Celebrazione della S. Cena (6)


Prima della Santa Cena

Dopo la predica, il Ministro così prosegue:

Amati in Cristo,

Poiché il Signore ci invita alla Sua santa mensa, alla quale dobbiamo accostarci con un cuore grato e credente, in commemorazione della morte dell’unigenito Suo Figlio, lasciando da parte ogni altro pensiero, invochiamo con fervore l’assistenza e la benedizione celeste.

Iddio amorevole, Padre misericordioso! Con profonda umiltà e con viva riconoscenza ci prepariamo a ricevere la grazia che Tu ci offri nella santa Cena. Noi esaltiamo la tua bontà, e ti supplichiamo di assisterci con il tuo Spirito, e di ispirarci tutti quei sentimenti che possono renderci a Te accetti in quest’atto particolarmente da Te consacrato. Datti una gioiosa fiducia nel perdono dei peccati che confessiamo, fortifica la nostra fede, ravviva la nostra speranza ed accresci il nostro amore verso di te e verso il prossimo. Risveglia in noi una vera fame per il cibo spirituale, e quel sincero raccoglimento che è richiesto in un atto di tanta importanza.

Ti preghiamo ancora, Padre, per quei membri della nostra comunità cristiana che, per malattia o impedimenti inevitabili, non possono partecipare con noi alla santa Cena. Fa’ che per questo non restino privi del benefico suo effetto, fortificali anche loro con la virtù del Tuo Santo spirito, affinché, per la fede nei meriti del Tuo Figlio, siano partecipi dei frutti della Sua morte. Rafforza la fede loro e nostra, secondo la Tua misericordia in Gesù Cristo. Amen.

Quindi il ministro, collocatosi dietro il tavolo della S. Cena, prosegue dicendo:

Nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo. Amen.

Amati nel Signore, poiché siamo qui radunati al fine di commemorare il sacrificio del nostro Salvatore, e partecipare alla comunione del Suo corpo e del Suo sangue, ascoltate, in primo luogo, il racconto dell’istituzione della santa Cena, quale esso ci è stato conservato dall’apostolo Paolo.

"Poiché io ho ricevuto dal Signore ciò che vi ho anche trasmesso: che il Signore Gesù, nella notte in cui fu tradito, prese del pane, e, dopo aver reso grazie, lo spezzò e disse: Prendete, mangiate; questo è il mio corpo che è spezzato per voi; fate questo in memoria di me. Parimenti, dopo aver cenato, prese anche il calice, dicendo: Questo calice è il nuovo patto nel mio sangue; fate questo ogni volta che ne bevete in memoria di me. Poiché ogni volta che mangiate di questo pane e bevete di questo calice, voi annunziate la morte del Signore, finché egli venga. Perciò chiunque mangia di questo pane o beve del calice del Signore indegnamente, sarà colpevole del corpo e del sangue del Signore. Ora ognuno esamini se stesso, e così mangi del pane e beva del calice, poiché chi ne mangia e beve indegnamente, mangia e beve un giudizio contro se stesso, non discernendo il corpo del Signore" (1 Co. 11:23-29).

Voi avete inteso, fratelli, come il Signor Gesù Cristo istituì la santa Cena, e con quali disposizioni dobbiamo parteciparvi. Temiamo di profanare questa divina ordinanza, la quale racchiude quanto di più sacro ed eccelso vi sia nella fede cristiana. Guardiamoci dal considerarla come una semplice cerimonia, come una nuda e materiale commemorazione della morte del Signore. Ricordiamoci che la semplice esteriorità di mangiare e bere questi elementi, a nulla giova per la nostra salvezza, perché le anime nostre non possono essere nutrite e vivificate da questi elementi terreni e corruttibili, ma solo dall’appropriarci spiritualmente di Cristo, con viva fede e con sincera umiltà. Gesù disse: "E lo Spirito che vivifica, la carne non giova a nulla; le parole che vi dico sono spirito e vita" (Gv. 6:63). Per questo, se Egli ci chiama alla comunione del Suo corpo e del Suo sangue è perché noi diventiamo i membri viventi del Suo corpo spirituale.

