Teonomia/Priorità errate: chiesa-culto oppure regno: differenze tra le versioni

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[v] John Owen, An Inquiry into the Original, Nature, Institution, Powers, Order, and Communion of Evangelical Churchs in Works (Edimburgo: The Banner of Truth Trust [Goold Edition, 1850–53], 1965), vol. XV, pag. 224f.
[v] John Owen, An Inquiry into the Original, Nature, Institution, Powers, Order, and Communion of Evangelical Churchs in Works (Edimburgo: The Banner of Truth Trust [Goold Edition, 1850–53], 1965), vol. XV, pag. 224f.


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Priorità errate: chiesa-culto oppure regno?

Di Stephen C. Perks

“La Chiesa ci ha detto quasi universalmente e quasi continuamente che i riti, i servizi di culto e gli incontri di preghiera della Chiesa istituzionale sono l’essenza della fede cristiana, l’aspetto più importante della vita cristiana, l’attività più spirituale che il cristiano possa svolgere e che quindi queste attività costituiscono la più alta e pura forma di culto che il cristiano possa offrire a Dio e di conseguenza che sono la cosa più importante nella vita che possa fare”. Davvero è così?

Dissi quindi ai loro figli nel deserto: “Non camminate secondo gli statuti dei vostri padri, non osservate i loro decreti e non contaminatevi con i loro idoli. Io sono l’Eterno, il vostro DIO; camminate secondo i miei statuti, osservate i miei decreti e metteteli in pratica” (Ezechiele 20:18-19).

L’errore principale e più grande della Chiesa cristiana durante i duemila anni della sua storia è stato quello di aver avuto la priorità sbagliata e di aver fatto di questa priorità erronea la pietra di paragone dell’ortodossia. Questo errore è esistito in tutti i rami e denominazioni; continua fino ad oggi e la Chiesa in tutto il mondo mostra poco o nessun segno di comprendere il problema e tanto meno di essere pronta a pentirsi dell’idolatria che ne è al centro. Eppure i risultati di questo errore sono stati catastrofici per la missione della Chiesa.

La Chiesa ci ha detto quasi universalmente e quasi continuamente che i riti, i servizi di culto e gli incontri di preghiera della Chiesa istituzionale sono l’essenza della fede cristiana, l’aspetto più importante della vita cristiana, l’attività più spirituale che il cristiano possa svolgere e che quindi queste attività costituiscono la più alta e pura forma di culto che il cristiano possa offrire a Dio e di conseguenza che sono la cosa più importante nella vita che possa fare.

È questo nucleo di attività che costituisce la massima priorità della Chiesa e quindi la massima priorità del cristiano, ed è questo nucleo di attività che definisce il culto (dove il culto è inteso come svolto in altri contesti è solo perché tale culto assume una forma simile, come una sorta di servizio ecclesiastico satellite che imita la forma dei servizi regolari tenuti negli edifici ecclesiastici).

Questa è stata la priorità che storicamente la Chiesa ha posto al primo posto;  e così grande è stata questa enfasi, questa idolatria, che ci è stato detto più volte, e non solo dalla Chiesa cattolica romana, ma anche dai protestanti, che non può esserci salvezza al di fuori di questa organizzazione formale della Chiesa come istituzione istituzionale  culto con i suoi riti, governo e disciplina.  E così, sebbene l’affermazione non sia biblica, è stato ripetutamente affermato che “Non può più avere Dio per Padre chi non ha la Chiesa per madre”.[i]

Ma la verità è che questa enfasi e priorità ha ridotto la religione cristiana a poco più che un culto cristiano del mistero, cioè un culto della salvezza personale.  Per essere salvati bisogna unirsi al culto e impegnarsi nella rievocazione dei misteri attraverso l’esecuzione dei rituali corretti.  Questo può sembrare più ovvio nelle Chiese cattoliche, ortodosse e altre Chiese episcopali, ma non è sostanzialmente diverso nelle Chiese protestanti.

