Teopedia/Educazione cristiana

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Educazione cristiana

L'educazione cristiana (anche detta "educazione alla fede") è ogni attività che abbia come finalità la promozione e la crescita della fede cristiana nell'individuo e nella comunità cristiana. L'educazione cristiana è strumento di edificazione della Chiesa. Cerca di aiutare le persone a fare ed approfondire l'esperienza di che cosa significhi vivere in comunione con Cristo. Come tale è l'aspetto fondamentale del discepolato cristiano. L'educazione cristiana implica aiutare i cristiani a partecipare alla vita della comunità cristiana come discepoli di Cristo informati ed impegnati.

  • L'educazione cristiana si rivolge all'intero essere umano, coinvolge, cioè, corpo, mente e spirito, come pure all'intera vita nei suoi vari aspetti. Insegna rapportarsi con Dio, con il prossimo e con l'intero creato. Nella comunità cristiana locale, l'educazione cristiana comprende ogni sua attività, perché cerca di elevare, edificare spiritualmente i suoi membri.
  • L'educazione cristiana implica avvenimenti che formano e trasformano. Strumento primario dell'educazione cristiana è stata soprattutto la catechesi.
  • L'educazione cristiana si espande sino ad includere attività ed avvenimenti che chiamano insieme le comunità allo scopo di rafforzare la chiesa attraverso il rafforzamento spirituale di individui e di gruppi. Nell'educazione cristiana il gruppo di lavoro assume importanza centrale.
  • L'educazione cristiana include aiutare i singoli ad essere biblicamente informati. Questo assume molte caratteristiche, la più importante delle quali è la capacità a conoscere e fare uso della Bibbia in modo tale da renderla viva nel contesto in cui ciascuno vive. E' importante, così, formare uomini e donne che, a loro volta istruiscano altri.
  • L'educazione cristiana comprende la trasmissione di quegli strumenti che possano mettere in grado i cristiani ad assumersi le loro responsabilità nel mondo in quanto cristiani. L'educazione cristiana promuove la maturazione umana e spirituale dei cristiani nel loro cammino di fede ed assume così importanza vitale nella vita della chiesa. 

L’educazione cristiana è radicata nelle Scritture. Sin dall’inizio, la religione della Bibbia è andata di pari passo con l’educazione. La responsabilità dei genitori per la gioventù, il valore supremo della persona, l’obbligo di sviluppare capacità personali, la forza motivante dell’amore, la necessità del saper leggere e scrivere, l’unità di ogni verità in Dio - questi ed altri principi di base dell’educazione cristiana sono fondate sulla Bibbia. Il cristianesimo è per eccellenza una religione che insegna, e la storia della sua crescita è in gran parte la storia delle sue scuole.

Nell’Antico Testamento l’educazione comincia con Dio (Es. 4:12), il quale continua ad insegnare al Suo popolo (Sl. 32:; Is. 48:17; Gr. 32:33). Fin dall’inizio del Suo rapporto con Israele, Iddio stabilisce che siano i genitori ad essere in primo luogo responsabili di insegnare ai loro figli su di Lui, come mostra il grande principio educativo che gli israeliti chiamano lo Shemà (De. 6:4-9). Fino al tempo dell’Esilio, casa e scuola erano una cosa sola. Gli insegnanti erano i genitori, eccetto che in casi speciali, come i tutori per la famiglia reale (2 Re 10:1-5). Gli adulti apprendevano da sacerdoti e Leviti, come pure dai profeti. Insieme all’educazione religiosa, i figli apprendevano una professione dai loro padri; le figlie imparavano la gestione domestica dalle loro madri. Si insegnava a leggere ed a scrivere ad entrambi i sessi. L’educazione israelita, così, associava strettamente i due elementi essenziali dell’imparare e del fare.

