Le circostanze in cui ci troviamo

Non cercare di scegliere oppure di cambiare le circostanze in cui ti trovi. E’ bene per te che sia così, anzi, è la situazione ottimale! E’ Dio, “l’unico sapiente” (Ro. 16:27) che le ha scelte per te, e lo ha fatto con amore, perché “il Signore è pieno di compassione e misericordioso” (Gm. 5:11).

Non cercare di cambiare il carattere di coloro che stanno accanto a te. Così deve essere per tua disciplina e correzione. Non è per caso che quelle particolari persone siano state messe in contatto con te. E’ stato il Padre tuo celeste a mettertele accanto.  Le loro manie, deficienze ed errori sono tutti per tuo beneficio. Sono intese per sviluppare quella disciplina che quando si è in salute la si acquisisce nella vita quotidiana. Molte nostre prove ci sono mandate come espressione di bontà. Cerca sempre di credere questo e di ricevere ogni cosa come una prova, a meno che non vi siano chiare evidenze del contrario.

E’ forse la volontà del tuo Padre celeste che tu sia relegato in una città, mentre tu sogni di tutto cuore d’abitare in campagna? Forse che il sentimento di privazione che senti, sembra diventare ogni giorno più pesante, mentre, invece, dovresti abituarti ad esso? Sei forse tentato a considerare tutto questo come un totale impedimento della tua guarigione? Forse che quel fastidioso rumore che senti sempre sembra solo sollecitare l’impazienza e l’irrequietezza che c’è in te? Credi forse che tutto questo sia come un muro che si frappone fra la tua stessa anima e Dio? Forse che i tuoi occhi sono costretti a vedere ogni giorno gli stessi oscuri vicoli ciechi e case? Forse che aneli di poter vedere alberi verdi e campi? Quanto anela il tuo cuore alla calma e si sente depresso per il fatto che questi buoni doni ti siano sottratti! Chiediti, però, chi sia colui che ti ha posto in una città…

Dici forse che sono state “le circostanze”? Chi è però che determina le circostanze? Chi potrebbe in un’ora soltanto farti trasferire in campagna e lasciarti là? E’ Dio che ha voluto che tu fossi posto in quella città. Dio conosce tutte le circostanze in cui ti trovi perché è stato Lui a porti in esse. Egli le conosce in ogni loro dettaglio. Certo, Egli prova per te tenera ed eterna compassione, ma, in modo altrettanto sicuro, Egli disciplinerà Suo figlio “finché c’è speranza”: certo Egli non vuole la morte del Suo figliolo.

Se una qualsiasi altra situazione fosse stata ugualmente buona per te, oppure se quella lezione sul male che c’è nel tuo cuore avesse potuto essere insegnata in modo diverso, puoi essere sicuro che Egli ti avrebbe posto in circostanze migliori e ti avrebbe risparmiato quelle sofferenze!

Non discutere con l’Avversario ed il Tentatore. Non lasciare che egli ti persuada a considerarle cattive circostanze, inadatte per te. Dì piuttosto: «Vattene via da me, Satana! Tu mi sei di scandalo. Tu non hai il senso delle cose di Dio, ma delle cose degli uomini» (Mt. 16:23). Dio mi ha posto qui, è la volontà di Dio e “Dio è amore”. Io so che questo è il migliore posto in cui potrei essere, perché vi sono stato posto da Dio “l’unico sapiente”. Non vi può essere altra risposta per tutti i propri dubbi, tentazioni e lamentele.

La stessa risposta serve pure per ogni contingenza della vita ed ogni prova. Una certa speranza è data a cuori saggi: nessuna nuvola che gli uomini possano creare, potrà mai nascondere l’occhio del Cielo.

