Teologia/Il nuovo totalitarismo e la sovranità di Dio sulla storia: differenze tra le versioni

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È con questo Dio che dobbiamo fare. Non ha senso un Dio che non possiamo conoscere o i cui scopi non possiamo conoscere o al quale non possiamo sottometterci. Scrive Giovanni Calvino:
È con questo Dio che dobbiamo fare. Non ha senso un Dio che non possiamo conoscere o i cui scopi non possiamo conoscere o al quale non possiamo sottometterci. Scrive Giovanni Calvino:


“Che giova, insomma, conoscere un Dio con il quale non abbiamo niente a che fare? L'effetto della nostra conoscenza dovrebbe piuttosto essere, in primo luogo, di insegnarci la riverenza e il timore; e, in secondo luogo, per indurci, sotto la sua guida e insegnamento, a chiedergli ogni cosa buona e, quando è ricevuta, ad attribuigliela. Perché come può l'idea di Dio entrare nella tua mente senza far sorgere immediatamente il pensiero che, poiché sei una sua opera, sei obbligato, per la stessa legge della creazione, a sottometterti alla sua autorità?” (Istituzione della Religione Cristiana I, II, 3).
“Che risultato infatti si otterrà nel riconoscere, con gli Epicurei che c’è un Dio, se egli si fosse scaricato del compito di governare il mondo e si compiacesse nell’ozio? Parimenti a cosa servirà conoscere un Dio con il quale non abbiamo nulla a che fare? Al contrario la conoscenza che abbiamo di lui deve insegnarci in primo luogo a temerlo e venerarlo; poi insegnarci a cercare in lui ogni bene e a rendergliene lode. E difatti come potremmo pensare a Dio senza immediatamente pensare, dato che siamo opera sua, che per diritto naturale e di creazione siamo soggetti al suo dominio, che la nostra vita gli è dovuta, che tutto quello che facciamo e intraprendiamo deve essere riferito a lui? Stando così le cose ne consegue con certezza che la nostra vita è tristemente corrotta se non la mettiamo al suo servizio, poiché bisogna avere come unica legge la sua volontà” ([[Letteratura/Istituzione/1-02|Istituzione della Religione Cristiana I,2,2)]].


== Per concludere ==
== Per concludere ==

Versione attuale delle 19:18, 26 gen 2022

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Il nuovo totalitarismo e la sovranità di Dio sulla storia

Ieri, oggi e domani

La vita e la storia senza Dio mancano di quel trionfo che dà senso a ciò che facciamo e come viviamo. I credenti cristiani hanno un senso del destino che gli altri non conoscono. Questo perché il tempo creato da Dio è un regno di azione che si muove verso la vittoria e il trionfo di Dio assicurato dal nostro Salvatore. Al contrario, l'umanista senza Dio non ha una tale certezza nel dare un significato alle azioni passate o presenti, o agli eventi futuri. È un articolo di fede per umanisti, agnostici e atei che Dio non abbia a che fare con lo svolgersi della storia più di quanto non abbia a che fare con la scienza. L'uomo senza Dio non ha alcun senso di origine certa e speranza certa che possa dare un senso al presente. Cerca in ogni momento di distruggere la storia o di sfuggirle e non mostra altro che disprezzo per il futuro.

L'unica cosa certa sarebbe che nulla è sicuro? È sorprendente come qualcuno come Fred M. Vinson, 13° Presidente della Corte Suprema degli Stati Uniti (da giugno 1946 a settembre 1953) avesse potuto fare un'affermazione così contraddittoria come la seguente e nel contempo mantenere la faccia seria quando parlava: "Nulla è così certo nella società moderna rispetto al principio che non vi sono assoluti”. La storia non fa altro che registrare una lotta con un universo impersonale e senza intelligenza diretto dal puro caso. Nel suo romanzo Nausea Jean-Paul Sartre lo riflette: "Ogni esistente nasce senza ragione, si prolunga per debolezza e muore per caso".

Il domani non arriva mai, così dice il vecchio proverbio. Non possiamo fare altro che vivere in un presente senza senso. Uomini e donne nel nostro mondo decadente vivono secondo il detto: “Mangiamo e beviamo poiché domani morremo!” (Isaia 22:13). Ciò che conta è l’oggi. Questa prospettiva domina gli atteggiamenti moderni nei confronti dei beni materiali e guida tutti tranne pochi banchieri ed economisti. Per usare le parole dell'economista John Maynard Keynes: "...alla lunga, siamo tutti morti". In questo mondo è temerarietà risparmiare, ma una virtù contrarre debiti: debiti che col tempo diminuiranno o non saranno mai ripagati.

I cantautori degli anni Sessanta esprimevano continuamente questi sentimenti disperati. Se ne sono andati ma la loro eredità rimane. Joan Baez cantava: "Voi siete gli orfani in un'era senza domani". Bob Dylan si lamentava così "il Titanic salpa all'alba".

Cosa si può fare in una situazione del genere? Con sfacciata arroganza, il presidente John F. Kennedy disse questo: "Tutti i problemi degli uomini sono stati creati dall'uomo e possono essere risolti dall'uomo". Kennedy stava solo riaffermando il concetto rinascimentale di pensatori come Leon Battista Alberti: "Un uomo può fare tutte le cose se lo vuole". In altre parole, l'uomo deve essere il suo stesso salvatore; non c'è altro aiuto esterno oltre a lui. La sua unica scelta è ritagliarsi il proprio destino. Se l'uomo fallisce, sarà colpa sua e le conseguenze potrebbero portare al disastro e alla rovina. Lo scrittore carico di sventura, Gordon R. Taylor, ha scritto: "Le indicazioni attuali sono che il mondo è deciso ad andare all'inferno in carrozza, e questo è probabilmente ciò che farà" (The Biological Time Bomb, 1969, p.151). Nel suo libro, Il passo verso l'uomo , il biofisico JR Platt osserva: “Il mondo è diventato ormai troppo pericoloso per qualcosa che non sia l'utopia” (p.196).

Emersione di un nuovo totalitarismo

Rifiutando l'opera provvidenziale di Dio, gli uomini vi sostituiscono la propria versione della predestinazione. I moderni scienziati sociali e politici si sforzano di sfuggire alle cupe previsioni dei poeti e dei cantautori popolari a modo loro: una vittoria per la razza umana si ottiene solo con il controllo e la previsione totali, con la tirannia. Oggi, la scienza umanistica, le teorie economiche senza Dio, le politiche di ogni colore e credo, hanno il compito di portare ordine dove vedono il caos, cioè dove regna l'assurdità e usando la forza dove necessario. L'ordine sociale deve essere creato e imposto; ci deve essere una pianificazione totale attraverso l'istruzione, l'intervento economico e i controlli ambientali. Ci deve essere il controllo totale senza che nulla sia lasciato alla fortuna giocosa. L'irresistibile volontà della natura deve essere domata e imbrigliata. Al centro di questo progetto sono le funzioni dello Stato, ma anche la scienza, i media, le scuole, le università e tutti gli altri strumenti a disposizione. Tutto deve essere pianificato da un'élite e niente lasciato a sé stesso. La storia non è determinata dalla fortuna o dal destino, dal caos o dal caso, né è nelle mani incapaci di scienziati sociali o politici, ma in quelle del nostro Dio sovrano. La storia ha senso solo per l'eterno decreto di Dio e per l'atto della creazione: «Cerchino il Signore, dice il Signore che fa queste cose, le quali a lui son note ab eterno» (Atti 15:18).

Laddove Dio è stato eliminato, ciò non lascia alcuna legge prima o al di là dello Stato. È l'istanza ultima. Il decreto degli uomini è la legge ultima, l'arbitro finale del bene e del male contro il quale non ci può essere più appello, anzi la tirannia. Lo Stato non commette errori e la sua volontà deve essere realizzata, liberamente o con la coercizione attraverso il sistema giudiziario o con l'azione dellapolizia o dei militari. Tutti gli attributi formalmente dati a Dio sono ora liberamente appropriati dallo Stato moderno: onnipotente, onnisciente, esigente la nostra lealtà e obbedienza incondizionata. In risposta dobbiamo ripetere ciò che Dio ha detto: “Non avere altri dii nel mio cospetto” (Esodo 20:3) e questo comando ha la nostra precedente fedeltà. Con l'apostolo Pietro diciamo: "Bisogna ubbidire a Dio anziché agli uomini" (Atti 5:29). La nostra obbedienza alla legge del paese non è incondizionata, ma si applica solo in quanto essa stessa è soggetta alla legge superiore di Dio. La violazione della legge divina in qualsiasi punto da parte dei nostri stessi legislatori ci solleva dall'obbligo di obbedire a quella legge per non essere trovati nemici di Dio.

Il riemergere di un nuovo totalitarismo non è fantasia cospirativa o paranoia eccessivamente pessimistica, ma è l'inevitabile conseguenza dell'empietà ed è prevista nella Scrittura. Nel suo romanzo Demons [Бесы], lo scrittore russo Fëdor Dostoevskij dipinge quello che deve essere un quadro abbastanza accurato della vita in un mondo del genere: “Un decimo di essa [l'umanità] riceve la libertà personale e un diritto illimitato sugli altri nove decimi. Questi invece devono perdere la personalità, trasformarsi in una specie di armento”.

La mano opprimente e senza Dio della tirannia umana e del dominio del diktat, la forza brutale, impersonale e irresistibile del freddo destino e la macinazione delle leggi autodeterminanti della natura non possono essere un vero sostituto della provvidenza divina e della vita significativa determinata da un amorevole Padre celeste che conosce e possono essere conosciuti, che ha cura e veglia su tutto nell'universo che ha creato, né in effetti lo sono. Il genere umano è in piena ribellione contro Dio. Alludendo ai Salmi, l'apostolo Paolo scrive nella sua lettera ai Romani (3:10-12):

Non v'è alcun giusto, neppure uno. Non v'è alcuno che abbia intendimento, non v'è alcuno che ricerchi Dio. Tutti si sono sviati, tutti quanti son divenuti inutili. Non v'è alcuno che pratichi la bontà, no, neppur uno”.

