Il riposo domenicale da Costantino in poi


L'imperatore romano COSTANTINO nelle sue numerose riforme introduce nel 322 A. D. la festività settimanale con il riposo dal lavoro manuale. Questa festività che sembra in apparenza di origine cristiana avendola istituita Costantino, ha invece una lunga storia.

I Babilonesi nel 1850 a.C. dopo una settimana si' e una no, cioe' dopo 14 giorni, celebravano una giornata di riposo lavorativo. La settimana era gia' stata divisa dai primi astronomi-astrologi in sette giorni a cui avevano dato il nome dei sette corpi celesti che fino allora si conoscevano. I 14 giorni, erano la meta' del mese lunare - quello che va dalla luna nuova alla luna piena - il plenilunio. Fu forse istituito per motivi magici, forse per necessita' politiche, ma forse la ragione principale era di permettere a un organismo di ritemprare le sue forze.

Si chiamava questo giorno "sab - atu" , letteralmente "sabato-riposo ". Nella compilazione del Nuovo Testamento posteriore di quasi di un millennio, gli Ebrei o quindi i/il compilatori/e della Bibbia sposta il significato umano-magico-fisico in quello umano-religioso e diventa sabba-ton, dove il ton significa riposo, e successivamente divento' lo scia-bath, dove il bath significa festa.

 

Di questo giorno di riposo (ma nella Bibbia non si parla di quale giorno) si fa riferimento (chi scrisse prese dall'attualità) una sola volta nella Genesi, quando Dio nella Creazione si riposo' il settimo giorno santificandolo. Questo diventò per gli Ebrei un precetto da osservare per celebrare il Creatore e che mutuandolo come nome ma non come periodo di 14 giorni (quello osservato dalla vita civile babilonese con le vecchie leggi in uso e anteriore alla Bibbia di circa mille anni) lo indicano come giorno "sabbatico", giorno del riposo e di festa settimanale e non piu' quattordicinale , pur conservando l'arcaico nome dato a questo particolare giorno.

Gli apologisti e i padri della chiesa cristiana invece volendosi ben distaccare dalle tradizioni ebraiche-giudaiche e volendo dare una propria impronta alla festa del Creatore, spostarono la festivita' nel giorno in cui i romani già osservavano il riposo non il sabato ma il giorno dopo per dedicarsi ai riti del "culto solare", giorno fissato da Aureliamo nel 274, ed infatti il nome di tale giorno divenne appunto il "Giorno del Sole", mentre per il "Natale del Sole" (la grande festa culminante nel solstizio d'inverno, dove il Sole "rinasceva" sull'orizzonte) fu fissata invece il 25 dicembre.

 

I padri della chiesa, incaricati di spazzare via ogni riferimento pagano, e tanto meno mutuandolo da quello israelitico, chiamarono invece questo giorno "dominus" "dominica" che in latino significa "Signore", in sostanza divenne il "Giorno dedicato al Signore". Purtroppo tale cambiamento non riuscì su tutto il territorio dell'impero, e sfuggì a questa imposizioni tutto il nord Europa, dove il cristianesimo cattolico romano arrivo molto più tardi, e in seguito nel XV secolo messo alla porta dalla riforma protestante.

Le disposizioni costantiniane date alla Chiesa (o che la Chiesa si prese) non arrivarono nelle contrade germaniche perchè in questo preciso momento l'impero romano sta subendo in queste province una grave crisi politica, religiosa e anche territoriale, dove Roma non è quasi più presente con le sue legioni sui confini, che sono ambiguamente controllati dalle popolazioni locali, quindi non più in grado la "romanità'" con i suoi eserciti e i relativi stanziamenti di trasferire cultura, linguaggi, usi e costumi latini su questi territori, né tanto meno (pur controllando ora tutta l'amministrazione) svolgere un'opera di evangelizzazione con l'avvento del cristianesimo.

Ma in questa situazione non demorse quel monaco ULFRID di cui abbiamo gia' parlato un paio di volte e che ritroveremo molto presto.

Infatti in Britannia e in Germania, grazie proprio a lui si chiama ancora tutt'oggi il settimo giorno, cioè la Domenica, "Giorno del Sole", rispettivamente "Sunday", e "Sonntag".

Sarà solo nel VI secolo che la Chiesa rese obbligatoria la partecipazione dei fedeli alla liturgia della domenica nella Europa Cristiana, ma ormai i due vocaboli di Ulfrid erano in quelle lingue omologati e così rimasero per sempre.

[Tratto da questo sito]



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