Teopedia/Governo presbiteriano della Chiesa

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Governo presbiteriano della Chiesa

Il governo presbiteriano della Chiesa è un sistema di governo ecclesiastico utilizzato in alcune Chiese cristiane, in cui l'autorità è esercitata da un corpo di presbiteri (anziani) eletti dalla comunità dei fedeli.

In questo sistema, la Chiesa è governata da una gerarchia di presbiteri, che hanno il compito di dirigere e supervisionare le attività della Chiesa. I presbiteri sono eletti dalle congregazioni locali e si riuniscono regolarmente in assemblee chiamate "sinodi" o "concistori" per discutere e prendere decisioni sulle questioni della Chiesa.

Il governo presbiteriano si basa sulla convinzione che il potere e l'autorità nella Chiesa devono essere diffusi tra i presbiteri eletti, invece che concentrati in una singola persona o gerarchia. In questo modo, si cerca di evitare il rischio di abusi di potere e di garantire la partecipazione democratica dei fedeli alla vita della Chiesa.

Il sistema di governo presbiteriano è utilizzato in alcune Chiese protestanti, tra cui la Chiesa presbiteriana, la Chiesa riformata e la Chiesa anglicana. Inoltre, è stato anche adottato in alcune Chiese cattoliche riformate, come ad esempio la Chiesa valdese.

Noi crediamo che il governo presbiteriano della Chiesa sia quello che maggiormente possa dirsi in sintonia con l'insegnamento della Parola di Dio. Storicamente questa forma di governo è stata chiamata presbiterianesimo.

Il termine presbiterianesimo è tratto dalle Sacre Scritture, laddove i ministri della chiesa sono chiamati presbiteri o anziani.

"E dopo aver designato per loro degli anziani in ciascuna chiesa, avendo pregato e digiunato, li raccomandarono al Signore nel quale avevano creduto" (Atti 14:23). "Non trascurare il dono che è in te, che ti è stato dato per profezia, con l'imposizione delle mani da parte del collegio degli anziani" (1 Timoteo 4:14). In questi testi, è tradotto "anziano" il greco πρεσβύτερος [presbitero], e "collegio degli anziani" il greco πρεσβυτέριον [lett. presbiterio].

Quando i princìpi biblici dai quali dipende l'uguaglianza dei ministri di Dio ed il governo della Chiesa da parte dei presbiteri sono stati sovvertiti o negati, è stato reso necessario coniare il termine presbiterianesimo proprio per evidenziare l'adesione di chi lo sostiene alla forma di governo e dottrine sanzionate dalle Sacre Scritture, in opposizione a quelle forme di governo della Chiesa e dottrine fondate su criteri diversi e che l'hanno usurpata.

L'aggettivo presbiteriano, quindi, può essere legittimamente associato al nome di chiesa in quanto non la lega (come avviene in altri casi) ad autorità umane o concetti estranei, ma fa riferimento diretto a quella forma di governo e sistema di fede che la Parola di Dio esemplifica e prescrive.

Principi essenziali del presbiterianesimo

I principi essenziali del presbiterianesimo sono:

  • L'autorità suprema di Gesù Cristo come unico capo della Chiesa [in contrapposizione al papato].
  • L'uguaglianza dei suoi ministri [negazione del principio gerarchico].
  • L'ufficio degli anziani con il compito di governare [ingl. ruling elders] come rappresentanti del popolo [in contrapposizione a quelle chiese dove il "pastore" o "parroco" svolge localmente tutte le funzioni di governo].
  • L'elezione, da parte dei membri delle chiese locali, dei propri ufficiali [gli ufficiali di una chiesa locale non vengono imposti].
  • L'autorità delle diverse sue corti [ingl. courts] o organismi di governo [in contrapposizione al concetto congregazionaliasta che vede la comunità locale come del tutto autonoma ed indipendente dalle altre].

Essenziale, quindi, per la costituzione di una chiesa presbiteriana è che:

  • Tutti i suoi pastori abbiano uguale autorità [non esiste fra di loro gerarchia].
  • Che il governo e la disciplina di ciascuna chiesa locale sia esercitato dal collegio dei suoi anziani (presbiterio) [e quindi non dall'assemblea dei suoi membri comunicanti (assemblearismo o congregazionalismo)].

Che tutte le diverse chiese locali siano legate assieme sotto l'autorità dei presbitèri ed altre corti di sovrintendenza e controllo (sinodi ed assemblee generali ed ecumeniche) a seconda che le circostanze lo richiedano.

Corte [ingl. court] è un termine collettivo per indicare l'insieme delle persone a cui è delegato il governo della Chiesa, sia a livello locale che più elevato [ingl. higher o broader court].

E' sempre stata caratteristica delle chiese presbiteriane fondate sull'insegnamento della Parola di Dio, che ogni chiesa locale sia legata ad un organismo ad essa superiore, cioè ad un unico governo presbiteriale. Ne consegue che una chiesa che voglia rimanere indipendente ed isolata dalle altre, non possa essere considerata una vera chiesa presbiteriana.
La suprema autorità di Cristo

Per suprema autorità [ingl. headship] di Cristo si intende che sotto di Lui l'intero numero degli eletti sia raccolto in una sola casa o famiglia di Dio; che Egli abbia dato alla Chiesa cattolica visibile un ministero e delle ordinanze, per raccogliere e perfezionare i santi in questa vita fino alla fine del mondo. Il Cristo, opera efficacemente tutto questo con la Sua presenza e Spirito, secondo la Sua promessa. Oltre al Signore Gesù Cristo non deve esistere alcun altro capo della Chiesa che abbia l'autorità di legiferare per essa o istituire ufficiali, legando la coscienza dei credenti. Si escludono così le pretese del papato o dell'episcopalismo in genere.

"...e dirà: «Ho insediato il mio re sopra Sion, il mio santo monte" (Salmo 2:6); "...insegnando loro di osservare tutte le cose che io vi ho comandato. Or ecco, io sono con voi tutti i giorni, fino alla fine dell'età presente. Amen" (Matteo 28:20); "...e non come signoreggiando su coloro che vi sono affidati, ma essendo i modelli del gregge" (1 Pietro 5:3). Si veda anche Matteo 27:22; Colossesi 1:18; Efesini 1:22; Matteo 23:8-10; 2 Tessalonicesi 2:4; Efesini 4:11-23).