Il problema fondamentale per tutti gli uomini è il peccato. Il bisogno fondamentale dell'uomo è la redenzione, ma non una che egli stesso può provvedere, bensì solo attraverso il sangue versato dal Signore Gesù e la vita in Lui per poter camminare nelle sue vie. Non abbiamo bisogno di un "nuovo ordine" determinato dalla lotta rivoluzionaria, ma ognuno di noi ha bisogno di essere cambiato, di rinascere dallo Spirito di Dio.

1. La vera storia registra gli eterni propositi di Dio per il mondo che Egli ha creato

Se vogliamo capire che cos'è stata la storia attraverso i secoli, se vogliamo sapere dove dobbiamo ancora andare, dobbiamo iniziare dal punto della Scrittura in cui la storia inizia: alla Creazione. Questa non è una fuga dalla realtà, ma piuttosto un ritorno ad essa. Coloro che negano il racconto letterale biblico e storico della creazione nella Genesi, o lo annacquano in qualsiasi modo, o si compromettono con il pensiero evoluzionistico: non inganniamoci, lo fanno per ragioni filosofiche e religiose e si nascondono solo dietro una pseudo-scienza – è effettivamente ignoranza volontaria. La creazione è una questione di fede prima di essere qualsiasi altra cosa. Prima di ogni altra cosa devo rispondere alla domanda: in cosa credo?

Non è qualcosa di nuovo o un fenomeno "moderno" rifiutare la creazione. Ai suoi giorni, l'apostolo Pietro incontrò i negazionisti della creazione : "Poiché costoro dimenticano questo volontariamente: che ab antico, per effetto della parola di Dio, esistettero de' cieli e una terra tratta dall'acqua e sussistente in mezzo all'acqua" (2 Pietro 3:5). La fede ci sposta dal mondo della mitologia umana e delle storie inventate al mondo della sostanza e della realtà. Per coloro che sono senza Dio, i miti sono più facili da conviverci. Nel mondo dell'immaginazione si possono realizzare i sogni e le speranze della ragione caduta e della volontà dell'uomo. Nel mondo reale della cruda realtà l'uomo deve affrontare i limiti dell'essere una creatura e un peccatore laddove gli vengono dati i limiti di ciò che può fare. Nel suo mondo mitico l'uomo si immagina sovrano e capace di trasformare tutto ciò che lo circonda in ciò che vuole che sia.

La fede si oppone essenzialmente a ogni dominio del mondo; questa è pseudo-creazione, rivalità con Dio. Gli schemi della mente degli uomini, siano essi marxisti, socialisti o democratici, sono considerati reali e necessitano solo di una formulazione e di un potere adeguati per essere trasferiti nella società e nel mondo fisico. Quelli che la pensano diversamente sono persone irrazionali, controrivoluzionari, uomini malvagi, capitalisti, non reali. Imponendo questo mondo mitologico a tutti gli uomini, cercando di renderci tutti "razionali", ci viene negata la libertà, la libertà di pensare come dobbiamo, di obbedire a Dio come dobbiamo, di parlare come dobbiamo. Il trionfo del mito e dell'irragionevolezza ci rende tutti schiavi. I sogni e i miti dei nostri attuali governanti del mondo non sono mai stati più empi e così più pericolosi.

La fede non è un salto nel buio dopo il quale siamo in grado di vedere. No, prima i nostri occhi sono aperti per credere a ciò che Dio ha rivelato nella Sua Parola. “Per fede intendiamo che i mondi sono stati formati dalla parola di Dio; cosicché le cose che si vedono non sono state tratte da cose apparenti” (Ebrei 11:3). Solo allora possiamo vedere. Coloro che rinunciano all'atto creativo di Dio si mettono in una posizione impossibile. Nega la creazione e nessuno è quindi in grado di dare un senso reale né all'attualità né alla storia, a ciò che sta accadendo nel mondo, e ancor meno a ciò che deve ancora venire.

La creazione, come è riportata nella Genesi, fu un evento storico da cui scaturisce tutta la successiva storia umana; nessuna creazione, nessuna storia e nessun senso per nulla. Il significato e le origini sono di scarso interesse per le menti scientifiche moderne, ma il processo e il risultato lo sono. Ciò non sorprende poiché non c'è più il riconoscimento dell'opera provvidenziale di Dio nel mondo naturale come un tempo lo era stato dai primi scienziati; non c'è lode di Lui per tutte le Sue opere. Per i puritani la scienza naturale non era qualcosa che minacciava la loro fede poiché la vedevano come rivelatrice dell'opera di Dio.

Cotton Mather in “The Christian Philosopher”, pensando al sole, scrisse: “Glorioso Dio, tu sei il Padre delle Luci, il Creatore del Sole! ...Godendo dei benefici del sole, glorificherò colui che l'ha fatto: tu solo sei per sempre da adorare, o tu Creatore di quella gloriosa creatura! …Quanto saranno gloriosi i Giusti in quel Mondo, quando brilleranno come il Sole?”.

La creazione è stata un atto di Dio e non un processo. Dio parlò, e così fu. L'intero universo e tutto ciò che contiene senza eccezioni è stato creato da e per il Dio sovrano, onnipotente, onnisciente e trino. “Ogni cosa è stata fatta per mezzo di lei; e senza di lei neppure una delle cose fatte è stata fatta” (Giovanni 1:3). “Poiché da lui, per mezzo di lui e per lui son tutte le cose. A lui sia la gloria in eterno. Amen" (Romani 11:36). “...poiché in lui sono state create tutte le cose, che sono nei cieli e sulla terra; le visibili e le invisibili; siano troni, siano signorie, siano principati, siano potestà; tutte le cose sono state create per mezzo di lui e in vista di lui; ed egli è avanti ogni cosa, e tutte le cose sussistono in lui” (Colossesi 1:16-17).

Il tempo e la storia sono la creazione di Dio, determinata e governata da Lui. Ciò significa che il fondamento di tutto ciò che è accaduto dopo la creazione non si trova in sé stesso. Il fondamento della creazione non è auto-generante o autosufficiente; non può essere scoperto all'interno della creazione, ma si trova nell'eternità, in Dio Creatore. L'eternità non è un'astrazione. È personale ma solo per Dio che solo è infinito, al di sopra del tempo ed eterno. Il piano e lo scopo nel mondo possono esistere solo dove c'è un Dio preesistente, autocosciente e personale. Questo è il motivo per cui la personalità e la coscienza sono così violentemente negate, attaccate e spiegate da uomini senza Dio. I fenomeni naturali impersonali che sono generati dalla contingenza non possono produrre personalità, pianificazione e significato, ma solo assurdità e nulla. Un universo con significato e ragione richiede un Creatore che sia autocosciente e personale. Ogni fatto, ogni evento, ogni dettaglio della vita è stabilito dall'eterno decreto di Dio. «L'Eterno fa tutto ciò che gli piace, in cielo e in terra, nei mari e in tutti gli abissi” (Salmo 135:6).

La storia è molto più di un resoconto o un'interpretazione scritta di ciò che è accaduto nel tempo, o la registrazione di una lunga serie di eventi imprevisti e casuali. La vera storia registra il dispiegarsi degli eterni propositi di Dio rispetto al mondo che ha creato. La storia non è spinta in avanti da impulsi interni di forze naturali impersonali totalmente isolate dal significato e dalla realtà. Dio è il Creatore e soprattutto ha creato. Non è uno di noi, che ci guida tutti in una quasi lotta contro un universo di caos come una specie di combattente per la libertà archetipico che cerca di stabilire ordine e significato dove prima non ce n'erano. Dio ha creato ogni cosa, governa ogni cosa, è al di sopra di ogni cosa e conosce ogni cosa. “...cerchino il Signore, dice il Signore che fa queste cose, le quali a lui son note ab eterno» (Atti 15:18).

Tutti coloro che conoscono le Scritture e conoscono genuinamente la salvezza di Cristo devono sicuramente concordare con questa affermazione della Confessione di fede di Westminster:

“Dio ha ordinato dall'eternità, secondo il sapientissimo e santissimo consiglio della Sua propria volontà, in modo libero ed immutabile, tutte le cose che sarebbero avvenute. Tuttavia, ciò non implica affatto che Dio sia autore del peccato, né che in questo modo Egli forzi la volontà delle creature, o che sia tolta la libertà o contingenza delle cause secondarie. Tutto ciò, al contrario, viene stabilito” (III, 1)

La provvidenza e la predestinazione di Dio è universale, abbraccia tutte le cose, niente accade bene o male che sia al di là della Sua volontà e della Sua sovranità. « per tradurlo in atto nella pienezza dei tempi, e che consiste nel raccogliere sotto un sol capo, in Cristo, tutte le cose: tanto quelle che son nei cieli, quanto quelle che son sopra la terra. In lui, dico, nel quale siamo pur stati fatti eredi, a ciò predestinati conforme al proposito di Colui che opera tutte le cose secondo il consiglio della propria volontà» (Efesini 1:10-11).

1. Comprende tutte le nostre BUONE OPERE: “...perché noi siamo fattura di lui, essendo stati creati in Cristo Gesù per le buone opere, le quali Iddio ha innanzi preparate affinché le pratichiamo” (Efesini 2:10).

2. La predestinazione comprende TUTTO IL MALE DEGLI UOMINI SENZA DIO; include la crocifissione di Cristo e tutte le circostanze che la circondano: "L'Eterno ha fatto ogni cosa per uno scopo; anche l'empio, per il dì della sventura" (Proverbi 16:4); “...quest'uomo, allorché vi fu dato nelle mani per il determinato consiglio e per la prescienza di Dio, voi, per man d'iniqui, inchiodandolo sulla croce, lo uccideste” (Atti 2:23); “E invero in questa città, contro al tuo santo Servitore Gesù che tu hai unto, si sono radunati Erode e Ponzio Pilato, insieme coi Gentili e con tutto il popolo d'Israele, per far tutte le cose che la tua mano e il tuo consiglio aveano innanzi determinato che avvenissero” (Atti 4:27-28)

3. Dio è sovrano anche di fronte ad EVENTI APPARENTEMENTE CONTINGENTI :

“Ma Dio mi ha mandato dinanzi a voi, perché sia conservato di voi un resto sulla terra, e per salvarvi la vita con una grande liberazione. Non siete dunque voi che m'avete mandato qua, ma è Dio; egli m'ha stabilito come padre di Faraone, signore di tutta la sua casa, e governatore di tutto il paese d'Egitto” (Genesi 45:7-8); “E Giuseppe disse loro: 'Non temete; poiché son io forse al posto di Dio? Voi avevate pensato del male contro a me; ma Dio ha pensato di convertirlo in bene, per compiere quello che oggi avviene: per conservare in vita un popolo numeroso” (Genesi 50:19-20); “Si gettano le sorti nel grembo, ma ogni decisione vien dall'Eterno” (Proverbi 16:33). Gli eventi appaiono fortuiti solo a coloro che non hanno comprensione della natura dell'opera provvidenziale di Dio.

