelagianesimo. E’ stato descritto dal dott. Kenneth Good con queste parole:

[[Sebbene ritenesse molte delle basi filosofiche del suo genitore (il Pelagianesimo) in contrapposizione con la divina rivelazione (cioè la Bibbia), il Semi-pelagianesimo compromise la verità in modo sufficiente da guadagnarsi un uditorio favorevole fra molti cristiani. Divenne, così, una forma molto più pericolosa di infedeltà che il suo genitore. Come tale, a suo tempo, conquistò la Chiesa cattolica-romana tanto da farla ritornare allo stesso Pelagianesimo condannato da Sant’Agostino. Il Semi-pelagianesimo cambiò la sua veste e più tardi tanto alterò la sua voce da essere conosciuto come Arminianesimo, seguendo alcune raffinatezze e riaggiustamenti scolastici|Sebbene ritenesse molte delle basi filosofiche del suo genitore (il Pelagianesimo) in contrapposizione con la divina rivelazione (cioè la Bibbia), il Semi-pelagianesimo compromise la verità in modo sufficiente da guadagnarsi un uditorio favorevole fra molti cristiani. Divenne, così, una forma molto più pericolosa di infedeltà che il suo genitore. Come tale, a suo tempo, conquistò la Chiesa cattolica-romana tanto da farla ritornare allo stesso Pelagianesimo condannato da Sant’Agostino. Il Semi-pelagianesimo cambiò la sua veste e più tardi tanto alterò la sua voce da essere conosciuto come Arminianesimo, seguendo alcune raffinatezze e riaggiustamenti scolastici]]. 1

Notate come sebbene il semi-pelagianesimo fosse stato inizialmente condannato dai leader di Roma, più tardi riacquistò sufficiente popolarità da essere adottato come dottrina religiosa ufficiale della Chiesa cattolica-romana. Da allora è stato difeso e conservato da Roma attraverso i secoli fino a tutt’oggi. Libri recenti di Giovanni Paolo II riaffermano la posizione semipelagiana del Cattolicesimo moderno.

Approssimativamente dal quinto al 14° secolo, la maggior parte dell’Europa giaceva sotto il feudalesimo e l’influenza pervasiva del controllo civile de ecclesiastico della Chiesa cattolica-romana. Questo periodo è chiamato Medioevo e fu generalmente caratterizzato da ignoranza, immoralità e barbarie. La Bibbia era tenacemente sotto il controllo di monaci, preti e vescovi cattolici, i quali così conservavano nell’ignoranza la popolazione in generale al riguardo del contenuto della Bibbia. Però, al seguito delle traduzioni bibliche prodotte ad esempio da William Tyndale (1494-1536), e gli sforzi nel mercato nero per mettere a disposizione la Bibbia alla gente comune nella loro lingua, le tenebre spirituali cominciarono a sollevarsi. La gente era assetata di esplorare il contenuto della Bibbia e trovò come essa potesse essere interprete di sé stessa, contrariamente a quanto affermava Roma. Riflettendo pure la tendenza sempre più diffusa a mettere in questione le autorità stabilite della Chiesa cattolica-romana, in Inghilterra il re Enrico VIII (1491-1547) sfidò la presunta infallibiltà del papa Clemente VII. Re Enrico fece così i passi necessari per separare la Chiesa di Inghilterra dal sistema romano, e nel 1534 aveva pienamente stabilito una Chiesa nazionale ed indipendente, chiamata Chiesa di Inghilterra, chiamata anche Chiesa anglicana, o Chiesa episcopale (in altre parti del mondo). Però, nonostante la separazione istituzionale, l’Anglicanesimo conservò una posizione semi-pelagiana.

