Per essere cristiano devo forse credere letteralmente a ciò che afferma il libro della Genesi sulla creazione?

di Russell Grigg, pubblicato per la prima volta in Creation Ex Nihilo 23(3):20–22
giugno-agosto 2001.

Per essere cristiano devo forse credere che Dio creò il mondo in sei giorni normali, che vi fu veramente una ribellione contro Dio da parte di due persone realmente vissute chiamate Adamo ed Eva, seguita dall’ingresso della sofferenza e della morte in un mondo prima perfetto, e che i primi capitoli della Genesi siano un resoconto storico di tutto questo da prendersi letteralmente? Devo credere a tutto questo per essere cristiano?

Diventare un cristiano

Un cristiano, nel Nuovo Testamento, è considerato uno che fa queste due cose:

Crede che Gesù Cristo (che era pienamente Dio e pienamente uomo), attraverso la Sua morte sulla croce e la Sua risurrezione, pagò il prezzo del nostro peccato: “se con la bocca avrai confessato Gesù come Signore e avrai creduto con il cuore che Dio lo ha risuscitato dai morti, sarai salvato” (Ro. 10:9).

Ubbidisce al comando di ravvedersi (letteralmente “cambiare opinione” su Dio e sul peccato), in altre parole riconoscere di aver vissuto e agito in ribellione contro Dio, ed aver per questo chiesto perdono a Dio[1]. “…perché ha fissato un giorno, nel quale giudicherà il mondo con giustizia per mezzo dell'uomo ch'egli ha stabilito, e ne ha dato sicura prova a tutti, risuscitandolo dai morti” (At. 17:31)[2].

E’ sufficiente, allora, credere in Gesù e ravvedersi? Beh, queste due cose implicano che esista un Dio santo contro il quale ci siamo ribellati incorrendo – per avere fatto questo – in un castigo. Perché, però, la nostra negligenza verso Dio e il non aver osservato le Sue leggi merita un qualche castigo, e meno che meno la pena di morte?

Risposta. Quando leggiamo i primi tre capitoli della Genesi, vediamo come i nostri progenitori, Adamo ed Eva, erano stati creati con una natura santa e pia ed avevano vissuto in comunione con Dio. Essi scelsero, però, di ribellarsi contro di Lui e divennero in sé stessi corrotti ed ostili a Dio, colpevoli di fronte a Lui. La loro ribellione era un affronto alla santità di Dio che li aveva creati, incorrendo così nella pena di morte (Ge. 3:17-19), cosa di cui erano stati chiaramente avvertiti (Ge. 2:17; 3:3)[3]. Questa corruzione, ostilità e colpa coinvolse l’intera razza umana (Ro. 5:12-19), e noi pure abbiamo ereditato la loro pena di morte (Ro. 6:23), cosa che altresì meritiamo.

E’ vero che si può fare i passi per diventare cristiano senza accettare o persino senza conoscere il racconto della Creazione e della Caduta in Genesi[4]. Un tale minimo sistema di credenze, però, non coglie l’intero significato di ciò che Dio ha provveduto come base per giungere ad un giusto rapporto con Lui. Questo include la totalità della Parola che Egli ci ha rivolto, la quale comprende il fondamento logico che solo Genesi può fornire alla dottrina della salvezza.

Una tale minima fede è di fatto superficiale, non è sufficientemente radicata nella Parola di Dio e non è in grado di resistere agli attacchi e derisioni degli scettici, degli atei e dei leader religiosi liberali, dei compagni di studio o di lavoro. Nella parabola del seminatore è proprio perché non avevano radici che il seme che cade su terreno sassoso ben presto secca allorché, crescendo, viene bruciato dal sole (Mt. 13:5,6;20,21).

Oggi la Genesi è attaccata come non mai prima – non solo dagli scettici che la mettono in ridicolo, ma anche da eruditi “cristiani” che, nei loro libri e sermoni, offrono palesemente un’immagine distorta di ciò che dice il testo, cercando di farlo combaciare con le conclusioni della scienza moderna, con i suoi presupposti anti-teisti. Allora, come si può dire ciò che sia parte della Parola di Dio, e, in particolare, ciò che, di fatto, significa la Genesi?

Risposta. La chiave per comprendere il significato di un qualsiasi libro della Bibbia è chiedersi: “Qual era l’intenzione dell’autore?”. Quando facciamo questo con Genesi[5] è molto evidente che lo scopo di Mosè, sotto il controllo di Dio, sia quello di scrivere un resoconto storico ed autentico dei fatti[6], incominciando dalla creazione dell’universo e della terra, e poi raccontando la storia dell’umanità dalla creazione d’Adamo fino alla morte di Giuseppe (Ge. 50:26)[7].

