Che lo Stato voglia avere il ruolo di biscazziere è uno scandalo
nazionale. Si tratta di egoismo promosso dallo Stato, il culto, promosso dal governo,
allaltare del guadagno facile.
Eticamente parlando, il gioco dazzardo è immorale. E un
tentativo per guadagnare qualcosa con nulla, un mezzo per guadagnarsi la vita non mediante
lonesto lavoro, ma a spese di altri. E una malattia morale, un mezzo disonesto
e avido di ottenere quel che appartiene ad altri. Che gli altri, pure persone avide, siano
daccordo col gioco, non lo rende meno immorale. Quando un giocatore dazzardo
vince, molti atri hanno perduto. Qualunque cosa che induca la gente a mettere in gioco il
denaro necessario per le loro necessità vitali, è sbagliato per principio.
Politicamente parlando, ora abbiamo lavidità promossa a livello
ufficiale. Appoggiando le lotterie, lo Stato rende rispettabile limmoralità. Che lo
Stato per funzionare e per finanziare lassistenza sociale abbia sempre di più
bisogno di denaro è comprensibile, comè comprensibile che lo Stato debba reagire
in qualche modo non riuscendo a sconfiggere levasione fiscale. Politici pragmatici
alla ricerca di voti immaginano che dei giusti fini possano giustificare mezzi immorali. A
che prezzo, però, si raggiunge questo? Illudendo ed impoverendo ulteriormente disoccupati
demoralizzati che lottano per sopravvivere. Tentandoli da unillusoria politica
dellarricchimento facile, schiacciandoli crudelmente con un corrotto consumismo.
Quelli che pensano che le lotterie siano un divertimento inoffensivo, dovrebbero
rammentarsi che la dipendenza inizia sempre col poco e può crescere con risultati
allarmanti e tragici. Le lotterie possono solo aggravare quella che già è la nazionale
epidemia del gioco dazzardo. Accanto al furto manifesto, si tratta della forma più
bassa di creazione di ricchezza.
Personalmente parlando, sono cresciuto in una famiglia resa misera ed
infelice dalla mania del totocalcio, delle lotterie, delle corse di cavalli, e del lotto.
Mio padre era un giocatore dazzardo compulsivo. Costretta a lavorare fuori casa, mia
madre viveva nellansia costante della mancanza di denaro. Erano sempre scene pietose
in casa tutte le volte che arrivava la bolletta del gas e dellelettricità. Più di
una volta ero stato costretto ad usare il mio denaro duramente guadagnato raccogliendo
carta vecchia e consegnando il latte per sostituire vasellame mandato in frantumi da mio
padre durante i suoi scatti dira, ubriaco e senza il becco dun quattrino.
Credo che tutta lansia vissuta in casa avesse contribuito a far morire
prematuramente mia madre alletà di 44 anni. Persino dopo la sua morte, avevo dovuto
vendere la mia macchina fotografica Zeiss per aiutare mio padre con i suoi debiti. La
vergogna e la pietà mi impediscono di rivelare maggiormente la mia vicenda.
Religiosamente parlando, stiano affrontando una crisi sociale con la
caduta delletica protestante del lavoro in questo paese: il lavoro e le entrate del
guadagno erano una volta considerati virtuosi. Il guadagno ottenuto con il gioco
dazzardo era considerato immorale. Era denaro sporco. Quando cera una forte
fede cristiana, nei momenti difficili ci si sapeva accontentare e si confidava in Dio.