Contemporanei a quest’era Martin Lutero (1483-1546) and Giovanni Calvino (1509-1564) pure protestarono contro l’eresia semi-pelagiana di Roma e la sua pretesa di essere autorità ultima. Per questi riformatori, o protestanti, come vennero chiamati, la Bibbia era la sola autorità ultima, non la tradizione o la gerarchia ecclesiastica. Questi personaggi ed i loro seguaci lasciarono una profonda traccia, molte volte con il loro stesso sangue, nella storia medioevale, liberando progressivamente grandi parti dell’Europa dalla tirannia, ma non tanto dalla presenza della gerarchia cattolica-romana e del semi-pelagianesimo.

Contrariamente a quanto di solito si dice, la bandiera della Riforma protestante non era “la giustificazione per fede”. Meglio, era “la giustificazione per grazia mediante la fede” edificata sul solido fondamento della grazia sovrana del Dio che elegge e dell’umana rovina come registrata nella Bibbia (Ef. 2:8,9). Nessun errore pelagiano vi sarebbe tollerato! I protestanti originali insegnavano che l’essere umano non possiede alcun libero arbitrio, ma è schiavo del peccato. La grazia di Dio (favore immeritato) è la causa della redenzione, la fede è solo un mezzo, uno strumento. Sebbene questa possa essere considerata una differenza semantica sottile, essa non è priva di profonde conseguenze. La distinzione è profonda. Ascoltate che cosa osservò Martin Lutero scrivendo contro lo studioso umanista olandese Desiderio Erasmo ed il Semi.pelagianesimo, nella sua grande opera: Il servo arbitrio.

Ora, mio buon Erasmo, io ti esorto almeno, nel nome di Cristo, a mantenere finalmente la tua promessa. Hai promesso che ti saresti piegato a Colui che insegnò meglio di quanto tu stesso mai avessi potuto fare. Non tenere conto degli altri! Io riconosco che tu sei un grande uomo, adornato di molti dei più nobili doni di Dio – arguzia, erudizione, un’eloquenza quasi miracolosa, per non dire del resto. D’altro canto io non ho e non sono nulla, salvo il fatto di gloriarmi d’essere cristiano. Inoltre, io ti lodo di tutto cuore e ti raccomando anche su questa questione – che tu solo, in contrasto con ogni altro, hai affrontato la questione centrale, la questione essenziale. Tu non mi hai stancato con quelle questioni estranee sul papato, sul purgatorio, sulle indulgenze e su simili bazzecole (rispetto alle quali altri persino vorrebbero la mia testa). Tu, e solo tu, hai rilevato quale sia il cardine su cui tutto il resto gira, e hai cercato di colpire il ganglio vitale” (le sottolineature sono mie). 2

Questo “ganglio vitale” a cui si riferiva Lutero è la verità biblica al riguardo della condizione di perdizione del peccatore e alla sua schiavitù al peccato, in contrasto a qualsiasi forma di eresia pelagiana. Lutero era convinto che questa dottrina fosse vitale per la verità dell’Evangelo cristiano, la cui assenza sempre forma l’ambito più fecondo delle varie false forme di Cristianesimo. Come disse un fratello: “Il mondo non fu più lo stesso dopo la testimonianza resa a Dio da questo fedele Suo servitore”.

L’arminianesimo

L’arminianesimo è un altro sistema religioso umanistico accreditato al teologo del 16° secolo Giacomo Arminio (1560-1609) e i suoi seguaci. Chi era quest’uomo le cui idee influenzano il cristianesimo oggi più di quelle di chiunque altro? Nato ed istruito ad Amsterdam in Olanda, questi divenne ministro della Chiesa riformata e sosteneva vigorosamente il calvinismo di cui essa era indiscussa portatrice. Chiamato un giorno a difendere il Calvinismo dai suoi oppositori, giunse però egli stesso a sostenere che le idee di Calvino fossero indifendibili. Attaccando gli eccessi del Calvinismo e nel tentativo di costruire il proprio sistema di credenze, Arminio attinse sia dal Semi-pelagianesimo e dalla Bibbia elementi atti a creare un nuovo ibrido teologico – poi chiamato Arminianesimo.