Vivere come cristiani

Esaminiamo ora alcuni dei problemi che deve affrontare un cristiano qualora non volesse accettare ciò che afferma la Genesi su una creazione letterale.

1. E’ inevitabile che scivoli sempre di più nell’incredulità che subentra quando non si crede in una parte qualsiasi della Bibbia. Se una qualche parte della Bibbia non è veridica perché non intende dire quel che dice, come facciamo a sapere se altre cose che la Bibbia afferma, come la concezione verginale di Gesù o il perdono dei peccati, abbiano un qualche fondamento. Un caso rappresentativo. Negli anni 1940 e 1950 l’evangelista americano Charles Templeton aveva condotto, attraverso la sua predicazione, migliaia di persone a confessare la loro fede in Cristo, ma poi aveva cominciato a fare compromessi con le concezioni evoluzioniste. Ne risultò che egli non ebbe più risposte da dare alla affermazioni ingannevoli degli scienziati evoluzionisti e alle loro teorie atee sull’origine della terra, della vita, ecc., nessuna risposta da dare ai problemi della sofferenza e del male nel mondo. Nella sua autobiografia, Addio a Dio, Templeton racconta come questi compromessi lo fecero giungere alla totale apostasia. Egli giunse a negare i racconti della Creazione, il Diluvio universale, e l’origine soprannaturale dei Dieci Comandamenti[8]. Egli giunse poi a negare la concezione verginale di Gesù, i miracoli, la risurrezione, l’ascensione, la salvezza, l’efficacia della preghiera, e l’esistenza della Trinità[9]. Terminando, scrive: “Io credo che non vi sia alcun essere superiore con attributi umani, nessun Dio in senso biblico, ma che tutta la vita sia il risultato di forze evolutive senza tempo, che raggiunsero l’attuale stato transitorio durante milioni d’anni[10]. E’ importante notare che alcuni fra quelli che confessano la loro fede durante campagne d’evangelizzazione di massa, sono come Templeton, e fanno una professione formale di fede senza fondamenta. Non sorprende così come molti fra questi “tornino nel mondo” esattamente come Templeton.

Evangelizzazione

2. Come cristiano, in che modo potrai condividere l’Evangelo con chi sostiene la concezione del mondo che non esiste alcun Dio ma che la materia si sia formata da sola in un “big bang” milioni d’anni fa, e che la vita sorse spontaneamente da elementi chimici in un qualche “brodo primordiale” dove le condizioni capitarono essere “giuste”? In che modo lo convinceresti che vi è un Dio creatore al quale dobbiamo rendere conto di noi stessi, senza prima mostrare loro come la loro concezione del mondo sia sbagliata? E come lo potrai fare se dici che la Genesi lascia spazio all’idea che tutto sia cominciato con un “big bang”?

In che modo potrai convincere altri della rilevanza per loro di un uomo che muore sulla croce 2000 anni fa, e della necessità che hanno di ravvedersi, se prima non si dia loro buone ragioni per abbandonare la loro concezione del mondo atea e per sostituirla con una basata sull’esistenza del Dio della Genesi con le Sue giuste pretese? Parte essenziale dell’Evangelo è che vi sarà un giorno del giudizio. La Genesi ci mostra non solo che Dio ha l’autorità per giudicarci, ma pure che ha la capacità di costringerci a presentarci a tale giudizio![11]

Di fatto i capitoli da 6 a 8 di Genesi mostrano come Dio abbia già giudicato l’umanità nel Diluvio universale, e Gesù (Lu. 17:26,27) e l’apostolo Pietro (2 Pi. 3:5-7) dice che il giudizio finale sarà altrettanto reale. Però, se il Diluvio universale era solo un racconto mitologico o un fatto limitato ad un’area soltanto, perché dovremmo credere ad un giudizio universale? Così, chi insegna che la Genesi descriva un “big bang” oppure un Diluvio locale, pregiudica l’urgenza del prossimo giudizio di Dio.

3. Come pensi di condividere l’Evangelo con coloro la cui concezione del mondo dice che il peccato non esiste perché non vi sarebbe una differenza assoluta fra giusto e sbagliato? In che modo potrai convincerli che essi sono perduti ed hanno bisogno di un Salvatore? Senza il racconto della Genesi sulla ribellione contro Dio dei nostri progenitori, e della susseguente Maledizione, non c’è base alcuna per sostenere l’esistenza o la gravità del peccato, e nemmeno della necessità che abbiamo di un’espiazione, o, se solo per quello, di ciò che fece Cristo con la Sua morte sulla Croce e la Sua susseguente Risurrezione (1 Co. 15:21,22).

