Proteggiamo la nostra domenica,
rinforziamo i legami della nostra comunità

Contributo ecumenico delle Chiese
a proposito della revisione della Legge sul lavoro


Prefazione

La domenica i cristiani si riuniscono per celebrare la comunione di Dio con gli esseri umani. Ma il senso della domenica non si ferma qui, va ben oltre. Gesù disse: «Il sabbat è stato fatto per l'uomo, e non l'uomo per il sabbat» (Mr. 2:27). In vista dell'iniziativa parlamentare sugli orari di apertura dei negozi, è di attualità chiedersi cosa significhi «fatto per l'uomo». Questo testo della Federazione delle Chiese evangeliche della Svizzera e della Conferenza dei vescovi svizzeri cerca di rispondere a questa domanda in vista della votazione federale di novembre. Una presa di posizione che mira a lanciare il dibattito nelle Chiese e nelle parrocchie. Conformemente alla loro responsabilità di fronte al Paese, le Chiese pubblicano questo testo come contributo alla discussione sulla politica sociale, e le riflessioni in esso contenute mostrano che il significato della domenica va ben oltre gli aspetti interni alla Chiesa e che la domenica è un valore fondamentale per la coesione sociale. Speriamo, con questo, di aiutare la riflessione.

Thomas Wipf, pastore, Presidente del Consiglio Federazione delle Chiese evangeliche della Svizzera

Mons. Amedeo Grab, Presidente Conferenza dei vescovi svizzeri

1. Introduzione

Nel novembre 2005 l'iniziativa parlamentare «Legge sul lavoro (orari di apertura dei negozi nei centri di trasporto pubblici)» sarà sottoposta a votazione popolare. L'intervento in questione richiede una modifica dell'art. 27, cpv. 1, della Legge sul lavoro: «Nei punti vendita e nelle aziende di prestazione di servizi situati nelle stazioni che, in ragione del grosso traffico viaggiatori, sono centri di trasporto pubblico, nonché negli aeroporti, i lavoratori possono essere occupati la domenica». Sarebbe importante capire se le autorizzazioni eccezionali necessarie fino ad oggi saranno soppresse e se il lavoro domenicale nei centri di trasporto pubblici sarà d'ora in avanti considerato come tempo di lavoro ordinario. La conseguenza sarebbe l'apertura domenicale, senza restrizioni, di tutti i commerci nei centri di trasporto pubblici.

La Federazione delle Chiese evangeliche della Svizzera (FEPS) e la Conferenza dei vescovi svizzeri (CVS) si preoccupano delle eccezioni supplementari imposte alla domenica da una flessibilità del lavoro domenicale. La revisione della Legge sul lavoro rivela questa tendenza, poiché le ripercussioni di questa revisione sulla concorrenza porteranno sicuramente a una domanda di liberalizzazione generalizzata delle ore di apertura dei commerci la domenica e i giorni festivi. La presa di posizione del Consiglio federale in merito all'iniziativa parlamentare prevede che il numero delle domeniche considerate festive, in base alle disposizioni speciali, sarà di almeno dodici all'anno per questi impieghi, il che vuol dire che si ridurrà della metà il numero iscritto nella legge in vigore.

Dagli anni '80, la FEPS e la CVS non hanno mai cessato di esprimersi sul valore della domenica. Queste due Chiese hanno pubblicato una prima presa di posizione comune in occasione della votazione popolare sulla revisione della Legge sul lavoro del 1996, dove invitavano la popolazione a respingere la revisione proposta, contribuendo così a far pendere la bilancia a favore dei no. Cinque anni più tardi, nel 2001, la FEPS e la CVS riaffermavano la loro posizione nel Messaggio delle Chiese (L'Avvenire insieme, 126): «Sottolineiamo a questo proposito il necessario equilibrio fra riposo e lavoro. Per questo il rispetto del riposo domenicale ci sta a cuore».

La storia della creazione, come figura nell'Antico Testamento, esige il rispetto assoluto del giorno del Signore e lo esige come giorno di riposo. Inoltre, i cristiani celebrano ogni domenica il memoriale della morte e risurrezione di Gesù Cristo. Oltre a questi significati ecclesiali e religiosi, la domenica occupa un posto particolare nella società. I cambiamenti intervenuti nell'economia, nel modo di vivere e nelle abitudini della società esercitano una pressione sempre più forte sulla domenica come giorno festivo. Per le seguenti ragioni, le Chiese rifiutano quindi un allargamento della prassi delle vendite domenicali.