Se da una parte il Pelagianesimo ed il Semi-pelagianesimo negavano chi più chi meno gli effetti del peccato di Adamo sulla sua posterità, Arminio cercò di modificare ulteriormente queste posizioni arrivando a quella che avrebbe considerato “una via di mezzo”: un’interpretazione coerente della religione cristiana che non avesse pregiudicato l’umano libero arbitrio. Secondo questa teoria, la volontà umana era stata frustrata dalla Caduta, ma Dio ristabilisce in ogni uomo adeguata libertà (libero arbitrio) da porlo in grado di determinare il proprio destino.

I seguci di Giacomo Arminio, gli Arminiani, elaborarono così le loro concezioni in un documento chiamato la Rimostranza che può essere così riassunta:

1. Dio agisce sulla base della fede o incredulità che Egli prevede. La base per cui Dio concede la Sua grazia è il fatto che Egli preveda che una persona eserciti fede.

2. Cristo morì per ogni uomo senza distinzione, di conseguenza solo coloro che esercitano il loro “libero arbitrio” saranno salvati. L’espiazione operata da cristo non garantisce la salvezza di nessuno. La differenza consiste nella decisione o scelta compiuta dall’uomo.

3. La grazia comune, che è data da Dio a tutti gli uomini, elimina la loro incapacità a fare una scelta per Lui. La volontà dell’uomo è resa libera e non ostacolata dall’esercizio della fede salvifica. Di conseguenza non è vero che l’uomo abbia propensità alcuna contro o in favore di Dio: l’uomo è neutrale.

4. E’ possibile resistere alla grazia. L’essere umano ha la capacità di resistere a qualsiasi sforzo che faccia Dio per salvarlo.

5. Per cui c’è un’aria di incertezza che circonda coloro che sono salvati, perché potrebbero anche perdere questa salvezza. La salvezza finale è possibile per i credenti, però la loro vittoria finale si basa sulla loro fedeltà. L’Apostasia (la caduta definitiva dalla fede) è ben possibile.

Il teologo cristiano Dott. A.H. Strong scrisse bene:

E’ importante comprendere che, secondo l’uso arminiano, la grazia è semplicemente il ristabilimento della capacità naturale dell’uomo ad agire per sé stesso. Essa di per sé non lo salva, ma lo mette in grado di salvarsi da sé… se lo vuole.

Sebbene queste posizioni arminiane furono supplementare, espanse e ulteriormente sviluppate, la loro essenza rimane la stessa. Miles J. Stanford affermò con precisione:

Il loro Dio non determina nulla, non dà nulla, se non la cosiddetta grazia comune che rimuove l’incapacità di scegliere per Lui. Non assicura nulla.

Come sintesi del Semi-pelagianesimo umanista e della Bibbia, l’Arminianesimo insiste che qualsiasi movimento verso Dio dipenda soltanto dalla decisione ultima dell’uomo, e che Dio semplicemente agisca rispondendo a quella decisione. Di conseguenza: è l’uomo ad essere sovrano!

Il fondatore del Seminario Teologico di Dallas, L.S. Chafer, scrisse:

[[L’errore e l’equivoco fondamentale arminiano nel campo della salvezza, è che esso persiste nel cercare di costruire la posizione del cristiano sulla debole e zoppicante vita quotidiana, piuttosto che sui meriti sufficienti ed immutabili del Signore Gesù Cristo. La salvezza arminiana diventa così poco più che un sistema di condotta umano; perché sebbene vi sia incorporata l’idea della rigenerazione, in quel contesto essa non ha alcun valore stabile, essendo appoggiata solo da un preteso merito umano|L’errore e l’equivoco fondamentale arminiano nel campo della salvezza, è che esso persiste nel cercare di costruire la posizione del cristiano sulla debole e zoppicante vita quotidiana, piuttosto che sui meriti sufficienti ed immutabili del Signore Gesù Cristo. La salvezza arminiana diventa così poco più che un sistema di condotta umano; perché sebbene vi sia incorporata l’idea della rigenerazione, in quel contesto essa non ha alcun valore stabile, essendo appoggiata solo da un preteso merito umano]] 3