Oggi, invece, cè lidolatria della ricchezza. Il gioco dazzardo è
sintomo di scontento e di incredulità. E la violazione di uno dei primi
comandamenti dati alla razza umana: "mangerai il pane col sudore del tuo
volto" (Ge. 3:19). Di fatto esso viola i comandamenti: "Non ruberai" e
"Non desidererai" (Es. 20:15-17). E incoerente con: " ama il tuo
prossimo come te stesso" (Mt. 19:19). Si tratta di una questione fondamentalmente
religiosa. Riguarda ciò che ci fa "svegliare", quali valori "ci
muovono", dove cerchiamo la nostra soddisfazione ultima, qual è il "dio"
in cui davvero confidiamo. Lapostolo Paolo disse: "Ora la pietà è un mezzo
di grande guadagno, quando uno è contento del proprio stato. Non abbiamo infatti portato
nulla nel mondo, ed è chiaro che non possiamo portarne via nulla, ma quando abbiamo di
che mangiare e di che coprirci, saremo di questo contenti" (1 Ti. 6:6-8). Il
Signore Gesù disse: "cercate prima il regno di Dio e la sua giustizia, e tutte
queste cose vi saranno sopraggiunte" (Mt. 6:33). Egli pure ci ammoniva dicendo: "Che
gioverà infatti all'uomo guadagnare il mondo intero, se poi perde l'anima sua?" (Mr.
8:36). Nella parabola del ricco stolto, che colpisce molti dei nostri atteggiamenti (Lu.
12:15-21), Cristo disse: "Fate attenzione e guardatevi dall'avarizia, perché la
vita di uno non consiste nell'abbondanza delle cose che possiede". A coloro che
vivono e muoiono rendendo culto alla ricchezza, dovendo affrontare leternità senza
Cristo, il Salvatore disse: "Stolto, questa stessa notte l'anima tua ti sarà
ridomandata e di chi saranno le cose che tu hai preparato?". Non meno duro che il
suo Maestro, lapostolo Giacomo scrisse con forza e rilevanza queste parole quanto
mai sempre valide: "E ora a voi ricchi: piangete e urlate per le sciagure che
stanno per cadervi addosso. Le vostre ricchezze sono marcite e i vostri vestiti sono rosi
dalle tarme. Il vostro oro e il vostro argento sono arrugginiti, e la loro ruggine sarà
una testimonianza contro di voi e divorerà le vostre carni come un fuoco; avete
accumulato tesori negli ultimi giorni. Ecco, il salario da voi defraudato agli operai che
hanno mietuto i vostri campi grida, e le grida di coloro che hanno mietuto sono giunte
agli orecchi del Signore degli eserciti. Sulla terra siete vissuti nelle delizie e
morbidezze, avete pasciuto i vostri cuori come per il giorno della strage" (Gm
5:1-5).
Nellatmosfera domestica che ho descritto, io sono diventato un
cristiano evangelico, in parte attraverso linfluenza religiosa nominale di mia
madre. Un anno prima di morire, io ebbi la gioia e il privilegio di condurla a Cristo. Mia
madre morì in quella fede e in quella gioia. Alla fine, mia madre, a causa della salvezza
guadagnata per lei da Cristo, realizzò una vittoria eterna. Tragicamente, mio padre
continuò ad essere un perdente fino alla fine. La lezione che se ne può trarre è troppo
ovvia. Il gioco dazzardo è il gioco degli sciocchi. Però mio padre ancora ebbe
maggiori possibilità di vincere alle corse dei cavalli che il patrocinatore più
ottimista della lotteria nazionale! Le probabilità di vincere un premio significativo
solo 14.000.000 ad 1 per il jackpot, 54 a 1 per i premi più bassi. Mai in tutta la storia
del gioco dazzardo così tanti sciocchi sono stati ingannati così facilmente per
così poco!
Opponendosi alle lotterie, forse che i cristiani, anche in questo caso,
vorrebbero "toglierci dalla vita ogni piacere"? Tutto dipende da ciò che si
intende per "piacere" e da quanto certi "piaceri" davvero ne valgano
la pena. Se il gioco dazzardo è immorale, allora la cosiddetta "gioia di
vincere" è una gioia immorale! Di fatto tutto questo ha solo il potere di
banalizzare la gioia. La parola è stata degradata. La parola "divertimento",
forse, sarebbe più appropriata. Ma allora la questione diventa se ancora davvero ci si
diverta "il mattino dopo" quando giungono le delusioni, o quando i vincitori
vengono assediati da scrocconi che vorrebbero avere la carità. No, i cristiani non
vogliono togliere dalla vita ogni piacere. In realtà essi desiderano promuovere
"gioie autentiche e tesori durevoli" attraverso lopera del Signore Gesù
Cristo, le ricchezze eterne del perdono dei peccati, pace con Dio e beatitudine celeste
per coloro che sono giustificati per la fede in Lui soltanto. Questo è il messaggio di
salvezza della Bibbia: "Tu mi mostrerai il sentiero della vita; c'è abbondanza di
gioia alla tua presenza; alla tua destra vi sono delizie in eterno" (Sl. 16:11).
