Le benedizioni di una domenica di autentico riposo

La liberalizzazione del commercio domenicale dopo undici anni di esperienza in Inghilterra: molti più svantaggi che vantaggi. “…Se questa legge secolarizzante sul commercio domenicale fosse oggi ancora dibattuta, non ho dubbi che il peggioramento delle condizioni sociali ad ambientali, tutto questo traffico di domenica, e la nostra recente esperienza di vedere accelerare la disgregazione delle famiglie e della società in genere, condurrebbe i politici a ripensare molto seriamente tutta la questione”.

Una riflessione di una londinese


Se la Svizzera vota in favore di una maggiore liberalizzazione del commercio di domenica, non ci vorrà molto che anch’essa diventerà simile all’Inghilterra di oggi, una società secolarizzata, spietata e frenetica, dove l’unica cosa che conta è comprare e vendere.

Se qualcuno ha dei dubbi al riguardo, provi solo a visitare Oxford Street a Londra una domenica pomeriggio e che guardi le espressioni delle facce della gente che, in massa, vaga senza meta da un negozio all’altro, non sapendo come meglio utilizzare la propria libertà se non andando a “far spese”, del tutto priva dei benefici energizzanti di una domenica ispirata da Cristo.

Io vivo al centro di Londra, e vi abitavo pure prima del 1994 quando è stata introdotta la Legge sul Commercio Domenicale che ha liberalizzato le abitudini nel nostro Paese nonostante la forte opposizione di una campagna per il “No” portata avanti dal movimento “Keep Sunday Special”, cioè “Facciamo sì che la Domenica rimanga un giorno speciale”.

I suoi leader erano bene informati, esperti nell’uso dei media e consapevoli politicamente. Non avevano usato argomentazioni teologiche ma avevano messo bene in rilievo i benefici sociali di una domenica di riposo. Sapevano che il Cristianesimo, che chiaramente comanda ai credenti di riposare nel giorno del Signore, sarebbe stato una “voce di minoranza”, inefficace a contrastare le enormi pressioni politiche di commercianti ed affaristi, il cui unico scopo era quello di massimizzare i propri profitti.

I predicatori cristiani allora parlavano della Russia comunista, che aveva cercato di abolire la settimana di sette giorni, in favore di una di nove, solo per rendersi presto conto di doverla reintrodurre. Essi parlavano dei diritti dei lavoratori cristiani e dell’aumento del livello dello stress. Non sorprende che, secondo un’inchiesta condotta recentemente nel 2004, il 67% della popolazione rileva come il livello di stress nella vita sia grandemente aumentato dal 1995.

La spinta a deregolamentare la Domenica era venuta dall’amministrazione del Primo Ministro, s.ra Margaret Thatcher, che voleva che i negozi rimanessero aperti la domenica per almeno dieci ore. Se il movimento cristiano per il “No” avesse fallito nell’attirare una buona copertura dei media, il suo partito avrebbe liberalizzato completamente il lavoro domenicale. Una un forte gruppo di pressione cristiano, riuscì, però, a forzare un compromesso.

Questo compromesso è stato mantenuto con successo per undici anni: i negozi inglesi possono rimanere aperti per sei ore soltanto, da mezzogiorno alle sei di sera.
Sono grata a Dio per aver risposto a molte preghiere per questa campagna condotta da cristiani. Sono consapevole che senza questo compromesso, un forte traffico avrebbe continuato incessante e rumoroso per tutta la domenica, fuori dal mio appartamento.

Se questo non si è realizzato completamente, se possiamo ancora godere di domeniche mattina e serate calme, è solo grazie a quei cristiani che hanno lottato per difendere la domenica in favore dei lavoratori e delle loro famiglie, che così possono stare assieme ed avere un po’ di sollievo dopo una settimana di lavoro.

Gli educatori ora confermano le ricerche che raccomandano che bambini desocializzati, demotivati ed insicuri abbiano bisogno di periodi regolari di pace e di riposo, non l’atmosfera frenetica di una società che non sa concedersi pausa alcuna e che funziona, come dicono gli americani, “24/7”, cioè ventiquattrore al giorno, sette giorni alla settimana.
Guardando indietro a questi ultimi 11 anni, mi domando quante piacevoli escursioni in campagna presso gli anziani, quante visite della famiglia a malati ed a parenti, gite coi bambini in luoghi educativi sono andate perdute, quanti libri non sono stati letti, a causa degli ingorghi domenicali del traffico fino alle sei di sera? Quante madri o padri non hanno portato i loro figli a godersi la natura, perché volevano andare a visitare centri commerciali e ristoranti di fast-food? L’obesità in bambini è ora fuori controllo.

Chi può misurare a quale caos emotivo ha condotto il commercio domenicale? Personalmente ritengo che il numero di persone che vivono da sole nelle città del Regno Unito, è segno della distruzione dei rapporti in famiglie disfunzionali che è tangibilmente accelerato dal 1994.

A livello personale, le leggi sul commercio domenicale ha influito notevolmente sulla mia vita. Prima del 1994, come cristiana che vuole seguire i principi biblici, le domeniche quiete erano un tocco di “una maniera più gentile di vivere” che mi aiutava a concentrarmi nel culto a Dio e nel godermi in po’ di pace, persino nel centro di Londra. Londra apparteneva allora ai suoi residenti almeno per un giorno la settimana. In ubbidienza alle Scritture, cercavo di finire ogni mio lavoro (terminando persino alle 23 del sabato).

La domenica, poi, la passavo preparando un pranzo per un mio amico disabile ed andando in chiesa. Dopo il 1994, l’aumento di rumore e di attività ha minato alla base questo modello.
La domenica, certo ancora io faccio cose distintamente “cristiane”, come pregare, andare al culto, visitare fratelli e sorelle in fede e non vado a fare la spesa. La domenica, però, per me, ha perduto gran parte delle sue benedizioni. In Inghilterra dobbiamo fare uno sforzo particolare per non essere marginalizzati in questo giorno santo.

A Londra, persino il clima è cambiato, aumentando di temperatura in modo allarmante. Se questa legge secolarizzante sul commercio domenicale fosse oggi ancora dibattuta, non ho dubbi che il peggioramento delle condizioni sociali ad ambientali, tutto questo traffico di domenica, e la nostra recente esperienza di vedere accelerare la disgregazione delle famiglie e della società in genere, condurrebbe i politici a ripensare molto seriamente tutta la questione.

Una londinese, Londra, novembre 2005



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