Ascoltare ancora le succinte parole di Miles Stanford :

Procedendo dal Pelagianesimo umanista piuttosto che dalle Scritture, l’Arminianesinmo fonda la salvezza sulla volontà dell’uomo decaduto. Esso si pone contro la sovranità di Dio e contro la grazia per favorire una religione di opere. L’insegnamento è che Dio, attraverso la redenzione, impartisce una “grazia comune” su tutti gli uomini, rendendo possibile per l’individuo di esercitare il proprio libero arbitrio per o contro Dio. La sua massima è: “Dipende da me il voler credere oppure no, spetta alla grazia di Dio assistere”.

Così è il peccatore che sceglie Dio, non Dio che sceglie il peccatore: questo è il fattore ultimo nella salvezza. Coloro che sono stati eletti da Dio sono stati scelti nel senso che Egli previde la loro fede e le loro buone opere, le quali sono prodotto loro, e non di Dio. Viene esaltata al posto della sovranità di Dio la volontà umana e, secondo questo sistema, l’uomo è il salvatore di sé stesso.

Proprio perché l’arminiano inizia sulla base del proprio libero arbitrio, il suo fine si muove sullo stesso presupposto. Egli sente che proprio come può entrare, egli possa anche uscirne, tutto di sua propria volontà. Questa piccola certezza di salvezza è fondata sul proprio merito temporaneo, con in più qualunque esperienza emotiva egli possa produrre lungo la via. “Dopo aver accettato Gesù non ero sicuro di essere veramente salvato, ma quando ebbi il mio ‘battesimo di Spirito Santo’ e parlai in lingue, allora ne fui certo”. L’esistenza dell’arminiano, dunque è basata solo sull’esperienza, solo per essere minacciata da paure, incertezze, incoerenze e fallimenti.

L’eterna sicurezza fondata sul fatto dell’opera terninata dal Signore Gesù Cristo è decisamente respinta dall’Arminiano. Egli evita accuratamente ogni porzione della Bibbia che stabilisca eterna sicurezza, o, nella migliore delle ipotesi, egli cerca di discreditarla o di negarla. Egli gravita su versetti presi fuori dal loro contesto che sembrano milirare contro la verità di “una volta salvato, per sempre salvato” 4.

Il Metodismo

John Wesley (1703-1791), figlio di un ministro anglicano, pure divenne ministro della Chiesa anglicana. Durante un viaggio in America come missionario della Chiesa episcopale dellla Georgia, egli venne in contatto con credenti della Chiesa dei Fratelli moravi, i quali fecereo molta impressione su di lui con la loro certezza e sicurezza della salvezza. Religioso ma perduto, Wesley divenne molto preoccupato delle incertezze della propria vita e della mancanza che avvertiva di “esperienze” religiose. Dopo aver operato per un po’ di tempo come “missionario” ed aver fallito, tornò in Inghilterra molto afflitto ed andò alla ricerca di una comunità morava. Là ancora riuscì a cogliere uno sprazzo degli effetti della dottrina della giustificazione per grazia mediante la fede, libera dall’errore semi-pelagiano. Dopo aver studiato l’argomento per un po’ di tempo, Wesley testimoniò di avere avuto un’esperienza religiosa che parzialmente somigliava ad una vera conversione. Nel suo diario scrisse:

In quella stessa sera mi recai mio malgrado ad una riunione della società [di fratelli moravi] dove uno stava leggendo la prefazione di Lutero alla lettera ai Romani. Alle nove meno un quarto circa, mentre egli stava leggendo di un cambiamento che Dio opera nel cuore per fede in Cristo, sentii il mio cuore stranamente riscaldato. sentii di aver confidato in cristo, in Cristo solo, per la mia salvezza, e vi fu data la certezza che Egli avesse perdonato il mio peccato, si, proprio i miei peccati, che Egli mi avesse salvato dalla legge del peccato e della morte 5.

