Il riposo sabbatico nella Confessione di Fede di Westminster Commentario moderno “Poiché secondo la legge naturale, in generale, una debita proporzione di tempo, per ordine divino, dovrebbe essere messo a parte per il culto di Dio, così Egli, nella sua parola, tramite un comando positivo, morale e perpetuo in tal senso, vincolante per tutti gli uomini di tutti i tempi, ha stabilito un giorno su sette come riposo sabbatico da consacrare a Lui. Dall'inizio del mondo fino alla risurrezione di Cristo il sabato era stato l'ultimo giorno della settimana, ma dopo la risurrezione di Cristo il giorno consacrato a Dio divenne il primo giorno della settimana, chiamato il giorno del Signore, o Domenica, per essere osservato fino alla fine del mondo come il riposo sabbatico cristiano”. “Questo riposo sabbatico viene quindi consacrato al Signore da coloro che, dopo essersi debitamente preparati nell'intimo loro, e sistemando in precedenza tutte le loro faccende quotidiane, non solo osservano un santo riposo da tutte le loro opere, parole e pensieri riguardanti le loro occupazioni e ricreazioni terrene per tutta la giornata, ma occupano l'intero tempo negli esercizi pubblici e privati del culto a Lui dovuto, nonché ad opere di misericordia e di soccorso” [Confessione di Fede di Westminster 20:7,8].
Questa sezione della Confessione c’insegna: (1) che Dio, mediante la rivelazione naturale e speciale, esige che tutti osservino un riposo sabbatico; (2) che il riposo sabbatico era, nel periodo intercorrente dalla creazione fino alla risurrezione di Cristo, il settimo giorno della settimana; (3) che sarebbe stato il primo giorno della settimana dalla risurrezione in poi; (4) che Dio esige che questo giorno sia santificato (a) preparandosene debitamente; (b) riposandosi dalle occupazioni mondane e dalla ricreazione (con tutto ciò che esse comportano); (c) con l’esercizio privato e pubblico del culto di Dio, e (d) facendo opere di pietà, necessità e misericordia.
Un chiaro e universale comandamento morale. Alcuni hanno vanamente cercato di eliminare il Quarto Comandamento dalla sfera degli obblighi a cui sono tenuti i cristiani, conservandone solo gli altri nove. Questo tentativo è di solito giustificato dicendo che il riposo sabbatico non sarebbe che una pratica israelita, abolita poi, nel cristianesimo, insieme alle altre leggi cerimoniali dell’Antico Testamento. La verità è che il riposo sabbatico era stato stabilito molto tempo prima che fosse istituita la legislazione cerimoniale (Ge. 2:2,3). Esso appartiene all’ordine delle cose istituito per le creature umane sin dall’inizio della Creazione. Persino Adamo ed Eva, prima della caduta, dovevano osservare il riposo sabbatico. L’essere umano era stato fatto ad immagine di Dio. Suo dovere era quello di seguire l’esempio posto da Dio stesso. La sequenza di sei giorni lavorativi ed uno di riposo doveva seguire la sequenza stessa che Dio aveva seguito nella Sua opera creativa. E’inconcepibile che si possa ritenere irrilevante l’esempio di Dio per quanto riguarda il dovere dell’uomo. Quand’anche, però, noi non menzionassimo questo, rimane chiaro che il Quarto Comandamento sia di natura morale, non cerimoniale. Dio è un Dio d’ordine, non di confusione, ed è stato Lui stesso ad incidere la legge morale su tavole di pietra prima ancora di rivelare la legge cerimoniale al Suo servitore Mosè. Dato che Dio, che non può errare, ha stabilito un comandamento indubbiamente morale, è necessario considerarlo morale, ed Egli l’ha posto fra altre leggi morali, tanto da non permetterci di equivocarne il carattere. L’argomento più plausibile contro l’autorità vincolante del Quarto Comandamento è che Cristo l’avrebbe ignorato. E’ vero che Cristo ignora certe false restrizioni che i Farisei consideravano vincolanti. Quando, però, i Farisei accusano Gesù e i Suoi discepoli di infrangere il Quarto Comandamento, Egli non risponde che il quarto Comandamento fosse stato abrogato, ma che i Farisei si sbagliavano nel come lo interpretavano[1]. Cristo prova che il sacerdote dà a Davide il pane della presentazione per preservare la sua vita, anche se, tecnicamente, questo era una violazione della legge. Opere legittime durante il riposo sabbatico. Allo stesso modo, Cristo prova dalla Scrittura che, nel giorno del riposo sabbatico, sono legittimi certi tipi d’opere. Queste opere sono le opere di pietà, vale a dire le opere che devono essere fatte affinché sia reso a Dio il culto che Gli è dovuto, come l’opera di un pastore che predica la Parola di Dio nel Giorno del Signore), opere di necessità (cioè