Le Chiese cattoliche-romane celebrano la Messa ogni domenica, che è un tentativo di rievocare in forma rituale il sacrificio di Cristo.  Le Chiese anglicane celebrano l’Eucaristia ogni domenica, che è più o meno, a seconda di che tipo di Chiesa anglicana è, anglo-cattolica o Chiesa bassa, una versione della Messa.

Le Chiese pentecostali e carismatiche tentano di rievocare il giorno di Pentecoste ogni domenica mattina. Le Chiese riformate e presbiteriane cercano di rievocare la predicazione riformata e i servizi di culto della Riforma. I riti variano ma non la prospettiva, cioè che ciò che la congregazione fa la domenica mattina nel servizio ecclesiale costituisce l’essenza della fede cristiana e quindi la massima priorità della vita cristiana. Si ritiene che la fede cristiana non riguardi essenzialmente una vita di servizio, cioè l’obbedienza a Dio in tutta la vita, ma piuttosto l’assicurarsi che nell’incontro ecclesiale vengano eseguiti i rituali giusti.

Ma questo è biblico? È questo che ha insegnato il Signore Gesù Cristo? È ciò che insegna il Nuovo Testamento? Sicuramente no. Non c’è nulla nella Bibbia che supporti questa perversione del vangelo. Qual è allora la priorità biblica? Gesù è venuto a predicare il Regno di Dio (Marco 1:14), e ci ha detto chiaramente quale dovrebbe essere la nostra priorità: “Cercate prima il regno di Dio e la sua giustizia” (Matteo 6:33). Il Signore Gesù Cristo non fa spesso riferimento alla Chiesa e mai ai suoi riti e forme di culto [ii]. Né il Nuovo Testamento sottolinea questa priorità idolatrica. È l’invenzione dei sacerdoti, la cui priorità principale è sempre stata messa al primo posto se stessi e la propria opera ecclesiastica, non il Regno di Dio.  

Prendiamo un caso di prova. I discepoli chiesero a Gesù come pregare. La sua risposta fu quella che chiamiamo la preghiera del Signore (Matteo 6:9–13). Possiamo ritenere con fiducia che questa preghiera ci insegni chiaramente quali siano le priorità del Signore nella preghiera, ed eccole: questo è ciò per cui Gesù ci comanda di pregare: primo, che il nome di Dio sia onorato; secondo, che dobbiamo cercare la venuta del Regno di Dio; terzo, che dovremmo chiedere che i nostri bisogni siano soddisfatti; quarto, che dovremmo cercare il perdono dei nostri peccati e perdonare ad altri i loro peccati allo stesso modo; quinto, affinché non potessimo affrontare la tentazione ed essere liberati dal male; e sesto, affermazione che il Regno, la potenza e la gloria appartengono a Dio. Non ci è nemmeno comandato di pregare qui per la Chiesa, ma per la venuta del Regno. Sempre, Gesù e il Nuovo Testamento danno la priorità al Regno di Dio , non alla Chiesa.

“Assicuriamoci” dice VH Stanton “di renderci conto della posizione straordinariamente preminente che il tema del Regno di Dio occupa nei Vangeli, soprattutto nei Sinottici. Questo è essenziale se vogliamo formare una vera concezione della natura del cristianesimo. . . descrizioni delle caratteristiche del Regno, esposizioni delle sue leggi, resoconti del modo in cui gli uomini lo stavano effettivamente ricevendo, previsioni del suo futuro, costituiscono l’intera porzione centrale del racconto sinottico. [iii] In breve, “Nell’insegnamento di nostro Signore il Regno di Dio è il riassunto rappresentativo e onnicomprensivo della sua peculiare missione” [iv].

