Forma / deformazione / riforma


1. "Un posto per ogni cosa ed ogni cosa a suo posto".

Ecco ciò che spesso è scritto su cartelli appesi in certi uffici o fabbriche.

A meno che uno sia particolarmente ordinato e sia capace di mantenere sempre tutte le cose al loro posto (un bravo a chi lo sa fare), ogni tanto bisogna fare un poco d'ordine in casa propria.

E' umano, dipende dal carattere che si ha, forse è per negligenza, per poltroneria, o forse per mancanza di tempo, ma in casa nostra, nella camera dei bambini, o nel nostro ufficio spesso non se ne capisce più niente!

Il lavoro arretrato si ammucchia sul nostro tavolo; non si trova più quell'utensile o quel libro; quell'appunto che, mentre eravamo al telefono, avevamo scritto su una pezzo di carta trovato a portata di mano e che ora non sappiamo più dove sia finito; quella rivista sulla quale avevamo visto un articolo di nostro interesse; quella foto che ci ricorda una persona cara incontrata ad una festa, chissà dov'è...

Questa è l'esperienza che spesso anch'io faccio. Si, spesso c'è disordine, disordine non solo nella nostra casa, ma magari anche ...nella nostra testa (quanta confusione spesso avvertiamo), disordine nel funzionamento del nostro corpo, disordine ed indisciplina morale e spirituale, disordine nella nostra famiglia, nella nostra vita sociale, disordine ed inefficienza nella nostra chiesa, e poi ci lamentiamo!

Allora, se non ci disperiamo prima e mandiamo tutto quanto al diavolo... ogni tanto rimettiamo le cose a posto, ogni tanto ci liberiamo di cose inutili che si sono ammucchiate, cerchiamo di gestire un'ordinata agenda, di disporre di adeguati contenitori con relativa etichetta, di classificare ogni cosa per bene, di riverniciare magari la cucina o comprare nuovi mobili o scaffali...

2. E' Dio che riforma

E vero che qualcuno dice: "Io, nel mio disordine ci sto bene...", ma il disordine fa male, causa sofferenza e inefficienza. Si, ogni cosa deve avere un suo posto ed ogni cosa deve stare al suo posto. E' necessaria una regola ad ogni cosa perché essa è garanzia del giusto funzionamento di quel qualcosa.

Spesso le cose ci sfuggono di mano e tutto ricade nel caos.

Abbiamo bisogno -in tutti gli aspetti della nostra vita di quella Parola creatrice che aveva messo ordine al caos primordiale. Nella Genesi infatti sta scritto che "la terra era informe e vuota, e le tenebre coprivano la faccia dell'abisso" (Ge. 1:2), ma Dio con sapienza dà forma ed ordine ad ogni cosa.

Si, all'inizio abbiamo un Dio che forma, un Dio che dà una forma a tutte le cose, un Dio che aveva messo ogni cosa in buon ordine. Dice la Bibbia: "E Dio vide tutto quello che aveva fatto, ed ecco, era molto buono" (Ge. 1:31).

Ben presto però subentra la de-formazione delle cose operata con il peccato dell'uomo, e tutto entra nel disordine. Dio fa e l'uomo disfa. Dio ordina e l'uomo mette in disordine. Dio armonizza e l'uomo scombussola, in ogni aspetto della sua vita. Come quando il genitore rimette in ordine per l'ennesima volta la camera del bambino, solo per ritrovarla ben presto tanto quanto prima, nonostante le precise istruzioni date.

La misericordia e la pazienza di Dio, però, è grande. Dio forma, l'uomo deforma, ma Dio riforma, una nuova possibilità viene ridonata all'uomo per rimettere le cose a posto. Qualcuno ha giustamente definito il periodo dell'Evangelo di Gesù Cristo come un perenne periodo di riforma, riforma affinché le cose possano ritornare come Dio le aveva volute fin dall'inizio secondo la norma che Dio ha autorevolmente definito nella Bibbia.

Il culto del popolo di Israele era degenerato in esteriorità prive di reale contenuto. La lettera agli ebrei ad un certo punto dice: "...poiché si tratta solo di cibi, di bevande e di varie abluzioni, insomma, di regole carnali imposte fino al tempo della riforma. Ma venuto Cristo, Sommo sacerdote dei futuri beni..." (Eb. 9:10,11). Si, il tempo di riforma è il nostro tempo, il tempo dell'Evangelo di Gesù Cristo: una reale opportunità che ci è data di conformare la nostra vita a ciò che solo è garanzia della nostra felicità più autentica.

Allora, rimettere le cose a posto è lo stesso che dire "riformare": oggi noi celebriamo la festa della Riforma protestante, quella riforma che rimise le cose a posto nella chiesa dopo essere caduta nella degenerazione, nella corruzione e nel disordine religioso, morale e spirituale. Avevano ripreso la Bibbia in mano, unica legittima regola di fede e di condotta del cristiano, e avevano detto: "Ora basta, rimettiamo le cose a posto come dovevano stare nei piani e nel proposito di Dio, rivelati nella Scrittura".

