Revisionista, più che “riformata”

Progetto religione civile

Di fronte alla crisi epocale delle vecchie “chiese di popolo”, incalzate dalla prevalente irreligiosità di gran parte della popolazione contemporanea (che comunque persiste per ora, non si sa bene perché, a rimanere membro della chiesa ufficiale), o comunque dal suo rifiuto del cristianesimo tradizionale, le istituzioni della “vecchia” chiesa riformata tentano di salvarsi proponendosi come gestori di quella che potremo chiamare una “religione civile”, fortemente e più o meno consapevolmente influenzata dall’ideologia umanista dominante. Di che cosa si tratta?

QUATTRO PILASTRI

La “religione civile” poggia fondamentalmente su quattro pilastri:

1. Funzione celebrativa. Si celebrano con delle cerimonie religiose di significato simbolico, le tappe più importanti della vita: nascita (battesimo), uscita dall’infanzia (confermazione), matrimonio (nozze in chiesa), morte (funerale)[1].

2. Gestione /promozione di valori prettamente umanistici. Concetti come: pace, amore, tolleranza, solidarietà, ecologia, vengono affidati agli “operatori religiosi” che così sono chiamati a svolgere funzione educativa a diversi livelli in appoggio (e non certo in concorrenza) a ciò che sono chiamati a svolgere gli insegnanti “laici” della scuola statale[2].

3. Animazione sociale. Agli “operatori religiosi” ed alle strutture della “chiesa” viene affidata la promozione di valori sociali, ricreativi e culturali (nei limiti, però, di dove le iniziative “laiche” della società civile non riescono ad arrivare, e certamente mai in concorrenza con esse, che hanno comunque priorità).

4. Funzione consolatoria. Si intende la “cura d’anime”, presa in carico delle persone psicologicamente più deboli, i malati, gli anziani, i morenti, in appoggio, ma mai in sostituzione, e certo non in concorrenza, con gli “specialisti” rigorosamente “laici” dell’assistenza sociale e giuridica, della medicina, e della psichiatria, i quali assumono ruolo primario. A questo livello le “illusioni della religione” possono anche essere tollerate (con moderazione)!

In che modo la “chiesa di popolo” giunge a rivedere in questo modo la propria identità e funzione? Attraverso apposite inchieste in cui si cerca di conoscere i “desiderata” e le preferenze della maggioranza della popolazione, che la “chiesa di popolo” intenderebbe servire[3].

Una nuova Riforma?

Tutto questo è considerato dai più come un’auspicata “evoluzione” e “modernizzazione” delle vecchie istituzioni ecclesiastiche e delle sue persuasioni tradizionali, tanto che si potrebbe dire di essere veramente di fronte a una “nuova riforma”, a una revisione radicale del modo tradizionale di essere chiesa[4]. Questo porta a rivedere e ridefinire tutte le funzioni ed aspetti tradizionali della fede cristiana. Ne citiamo qui alcuni aspetti in ordine sparso.

La Bibbia. Ormai svuotata della sua autorità normativa dal processo della critica moderna e della demitologizzazione, rimane come “retaggio culturale”, documento non unico e senza dubbio nemmeno perfetto. Essa continua ad essere “predicata” e studiata come tale, e messa al servizio[5] (nella misura in cui a questo può essere utile) dei valori umanistici oggi più accreditati. La sua lettura è fortemente selettiva e, se lo si ritiene opportuno, la si accantona senza problema quando altri testi vengono ritenuti più utili.

La trascendenza. L’approccio metafisico, spirituale, mistico, alla realtà, viene considerato superato e persino pericoloso, “alienante” quando non serve alla promozione dell’ideologia umanistica. Le credenze “mistiche, magiche, sacramentali” vengono così al massimo tollerate, relativizzate, equiparate ad un romantico retaggio del passato, riservato a coloro che se ne sentono “psicologicamente inclini”[6]. La spiritualità, però, non deve essere assunta a criterio determinante o discriminante della nuova “religione civile”, né certamente da imporre. E’ un optional!