Ciascuno, così, provi sé stesso, nel cospetto di Dio che solo conosce i cuori, al fine di non incorrere nel Suo giusto giudizio, e si ricordi che questo sacramento viene offerto solo ai fedeli.

Gli increduli, i peccatori impenitenti, tutti quelli che vivono nella sregolatezza, o che conservano nel cuore sentimenti di odio e di vendetta, non si accostino a questa mensa, bensì preghino Iddio di condurli al pentimento, alla fede, all’amore ed alla santificazione.

Quelli, invece, i quali riconoscono Gesù come Figlio di Dio e come loro Signore e Salvatore, e sono risoluti a riamarlo di tutto cuore, osservando i Suoi precetti; che inoltre, provano un vivo e sincero pentimento dei loro peccati, e ne desiderano ardentemente il perdono, confidando unicamente nella grazia di Dio in Cristo; e che, infine, sono pronti a riparare i propri torti, a perdonare le offese ricevute, nutrendo sincera benevolenza verso tutti; coloro, diciamo, a cui la coscienza assicura che tali sono i loro sentimenti e le loro risoluzioni, benché peccatori ed indegno di un privilegio così grande, si accostino pure con fiducia alla mensa del Signore. Nella comunione del Suo corpo, che è stato spezzato per i nostri peccati troveranno un mezzo efficace per progredire nella santificazione, si rallegreranno nella certezza dell’amore di Dio, del perdono delle loro colpe e dell’eterna beatitudine: poiché questi preziosissimi doni vengono, nella santa Cena, offerti, raffigurati e confermati ai fedeli.

Perciò, preghiamo ancora dicendo:

Dio d’amore, Padre di misericordia! Stiamo per ricordare solennemente il Tuo amore e l’amore del Tuo Figlio. Ti supplichiamo, fa che riceviamo la santa Sua comunione, con il vivo desiderio di ottenere la Tua grazia, e con profonda riconoscenza verso il Salvatore delle anime nostre. Confermaci ancora il tuo perdono; unisce per sempre l’anima nostra a Te, in Cristo Gesù, di modo che né seduzioni del mondo, né tentazioni, né timori, né vane speranze, né piaceri, né afflizioni, ci separino mai più da Te. A Te, Iddio e Padre nostro, ci consacriamo interamente come sacrificio vivente, santo ed accettevole. Per Te, Gesù Cristo Redentore, vivremo, in Te morremo, Tuoi sempre saremo. Ispira, dunque, e rafforza in tutti noi il sincero proponimento di Amarti e di amarci l’un l’altro come Tu ci hai amati.

Esaudisci, o Padre, questa nostra preghiera, per Gesù Cristo, nostro Signore.

Avvicinatevi ora, fratelli e sorelle in Cristo, alla mensa del Signore, con cuore sincero e contrito; dichiarate davanti a Lui la fede, l’amore, la concordia e la riconoscenza della pienezza di Lui grazia per grazia, e che essa vi conservi e vi fortifichi per la vita eterna. Amen.

La Santa Cena

Il ministro scopre il pane, fa riempire il calice, e segue uno dei due formulari seguenti:

I.

Il nostro Signore Gesù Cristo, nella notte in cui fu tradito, prese del pane, e, rendendo grazie, lo ruppe, e disse: Prendete, mangiate; questo è il mio corpo, il quale è per voi è spezzato; fate questo in memoria di me.

Dopo la comunione del pane, fatta insieme con gli anziani, il Ministro prende il calice e dice:

Allo stesso modo ancora prese il calice, dopo aver cenato, dicendo: Questo calice è il nuovo Patto nel mio sangue: fate questo, ogni volta che ne berrete, in memoria di me.

Dopo la comunione del vino, fatta insieme con gli anziani, i fedeli si avvicinano e partecipano degli elementi.