Il sorgere dell’istituzione della sinagoga durante l’Esilio e l’importanza crescente degli scribi come insegnanti, dopo che Esdra era tornato ad indirizzare l’attenzione alla Legge (Ne. 8-10), aveva condotto all’espansione del sistema scostastico israelita. La sinagoga era essenzialmente un centro di educazione del popolo nelle Scritture, e gli Scribi divennero studiosi professionisti della Legge. L’educazione dei bambini più giovani, però, rimase nelle mani dei loro genitori fino a circa il 75 a. C. quando l’educazione elementare, impartita o in casa dell’insegnante o nella sinagoga, divenne obbligatoria. Il nome ordinario dell’educazione elementare era “casa del libro”, perché le Scritture ne erano l’unico libro di testo. E’ proprio in questa devozione alla Parola di Dio ed il suo rapporto con la vita che l’antica educazione israelita mostra la sua rilevanza per leducazione cristiana moderna. Non solo la Torah (il Pentateuco) ed il Libro dei Proverbi sono i manuali d’educazione più antichi, ma è l’intero Antico Testamento, a porsi, insieme con il Nuovo Testamento come la fonte letteraria principale per ogni autentica educazione cristiana.

Nel primo secolo. Coerentemente con le sue radici veterotestamentarie, il cristianesimo è una religione che insegna. Per consenso comune, il suo Fondatore è riconosciuto come il più grande fra tutti i maestri. Nel Suo ministero, l’insegnamento occupava un poso secondo solo la Sua opera di redenzione. Il Suo grande mandato (Mt. 28:18-20) obbliga i Suoi seguaci a fare discepoli in ogni nazione e fu attraverso il ministero apostolico, specialmente quello di Paolo e dei suoi colleghi, che crebbe la Chiesa antica.

Le prime chiese cristiane si riunivano in case (Ro. 16:3-5; 1 Co. 16:19; Cl. 4:5; Fm. 2). Senza dubbio i genitori cristiani insegnavano ai loro figli, e le riunioni della comunità cristiana adempivano ad una funzione didattica e non solo di culto, come dimostra il riferimento a “pastori e dottori” (Ef. 4:11) nella lista che Paolo presenta dei doni dello Spirito, e le molte allusioni in questo senso nelle epistole (es. Ro. 12:7; Cl. 3:16; 1 Ti. 3:2; 2 Ti. 2:2). Di grande e continuativo significato sono i due elementi del kerygma (la proclamazione dell’Evangelo di Gesù Cristo) e della didaché (insegnamento morale e sociale basato su quella proclamazione) nel Nuovo Testamento. Questi due aspetti sono organicamente congiunti: il kerygma forniva la motivazione dinamica per la didaché ed essa era una forma di insegnamento. Era evidente che l’educazione cristiana, sebbene non fosse portata avanti in scuole separate, veniva costantemente condotta nella Chiesa del primo secolo, che, senza la sua persistente fedeltà nel proclamare l’Evangelo e l’insegnamento della Parola, non avrebbe potuto crescere.

Nell’era patristica. Quando si diffuse il cristianesimo, si svilupparono pure modelli di educazione formale. Già nella prima parte del secondo secolo, iniziò la pratica del catecumenato (educazione nella Scrittura, culto, condotta cristiana, ecc.) come preparazione degli adulti per il battesimo e come membri della comunità cristiana. Nonostante le persecuzioni precedenti al regno di Costantino, essa continuò – in alcuni luoghi fino al 5° e 6° secolo. Una delle prime scuole cristiane fu fondata ad Alessandria d’Egitto nel 190 circa, altre si svilupparono a Cesarea, Antiochia, Edessa, e Nisibis. Nelle scuole catechetiche non veniva solo data educazione sulle Scritture, ma vi era pure l’opzione di essere istruiti nella filosofia greca (ad eccezione dell’Epicureismo), letteratura, grammatica, retorica, scienza, ed altro. Così nell’educazione iniziò un rapporto fra cristianesimo e cultura classica. Agostino scrisse: “Ogni buon e vero cristiano dovrebbe comprendere che dovunque egli trovi verità, essa appartiene al Signore”. Altri, in particolare Tertulliano, che disse: “Che mai ha a che fare Atene con Gerusalemme … noi non vogliamo curiose dispute dopo aver posseduto Cristo”, ripudiarono l’erudizione classica; e Girolamo scrisse sulla letteratura latina: “Come si potrebbe mai mettere assieme Orazio con il Salterio, Virgilio con i Vangeli, Cicerone con gli apostoli?”.