L’identità “riformata” di queste chiese, viene confermata solo come retaggio storico particolare (una tradizione storico - culturale), o riaffermata esclusivamente come contrapposizione al carattere “primitivo” e “medioevale” del cattolicesimo romano[7]. Il tutto, naturalmente, non vuole essere “assolutamente” un settarismo, anzi, deve rientrare nel quadro di una grande “tolleranza”. Si persegue la “pace” e lo “ecumenismo” soprattutto con quei cattolici che condividono i valori della religione civile, della quale possono essere considerati una “variante” culturale, una semplice diversità di forma[8].

Il culto. Il momento aggregante della domenica mattina, sempre più disertato a causa della concorrenza e preferenza di altre attività lo si vorrebbe altresì rivedere. Le parole d’ordine di chi vorrebbe “salvarlo” sono diverse: “spostiamolo ad altri giorni della settimana e ad altri orari”, e “rendiamolo più attuale”. Via la predicazione (è “troppo lunga”, “noiosa”, “inutile”, o limitiamola a 5/10 minuti al massimo). Introduciamo più musica di qualità, più “spettacolo” ed allora la gente (soprattutto i giovani) ne saranno maggiormente attirati (?). Introduciamo la discussione aperta su “problemi di attualità”. “Rendiamolo un momento conviviale e sociale”. Oppure: “eliminiamolo totalmente”[9], “basta una volta al mese”, “una volta ogni tanto, magari in occasione di una festività tradizionale”, “privilegiamo la visita del pastore nelle case”. “E’ ovvio” che non deve trattarsi di nulla d’obbligatorio…

L’insegnamento religioso nelle scuole. Non si è contrari alla sua scomparsa (!)[10], ma si è in favore di una sua totale revisione. Non deve essere “indottrinamento confessionale”[11], via la Bibbia, si alla discussione di problemi etici (su che base? Sulla base dell’umanesimo, ovviamente[12]), si allo studio comparato delle religioni, all’insegna del “tutto fa brodo”. Si insegnino “i valori”. Quali? E’ ovvio, la risposta è sempre la stessa, quella della filosofia oggi dominante. Se possibile insegnino “catechisti laici” (danno più garanzie di servilismo e di manipolabilità che spesso i pastori).

I pastori / preti (non se ne vede la distinzione) vengono considerati come gestori stipendiati (impiegati) al servizio di questo sistema, funzionali alla sua promozione[13]. Naturalmente devono essere preparati, forgiati, da apposite scuole in cui si insegni il cristianesimo così riveduto e corretto, l’ideologia umanistica. E’ quindi necessario vigilare a che sia garantita, in queste scuole, l’ideologia critica ed umanistica, e che i candidati al ruolo di servi del sistema siano immuni dalle “vecchie superstizioni” (credere agli antichi e superati dogmi![14]). Vari “passaggi obbligati” durante lo studio e prima dell’assunzione devono garantire scrupolosamente che essi rispondano ai criteri stabiliti dal sistema.

Chi si differenzia da questo sistema, riproponendo valori, contenuti e modi ritenuti superati[15] viene considerato un “fanatico”, un “settario”, un “alieno” incompatibile con il sistema, da emarginare, da neutralizzare. Gli si nega la parola[16], viene regolarmente non considerato, non invitato, ridicolizzato. E’ cosa “di cui vergognarsi” di fronte al mondo, se in qualche modo non si riesce ad evitarne la presenza. Gli viene attribuita “pericolosità sociale” ed è da ricacciare al più presto “nelle sette a cui appartiene” e che la nostra società deve purtroppo tollerare… La gente deve essere avvertita a non avere nulla a che fare con questi “tipi pericolosi”, semmai ad usarli, ma non certo a prenderli sul serio! Ogni loro iniziativa (spesso sono esperti nell’arte di propagandare le loro idee) deve essere neutralizzata con l’appellativo infamante di “settario”, “la gente deve capire che ‘non è dei nostri’”. La più grande sciagura… è quando riesce a infiltrarsi nel sistema e ad avere parzialmente successo profittando delle sue contraddizioni, allora i più sono pronti ad abbandonarlo.