2. Il significato della domenica

2.1 Un Dio liberatore

La domenica, i cristiani ricordano la creazione e l'azione salvifica di Dio; il popolo di Israele rispetta nel giorno del sabbat l'appello divino al riposo e fa memoria degli atti liberatori di Dio per questo popolo. Celebrando la loro domenica, le Chiese cristiane riprendono a modo loro una tradizione dell'Antico Testamento e, in occasione della celebrazione domenicale, si ritrovano nella comunità iniziata da Gesù Cristo. La comunità con Dio e la comunità sociale con gli esseri umani «riuniti nel suo nome», formano un'entità indissolubile. Un'esistenza cristiana fuori dalla comunità è impensabile. La domenica ci libera dal peso del lavoro, spezzando la settimana lavorativa, ricorda alla società intera uno spazio a immagine della comunità riunita per il culto: un giorno di riflessione, di incontro, di comunione, di svago e di tranquillità.

2.2 Rafforzare la posizione delle famiglie

Bisogna esaminare la rivendicazione di una liberalizzazione delle ore di apertura dei commerci sulla base di argomentazioni quali il numero dei nuclei familiari composti da una sola persona e dei cambiamenti di statuto delle famiglie tradizionali nella società. La soppressione di un giorno festivo comune svantaggia notevolmente le famiglie, confrontate a compiti di coordinamento nettamente più complessi rispetto alle comunità di vita meno numerose. In effetti, a cosa serve alla madre di famiglia un giorno libero in settimana se è la domenica che i suoi bambini sono a casa? In che momento la vita familiare può svilupparsi se, dopo la liberalizzazione delle ore di apertura, i membri di una famiglia non possono più coordinare i loro momenti di congedo? Molti studi internazionali lo provano: sono soprattutto le donne e le persone che lavorano a tempo parziale a lavorare la domenica. Le madri scelgono questi lavori perché i loro compiti educativi non permettono loro di occupare un posto a tempo pieno. La protezione della domenica costituisce quindi un contributo importante al rafforzamento dei legami familiari.

2.3 Rispettare il ritmo naturale della vita

L'istituzione della domenica come giorno di riposo struttura la settimana in fasi di lavoro e in fasi di riposo. Il ritmo settimanale riproduce un ciclo, come appare in ogni forma di vita e ad ogni grado di evoluzione: aspirazione - espirazione, tensione - rilassamento, sforzo - raccoglimento, azione - contemplazione, movimento - riposo, tante fasi che si succedono. La pausa domenicale, momento sia prospettivo che retrospettivo di introspezione e di bilancio, permette di collegare il passato con il futuro. La domenica si sottrae a qualunque giustificazione semplicistica. In sé, non apporta niente all'economia e alla previdenza materiale ed è forse proprio questa assenza di valore venale, questa insignificanza contabile che dà il suo valore alla domenica. Non esiste per uno scopo materiale, esiste per se stessa, semplicemente. La domenica impone alle nostre vite dei riferimenti propri, conferisce alla quotidianità una nuova qualità e un nuovo orientamento. Più gli spazi di tempo libero diminuiscono, più la portata dei ritmi temporali comuni diventa importante.

2.4 Favorire la comunità

La domenica è un momento di vita comunitaria, un tempo non predeterminato o strutturato. La domenica è un tempo che ha una dinamica propria. Ridurla alla funzione compensatrice della quotidianità è rinnegare la qualità intrinseca del tempo domenicale, disponibile per la distensione e gli incontri. Incontro è sinonimo di reciprocità, di itinerari che si incrociano. Il tempo libero è una condizione, ma non basta agli esseri umani per ritrovarsi in comunità. La vita umana è basata sulle relazioni. L'identità e l'intensità dei rapporti sociali non si misurano sicuramente in tempo, ma sono tributari del tempo. Una flessibilità continua delle ore di apertura porta alla disintegrazione della società e alla non simultaneità del tempo libero. Questo processo tocca tutte le comunità di vita che hanno per definizione un bisogno crescente di coordinamento: le famiglie, la sistemazione dei bambini, l'aiuto fra famiglie e fra vicini. In questi gruppi della società la regola è semplice: se non c'è tempo, non c'è sviluppo comune; se non c'è tempo comune, non c'è quella comunione che favorisce la crescita di rapporti duraturi.