4. Dio determina i MEZZI E IL FINE DI TUTTE LE COSE mediante la Sua volontà sovrana:

“ In perpetuo, o Eterno, la tua parola è stabile nei cieli. La tua fedeltà dura d'età in età; tu hai fondato la terra ed essa sussiste. Tutto sussiste anche oggi secondo i tuoi ordini, perché ogni cosa è al tuo servigio” (Salmo 119:89-91); “Ma noi siamo in obbligo di render del continuo grazie di voi a Dio, fratelli amati dal Signore, perché Iddio fin dal principio vi ha eletti a salvezza mediante la santificazione nello Spirito e la fede nella verità” (2 Tessalonicesi 2:13); “...siccome in lui ci ha eletti, prima della fondazione del mondo, affinché fossimo santi ed irreprensibili dinanzi a lui nell'amore, avendoci predestinati ad essere adottati, per mezzo di Gesù Cristo, come suoi figliuoli, secondo il beneplacito della sua volontà: a lode della gloria della sua grazia, la quale Egli ci ha largita nell'amato suo” (Efesini 1:4-6).

5. Ha stabilito LA DURATA DELLA VITA DI OGNUNO: “Giacché i suoi giorni son fissati, e il numero de' suoi mesi dipende da te, e tu gli hai posto un termine ch'egli non può varcare” (Giobbe 14:5); “O Eterno, fammi conoscere la mia fine e qual è la misura de' miei giorni. Fa' ch'io sappia quanto son fragile. Ecco, tu hai ridotto i miei giorni alla lunghezza di qualche palmo, e la mia durata è come nulla dinanzi a te; certo, ogni uomo, benché saldo in piè, non è che vanità” (Salmo 39:4-5).

6. IL POSTO DELLE NAZIONI è nelle Sue mani: "Egli ha tratto da un solo tutte le nazioni degli uomini perché abitino su tutta la faccia della terra, avendo determinato le epoche loro assegnate, e i confini della loro abitazione" (Atti 17:26).

Gli empi non si fermano a cercare di cacciare Dio dalla creazione; continueranno quindi a tentare di rimuoverlo del tutto dall'universo creato. Per loro, Dio non può avere posto davanti agli uomini nell'ordinamento della società, nell'imbrigliare la natura. Dio non avrebbe maggior controllo sul nostro mondo. Anche se fosse vero un grammo di evoluzione, allora la sovranità di Dio sarebbe implicitamente negata e ogni pensiero di predestinazione sarebbe impensabile. Non ci può essere una santa predestinazione senza il fiat della creazione. Se Dio non ha creato il mondo nel modo in cui dice la Bibbia, non può nemmeno governarlo, ma ne sarebbe vincolato allo stesso modo in cui lo siamo noi.

Tutti, consciamente o inconsciamente, accettano una qualche forma di predestinazione.

Molti si oppongono, ma in realtà nessuno vive senza di essa. La vera domanda è sotto quale forma di predestinazione sceglieremo di vivere? Sarà una legge naturale impersonale immaginata e inviolabile che corre all'interno della scienza e della storia e presumibilmente determina tutte le cose? O riconosceremo la volontà sovrana di Dio all'opera nel mondo? A differenza di Dio che è una persona autocosciente e auto-esistente, ci viene detto che la natura governa come una cieca energia inconscia. Tutto quello che possiamo sperare di fare è cercare di domarlo, imbrigliarlo, ordinarlo in qualche modo. Sia nella scienza, nella storia, nell'ambientalismo o nell'economia del "laissez-faire", le leggi naturali sono sovrane. Ciò che la natura richiede deve avere senza che gli vengano poste domande. Non si può resistere alle sue forze brutali. Se accettiamo questa visione della realtà, rifiutando il governo provvidenziale di Dio, spezzando i suoi legami.

La spersonalizzazione dell'arco della storia, la sua riduzione a forze impersonali, biologiche, economiche, psicologiche, è ciò che ci porta all'insensatezza e all'irrazionalità. Ribellati a Dio e non fai nulla per danneggiarlo, ma solo te stesso. Dio rimane immune da ogni opposizione. Cerca di essere un re al posto di Cristo e finirai nella morsa del peggior tipo di schiavitù.L'ordine sociale deve essere realizzato, quindi ci deve essere una pianificazione per la società attraverso l'istruzione, l'assistenza sanitaria e ogni altro mezzo a cui i governanti empi possono pensare. L'uomo è diventato il suo stesso salvatore, è il suo stesso dio.

La predestinazione per il credente orientato alla Bibbia è tutt'altro che opprimente. Per noi è fonte di grande forza e conforto. Sappiamo che nulla può accaderci che sia al di fuori della Sua perfetta volontà e che Egli non vuole altro che il meglio per noi. Ogni evento, buono o cattivo che sia, alla fine collabora per il bene del cristiano. Vive in armonia con il significato e lo scopo che Dio ha per questo mondo e ne è parte attiva. Vivendo nell'ambito della Sua perfetta volontà, il credente cristiano condividerà anche l'ultimo trionfo del suo Salvatore. Ogni evento avvicina la storia di un passo alla fine certa prevista da Dio. “Due passeri non si vendono essi per un soldo? Eppure non ne cade uno solo in terra senza del Padre vostro. Ma quant'è a voi, perfino i capelli del vostro capo son tutti contati. Non temete dunque; voi siete da più di molti passeri” (Matteo 10:29-31).

Lo spirito dell'epoca è il dio di quell'epoca

Ci viene costantemente detto di 'entrare nel XXI secolo' come se la cultura dei tempi dovesse determinare il modo in cui la storia, il Vangelo e tutto il resto devono essere compresi. È come se in un nuovo secolo si applicassero nuove regole, e così tanto male viene scusato. È vero, lo spirito dell'epoca è il dio di quell'epoca, ma il suggerimento è che lo "spirito dell'epoca" è determinante e autorevole rispetto al semplice insegnamento ispirato e infallibile della Parola di Dio.

Di passaggio, dobbiamo ricordare a noi stessi che coloro che si oppongono a una Bibbia infallibile e inerrante devono anche rifuggire dalla predestinazione, poiché l'una non può essere tenuta senza l'altra. Il Dio che conosciamo, amiamo, onoriamo e adoriamo non può fare altro che parlare infallibilmente. Un Dio molto ridotto e limitato, le cui affermazioni e opere sono suscettibili ai capricci della fallibilità umana, è uno che non ha alcun controllo reale né sull'universo creato né su se stesso. La negazione di una Bibbia infallibile è anche la negazione di un Dio sovrano.

Coloro che insistono sul fatto che lo "spirito dell'età" è determinante e autorevole dirà che la verità si trova nel cambiamento continuo piuttosto che nella Parola immutabile del Dio immutabile. Dio cambia con i tempi in ciò che ha da dire e così la Chiesa deve cambiare, dicono. La Chiesa viene così 'battezzata' nel tempo storico, nella 'verità' della storia che cambia di secolo in secolo. Ogni epoca, si dice, porta una nuova parola infallibile, e anche la Bibbia parla in modo diverso a persone diverse in momenti diversi, anche di momento in momento. Niente è stabile, niente è fisso.

“In perpetuo, o Eterno, la tua parola è stabile nei cieli. La tua fedeltà dura d'età in età; tu hai fondato la terra ed essa sussiste. Tutto sussiste anche oggi secondo i tuoi ordini, perché ogni cosa è al tuo servigio” (Salmo 119:89-91); “Cielo e terra passeranno, ma le mie parole non passeranno” (Matteo 24:35).

Secondo la Scrittura, lo "spirito dell'epoca" raggiunge il suo culmine nel grande Stato prostituta di Babilonia. A lei è trasferita l'infallibilità e la totale sovranità. Se dovessimo scegliere di rifiutare l'infallibile Parola di Dio, ci troveremo continuamente di fronte alla mano infallibile del governo umano che rifiuta Dio. “Ma egli rispondendo disse: Sta scritto: Non di pane soltanto vivrà l'uomo, ma d'ogni parola che procede dalla bocca di Dio” (Matteo 4:4). La storia si muove dall'eternità all'eternità; inizia e finisce con Dio, alfa e omega. "Io sono l'Alfa e l'Omega, l'inizio e la fine, il primo e l'ultimo" (Apocalisse 22:13).

Quando i propositi di Dio saranno pienamente realizzati, il tempo non ci sarà più. “E l'angelo che io aveva veduto stare in piè sul mare e sulla terra, levò la man destra al cielo e giurò per Colui che vive nei secoli dei secoli, il quale ha creato il cielo e le cose che sono in esso e la terra e le cose che sono in essa e il mare e le cose che sono in esso, che non ci sarebbe più indugio” (Apocalisse 10:5-6).

2. La vera storia ricorda l’esecuzione della battaglia di Cristo contro l’Anticristo

Non c'è un centimetro quadrato di creazione; né c'è un secondo di tempo che non appartenga a Dio. Li ha creati e gli appartengono. Ogni singola cosa che accade nel mondo intorno a noi, ogni evento, ogni circostanza sociale o economica, o serve Dio o serve Satana per mezzo di qualche falso dio. Ogni atto dell'uomo esprime la fede e il credo di coloro la cui azione è effettuata. Che sia nell'educazione dei nostri figli, nella genitorialità, negli affari o in qualsiasi ambito della vita culturale, la nostra fede in Cristo o la sua mancanza sarà espressa, esplicitamente o implicitamente. Dimostreremo se la nostra fede segue l'insegnamento di Cristo come rivelato nella Scrittura, autorizzata dallo Spirito Santo, o se stiamo seguendo Satana.