Sono gli uomini che hanno fatto della fede cristiana qualcosa di ecclesiocentrico, non il Signore Gesù Cristo, e non la Bibbia. La conseguenza di questo è stato un troncato, abbattuto, la versione del vangelo, che dovrebbe essere la buona notizia del  del Regno di Dio (Marco 1:14), non è la buona notizia della Chiesa, e il risultato è stato inevitabilmente una benedizione troncata e tagliata.

Ebbene, cos’è il Regno di Dio? Naturalmente la maggior parte dei sacerdoti e dei loro seguaci definirà il Regno di Dio in modo molto ristretto nei termini delle proprie idee della Chiesa, in pratica se non teoricamente. In altre parole, anche quando i sacerdoti non affermano che il Regno di Dio e la Chiesa sono coincidenti, di solito si comportano praticamente come se lo fossero e insegnano una versione del Vangelo in cui questa identificazione è implicita. E naturalmente molti sacerdoti e teologi hanno fatto esplicitamente questa identificazione.

Ma questo non è il vangelo cristiano insegnato dal Signore Gesù Cristo e dai suoi apostoli, né dal Nuovo Testamento. Non è il messaggio della Bibbia. Non fraintendete quello che sto dicendo qui. Non sto affermando che non ci sia posto per le assemblee della Chiesa allo scopo di pregare, insegnare, lodare Dio, discutere, condividere, incoraggiare e celebrare la Cena del Signore. Né sto dicendo che queste cose non siano importanti. Sono importanti. Ma non sono da mettere al primo posto, come priorità assoluta, perché se lo sono pervertono la priorità biblica, come ha fatto e continua a fare la Chiesa per tanto tempo, e questo ha comportato e continuerà a provocare il della vera missione della Chiesa, la discepola delle nazioni .

Perché? Perché questo può realizzarsi solo quando il Regno di Dio si manifesta sulla terra e la volontà di Dio si fa sulla terra come in cielo, cioè tra le nazioni. Ed è proprio questo che dice il Nuovo Testamento sarà il risultato dell’adempimento del Grande Mandato: “Poi il settimo angelo suonò la tromba e si fecero grandi voci nel cielo, che dicevano: «I regni del mondo sono divenuti il regno del Signor nostro e del suo Cristo, ed egli regnerà nei secoli dei secoli»” (Apocalisse 11:15). Non “I regni di questo mondo sono diventati la Chiesa”. La missione è creare nazioni cristiane, non semplici credenti individuali. La missione è la venuta del Regno di Dio sulla terra, non Chiese più grandi e migliori.

Ma se il Regno di Dio non è la Chiesa istituzionale, allora che cos’è? Il Regno di Dio è un ordine politico divino che sta al di sopra e contro tutti gli ordini politici degli uomini. La sua origine e la fonte del suo potere e della sua autorità non sono in questo mondo, ma è proposito di Dio che il Regno si manifesti in questo mondo, che le vite degli uomini e delle nazioni si trasformino nel Regno di Dio sulla terra, che è ciò per cui preghiamo nella preghiera del Signore, ciò per cui il Signore Gesù Cristo ci ha incaricato di perseguire nel Grande Mandato, e ciò che ci viene detto in Apocalisse 11:15 sarà il risultato finale del Grande Mandato.

La parola regno è una parola politica. Un regno ha un re, ha una popolazione soggetta al re, ha leggi proprie, e forme sociali che incarnano e incarnano la legge del re nei vari rapporti sociali. Un regno è una disposizione politica di tutte le parti della società come ordine sociale distintivo a tutti i livelli, sia individualmente che collettivamente. È lo stesso con il Regno di Dio. E la Bibbia chiarisce come il Regno di Dio debba essere governato e ordinato, cioè mediante l’alleanza che Dio ha stabilito con il suo popolo come loro Signore e Salvatore. Dio si rapporta sempre all’uomo per mezzo di un’alleanza, ed è nell’alleanza che troviamo i dettagli di come questo regno deve manifestarsi come ordine sociale distintivo,come il popolo di Dio deve vivere come Regno di Dio.

