Un invito ad una festa senza uguali
(Luca 14:15-24)
Introduzione
Come per ogni compleanno, anche per il 700° della Confederazione svizzera si sono fatte e si fanno tante feste. Si possono anche criticarle, come si è anche fatto, ma se si mantiene tutto con un carattere sobrio e sinceramente popolare, se si include nella festa in qualche modo non solo gli svizzeri, ma anche gli stranieri, se non si chiudono gli occhi difronte a chi soffre e non ha motivo alcuno di far festa, una celebrazione può senz'altro essere un avvenimento bello, gioioso, soddisfacente. Fa molto piacere essere invitati e partecipare ad una festa con gente con la quale stai bene insieme.
Il nostro Salvatore Gesù era spesso invitato come ospite d'onore a delle feste, ed è proprio in una circostanza come questa che Lui, come è solito fare, prende lo spunto dalla circostanza per insegnare qualcosa sui propositi di salvezza che Dio si prefigge per salvare uomini e donne dalla miseria morale e spirituale che li attanaglia.
Gesù paragona quello che Dio vuole realizzare per l'umanità che soffre come una grande festa, un gran convito, a cui si è invitati. Dio manda degli inviti a questa festa, e come risponde la gente a questi inviti?
Testo e contesto
Ascoltiamo dunque la parabola del gran convito come ce la racconta l'evangelista Luca.
15. Ora uno dei commensali, udite queste cose, gli disse: «Beato chi mangerà del pane nel regno di Dio».
16. Allora Gesù gli disse: «Un uomo fece una gran cena e invitò molti;
17. e, all'ora della cena, mandò il suo servo a dire agli invitati: "Venite. perché è già tutto pronto".
18. Ma tutti allo stesso modo cominciarono a scusarsi. Il primo gli disse: "Ho comprato un podere e devo andare a vederlo, ti prego di scusarmi".
19. E un altro disse: "Ho comprato cinque paia di buoi e vado a provarli; ti prego di scusarmi".
20. Un altro ancora disse: "Ho preso moglie e perciò non posso venire".
21. Così quel servo tornò e riferì queste cose al suo signore. Allora il padrone di casa, pieno di sdegno, disse al suo servo: "Presto, va' per le piazze e per le strade della città, conduci qua i mendicanti, i
mutilati. gli zoppi e i ciechi".
22. Poi il servo gli disse: "Signore, è stato fatto come hai comandato, ma c'è ancora posto".
23. Allora il signore disse al servo: "Va' fuori per le vie e lungo le siepi e costringili ad entrare, affinché la mia casa sia piena.
24. Perché io vi dico che nessuno di quegli uomini che erano stati invitati gusterà la mia cena.
Un grande invito a cena: ecco dunque come Gesù rappresenta l'offerta, la proposta, l'opportunità che l'Evangelo prospetta a ciascuno di noi. E' un'occasione sociale da non perdere; si mangerà in modo ricco ed abbondante, ci si divertirà, si starà molto bene e ne saremo certamente soddisfatti.
Per comprendere il significato di quello che Gesù dice dobbiamo prima, naturalmente, comprendere il contesto di questa parabola, la gente alla quale essa fu rivolta ala prima volta.
Il tempo della cena rappresenta il tempo delle straordinarie opportunità che la presenza di Gesù ha reso possibile. La cena rappresenta le benedizioni ed i privilegi di cui è possibile godere accogliendo con fiducia il beneficio del sacrificio di Cristo.
I molti invitati (16) sono gli israeliti che avevano ricevuto per primi l'invito dell'Evangelo, e del quale avevano ricevuto la notificazione già molto tempo prima. Le scuse che essi accampano per declinare l'invito sono le sciocche obiezioni rivolte a Gesù ed alle Sue richieste. I mendicanti e i mutilati, gli zoppi e i ciechi sono i peccatori, quella gente di cattiva reputazione che, al contrario, aveva accettato volentieri l'invito di Gesù.
Coloro che erano stati quasi costretti ad entrare da per le vie e lungo le siepi, sono gli stranieri che non avevano alcuna speranza.
Coloro che non gusteranno mai più quella cena sono gli israeliti increduli ora "tagliati fuori" dalle opportunità offerte da Gesù. L'apostolo Paolo avrebbe loro detto: "Era necessario che fosse annunziata a voi per primi la Parola di Dio; ma poiché la respingete e non vi giudicate degni della vita eterna, ecco, noi ci rivolgiamo ai pagani" (At. 13:46).