La grande frattura

Alla fine tutto serve a promuovere i propositi di Dio e nessun altro. Tuttavia, è la fede divide l'umanità. L'opera della grazia di Dio nel cuore degli uomini si oppone al regno delle tenebre che sorge da un'umanità apostata e ribelle. Tutto ebbe inizio con l'inimicizia che Dio ha posto tra il seme della donna e il seme del serpente. “E io porrò inimicizia fra te e la donna, e fra la tua progenie e la progenie di lei; questa progenie ti schiaccerà il capo, e tu le ferirai il calcagno” (Genesi 3:15).

Il peccato trasforma gli uomini più coraggiosi in codardi e li rende insolenti quando il loro peccato è scoperto. Leggiamo di queste persone ogni giorno sui giornali; li incontriamo nel nostro quotidiano confronto con gli altri. Questo è esattamente ciò che accadde nella Genesi. Di fronte al peccato, le scuse scorrevano a torrenti.

L'inizio del pentimento è riconoscere che è essenzialmente contro Dio che pecchiamo. Dopo che il re Davide ebbe preso Betsabea, il profeta Natan andò da lui e parlò alla sua coscienza, ed egli si pentì. Sebbene il re avesse così tanto, tuttavia aveva voluto prendere la moglie di un altro e nel frattempo farlo uccidere; era sia un adultero che un assassino, entrambi punibili in Israele con la morte. Questo è davvero il vero pentimento! Le parole di Davide sono riportate per noi nel Salmo 51. «Abbi pietà di me, o Dio, secondo la tua benignità; secondo la moltitudine delle tue compassioni, cancella i miei misfatti. Lavami del tutto della mia iniquità e nettami del mio peccato!

Poiché io conosco i miei misfatti, e il mio peccato è del continuo davanti a me. Io ho peccato contro te, contro te solo, e ho fatto ciò ch'è male agli occhi tuoi; lo confesso, affinché tu sia riconosciuto giusto quando parli, e irreprensibile quando giudichi» (Salmo 51:1-4).

Nell'Eden il Tentatore non è stato interrogato da Dio come lo erano Adamo ed Eva perché non aveva risposta da dare, non può per lui conseguire il pentimento, solo perdizione. Il serpente può ferire i talloni degli umani, paralizzarli, ma non distruggerli. Il seme della donna, il Signore Gesù schiaccerà la testa al serpente. Distruggerà le opere del diavolo e il potere del peccato e della morte. Le conseguenze della caduta nel peccato dei nostri progenitori sono rimaste nel corso della storia e la lotta disperata tra i figli della luce ei figli delle tenebre rimane con noi fino ad oggi. Se vogliamo sapere cosa sta succedendo nel mondo, cosa sta succedendo alla nostra nazione, eccolo qui. Il peccato è radicato nel profondo del cuore umano e determina tutto ciò che viene fatto.

Questa grande divisione copre tutta la vita umana. Dio è sovrano su tutto ciò che ha fatto. La regalità di Cristo reclama tutto. Non può esserci riconciliazione tra Belial e Cristo. Questa divisione è evidente nel cuore e nella natura di ogni essere umano nato in questo mondo. Siamo tutti nati ribelli naturali con l'ira di Dio che incombe su di noi. Davide continua: “Ecco, io sono stato formato nella iniquità, e la madre mia mi ha concepito nel peccato. Ecco, tu ami la sincerità nell'interiore;insegnami dunque sapienza nel segreto del cuore” (Salmo 51:5-6).

«...ai quali un tempo vi abbandonaste seguendo l'andazzo di questo mondo, seguendo il principe della potestà dell'aria, di quello spirito che opera al presente negli uomini ribelli; nel numero dei quali noi tutti pure, immersi nelle nostre concupiscenze carnali, siamo vissuti altra volta ubbidendo alle voglie della carne e dei pensieri, ed eravamo per natura figliuoli d'ira, come gli altri» (Efesini 2:2-3).

Al centro della Riforma e della rinascita della religione biblica a quel tempo c'era la dottrina della giustificazione mediante la fede, della riconciliazione con Dio mediante la fede in Cristo solo. Attraverso la rigenerazione l'uomo diventa una nuova creatura in Cristo, la sua coscienza cambia e la sua mente è illuminata dallo Spirito di Dio per comprendere le Scritture. Siamo stati rimossi. «Egli ci ha riscossi dalla potestà delle tenebre e ci ha trasportati nel regno del suo amato Figliuolo» (Colossesi 1:13).

Ci sono due tipi di persone e solo due: credenti e non credenti; vivi In Cristo e morti nel peccato. Di conseguenza, ci sono due approcci opposti a tutto ciò che è culturale, alla scienza, all'arte, alla politica, all'economia e a tutto ciò che si trova sulla terra. Questa antitesi è una benedizione di Dio per preservare il mondo dalla morte. Negare che ciò esista è negare che Cristo è il Signore di tutti e opera nel mondo. Significa suggerire che ci sono questioni che non riguardano Dio, neutrali, sulle quali Egli non esercita alcun controllo in un modo o nell'altro. Laddove c'è stato un cambiamento interiore, quel cambiamento si esprimerà in ogni singola cosa che facciamo. Questa divisione o antitesi colpisce tutto il nostro vivere e pensare; è universale, nulla è escluso. “Cristo ci ha affrancati perché fossimo liberi; state dunque saldi, e non vi lasciate di nuovo porre sotto il giogo della schiavitù … Camminate per lo Spirito e non adempirete i desideri della carne. Perché la carne ha desideri contrari allo Spirito, e lo Spirito ha desideri contrari alla carne; sono cose opposte fra loro; in guisa che non potete fare quel che vorreste” (Galati 5:1:16-17). Come credenti cristiani cammineremo sempre più secondo lo Spirito e sempre meno secondo le concupiscenze della carne.

La Cittadella di Satana e il Regno di Cristo

A partire dalla Genesi, il potere del regno delle tenebre si è rivelato nella storia del mondo e continuerà a farlo per il presente. Questa cittadella di Satana è in costante lotta con il regno di Cristo per il dominio e il cuore e la mente di uomini e donne. Questo sta al centro di una visione biblica della storia e nel suo culmine nel riconoscimento del vero Re.

“...affinché nel nome di Gesù si pieghi ogni ginocchio nei cieli, sulla terra e sotto la terra, e ogni lingua confessi che Gesù Cristo è il Signore, alla gloria di Dio Padre” (Filippesi 2:10-11).

È volontà di Dio che Cristo riporti tutte le cose in cielo e sulla terra ad una giusta relazione con il Padre. Questa è una battaglia impari che Satana e i suoi tirapiedi non hanno possibilità di vincere.I politici, governanti di uomini che ora si pavoneggiano sulla scena mondiale sbuffando e inveire, arroganti nel loro rifiuto di chinare il collo davanti alla legge di Dio, insistendo invece sui propri 'valori', verità e bontà al suo posto, subiranno una totale sconfitta. Gli eventi li raggiungeranno quando meno se lo aspettano. Dato che tutte le cose sono governate dall'eterno decreto di Dio, questo è uno scopo che non può e non verrà meno.

“...di riconciliare con sé tutte le cose per mezzo di lui, avendo fatto la pace mediante il sangue della croce d'esso; per mezzo di lui, dico, tanto le cose che sono sulla terra, quanto quelle che sono nei cieli.” (Colossesi 1:20).

Tutto sulla terra è stato corrotto e sconvolto dal peccato, compresa la nostra cultura e le istituzioni sociali. C'è una portata mondiale verso la redenzione, la ricreazione definitiva di un mondo caduto.

“...perché la creazione è stata sottoposta alla vanità, non di sua propria volontà, ma a cagion di colui che ve l'ha sottoposta, non senza speranza però che la creazione stessa sarà anch'ella liberata dalla servitù della corruzione, per entrare nella libertà della gloria dei figliuoli di Dio. Poiché sappiamo che fino ad ora tutta la creazione geme insieme ed è in travaglio; non solo essa, ma anche noi, che abbiamo le primizie dello Spirito, anche noi stessi gemiamo in noi medesimi, aspettando l'adozione, la redenzione del nostro corpo” (Romani 8:20-23). Il fine della nostra salvezza è la venuta del Regno nella sua pienezza, creazione ricostituita, verso la quale è privilegio di ogni cristiano servire.

3. La vera storia rivela il potere e il trionfo di Cristo

L'approccio di molti storici neo-evangelici è poco diverso da quello delle loro controparti umaniste come RG Collingwood che ha affermato che la verità storica è il prodotto dell'apriori dello storico. Immaginazione. Ha dipinto la propria immagine del passato prima di iniziare. Questo a sua volta determina quali fonti vengono utilizzate nella costruzione del passato. La questione della verità o meno del racconto biblico non è rilevante. La "verità" sarebbe irrilevante. Ogni generazione deve riscrivere la storia a propria immagine. Essi impartiscono alla storia il significato che trovano più utile. Il significato della storia è quello che dicono. Gli uomini creano la verità, creano significato per dichiarazione del fiat. Tali storici sono e sono sempre poco migliori degli spindoctor. Dove la storia ha senso il tempo è significativo, prezioso, da redimere. Dove la storia non ha senso è l'ultimo, il presente è tutto ciò che abbiamo. Dopo essersi liberati di un Dio sovrano, ora cercano di sedersi sul Suo trono e lo fanno creando il significato che desiderano. Coloro che non hanno una solida comprensione del passato non hanno buone speranze per il futuro. David Donald del Dipartimento di Storia di Harvard ha affermato nel 1977 che le lezioni del passato non sono solo irrilevanti ma anche decisamente pericolose.

L'evento più significativo della storia umana è quello dell'opera espiatoria di Cristo compiuta nella sua morte e risurrezione e nella nascita della sua Chiesa. Sulla croce di Cristo si è compiuta la redenzione e Satana è stato sconfitto. Il sogno umanistico di un mondo senza Dio ha ricevuto il suo colpo fatale. Babilonia deve davvero cadere. “Poiché la terra sarà ripiena della conoscenza della gloria dell'Eterno, come le acque coprono il fondo del mare” (Abacuc 2:14).

