27. Com'è possibile dire di amare Dio e, al tempo stesso, ignorare o sottovalutare la Legge che Lui ha rivelato?

"Se mettiamo in pratica i comandamenti di Dio, noi possiamo avere la certezza di conoscere Dio: Se uno dice: "Io conosco Dio", ma non osserva i suoi comandamenti, è un bugiardo: la verità non è in lui. Se uno invece ubbidisce alla sua parola, l'amore di Dio è veramente perfetto in lui. Da questo abbiamo la certezza di essere uniti a Dio" (1 Gv. 1:3-5).

Il problema che l'apostolo Giovanni sta trattando in questo testo è la conoscenza di noi stessi. In che modo si può sapere se si è realmente "in Cristo" come persone da Lui redente? La risposta che Giovanni dà è la Legge di Dio. Non parla di particolari emozioni che uno debba sentire, non parla di una professione di fede fatta una volta, o di un battesimo ricevuto, non parla della capacità di parlare in una lingua sconosciuta, e nemmeno quella di cacciare demoni nel nome di Cristo. Parla dell'osservanza dei comandamenti.

Sorge allora la questione: i comandamenti di Cristo sono forse diversi dalle leggi dell'Antico Testamento? Per rispondere a questa domanda cruciale, è necessario affrontare alcune questioni preliminari:

1. Esiste una differenza etica fra Dio il Padre e Dio il Figlio?

2. Il Figlio ha subordinato la Sua volontà a quella del Padre?

3. La condizione etica dei peccatori e dei redenti è diversa in principio nel Nuovo Testamento rispetto all'Antico?

4. I problemi etici che oggi noi dobbiamo affrontare sono fondamentalmente diversi da quelli che dovevano affrontare nell'Antico Testamento? (I numeri sono senza dubbio più grandi oggi, più gente, città più grandi, più ricchezza… ma sono forse le questioni di fondo dell'umanità diverse?).

…La morte e la risurrezione di Cristo ha svincolato i cristiani dalla legge dell'Antico Testamento. Gli statuti dell'Antico Testamento sono oggi lettera morta. Solo quelle leggi annunciate da Cristo e dagli scrittori del Nuovo Testamento sono moralmente vincolanti, e tanto meno lo sono nei termini della legge civile!

Perché allora gli autori del Nuovo Testamento continuano a ritornare al tema dei comandamenti di Dio come indicatori etici? Perché dicono che ciascuno ha bisogno di un criterio di valutazione della propria condizione spirituale? Perché essi credono che la propria posizione etica davanti a Dio sia riflessa dall'osservanza dei comandamenti di Dio? E dov'è che noi troviamo la Legge di Dio?

Essi comprendevano che ciò che una persona fa è strettamente legato a ciò che quella persona crede. Cristo criticava i Farisei perché non davano ai loro genitori l'appoggio finanziario loro necessario perché essi dicevano che quel denaro era destinato a Dio… "egli non è più obbligato a onorare suo padre e sua madre. Così facendo, voi avete annullato il comandamento di Dio a motivo della vostra tradizione" (Mt. 15:6). "Guai a voi, scribi e farisei ipocriti! Perché calcolate la decima della menta dell'aneto e del comino, e trascurate le cose più importanti della legge: il giudizio, la misericordia e la fede, queste cose bisogna praticare senza trascurare le altre" (Mt. 23:23). Egli criticava la loro ipocrisia, non la Legge dell'Antico Testamento!

Per lo studio ulteriore

Esodo 20:6: Deuteronomio 20:5; 7:9; 10:12; Daniele 9:4; Matteo 22:37; Giovanni 14:15,21; 1 Giovanni 5:3.

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