Cerca sempre di giudicare i tuoi amici sulla base delle circostanze in cui essi si trovano, e non sulle tue. Cerca di guardare alle cose dal loro punto di vista e questo ti impedirà di considerarli scortesi oppure insensibili. Non considerarli “egoisti” perché essi non vivono le stesse circostanze in cui tu ti trovi e non possono sentire per te il dolore e le prove che tu stai patendo. Molte delle cose di cui tu godi come un benvenuto cambiamento nella tua vita, essi le potrebbero considerare cose scontate, o persino fastidiose. In questo ultimo caso essi vorrebbero, magari, liberartene perché pensano di farti un favore… Nel primo caso, esse fanno talmente parte della loro vita quotidiana da non avvedersi che per te è vero il contrario. Un semplice spostamento dal letto al sofà, potrebbe essere per te già un grande sollievo. Come potresti aspettarti che lo capissero? Un viaggio potrebbe essere per te cosa molto faticosa, come pure il solo porvi mente. Come potrebbe comprendere questi tuoi sentimenti chi gode di perfetta libertà di movimento?

Chiedi a te stesso quanto ritenevi importanti queste cose prima che tu ti ammalassi. Non lo erano. Come potrebbero, allora, i tuoi amici, comprendere questo? La loro reazione proviene da “ignoranza”, non da “mancanza di amore”. Altri possono godere di aria fresca e di movimento, possono incontrarsi con la loro famiglia e gli amici durante i pasti o in società. Essi prendono queste cose (come facevi tu un tempo) come se fossero scontate, cose non importanti. Essi non si rendono conto di quanto beneficio esse danno loro, che privilegio esse siano. Essi non possono sapere che cosa significa esserne privati, o quanto tu lotti in te stesso per scacciare i pensieri di suicidio, di depressione o la tentazione a lasciarsi andare.

Essi non si rendono conto di quanto innumerevoli siano le piccole prove che ti ossessionano e ti affliggono, come l’incapacità a seguire che cosa sta dicendo la gente; l’incapacità a dire alcunché di intelligibile, per quanto necessario sia; l’incapacità di attirare l’attenzione della gente quando vorresti parlare loro; i tanti piccoli fardelli che devi portare e di cui ti potresti ben presto liberare se solo potessi esprimerti, oppure ottenendo il consiglio e la cura di altri.

Forse, quando vengono per parlarti, tu dimentichi quel che avresti voluto dire loro? Oppure quando cominci a parlare, essi si distraggono o si ricordano di qualcos’altro che dovrebbero fare, e tu sei lì che aspetti, forse con grande impazienza. Non dimenticare mai che tutte le circostanze in cui ti trovi, anche le più minute, sono nelle mani di Dio. Considerale solo in questa prospettiva e non come una circostanza o un incidente che non può essere cambiato o rimosso. Ricevilo come “la tua porzione”, l’espressione della volontà di Dio verso di te. Allora troverai che questo è il Suo “giogo”. Egli farà in modo che quel giogo sia “dolce e leggero” (Mt. 11:30) se è portato nel Suo nome e per Lui.

Non è per caso che tu sei venuto nel luogo e nella situazione in cui ti trovi. Questo è esattamente il luogo che Dio ha voluto per te, e se non riesci a dartene ragione, non dare spazio nel tuo cuore ad alcun sentimento di ribellione contro la Sua volontà. Non lasciare che il tempo che tu devi a Dio sia passato con oziosi sogni ad occhi aperti su come le cose avrebbero potuto essere, per la tua vita spirituale, se solo tu fossi stato più libero da certi impedimenti od ostacoli. Troverai, infatti, che senza questo particolare fardello od ostacolo, vera bontà sarebbe stata impossibile. I tuoi fardelli ed ostacoli sarebbero stati così leggeri che la virtù non avrebbe potuto mai crescere più forte.

Nelle tua attuali circostanze, tu hai solo bisogno di grazia.

[Priscilla Morris, La malattia, prove e benedizioni, 1855].

 

Pratica pastorale - Tempo di Riforma, a cura di Paolo Castellina, pastore evangelico