Coloro che vivono nella ribellione contro Dio nutrono la vana speranza che se si disponesse di tutto ciò che sognano diventerebbe possibile. Anche molti che si professano cristiani presumono erroneamente che coloro che governano le Babeli dei nostri giorni siano coloro che tirano le leve del potere e che controllano il corso della storia mondiale. Lo slancio della storia è guidato da Dio solo in avanti per realizzare la rivelazione ultima del trionfo di Cristo. Le nostre azioni, invece, sono secondarie, dipendenti e derivate. È Dio e solo Dio che fa avverare ciò che ha già fatto e formato nei «tempi antichi», cioè prima ancora che iniziasse la storia stessa. “Non hai tu udito? Già da lungo tempo io ho preparato queste cose, da tempi antichi ne ho formato il disegno. Ed ora le faccio accadere, e tu sei là per ridurre città forti in monti di rovine” (Isaia 37:26).

Non possiamo nemmeno afferrare l'opera che Dio compie, a parte ciò che ci ha rivelato la Scrittura. In sostanza è al di là della portata della nostra comprensione umana anche se siamo in travaglio, anche se ci lavoriamo duramente. Gli uomini, tuttavia, persistono ancora con la loro pretesa sbagliata di completa autonomia e autodeterminazione.

«La scure si gloria essa contro colui che la maneggia? la sega si magnifica essa contro colui che la mena? Come se la verga facesse muovere colui che l'alza, come se il bastone alzasse colui che non è di legno!» (Isaia 10:15). “Io ho visto le occupazioni che Dio dà agli uomini perché vi si affatichino. Dio ha fatto ogni cosa bella al suo tempo; egli ha perfino messo nei loro cuori il pensiero della eternità, quantunque l'uomo non possa comprendere dal principio alla fine l'opera che Dio ha fatta” (Ecclesiaste 3:10-11).

Tutti questi sono strumenti fatti per adattarsi alla mano dell'operaio, per essere usati e controllati da Dio. Gli apostoli si erano recati in Galilea come comandato dal Signore Gesù e sul monte da lui stabilito. Nell'istante in cui videro il Salvatore risorto caddero tutti a terra. La sua stessa presenza è stata sufficiente per ottenere questo. Tuttavia, alcuni nutrivano ancora dei dubbi nei loro cuori. Avevano dubbi su ciò a cui stavano effettivamente assistendo o era qualcosa di più profondo? Il Signore Gesù era davvero risorto dai morti o si trattava di una specie di apparizione, di un sogno? La morte e la risurrezione di Cristo sono centrali per la nostra fede. “ se Cristo non è risuscitato, vana dunque è la nostra predicazione, e vana pure è la vostra fede” (1 Corinzi 15:14). Certamente, un Cristo morto, un Salvatore che non è risorto corporalmente dalla tomba, non potrebbe essere un Salvatore perché allora non sarebbe diverso da nessuno di noi, ma soggetto alla legge del peccato e della morte (Romani 8:2).

Cosa sarebbe accaduto adesso? Come dovevano continuare le cose? Il Signore Gesù era morto sulla croce, risorto dai morti, e stava per salire al cielo. Questa doveva essere la fine o l'inizio? Poi fa questa affermazione sbalorditiva: “Mi è stato dato ogni potere in cielo e in terra. Andate dunque e ammaestrate tutte le nazioni, battezzandole nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito santo, insegnando loro ad osservare tutto ciò che vi ho comandato. Ecco, io sono con voi tutti i giorni, fino alla fine del mondo" (Matteo 28:18-20 CEI).

Sulla base di questa pretesa dà ai suoi discepoli l'incarico di riconquistare gli uomini a Dio: “Andate dunque”. Abbiamo bisogno di ricordare costantemente a noi stessi la connessione tra queste due affermazioni, riconoscendo il terribile potere e autorità che si cela dietro il comando dato agli apostoli. È questo potere che garantisce il successo di ciò che il Signore Gesù ha chiesto ai suoi discepoli di intraprendere; non può fallire. Il trionfo del Vangelo non può mai essere messo in dubbio neanche per un momento. La sua vittoria è assicurata da Colui che le sta dietro e dall'autorità illimitata che possiede. Davanti a questo gruppo di uomini alquanto sconcertato c'è il Signore, il Messia, il Re della gloria, che aveva già ottenuto la vittoria su tutti i Suoi nemici con la Sua morte e risurrezione. Il nostro Salvatore non può perdere. Egli non può che trionfare e noi in Lui, perché i suoi nemici sono già sconfitti.

Questo stesso Signore risorto e onnipotente comanda ora agli apostoli di andare in tutto il mondo e fare discepoli di tutte le nazioni, di battezzarle nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo e anche di insegnare loro tutte le cose che Egli aveva comandato loro. La cosa non nuova è che il Signore Gesù manda gli apostoli a fare discepoli. Lo aveva fatto in un'occasione precedente, quando originariamente erano stati scelti per essere apostoli. Erano già stati scelti per seguire un modo di vivere nuovo e molto diverso. Per aumentare il numero dei seguaci, erano stati chiamati a lavorare alla mietitura, a raccogliere le pecore, a pescare. “Venite dietro a me, e vi farò pescatori d'uomini”(Matteo 4:19). Inoltre, non è particolarmente nuova l'espansione dell'opera degli apostoli che continuano le opere di Gesù. Quello che sta dicendo loro è: io, il Salvatore risorto, sono in possesso collettivo della sovranità di Dio sul mondo intero; Ora vi mando nel mondo. Questo Salvatore è con loro fino alla fine del mondo, senza lasciarli per un momento. Su questo poggia la potenza della Chiesa, la potenza del popolo di Dio, così come l'opera degli apostoli come continuazione dell'opera del Signore Gesù.

Assicura a tutti i presenti davanti a Lui che ogni autorità, ogni potere in cielo e in terra è stato messo nelle sue mani. Chiaramente, stiamo vedendo qualcosa di nuovo. La posizione del Signore Gesù è cambiata rispetto a quella che era stata durante il Suo ministero terreno e prima della Sua morte e risurrezione. “ il quale, essendo in forma di Dio non riputò rapina l'essere uguale a Dio, ma annichilì se stesso, prendendo forma di servo e divenendo simile agli uomini; ed essendo trovato nell'esteriore come un uomo, abbassò se stesso, facendosi ubbidiente fino alla morte, e alla morte della croce. Ed è perciò che Dio lo ha sovranamente innalzato e gli ha dato il nome che è al disopra d'ogni nome, affinché nel nome di Gesù si pieghi ogni ginocchio nei cieli, sulla terra e sotto la terra, e ogni lingua confessi che Gesù Cristo è il Signore, alla gloria di Dio Padre.” (Filippesi 2:6-11).

In precedenza, in tutte le cose aveva pregato il Padre, affidandogli tutto, sottomettendosi con fede al Padre per tutto ciò che gli era necessario per completare la sua opera sulla terra, e Dio ha risposto a tutti i suoi bisogni. “Gesù quindi rispose e disse loro: In verità, in verità io vi dico che il Figliuolo non può da se stesso far cosa alcuna, se non la vede fare dal Padre; perché le cose che il Padre fa, anche il Figlio le fa similmente … Io non posso far nulla da me stesso; come odo, giudico; e il mio giudicio è giusto, perché cerco non la mia propria volontà, ma la volontà di Colui che mi ha mandato” (Giovanni 5:19 e 30). “Gesù dunque disse loro: Quando avrete innalzato il Figliuol dell'uomo, allora conoscerete che son io (il Cristo) e che non faccio nulla da me, ma dico queste cose secondo che il Padre m'ha insegnato. E Colui che mi ha mandato è con me; Egli non mi ha lasciato solo, perché fo del continuo le cose che gli piacciono” (Giovanni 8:28-29).

Tutto ciò che Gesù ha fatto nel Suo ministero sulla terra lo ha fatto in sottomissione e obbedienza a Suo Padre, una qualifica essenziale e necessaria per la Sua opera sacrificale a nostro favore. Morto e risorto, vincitore del peccato, della morte e di Satana, ora è esaltato, ora in questo momento siede alla destra del Padre (Atti 2,33). È una situazione cambiata rispetto all'umiliazione: è esaltazione. Il potere e l'autorità che ha ricevuto non sono ora per l'adempimento di un compito particolare, per perdonare i peccati, per guarire i malati, per camminare sulle acque, ma l'autorità di cui gode ora è su tutto, ovunque, in qualsiasi momento, in cielo e sulla terra. Egli è la fonte di ogni potere e autorità. Il nostro Salvatore ha ricevuto il pieno possesso del governo di Dio nel mondo. Ciò che resta allora è che questo venga "srotolato", per così dire, nel tempo e nello spazio, nella storia umana, culminando nel Suo glorioso ritorno sulla terra, governando visibilmente e nella distruzione finale di tutti coloro che Gli si oppongono.

Che tremendo shock sarà per tutti coloro che ora Gli si oppongono, ridicolizzano la fede, abusano di coloro che Lo seguono. Questo è l'unico evento per il quale non sono preparati. Le loro bocche loquaci saranno finalmente messe a tacere; le insopportabili sciocchezze che ora si dilettano a sputare finalmente non si sentiranno più. Che sorpresa per quegli ipocriti che credevano di conoscerlo, ma non sono suoi e alla fine vengono scacciati.

Il Vangelo come predicazione del Regno di Dio, cioè come predicazione del governo onnicomprensivo di Dio, è l'annuncio di qualcosa che è stato predestinato per il mondo intero fin dall'inizio dei tempi. Questo messaggio, che si trova nell'Antico Testamento, era sempre qualcosa che avrebbe abbracciato il mondo intero. Tutta la terra, il mondo intero, è dove il Regno di Dio prende il sopravvento. Tutti i falsi regni degli uomini, tutte le pretese di governo mondiale da parte di uomini senza Dio che odiano Cristo, mentre possono prosperare per un certo tempo, è solo che la loro caduta può essere maggiore. Alla fine sono destinati a fallire. Cadranno tutti a pezzi come la grande immagine di Nabucodonosor (Daniele 2). Tutti gli uomini senza eccezione saranno costretti a riconoscere la preminenza di Cristo e… “Tutti gli abitanti della terra son da lui reputati un nulla; egli agisce come vuole con l'esercito del cielo e con gli abitanti della terra; e non v'è alcuno che possa fermare la sua mano o dirgli: - Che fai? ” (Daniele 4:35).

