Domenica feriale? È la distruzione della famiglia |
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Con queste parole l’onorevole leghista, Francesca Martini, punta il dito contro la deci-sione dell’Unione Europea di trasformare la domenica in un giorno come tanti altri. «È un segnale eclatante ma ce ne saranno molti altri - spiega -, del fatto che un Superstato viene ad interagire con quelle che sono le tradizioni e la cultura di un popolo. Anche per questo ho trovato davvero allucinante questo testo e mi auguro che l’Italia comunicherà in tempi strettissimi quali sono i propri indirizzi in materia di “giornate di riposo”». Giù le mani dalle nostre tradizioni, insomma? «In Italia la domenica oltre ad avere un significato fortissimo sul piano religioso e quindi della nostra tradizione cattolica, rappre-senta il giorno in cui la famiglia trova i propri tempi. Non mi aspettavo che da parte dell’Europa ci fosse la possibilità di intervenire addirittura su questi temi. La cosa mi spaventa perché adesso cominciamo a fare i conti. Con l’euro le famiglie li hanno già fatti e se ne sono accorte. Molte delle cose che aveva detto la Lega rispetto all’unione monetaria si sono avverate. Ora, purtroppo, si stanno avverando anche gli allarmi che Bossi aveva lanciato sul Superstato». |
Ma cosa si nasconde, secondo lei, alla base di questa decisione dell’Ue? «A quanto ho capito, il problema è quello di dare degli indirizzi sulle politiche del lavoro e non tanto sul tempo libero. A questo proposito vorrei ricordare che c’è stata una legge che sottolinea l’importanza di regolamentare i tempi del lavoro rispetto a quelli della famiglia. In questo caso, invece, mi sembra che andiamo addirittura a dare l’idea che esista un tempo del la-voro che possa essere qualsiasi e un tempo per la famiglia che non esiste, che è saturo». Mi sembra di capire che lei è sulla stessa lunghezza d’onda del ministro Maroni. «Su questo non c’è dubbio. Il ministro Maroni fa bene quando dice che bisogna pensare ad una politica del lavoro che sottolinea i tempi e i bisogni della famiglia anche se io da anni affermo che la competitività nel mondo del lavoro è quella che ha ucciso la famiglia e la natalità. Se si devono fare i conti con un mercato del lavoro altamente competitivo, in particolar modo nei confronti delle donne che sottolineano la propria femminilità nell’aspetto di dare la vita, è chiaro che qualche cosa non va. In un mondo in cui la famiglia monoreddito è quella a rischio soglia di povertà, è indubbio che i coniugi hanno grossi problemi. |
In Commissione siamo ormai a tre quarti dell’approvazione della legge sui servizi socioeducativi per la prima infanzia. Una legge importante così come è importante l’intervento di tutti i soggetti che operano in questo delicato settore affinché le risposte ai cittadini giungano non solo dagli asili nido ma da una serie diversificata di parti. Tutti i soggetti che operano nella socialità devono cioè assumersi la loro responsabilità. Mi auguro che tutte le famiglie possano, con l’anno nuovo, trovare risposte per i problemi loro e dei loro bambini». |
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