 II.

Il ministro prende il pane, e lo rompe, dicendo:

Il pane che noi rompiamo è la comunione del corpo di Cristo che è stato spezzato per noi.

Dopo la comunione del pane, fatta insieme agli anziani, il Ministro prende il calice e dice:

Il calice della benedizione, che noi benediciamo, è la comunione del sangue di Cristo, che è stato sparso per noi.

Dopo la comunione del vino, fatta insieme agli anziani, i fedeli si avvicinano e partecipano degli elementi.


Dopo la Santa Cena

Scegliere uno dei formulari seguenti:

Ora che abbiamo partecipato alla Santa Cena, inneggiamo a Dio, ed esaltiamo la Sua grazia dicendo:

"Benedici, anima mia, l'Eterno, e tutto quello che è in me benedica il suo santo nome. Benedici, anima mia, l'Eterno e non dimenticare alcuno dei suoi benefici. Egli perdona tutte le tue iniquità e guarisce tutte le tue infermità, riscatta la tua vita dalla distruzione e ti corona di benignità e di compassioni; L'Eterno è pietoso e clemente, lento all'ira e di grande benignità. Egli non contende in eterno e non serba l'ira per sempre Egli non ci tratta come meritano i nostri peccati, e non ci castiga in base alle nostre colpe. Poiché, quanto sono alti i cieli al di sopra della terra, tanto è grande la sua benignità verso quelli che lo temono. Come un padre è pietoso verso i suoi figli, così è pietoso l'Eterno verso quelli che lo temono. Infatti, quando eravamo nel peccato ed a Lui ribelli, Egli ha dato il Suo figlio alla morte, affinché avessimo vita. Il Signore ha fatto della Sua carne e del Suo sangue un cibo spirituale per le nostre anime, e con la Sua morte ci ha redenti per la vita eterna. egli è l’Agnello di Dio, la redenzione dalle nostre colpe, il pegno unico e perfetto della grazia del Padre. Ora che Iddio ci ha donato il Suo figlio, e l’ha dato per noi alla morte, nulla più ci vorrà negare; anzi, in eterno si mostrerà verso di noi fedele, clemente e pieno di misericordia. La mia bocca e il mio cuore annuncino, dunque, la gloria del Signore, ed esaltino il Suo nome. Tutti benedicano per sempre la Sua bontà e la Sua compassione, in Gesù Cristo, nostro Signore. Amen.

Segue la benedizione

 II.

Fratelli e sorelle in Cristo,

Rimanga bene impressa nell’anima nostra l’importanza dell’atto sacro, ora celebrato secondo il comandamento del Signore. Con questa testimonianza solenne della nostra fede, abbiamo confessato di essere peccatori, incapaci di salvarci da soli, ma redenti mediante il sacrificio di Gesù Cristo. Ci siamo nuovamente impegnati a rinunciare all’empietà, alle concupiscenze della carne, ed a vivere secondo la volontà del nostro Redentore. Partecipando a questa Santa Cena d’amore, abbiamo dichiarato di voler vivere in pace l’un con l’altro, di perdonarci a vicenda, di bandire dal nostro cuore l’invidia, l’odio ed ogni sentimento che contrasti con l’amore cristiano.

Preghiamo dunque dicendo:

Onnipotente Iddio, concedici la grazia di non scordarci mai questi nostri doveri, e di adempierli coscienziosamente. L’amor tuo e del Tuo Figlio, confermatoci nuovamente in questa ordinanza, si scolpisca così nel nostro cuore tanto da lasciarvi un’impronta indelebile e salutare. Fortificaci nella fede, in modo che la nostra vita trascorra secondo il Tuo gradimento. Insegnaci a fare la Tua volontà, guidaci con il Tuo Spirito sulla via della giustizia, e santifica il nostro cuore; talché siamo conservati irreprensibili e nell’anima e nel corpo, per la venuta del nostro Signore. Amen.

Segue la benedizione.