Fin qui l'originale contesto in cui questa parabola di Gesù venne pronunziata, ma consideriamo le implicazioni che tutto questo può avere per noi.
I. Una grande cena
Se la "religione" può essere noiosa, sgradevole, e di scarso interesse, certo questo non è l'Evangelo di Gesù Cristo che, al contrario, può essere entusiasmante e totalmente soddisfacente.
Fin dai tempi più antichi è stato molto comune rappresentare ciò che la grazia di Dio provvede per l'umanità decaduta, come una grande e festosa cena.
Il profeta Isaia scriveva: "L'Eterno degli eserciti preparerà su questo monte a tutti i popoli un banchetto di cibi succulenti, un banchetto di vini vecchi, di cibi succulenti pieni di midollo, di vini vecchi e raffinati" (Is. 25:6).
Una figura questa che era così famigliare tra gli antichi israeliti che alcuni la prendevano letteralmente e parlavano del regno di Dio, quando il Messia sarebbe giunto, come di una straordinaria occasione dove si sarebbe potuto bere e mangiare in abbondanza, pane e vino, frutta deliziosa, nonché molte varietà di pesce e di carne. Per questo qualcuno aveva esclamato davanti a Gesù: "Beato chi mangerà del pane nel regno di Dio!" (15). Nonostante questa grossolana interpretazione certamente l'immagine della grande cena rimaneva e rimane significativa.
1. E' gratuita. Una simile festa non si organizza per stretta necessità. Se qualcuno organizza una tale festa alla quale invita amici e vicini, lo fa perché vuole loro bene e li vuole coinvolgere in qualcosa che dà piacere e fa loro piacere. E' proprio di questa natura l'invito dell'Evangelo. "Io sono venuto", diceva Gesù, "perché abbiate vita, una vita vera e completa", una vita che valga veramente la pena di essere vissuta. E la vita che Gesù offre è totalmente un dono. Egli sa benissimo che essa non è alla nostra portata, che nessuno di noi la potrebbe mai guadagnare o esserne degno. Egli ci invita a questa festa gratuitamente perché spinto soltanto da autentico amore per noi. Non devi pagare per entrare!
2. All'organizzatore costa. Se però non dobbiamo pagare per entrare, questa festa indubbiamente costa, e voi sapete quanto possa costare un banchetto in un ristorante, soprattutto se ricco e con molti invitati!
Un simile banchetto costa a chi l'organizza. Allo stesso modo l'Evangelo della salvezza viene offerto si gratuitamente, ma con un immenso costo da parte dell'organizzatore: il sacrificio di Suo Figlio Gesù Cristo! Un costo enorme. Chi gliel'ha fatto fare? Null'altro che l'amore, un infinito amore verso di noi, che risulta ancora più grande proprio dal fatto che non lo meritiamo!
3. Abbondanza. Un banchetto implica poi una tavola fornita "di ogni ben di Dio", con cibi invitanti, raffinati, piacevoli. E' vero che "il regno di Dio non è mangiare e bere, ma giustizia, pace e gioia nello Spirito Santo" (Ro. 14:17), ma esso, per la nostra anima è quello che per il corpo rappresentano queste preziose vivande. La nostra anima deve essere nutrita con appropriato cibo spirituale, se non essa soffre la fame e poi muore, nonostante l'abbondanza delle cose che possediamo, e questo meraviglioso cibo spirituale è proprio ciò che Dio ci provvede con l'Evangelo.
4. Un evento sociale. Un banchetto è poi un evento sociale. Implica molte persone che convengono per formare e rafforzare la loro comunione ed amicizia, fra di loro e con l'organizzatore della festa. Nessuno potrà sentirsi solo ed abbandonato nel venire al banchetto del Signore. L'Evangelo produce comunione autentica fra persona e persona, ed esso stesso è la festa di riconciliazione fra la persona peccatrice e decaduta con il Dio santo e giusto. Un prezzo è stato pagato, la comunione è resa possibile, e una festa così si celebra dove ciascuno può godere di tutti i benefici della comunione.