Se John Wesley fu davvero salvato, egli comunque rimase molto confuso su ciò che era successo e perché. A suo tempo, però, con l’aiuto del teologo John W. Fletcher, Wesley abbracciò ed incorporò nel suo nuovo movimento, il Metodismo, sia l’Arminianesimo che lo spirito dell’Illuminismo allora prevalente nella cultura secolare. sebbene diversi aspetti sia dell’epoca del Rinascimento che dell’Illuminismo erano culturalmente positivi, fondarsi sempre di più sulla ragione umana in questioni religiose e negando la rivelazione divina e soprannaturale, diventò spiritualmente rovinoso per la Chiesa. Nel 1790, poco prima della sua morte, Wesley pubblicò la biografia del Fletcher nella Rivista arminiana come tributo, così diceva wesley, del “Teologo del Metodismo”.

Notate i commenti conclusivi di Thomas A. Langford, della Duke University Divinity School:

E’ importante che il movimento wesleyano sorgesse durante l’Illuminismo e che quindi abbia portato in sé stesso una sensibilità moderna. E’ stato infatti l’illuminismo a portare la cultura occidentale nel periodo moderno. Più rivoluzionario in occidente che la Riforma, che continuava ad accettare i presupposti della vita medioevale, l’Illuminismo lanciò una sfida alle persuasioni che aveva ereditato su Dio ed affermò l’indipendenza radicale e la competenza della razionalità umana. Per questo gente razionale autonoma diventò la principale realtà 6

La “sensibilità moderna” di Lanford non è nulla di meno che il “libero arbitrio” dell’uomo e la sua conclamata autonomia. Non è forse questo il punto da cui era partito Pelagio 1500 anni prima?

Il movimento Wesleyano di santità e il Pentecostalismo

Sia il movimento di santità del 19° secolo (ad es. la denominazione del Nazareno) che nel 20° secolo il movimento pentecostale, affondano le loro radici nel Metodismo. Lo storico pentecostale Vinson Synian, descrive così questo rapporto:

Sebbene il movimento pentecostale nascesse negli USA, è un fatto di per sé stesso significativo che le sue origini teologiche ed intellettuali vadano ricercate in Inghilterra. Le premesse di base della teologia di questo movimento furono edificate da John Wesley nel 18° secolo. Come prodotto del Metodismo, il movimento di santità come quello pentecostale, traccia le sue origini nell’Anglicanesimo e di là al Cattolicesimo-romano. Questa eredità teologica pongono i Pentecostali al di fuori della tradizione riformata-calvinista, culminata negli USA con i movimenti battisti e presbiteriani. La posizione teologica di base dei pentecostali potrebbe essere descritta come arminiana, perfezionista, premillenarista e carismatica. 7

L’umanesimo cristiano oggi

L’umanesimo cristiano ha coinvolto il protestantesimo di lingua inglese per mezzo del movimento wesleyano (Metodismo) ed i suoi eredi – il movimento di santità e quello pentecostale, il movimento carismatico (sfuggito di controllo) e, ultimo, ma non meno importante gli insegnamenti erratici dell’evangelista Charles G. Finney. La maggior parte delle chiese cristiane si sono trovate ingolfate, in una forma o in un’altra, dall’Arminianesimo. Per nominarne solo alcune: le Assemblee di Dio, l’Evangelo quadrangolare, il movimento di santità-pentecostale, la Chiesa del Nazareno, la Chiesa di Dio, i Mennoniti, i Cattolici-romani, gli Episcopali, i Luterani, i Metodisti liberi, i Battisti del Libero Arbitrio (Free Will Baptists), le Chiese di Cristo, i Discepoli di Cristo, e numerose chiese battiste che hanno abbandonato il loro retaggio dottrinale. Inoltre, l’errore arminiano è la base che ha permeato innumerevoli agenzie nondenominazionali ed interdenominazionali.