quelle che non possono essere rimandate senza recare danno alla vita o alla proprietà, come salvare la vita), ed opere di misericordia (come gesti di solidarietà verso persone ammalate o variamente aggravate). Gesù disse: “Se sapeste che cosa significa: "Voglio misericordia e non sacrificio", non avreste condannato gli innocenti; perché il Figlio dell'uomo è signore del sabato” (Mt. 12:7,8). I Farisei sostituivano ai doveri verso Dio i doveri verso il Sabato, e così facendo, ne pervertivano l’istituzione. Cristo non elimina il riposo sabbatico, ma lo pone là dove deve stare, cioè subordinato alla Sua signoria. I discepoli di Gesù osservavano il riposo sabbatico in modo diverso dai Farisei, perché servivano Cristo. Se nel mondo non vi fosse stato né peccato né miseria, non vi sarebbe stata la necessità d’opere di misericordia da svolgere di sabato. Il riposo sabbatico di Dio inizia quando termina la creazione. Il peccato e la miseria umana avevano richiesto che il Sabato fosse “trasgredito”, se pure l’uomo doveva essere redento. Questo avvenne quando Cristo fece “l’opera” della redenzione. “Infatti, chi entra nel riposo di Dio si riposa anche lui dalle opere proprie, come Dio si riposò dalle sue” (Eb. 4:10). La necessità di un “nuovo Sabato” è basata sul fatto che Cristo, nell’ambito del “vecchio Sabato”, aveva dovuto fare opere di necessità e di misericordia. Se non fosse stato così, “Dio non parlerebbe ancora d'un altro giorno” (Eb. 4:8), al contrario, Egli rende certo un nuovo riposo sabbatico: “Rimane dunque un riposo sabbatico per il popolo di Dio” (Eb. 4:9). L’esempio di Cristo ci mostra come il riposo sabbatico permetta, o meglio esiga, opere di pietà, necessità e misericordia. Osserviamo, così, come Cristo non avesse mai mancato di giustificare le sue azioni sulla base della Scrittura[2]. Si dice talvolta che l’abrogazione della pena di morte per chi infrange il riposo sabbatico, provi come il Quarto Comandamento non vincoli più i cristiani. Questo, però, significa confondere la legge civile (che richiede sanzioni su chi infrange la legge morale) con la legge morale. Si può facilmente dimostrare come questo non regga. La legge civile d’Israele richiedeva la pena di morte per la violazione del Quinto Comandamento[3], del Settimo Comandamento[4], del Secondo Comandamento[5], e di altri[6]. Nessuno però immagina che i cristiani siano liberi di violare queste leggi morali, solo perché le pene richieste sotto l’Antico Testamento non si applicano ai “Gentili”. Perché, allora, il Quarto Comandamento dovrebbe essere trattato differentemente? Dobbiamo osservare il sabato? Che dire, poi, di quelli che negano che il riposo sabbatico sia stato spostato dal settimo al primo giorno della settimana? Sono soprattutto gli Avventisti del Settimo Giorno che insistono che il Quarto Comandamento obblighi per sempre ad osservare il settimo giorno della settimana come il Sabato del Signore. Noi crediamo che questa concezione possa essere contestata da due considerazioni. (1) In primo luogo, il Quarto Comandamento non dice: “Ricòrdati del settimo giorno per santificarlo”, ma “Ricòrdati del giorno del riposo per santificarlo”. C’è una differenza qui: la distinzione fra proporzioni ed ordine. Quando il comandamento specifica che sei giorni siano da dedicare al lavoro, la porzione rimanente della settimana, un settimo, per essere esatti, deve essere dedicata ad altro[7]. Questo evita precisamente ciò che richiede la posizione degli Avventisti del Settimo Giorno. Essa evita di comandarci di ricordarci il settimo giorno in ordine di tempo e ci comanda d’osservare un settimo giorno in proporzione temporale. Dato che il Quarto Comandamento ci porta ad osservare la settima parte del nostro tempo come riposo sabbatico, non c’è nulla in questo comandamento che non possa ugualmente e pienamente applicarsi al primo giorno della settimana (nell’ordine dei giorni), perché il primo giorno della settimana è ancora il settimo, per quanto riguarda la proporzione del tempo. (2) In secondo luogo, osserviamo semplicemente che la Chiesa apostolica rispettava “il primo giorno della settimana (nell’ordine dei giorni), come il proprio riposo sabbatico[8]. Si sostiene talvolta, che in ogni caso, noi non possiamo essere sicuri che il nostro riposo sabbatico sia lo stesso che era osservato dalla Chiesa apostolica. Si dice che il ciclo può essersi spezzato ad un certo punto del tempo che ci separa da quello apostolico. A questo rispondiamo che Gesù è Signore sia sulla Chiesa che sul sabato. Egli, inoltre, dichiara che il riposo sabbatico sia un