2.5 Andare oltre la solitudine

La predominanza di quotidiano può trasformare la domenica in un problema. La calma fa paura, il tempo libero e il suo vuoto sono visti come angoscianti, l'assenza di routine quotidiana diventa minaccia, la mancanza di agitazione quotidiana rivela a volte una solitudine disperante. Anche quando si è in compagnia, l'ambiente può spesso alternarsi fra irritazione, indifferenza e noia. In realtà, i problemi che si pongono all'uomo moderno la domenica sono il riflesso dei problemi quotidiani. Il soggetto individualizzato è flessibile e conviene bene alla società dove la condivisione del lavoro è molto pronunciata e, sempre più spesso, sono le competenze e le relazioni sociali che pagano lo scotto di questo conformismo. Le riserve espresse a proposito della protezione della domenica sono più il sintomo di una disintegrazione sociale crescente dalle conseguenze fatali, non espressione di una ideologia liberatrice.

2.6 Rispettare quello che non ci appartiene

Già nell'Antico Testamento erano presenti le regole per ciò che non era a nostra disposizione, esse ponevano limiti efficaci alle imprese umane sui loro simili e sulla creazione. Così come lo Stato si vede richiamare, nel preambolo della Costituzione, che la sua legittimazione non è intrinseca e il suo potere è limitato, la domenica è il simbolo del limite del poter disporre degli esseri umani. Quello che non è nostro, rivela un aspetto del regno di Dio. Fra una compensazione di tempo concordata, negoziata e applicata individualmente, e il tempo libero garantito da un quadro strutturale, c'è una differenza. Il tempo libero comune risponde per principio a quello che non è a disposizione e rappresenta un valore in sé. La compensazione del tempo libero rende il tempo libero dipendente da una prestazione fornita precedentemente. Il suo valore è dunque solo il riflesso del lavoro fornito ed essa è condizionata. La domenica, da parte sua, pone l'economia in un contesto più vasto e mostra che le attività economiche hanno la loro importanza ma che non sono senza limiti. E' importante che certi aspetti e tempi di vita continuino ad essere sottratti allo strapotere dell'economia.

2.7 Proteggere la libertà

La liberalizzazione delle vendite domenicali si riferisce essenzialmente alla libertà individuale (di consumare). Una tale interpretazione della nozione di libertà è unilaterale finché la libertà della clientela non è controbilanciata da quella di chi presta dei servizi. La libertà di scelta dei consumatori è inversamente proporzionale a quella dei lavoratori. In una congiuntura difficile, è particolarmente raccomandato che non si perda di vista questa relazione, perché le pressioni esercitate sui lavoratori, che sono spinti ad adattarsi, aumentano. Una libertà che considera unicamente gli interessi di un gruppo, autorizzato a realizzarli a scapito di un altro, traduce una visione ristretta: la maggiore libertà degli uni va a spese degli altri, senza tener conto dell'indispensabile relazione fra la libertà e gli altri valori, ugualmente fondamentali, quali la comunione e la giustizia sociale.

Riassumendo, in una società moderna, la domenica deve restare un valore essenziale. Essa deve essere preservata e non deve adattarsi che per lo stretto necessario. Questo è un compito generale della società, indipendentemente dagli orientamenti ecclesiali, religiosi e politici. La domenica è associata a dei valori essenziali, che oltrepassano largamente le considerazioni religiose, in favore dei quali le Chiese si impegnano e che non devono essere dilapidati.

3. Aspetti relativi alla revisione della Legge sul lavoro

3.1 Il punto di vista religioso

La Chiesa nella società: la Chiesa fa parte della società. Appartiene allo spazio pubblico. La protezione attuale della domenica, così come inserita nella Legge sul lavoro, riserva uno spazio di tempo al culto e alle attività ecclesiali e assicura ai lavoratori la possibilità di assistervi. Queste condizioni permettono alla Chiesa, nella sua qualità di membro della società, di dispiegare le sue potenzialità di integrazione nella società e le sue risorse.

Il diritto alla pratica religiosa: la «Convenzione sulla salvaguardia dei diritti dell'uomo e delle libertà fondamentali», entrata in vigore nel 1974, insiste, all'art. 9, sulla libertà confessionale, facendo riferimento diretto al diritto alla pratica religiosa (culto, insegnamento, pratica dei costumi e dei riti). La legislazione sul lavoro non deve infrangere questo diritto. Le comunità religiose ed ecclesiali hanno esigenze meno flessibili di certe attività di svago; liberalizzare il lavoro domenicale significa minare il diritto alla libera pratica religiosa dei cristiani.

3.2 Il punto di vista sociale

La vita comunitaria: le conseguenze di una deregolamentazione delle ore di apertura sono state scrupolosamente analizzate. Ecco le principali conclusioni:

  • il ritmo quotidiano degli individui e delle comunità è sempre più imposto dalle esigenze di lavoro;

  • la «sovranità individuale» in materia di organizzazione del tempo è massicciamente ridotta;

  • la soppressione dei giorni di lavoro sottomessi ad autorizzazione trasforma tutte le giornate in giorni lavorativi; le ingiustizie sociali aumentano. La flessibilità degli orari di apertura tocca in primo luogo le donne e le persone poco o punto qualificate che lavorano a tempo parziale;

  • la flessibilità delle ore di apertura stravolge il ritmo delle attività umane.