II. Tre ragioni per accettare l'invito
Ci sono così almeno tre ragioni per accettare lo straordinario invito che ci viene dato a questa festa dal Signore Gesù:
1. "Venite, perché è già tutto pronto" (17). Si, tutto è pronto. Ogni benedizione temporale e spirituale per il tempo e per l'eternità è ora pronta in Cristo Gesù. "La cena è pronta, vieni su!" viene ad annunciarmi con gioia mio figlio Gabriele di tre anni, ogni giorno, ed io vengo, grato a mia moglie per ciò che ha preparato per la famiglia tutta.
Allo stesso modo il Signore manda ad annunciare che tutto ciò che appartiene alla salvezza del peccatore è ora pronto.
Hai bisogno di uno che prenda su di sé il peso della colpa, della maledizione che il tuo peccato comporta? Ecco l'Agnello di Dio che toglie i peccati del mondo.
Hai bisogno di perdono? E' disponibile in Cristo Gesù. Dice la Bibbia: "Vi sia dunque noto, fratelli, che per mezzo di Lui vi è annunziato il perdono dei peccati" (At. 13:38).
Hai bisogno di pace? Allora la pace è disponibile in Gesù Cristo: "Io vi do la pace, non come quella che vi dà il mondo, una pace vera e profonda".
Hai bisogno di forza? Allora potreste ricevere "la potenza dello Spirito Santo" (At. 1:8) che ti abilita ad affrontare la vita dotato di ciò che ti abbisogna.
2. "Venite: ogni tipo di persona è stato invitato". Il tipo di persone menzionate in questa parabola è delle più diverse.
Prima "i poveri", quelli che vivono di avanzi raffermi, coloro che non hanno mai potuto partecipare ad una festa soddisfacente. Non si può far autentica festa come se niente fosse se i poveri e gli stranieri ne sono esclusi.
Spesso però, nonostante la nostra ricchezza materiale, siamo noi i poveri, poveri spiritualmente e moralmente. Andiamo in giro a cercare piaceri a non finire bussando da porta a porta, senza però trovare nulla che ci soddisfi davvero.
Dopo "i mutilati", coloro che sono stati privati di qualche parte del loro corpo. E' triste essere privi di parte del nostro corpo. Ancora più triste essere mutilati nello spirito, come spesso lo sono molti nella nostra generazione, inabili ad avvalersi delle capacità spirituali che potrebbero essere loro. Quanti hanno poi la coscienza lacerata da problemi di ogni tipo, quante persone hanno perduto la libera volontà perché dipendenti dalle droghe. Che cosa terribile! Gesù però è la risposta a queste e ad altre mutilazioni!
Poi gli zoppi, che pure hanno tutte le loro membra, ma in una condizione distorta e deformata, il cui modo di camminare non è né dritto né costante. Fanno del loro meglio per apparire persone "a posto", ma non possono nascondere la loro deformità. Possiamo infatti essere "deformi" nello spirito, quando non siamo ciò per cui Dio ci aveva creati. Anche per questi zoppi in Cristo c'è guarigione.
Poi i ciechi, coloro che si potrebbero camminare diritto e bene, ma che sono nelle tenebre della notte. La loro vita esteriore potrebbe anche essere considerata "a posto" agli occhi del mondo, essi però non sanno dove stanno andando e sono inconsapevoli dei pericoli. Quante persone vivono senza sapere dove stanno andando, senza scopo né prospettiva, magari trascinati in direzioni sbagliate. Puoi anche spiegare loro la verità, ma la loro risposta sarà sempre: "Io non posso vederla". Quasi questa gente bisogna costringerla ad entrare, perché se si aspettasse che venisse da sola, non troverebbe mai l'entrata della sala del banchetto, di cui magari nega persino l'esistenza!
3. "Venite, perché c'è ancora posto" (22). La casa si sta riempiendo rapidamente, ciononostante c'è ancora spazio. Quanto spazio ci sia nessuno può dirlo. Non sappiamo l'ora in cui il padrone di casa si alzerà da tavola per chiudere definitivamente la porta. L'invito potrebbe cessare. Ciononostante per ora in casa c'è ancora spazio -spazio nell'amore di Dio Padre; spazio nella morte redentrice del Salvatore; spazio nel ministerio dello Spirito, e spazio nell'offerta dell'Evangelo. C'è ancora spazio per te, anche se dovessi pensare di non più trovarlo, anche se non ti ritieni degno o se pensi di aver commesso qualcosa di irreparabile. Vieni!