Recentemente sono emerse nuove variazioni di umanesimo cristiano come la Word-Faith & Kingdom Now[file:///E:/nuovocd/index.html ,] Latter RainThird Wave Movement ed il “cristianesimo” New Age. Stranamente comincia a formarsi una strana convergenza fra umanisti secolari che stanno mettendo le mani in pasta nella spiritualistà occultista della New Age e i “cristiani new age”.

I secoli 18°, 19° e 20° hanno testimoniato ad un’ulteriore evoluzione dell’originale eresia pelagiana. L’affermazione illuminista della totale auto-sufficienza dell’uomo divenne la base del Deismo di John Locke, dell’Unitarismo di William E. Channing, e del Transcendentalismo di Ralph Waldo Emerson. Questi movimenti formarono i fondamenti sia del Modernismo che del LiberalismoSono queste forze, radicate nell’umanesimo cristiano, che hanno corrotto la comprensione che si ha in occidente della libertà personale, ed hanno condotto al vasto abbandono del rispetto per l’autorità (in particolare per quella di Dio), all’irresponsabilità ed alla decadenza sociale. Oggi l’Umanesimo seculare è diventato la filosofia dominante della cultura occidentale. Questa prospettiva anti-cristiana controlla largamente sia l’istruzione pubblica che i mass-media ed è responsabile di gran parte della militanza anti-religiosa che vi si riscontra.

Durante l’ultima decade del 20° secolo, una filosofia radicale chiamata Postmodernismo ha conquistato sempre più terreno. Come il modernismo prima di esso, l’individuo medio viene bombardato regolarmente da questi punti di vista attraverso la televisione, i giornali e le riviste, gruppi di interesse sociale ed accademici, e persino chiese.

Simile all’eresia affrontata dall’apostolo Paolo nell’antica città mediterranea di Colosse, l’Arminianismo, il Wesleyanismo, il Pentecostalismo ecc. o respingono o contorgono le verità al riguardo della redenzione attraverso l’identificazione con Cristo e sono di conseguenza caratterizzate da anomia carnale e/o ipocrisia autogiustificatoria (leggi Colossesi 2:23). C’è dunque un collegamento riconoscibile fra questi gruppo e le concezioni e credenze religiose delle persone citate all’inizio di questo saggio. Ciascuna abbraccia l’errore umanistico in una forma o in un’altra.

Miles Stanford osserva:

Molti cristiani autenticamente nati di nuovo possono iniziare da ‘Arminiani’ con il loro presunto ‘libero arbitrio’ e la loro vita egocentrica travestita da servizio per Cristo, e poi, graziwe a Dio, approdano alla verità. La tragedia è che però fin troppi mai vanno oltre a questo stadio infantile della vita cristiana e proseguono nell’emozionalismo carnale di un arminianesimo portato alle estreme conseguenze. 8

Questo è vero, ma il fatto molto più serio rimane che l’umanesimo cristiano alletta migliaia e persino milioni di persone non rigenerate, facendole stare a proprio agio in una religiosità confortevole, intossicati con false speranze di redenzione, e sostanzialmente perduti. Inoltre, coloro che abbracciano queste religioni umanistiche presto o tardi si uniranno a coloro che sono “nemici della croce di Cristo” (Filippesi 3:18). Alcune fra le più intense persecuzioni di veri membri del corpo di Cristo provengono dagli aderenti dell’umanesimo religioso e da altre religioni basate su un concetto di libero arbitrio (Gv. 16:2). Come è successo però con Paolo (prima Saulo di Tarso), possa Dio concedere loro misericordia a salvezza (1 Timoteo 1: 13).