Come credenti, redenti da Cristo attraverso la sua morte sacrificale per nostro conto, siamo chiamati fuori dal vecchio mondo del peccato e dell’incredulità, cioè gli ordini politici degli uomini, in un nuovo ordine politico, il Regno di Dio. I cristiani non sono persone che sono state semplicemente chiamate fuori dal mondo del peccato e dell’incredulità. Sono stati chiamati fuori dal mondo in qualcos’altro, vale a dire un nuovo ordine politico, il Regno di Dio. Come cittadini del Regno di Dio, la nostra chiamata è di vivere il messaggio profetico del Vangelo sia come individui che come nuova società, e quindi chiamare il mondo al pentimento.

Questo messaggio profetico al mondo è sia verbale che pratico. La nuova società in Cristo non deve solo predicare la parola di Dio, ma incarnarla nel nuovo ordine sociale del Regno, e quando ciò avviene la nuova società diventa un ordine sociale profetico che chiama il mondo al pentimento e trasforma il mondo discepolando le nazioni. Questa è la nostra chiamata come credenti. Se dobbiamo obbedire fedelmente a questa chiamata dobbiamo mettere il Regno al primo posto in ogni cosa. Niente ha la priorità sul Regno. Tutto ciò che usurpa la priorità del Regno di Dio e della sua giustizia nella nostra vita è un idolo e un disonore al nome di Dio, anche se, anzi soprattutto se quell’idolo è la Chiesa, che, come dichiarò John Owen, è il più grande idolo che maiera nel mondo. [v] 

Quindi cosa dovremmo fare al riguardo? Testimoniate questa verità a tutti i vostri familiari e amici e nella Chiesa, frequentate; e a tal fine vai dal tuo pastore o ministro e chiedigli di spiegare come la Chiesa deve incarnare il Regno di Dio nella sua vita come ordine sociale, come deve mettere al primo posto il Regno di Dio. Chiedigli di insegnare l’alleanza. Chiedigli di spiegare come dobbiamo vivere secondo l’alleanza e chiedigli di dimostrarlo nella sua vita e nella vita della sua famiglia. Chiedigli di insegnare ai membri della sua Chiesa come devono vivere come membri del Regno di Dio. E se non può o non vuole fare queste cose, sbarazzati di lui, perché è un falso profeta, un mercenario, che guiderà la tua Chiesa, e probabilmente ha già portato la tua Chiesa, a scendere a compromessi con il mondo e l’inevitabile sconfitta che questo porta.

Ecco alcuni problemi pratici che puoi chiedergli di iniziare a spiegare. In primo luogo, come devono i membri del Regno di Dio organizzare l’educazione dei giovani in modo che sia conforme alla volontà di Dio piuttosto che ai dettami della religione dell’umanesimo secolare? In secondo luogo, come deve essere organizzato il sistema giudiziario del Regno in modo che sia conforme alla volontà di Dio piuttosto che ai dettami della religione dell’umanesimo secolare? Terzo, come dovrebbe essere organizzato il sistema di benessere del Regno in modo che sia conforme alla volontà di Dio piuttosto che ai dettami della religione dell’umanesimo secolare? Quarto, come deve essere organizzato il sistema medico del Regno in modo che sia conforme alla volontà di Dio piuttosto che ai dettami della religione dell’umanesimo secolare?

La Bibbia dà indicazioni per tutte queste cose e non ci chiama a essere compromessi con il mondo, ma piuttosto a trasformare il mondo, a discepolare le nazioni a Cristo.  

Questo non è tutto ovviamente, ma è un inizio, e queste sono le cose a cui Gesù ha dato priorità e che la Bibbia dà la priorità. Ci è comandato di insegnare la buona notizia del Regno di Dio a tutte le nazioni. Ci viene comandato di perseguire la giustizia (la giustizia di Dio). E l’apostolo Paolo rimproverò i cristiani di Corinto per non aver istituito tribunali competenti per trattare le controversie tra credenti. Ci viene detto di prenderci cura dei nostri vicini. E ci viene detto di guarire i malati.