...Avevano rimesso le cose a posto: ora, dopo tanti secoli chiediamoci: le cose sono rimaste al loro posto come dovevano essere nella nostra vita spirituale personale e di chiesa, nella nostra società?

Sappiamo che il mondo è tutta una bolgia infernale di un disordine inaudito, ma noi, noi che ci professiamo seguaci di un Dio d'ordine e di armonia, di un Dio di ricostruzione, di riconciliazione, di pace e di giustizia, siamo testimonianza vivente di che cosa significa vivere in modo ordinato secondo quello che Dio ha chiaramente stabilito, oppure, a nostro danno, anche noi siamo spiritualmente e moralmente disordinati, o magari corrotti e degenerati, avendo magari solo "le apparenze della pietà", ma "avendone rinnegata la potenza"?

3. Il quadro attuale

Se il Medioevo si è distinto per una chiesa feudale, che pretendeva di dominare le anime e di dettar legge anche ai potenti, ed esso è stato riformato dal ritorno alla Bibbia promosso dai protestanti, l'Evo Moderno è caratterizzato da una continua e progressiva "laicizzazione" delle questioni sociali, civili, scientifiche e persino etiche.

Questo sottrarre e sottrarsi al controllo della chiesa cattolica (poi anche a quella protestante), ha anche preso il nome di "secolarizzazione", cioè la restituzione al "secolo" (la società civile) di ciò che le è di competenza.

Col tempo la "secolarizzazione" è degenerata fino a significare semplicemente "mondanizzazione" e decristianizzazione della società.

Specialmente in Europa, la società, la cultura, l'arte, la scienza e l'etica hanno smesso di riferirsi alla Bibbia, o quantomeno alla religione "cristiana", per legarsi al cosiddetto "spirito del tempo", cioè all'immanenza, alle situazioni del momento, ora a questa, ora a quella idea dominante.

L'uomo "moderno", che teme una chiesa camaleonte, anch'essa legata agli interessi del "secolo", sceglie la via dell'autodeterminazione senza Dio.

Mentre in America il processo è più lento, e molti Americani tengono alla fede in Dio ed alla Bibbia, qui da noi si parla, non a caso, già di un'"Europa mondanizzata", le cui chiese si svuotano e la cui fede nel soprannaturale si perde.

4. I motivi

Alcuni dei motivi principali della secolarizzazione dell'Europa sono i seguenti:

- l'illuminismo ed il razionalismo hanno creato negli intellettuali un atteggiamento di avversione verso la religione, perché la ragione pretende di comprendere ogni cosa a scapito di tutto ciò che è spirituale e soprannaturale.

- Il materialismo marxista e l'evoluzionismo darwiniano hanno contribuito a creare un atteggiamento di ateismo e/o di totale indifferenza verso Dio e verso la rivelazione.

- Le due guerre mondiali sono state uno shock culturale, una gran perdita di vite umane e la fede dei superstiti è rimasta seppellita per lo più sotto tali macerie. Si dice, anche difronte alle guerre "moderne": "Come può Dio permettere tutto questo?".

- Il clero in Europa ha sempre avuto una posizione esageratamente potente, di cui ha abusato con arrogante disinvoltura, essendo di scandalo alla gente ed allontanandolo dalla verità.

5. Le conseguenze

Le conseguenze dell'atteggiamento secolarizzato sono così palesi:

- Le questioni immanenti (attuali) vengono dissociate da ogni relazione con la trascendenza (cioè Dio).

- La società diventa indifferente al problema della verità e sotto la maschera del "pluralismo" e del permissivismo tutto diventa relativo e discutibile.

- I valori etici non hanno più assoluti, p. es. bene e male, buono e cattivo, bello e brutto, onesto e disonesto, colpevole ed innocente, morale ed immorale.

- Le verità assolute vengono abbandonate e verità relative ed addirittura contraddittorie possono coesistere, a seconda dei momenti e delle situazioni.

- L'uomo moderno, inseguendo l'autorealizzazione in un mondo che lui pretende di creare a sua immagine, si trova però attanagliato dal non-senso, dalle contraddizioni di un mondo ripiegato su sé stesso, dall'angoscia, dalla insoddisfazione, da problemi crescenti, dalla paura di essere (cf. nevrosi, psicosi, dipendenze varie), di ammalarsi, di soffrire e di morire.

- L'uomo secolarizzato, che si ritiene ormai "emancipato" da Dio, isola e viene isolato, grida e non comunica, pretende e non dà solidarietà. Il motto odierno è "goditi la vita", "prendi ciò che vuoi", "fa' come ti pare e piace'.

- Senza le indicazioni morali della Bibbia, i giovani sono come handicappati dal benessere, rovinati, frustrati ed incapaci di decidere. Aumenta il numero di coloro che cambiano partner come si cambia un'automobile, che smettono di studiare, che si danno a vizi, che tentano il suicidio.

- D'altro canto notiamo però che l'uomo, avendo girato le spalle all'Iddio vivente, si rivolge sempre di più al misterioso, al trascendente senza Dio, allo spiritualismo non biblico, etc. La società, allontanandosi da Dio riscopre il paganesimo (diventa cioè "neo-pagana").