segno perpetuo del popolo di Dio[9]. Cristo promise che vi sarebbe stata una continuazione non interrotta della Sua vera Chiesa fino alla fine del mondo, e questo garantisce che il riposo sabbatico non è e non sarà mai perduto. La sua retta osservanza. La retta osservanza del riposo sabbatico esige che: “Il riposo sabbatico deve essere santificato con un santo riposo per tutto quel giorno, cessando da quelle occupazioni mondane e da quelle ricreazioni legittime comuni negli altri giorni; e trascorrendo l'intero tempo nell'esercizio del culto pubblico e privato verso Dio, eccetto per quanto è necessario assumersi in opere di necessità e di misericordia” (Catechismo minore di Westminster, dom. 60). Il Catechismo maggiore fornisce a questa domanda una spiegazione più che adeguata. Eccone, però, i principi: (1) Il significato di base della parola “sabato” è “cessazione”. Riposare, nei termini del significato di questo comandamento, non significa dormire. Non significa cessare di lavorare per dedicarci ai nostri svaghi favoriti. Significa cessare dall’intera pletora di attività che ci hanno tenuti occupati nel corso della settimana, siano esse di lavoro o di ricreazione. Questo non significa che possiamo fare cose peccaminose negli altri giorni, ma non in quello del riposo sabbatico. Per esempio, televisione, lettura di giornali e riviste, sport ed escursioni, sono tutte attività legittime per il cristiano. Esse, però, non sono appropriate nel giorno del riposo, perché “sabato” significa cessare da queste cose per dedicare una giornata esclusivamente al culto, alla lettura della Parola di Dio, ecc. (2) Il significato di “opere di necessità” qui è spesso equivocato. Le opere di necessità non solo quelle richieste solo dalla nostra convenienza. Se un chirurgo dice: “Devo operare quest’uomo oggi sennò morirà” egli parla d’un opera di necessità. Se però un falegname dice: “Devo prendermi cura delle mie costruzioni, sennò metterò a repentaglio il mio lavoro”, parla solo della propria convenienza. Il lavoro stesso non è necessario. Allora si potrebbe dire che sia legittimo rubare “perché la mia famiglia ha bisogno di più denaro”, se si dicesse che un lavoro sia necessario nel giorno di riposo solo perché non mi sarebbe conveniente smetterlo, o mi sarebbe domani più difficile. [The Westminster Confession of Faith, for study classes, by G. I. Williamson, Presbyterian and Reformed Publishing House, 1964]. [1] Mt. 12:1-13; cfr. Le. 14:4-9; 1 Sa. 21:6. [2] „Mosè vi ha dato la circoncisione (non che venga da Mosè, ma viene dai padri); e voi circoncidete l'uomo in giorno di sabato. Se un uomo riceve la circoncisione di sabato affinché la legge di Mosè non sia violata, vi adirate voi contro di me perché in giorno di sabato ho guarito un uomo tutto intero?“ (Gv. 7:22,23). [3] Es. 21:17; De. 21:18ss. [4] De. 22:22. [5] De. 13:10. [6] Le. 24:10-24. [7] Che il nostro settimo giorno sia chiamato in Italiano “sabato” è irrilevante: in inglese è chiamato “Saturday”, cioè, letteralmente, “Giorno di Saturno”. [8] Mat 28:1 Dopo il sabato, verso l'alba del primo giorno della settimana, Maria Maddalena e l'altra Maria andarono a vedere il sepolcro. Mar 16:2 La mattina del primo giorno della settimana, molto presto, vennero al sepolcro al levar del sole. Lu 24:1 Ma il primo giorno della settimana, la mattina prestissimo, esse si recarono al sepolcro, portando gli aromi che avevano preparati. Giov 20:1 Il primo giorno della settimana, la mattina presto, mentre era ancora buio, Maria Maddalena andò al sepolcro e vide la pietra tolta dal sepolcro. Giov 20:19 La sera di quello stesso giorno, che era il primo della settimana, mentre erano chiuse le porte del luogo dove si trovavano i discepoli per timore dei Giudei, Gesù venne e si presentò in mezzo a loro, e disse: «Pace a voi!». At 20:7 Il primo giorno della settimana, mentre eravamo riuniti per spezzare il pane, Paolo, dovendo partire il giorno seguente, parlava ai discepoli, e prolungò il discorso fino a mezzanotte. 1Co 16:2 Ogni primo giorno della settimana ciascuno di voi, a casa, metta da parte quello che potrà secondo la prosperità concessagli, affinché, quando verrò, non ci siano più collette da fare. Mar 16:9 [Or Gesù, essendo risuscitato la mattina del primo giorno della settimana, apparve prima a Maria Maddalena, dalla quale aveva scacciato sette demòni. Ap 1:10 Fui rapito dallo Spirito nel giorno del Signore, e udii dietro a me una voce potente come il suono di una tromba, che diceva (…). [9] Es. 31:10-16; Ez. 22:26 ecc.
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