La vera storia del modalismo:
Gran parte delle informazioni che abbiamo sul modalismo le traiamo da
Tertulliano (morto circa nel 225), il quale scrisse un trattato dal titolo
"Contro Prassea".
I primi cristiani identificavano velocemente le eresie. Nel terzo secolo,
Sabellio, un prete libico residente a Roma, ne inventò un'altra. Affermava che
nell'Essenza di Dio vi fossero solo una persona, tanto che il Padre, il Figlio,
e lo Spirito Santo non erano altro che una persona che assumeva via via diverse
funzioni o uffici, piuttosto che tre Persone che costituiscono un Essere solo in
Dio, come sostiene la posizione ortodossa. Naturalmente i più riconobbero
subito che l'insegnamento di Sabellio contraddiceva la fede storica della
Chiesa, e fu ben presto scomunicato. La sua eresia divenne conosciuta come
sabellianismo, modalismo, e patripassionismo. Era chiamata Sabellianismo
dal nome del suo fondatore, Modalismo per le tre modalità o uffici che
attribuiva all'unica persona dell'Essenza divina, e Patripassionismo
(termine introdotto da Cipriano) perché affermava come sulla croce a soffrire,
quando morì Gesù, era stato il Padre.
Il primo a sostenere pubblicamente il Patripassionismo era Prassea (190 d.
C.). Certo, egli intendeva non trattarsi tanto di una sofferenza del Padre (pati),
ma solo di una simpatia (copati). Egli concepiva il rapporto fra Padre e Figlio
come quello fra lo spirito e la carne. Sabellio negava d'essere un patripassiano.
I modalisti di fatto non usarono mai questo termine per sé stessi.
La dottrina della Trinità ("come in Agostino") accettò
l'uguaglianza implicata del Padre e del Figlio del monarchianismo, invece che la
cristologia del logos, la subordinazione del Figlio al Padre, come in
Tertulliano, e persino Atanasio, il cui nome viene associato con l'originale
Credo niceno della Trinità.
Il Montanismo era un movimento apocalittico e profetico che sorse nella
seconda metà del secondo secolo. Chiamato "l'eresia frigia", fu
chiamato così dal suo primo profeta, Montano, che si accompagnava a due
profetesse: Priscilla e Massimilla. I montanisti seguivano una disciplina molto
stretta, che talvolta includeva il cercare lo stesso martirio. Essi credevano
essere sotto la diretta conduzione dello Spirito Santo. Sebbene essi
valorizzassero molto l'Evangelo secondo Giovanni, il montanismo tendeva a
sottovalutare l'autorità tradizionale delle Sacre Scritture e l'ufficio di
vescovo. A causa di questo, sorse una controversia e si tennero una serie di
sinodi. Il movimento si diffuse ben oltre l'Asia minore, e raggiunse Roma, dove
il vescovo Eleuterio scomunicò i montanisti. Tertulliano divenne uno dei più
famosi convertiti di questo movimento intorno al 207-208. La maggior parte degli
scritti montanisti sono stati distrutti. Il montanismo cercava di ristabilirei
doni miracolosi della Chiesa primitiva, gradualmente scomparsi nel corso del
tempo. Non sorprende che la Chiesa Pentecostale Unita oggi cerchi di portare
avanti la tradizione del quarto secolo, sia per quanto riguarda il modalismo che
la continuazione anti-scritturale dei doni carismatici del primo secolo. Gli
studiosi hanno identificato nel sincretismo frigio del terzo secolo a. C.
l'origine del montanismo del secondo secolo d. C. Le sue caratteristiche
ascetiche vengono denunciate in Colossesi 2:20-25: "Se dunque siete morti con Cristo agli elementi del mondo, perché vi sottoponete a dei precetti come se viveste nel mondo, quali: «Non toccare, non assaggiare, non maneggiare», tutte cose che periscono con l'uso, secondo i comandamenti e le dottrine degli uomini? Queste cose hanno sì qualche apparenza di sapienza nella religiosità volontariamente scelta, nella falsa umiltà e nel trattamento duro del corpo, ma non hanno alcun valore contro le intemperanze carnali".
Oggi i Pentecostali Uniti portano avanti queste tradizioni ascetiche
proibendo, per esempio, alle donne di indossare pantaloni, truccarsi, portare
gioielli ecc. Inoltre l'ascetismo è congiunto non solo ad elementi "misterici",
ma anche con altre osservanze, citate in Cl. 2:16:18: "Nessuno dunque vi giudichi per cibi o bevande, o rispetto a feste, a noviluni o ai sabati; queste cose sono ombra di quelle che devono venire; ma il corpo è di Cristo. Nessuno vi derubi del premio con un pretesto di umiltà e di culto degli angeli, fondandosi su cose che non ha visto, essendo temerariamente gonfio a motivo della sua mente carnale".
