Teopedia/Confermazione

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Confermazione

Il rito della confermazione è una pratica della Chiesa cristiana che si consolida in Occidente solo dal quinto secolo e che può considerarsi una "seconda fase" del cammino dell'iniziazione cristiana, allorché la persona battezzata da bambino prende coscienza e conferma ciò che ha ricevuto nel battesimo disponendosi responsabilmente a vivere la vita cristiana.
Per molti oggi il termine confermazione connota il fatto che i candidati confermano i loro voti e promesse battesimali fatti a nome loro dai loro genitori e padrini/madrine al momento del loro battesimo da neonati, ma storicamente il suo significato è più complesso di questo. Infatti, le parole confirmatio, confirmare, cominciano ad essere usate nell'unzione post-battesimale o imposizione delle mani, quando il vescovo ratificava o confermava ciò che era iniziato con il battesimo.
Più tardi, quando la Chiesa comincia ad accettare la dottrina che questo rito supplisse forza per la vita cristiana adulta attraverso l'opera efficace dello Spirito Santo, diventa naturale che la confermazione sia compresa pure come "rafforzamento". La Confermazione è, nelle Chiese cattolica ed ortodossa, un sacramento, chiamato anche cresima.

Origine della cerimonia

La testimonianza più antica della cerimonia che è stata poi chiamata Confermazione [dal latino confirmatio, in greco βεβαίωσις (bebaiōsis)] si trova nei riti battesimali contenuti nella "Tradizione apostolica" di Ippolito (AD 215) e nel trattato "De Baptismo" di Tertulliano (AD 198). Entrambi questi testi testimoniano dell'esistenza di una cerimonia al seguito del battesimo, consistente in una preghiera detta dal vescovo mentre distende le mani sui candidati, l'unzione del candidato sulla fronte, l'imposizione delle mani sul capo di ciascuno ed il segno della croce sulla fronte.

Originalmente non si faceva distinzione alcuna fra bambini ed adulti nell'uso di questa cerimonia post-battesimale. Quando venivano battezzati dei bambini, essi pure venivano unti con l'imposizione delle mani. Ciò che, però, era stabilito dalle chiese romane ed africane era che l'unzione e l'imposizione delle mani spettava al vescovo e quindi si erano separate queste azioni dal battesimo, sia per i bambini che per gli adulti. In caso di emergenza, amministrata da un presbitero, o quando i vescovi non erano più in grado di presiedere ad ogni battesimo, questa cerimonia post-battesimale era inevitabilmente rimandata fintanto che il candidato avesse potuto presentarsi di fronte ad un vescovo. Questa separazione fra battesimo e confermazione, impostasi nelle chiese da esigenze pratiche, diventa così la pratica normale e conduce alla sitruazione in cui il battesimo era ritenuto appropriato per l'infanzia e la confermazione ad anni più tardi.

Sebbene nel rito romano questa cerimonia sia associata al dono dello Spirito Santo, non è chiaro se questo pure fosse il caso degli altri riti nell'occidente latino. Essi forniscono esempi di semplici unzioni post-battesimali sulla fronte, che in Gallia ed in Spagna sono amministrate dal presbitero che battezzava con olio consacrato precedentemente dal vescovo. Dove però questo rito non era influenzato dalla pratica romana, non c'è nulla che indichi che la ricezione dello Spirito Santo sia connessa con lo scopo di questa unzione.
Si ritiene comunque che questo rito sia collegato con le abluzioni e l'uso dell'olio in uso nel mondo antico. Un'altra spiegazione dell'origine della confermazione è stata cercata nei riti dello Gnosticismo e delle religioni misteriche in cui i candidati procedevano dal livello dell'iniziazione ad uno più elevato.