Ancora vogliamo affermare:

L’umanesimo cristiano è una filosofia religiosa che utilizza un vocabolario biblico, ma è costruita sul mito sociologico che l’uomo sia autonomo e possieda un libero arbitrio. E’ un errore devastante che ingannevolmente attrae peccatori a credere falsamente di essere salvati (cioè essere cristiani) quando di fatto sono religiosi si, ma perduti. Si tratta di un mezzo molto diffuso per cui la mente incredula viene accecata perché non veda l’Evangelo -il vero messaggio della redenzione cristiana.

Questa affermazione è appoggiata dalla Bibbia, dalla storia della chiesa e dalla testimonianza di individui che Dio ha salvato da questi errori. Di tempo in tempo, cristiani nati di nuovo (2 Co. 5:17) testimonieranno di quanto prima avessero solo creduto di essere cristiani, e di quanto poi siano stati portati a rendersi conto della loro condizione di peccatori e poi sulla vera via della salvezza. Ci si chiede sempre così di nuovo questa domanda: è possibile che si trovi un cristiano veramente nato di nuovo in queste denominazioni e movimenti? La risposta è certo SI. La storia l’ha provato che ci sarà sempre un vasto numero di cristiani male informati o idealisti vi sia presente o che credono di poter riformare le loro chiese. Potranno però davvero farlo? Fino a che punto è possibile fare compromessi “per amor di pace”? Talvolta, però, oppressi dalla resistenza che trovano contro le sane dottrine, essi sono portati assieme dallo Spirito Santo e condotti a stabilire una testimonianza positiva in una chiesa o gruppo biblico sicuro e dottrinalmente sano: questo è incoraggiantye.

Il primo Adamo – l’ultimo Adamo

Quando la verità della nostra condizione “in Adamo” viene diminuita o negata, è inevitabile per quella denominazione, gruppo, o singolo cristiano, scivolare in altri errori o in manifestazioni di comportamento immorale. Di conseguenza, le verità impartite dallo Spirito Santo e registrate dall’apostolo Paolo nella Bibbia, sono di importanza critica.


Note

1._Good,_Kenneth_H.,_Are_Baptists_Calvinists?,_Oberlin,_OH,_1975,_Regular_Baptist_Heritage_Fellowship.|1. Good, Kenneth H., Are Baptists Calvinists?, Oberlin, OH, 1975, Regular Baptist Heritage Fellowship.

2._Martin_Luther,The_Bondage_of_the_Will,_translated_by_J.I._Packer_and_O.R._Johnston,_Old_Tappan,_NJ,_1957,_Fleming_H._Revell_Co.|2. Martin Luther,The Bondage of the Will, translated by J.I. Packer and O.R. Johnston, Old Tappan, NJ, 1957, Fleming H. Revell Co.

3._Chafer,_Lewis,_S.,_Systematic_Theology,_Dallas,_TX,_1969,_Dallas_Seminary_Press.|3. Chafer, Lewis, S., Systematic Theology, Dallas, TX, 1969, Dallas Seminary Press.

4._Stanford,_Miles_J.;_Tri-13_–_Arminius,_to_Calvin,_to_Paul_;_Lakewood,_CO,_1983,_Christian_Correspondence.|4. Stanford, Miles J.; Tri-13 – Arminius, to Calvin, to Paul ; Lakewood, CO, 1983, Christian Correspondence.

5._Langford,_Thomas_A.,_Practical_Divinity|5. Langford, Thomas A., Practical Divinity', Theology of the Wesleyan Tradition, pp. 15, Nashville, TN, 1983, Abingdon Press.

6._Ibid.,_pp._21.|6. Ibid., pp. 21.

7._Synan,_Vinson,_The_Holiness-Pentecostal|7. Synan, Vinson, The Holiness-Pentecostal  Movement in the United States, Grand Rapids, MI, 1971, Eerdmans Publishing.

8._Stanford,_Miles_J.;_Tri-13_–_Arminius,_to_Calvin,_to|8. Stanford, Miles J.; Tri-13 – Arminius, to Calvin, to Paul_;_Lakewood,_CO,1983,_Christian_Correspondence.|Paul ; Lakewood, CO,1983, Christian Correspondence.