Durante il Medioevo, l’alleanza fra cristianesimo e erudizione classica fu oscurata drasticamente, ma non cancellata. Le invasioni barbariche erano largamente responsabili per il declino delle scuole pubbliche di grammatica e retorica che, sebbene prima prevalenti tutt’attraverso l’Impero romano, per il sesto secolo erano praticamente scomparse. La chiesa, che aveva una forte mancanza di fiducia dell’erudizione pagana, cominciò così ad occupare il vuoto lasciato dalle scuole pubbliche affermandosi per i seguenti mille anni e più e dominando l’intera cultura. L’educazione popolare si era generalmente eclissata durante il Medioevo. L’erudizione, però, fioriva in alcuni monasteri, specialmente in Irlanda, dove fra il 6° e l’8° secolo vi fu una genuina rinascita di educazione intellettuale. Inoltre, dopo la scomparsa delle scuole pubbliche di grammatica e retorica, i vescovi stabilirono scuole per istruire il clero. Queste cominciarono ad insegnare sia teologia che grammatica, e col passare del tempo, si estesero a parte del laicato. Probabilmente le prime scuole furono stabilite in Inghilterra. In ogni caso, l’educazione del popolo era praticamente non esistente. Circa a quest’epoca, certi re cominciarono a promuovere l’educazione. Il più notevole fra questi fu Carlo Magno (742-814), che incaricò Alcuino, già preside della scuola di York, in Inghilterra, come suo ministro per l’educazione.

Lo Scolasticismo. Nel periodo dello Scolasticismo (fra il 9° e la fine del 14° secolo), sorse una riscoperta della filosofia greca, in particolar modo di Aristotele. Durante il massimo sviluppo dello Scolasticismo, Tommaso d’Acquino, nella sua Somma teologica conciliò la filosofia aristotelica con la fede cristiana storica. E col sorgere dello Scolasticismo e lo sviluppo parallelo delle università, verso la fine del 12° secolo (Bologna, Parigi, Oxford e, più tardi, Cambridge), l’Europa emerse dai secoli bui.

La Riforma comportò un nuovo giorno per l’educazione. Due dei suoi principi – l’autorità plenaria delle Scritture ed il sacerdozio universale dei credenti – servirono come catalizzatore per gli sviluppi che cambiarono il volto dell’educazione. Il primo principio rese obbligatoria l’educazione, così tutti avrebbero potuto leggere la Parola di Dio (motivazione simile a quella dell’antica educazione israelita); il secondo spostò la responsabilità per l’educazione dalla gerarchia sacerdotale al popolo. Lutero, Calvino, Melantone, ed altri influenti riformatori, erano studiosi di primo livello, e videro l’importanza strategica dell’educazione cristiana. Lutero aveva un’educazione più medioevale che umanistica (nel senso del Rinascimento), ma egli collaborò strettamente con l’umanista Zelantone, che non solo “fornì le fondamenta del sistema scolastico evangelico in Germania”, ma pure “mise nei programmi delle sue scuole, specialmente in quelle superiori, quelle materie che avrebbero contribuito ad una maggiore comprensione delle Scritture” (C. L. Manschreck). Il suo concetto di collegare i programmi con le Scritture testimonia dello sforzo di integrare la fede biblica e l’educazione, sforzo diventò uno dei maggiori interessi degli educatori evangelici dei nostri giorni.

L’effetto della Riforma sull’educazione andò molto al di là della Germania, fino a raggiungere la Svizzera, la Scandinavia, l’Inghilterra, ed altri paesi. Da Ginevra, la potente influenza di Calvino portò ad un fiorire di scuole cristiane in Francia, Olanda, e Scozia. In Inghilterra, l’umanesimo cristiano di uomini come Grocyn, Linacee, Erasmo, Colet, e Ascham vi aveva profondamente influenzato l’educazione, e quando l’Inghilterra e le sue scuole ed università, divenne protestante, questa influenza continuò. Nell’Inghilterra del 17° secolo, la fede riformata influì sull’educazione attraverso il Puritanesimo.