6. Una chiesa sui binari del secolarismo?

Anche però le chiese "storiche" cedono al secolarismo e -conformandosi- si attaccano a questo treno che va verso un precipizio. Nonostante il benessere materiale, l'Europa sta diventando un'area spiritualmente sottosviluppata.

La civiltà occidentale sta caratterizzandosi sempre di più come una civiltà senza Dio. La conoscenza biblica è un fattore sempre più raro. Le chiese protestanti registrano un'enorme perdita di "sostanza", ed un continuo adattamento al pensiero secolare. La chiesa sembra che abbia una fede "sfinita" e che soffra di "immunodeficienza" spirituale. Si può parlare di "prostituzione spirituale" a cui la chiesa storica sembra indulgere.

Eccone alcuni esempi:

- La politicizzazione senza discernimento della teologia (teologia politica): Gesù diventa un mero prototipo del liberatore rivoluzionario e l'unico messaggio cristiano è quello di trasformare le strutture sociali con l'uso della politica e di "umanizzare" la società. Si opera una riduzione intramondana del cristianesimo come se tutti i problemi dell'uomo fossero ambientali e strutturali.

- La teologia femminista esaspera ideologicamente il necessario miglioramento delle condizioni di vita delle donne.

- La teologia religiosa (spiritualismo umanistico) diventa sempre di più panteista. Se da una parte il creato deve essere salvaguardato e protetto, si divinizza un concetto di "natura" in cui vi sarebbe la presenza "diffusa" di Dio. Si va verso il sincretismo delle religioni, considerate idealisticamente come strade ugualmente valide che portano a Dio ed alla umanizzazione del mondo. Si diffondono le mitologie della Nuova Era. Gesù diventa esclusivamente simbolo di solidarietà umana e una figura religiosa fra tante altre.

- La critica biblica mina alla base l'autorità e la normatività della Bibbia e lo stesso Gesù, in questa prospettiva, viene considerato soltanto come un prodotto del suo tempo oppure un prodotto della teologia della chiesa. Il principio di evoluzione viene applicato alle dottrine, per cui le affermazioni della Bibbia non solo vengono poste nel contesto dell'evoluzione delle dottrine religiose, ma considerate "superate dai tempi".

7. L'urgenza del momento

Tutto questo però non deve rattristare più di quel tanto che ci porti ad un sincero ravvedimento.

Dobbiamo riprendere allora come "riformati" lo spirito della necessaria e costante autocritica, tanto che una vera e propria "riforma permanente" è quanto mai urgente.

Dobbiamo rifiutare il conformismo a questo mondo e -per il nostro migliore bene, nei nostri stessi interessi, ravvedendoci dei nostri peccati, tornare a rivolgerci alla Bibbia, parola di Dio. Essa ci porta ad incontrare Gesù Cristo e ci vuole coinvolgere nel suo progetto di riforma, sia a livello personale che sociale.

Oggi Iddio ha bisogno di persone che smettano di inseguire una chiesa in cui "ci si senta comodi" e che smettano di pensare che il mondo sia ormai insalvabile ed immune difronte al messaggio cristiano. Dio ha bisogno di persone che si oppongano allo "spirito del tempo", che prendano piuttosto l'attuale secolarizzazione come una sfida per la predicazione. Dio ha bisogno di persone che -come testimoni viventi della Bibbia- tengano alta la parola della vita, cosicché diventino un faro in mezzo alla nebbia ideologica ed all'insicurezza del presente.

Dio ha bisogno di testimoni e di ambasciatori, certi della loro fede in Gesù Cristo, i quali sappiano invitare alla fede in Dio in modo semplice, biblicamente centrato, mostrando che "il chiaro Evangelo" è la risposta alle loro nostalgie ed ai loro bisogni. L'Evangelo certo non deve essere scagliato sulla gente come una doccia fredda, ma deve essere accompagnato da sensibilità e da calore umano.

Dio ha bisogno di comunità cristiane disposte a vivere con uno stile missionario e che siano disposte ad adempiere al grande mandato missionario che è loro posto dinnanzi, con ubbidienza, sobrietà e spirito vigilante.

Dio ha bisogno di discepoli di Gesù Cristo che si schierino per la verità e contro la menzogna e che si impegnino, con uno studio profondo della Scrittura a dare risposte concrete alla minaccia del materialismo, dell'idealismo, dell'ateismo, dell'occultismo, ecc.

Dio ha bisogno di cristiani che facciano di nuovo sentire la chiamata alla conversione, nonostante l'accusa di arroganza spirituale ed intolleranza religiosa, per entrare nella breccia del moderno relativismo ed il sincretismo, chiamando il peccato con il suo nome e dichiarando l'unicità universale di Gesù Cristo.

L'ordinamento più grande della missione cristiana è la sottomissione a Dio. Solo così si potrà far fronte al secolarismo ed incidere nella società come forza lievitante, come luce del mondo e della terra.

Saremo noi le persone che Dio cerca per continuare il suo progetto di riforma, oppure egli ci lascerà da parte come disutili, cercando altri fedeli suoi testimoni? Qual è la vostra risposta?

(P.C. 2256)


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