4. Se credi solo a quello che scegli di credere nella Parola di Dio, in che modo potrai “brandire la spada della Parola di Dio”, la Spada dello Spirito (Ef. 6:17), visto che ti ritroverai con una …spada spezzata e piena di buchi, visto che non accetti la sua totale verità?

5. Come pensi di condividere l’Evangelo con chi vede il dolore e la sofferenza di persone e d’animali, e che dice che se Dio esistesse Egli non potrebbe essere un Dio di amore come dice la Bibbia (1 Gv. 3:8)? Senza il racconto della Genesi che Dio originalmente fece ogni cosa “molto buona” (Ge. 1:31), e il racconto della Genesi della maledizione che cadde sulla terra come risultato del peccato di Adamo (risultante in sofferenza e morte), tanto che l’attuale mondo non è il modo in cui Dio l’aveva fatto, allora non avrai risposta alcuna. Le concezioni di compromesso pregiudicano l’Evangelo in questo stesso punto.

Di fatto Dio fece l’uomo “a Sua propria immagine” (Ge. 1:27) cosicché Egli potesse avere comunione con lui. Quando l’uomo voltò le spalle a Dio nella sua disubbidienza, Dio ne fu amareggiato, tanto che nel Suo amore Egli diede il Suo Figlio per essere il nostro Redentore e riconquistarci a Sé (Gv. 3:16)

Conclusione

Bisogna dunque credere letteralmente a ciò che la Genesi afferma sulla Creazione per poter essere un cristiano? La risposta breve è: “No”. La risposta lunga è: “No, ma…”, a meno di non giungere ad un cristianesimo “riveduto e corretto”. Si tratta però dello stesso Evangelo oppure di …un altro? L’apostolo Paolo scrive: “i meraviglio che così presto voi passiate, da colui che vi ha chiamati mediante la grazia di Cristo, a un altro vangelo. Ché poi non c'è un altro vangelo; però ci sono alcuni che vi turbano e vogliono sovvertire il vangelo di Cristo” (Ga. 1:6,7).


 

[1] Non solo essere dispiaciuti di essere stati colti a fare qualche atto immorale o criminale.

[2] Vedere anche Gv. 11:25; At. 16:31; 1 Co. 15:1-4; Ef. 2:8, ss.

[3] Questo mostra l’errore di coloro che insegnano come il peccato sia solo un sentimento di bassa stima per sé stessi. Non tutti hanno una bassa stima per sé stessi, ma: “tutti hanno peccato e sono privi della gloria di Dio” (Ro. 3:23).

[4] Molti missionari cominciano a tradurre la Bibbia da uno dei vangeli e vi sono molte persone che da questo solo giungono alla conversione. Molte conversioni più genuine, però, cioè perseveranti, di solito avvengono quando i missionari insegnano la Creazione e la Caduta dalla Genesi. Vedi McIlwain, T., Firm Foundations: Creation to Christ, New Tribes Mission, Sanford, Florida, 1991. Return to text.

[5] Uno dei temi principali della Genesi è la sovranità di Dio. Questo lo si rileva in quattro avvenimenti di base (Creazione, Caduta, Diluvio, e Babele), e nel rapporto di Dio con otto personaggi di rilievo (Adamo, Abele, Enoc, Noè, Abraamo, Isacco, Giacobbe, e Giuseppe). Vi è così un tema unificante nell’intera Genesi, il quale viene del tutto perduto se essa non fosse vera storia. Ciascuno di questi avvenimenti rafforza la storicità degli altri avvenimenti.

[6] E’ vero che la Bibbia contiene poesia (come nei Salmi), parabile (come quelle dei vangeli), e metafore (come quando Gesù disse: “Io sono il pane della vita”). Genesi, però, non è stata scritta in alcuno di questi stili distintivi.  Vedi Grigg, R., Should Genesis be taken literally?, Creation 16(1):38–41, 1993.

[7] Genesi 1–50 ci fornisce fondamentalmente la storia del popolo ebraico. Le altre nazioni sono trattate solo fino alla fine del cap. 10.

[8] Templeton, C., Farewell to God, McClelland & Stewart, Toronto, pp. 37–71, 1996.

[9] Rif. 10, pp. 89–153.

[10] Ref. 10, p. 232. See also Ham, K. and Byers, S., Slippery slide to unbelief, Creation 22(3):8–13, 2000.

[11] Vedi Grigg, R., Curse and catastrophe: the four great judgments of God on all of sinful humanity, Creation 16(2):42–44, 1994.

 

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