Non solo gli ebrei, ma anche i pagani sarebbero stati inclusi in questo regno. Eppure, a causa della loro disobbedienza, Israele sarebbe stato messo da parte per un certo tempo (cfr. Romani 11). Già Giovanni Battista aveva visto che al posto dei figli di Abramo sarebbero subentrati i non israeliti e anche Gesù lo profetizzò. “Or io vi dico che molti verranno di Levante e di Ponente e sederanno a tavola con Abramo e Isacco e Giacobbe, nel regno dei cieli; ma i figliuoli del regno saranno gettati nelle tenebre di fuori. Quivi sarà il pianto e lo stridore dei denti” (Matteo 8:11-12).

Non solo i Giudei della diaspora, ma anche un popolo eletto tra tutti i popoli sarà raccolto alla fine dei giorni da tutte le estremità della terra. “… manderà i suoi angeli con gran suono di tromba a radunare i suoi eletti dai quattro venti, dall'un capo all'altro de' cieli” (Matteo 24:31).

Nelle sue parabole Gesù esprime questa stessa idea più di una volta (cfr Mt 13,37-43.47-50).

Gesù stesso aveva ammaestrato Israele e non ammetteva che durante il Suo ministero fosse ancora giunto il momento che ai pagani fosse offerto il Pane della Vita (Matteo 15:24).

Ora, però, il compito della conversione delle genti era affidato agli Apostoli. Sono la luce del mondo, il sale della terra (Matteo 5:13-16). Senza questo Gesù non potrebbe essere riconosciuto come il Servo di Dio; questo era l'Uomo destinato ad essere una luce per i pagani. “ Ed ora parla l'Eterno che m'ha formato fin dal seno materno per esser suo servo, per ricondurgli Giacobbe, e per raccogliere intorno a lui Israele; ed io sono onorato agli occhi dell'Eterno, e il mio Dio è la mia forza. Egli dice: 'È troppo poco che tu sia mio servo per rialzare le tribù di Giacobbe e per ricondurre gli scampati d'Israele; voglio far di te la luce delle nazioni, lo strumento della mia salvezza fino alle estremità della terra” (Isaia 49:5-6). “«Ora, o mio Signore, tu lasci andare in pace il tuo servo, secondo la tua parola; poiché gli occhi miei han veduto la tua salvezza, che hai preparata dinanzi a tutti i popoli per esser luce da illuminar le genti, e gloria del tuo popolo Israele»” (Luca 2:29-32). “… lodando Iddio, e avendo il favore di tutto il popolo. E il Signore aggiungeva ogni giorno alla loro comunità quelli che erano sulla via della salvazione” (Atti 2:47-48).

Cristo è anche ora un sovrano assoluto che possiede ogni autorità. Egli è la fonte di ogni potere e di ogni autorità ovunque in cielo e in terra. Andiamo avanti sulla base della Sua potenza e autorità e in nessun altro. Dobbiamo “insegnare a tutte le nazioni”, nessuna eccezione – a chi? Che cosa? – “tutto quello che vi ho comandato” . Questa sarà la nostra posizione in tutta questa epoca: "Io sarò con voi fino alla fine del mondo". Cristo, il nostro Salvatore, possiede un'autorità sovrana assoluta ed è quindi la fonte e l'origine di ogni autorità sulla terra e in cielo. Tutte le autorità umane sono quindi limitate e delegate - dipendenti da Lui, “l'Altissimo domina sul regno degli uomini e lo dà a chi vuole” (Daniele 4:32). Nessuno immagini di derivare la sua autorità da nessun altro. Tutte le sovranità sono riunite, unite in Lui all'interno dello scopo di Dio che si sta rivelando. Raggiungerà il culmine nella redenzione dell'intero mondo creato e nella distruzione di tutto ciò che è malvagio e contro Dio.

Tutti coloro che hanno autorità all'interno della società devono la loro posizione a Cristo che ha dato loro i loro poteri. I genitori ricevono l'autorità sui loro figli direttamente da Cristo stesso, non dallo Stato come suppongono tanti umanisti, questo per usurpare il ruolo di Dio. I governi ricevono da Cristo un'autorità delegata e strettamente limitata. Non possiedono poteri universali. Né questo potere è ricevuto dalla volontà del popolo come suppongono i democratici (Romani 13:1-6). I governi sono istituiti a causa della peccaminosità umana, per frenare le azioni degli uomini malvagi e incoraggiare le azioni del bene. Rispondono in primo luogo a Dio piuttosto che a coloro che li mettono lì. Nessuna istituzione umana e terrena possiede poteri globali né può esercitare un'autorità totalitaria sugli uomini. Solo Cristo ha tale autorità onnicomprensiva.

“...poiché in lui sono state create tutte le cose, che sono nei cieli e sulla terra; le visibili e le invisibili; siano troni, siano signorie, siano principati, siano potestà; tutte le cose sono state create per mezzo di lui e in vista di lui” (Colossesi 1:16). Tutto il potere, tutta l'autorità, essendo ora dato nelle mani di Cristo, l'opposizione a quel potere a qualsiasi livello è chiaramente empia. Non c'è ambito della vita in cui l'autorità di Cristo non sia valida e attiva. Coloro che si oppongono a tale autorità si oppongono a Cristo. Il potere esercitato da governanti e magistrati, ad esempio, proviene da un'autorità delegata. Questo potere non è demoniaco o malvagio come è stato suggerito dai teologi, ad esempio, uomini come Emil Brunner in “The Divine Imperative”. Questo non vuol dire negare che gli uomini senza Dio invariabilmente interpretano, abusano e abusano del potere dato loro nelle mani. Anche i genitori possono usare il potere che hanno nel bene o nel male, dedicare tutto a Dio o a un falso dio.

La caduta registrata nella Genesi ha colpito l'intera creazione, quindi la redenzione include tutta la creazione non solo la salvezza individuale. Questo potere è legato alla dottrina della creazione del mondo da parte di Dio. Togliere la creazione è togliere il potere di Dio perché senza creazione non è possibile un concetto appropriato del Suo potere, né possiamo apprezzare la piena portata della redenzione. Nella creazione Dio si è rivelato come Creatore in pienezza di potenza. Non ci possono essere limiti al potere e alla sovranità di Dio con cui Egli ha creato il mondo. Tutto è possibile, niente è troppo difficile per il Signore. “V'ha egli cosa che sia troppo difficile per l'Eterno?” (Genesi 18:14); “Ah, Signore, Eterno! Ecco, tu hai fatto il cielo e la terra con la tua gran potenza e col tuo braccio disteso: non v'è nulla di troppo difficile per te” (Geremia 32:17). “ Gesù, riguardatili, disse: Agli uomini è impossibile, ma non a Dio; perché tutto è possibile a Dio” (Marco 10:27).

4. La vera storia registra la chiamata, l’opera e la testimonianza del popolo di Dio

I veri credenti cristiani costituiscono una comunità affiatata, un popolo con uno stile di vita e una cultura tutta sua. Non cercano l'unità, ma sono già uniti come un solo corpo di Cristo. Non è infatti possibile essere credenti cristiani e non essere uniti ad ogni altro credente. Negare questa unità significa negare che siamo di Cristo. I credenti sono uno, come il Padre e il Figlio sono uno, uno in Lui affinché il mondo creda che Dio ha mandato il Signore Gesù (Giovanni 17:21).

Coloro che cercano di essere uniti implicano una disunità esistente, altrimenti perché dovrebbero cercare l'unità? Il vero popolo di Dio è già uno in Cristo, altrimenti non lo è in Cristo. Se siamo in Cristo, allora siamo tutti uno in Cristo gli uni con gli altri. Non può essere altrimenti. Essere qualcosa di diverso dall'essere uniti l'uno con l'altro è essere fuori di Cristo. Il corpo di Cristo è il popolo di Dio (Catechismo di Heidelberg). Questa non è la descrizione di un'istituzione ecclesiastica universale. Tali sono invariabilmente divisi, disuniti, rinnegando il Signore dal cielo. Il Signore stesso ha posto tra il suo popolo tutto ciò che è necessario per l'edificazione di quel Corpo. Ogni membro opera a questo fine e a gloria di Cristo. «così noi, che siamo molti, siamo un solo corpo in Cristo, e, individualmente, siamo membra l'uno dell'altro» (Romani 12:5).

C'è una sola Chiesa e fuori di questa Chiesa non c'è salvezza. Non c'è che una Chiesa perché Cristo è uno e ha un solo corpo. Questa unica Chiesa di Cristo comprende tutti gli eletti, tutti i redenti per i quali Cristo è sempre morto. L'intero 'elenco dei membri' di questa Chiesa è noto solo a Dio. Non possiamo decidere, né essere invitati ad 'unirci' a questa Chiesa, ma vi siamo aggiunti dal Signore (Atti 2:47). Coloro che credono cercheranno la comunione l'uno con l'altro mentre sono qui sulla terra. Queste comunità esteriori sono la manifestazione visibile e temporale del Corpo di Cristo in quanto veri credenti. A volte sono chiamate "Chiese" nella Scrittura. Ci saranno inevitabilmente quelli che si attaccano alle congregazioni locali di credenti che sono ipocriti senza fede salvifica, ma non sono membri della Chiesa di Cristo in alcun senso reale. Non esiste un’adesione a responsabilità limitata, o sei dentro o sei fuori.

Questa comprensione della Chiesa di Cristo si trova negli scritti e nelle pratiche di molti puritani, sia in Inghilterra che nelle colonie americane. Hanno riconosciuto che non potevano creare comunità locali perfette, cosa di cui sono stati accusati di aver tentato. Questa tendenza si sviluppò più tardi in quelle congregazioni colpite dal "Grande Risveglio", quando una pubblica confessione di fede fu sostituita da un esame soggettivo dell'esperienza. Per il resto era generalmente riconosciuto che inevitabilmente i falsi fratelli si sarebbero mescolati con i veri. Sebbene fosse possibile rifiutare coloro che non dimostravano una testimonianza credibile nella loro vita e nella loro professione di fede, essi non cercavano la perfezione, ma un ordine divino nella Chiesa di Cristo che si professava.