III. Tre scuse per declinare l'invito
C'è allora una grande festa, gli inviti sono stati diramati, ma ...c'è gente che nonostante tutto ciò, declina l'invito. Quali scuse stupidamente adduce? Potremmo riassumere così la sostanza del rifiuto di questa gente di accogliere l'invito che è stato loro rivolto:
1. "Ho qualcos'altro da vedere" . "Ho comprato un podere e devo andare a vederlo" (18). Perché la gente ha così tanto bisogno per andare a vedere le loro proprietà terrene, e non ha tempo per guardare ciò che per loro Dio ha provveduto per la loro eterna sicurezza ed eredità? Certo nel mondo ci sono tante cose interessanti da vedere, ma che cosa sono queste a confronto con la gloria salvifica della croce di Cristo? Evidentemente chi preferisce i propri "poderi" -benché utili ed importanti- a ciò che Cristo offre, non ha la più pallida idea di quello che potrebbe trovare presso di Lui. Vi siete mai chiesti perché i primi discepoli hanno letteralmente piantato tutto -lavoro, casa, divertimenti, per venire dietro a Gesù? Evidentemente perché hanno scoperto che ciò che Gesù offriva valeva molto più di tutto questo.
2. "Ho qualcos'altro da fare". "Ho comprato cinque paia di buoi e vado a provarli" (19). Questi era molto più ansioso di provare i suoi buoi, che provare le ricchezze di una tale offerta regale. Alcuni sembrano pensare che il tempo per obbedire alla chiamata di Dio è solo quando non avranno più nulla da fare. Per molti tutto è più importante e più urgente di incontrarsi con il loro Creatore e godere della Sua Parola! Vi sono coloro che persisteranno nel volere andare a provare i loro propri interessi mondani, soltanto per provare ben presto di essere stati solo degli sciocchi. Mentre sono indaffarati ad andare "qui e là", la loro opportunità per ottenere vita eterna sarà sfumata. Quando si accorgeranno di che cosa si sono lasciati sfuggire per cose di secondaria importanza, sarà ormai troppo tardi per cambiare strada.
3. "Ho qualcos'altro da godere". "Ho preso moglie e perciò non posso venire" (20). Ogni nuovo tipo di rapporti, sia d'affari che di matrimonio, avranno certamente in un modo o in un altro, una forte influenza sulla nostra vita. Non c'è nulla di male nello sposarsi, nel comprarsi una casa, nello stabilire un nuovo rapporto, nell'attendere con ansia un nuovo avvenimento. Se però i desideri del proprio cuore sono così forti da mettere l'Evangelo della grazia di Dio al secondo posto, allora la vita diventa un vero e proprio insulto al Figlio di Dio. Dio non si lascia prendere in giro. Quali sono le tue priorità? Sai discernere ciò che è veramente di primaria importanza nella vita? Che tristezza quando si dà così tanta importanza a cose futili e vane, e si trascura ciò che più conta!
Conclusione
Iddio ha dichiarato con forte enfasi che coloro che prendono alla leggera il Suo invito di grazia non gusteranno la Sua cena (24).
Le feste di questo mondo sono belle ed importanti, ma se ne può anche fare a meno. Possiamo certamente criticare a buon ragione le feste di questo nostro mondo, ed anche quella del 700. della Confederazione. Nulla perdiamo di così importante se ad esse preferiamo non partecipare. Per esse possiamo avere anche delle valide ragioni per giustificare la nostra assenza.
Guai però, guai, a quelle persone che, invitate al "banchetto di Dio" declinano con sufficienza l'invito. Non si rendono infatti conto di quello che si privano!
Coloro che avranno preferito le proprie "cene" e le proprie private "feste" di questo tempo, alla fine dovranno sentire la durezza di eterne e terribili privazioni, la Scrittura parla chiaro. Non si dovranno però lamentare di non avervi potuto partecipare: l'invito l'avevano ricevuto, ma avevano preferito non accettarlo.
Nessuno però ha mai potuto addurre una scusa abbastanza valida difronte a Dio per non accettare il Suo Figlio Gesù Cristo ed il Suo Evangelo. E' la tua persona che Dio sollecita, non le tue scuse; queste non potranno mai sostituirsi a te.
Che la parabola del grande convito possa allora aver comunicato qualcosa di importante anche per tutti coloro che oggi l'hanno ascoltata.
(p. 2666)
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