LA DEBOLEZZA DEL SISTEMA

Si, questo sistema è, in fondo, debole. Prova ne è che se il progetto di “religione civile” in qualche modo fallisce… in fondo se ne può fare a meno (molti ne fanno benissimo a meno). Le migliori intenzioni revisioniste (intese proprio ad “avvicinare la chiesa alla gente d’oggi”) vengono spesso regolarmente frustrate dalla gente che, in ogni caso pare non essere attirata nemmeno dai culti più “moderni” o dalle predicazioni più “aggiornate”. Il locale di culto spesso rimane comunque semivuoto!

 E’ il disperato tentativo di “ricuperare la funzione della istituzione ecclesiastica”, di conservarla (in fondo ne va della sopravvivenza di chi vive d’essa e delle sue strutture), ma se non si riesce a farlo, …beh, pazienza. I suoi servitori possono “migrare” altrove: nell’assistenza sociale, nell’insegnamento universitario, nella professione medica e scientifica, e di fatto succede che, chi ne ha la possibilità e le opportunità, lo faccia. Gli altri sono “condannati” a rimanere, volenti o nolenti, in questo sistema che “fa acqua da tutte le parti”, a fare “buon viso a cattivo gioco” ed eventualmente a “salvare il salvabile”!

CRISTIANESIMO?

Che ha a che fare tutto questo con il cristianesimo? Nulla, assolutamente nulla (certi concetti vengono solo presi a prestito dalla tradizione cristiana)[17].  Si tratta di un “cristianesimo” asservito alla filosofia umanistica dominante, nuova “servitù babilonese” della chiesa[18]. Chi dice che tutto questo sia cristianesimo, non ha idea alcuna né esperienza alcuna di che cosa sia il cristianesimo biblico. Questo sistema è un’abominevole degenerazione della chiesa cristiana, un’altra fra le tante varianti del caso, un mostro disgustoso, degno solo di chi lo ha creato e che lo vorrebbe usare per i suoi malefici fini, cioè Satana[19].

Andando avanti di questo passo l’unica risposta che si dovrebbe dare a questo sistema satanico, falsamente considerato chiesa, è: “Uscite da essa, o popolo mio, affinché non abbiate parte ai suoi peccati e non vi venga addosso alcuna delle sue piaghe, perché i suoi peccati si sono accumulati e sono giunti fino al cielo, e Dio si è ricordato delle sue iniquità" (Apocalisse 18:4,5).


NOTE

[1] La chiesa come “elargitrice di benedizioni” indiscriminate! Le nuove proposte celebrative prevedono la “benedizione” di coppie omosessuali, di divorzi, di eutanasia, di aborti, ma anche di lavoratori che vanno in pensione, di contratti, di aziende, ecc.

[2] Guai a contraddire per esempio, l’evoluzionismo insegnato oggi, con idee “vecchie” come la creazione. Se questo si vuole insegnare, esso deve essere “adattato”, e “spiegato” come il retaggio di superstizioni prescientifiche!

[3] Gli zelanti ed onesti servitori della “chiesa di popolo” si dicono: “Noi siamo chiesa di popolo, al servizio del popolo. Se questo è vero, dobbiamo rispondere ai bisogni ed ai desideri che la gente stessa esprime”. Il criterio, quindi, mediante il quale si definisce la propria identità è un criterio “democratico”. “Chiedeteci voi come meglio possiamo servirvi, e lo faremo. Definite voi i valori che vi sembrano più importanti, e li promuoveremo”. Completamente sovvertito (perché ritenuto superato) è quindi il criterio che definisce l’identità e la missione della chiesa, sulla base della Bibbia intesa come Parola normativa di Dio.