John Cotton nella sua: "Esposizione sul tredicesimo capitolo dell'Apocalisse" del 1656 si mostra piuttosto ostile alle chiese europee e alle loro istituzioni, a Roma in particolare, ma anche e abbastanza fortemente a molti gruppi protestanti. Scrive: “Crediamo che la Chiesa cattolica sia invisibile; non crediamo a una Chiesa visibile, ma a comunità”. Per quanto riguarda Cotton, e con lui la maggior parte dei puritani, le bestie di Apocalisse 13 rappresentavano uno stato mondiale visibile e una Chiesa mondiale visibile; entrambi erano un anatema per lui.

D'altra parte, le osservazioni del vescovo JC Ryle sono anche un ricordo tanto necessario per i nostri giorni in cui la comprensione della vera natura della Chiesa cristiana è stata minata da un'insistenza settaria, che ne sottolinea indebitamente l'espressione esterna o esteriore:

“Credo che avere idee chiare sulla Chiesa è di primaria importanza ai giorni nostri. Credo che gli errori su questo punto siano una grande causa delle delusioni religiose in cui cadono così tanti. Desidero richiamare l'attenzione su quel grande significato primario in cui la parola Chiesa è usata nel Nuovo Testamento, e sgombrare l'argomento da quella nebbiosa vaghezza di cui è avvolta in tante menti. Dov'è la Chiesa? Quali sono i segni con cui questa Chiesa può essere conosciuta? Questa è la grande domanda. L'unica vera Chiesa è ben descritta nel Communion Service della Church of England, come ‘il corpo mistico di Cristo, che è la benedetta compagnia di tutte le persone fedeli’. È composta da tutti gli eletti di Dio, da tutti gli uomini e dalle donne convertiti, da tutti i veri cristiani. In chiunque possiamo discernere l'elezione di Dio Padre, l'aspersione del sangue di Dio Figlio, l'opera santificatrice di Dio Spirito, in quella persona vediamo un membro della vera Chiesa di Cristo. È una Chiesa di cui tutti i membri hanno gli stessi segni. Sono tutti nati di nuovo dallo Spirito. Tutti possiedono “pentimento verso Dio, fede verso nostro Signore Gesù Cristo” e santità di vita e di conversazione. Tutti odiano il peccato e tutti amano Cristo” (In “La Chiesa - che cos'è?”).

Martin Lutero fornisce anche un'eccellente descrizione della Chiesa cristiana. «Coloro che hanno e credono al Vangelo sono nel corpo di Cristo, la Chiesa (Salmi 101:2). I non credenti, anche se assumono un 'volto retto e credente' non sono e non possono essere membra del suo corpo, ma sono rifiutati a causa del loro rifiuto del suo Vangelo. La Chiesa è un'unità spirituale, o assemblea spirituale. È un regno santo, non secolare, santo per i meriti di Cristo, che gli sono imputati (Salmi 111:1; 114:2)” (Eugene FA Klug 'Luther's Understanding of 'Church' , in Concordia Theological Quarterly, Volume 44 Numero 1 gennaio 1980 p.27).

“Credo che vi sia una sola santa Chiesa cristiana sulla terra, cioè la comunità o il numero o l'assemblea di tutti i cristiani in tutto il mondo, l'unica sposa di Cristo, e il suo corpo spirituale di cui Egli è l'unico Capo. […] In questa Chiesa cristiana, ovunque essa esista, si trova il perdono dei peccati, cioè un regno di grazia e di vero perdono. … Inoltre, Cristo e il Suo Spirito sono lì. Al di fuori di questa Chiesa cristiana non c'è salvezza, né perdono dei peccati, ma morte e dannazione eterne” ( Opere di Lutero , vol. 37, p. 367-368, edizione Concordia).

Qui Lutero non pensa a singole congregazioni tra le quali prevedeva non credenti e ipocriti. Né ha in mente gruppi di chiese più grandi come quella romana, greca o luterana. Ciò che ha in mente è l'unica sposa di Cristo, il suo corpo spirituale, di cui Egli è il capo dei «santi credenti e agnelli che ascoltano la voce del loro Pastore» (Articoli di Smalcalda [1537] III:XII).

Al cuore del Vangelo cristiano, restaurato e ravvivato al suo giusto posto nella Riforma, c'è la dottrina della giustificazione mediante la fede solo in Cristo, solo nei suoi meriti e non nelle nostre stesse opere. È un insegnamento che ora viene attaccato, modificato o smentito da alcuni che lo avevano precedentemente confessato, inclusi numerosi evangelici. Il nome biblico di questa deriva è apostasia. L'insegnamento della giustificazione per fede, o dell'essere dichiarati giusti davanti a Dio, a sua volta poggia saldamente su una comprensione biblica della dottrina della predestinazione, e senza predestinazione non può esserci salvezza sicura.

Se i cristiani non fossero eletti, non predestinati alla fede, allora sarebbe del tutto impossibile per chiunque credere, poiché nulla accade al di fuori della perfetta volontà di Dio. Se Cristo non fosse“l'Agnello immolato prima della fondazione del mondo” (Apocalisse 13:8), non ci potrebbe essere una sicura promessa di salvezza.

Martin Lutero fu il primo tra i riformatori nel riportare la giustificazione mediante la fede al suo giusto posto nella predicazione e nell'insegnamento biblico e scrisse questo:

“Perché se dubiti o disdegni di sapere che Dio preconosce e vuole tutte le cose, non in modo contingente, ma necessariamente e immutabile, come puoi credere con sicurezza, fidarti e dipendere dalle Sue promesse? Perché quando promette, è necessario che tu sia certo che sa, è capace e disposto a compiere ciò che promette; altrimenti non Lo riterrai né vero né fedele; che è l'incredulità, la più grande delle malvagità, e una negazione dell'Altissimo Dio! E come puoi essere certo e sicuro, a meno che tu non sia persuaso che Egli sa e vuole certamente, infallibilmente, immutabilmente e necessariamente, e manterrà ciò che promette? Né dobbiamo essere certi solo che Dio vuole necessariamente e immutabilmente, e opererà, ma anche gloriarsi nello stesso; come Paolo, (Romani 3:4) “Dio sia verace, ma ogni uomo bugiardo”. E di nuovo, “Poiché la parola di Dio non è senza effetto”. (Romani 9:6) E in un altro luogo: "Il fondamento di Dio è saldo, avendo questo sigillo, il Signore conosce quelli che sono Suoi" (2 Timoteo 2:19). E: “Il quale Dio, che non può mentire, ha promesso prima che il mondo cominciasse”. (Tito 1:2). E: "Or senza fede è impossibile piacergli; poiché chi s'accosta a Dio deve credere ch'Egli è, e che è il rimuneratore di quelli che lo cercano" (Ebrei 11:6). Se, quindi, ci viene insegnato, e se crediamo, che non dobbiamo conoscere la necessaria prescienza di Dio e la necessità delle cose che devono accadere, la fede cristiana è completamente distrutta e le promesse di Dio e del tutto il Vangelo cade interamente a terra; poiché la più grande e unica consolazione dei cristiani nelle loro avversità, è il sapere che Dio non mente, ma fa ogni cosa immutabilmente, e che la sua volontà non può essere contrastata, modificato o ostacolato. (Servitù della Volontà , Sezione XII. 'La sovranità di Dio').

Tutti i riformatori hanno sottolineato l'unicità degli eletti. Per grazia di Dio i credenti sono chiamati e separati dalla massa dell'umanità. Consapevoli e convinti della propria salvezza, si misero poi a vivere per la gloria di Dio. Questa coscienza di essere chiamati ha un significato enorme. I credenti cristiani sono il lievito nella massa, il granello di senape che cresce fino a diventare il più grande tra le erbe. È questo che gli umanisti odiano così tanto. Distrugge i loro sogni selvaggi di democrazia totale. Da parte loro, cercano un paradiso riconquistato ma senza Dio. La vera fede cristiana e la democrazia totale sono nemici mortali: l'uno o l'altro deve morire. Gli uomini senza Dio temono la legge assoluta o giustizia di Dio, una Parola di Dio finale e autorevole.

"Non riesco a capire come sia possibile una realizzazione dell'ideale democratico come ideale morale e spirituale vitale nelle cose umane senza rinunciare alla concezione della divisione fondamentale in cui è impegnato il cristianesimo soprannaturale" (John Dewey, Una fede comune, p.84).

In questo mondo sottosopra di democrazia totale non si devono fare distinzioni. Non c'è peccato e non ci sono peccatori; non c'è male e non ci sono malfattori. Le carceri che puniscono e condannano atti malvagi inesistenti devono essere sostituite con istituzioni che facilitino la riabilitazione mentale e sociale. Tuttavia, l'umanità non è democratica, non è tutta allo stesso livello. Piuttosto è diviso in due: coloro sui quali rimane l'ira di Dio e d'altra parte coloro che sono stati purificati dal sangue sparso di Cristo per stare davanti a Dio nella giustizia del loro Salvatore e non nella propria, che attraverso il dono della fede sono salvati. I veri credenti, perché consapevoli di essere gli eletti di Dio, sono ugualmente consapevoli di essere al centro degli scopi predeterminati di Dio per il mondo da Lui creato.

È con questo Dio che dobbiamo fare. Non ha senso un Dio che non possiamo conoscere o i cui scopi non possiamo conoscere o al quale non possiamo sottometterci. Scrive Giovanni Calvino:

“Che risultato infatti si otterrà nel riconoscere, con gli Epicurei che c’è un Dio, se egli si fosse scaricato del compito di governare il mondo e si compiacesse nell’ozio? Parimenti a cosa servirà conoscere un Dio con il quale non abbiamo nulla a che fare? Al contrario la conoscenza che abbiamo di lui deve insegnarci in primo luogo a temerlo e venerarlo; poi insegnarci a cercare in lui ogni bene e a rendergliene lode. E difatti come potremmo pensare a Dio senza immediatamente pensare, dato che siamo opera sua, che per diritto naturale e di creazione siamo soggetti al suo dominio, che la nostra vita gli è dovuta, che tutto quello che facciamo e intraprendiamo deve essere riferito a lui? Stando così le cose ne consegue con certezza che la nostra vita è tristemente corrotta se non la mettiamo al suo servizio, poiché bisogna avere come unica legge la sua volontà” (Istituzione della Religione Cristiana I,2,2).