I montanisti, dal secondo secolo, hanno coltivato idee eretiche sullo Spirito
Santo. Oggi essi legittimano gli eccessi in "nuove" esperienze
mistiche, come pure in manifestazioni estatiche e falsamente profetiche
asttribuite allo Spirito di Dio. Tutte le moderne chiese pentecostali
/carismatiche amano far risalire le loro origini al montanismo.
Storici posteriori, accettando acriticamente le valutazioni di Tertulliano,
equipararono il modalismo al patripassianismo. Prassea, però, affermava che
sebbene Gesù fosse il Padre incarnato, Gesù morì soltanto quanto alla Sua
umanità, come Figlio. Sabellio, evidentemente, rispose all'accusa di
patripassianismo in modo simile. L'intera questione può facilmente essere
risolta rendendosi conto che il modalismo non insegnava, come credeva
Tertulliano, che il Padre è il Figlio, ma piuttosto che il Padre è nel Figlio.
Come disse Commodiano: "Il Padre entrò nel Figlio, un solo Dio,
dovunque". Allo stesso modo Sabellio spiegava che il Logos non era il
Figlio ma che era rivestito del Figlio. Altri modalisti, rispondendo all'accusa,
spiegarono che a soffrire era il Figlio, l'uomo Gesù, mentre il Padre aveva
solo "simpatizzato" con Lui, cioè sofferto con Lui. Con questo essi
intendevano che fu il Figlio a soffrire ed a morire. Il Padre, lo Spirito di Dio
in Gesù, non poteva aver sofferto o morire in senso fisico, ma che Lui, in
qualche modo, era stato toccato od aveva partecipato alla sofferenza della
carne. Per questo Zefirino diceva: "Io conosco un solo Dio, Cristo Gesù, e
a parte Lui, nessun altro nacque e sofferse come tale.... Non fu il Padre a
morire, ma il Figlio". Da queste affermazioni sembra chiaro che i modalisti
sostenessero che il Padre non era carne, ma che fu rivestito o si manifesò in
carne. La carne morì, non l'eterno Spirito. Quindi il patripassianismo non è
un termine convenevole per descrivere il monarchianismo modalista. I moderni
Pentecostali uniti non sono patripassiani, perché essi credono che solo lo
spirito umano di Gesù sia morto sulla croce, per cui non fu sparso per i nostri
peccati alcun sangue divino! Questa è una totale eresia!
Fondamentalmente, quindi, il modalismo monarchiano insegnava che Dio non ha
alcuna distinzione in quanto numero, ma solo in quanto modalità. Il termine
Figlio si riferisce all'incarnazione. Questo significa che
il Figlio non è una natura eterna, ma una mopdalità dell'attività di Dio
fatta specialmente con lo scopo di salvare l'umanità. Non esisterebbe alcun
Figlio pre-esistente, ma si può parlare del Cristo
pre-esistente solo in quanto lo Spirito di Cristo è Dio stesso. Esso considera
il Logos come attività di Dio. Gesù, quindi, sarebbe la Parola o attività del
Padre rivestita di carne. Lo Spirito Santo non sarebbe un essere separato più
di quanto non lo sia il Logos. Il termine Spirito Santo descriverebbe ciò che
è Dio, e si riferirebbe alla potenza e all'azione di Dio nel mondo. Così,
sia il termine Logos e Spirito Santo, si riferiscono a Dio stesso, in specifiche
modalità di attività.
I leader più famosi del modalismo furono Noeto di Smirne, Prassea, e
Sabellio. Noeto era il maestro di Prassea in Asia minore. Prassea predicava a
Roma nel 190 circa, e Sabellio circa nel 215 (Heick, I, 150). Dato che Sabellio
fu il modalista più famoso, gli storici spesso chiamano questa dottrina
Sabellianismo. Sabellio, come i moderni modalisti dell'UPC,
si focalizzava solo sui testi biblici che parlano di unità (De. 6:4 e Gv.
10:38) ad esclusione della ricchezza di testi biblici che mostrano come l'unità
di Dio si comprenda meglio in termini di comunione che di numero. Egli
diceva che Dio rivela Sé stesso come Padre nella creazione, come Figlio
nell'incarnazione, e come Spirito Santo nella rigenerazione e nella
santificazione, strettamente successive in ordine di tempo.
Il modalismo