Con Comenio, “fondatore della moderna teoria educativa”, la Riforma portò alcuni fra i suoi frutti educativi più durevoli. Questo vescovo moravo, che era un cristiano evangelico, “si pone nel campo educativo in diretta linea di successione da Lutero” (William Boyd). Così per lui la Bibbia era la suprema autorità e norma di ogni conoscenza. Vi sono elementi nell’insegnamento di Comenio che hanno attinenza all’enfasi che oggi si dà nella filosofia educativa cristiana, sull’unità di ogni verità in Dio. Sebbene questo nostro articolo tratti in primo luogo dell’educazione cristiana protestante, è necessario notare come attraverso il Concilio di Trento (con la sua reazione alla Riforma), la Riforma influì sull’educazione cattolico-romana, quando i Gesuiti e i loro seguaci portarono nelle loro scuole idee prese a prestito da Ginevra e da Strasburgo.

Il periodo moderno. Con la fondazione delle colonie nel 17° secolo, l’impeto dato dalla Riforma pervenne in America. Qui l’influenza di Calvino attraverso i puritani nella Nuova Inghilterra ed attraverso i coloni olandesi, fu forte, sebbene non esclusiva (ad es. la Chiesa di Inghilterra influì molto sull’educazione, sebbene non riflettesse influenze calviniste). Fino alla fine del 18° secolo, tutte le scuole ed università americane (con l’eccezione dell’università di Pennsylvania che, sebbene non settaria, era ostile al cristianesimo), aveva radici del cristianesimo evangelico, e lo stesso rimase vero fino all’inizio dell’educazione pubblica nel 19° secolo.

Generalmente parlando, si può dire che quasi tutta l’educazione nel mondo occidentale dal 1° fino al 19° secolo, era, in un modo o in un altro, di tendenza cristiana. Col sorgere però del razionalismo e dell’Illuminismo francese alla fine del 18° secolo, cominciò uno scivolamento verso la secolarizzazione. In America le radici della democrazia non furono solo calviniste, ma anche deiste, come in Franklin e in Jefferson. Qui il principio della separazione fra Chiesa e stato, stabilito nel primo emendamento della Costituzione americana, aveva condotto gradualmente all’esclusione dell’insegnamento e pratiche religiose dall’educazione pubblica, attraverso varie decisioni della Corte suprema. D’altro canto, le scuole e le università private fiorirono negli Stati Uniti ed a loro fu permesso di avere programmi completi di educazione cristiana, con l’unica premessa della salvaguardia dell’eccellenza accademica.

Fra gli evangelici degli Stati Uniti, le scuole d’ogni ordine e grado conobbero una grande rinascita attorno al 1920. Durante questo tempo, sono state rafforzate istituzioni esistenti e molte sono state fondate. Si sono moltiplicate così le università cristiane di arti liberali, le facoltà di teologia e scuole (primarie e secondarie) controllate dai genitori e dalle comunità cristiane locali. Notevole è stato lo sviluppo degli istituti biblici e dei college biblici, quasi 200 dal 1880. Queste istituzioni cristiane costituiscono niente di meno che un nuovo genere educativo e rappresentano il contributo distintivo che l’America ha dato all’educazione cristiana.

Vi sono però aspetti dell’educazione cristiana diversi da quelli che hanno a che fare con scuole ed università. Alcuni fra questi, come il rapporto fra l’educazione cristiana con la famiglia e la chiesa locale, sono già stati toccati nella discussione sull’educazione nel tempo dell’Antico Testamento e nella Chiesa del primo secolo. Nulla che sia avvenuto nella lunga storia dell’educazione, può essere una scusa per sminuire il ruolo primario dei genitori cristiani in un’educazione radicata nelle Scritture nelle loro stesse famiglie. Eppure deve essere notato come in un tempo di secolarizzazione sempre più accentuata, quando le stesse famiglie sono invase dalla televisione e dai mass media, l’efficacia dei genitori come agenti essenziali dell’educazione cristiana, è stata sempre di più erosa. Nemmeno lo sviluppo di forti scuole ed università evangeliche, o il rinnovo delle Scuole domenicali o scuole di chiesa (come sono talora chiamate), può sostituire la defezione dei genitori dalle loro responsabilità educative.