Per concludere

Saremo governati dalle leggi della natura o dal proposito predestinato di Dio e ci sono alcune differenze molto significative. Se è possibile in qualche misura che l'uomo possa rinascere per natura, allora rimane passivo rispetto alla natura perché è la natura che opera su di lui e sarà attivo verso Dio avviando qualsiasi relazione con Lui. Può allora essere riconciliato con Dio con le sue stesse forze. Tuttavia, la Bibbia ci dice che come credenti "...i quali non son nati da sangue, né da volontà di carne, né da volontà d'uomo, ma son nati da Dio"(Giovanni 1:13).

Tutto questo fa un'enorme differenza per ora: i tavoli sono cambiati. La realtà è che Dio ci ha creati e noi rinasciamo per volontà di Dio e non per nostra volontà. In questo caso, non siamo sotto il tallone delle leggi naturali ma attivi nei confronti della natura e come portatori dell'immagine di Dio diventiamo partecipanti significativi alla storia e agli scopi di Dio che si dispiegano. Gli umanisti credono che siamo passivi nei confronti della natura, da essa condizionati, predestinati da essa. Questo spiega il tipo di moralità "ciò che è giusto", senza sentimento, impersonale. Le leggi naturali impersonali ci rendono ciò che siamo. Anche questo spiega l'enfasi sulle questioni ambientali; l'assorbimento con una metodologia comportamentale in educazione. Siamo ciò che l'ambiente e gli altri intorno a noi fanno di noi. Il filosofo americano John Dewey, sosteneva che un individuo non può avere alcun significato o esistenza reale a parte il resto della società. Piaccia o no, dice, nessuno può escludersi dallo Stato umanista. Esige da tutti noi una sottomissione incondizionata dell'individuo alla sua volontà.

Più gli uomini si allontanano da Dio, più si mettono sulla via della passività insensibile, impersonale, amorale della natura. Lo Stato umanista empio vede come suo dovere - perché siamo tutti passivi nei confronti della natura - sottoporci a condizionamenti totali, al fine di mettere ordine nel caos. La verità è che tutti gli uomini sono schiavi non della natura, ma del peccato e sono soggetti alla morte.

Gli empi non sono in pace con Dio, ma né con i loro simili né con se stessi. Se un uomo si trova in schiavitù di uno Stato empio è perché è stato ingannato nel pensare di essere passivo nei confronti della natura, nella sua morsa ineludibile, e quindi deve sottomettersi a condizionamenti sociali senza fine per trovare la salvezza. Tuttavia, ciò che è veramente, è un peccatore che raccoglie ciò che ha seminato.

Coloro che credono che la volontà dell'uomo decide, che la volontà dell'uomo decide il destino eterno, che la volontà dell'uomo agisca in base a decisioni che appartengono solo a Dio, hanno lasciato il posto a una sorta di alchimia spirituale. Solo maghi e stregoni immaginano di poter controllare e governare il soprannaturale con mezzi naturali. Coloro che pensano di poter determinare le questioni eterne agendo secondo Dio, esercitando la propria volontà si stanno dedicando alla stregoneria spirituale. Questo non si può fare. “Non siete voi che avete scelto me, ma son io che ho scelto voi, e v'ho costituiti perché andiate, e portiate frutto, e il vostro frutto sia permanente; affinché tutto quel che chiederete al Padre nel mio nome, Egli ve lo dia” (Giovanni 15:16).

Non siamo sotto la natura e al di sopra di Dio. Il credente è sotto Dio e di conseguenza al di sopra della natura, un sovrano in grado di lavorare su di essa e avere un effetto reale nella storia, per ritagliarsi un'esistenza significativa nel mondo creato di Dio. Tutti coloro che negano Dio, la sua Parola, la sua sovranità, si aprono alla tirannia degli uomini nella forma di uno Stato oppressivo che assume sempre più il ruolo di Dio. Il non credente vede significato e vittoria solo nel controllo totale di tutte le cose. Il credente cristiano discerne il significato nello scopo messianico della storia. Dio solo governa totalmente. Ci sottomettiamo quindi non allo Stato, non alla natura, per evitare il caos, ma ci sottomettiamo a Dio per agire sulla natura in cooperazione con Lui in linea con il Suo scopo e la Sua volontà come rivelato nella Scrittura.

È certamente vero che «esortandoli a perseverare nella fede, e dicendo loro che dobbiamo entrare nel regno di Dio attraverso molte tribolazioni» (Atti 14:22) e che non abbiamo ancora visto la fine dell'aspra persecuzione del popolo di Dio. Tuttavia, non dobbiamo essere così assorbiti dalle nostre prove da rinunciare a ciò che sta al di là di esse, al trionfo irresistibile dei propositi di Dio in Cristo e nel Vangelo. Dovremmo piuttosto fare eco alle parole dell'apostolo Paolo in Romani 8:31: “Che diremo dunque a queste cose? Se Dio è per noi, chi sarà contro di noi?”.

La storia è opera di Dio; da Lui deriva unità e significato. Non abbiamo il lusso di essere spettatori. Siamo presi da Dio nella continua cooperazione al Suo piano e scopo. Per noi non c'è storia morta e non c'è fuga dalla storia. Abbiamo bisogno oggi più che mai di cogliere qualcosa dello spirito che motivava uomini come i riformatori e i primi puritani, restituendo una visione del trionfo definitivo del Vangelo su tutti i nemici di Cristo. Tanti che professano la fede in Cristo ora predicano un Vangelo che cammina mano nella mano con presupposti e presupposti mondani. O hanno abbracciato una falsa speranza che sfida la realizzazione o hanno consegnato la storia al diavolo, arrendendosi e compromettendo la fede. “Perciò fratelli miei diletti, state saldi, incrollabili, abbondanti sempre nell'opera del Signore, sapendo che la vostra fatica non è vana nel Signore” (1 Corinzi 15:58)

Richard Baxter (1615 -1691) nel Christian Directory scrive: “È l'azione da cui Dio è più servito e onorato”. Il tempo non è il fattore determinante primario nella realtà. Il tempo può essere compreso solo in termini di eternità, cioè di Dio stesso. Senza la certezza del proposito eterno di Dio, non ci può essere conforto nella persecuzione sapendo che Cristo prevarrà. Alla base di ogni certezza di vittoria in un momento di prova c'è la certezza che Dio ha creato questo mondo e che la vittoria è sicura. Il vigore e l'attivismo così caratteristici della fede protestante e riformata poggiano sulla potenza creatrice di Dio e sulla Sua sovranità. Toglili e la fede è totalmente minata. Entriamo nel Regno per grazia di Dio e poi lavoriamo verso la sua vittoria finale sapendo che il suo trionfo è certo. Non ci ritiriamo dal mondo. Siamo separati da esso anche se in esso. “ Se il mondo vi odia, sapete bene che prima di voi ha odiato me. Se foste del mondo, il mondo amerebbe quel ch'è suo; ma perché non siete del mondo, ma io v'ho scelti di mezzo al mondo, perciò vi odia il mondo” (Giovanni 15:18-19).

Qualcuno ha recentemente osservato che l'attuale periodo della storia è dominato da “delinquenti politici e avvoltoi che si nutrono della carcassa della civiltà”. Non siamo portati a tale disperazione: noi che crediamo siamo 'in Cristo' come parte del Suo Corpo e assunti con la volontà di Dio che termina con il trionfo di Cristo. La storia biblica traccia il trionfo del nostro Salvatore. Siamo tutti in Lui destinati a una fine gloriosa. Tutta la creazione geme e soffre per la pienezza della gloriosa libertà dei Figli di Dio.

“Perché io stimo che le sofferenze del tempo presente non siano punto da paragonare con la gloria che ha da essere manifestata a nostro riguardo. Poiché la creazione con brama intensa aspetta la manifestazione dei figliuoli di Dio; perché la creazione è stata sottoposta alla vanità, non di sua propria volontà, ma a cagion di colui che ve l'ha sottoposta, non senza speranza però che la creazione stessa sarà anch'ella liberata dalla servitù della corruzione, per entrare nella libertà della gloria dei figliuoli di Dio. Poiché sappiamo che fino ad ora tutta la creazione geme insieme ed è in travaglio; non solo essa, ma anche noi, che abbiamo le primizie dello Spirito, anche noi stessi gemiamo in noi medesimi, aspettando l'adozione, la redenzione del nostro corpo” (Romani 8:18-23).

Questo è il compimento di tutto ciò che Dio ha inteso nella creazione. Il Vangelo, i propositi di Dio non possono fallire. È il culmine della follia suggerire che qualsiasi cosa intrapresa o iniziata da Dio rischia di finire con un fallimento. Tutto deve finire nel trionfo del popolo di Dio, non nel suo fallimento. La creazione non può fallire, ma portare alla manifestazione di un ordine glorificatore di Dio ai quattro angoli del mondo al ritorno di Cristo. La gloria di ciò che sta davanti ci aiuta a sopportare i pericoli, le prove, le intense tribolazioni e le persecuzioni che dobbiamo ancora attraversare. Dio ha reso questo mondo del tutto buono, il peccato è una perversione. L'obiettivo della storia è la restaurazione di tutte le cose.

“Ravvedetevi dunque e convertitevi, onde i vostri peccati siano cancellati, affinché vengano dalla presenza del Signore dei tempi di rifrigerio e ch'Egli vi mandi il Cristo che v'è stato destinato, cioè Gesù, che il cielo deve tenere accolto fino ai tempi della restaurazione di tutte le cose; tempi dei quali Iddio parlò per bocca dei suoi santi profeti, che sono stati fin dal principio” (Atti 3:19-21).

Quando un giorno ci rallegriamo della "cena delle nozze dell'Agnello", la storia avrà raggiunto il suo culmine.

David W. Norris

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