[4] Per questo più che di  “riformati” bisognerebbe meglio parlare di “revisionisti”, o comunque, per parafrasare una vecchia insegna dei tempi della Riforma, di una “Chiesa riformata secondo gli insegnamenti dell’umanesimo filosofico contemporaneo da tutte le superstizioni ed errori della religione”.

[5] O meglio, “strumentalizzata”.

[6] Così afferma al riguardo l’umanesimo contemporaneo: “mode antiscientifiche e antimoderne, voci fondamentaliste, persistenza del bigottismo e dell’intolleranza… di origine tribale. …idee di carattere mistico, spirituale, teologico. Traggono la loro origine dalle antiche società pre-urbane, nomadi ed agricole del passato, non nella cultura dell’informazione globale o post-industriale che sta emergendo. Il naturalismo scientifico permette agli esseri umani di costruire una visione del mondo sganciata dalla metafisica e teologia, e basata sulle scienze… E’ inammissibile introdurre cause occulte o spiegazioni di carattere trascendente. I metodi della scienza sono più affidabili… Noi pensiamo che sia ora che l’umanità abbracci la sua fase adulta, per abbandonare il pensiero magico e mistico…” (Manifesto umanista 2000). A differenza degli umanisti “puri”, gli umanisti religiosi che dominano queste chiese sono umanisti incoerenti, o strumentalizzatori disonesti della religione.

[7] Si dice: “Sono riformato per tradizione”, “Voglio essere riformato perché così voglio distinguermi dalle superstizioni del cattolicesimo romano, come istanza liberatrice dalle catene del clericalismo. Naturalmente non voglio avere a che fare con la spiritualità e il dogmatismo biblico, che considero aberrazione e fanatismo”.

[8] E’ tipico ciò che si afferma di solito per negare l’identità confessionale: “Molte delle terribili guerre del passato e del presente sono ispirate a dogmi religiosi intransigenti…”ma: “Dovremmo essere tolleranti verso culture diverse, tranne quando queste culture sono esse stesse intolleranti e repressive” (Manifesto umanista 2000).

[9] I critici più radicali dicono che la predica è solo e sempre stata un condizionamento delle coscienze, un attentato alla libertà del singolo, tanto quanto, per il cattolicesimo romano, è considerata “la confessione”. Naturalmente si ammette che, in altri modi, le coscienze vengano “condizionate” dall’ideologia umanistica, questo “va bene”…

[10] L’occasione di indottrinamento umanistico è troppo ghiotta!

[11] Naturalmente l’indottrinamento umanista è ammesso. L’umanista afferma: “Anche se la guida morale dei genitori è vitale, questi non dovrebbero imporre il loro punto di vista religioso o i loro valori morali, o indottrinare i loro bambini. Devono avere la possibilità di valutare diversi punti di vista ed essere incoraggiati a pensare con la propria testa” (Manifesto umanista 2000).

[12] “Le dottrine morali e teologiche riflettono spesso concezioni ereditate e prescientifiche della natura e della natura umana” (Manifesto umanista 2000).

[13] “Se proprio si vuole conservarli”…

[14] Ogni tanto “ne sfugge qualcuno”, che però dovrà essere subito emarginato, estromesso, o spinto alle dimissioni. “Vi sono ‘ossi duri’, ‘molto furbi’, che riescono a sfuggire ai controlli e che ‘causano problemi’ al sistema: una vera maledizione, soprattutto quando non si riesce a neutralizzarli”…

[15] Chi si rifà per esempio alla “vecchia ortodossia riformata”, un “pazzo”, “un malato”.

[16] Non deve “far danni” esponendo e propagandando il suo pensiero!

[17] In inglese si direbbe “borrowed capital”, cioè un “capitale preso in prestito” e finalizzato ad usi diversi.

[18] Espressione questa usata da Martin Lutero per indicare l’asservimento del cristianesimo al sistema ed all’ideologia cattolico-romana.

[19] Che naturalmente si guarda dal rivelarsi come tale, e che anzi promuove la dottrina della sua “inesistenza”!


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