Giustificazione biblica

Il fondamento biblico dell'attuale comprensione del rito della confermazione è molto debole. Il rito della confermazione è spesso fatto risalire, nel Nuovo Testamento, ad Atti 8:14-17; e 19:1-7. In queste occasioni, in Samaria e ad Efeso, l'azione dell'imposizione delle mani è associata con il battesimo e il dono dello Spirito Santo. In questi casi, però, non si può parlare di una seconda fase dell'esperienza cristiana, separata dall'impegno a seguire Cristo suggellato dal Battesimo. Anche se lo fosse, non potrebbe essere equiparata alla confermazione come la si conosce oggi. E' impossibile, infatti, dedurre dall'imposizione delle mani in Atti 8 o 19, o in qualunque altro luogo del Nuovo Testamento, un chiaro precedente del rito posteriore della confermazione.
Altri testi del Nuovo Testamento associati alla confermazione parlano dell'uso dell'olio o crisma nell'iniziazione, ed includono 2 Corinzi 1:21 ["Or colui che con voi ci fortifica in Cristo e che ci ha unti, è Dio"] e 1 Giovanni 2:20,27 ["Quanto a voi, avete ricevuto l'unzione dal Santo e tutti avete conoscenza. ... Ma quanto a voi, l'unzione che avete ricevuta da lui rimane in voi, e non avete bisogno dell'insegnamento di nessuno; ma siccome la sua unzione vi insegna ogni cosa ed è veritiera, e non è menzogna, rimanete in lui come essa vi ha insegnato"]. L'unzione a cui si riferiscono questi testi, però, può essere null'altro che una metafora del dono dello Spirito Santo nel battesimo.

La Confermazione come sacramento

Per le chiese cattolica ed ortodossa, il sacramento, strumento di grazia, è un occasione per il credente di ricevere l' "aiuto" divino nella propria vita di fede. Nel caso specifico della Confermazione, il credente afferma davanti al Signore e agli uomini la propria fede in Dio e chiede allo stesso di rafforzarla.
La Confermazione fa parte, insieme al Battesimo ed alla Eucarestia, dei "sacramenti dell'iniziazione cristiana". Il battesimo incorpora il fedele alla Chiesa, il "popolo di Dio", l'Eucarestia sostiene il fedele nel cammino verso la "Città celeste", mentre è ancora in quella "terrena", la Confermazione conferma l'impegno del credente nella fede e nell'essere testimone della Parola di Dio.
La Confermazione è detta anche Cresima. Il termine Cresima ha la stessa origine del termine Cristo, derivano infatti dalla parola greca "crisma", "unzione". Come Cristo è l' "Unto", così la "Cresima" è l'unzione del cristiano. Come Cristo è consacrato Sacerdote, Profeta e Re, così con la Cresima il cristiano è consacrato sacerdote, profeta e re.
Il rito della cresima differisce nella Chiesa cattolica latina ed in quelle orientali, sia cattoliche che ortodosse. In quelle orientali si ricevono, ancora neonati, contemporaneamente tutti e tre i sacramenti della iniziazione.
La Chiesa cattolica latina dispone che "Il sacramento della confermazione venga conferito ai fedeli all'incirca all'età della discrezione, a meno che la Conferenza Episcopale non abbia determinata un'altra età o non vi sia il pericolo di morte oppure, a giudizio del ministro, non suggerisca diversamente una grave causa" (canone 891 del Codice di diritto canonico).
Le Chiese orientali, considerando questo sacramento come "effusione della grazia", ritengono opportuno conferirlo già ai neonati al momento del Battesimo. I cattolici latini, invece, preferendo che il cresimando possa personalmente confermare la propria fede, ritengono conveniente conferirlo quando la persona è consapevole di ciò che sta ricevendo, tanto da richiedere, di solito, un corso di catechesi di preparazione, che duri almeno un anno. In passato la Chiesa latina conferiva il sacramento della Cresima poco prima della "prima comunione", la prima volta in cui si partecipava all'Eucarestia. La Chiesa latina prevede anche la presenza di un padrino o madrina, cristiano già cresimato, che accompagni il "cresimando" a ricevere il sacramento, mentre le Chiese orientali, che conferiscono il sacramento subito dopo il Battesimo, al quale è presente il padrino o madrina, non ritengono necessario legiferare sulla loro presenza anche alla Cresima.
Nonostante queste diversità, entrambe le Chiese attribuiscono a questo sacramento una funzione identica. Del resto, prevedono che ad impartire il sacramento sia il vescovo o sacerdote, che unge alcune parti del corpo del cresimando, di solito la fronte, e chiede, allo stesso o ai genitori in sua vece se neonato, di assumere l'impegno ad una vita cristiana coerente con i valori evangelici.