E la vita in questo mondo? Le gioie del cristiano non sono confinate alle gioie spirituali
dellEvangelo. Vi sono pure le gioie della provvidenza e della condivisione con i
bisognosi. Per coloro che confidano in Dio, più che rendere i Suoi doni degli idoli,
cè la promessa della cura costante che Dio vuole accordare ai Suoi. Le priorità e
le condizioni, però, sono chiare: "Ordina ai ricchi di questo mondo di non essere
orgogliosi, di non riporre la loro speranza nell'incertezza delle ricchezze, ma nel Dio
vivente, il quale ci offre abbondantemente ogni cosa per goderne" (1 T. 6:17).
Ecclesiasticamente parlando, cè pure un aspetto sinistro nella
questione religiosa. Il gioco dazzardo in tutte le sue forme è un aspetto comune
della vita in paesi cattolici-romani come la Spagna, lItalia, lIrlanda, ecc.
Si tratta di una delle caratteristiche dellatteggiamento ambivalente che il
cattolicesimo ha verso la ricchezza, sintomo della sua decadenza spirituale. La prima
lotteria inglese del 1826, nei giorni decadenti di Giorgio IV, fu effettivamente
combattuta e vinta da politici evangelici influenti come William Wilbeforce,
rappresentanti essi stessi di un crescente consenso religioso creato nel secolo precedente
dal risveglio metodista.
Mentre avanza lapostasia del Protestantesimo e lecumenismo
e nonostante i sempre maggiori scandali, linfluenza del papismo aumenti, non fa
meraviglia che le nuove lotterie siano così popolari. Alcune fra le peggiori
caratteristiche di paesi cattolici romani è la crescente connessione fra gioco
dazzardo e criminalità. Il giorno stesso in cui fu lanciata la lotteria nazionale
inglese (sabato 19 novembre 1994), la prima pagina del Times attirò
lattenzione sul fattore criminale: "La polizia controlla i vincitori della
lotteria per combattere il riciclaggio di denaro sporco". La valutazione del
problema, fatta da Lorraine Boettner trentanni fa, rimane sempre valida:
"Storicamente il gioco dazzardo organizzato è stato sempre associato al
crimine organizzato. Recentemente un esperto legale di alto livello ha dichiarato che il
gioco dazzardo è il sangue stesso della vita del crimine organizzato, e che se il
gioco dazzardo potesse essere spazzato via, gran parte del crimine morirebbe per
mancanza di sostegno. Il gioco dazzardo organizzato fiorisce in una zona oscura
della società dove la corruzione e la coercizione sono il metodo principe per fare
affari. Unatmosfera sordida avviluppa tale comunità e corrode la consistenza stessa
della legge e dellordine. Il ricatto e la corruzione di ufficiali dello stati, con i
conseguenti abusi sociali, è risultato comune. Eppure, per esempio, negli USA, la Chiesa
cattolica romana, che riceve molti introiti dal gioco dazzardo, non sono non ha
potuto opporsi al gioco dazzardo organizzato, ma recentemente ha impedito che
venissero approvate leggi dello stato contro il gioco dazzardo. Daltro canto,
i gruppi protestanti che credono che sia peccato giocare dazzardo, sono in prima
linea nel tentativo di far considerare illegali il bingo, e particolarmente il gioco
dazzardo professionale" (Cattolicesimo romano, 1962, p. 470).
Evangelisticamente concludendo, una nazione di giocatori dazzardo
virtualmente scommette che non vi sia Dio alcuno, nessuna vita dopo la morte, nessun
giudizio a venire, nessun castigo eterno, nessuna necessità di salvezza. Se questi
giocatori hanno ragione, non cè nulla da temere. Se però hanno torto, tutti i
jackpot delluniverso non potrebbero assicurare una singola anima immortale contro
lira di Dio.