  • Un regime di eccezionalità per il lavoro svolto in favore del bene comune: i servizi che svolgono funzioni sociali essenziali o che assicurano delle responsabilità particolari in favore del bene comune non sono mai stati sottoposti alla proibizione di lavoro domenicale. Questi settori d'attività sono retti da disposizioni specifiche che non si possono semplicemente applicare in altri ambiti quali i bisogni di consumo individuali.

    Sport e vita associativa: lo sport e altre attività associative formano i pilastri delle attività di svago; dipendono largamente dalla disponibilità contemporanea dei loro membri. Lo sport e la vita associativa favoriscono la creatività, la rigenerazione e le capacità sociali degli individui; inoltre, incoraggiando la «pace sociale», queste attività svolgono un ruolo importante a favore della coesione sociale. Questo tipo di attività ricreativa permette alle persone che non hanno occasione di incontrarsi nella vita professionale, o altro, di ritrovarsi in un ambiente comune.

    Perdita di risorse comunitarie: la diminuzione massiccia dell'impegno di volontariato e caritativo ha delle conseguenze importanti per la società, poiché viene a mancare la continuità e l'affidabilità. Anche sul piano individuale, la pianificazione degli svaghi in seno ad un'associazione diventa difficile.

    3.3 Il punto di vista economico

    Il prezzo della libertà di consumare: in periodo di difficoltà congiunturali, la flessibilità del lavoro ha lo scopo di rilanciare la domanda. Numerose analisi economiche provano tuttavia che questa strategia non porta l'aumento della cifra d'affari sperato, ma ne causa un semplice spostamento. Al contrario, la deregolamentazione delle ore di apertura dei negozi crea nuovi problemi economici e sul mercato del lavoro: ad approfittare di queste agevolazioni sono soprattutto le grandi catene di distribuzione a scapito dei commerci e dei negozi tradizionali, specializzati ed a vocazione locale; è incoraggiato il concentramento delle imprese e delle cifre d'affari; il personale qualificato, impiegato a tempo pieno o a tempo parziale, è sostituito da mano d'opera poco o punto qualificata, impiegata a tempo molto parziale; la flessibilità delle ore di lavoro comporta quella di posti di lavoro: perdita dell'ambiente familiare e disgregazione del tessuto sociale nel luogo di lavoro, aumento delle insicurezze strutturali; la qualità dei servizi si abbassa; il peso ecologico aumenta (consumo energetico, disagi dovuti ai trasporti, rumori).

    Incremento minimo dei posti di lavoro: numerose analisi mostrano che la deregolamentazione delle ore di apertura dei negozi non genera assolutamente nuovi posti di lavoro, ma porta ad una flessibilizzazione generale delle ore di lavoro che, a sua volta, provoca dei carichi supplementari sui luoghi di lavoro, specialmente negativo dal punto di vista della salute. Il bisogno di ricorrere a cure mediche aumenta in modo significativo.

    La globalizzazione dell'economia: la globalizzazione dell'economia mette sotto pressione le disposizioni a favore della protezione dei lavoratori. La concorrenza internazionale accresciuta (soprattutto a causa delle differenze salariali, al prolungamento del tempo di lavoro, ad una protezione legale dei lavoratori inferiore o inesistente) costituisce l'argomento classico invocato a favore di una deregolamentazione della legislazione sul lavoro. La tendenza è di livellare verso il basso. Le Chiese si impegnano affinché le condizioni di lavoro siano uniformate sul piano internazionale ad un livello che rispetti la dignità umana e le convenzioni internazionali sulle norme del lavoro. Il principio della dignità umana, come è ancorato nella cultura cristiana, e le norme che ne scaturiscono in materia di condizioni di lavoro devono essere rispettati nel mondo intero.

    4. Conclusione

    Gli argomenti a proposito del valore della domenica e i rischi citati, così come le loro prevedibili conseguenze, sono alla base del rifiuto della Federazione delle Chiese evangeliche della Svizzera e della Conferenza dei vescovi svizzeri alla revisione della Legge sul lavoro. La domenica è associata a valori essenziali per i quali le Chiese si impegnano e che oltrepassano largamente la dimensione religiosa. Le Chiese raccomandano di tener conto di questi argomenti in occasione della prossima votazione.



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