La scuola domenicale. Nello sviluppo storico dell’educazione cristiana, l’istituzione delle Scuole Domenicali è relativamente recente. Presero inizio da Robert Reikes, ed il movimento guadagnò rapidamente terreno in Gran Bretagna fino ad espandersi in pochi anni in tutta l’America. Fino al 1815 le Scuole Domenicali in America erano frequentate soprattutto da bambini delle classi più povere, e centrate soprattutto, insieme all’educazione cristiana, nel combattere l’analfabetismo. Dopo quella data, la Scuola Domenicale divenne il braccio educativo delle Chiese evangeliche. La lunghezza del periodo di educazione fu accorciata, e l’insegnamento fu volontario, piuttosto che pagato, ed i bambini venivano raccolti da ogni classe sociale ed età. Suo scopo divenne quasi esclusivamente quello della conversione e dell’insegnamento biblico, e le Scuole Domenicali servirono come supporto e promozione delle chiese. La loro crescita fu grande non solo in Gran Bretagna e negli Stati Uniti, ma anche altrove e, nel 1889 si tenne a Londra la prima Convenzione mondiale delle Scuole domenicali. Sviluppi successivi come lo stabilimento di programmi comuni, lo spostamento verso programmi separati ed indipendenti a seconda delle denominazioni, ecc. non è rilevante ora in questa sede. E’ importante però notare che negli ultimi cinquant’anni tensioni al riguardo delle Scuole domenicali sono sorte fra gli evangelici e le chiese protestanti più liberali. (…)

Per molti anni studiosi dell’educazione cristiana hanno riconosciuto l’esistenza di problemi nel sistema delle Scuole Domenicali protestanti, come l’inadeguatezza del periodo settimanale di insegnamento di un’ora o meno, soprattutto se lo si confronta con il tempo passato nell’educazione secolare, la difficoltà di reclutare insegnanti e la loro preparazione, la frequente inefficacia del loro insegnamento, la carenza dell’educazione degli adulti nelle chiese, e il generale fallimento della Scuola domenicale di comunicare una conoscenza coerente della Bibbia e degli altri elementi della verità cristiana. “Il cristiano tipico del nostro tempo,” scrive J. D. Smart, “per quanto nobile possa essere il suo carattere, non è in grado di dire una sola parola intellegibile in favore della sua fede”.

[Le carenze della Scuola Domenicale e un repentino cambiamento nell’atteggiamento di molti, soprattutto giovani, verso le chiese stabilite, ha portato al sorgere di organizzazioni educative para-ecclesiastiche, ministeri nelle università, nei quartieri poveri, e varie iniziative tese ad istruire una popolazione sempre più ignorante sui fondamenti della fede cristiana e confusa dalla miriade di voci contraddittorie che ode nella società].

La centralità della Bibbia

Qualunque mezzo si usi nell’educazione cristiana, essa rimane indissolubilmente legata alla Bibbia. Nell’interesse costante che ha nell’educazione cristiana, il ruolo centrale del pastore è spesso sottovalutato. I pastori sono chiamati non solo ad essere predicatori, ma pure insegnanti (cfr. Efesini 4:11). il pastore che mai esponga la Parola di Dio dal pulpito, ha un ministero mozzato. Un laicato biblicamente analfabeta, riflette la carenza di predicazione espositiva. Non importa quante predicazioni tematiche si facciano, ed anche belle ed ispirate, se non c’è istruzione biblica sistematica non vi sarà sostanziale crescita spirituale. L’incomparabile risorsa dell’educazione cristiana è la Parola di Dio. Ogni qual volta la Parola di Dio viene insegnata veracemente e fedelmente, fiorisce l’educazione cristiana; quando la si perde di vista e la si oscura, l’educazione cristiana è sempre decaduta; quando è stata riscoperta, come nella Riforma, l’educazione cristiana si è risvegliata. Questa è la lezione della storia. (…).

In nessun altro luogo come le missioni, il potere educativo della Bibbia è stato altrettanto potente. La traduzione della Bibbia in migliaia di lingue e dialetti ha aperto le porte dell’alfabetizzazione a milioni di persone che altrimenti sarebbero state nell’ignoranza spirituale ed intellettuale. Non si può quindi parlare di educazione cristiana senza riconoscere il ruolo che l’educazione cristiana ha avuto in ed attraverso il movimento missionario, in cui l’insegnamento della Bibbia e l’istituzione di scuole, ha avuto ruolo fondamentale per estendersi fino alle isole più remote del globo.

Per approfondire

La concezione cristiana dell'educazione (di Cornelius Van Til)