Si definisce prostituzione
l’attività di chi fa commercio abituale del proprio corpo a scopo di
guadagno (compenso in denaro oppure di altra natura), in cui l’affetto o
l’investimento emotivo è minimo oppure assente, e nel quale la scelta
dei partner sessuali è relativamente indiscriminata.
Per una varietà di ragioni, gran
parte dell’attività di prostituzione sono donne che servono clienti
maschi. Vi è però un numero considerevole di giovani maschi dediti alla
prostituzione che servono i desideri omosessuali di maschi (spesso
sposati), o altri maschi (gigolo) che offrono i loro servizi sessuali a
donne spesso più vecchie di loro, ed un numero relativamente più
ristretto di prostitute che servono gli interessi omosessuali di altre
donne.
Storicamente la prostituzione è
esistita nella maggior parte delle società fin dai tempi antichi, in
alcuni casi connesse con pratiche religiose e rituali. Nell’Antico
Testamento vi è evidenza di una certa tolleranza delle prostitute,
nonostante la loro condanna in generale.
Sin dagli inizi la Chiesa cristiana
ha sempre condannato la prostituzione in ogni forma, ma in diverse
epoche l’ha tollerata come “il minore fra i mali”. Furono Agostino e
Tommaso d’Aquino a porre le basi etiche della sua tolleranza nel
Medioevo, credendo che se la prostituzione fosse stata abolita, ne
sarebbero risultati mali peggiori: libidine sfrenata, violenze sessuali,
adulterio ed omosessualità. Come disse Tommaso d’Aquino: “Anche il
palazzo deve avere le sue fogne”.
Durante la Riforma protestante,
però, i suoi leader attaccarono la prostituzione senza riserve ed
esortarono lo stato a reprimerla. Nel contempo, allora il crescente
timore di malattie veneree condusse ad infliggere, in molte società,
pesanti punizioni. Il fenomeno, però, persistette, e durante il 18° e
19° secolo gli sforzi della legislazione civile atti a sopprimerla non
ebbero successo.
Attualmente, in molti stati, la
prostituzione è stata legalizzata oppure decriminalizzata, o anche
tollerata in determinate aree. Negli ultimi decenni, lo sviluppo di
efficaci forme di controllo delle nascite ed una maggiore accettabilità
dei rapporti sessuali al di fuori del matrimonio, è risultato in un
certo declino della prostituzione femminile, sebbene vi sia stato poco
cambiamento nella prostituzione maschile e, in linea di massima, la
prostituzione rimane un fenomeno rilevante, soprattutto nelle aree
urbane. In alcuni paesi la legislazione si è rivolta soprattutto a
colpire le terze parti coinvolte: tenutari di case di tolleranza,
sfruttatori, protettori e clienti.
L’etica cristiana ha largamente
condannato la prostituzione sulla base che una comprensione appropriata
della sessualità esige negli atti di intimità sessuale l’investimento
dell’intera persona nel quadro di rapporti fondati sulla fedeltà e
sull’impegno all’integrità del partner – qualità assenti nel tipico
rapporto prostituta /cliente. Vi sono, però, ulteriori aspetti da
considerare.
L’etica cristiana deve pure
condannare il sessismo maschile e i doppi criteri di moralità che per
lungo tempo hanno caratterizzato la prostituzione femminile. Si
presumeva largamente che il maschio avesse una natura sessuale
differente che richiedesse sempre soddisfacimento e che giustificasse il
trattamento della donna come oggetto sessuale. Inoltre i presupposti
sessisti conducono a perseguire le prostitute, e raramente i loro
clienti maschi. Tali presupposti caratterizzano la situazione della
maggior parte delle prostitute che tengono per sé sono una parte dei
loro guadagni, mentre la più gran parte va ai loro “protettori” e
sfruttatori, come pure ai proprietari maschi delle varie strutture che
profittano della prostituzione.
Inoltre, l’etica cristiana deve
considerare le condizioni che fanno sorgere la prostituzione. Fra queste
gli abusi sessuali sofferti da bambine, famiglie disgregate e
discriminazione economica. Nel contesto della prostituzione maschile la
pratica può essere indotta dalla necessità di facili guadagni per
l’acquisto di droga, istruzione inadeguata, disinteresse od abusi da
parte dei genitori, come pure l’influenza di istituzioni correttive
repressive giovanili. Tipica per entrambi i sessi è la mancanza di
un’adeguata educazione sessuale ed una bassa stima di sé stessi. Dato
però che la stragrande maggioranza dei clienti è maschile, contribuisce
alla prostituzione un sistema sociale ed un modello di socializzazione
sessuale che incoraggia i maschi a considerare il sesso come un bene che
possa essere acquistato.
Ciononostante, rimangono questioni
etiche controverse. Una di queste è la questione della
decriminalizzazione o legalizzazione. Sebbene le leggi contro la
prostituzione vengano spesso considerate come uno sforzo per prevenire
lo sfruttamento della donna, l’evidenza di alcune società suggerisce
come la legalizzazione della prostituzione riduca il crimine associato
alla prostituzione. Inoltre alcuni sostengono che i governi non
dovrebbero imporre leggi sul comportamento sessuale privato fra adulti
consenzienti, e che le leggi contro la prostituzione siano inefficaci,
applicate in modo discriminatorio e costose da far rispettare. Altri,
però, considerano il mantenimento di leggi anti-prostituzione come un
simbolo importante della comprensione che la maggior parte dei cittadini
ha sull’etica sessuale e su una società sana.
Un’altra difficile questione è
l’uso di surrogati sessuali in certe forme di terapia sessuale. I
surrogati, la maggior parte dei quali sono donne, esercitano attività
sessuali per compensazione, ma con clienti indirizzati loro da terapisti
sessuali. Scopo dei surrogati è quello di contribuire a risolvere una
disfunzione di tipo sessuale nel cliente (di solito un uomo non
sposato). Alcuni ritengono che l’uso di surrogati sessuali sia
semplicemente un’altra forma di prostituzione, altri ne rilevano le
motivazioni, intenzioni, e conseguenze differenti.
Su un’altra questione ancora, però,
c’è poca controversia: l’aumento allarmante di prostituzione infantile,
specialmente fra adolescenti che provengono da famiglie disintegrate. Il
fenomeno sottolinea l’importanza di fornire servizi migliori alle
vittime di incesti e di abusi di bambini, programmi di cura giornaliera
e di educazione sessuale nelle scuole, come pure di trattamento sessuale
ed economico equo di tutti.
Un approccio etico adeguato alla
prostituzione dovrà sempre occuparsi non solo di affrontare il fenomeno,
ma anche le sue cause.
James B. Nelson, Prostitution, in The
Westminster Dictionary of Christian Ethics, edito da J. F.
Childress e J. Macquarrie. Philadelphia: The Westminster Press, 1967,
p. 512.
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