Tutte queste cose ricevono una priorità più alta negli insegnamenti di Gesù e nella Bibbia rispetto alla correttezza dei servizi e dei rituali della chiesa della domenica mattina, e quindi costituiscono il vero culto che Dio richiede da noi. In effetti la Bibbia non dà affatto la priorità ai servizi di culto della Chiesa domenicale, né definisce il culto come un impegno in tali servizi, e la nostra priorità a queste cose non otterrà nulla in termini di Grande Mandato. È perché la Chiesa si è posta davanti al Regno di Dio che è sconfitta dinanzi al mondo e compromessa con esso. Tale compromesso è causato dall’idolatria implicata nel non dare priorità a ciò che Gesù ha dato la priorità, che è il Regno di Dio e la sua giustizia. E il problema non sarà risolto finché la Chiesa non si pentirà di questa idolatria e non farà le opere che Dio l’ha chiamata a fare invece delle opere che desidera fare, finché non darà priorità a ciò che il Signore le ha detto di dare priorità e abbandonerà la sua idolatria .  

Il Signore Gesù Cristo è venuto per la prima volta come Salvatore del mondo per stabilire il suo Regno sulla terra. Verrà di nuovo quando i regni di questo mondo saranno diventati il suo Regno, ma verrà allora come giudice del mondo (2 Timoteo 4:1; 1 Pietro 4:5).

“Dissi quindi ai loro figli nel deserto: “Non camminate secondo gli statuti dei vostri padri, non osservate i loro decreti e non contaminatevi con i loro idoli. Io sono l’Eterno, il vostro DIO; camminate secondo i miei statuti, osservate i miei decreti e metteteli in pratica” (Ezechiele 20:18-19).

Note

[i] Questa non è una dottrina biblica. La dichiarazione risale almeno a Cipriano, vescovo di Cartagine e martire del III secolo ( Sull’unità della Chiesa , par. 6, in The Ante-Nicene Fathers [Edinburgh: T. and T. Clark/Grand Rapids, Michigan: Wm B. Eerdmans Publishing Company, trad. Ernest Wallis], Vol. V, p. 423 a ), ma da allora è stato ripetuto molte volte sia dai cattolici romani che dai protestanti ed è diventato un mantra ampiamente accettato, anche se poco intelligente, della Chiesa. Il vero scopo di questa dottrina nel corso della storia è stato quello di giustificare l’eccessiva autorità ecclesiastica che i sacerdoti rivendicano per se stessi ma hanno difficoltà a giustificare in altro modo.

[ii] Egli istituì naturalmente la Cena del Signore, ma la Chiesa abbandonò l’ordinanza di Cristo nei primi secoli della storia della Chiesa e vi sostituì una reinterpretazione rituale e cultuale della sua stessa idea. Vedi Stephen C. Perks, The Christian Pesach: Agape Feast or Ritual Abuse (Taunton: Kuyper Foundation, 2012). Per un PDF del testo vedere: http://www.kuyper.org/storage/documents/The%20Christian%20Passover.pdf

[iii] VH Stanton, The Jewish and Christian Messiah: A Study in the Early History of Christianity (Edimburgo: T. e T. Clark, 1886), pp. 203 segg., 206; la mia enfasi.

[iv] Archibald Robertson, Regnum Dei: Eight Lectures on the Kingdom of God in the History of Christian Thought (London: Methuen and Co., 1901), p. 8.

[v] John Owen, An Inquiry into the Original, Nature, Institution, Powers, Order, and Communion of Evangelical Churchs in Works (Edimburgo: The Banner of Truth Trust [Goold Edition, 1850–53], 1965), vol. XV, pag. 224f.