Polemiche a riguardo

Sono state più volte contestate le recenti posizioni di molte Conferenze Episcopali che hanno deciso di restituire l'antica disciplina e di non ritardare più l'amministrazione del sacramento fino all'età di quattordici o sedici anni, come in recenti decenni avveniva con il risultato di fare del sacramento quasi un rito di passaggio all'età adulta.
Chi interpreta il sacramento come solo o principalmente una professione di fede e di conferma della propria appartenenza ad una confessione religiosa (dando così alla parola "confermazione" un senso attivo di qualcosa compiuto dal cresimando) non vede di buon occhio la sua amministrazione, come ora si usa in alcuni paesi, a bambini di solo sette o otto anni.
Invece, nel contesto del sacramento, la Chiesa cattolica-romana interpreta la parola "confermazione" in senso passivo nei riguardi del cresimando e in senso attivo dello Spirito Santo per mezzo del rito: "Il sacramento della confermazione, che imprime il carattere e per il quale i battezzati, proseguendo il cammino dell'iniziazione cristiana, sono arricchiti del dono dello Spirito Santo e vincolati più perfettamente alla Chiesa, corrobora coloro che lo ricevono e li obbliga più strettamente ad essere con le parole e le opere testimoni di Cristo e a diffondere e difendere la fede" (canone 879 del Codice di Diritto Canonico).

La confermazione nel Protestantesimo

Il rito della confermazione continua ad essere praticato nelle chiese riformate e presbiteriane e, in genere, quelle che praticano il battesimo dei bambini. La sua legittimità biblica, però, e la pratica che se ne fa, viene sempre più spesso messa in questione. Esse affermano che:

  • La confermazione non è un sacramento, ma un antico rito della Chiesa che deriva dagli Apostoli quando imponevano le mani su coloro che venivano battezzati;
  • in esso i candidati ratificano e confermano i voti fatti in loro nome da coloro che li hanno portati nella loro infanzia al Battesimo;
  • esso dà l’opportunità a coloro che sono stati battezzati nella loro infanzia di rinnovare e di confermare loro stessi i voti fatti al momento del Battesimo;
  • in esso le persone, con un’aperta confessione di fronte agli uomini, riconoscono Gesù Cristo, il Figlio di Dio, come loro Signore e Salvatore [“Chiunque perciò mi riconoscerà, davanti agli uomini, io pure lo riconoscerò davanti al Padre mio che è nei cieli. Ma chiunque mi rinnegherà davanti agli uomini, io pure lo rinnegherò davanti al Padre mio che è nei cieli” (Matteo 10:32,33); …poiché se confessi con la tua bocca il Signore Gesù, e credi nel tuo cuore che Dio lo ha risuscitato dai morti, sarai salvato. Col cuore infatti si crede per ottenere giustizia e con la bocca si fa confessione, per ottenere salvezza” (Romani 10:9,10).
  • Hanno il dovere di fare questa confessione di fede tutti i cristiani che hanno raggiunto l’età della discrezione o responsabilità, che si rendono conto di essere peccatori e che senza ravvedimento verso Dio e fede nel nostro Signore Gesù Cristo, sono perduti.

Nella Chiesa anglicana la confermazione assume natura di "sacramentale", cioè non di sacramento vero e proprio, ma di pratica che attribuisce un bene spirituale al fedele. Il ramo "cattolico" dell'Anglicanesimo attribuisce a tale istituto, però, un vero e proprio valore sacramentale.

Un rito discusso

La legittimità della confermazione è spesso posta in discussione, nelle chiese evangeliche, sotto diversi aspetti. (1) La sua discutibile giustificazione biblica; (2) il fatto che diventi spesso solo una tradizione che si pratica solo per consuetudine senza una reale persuasione di fede del candidato e quindi che le si attribuisca il valore solo di "rito di passaggio" indipendente da un autentico impegno nella vita